un esempio di rete pubblico-privata

Transcript

un esempio di rete pubblico-privata
La rete delle piattaforme locali per l’impiego:
un buon esempio di collaborazione pubblico privato
Belgio
2002 - 2003
Belgio
Indice
Il problema affrontato
Obiettivi attesi
Soggetti coinvolti
Il contesto
Il racconto dell’esperienza
Considerazioni finali
2
Belgio
Il problema affrontato
Le piattaforme di partenariato, concertazione locale tra le imprese pubbliche e private.
Con l’approvazione del Dispositivo Integrato di Inserimento Socio professionale (DIISP) il
Legislatore ha espresso la volontà secondo la quale tutti gli attori e operatori nel campo
dell’inserimento socio professionale dovrebbero incontrarsi ed interagire per facilitare il
percorso volto all’incremento dell’occupabilità ed alla stabilità duratura dei beneficiari.
Invita gli attori e operatori designati, ognuno per la propria mission, a contribuire al
raggiungimento di tale obiettivo comune. Il coordinamento del dispositivo è stato affidato
all’Ente del Consiglio del FOREM nel ruolo di regista. D’altronde, l’invito rivolto dal FOREM
rispetto al Piano di Accompagnamento dei disoccupati, ha permesso di accogliere nuovi
partners nell’ambito dell’inserimento socio professionale. L’ingresso dei soggetti privati (società
commerciali, agenzie di collocamento e altri), che hanno spesso la sede sociale al di fuori del
territorio di competenza, ha provocato un elemento di choc negli organismi pubblici, già
consolidati e riconosciuti nel campo. Allo scopo di mettere i relazione i diversi attori e
operatori, si sono costituiti dei luoghi di incontro e dei soggetti di scambio.
Le piattaforme, quindi, si realizzano secondo una frequenza dettata dall’attualità, i problemi
che via via si presentano, la volontà di proseguire insieme. L’accordo prevede almeno un
incontro al trimestre.
Obiettivi attesi
Gli obiettivi generali della rete sono:
• garantire una visibilità e una migliore comprensione dello sviluppo del percorso
d’inserimento dei disoccupati;
• sviluppare una maggiore prossimità e accessibilità dei servizi che l’ORBEM è tenuto a
offrire a disoccupati e imprese;
• facilitare la comunicazione tra i diversi attori:
• i disoccupati, le imprese, gli operatori di inserimento socio professionale (le Missions
Locales, operatori della formazione), (Bruxelles formation), CPAS, laboratori di ricerca
Attiva di Lavoro e i servizi dell’ORBEm.
La finalità ultima attesa consiste nello sviluppo della complementarietà del lavoro realizzato da
ognuno dei soggetti.
Risultati ottenuti
I principali risultati ottenuti dall’azione sono riassumibili nella messe di informazioni sulle
difficoltà incontrate e sui benefici derivanti dalle già citate azioni. Tali insegnamenti meritano di
essere capitalizzati, strutturati e riproposti a livello politico perché l’azione possa diventare
influente. Possono essere quantomeno aiutati a consolidarsi consolidati in quanto forieri di
benefici a lungo termine per la popolazione disoccupata.
Soggetti coinvolti
Gli attori che prendono parte attivamente al lavoro delle piattaforme locali per l’impiego sono:
• i disoccupati;
• le imprese;
• gli operatori di inserimento socio professionale (le Missions Locales, operatori della
formazione), (Bruxelles Formation);
• CPAS (laboratori di ricerca Attiva di Lavoro);
• i servizi dell’ORBEm.
3
Belgio
Il contesto
Nell’ambito della Convenzione 181 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro e della
Commissione Europea, l’Ufficio Regionale per l’impiego di Bruxelles (ORBEM) sviluppa, dalla
fine del 2000, in accordo con l’autorità del suo ministero di riferimento, una Rete di
Piattaforme locali per l’impiego (RPE).
L’impegno a combattere la disoccupazione di lunga durata vede nelle politiche attive per
l’occupazione lo strumento prioritario d’azione nel mercato del lavoro.
Infatti, con il manifestarsi delle crisi economiche nazionali ed internazionali degli ultimi
decenni, c'è stato un profondo ripensamento sulle politiche per l'occupazione fino ad allora
perseguite. Quanto maturato dalle esperienze precedenti è stato considerato come punto di
partenza per un approccio pragmatico sia a livello di OCSE sia a livello di Comunità Europea.
In particolare, secondo l’OCSE, si può rintracciare, nella presenza in Europa di meccanismi di
protezione sociale e di elevata regolamentazione uno dei fattori determinanti nell’aumento dei
tassi di disoccupazione durante lo scorso decennio.
In particolare, è necessario agevolare la diffusione delle informazioni, mediante il
potenziamento degli uffici pubblici per l’impiego e l’offerta di programmi di riqualificazione
professionale destinati alle categorie di lavoratori che corrono maggiori rischi di
disoccupazione, o le cui qualifiche non sono facilmente spendibili nel mercato del lavoro.
Nel quadro della strategia per la lotta alla disoccupazione, il miglioramento delle competenze
della forza lavoro è un fondamentale obiettivo intermedio, che può essere perseguito
attraverso una strategia ad ampio raggio, che, partendo da una trasformazione completa del
sistema scolastico, si spinge fino alla transizione dei giovani dalla scuola al primo impiego e al
miglioramento dell’efficienza delle offerte formative e della qualificazione professionale.
L’ultimo rapporto annuale dell’OCSE, Employment Outlook 2003, evidenzia come
l’implementazione della Strategia europea per l’occupazione sia stata rilevante nella riduzione
dei tassi di disoccupazione e abbia permesso uno sviluppo delle politiche attive per
l’occupazione, anche attraverso programmi obbligatori di formazione e riqualificazione
professionale.
Politiche attive e Servizi per l’impiego
I gruppi che vengono classificati come a maggior rischio di disoccupazione, e quindi di
esclusione sociale, sono di norma:
• i giovani in cerca di prima occupazione e soprattutto quelli che non avendo portato a
termine un percorso di studi o che pur avendo terminato il percorso scolastico, non
hanno acquisito le abilità richieste dal mercato del lavoro, rischiano di non potersi
inserire nel mondo del lavoro;
• i disabili, che hanno il diritto di acquisire dignità ed autonomia attraverso il lavoro
piuttosto che in un’ottica assistenziale ed essere riconosciuti come una risorsa da
valorizzare;
• le donne, alle quali unitamente al diritto al lavoro deve essere garantito il diritto alla
maternità, non solo attraverso tipologie contrattuali che consentano una maggiore
armonizzazione tra vita lavorativa e vita familiare, ma anche attraverso strutture
preposte per l’infanzia;
• gli immigrati, che spesso, nonostante un elevato livello di istruzione, incontrano molte
barriere, che ne ostacolano l’inserimento lavorativo;
• i disoccupati di lunga durata, specie se anziani, che, come si è detto, incontrano una
grande difficoltà a rientrare nel mercato.
Fra le politiche attuate per la prevenzione della disoccupazione, particolare rilevanza è
attribuita alle politiche che si basano sulla formazione, tanto è vero che le politiche attive del
mercato del lavoro su scala europea prevedono la necessità di sviluppare e attuare programmi
esaustivi e coerenti di istruzione e formazione lungo tutto l’arco della vita, oltre che di semplice
orientamento all’inserimento lavorativo.
4
Belgio
Questi programmi possono essere realizzati solo all’insegna di un’ampia collaborazione tra parti
sociali, enti pubblici, scuole e soggetti interessati. I programmi formativi, peraltro, diventano
una risorsa fondamentale e non solo consentono da un lato di ridurre il rischio di
disoccupazione dei fruitori di tali programmi, ma favoriscono, al contempo, il loro
reinserimento nel mercato del lavoro, ove ne siano involontariamente usciti, consentendogli di
apprendere nuove conoscenze necessarie in ambito lavorativo e riducendo in questo modo il
rischio di disoccupazione futura.
In una logica di workfare e di riduzione della disoccupazione i Paesi europei sono orientati
verso politiche per l’occupazione che uniscano misure attive e passive, prevedendo
l’erogazione di sussidi di disoccupazione a condizione che il beneficiario segua i programmi
previsti di inserimento e re-inserimento nel mercato del lavoro. A chi gode di misure passive di
sostegno del reddito è perciò richiesto un impegno attivo per il proprio (re)impiego, attraverso
la fattiva ricerca di un’occupazione e/o con la partecipazione a corsi di formazione o di
riqualificazione professionale, che possano fornire competenze spendibili sul mercato del
lavoro, oppure ad altri programmi di reinserimento nel mercato del lavoro.
Si ritiene, inoltre, che l’efficacia delle politiche attive dipenda dall’efficienza e
dall’organizzazione dei Servizi per l’impiego, che costituiscono normalmente il canale di
implementazione delle politiche occupazionali. In particolare, il ruolo dei Servizi per l’impiego
assume importanza per i gruppi più svantaggiati, tra cui i disoccupati di lunga durata di cui ci
occupiamo in questa sede, specialmente quando alle politiche attive si accompagnano altre
misure di ausilio all’inserimento lavorativo e di sostegno del reddito.
I Servizi per l’impiego svolgono, dunque, un ruolo chiave nell’implementazione delle politiche
attive a favore dei disoccupati: ne sono un esempio Paesi come la Danimarca e la Svezia, dove
le politiche attive hanno avuto un largo sviluppo, che ha permesso un’utilizzazione sempre più
proficua del periodo di disoccupazione, durante il quale si sono potute ampliare le conoscenze
ed il livello di formazione dei partecipanti alle misure previste.
Questo implica che le politiche del lavoro devono essere attuate in maniera globale e devono
avvalersi dei Servizi pubblici per l’impiego attraverso i quali è possibile intervenire su una larga
fascia di popolazione, offrendo prestazioni che vanno dall’orientamento al sostegno alla
mobilità fino ai sussidi all’occupazione ecc., misure tutte volte a preparare il soggetto
all’inserimento nel mercato del lavoro e, quindi, a realizzare il matching tra i disoccupati e le
vacancies.
I Servizi per l’impiego sono impegnati, in particolare, nella prevenzione della trasformazione
della disoccupazione in disoccupazione di lunga durata e questo, in generale, attraverso alcuni
strumenti, quali:
• interviste con i soggetti interessati;
• stesura di un programma individuale tarato sulle personali esigenze del disoccupato;
• assistenza nella ricerca dell’impiego;
• offerta di possibilità formative;
• counselling, orientamento e consulenza per l’avvio di attività in proprio e per l’utilizzo
delle normative che incentivano l’autoimpiego;
• agevolazione l’incontro tra domanda e offerta di lavoro;
• gestione dei programmi di sostegno al reddito.
Queste misure, che si avvalgono congiuntamente, per l’appunto, dell’azione dei Servizi per
l’impiego e degli strumenti di sostegno al reddito, sono volte al reinserimento dei lavoratori nel
mercato del lavoro, piuttosto che alla mera assistenza, e all’offerta di servizi ad ampio raggio,
che possano offrire risposte appropriate ai soggetti considerati deboli sul mercato del lavoro.
Gli studi comparati realizzati in questi anni per l’analisi delle misure di politica attiva nei Paesi
dell’Unione Europea pongono in evidenza, infatti, come gli incentivi ed i sussidi abbiano una
maggiore efficacia se indirizzati ai gruppi più svantaggiati. Inoltre, e analogamente, la
maggiore efficacia dei programmi di politica attiva è legata al mercato locale, soprattutto per
quanto riguarda le azioni di orientamento e formazione professionale.
5
Belgio
Per l’attuazione di tali politiche, è necessario:
• il costante monitoraggio della domanda formativa proveniente dalle imprese
appartenenti ad un tessuto locale;
• l’implementazione di programmi di intervento definiti e perfezionati sulle caratteristiche
individuali dell'utente, con particolare riguardo alle fasce deboli, come per esempio
donne, disabili e soggetti con bassa scolarità;
• il rafforzamento dell’azione congiunta di programmi che integrano i diversi aspetti e
incentivano varie forme di impiego, quali orientamento, formazione, sostegno all'utente,
programmi di inserimento, creazione di impresa.
Il racconto dell’esperienza
Perché la rete?
La costruzione della rete consiste in pratica nell’apertura e la condivisione delle banche dati
dell’ORBEm con gli altri partners; i dati riguardano le schede anagrafiche dei disoccupati, delle
imprese e le offerte di lavoro. I vari soggetti le possono utilizzare con il dovuto riguardo per la
privacy e conformemente ai principi deontologici definiti nella Carta della Rete e alle modalità
parimenti delineate nelle convenzioni stipulate con i singoli partners. Per realizzare la
costruzione pratica della rete dal punto di vista deontologico e metodologico, l’ORBEm ha
condiviso appieno con i suoi partners la riflessione. La FeBISP ha investito su due risorse per
poter essere presenti in due dei quattro gruppi di lavoro definiti (operatori della formazione
qualificante e operatori dell’inserimento socio professionale). Oltre alle riunioni con il personale
dell’ORBEm, questo lavoro necessita di uno scambio costante e reciproco d’informazioni tra
partners: è indispensabile infatti conoscere i diversi punti di vista degli operatori ed esporli
durante le riunioni con l’ORBEm.
Evoluzione del progetto nel 2002
A causa di questioni pratiche e tecnologiche, interne all’ORBEm, la realizzazione concreta delle
piattaforme ha avuto del ritardo. Di conseguenza, la fase sperimentale che raggruppava tredici
operatori/sperimentatori, (di cui cinque membri della FeBISP) è stata rinviata. L’ORBEm e la
FeBISP hanno comunque finalizzato il piano formativo riguardante i lavoratori degli OISP, la cui
sessione si è svolta nel mese di ottobre. Alcuni accertamenti tecnici da parte della sezione
informatica dell’ORBEm, ha permesso di realizzare la sperimentazione tra il mese di dicembre
2002 e i mesi di aprile/maggio 2003.
Durante questa fase, la FeBISP ha partecipato al comitato di monitoraggio della rete, un
gruppo tecnico incaricato di analizzare i problemi di funzionamento della rete tecnici e umani;
l’altro compito su cui il gruppo è stato chiamato ad intervenire è stata la valutazione dei
fabbisogni di assistenza e di formazione continua. Altri gruppi di lavoro, costituiti da lavoratori
utilizzatori della rete, sono stati organizzati su svariate tematiche.
Attività svolte durante di questi incontri
•
•
•
•
•
•
Scambio di informazioni tra i partecipanti sulle loro reciproche attività;
informazioni ai partecipanti sul dispositivo in oggetto (ad esempio il DIISP o l’invito a
progetto) e le azioni relative alla sua messa in opera;
informazioni inerenti o discendenti dal servizio, sugli altri servizi del Consiglio del
FOREM, sugli enti di consulenza, come il CSEF (Consiglio Sub regionale dell’Impiego e
della Formazione) e la sua CCSR (Commissione Consulenziale Sub regionale del DIISP);
concertazioni:
organizzazione delle azioni di inserimento, di formazione, per una successione più
coerente nel tempo. La finalità è un’articolazione funzionale alle risposte che si devono
dare ai problemi concreti legati alla selezione del personale, alla messa a punto dei
percorsi necessari a colmare i gap formativi delle persone;
proseguimento delle formazioni qualificanti.
6
Belgio
Il ruolo del Servizio di relazioni di partenariato del Consiglio del FOREM
• Organizzazione:
identificare gli organismi e le persone da invitare, trovare i locali, assicurare il tutoraggio
necessario;
• animazione:
suscitare, alimentare e contestualizzare gli scambi all’interno della rete, tutto questo
garantendo a tutti la possibilità di esprimere la propria volontà e il riconoscimento della
legittimità di ciascun soggetto;
• segreteria:
gestione della posta, della logistica, degli appunti e la stesura dei verbali di riunione;
• coordinamento:
tra le piattaforme, con gli altri servizi del Consiglio del FOREM, con la CCSR del DIISP. Ogni
piattaforma costituisce una rete che, a sua volta, è in contatto con altre reti, l’insieme delle
quali costituisce una parte significativa dell’offerta d’inserimento su uno specifico territorio.
Il che dovrebbe, dal punto di vista operativo, adattarsi tanto ai bisogni rilevati che
all’articolazione delle azioni;
• valutazione:
legata all’ente di consulenza del DIISP, ai risultati ottenuti (ad esempio, quali sono i
problemi che, affrontati da una certa piattaforma, hanno condotto ad una certa azione), agli
interessi suscitati nei partecipanti (ad esempio, quali sono le loro funzioni all’interno della
piattaforma, quale frequenza di partecipazione attiva è stata rilevata) e ai temi affrontati.
Le piattaforme locali per l’impiego
Le piattaforme sono:
• Locali:
ad esempio all’inizio del partenariato allargato di una Casa dell’impiego, laddove questa
esista già;
• tematiche:
ad esempio centrate sull’Orientamento, sulla Creazione di attività, ecc.;
• settoriali:
che toccano un dato settore di attività, ad esempio l’edilizia, o un mestiere non molto
rappresentativo.
Obiettivi specifici delle piattaforme
Lavorare con gli operatori affinché:
• collaborino tra di loro per realizzare il miglior percorso possibile per le persone
(definendo delle filiere e delle “passerelle” tra i soggetti);
• possano beneficiare di una migliore informazione sui fabbisogni dei disoccupati e delle
imprese di modo che possano mirare la loro offerta di lavoro (adattandola ai bisogni);
• lavorare alla realizzazione delle interazioni, puntuali e strutturali, utili ai destinatari del
servizio.
Gli attori
Operatori nell’ambito del reinserimento socio professionale;
• operatori convenzionati;
• ente di incontro impiego e formazione (CEFO), struttura partner del Consiglio del
FOREM;
• i consiglieri che si occupano del servizio ai singoli del Consiglio del FOREM;
• il coordinatore della Casa per l’impiego, se talwe struttura è presente sul territorio in
oggetto;
• altri attori riconosciuti o associati storicamente ad un’azione che prefigurava l’attuale
piattaforma.
7
Belgio
Considerazioni finali
L’azione sperimentale della messa in opera della rete delle piattaforme locali, ha permesso
all’ORBEm di identificare, a partire dalle capacità/conoscenze dei lavoratori ad esse dedicati,
quali sono le competenze necessarie all’utilizzo ottimale della rete stessa. La valutazione delle
capacità umane e materiali dei lavoratori implicati è fondamentale per tradurre un fabbisogno
in programmazione formativa. La rete belga delle piattaforme locali per l’impiego costituisce un
esempio interessante di integrazione tra lavoro e formazione.
Siti correlati
OIT - Organisation International du Travail
http://www.ilo.org/public/
ORBEM - Office Regional Bruxellois de l’Emploi
http://www.orbem.be/
Le FOREM
http://www.leforem.be/
8