l`arena del 25 dicembre 2013 cantine

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l`arena del 25 dicembre 2013 cantine
Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it
L’ARENA DEL 25 DICEMBRE 2013
CANTINE
Denominazione del vino
venerdì 27 dicembre 2013 LETTERE, pagina 21
Leggo sempre più spesso su L'Arena articoli su cantine, di grandi e piccole dimensioni, che
spiegano e «pubblicizzano vini figli di appassimento». Qualcuno lega addirittura la loro produzione
alla denominazione Valpolicella: «fatti con uve della Valpolicella» ho letto solo qualche giorno fa
ed è espressione che non può essere usata in etichetta.
A questo punto, come presidente di un'Associazione che raggruppa cinquanta vignaioli della
Valpolicella, mi chiedo se chi fa queste affermazioni si renda conto del pericolo che può nascere da
una simile confusione intorno alla denominazione e al vino che da qualche anno tanta ricchezza sta
portando a tutta la nostra terra, non solo a chi lo produce. Il turista infatti non viene in Valpolicella
per il vino da tavola alter-ego dell'Amarone, ma per l'Amarone. È la denominazione che va
promossa e protetta, non il vino che è la sua brutta copia. Certamente oggi, per una questione di
comodità e di minor controllo, è più vantaggioso vendere un vino «simil Amarone» chiamandolo
con nomi di fantasia che talvolta ricordano il metodo dell'appassimento. Ma la nostra zona è famosa
in tutto il mondo per questo metodo di produzione; dobbiamo tutelarne l'identità, non svenderla.
Dobbiamo custodire gelosamente questa peculiarità e farne tesoro nel corso dei tempi. Come non
bastasse sta nascendo anche un consorzio del vino Igt d'appassimento, fondato anche da molte
aziende che producono Valpolicella ed Amarone, e che si sono espresse come paladine e custodi
della nostra denominazione.
Mi chiedo: che senso ha creare una simile competizione di prodotti in casa propria? Rincorrere un
profitto svilendo una denominazione che ha centinaia d'anni di storia e potrebbe essere fonte di
sostentamento per le generazioni future? Tutto il mondo ci invidia l'Amarone, l'«oro nero di
Verona» come qualche giornalista straniero l'ha definito.
E allora? Allora diamo al mercato l'Amarone e cerchiamo di vedere nei controlli non un limite, ma
l'occasione per qualificarci sempre di più come vino di alta, altissima qualità. Perché solo nella
qualificazione possiamo trovare un futuro per la nostra produzione. Mettiamo in appassimento solo
le uve della nostra zona, ma solo uve di qualità, e togliamo dal mercato gli Amarone da due soldi
che non rappresentano degnamente il nostro territorio, la sua storia e la sua cultura del fare vino.
La nostra speranza è che almeno questi Igt d'appassimento vengano slegati con buon senso dalla
denominazione Valpolicella, dalle uve della Valpolicella, e dalla Corvina, riconosciuta da tutti gli
addetti del settore come uno dei grandi vitigni autoctoni italiani, indissolubilmente legata alla nostra
zona di origine.
Noi vignaioli auspichiamo che venga vietata la produzione di Igt da appassimento in Valpolicella,
perché questo significherebbe avere davvero a cuore la nostra denominazione.
Alessandro Castellani
Presidente Associazione Vignaioli
indipendenti della Valpolicella
FIVI- Fed. Ital. Vignaioli Indipendenti
CA' LA BIONDA, MARANO DI VALPOLICELLA
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Brevi
venerdì 27 dicembre 2013 PROVINCIA, pagina 24
SAN GIOVANNI LUPATOTO
IL COMUNE INVESTE PER LA PULIZIA DI TREMILA CADITOIE
L'amministrazione ha deciso un intervento di manutenzione della fognatura con pulizia delle
caditoie stradali, che nel territorio comunale sono oltre 3.000. L'intervento riguarda i pozzetti
intasati e la spesa prevista è di 12.295 euro. Invece la spesa per la sistemazione del Mausoleo, la
struttura vicino al cimitero destinata a diventare sala mortuaria e del commiato ed uffici, sarà di
270mila euro e sarà sostenuta dal nuovo gestore dei servizi cimiteriali.R.G.
SAN GIOVANNI LUPATOTO.
Un ente apposito, a capitale misto, controllato da Sgl
Multiservizi
Tariffe rifiuti più giuste con una nuova società
Renzo Gastaldo
Il sindaco Vantini: «Si pagherà in rapporto a quanta
immondizia si produce, diminuiranno i costi e saremo
d'esempio ai Comuni»
venerdì 27 dicembre 2013 PROVINCIA, pagina 25
Sarà una società apposita, controllata da Sgl Multiservizi, a introdurre la tariffa puntuale (si pagano
le immondizie in base all'effettivo conferimento) nella raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani
a San Giovanni Lupatoto.
Lo ha deciso il consiglio comunale approvando un provvedimento per la costituzione di una società
a capitale misto pubblico-privato: Sgl avrà il 60 per cento delle quote e il privato il 40 per cento.
Il bando per l'individuazione del partner privato verrà svolto entro la primavera 2014 con
aggiudicazione entro l'estate e avvio dell'attività per inizio 2015.
«L'obiettivo è duplice», ha detto il sindaco Federico Vantini. «Il primo è arrivare progressivamente
a zero produzione di rifiuti nel territorio comunale. Il secondo è una tariffazione della raccolta dei
rifiuti a costi più contenuti ma che veda pagare di più chi conferisce di più. Per contrastare Ca' del
Bue servono i sit in davanti all'Agsm ma conta di più una raccolta differenziata ai massimi livelli
che tolga il combustibile per l'inceneritore. Vogliamo essere un esempio su questa strada per tutti
gli altri comuni del veronese».
I vincoli e i passaggi necessari sono stati illustrati dall'ingegner Gianni Moratello, amministratore
unico di Sgl Multiservizi, la società a partecipazione municipale che si occupa di igiene ambientale.
Le possibilità per la gestione del servizio di raccolta rifiuti sono tre: le gestione diretta da parte di
Sgl, affidarsi a un gestore privato o il ricorso a una società pubblico-privata.
«La prima ipotesi, per la quale servirebbero 13 addetti e 2,5 milioni di investimenti, non è
percorribile a causa dei vincoli imposti dal patto di stabilità», ha spiegato Moratello. «La seconda
impone un percorso di gara complesso e con possibili contenziosi legali. La terza è la più
percorribile in quanto il comune resta titolare del servizio tramite il controllo maggioritario sulla
società, evita lo “scippo” da parte della società che gestirà l'ambito rifiuti, ha possibilità di un
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controllo quotidiano dei livelli di servizio, continua a gestire lo spazzamento delle strade e cura la
banca dati».
«Se si vuole mantenere un servizio di eccellenza, non c'è altra strada che questa e occorre farla in
tempi brevissimi per evitare di cadere nell'ambito rifiuti», ha detto l'assessore alle partecipate
Enrico Mantovanelli. «Purtroppo la soluzione "in house" sarebbe bella ma è impossibile da
percorrere. Il bando per il servizio a terzi potrebbe riservarci cattive sorprese; non resta che la
società mista, se vogliamo evitare che ci succeda quanto è accaduto con la rete idrica». Di vario tipo
la reazione delle forze di opposizione.
Il civico Attilio Gastaldello ha manifestato le sue perplessità sulla soluzione proposta per la
complessità della legislazione ma soprattutto per i problemi che possono derivare se non si va
d'accordo con il socio privato.
Favorevole invece Andrea Nuvoloni del M5S: «Un atto di coraggio». Il civico Gianmario Piccoli si
è astenuto. A favore della proposta i capigruppo della maggioranza Corrado Franceschini, Diego
Todeschini e Luca Pasini, oltre ai consiglieri Valletta, dal Sasso, Meneghini e Vesentini.
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CALDIERO
Illuminazionepubblica ecologica e anti sprechi
venerdì 27 dicembre 2013 PROVINCIA, pagina 25
Con voti unanimi, il consiglio comunale ha approvato il Picil, ossia il Piano dell'illuminazione per il
contenimento dell'inquinamento luminoso, in osservanza alla legge regionale numero 17 dell'agosto
2009. «Siamo uno dei primi Comuni ad aver elaborato e varato questo piano», ha garantito il
sindaco Giovanni Molinaroli all'assemblea civica. «La ditta Abakus, alla quale abbiamo affidato la
gestione e la manutenzione dell'impianto di pubblica illuminazione esterna e quello dei plessi
comunali, nonché la fornitura di energia elettrica al Comune», ha aggiunto, «sta sostituendo
gradualmente i corpi illuminanti dei lampioni con lampade a led a basso consumo. La Abakus ha
già rimpiazzato oltre 600 punti luce sui 1.300 presenti sul territorio».
«Grazie a questa gestione in affidamento diretto», ha evidenziato il sindaco, «avremo un risparmio
sui costi dell'illuminazione nell'ordine dei 40mila euro l'anno. Soldi che verranno reinvestiti per
sostituire i cavidotti elettrici: abbiamo punti della rete pubblica, infatti, dove è necessario
intervenire». Il piano comunale dell'illuminazione classifica le vie in base alla loro necessità di
essere illuminate. «Il Picil non riguarda solo le aree e le strade pubbliche, ma anche parcheggi e
spazi illuminati privati orientati verso lo spazio pubblico», ha fatto notare il tecnico Alessio Pasetto.
Z.M.
ERBÈ. Ordine del giorno votato all'unanimità
Il Comune difende gli alimentari prodotti in Italia
Accolta la proposta fatta dalla Coldiretti di Verona «Basta con
il cibo estero spacciato come nostrano»
venerdì 27 dicembre 2013 PROVINCIA, pagina 26
Anche il consiglio comunale di Erbè ha deliberato all'unanimità un ordine del giorno per la tutela
del vero «Made in Italy» agroalimentare. Nell'ultima seduta dell'anno, tenutasi la sera
dell'antivigilia di Natale, il consigliere di maggioranza Flavio Tiziani ha presentato la proposta
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sull'della Federazione provinciale Coldiretti di Verona. Con il documento si chiede all'Unione
Europea e al governo italiano di tutelare con apposite leggi i prodotti nostrani nel settore
agroalimentare. Tiziani ha ricordato le recenti manifestazioni al valico del Brennero che hanno
messo in evidenza l'enorme quantità di prodotti agroalimentari che entrano in Italia dall'estero e poi
vengono poi spacciati come italiani.
Tiziani ha puntato il dito sull'importazione di notevolissime quantità di carne suina «per cui come
produttori chiediamo che ci sia un'etichettatura obbligatoria per individuare il Paese di origine per
eliminare la concorrenza sleale che ormai sta dilagando nel campo dei prodotti agroalimentari con
danni economici e di immagine dei nostri prodotti italiani». Nella stessa seduta consiliare è stata
approvata all'unanimità anche la convenzione con il Comune di Trevenzuolo per la gestione
associata del servizio tributi, commercio e polizia amministrativa. In pratica dal primo gennaio
rientra ad Erbè il dipendente che era distaccato all'ufficio tributi dell'Unione.
Sempre dal primo gennaio con la convezione Erbè si avvarrà della presenza per otto ore settimanali
del responsabile dell'ufficio tributi di Trevenzuolo. La convenzione avrà una durata di tre anni.
«La presenza della dottoressa Piccinini», ha dichiarato il sindaco Paolo Brazzarola, «permetterà al
nostro dipendente rientrato di maturare esperienza, visto che dovrà subentrare a un pensionando dal
prossimo ottobre». Lo sportello tributi sarà aperto per tutta la settimana.LI.FO.
DOSSOBUONO. Lettera del movimento che si costituì contro
il casello
«Barriere anti rumore in terza corsia dell'A22»
Francesco Bommartini
Il comitato le chiede alla società dell'autostrada
venerdì 27 dicembre 2013 PROVINCIA, pagina 26
Pannelli fonoassorbenti ed altre opere di mitigazione per difendere Dossobuono dagli effetti della
terza corsia. Lo chiedono i membri del comitato «No al casello autostradale in Dossobuono» alla
società autostrade. Per farlo hanno scritto una lettera indirizzata alla sede dell'Autostrada, al
presidente del consiglio di amministrazione Paolo Duiella, al direttore tecnico dell'A22 Paolo Costa,
al sindaco di Villafranca Mario Faccioli e al commissario prefettizio di Sommacampagna Lucio
Parente. «Vogliamo ricordare ancora una volta», spiegano, «che il contesto in cui vivono i cittadini
di Dossobuono non è certo felice, visto che registra la notevole presenza di grandi infrastrutture; le
quali portano disagi, inquinano l'ambiente, con ripercussioni sulla salute.
Pertanto siamo a chiedere alla vostra società di adottare tutte le soluzioni tecniche e le opere di
mitigazione e di compensazione che possano essere utili a ridurre l'impatto ambientale ed il disagio
per gli abitanti, provocati dall'ampliamento dell'autostrada».
Il comitato, costituitosi nel marzo 2012 per contrastare il progetto di un nuovo casello autostradale a
ridosso del centro abitato, chiede che la «A22 applichi la stessa sensibilità, le stesse soluzioni
tecniche e ambientali adottate in Trentino e in Alto Adige». I membri del comitato vorrebbero
barriere fonoassorbenti con un'altezza adeguata e dotate di pannelli fotovoltaici. Inoltre chiedono
che a ridosso delle stesse siano piantati alberi e arbusti.
I firmatari della richiesta propongono alla società Autostrade un incontro pubblico, da organizzare
per rendere edotta la popolazione sui lavori che stanno per cominciare. Altre migliorie proposte ad
Autostrade sono la realizzazione di «un'adeguata pista ciclabile che arrivi almeno fino all'ingresso
del centro commerciale; con l'attenzione a non ripetere l'odissea già patita per il ponte di via
Bembo» e la «sistemazione dei due sottopassi che si trovano all'inizio dello svincolo con la A4, al
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confine tra il comune di Sommacampagna e di Villafranca, nella previsione di realizzare un
collegamento ciclabile tra Dossobuono e Caselle di Sommacampagna; opera questa, che sarebbe
molto apprezzata dalla popolazione di questi centri abitati».
GARDA UNICO
Successo a Lipsia per l'offerta del lago
venerdì 27 dicembre 2013 PROVINCIA, pagina 28
Il consorzio Garda Unico, che raggruppa i consorzi turistici del lago, ha partecipato a Lipsia alla
fiera «Touristik & Caravaning International»: rassegna con 670mila visitatori e mille espositori.
Allo stand del Garda Unico numerose le coppie tedesche di mezza età interessate a programmare le
vacanze 2014. Molto richiesti i cataloghi di hotel, appartamenti e campeggi. Il Garda viene
apprezzato sia come meta esclusiva che come tappa all'interno di un viaggio più lungo. Elevata la
richiesta di piste per il cicloturismo, in particolare, di una ciclopista unica che permetta di fare il
giro completo del lago senza condividere il percorso con le auto. Numerosi, oltre ai turisti fedeli al
Garda, quelli che ne hanno sentito parlare da amici e media. La degustazione di prodotti del Garda
(vino Bardolino, limoncino, torte, birra di marroni di San Zeno, dolcetti al limone, formaggio e
salame di Tremosine) forniti da produttori del Veneto e della Lombardia sono stati apprezzati dai
visitatori, come la novità della birra di castagne di San Zeno di Montagna.
Leoni, lupi e chiocciole: il «bestiario» è di moda
venerdì 27 dicembre 2013 PROVINCIA, pagina 30
Leoni, lupi e chiocciole. Sulle rotatorie del Veronese si può ammirare un autentico «bestiario»,
tanto che questi manufatti, croce e delizia degli automobilisti, sono diventati ormai una sorta di
«spot», sfruttati dalle amministrazioni locali anche per presentare ai conducenti che vi si imbattono
elementi caratteristici dei paesi attraversati. Il campionario è veramente vasto. In tema di animali,
Isola Rizza è stata preceduta da altri centri. Infatti, ad Oppeano, a pochi chilometri di distanza dalla
«scrofa» di via Muselle, troneggia il leone alato scoperto nel 2009 al centro della rotonda di via
XXVI Aprile dal sindaco leghista Alessandro Montagnoli. La statua si rifà al simbolo storico della
Serenissima, tanto caro al popolo del Carroccio. Nel 2008, Montagnoli era stato preceduto da un
altro sindaco leghista, oggi fuoriuscito dal partito guidato da Matteo Salvini: Alviano Mazzi
inaugurò nella sua Bussolengo «el leòn» lungo la strada Gardesana. Il lupo, simbolo di San
Giovanni Lupatoto, è rappresentato dal 2005 da una statua sul rondò all'incrocio fra le vie Garofoli
e Ca' Nova Zampieri. È dedicato invece al «bogon», ossia la chiocciola, il monumento inaugurato
all'ingresso di Sant'Andrea di Badia Calavena il 24 novembre 1996. E presto altri Comuni
potrebbero adeguarsi a questa originale «moda animale». Ronco potrebbe infatti rendere omaggio
alla rana della celebre corsa di Scardevara, Bonavigo e Roncà al musso del loro palio, Terrazzo alla
famosa «anara» di Nichesola e Cerea al cavallo celebrato a Cherubine. Altri paesi, invece, hanno
coltivato idee altrettanto originali per decorare le rotonde. Come a Negrar, dove cinque anni fa il
municipio ha pensato di installare sul rondò di via dell'Autiere una meridiana per misurare il tempo.
È invece dello scorso novembre l'inaugurazione, sulla rotatoria di via Battisti a Sant'Ambrogio,
della nuova scultura «Valpolicella» disegnata da Milo Manara e scolpita da Dario Marconi. Il
monumento, in marmo Rosso Verona, raffigura cinque putti, tanti quanti sono i Comuni storici
dell'area. F.T.
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ROVEREDO.
La conferenza dei servizi non ha concesso il via libera alla
costruzione del contestato biodigestore di Cicogna
Una chiesetta del Trecento «stoppa» l'impianto a biogas
Paola Bosaro
La decisione è rinviata a febbraio alla luce delle verifiche
chieste per tutelare l'antico tempio vincolato dalla
Soprintendenza
venerdì 27 dicembre 2013 PROVINCIA, pagina 31
Una chiesetta risalente al Trecento ferma, almeno per il momento, l'insediamento dell'impianto a
biogas di Cicogna. Si è conclusa con un rinvio al 12 febbraio la conferenza dei servizi che avrebbe
dovuto dare il via libera alla costruzione e all'esercizio, da parte della società «Feriana Agricola srl»
di Padova, di un biodigestore anaerobico da 600 kilowatt nella frazione. L'antica chiesa parrocchiale
di Cicogna, situata all'incrocio tra via Brancaglia e via Vicentina (la strada dove dovrebbe sorgere
l'impianto), è infatti un edificio vincolato dalla Soprintendenza ai Beni architettonici di Venezia e
potrebbe risentire negativamente del passaggio continuo di mezzi pesanti. Per questo bisognerà
attendere ulteriori verifiche e coinvolgere la Soprintendenza di Vicenza, competente per territorio.
La riunione, tenutasi in municipio a Montagnana e presieduta dal responsabile tecnico del Comune
padovano Giovanni Smanio, è durata quasi sei ore ed è finita con quella che gli abitanti di Cicogna
considerano una vittoria. Le perplessità e i problemi legati all'area di insediamento dell'impianto,
infatti, hanno indotto il presidente ad accogliere le richieste di approfondimento giunte da vari enti,
da uno studio legale e da privati. I problemi connessi all'installazione del biodigestore sono
essenzialmente di tre tipi. Il primo è legato all'inadeguatezza della strada, il secondo all'impatto
ambientale ed economico, il terzo – mai emerso prima d'ora – è di ordine storico-paesaggistico.
Il sindaco di Pojana (Vicenza9 Gabriele Cavion ha chiesto che venga attuato uno studio preliminare
sulla staticità di via Vicentina e sulle sue dimensioni. Ha fatto riferimento ai rilievi effettuati dal
comandante dei vigili del Basso vicentino, Paolo Sartori, che ha misurato la carreggiata in 4,75
metri, al di sotto dei 5 metri che consentono il transito di autotreni in sicurezza. Eloquente la
conclusione di Sartori: «Si ritiene che l'apertura del sito produttivo non sia compatibile con i livelli
di servizio e strutturali attuali di via Vicentina. Solamente dopo un intervento radicale, sarà
possibile garantire i livelli di sicurezza della circolazione». Cavion ha inoltre chiesto di verificare la
tenuta e la larghezza del ponte sul fiume Frassine, situato in una zona a rischio alluvioni. I dubbi dal
punto di vista ambientale sono stati invece illustrati dalla consulente Marina Lecis, per conto dello
studio legale Giorgio Destro, che tutela i cittadini di Cicogna e le amministrazioni di Pojana e
Roveredo, entrambe contrarie all'impianto. Lecis ha dichiarato che il biodigestore «provocherà un
pericoloso inquinamento ambientale ed aumenterà i livelli di polveri sottili». Inoltre, ha ricordato
che «poco lontano dal luogo in cui dovrebbe sorgere il nuovo impianto ce ne sono già altri in
funzione: a Noventa, a Lozzo Atestino, nella stessa Montagnana e ad Este».
Attilio Colpo, in rappresentanza del sindaco di Roveredo Claudio Cioetto, ha osservato che «la
filiera di approvvigionamento delle biomasse è tutt'altro che corta». Il materiale vegetale da far
fermentare, infatti, arriverà dal Ferrarese.
Inoltre, «non è stato valutato adeguatamente l'aspetto ambientale, con riguardo alle colture
d'eccellenza e agli allevamenti presenti». Infine, le ispettrici della Soprintendenza, Elena Berton e
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Jenni Antonello, hanno evidenziato come sia in corso la predisposizione di un vincolo paesaggistico
su tutta la zona. «Oltre alla chiesetta di Cicogna», hanno riferito, «nell'intero assetto fondiario sono
emerse tracce di ambiti storicamente legati all'attività di coltivazione e macerazione della canapa,
destinata alle corderie dell'arsenale di Venezia». Dopo tutte queste obiezioni, il presidente della
conferenza non ha potuto far altro che sospendere il procedimento e rinviarlo a febbraio.
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VINO/1.
Servizi alle Pmi vinicole per penetrare nei mercati stranieri
Iem con Regione Toscana nel promuovere l'export
venerdì 27 dicembre 2013 ECONOMIA, pagina 33
Si rafforza l'impegno di Iem (International exhibition management) per la promozione del vino
toscano. La società di Giancarlo Voglino e Marina Nedic ha infatti siglato un accordo con Toscana
Promozione per affiancare l'agenzia della Regione nelle attività di sviluppo e internazionalizzazione
del prodotto vinicolo per tutto il 2014.
Il primo appuntamento in calendario è Toscana – Buy Wine, il workshop in programma a Firenze
dal 15 al 17 febbraio 2014 per favorire l'incontro tra i produttori di vino della regione e il trade
internazionale. Grazie alla decennale esperienza nell'organizzazione di eventi nel settore wine e
all'approfondita conoscenza del panorama estero di riferimento per il comparto enoico, Iem, infatti,
affiancherà Toscana Promozione per l'individuazione e il coinvolgimento di operatori e giornalisti
stranieri che potranno incontrare 280 produttori della terra di Dante. Iem si occuperà inoltre di
ideare servizi mirati alle piccole e medie toscane per favorirne la presenza e la penetrazione nei
mercati internazionali.
«Siamo molto orgogliosi di essere stati chiamati da Toscana Promozione per supportare l'attività di
sviluppo e internazionalizzazione del vino toscano», dichiara Giancarlo Voglino, managing director
di Iem. «La manifestazione Buy Wine rappresenta un'occasione di visibilità e contatto per le
aziende vinicole della regione. L'edizione 2014, grazie anche al nostro contributo, darà un impulso
al business sui mercati esteri, che saranno rappresentati da oltre 250 buyer».
VINO/2.
L'azienda è leader nei sistemi di microfiltrazione e analisi
Grazie a Winetica, Innotec chiude il 2013 a 5 milioni
venerdì 27 dicembre 2013 ECONOMIA, pagina 33
Microfiltrazione del vino e analisi a distanza del prodotto, Innotec lancia Winetica e con un brevetto
tutto veronese conquista il mercato mondiale. In origine era una piccola azienda, nata nel 2001 a
San Giovanni Lupatoto, ma innovazione, ricerca e capacità imprenditoriale l'hanno trasformata in
meno di quindici anni in una leader mondiale nel settore degli impianti filtranti e non solo,
facendole raggiungere nel 2013 i 5 milioni di euro e una previsione di crescita doppia per il
prossimo anno.
Lo scorso settembre, infatti, l'azienda ha ricevuto il premio 2013 all'Innovation Challenge dedicato
a Lucio Mastroberardino Simei-Enovitis, grazie alla realizzazione di Winetica, l'innovativo sistema
di misurazione diretta e monitoraggio in tempo reale dei processi fermentativi.
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«Lo strumento», spiega Luca Zavarise, amministratore delegato dell'azienda, «che permette un
monitoraggio analitico, a qualsiasi ora, di tutti i serbatoi di fermentazione, con un conseguente
rilievo anticipato di anomalie di processo e ritardi fermentativi, si inserisce in un contesto che fino a
oggi disponeva solo di misurazioni indirette o di laboratori chimici, con i limiti che ne derivano a
livello di affidabilità per le prime e di tempistica, costo e quantità dei campioni per le seconde».
Winetica rappresenta una novità assoluta per il settore perché permette di impostare il protocollo da
seguire prima dell'inizio stagione e durante la stessa trasmette al tecnico o all'enologo
tempestivamente, anche via messaggio sms, solamente le anomalie in cui è richiesta la sua
partecipazione decisionale.
«In realtà Innotec è sempre stata vicina ai produttori», racconta Zavarise, «occupandosi di
microfiltrazione di prodotti per rimuovere membrane, batteri, lieviti e di sviluppo di tecnologie per
la sterilizzazione di tutta la linea. Le Cantine medio-grandi e le grandi di tutto il mondo utilizzano i
nostri impianti. I nostri profitti provengono infatti per il 70% dall'exportazione, siamo presenti in
Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Russia, Cina e abbiamo il monopolio negli Stati
Uniti».E.Co.