in lotta per la democrazia: la decolonizzazione e “il mondo bipolare”

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in lotta per la democrazia: la decolonizzazione e “il mondo bipolare”
Sezione 2 - Verifca
Volume 3
Sezione 5
in lotta per la democrazia:
la decolonizzazione e “il mondo bipolare”
Tema sTorico Nel processo di decolonizzazione entrarono in gioco molti diversi fattori. Così la maggiore consapevolezza
culturale e politica delle colonie influì, ma ebbe anche un ruolo la mutata situazione economica e politica degli Stati europei.
Analizza questi aspetti evidenziando il loro ruolo nel processo che ha portato all’indipendenza di molti Stati.
saggio breve - ambito storico-politico
Argomento: gLi usA, L’urss e LA guerrA freddA in indo-cinA
Sviluppa l’argomento scelto in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utiliz-zando i documenti che lo corredano.
• Se scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta i documenti proposti. Co-struisci il percorso del testo facendo
riferimento anche alle tue conoscenze, individua un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizza una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale ecc.). Se lo ritieni
opportuno, infine, suddividi il saggio in paragrafi, cui potrai dare eventualmente un titolo specifico.
• Se scegli la forma dell’“articolo di giornale”, identifica nei documenti forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e
costruisci su di essi il tuo “pezzo”. Individua un ti-tolo appropriato per l’articolo e indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi
la pubbli-cazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico ecc.). Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, con-vegni o eventi di rilievo). Per entrambe le forme di scrittura, non superare
le quattro o cinque colonne di foglio protocollo.
DocumenTo 1
Gli USA e la questione Vietnam
Dopo un quarto di secolo di esposizione allo slogan comunista della «giusta-lotta-del-popolo-vietnamita-control’imperialismo-americano-e-le-marionette-di-Sai-gon» la disintossicazione passa attraverso un ritorno alle origini.
Nel 1954, gli Accordi di Ginevra dividono il Vietnam in due parti, proibiscono qualunque intervento esterno e
prevedono a breve elezioni generali che riuniranno il paese. Ma queste clausole si riveleranno inapplicabili come in
Corea, e per le stesse ragioni: il Vietnam del Sud di Ngo Dinh Diem, di fronte alla tensione politica, all’assenza di
una base industriale e alla necessità di accogliere un milione di rifugiati in fuga dal Nord comunista, chiede aiuto
agli Stati Uniti. Nel Vietnam del Nord, solo il terrore permette di imporre la collettivizzazione, e Ho Chi Minh,
essendosi appellato alla Cina e all’URSS, cerca la salvezza in un piano di conquista militare che gli permetterà di
distrarre il malcontento popolare e di appropriarsi delle risorse agricole del Sud. Sarà dunque una riunificazione da
ottenersi con la forza, al pari di quella tentata dalla Corea del Nord nel 1950 e finita nel disastro. [...] Ma Hanoi
procederà con una tattica più sottile, inviando al Sud alcuni quadri comunisti che recluteranno degli autoctoni
allo scopo di organizzare una guerriglia contro “il governo di Saigon”. Il piano sarà seguito alla lettera: a partire dal
1957, infiltrazioni discrete per terra e per mare; nel 1958, inizio di una campagna di attentati contro funzionari,
insegnanti, preti e contadini recalcitranti; nel 1960, formazione di un Fronte nazionale di liberazione; nel 1961,
prima grandi offensiva con partecipazione crescente di divisioni regolari venute dal Nord attraverso la pista Ho
Chi Minh. Che devono fare gli Stati Uniti? Se l’Occidente non è riuscito a salvare la Cina dal comunismo, gli ha
sottratto la Corea del Sud, la Malaysia e le Filippine, e ha creato la SEATO, una NATO asiatica, per preservarne
i paesi vicini. A Washington sanno che il popolo americano non tollererebbe l’abbandono del Vietnam del Sud.
Ecco perché Eisenhower impiega in Vietnam 2.000 militari americani, Kennedy 30.000, Johnson 500.000 e Nixon
non accetterà di ritirarli che dopo un lungo processo d vietnamizzazione del conflitto. Dal 1960 al 1972, il popolo
americano ha eletto alla Casa Bianca solo uomini che si erano impegnati a preservare il Vietnam del Sud dal comunismo; persino nel 1972, dopo la morte di 5000 soldati americani in una guerra senza uscita, dopo le manifestazioni
massicce di giovani contestatori, il candidato Mac Govern, che propone di abbandonare il Vietnam alla sua sorte,
subirà la più schiacciante sconfitta elettorale della storia americana: 37% dei voti contro il 61% del suo rivale! Vox
populi, vox dei... Nel 1975, il Vietnam del Sud finirà per soccombere; gli abitanti di un paese infine riunificato, ma
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Materiali per l’Esame di Stato • V anno
afflitto da uno degli ultimi regimi staliniani della Terra, non potranno che rallegrarsene pubblicamente e rammaricarsene il segreto.
(F. Kersaudy, in F. Kersaudy, L. Henninger, L’intervention americane au Viètnam, était-elle justifiée?, «Historia», n. 646)
DocumenTo 2
Il dramma vietnamita
Il dramma vietnamita è cominciato nel 1945, con le errate valutazioni politiche da parte dei dirigenti francesi di
allora, militari come civili. Obnubilati dalla necessità di rinverdire la gloria passata, ma anche accecati dalle apparenze, essi non seppero vedere che Ho Chi Minh era un nazionalista, prima che un comunista, e andava affrontato
con una politica abile. Se ne sarebbe fatto forse un Tito, ma si sarebbe tagliata l’erba sotto i piedi di Sovietici e
Cinesi. I Francesi avevano creato un nemico irriducibile dell’Occidente. Dopo il 1954, gli Stati Uniti sostituirono
la Francia e aggravarono i suoi errori, sostenendo i governi sudvietnamiti che, di fatto, rigettavano interi settori
della popolazione nelle braccia dei comunisti. Perpetuando l’isteria anticomunista dei Francesi, gli Americani, in
pieno delirio dovuto ai sussulti della guerra fredda, non volevano vedere nei problemi del Vietnam che la manifestazione di un «complotto comunista planetario», il quale non faceva, assai sovente, che approfittare con maggiore
o minore destrezza delle situazioni letteralmente «offerte su un piatto d’argento» dal mondo capitalista. Gli USA
montarono dal nulla l’incidente del golfo del Tonkino, dove veloci vedette nordvietnamite avrebbero attaccato
un cacciatorpediniere della marina americana. Questa provocazione offrì il pretesto per intervenire in un conflitto
nel quale gli Americani avevano accumulato, fin dall’inizio, tutte le chances di sconfitta: incomprensione dell’avversario accompagnata dalla sua demonizzazione, incomprensione della natura del conflitto. Il colmo dell’assurdo
fu raggiunto con la politica dei bombardamenti sul Vietnam del Nord, che non raggiunse altro risultato che la
distruzione barbara e inutile della popolazione civile e dei loro riferimenti quotidiani, ma che non intaccò per nulla
la volontà di Hanoi. Oggi il Vietnam è uno dei paesi più poveri al mondo, la sua popolazione, come i suoi paesaggi,
non sono mai guariti dalle loro ferite, il regime comunista è quasi corrotto come lo era quello del Vietnam del Sud.
Inoltre, i capitali occidentali cominciano a invadere un paese la cui democratizzazione arriverà, presto o tardi. Chi
ha dunque vinto la guerra? I comunisti? Non pare proprio. Questi massacri e queste distruzioni erano necessarie?
Non si sarebbe potuto pervenire prima ai risultati di oggi? Mi si risponderà che non si sapeva allora che il comunismo era così fragile e che, sulla base delle percezioni dell’epoca, non si potevano prendere altre decisioni. Tuttavia,
un’analisi più approfondita avrebbe permesso a osservatori lungimiranti di scorgere, con realismo, i processi di
decomposizione all’opera nel mondo comunista, ma tali posizioni erano viste in Occidente come «propaganda da
parte della sovversione internazionale».
(F. Kersaudy, in F. Kersaudy, L. Henninger, L’intervention americane au Viètnam, était-elle justifiée?, «Historia», n. 646)
DocumenTo 3
L’ascesa al potere di Pol Pot
Nel 1975, dopo otto anni di guerra civile, i Khmer rossi di Pol Pot giunsero al potere. Come si svolsero i fatti? Le truppe di
Pol Pot non avrebbero potuto vincere senza la destabilizzazione economica e militare della Cambogia, provocata dall’intervento degli Stati Uniti. Questo processo era cominciato nel 1966 con l’escalation della guerra nel vicino Vietnam.
Seguirono due altri fattori molto importanti, senza i quali Pol Pot non sarebbe forse mai giunto al potere. Il primo fattore
è la repressione del Partito comunista da parte del regime di Sihanouk nel 1967, conseguenza della guerra in Vietnam. Il
Partito comunista cambogiano è diretto per cinque anni da un gruppo di giovani intellettuali formati in Francia, stretti
attorno a Pol Pot nella clandestinità: la linea è la lotta armata contro Sihanouk. È allora che la Cina maoista apporta
a questa direzione il suo sostegno. Secondo grande fattore: nel 1969 la Casa Bianca decide di spezzare il rifornimento
della guerriglia comunista del Vietnam del Sud, tagliando la possibile ritirata in Cambogia. A questo scopo gli Americani
procedono a un bombardamento alla cieca. [...] L’anno seguente Sihanouk è rovesciato dal generale Lon Noi, sostenuto
dagli Stati Uniti. La guerra militare e civile dilaga in tutto il paese, opponendo comunisti e truppe di Lon Noi. In totale
540.000 tonnellate di bombe vengono lanciate sul paese, causando 100.000 vittime civili. Pol Pot utilizzerà questo elemento a proprio vantaggio: puntando la sua propaganda sui bombardamenti alle cieca, trova il pretesto per liquidare la
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Sezione 2 - Verifca
vecchia guardia comunista moderata o i partigiani sihanoukisti. Tra il 1975 e il 1979 la Cambogia diventa Repubblica
Democratica del Kampu-chea, la dittatura dei «Khmer rossi». Immediatamente dopo la caduta di Pnompenh, nell’aprile
1975, le città vengono evacuate, gli ospedali e le scuole chiusi, le fabbriche svuotate, la moneta e i salari aboliti. Per quasi
quattro anni scompare la libertà di parola, d’organizzazione, di circolazione, anche la vita familiare è abolita. Tutta la
nazione è in ostaggio e assediata dall’interno.
(B. Kiernan, Génocide en Cambodge, «L’Histoire», n. 223)
DocumenTo 4
Fuga dall’inferno
La celebre foto scattata nel 1972 dopo la distruzione di un villaggio nordvietnamita.
DocumenTo 5
Morti e feriti
Soldati americani evacuano un ferito durante la guerra del Vietnam.
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