Il cacciatore - IIS "Carlo Beretta"
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Il cacciatore - IIS "Carlo Beretta"
CINEMA & STORIA 2014 - 15 IL LUNGO SECOLO AMERICANO Il cacciatore Un giorno anche la guerra si inchinerà al suono di una chitarra. Jim Morrison, The Doors La storia della guerra del Vietnam è una lunga, terribile storia. La penisola indocinese, all’epoca colonia francese, fu invasa all’inizio della II Guerra Mondiale dall’esercito giapponese, contro il quale iniziò immediatamente una guerriglia nazionalista guidata dal leader del partito comunista Ho Chi Minh. Alla fine del conflitto mondiale i Francesi tornarono con l’intenzione di ristabilire il loro domino coloniale, ma la lotta per l’indipendenza del Vietnam, continuò. Dopo nove lunghi anni di guerra l’esercito francese fu definitivamente sconfitto dai Vietminh nella battaglia di Dien Bien Phu (1954). Seguì una conferenza di pace a Ginevra, dove si decise la spartizione dell’Indocina in quattro stato indipendenti: Laos, Cambogia e Vietnam del Nord e del Sud, questi ultimi provvisoriamente separati da una linea di confine lungo il 17° parallelo. A breve si sarebbero dovute svolgere delle libere elezioni, sia al Nord che al Sud, con cui il popolo vietnamita avrebbe dovuto scegliere quale governo dare ad un unico stato. Queste elezioni non si svolsero mai: al Nord salì al potere il partito comunista, al Sud un governo filo-occidentale, che si rivelò ben presto corrotto e incapace e che fu sostituito da una dittatura militare. Nel Vietnam del Sud ricominciò ben presto la guerriglia comunista e a sostegno del governo incominciarono ad arrivare “consiglieri” americani. L’intervento americano fu un’escalation: iniziò alla fine degli anni Cinquanta con poche decine di agenti inviati dal presidente Eisenhower, si intensificò sotto la presidenza Kennedy (nel 1962 i consiglieri erano 12000), nel 1964 (Lyndon Johnson alla Casa Bianca) fece un salto quantitativo e qualitativo con l’invio di truppe regolari e l’inizio dei bombardamenti aerei, alla fine degli anni Sessanta i soldati americani erano 550000. Venne dispiegato un potenziale bellico spaventoso: sul Vietnam furono sganciate più bombe che sulla Germania nazista, si utilizzarono armi chimiche quali sostanze defoglianti cancerogene e teratogene (l’agente orange), bombe incendiarie (napalm) che fecero terra bruciata di villaggi e di intere zone di foresta tropicale, ma non si riuscì a vincere la resistenza del popolo vietnamita. Intanto negli Stati Uniti si diffondevano le manifestazioni di protesta contro la sporca guerra e molti giovani americani si rifiutavano di partire per il Vietnam , mentre la musica rock, il movimento beat e hippy, le lotte degli afroamericani contribuivano a creare un clima di generale opposizione. Alla fine il repubblicano Richard Nixon, successore di Johnson, iniziò a trattare la resa e il ritiro delle truppe. Nella primavera del 1973 gli ultimi elicotteri americani abbandonarono Saigon e nell’aprile del 1975 si concludeva definitivamente il conflitto. Dopo trentacinque anni di guerra ininterrotta e dopo aver combattuto e sconfitto tre grandi potenze, un popolo di poveri contadini, pacifici coltivatori di riso, riacquistava l’indipendenza nazionale. Il Vietnam si riunificò sotto la guida di un governo comunista e da allora è scomparso dai titoli dei giornali e dalle pagine dei libri di storia. Questo film (Il cacciatore di Michael Cimino, 1978), che quando uscì nelle sale fu fortemente criticato per l’immagine di crudeltà e cinismo che forniva dei guerriglieri vietcong, non è contro una parte e a favore di un’altra. A ben vedere non è neanche “contro” la guerra, quanto piuttosto “sulla” guerra, sulla sua ammorbante carica mortifera, sulla sua devastante potenza annichilatrice. Gli Stati Uniti intervennero in Vietnam convinti della loro missione di difesa della libertà e della democrazia (nonché del capitalismo, naturalmente) contro l’avanzata del comunismo, si scoprirono capaci di commettere crimini e atrocità per difendere il loro dominio, ne uscirono contaminati, con la coscienza morale irrimediabilmente incrinata. L’America perse l’innocenza e non fu più la stessa.