progetto per un`azione di sostegno educativo e didattico

Transcript

progetto per un`azione di sostegno educativo e didattico
ISTITUTO COMPRENSIVO DI SASSO MARCONI
SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO
PROGETTO PER UN’AZIONE DI SOSTEGNO
EDUCATIVO E DIDATTICO EFFICACE
competenza, accoglienza, progettualità, funzionalità, inclusione,
condivisione, corresponsabilità, memoria
a cura di A. Sgarzi
PROFILO PROFESSIONALE DELL’INSEGNANTE DI
SOSTEGNO
Quella del docente di sostegno è la figura
professionale di più recente in ordine di tempo della
scuola italiana.
“Nasce” nel 1977 con l’integrazione scolastica degli
alunni portatori di handicap di cui rappresentava,
secondo le intenzioni del legislatore, una tra le
risorse principali “al fine di agevolare l'attuazione del
diritto allo studio e la piena formazione della
personalità degli alunni”, di tutti, anche di quelli
portatori di handicap.
La preparazione degli insegnanti, che allora era
quasi esclusivamente incentrata sulla conoscenza
dei contenuti disciplinari, (peraltro molto
diversificato a quel tempo perchè prevedeva
idiploma di scuola o istituto magistrale per
l’insegnamento nella scuola materna ed
elementare. La laurea per numerose discipline alla
scuola media inferiore e superiore) da sola non
appariva sufficiente a garantire i diritti degli alunni
portatori di deficit; era necessaria una preparazione
specifica che venne affidata ai corsi biennali di
specializzazione, per certi aspetti anticipando di
quasi trent’anni l’istituzione delle scuole di
specializzazione per tutti gli insegnanti.
Nel D. M. del 3 giugno 1977, col quale venivano
approvati i programmi dei primi corsi biennali, trale
competenze degli insegnanti specializzati si
indicavano:
• capacità di analisi delle proprie ed altrui
motivazioni;
• capacità di operare vive relazioni umane;
• capacità di iniziativa correlata alla disponibilità
all'azione pluriprofessionale con interventi
coordinati sulla realtà sociale e in ordine alla stretta
integrazione tra scuola, famiglia e ambiente sociale;
• larga tolleranza alle frustrazioni;
• capacità di autodeterminazione
nell'aggiornamento permanente sul campo.
Le “forme di integrazione e di sostegno a favore
degli alunni portatori di handicap” (C. M. 1979)
nella scuola dell’obbligo divennero ben presto una
realtà diffusa un po’ in tutt’Italia facendo emergere
una serie di difficoltà relative, tra l’altro, alla
definizione dei compiti dei cosiddetti "insegnanti di
sostegno".
Nella C.M. 199/79 si sottolineava come questi
compiti non fossero da interpretarsi in modo
riduttivo, e cioè in sottordine all'insegnante di
classe, ma come invece il personale specializzato
dovesse essere pienamente coinvolto nella
programmazione educativa e partecipare
a pari titolo alla elaborazione ed alla verifica delle
attività di competenza dei consigli e dei collegi dei
docenti.
L’esame di esperienze di integrazione che avevano
avuto successo permettevano di individuare alcune
caratteristiche di questi docenti, quali:
• capacità di coinvolgere non solo la classe ma tutta
la scuola nel processo di integrazione;
• capacità di individuare gli specifici bisogni
educativi di ogni alunno in situazione di handicap;
• capacità di rispondere ai bisogni educativi degli
alunni con interventi calibrati sulle condizioni
personali di ciascuno;
• capacità di conoscere sia la specifica situazione
del soggetto, sia quelle del gruppo e della comunità
scolastica in cui esso viene inserito e, pertanto, di
diversificare tempi e modi di intervento in relazione
alla natura e all’entità dell’handicap.
Fu tuttavia la commissione istituita nel 1984 a
individuare in modo ampio ed articolato gli aspetti
caratterizzanti la figura del docente specializzato
che, in sintesi, possono essere così riassunti:
• una preparazione polivalente;
• una formazione particolarmente accurata;
• una competenza specificamente pedagogica;
• la conoscenza di strategie per realizzare al meglio
le esigenze curricolari, tenuto conto di bisogni di
natura prevalentemente educativa.
Si delineava un insegnante che fosse in grado di
assumere “...corretta competenza nelle
problematiche dell'organizzazione scolastica,
facendo valere concretamente le proprie capacità
relazionali e comunicazionali, senza tuttavia
prescindere dall'esercizio di specifiche competenze
didattiche e curriculari” e che si caratterizzava per:
1) professionalità;
2) conoscenze;
3) competenze;
4) aggiornamenti.
Le novità in ambito metodologico-didattico,
l’introduzione dell’autonomia scolastica, il passaggio
alla formazione universitaria per tutti gli insegnanti,
richiesero una ridefinizione del profilo e dei
compiti del docente di sostegno. Nella premessa ai
nuovi programmi dei corsi di specializzazione,
approvati nel 1995, si ribadiva con forza e più volte
come l’integrazione scolastica degli alunni in
situazione di handicap dovesse coinvolgere tutto il
sistema scolastico. Il docente specializzato veniva
indicato come una risorsa “essenziale e
insopprimibile”, ma non poteva tuttavia
rappresentare l’unica risposta ed era necessario
che tutto il personale scolastico fosse messo in
grado di attuare strategie e tecniche che
consentissero la realizzazione di una effettiva
integrazione.
Si sosteneva che:
• la funzione del docente di sostegno non doveva
essere separata da quella dei colleghi:
• l’azione professionale-docente, da parte
dell'insegnante specializzato, non poteva in alcun
modo essere sostitutiva di quella normalmente
esercitata dai colleghi, ma doveva essere
invece una sorta di supporto, destinato ad
evidenziare ai colleghi stessi i nodi metodologici
e didattico-disciplinari in cui più si inceppava
l'azione di educazione ed istruzione nei confronti di
soggetti in situazione di handicap;
• non era possibile ipotizzare soluzioni di delega per
il superamento delle difficoltà, bensì appariva molto
importante che gli insegnanti di sostegno venissero
a tutti gli effetti considerati una risorsa per un lavoro
di collaborazione sia sul piano della progettualità e
della programmazione dell'azione scolastica che sul
piano della realizzazione operativa del progetto
stesso
Il docente di sostegno non doveva essere, nelle
intenzioni del legislatore, un esperto di didattica o
un esperto disciplinare, bensì:
- possedere la capacità di individuare e
circostanziare i problemi;
- provvedere ad affinare la propria funzione
docente;
- conseguire approfondite abilità sul piano
relazionale.
Infine, nel 1999 apparve il Documento Berlinguer
che delineava i compiti cui l’insegnante
specializzato era chiamato in una scuola che stava
vivendo grandi trasformazioni e che restano
tuttora attuali:
• garantire un reale supporto alla classe
nell’assunzione di strategie e tecniche pedagogiche,
metodologiche e didattiche integrative in modo tale
da giungere ad una progressiva riduzione della
didattica cosiddetta frontale;
svolgere un lavoro di effettiva consulenza a favore
della classe e dei colleghi curricolari nell’adozione di
metodologie individualizzanti e quindi dirette a
costruire un piano educativo personalizzato per
l’alunno handicappato;
• condurre direttamente interventi specializzati,
centrati sulle caratteristiche e le risorse dell’allievo
handicappato, a partire dalla conoscenza di
metodologie particolari, che non sono in possesso
dell’insegnante curricolare.
•
http://www.integrazionescolastica.it/
LA QUALITA’ DELL’INTEGRAZIONE SCOLASTICA
•
•
•
•
•
La qualità dell’integrazione scolastica può dipendere dall’importanza del contesto di riferimento,
oppure dal fatto di considerare che apprendere è un’azione individuale ma non solitaria. E’ anche
importante sapere se occorre elaborare ed evolvere l’accompagnamento nell’apprendimento in
modo tale da includere l’assenza.
Le tre parole che hanno accompagnato questi decenni di esperienze sui disabili a scuola sono
state: inserimento, integrazione, inclusione.
Inserimento indica una presenza fisica, ed evidenzia il fatto che si è superata una prima
esclusione fatta di separazione fisica. L’inserimento apre una dinamica che non si ferma e che
avvia processi d’integrazione e che riguarda un miglioramento delle dinamiche di adattamento fra
il singolo soggetto e il contesto. Inclusione è un termine bello e impegnativo che rientra nella
logica dei principi, che opera orientando e non imponendo, per convinzioni diffuse e non imposte.
Inclusione è la capacità di contaminarsi, di “degenerare”, ovvero di svolgere una stessa funzione
e produrre uno stesso risultato ma con elementi strutturalmente diversi.
Questa parola, degenerazione, è collegabile al termine bricolage, che significa utilizzo di quello
che c’è intorno a noi, di quello che troviamo per risolvere dei problemi, non basandoci unicamente
sulla specializzazione degli strumenti quanto sulla specializzazione dei nostri adattamenti di
strumenti non nati per una certa finalità.
E’ necessario dunque far incontrare i bisogni con le competenze utili agli stessi, nella prospettiva
inclusiva, vale a dire quella dell’inclusione competente.
(da A.Canevaro, intervento al convegno “La Qualità dell’integrazione scolastica” -Sasso Marconi,
10 maggio 2008)
CONOSCERE E FARSI CONOSCERE
•
DIAGNOSI FUNZIONALE (DF)
redatto da referente ASL
fascicolo personale dell’alunno
•
PDF (Profilo Dinamico Funzionale) redatto da scuola primaria, ASL, famiglia
PROGETTO CONTINUITA’
•
•
•
INCONTRO CON MAESTRE
PROGETTO PONTE (educatore)’
INCONTRO CON FAMIGLIA
(rilevazione propensioni e preferenze alunno)
INDIVIDUAZIONE PUNTI DEBOLI, PUNTI FORTI, POTENZIALITA’
•
IL RAGAZZO CONOSCE LA SCUOLA / LA SCUOLA CONOSCE IL RAGAZZO (PROGETTO
ACCOGLIENZA)
insegnante di sostegno
docenti di classe
compagni di classe
educatore
test d’ingresso
giochi di accoglienza
incontro classe con ASL
tutoring: aiuto nelle attività quotidiane
individuazione di incarichi e responsabilità per/con l’alunno
IL PIANO EDUCATIVO PERSONALIZZATO
in continuità con il precedente;
sottoscritto da insegnante di sostegno, coordinatore di classe, educatore, referente ASL, famiglia
da stilare entro novembre a cura del docente di sostegno
¾
DEFINIZIONE ESIGENZE (OBIETTIVI e CONTENUTI):
dagli OBIETTIVI IRRINUNCIABILI della classe/nella classe (docenti curricolari)
affettivo-relazionali
cognitivi
agli OBIETTIVI INDIVIDUALI (sostegno, educatore, cogestione gruppo docenti + negoziazione con la
famiglia)
gli OBIETTIVI DELL’INTEGRAZIONE: progetti specifici
classi I
“chi sono, dove sono” (educatore)
educazione stradale “le barriere architettoniche”
classi II
“
classi III
“progetto ponte” (educatore)
individuazione di uno spazio specifico: incarichi/responsabilità (il ragazzo è punto di riferimento)
dai CONTENUTI IRRINUNCIABILI (docenti curricolari)
comunicazione/linguaggi
tempi
ai CONTENUTI INDIVIDUALI (sostegno, educatore, cogestione gruppo docenti + negoziazione con la
famiglia)
¾
ƒ
•
•
Le STRATEGIE (attivazione di procedure e attività di facilitazione)
intervento dell’insegnante di sostegno e dell’educatore
- in classe/con la classe
- nel piccolo gruppo
con ritorno e riscontro in classe, sulla classe, nella classe
- nel lavoro individualizzato,
con esplicitazione al ragazzo, ove possibile, dei risultati attesi.
In particolare:
nel corso delle attività curricolari, l’insegnante di sostegno e l’educatore
- stimoleranno la partecipazione alle attività della classe;
- aiuteranno ad evidenziare le parti del testo più significative ai fini della comprensione e della
memorizzazione,
- stimoleranno alla corretta esecuzione delle consegne;
- favoriranno l’autonomia e l’iniziativa personale per impedire l’instaurarsi di scorrette abitudini di delega,
da parte dell’allievo, nell’organizzazione delle attività;
- predisporranno e forniranno il materiale occorrente alla individualizzazione dell’apprendimento;
- stimoleranno e promuoveranno il coinvolgimento nella vita del gruppo classe;
- stimoleranno a richiedere correttamente aiuto.
L’attività individualizzata e in piccolo gruppo verrà utilizzata a diversi livelli:
-per avviare ad una corretta lettura e comprensione dei contenuti;
-per aiutare ad organizzare il lavoro di sintesi e applicazione;
-per anticipare i compiti domestici ed avviare a svolgerli autonomamente e con
regolarità;
-per preparare le verifiche e le interrogazioni;
-per fornire un aiuto a singoli alunni della classe nei momenti di particolare
necessità.
¾
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
STRUMENTI (mediatori didattici e relazionali diversificati)
ATTREZZATURE INFORMATICHE: computers, software specialistici, ausili informatici
AUSILII didattici per l’autonomia
REGISTRATORI VOCALI
TESTI preparazione e adattamento dei libri di testo
uso di testi alternativi,
specialistici,
parlati,
ingranditi
ecc.
Ricerca del materiale
su cataloghi,
nella Rete,
presso Centri di documentazione
e Ausilioteche
ƒ
SPAZIO dedicato e attrezzato (banchi o tavoli, sedie, lavagna, armadio)
attrezzato con strumenti informatici
piccolo per il lavoro individuale
adeguato al lavoro in gruppo
ƒ
TEMPO
orario di intervento in funzione del Progetto
diversificazione dei tempi dell’apprendimento
ƒ
TRASPORTI personalizzati per uscite e viaggi di istruzione (calendarizzazione e richiesta al Comune di Sasso
Marconi, utilizzo di pullman attrezzato per viaggi d’istruzione)
¾
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
VERIFICHE
DEL PERCORSO
Nel GRUPPO OPERATIVO (Docenti, educatore, ref. ASL, famiglia)
3 incontri all’anno calendarizzati (ma ci può essere l’esigenza di consulenza più frequente per i casi più
complessi)
Con la FAMIGLIA
nei gruppi operativi, nel ricevimento settimanale e generale, incontri e comunicazioni
informali (telefono, quadernino, diario, entrata e uscita dalla scuola)
Con L’ALUNNO : costruzione insieme di un Portfolio delle competenze
Nel CONSIGLIO DI CLASSE: corresponsabilità, condivisione, fiducia
Durante le riunioni tra INSEGNANTI DI SOSTEGNO ED EDUCATORI
Incontri tra F.S. specifica, REF. ASL EDUCATORI, REF. COOPERATIVA EDUCATORI
DELLA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA (in cogestione con il gruppo docente)
Livelli di lavoro:
prova uguale a quella predisposta per la classe o per uno dei gruppi di livello della classe
prova semplificata rispetto a quella predisposta per la classe
prova guidata
prova ridotta nella quantità di esercizi
valutazione personalizzata
¾
ALUNNI IN USCITA
ƒ
PROGETTO PONTE (educatori) e PROGETTO ORIENTAMENTO: attività di aiuto nella scelta e
accompagnamento verso il cambiamento, incontri con famiglia e referente ASL per concordare la scelta definitiva
RELAZIONE FINALE DI PRESENTAZIONE ALL’ESAME: profilo dell’alunno, programmi svolti, eventuali prove
scritte differenziate, criteri per il colloquio e la valutazione finale
AGGIORNAMENTO DEL PROFILO DINAMICO FUNZIONALE (PDF) con docenti di classe, Referente ASL,
educatori, famiglia
INCONTRO CON DOCENTI SCUOLA SUPERIORE
ƒ
ƒ
ƒ
¾
VALUTAZIONE
ƒ
del Progetto Individuale
con il Consiglio di Classe
con l’educatore
con la famiglia
con il referente dell’ASL
ƒ
del Progetto Generale
riunioni Sostegno/Educatori
incontri Referente Scuola, Referente ASL per educatori, Referente
Cooperativa educatori
AGGIORNAMENTO DEI PROGETTI
AGGIORNAMENTO DEL PDF/COMPILAZIONE DI UN PORTFOLIO DELLE COMPETENZE ACQUISITE
PROGETTO GENERALE
•
•
•
PROGETTO GENERALE PER LA RICHIESTA DELLE CATTEDRE DI SOSTEGNO
(mod.SR)
PROGETTI INDIVIDUALIZZATI PER LA RICHIESTA DI DEROGA AL RAPPORTO
1:4
PROGETTO PER LA RICHIESTA DELLE ORE DI EDUCATIVA
sulla base dei Progetti precedenti e delle nuove esigenze emerse
da inviare al CSA
all’ASL
al Comune di residenza
•
•
ACCOGLIENZA NUOVI DOCENTI DI SOSTEGNO E NUOVI EDUCATORI
FIGURE DI RIFERIMENTO
Dirigente Scolastico
Dirigente Amministrativo
F.S. per il sostegno
F.S. per la continuità
referente ASL Neuropsichiatria Infantile
referente dell’ASL per gli educatori
referente Cooperativa educatori
•
FIGURE OPERATIVE
•
COMMISSIONI OPERATIVE
DI RIFERIMENTO
Gruppi operativi (docente sostegno, docenti di classe, educatore,
insegnanti di sostegno
educatori
docenti curricolari
collaboratori scolastici con funzioni aggiuntive specifiche
personale di segreteria
famiglia, referente ASL)
commiss. docenti sostegno/educatori
commiss. referenti scuola, referenti ASL, referenti per gli educatori
commiss. formazione classi (criteri per -la formazione delle classi con alunni
disabili,
-l’assegnazione alla classe di un
alunno disabile
-la formulazione delle cattedre e
l’assegnazione dei docenti di
sostegno)
•
COLLABORAZIONI
Comune di Sasso Marconi (richiesta educatori, trasporti
personalizzati, contributi finanziari)
ASL Bologna Sud (certificazioni, assegnazione educatori, PDF,
consulenza)
CSA (assegnazione cattedre, definizione deroghe)
DOCUMENTAZIONE
•
•
•
•
•
•
•
•
Progetto per la richiesta delle cattedre di sostegno (mod. SR)
Progetti personalizzati per la richiesta di deroga al rapporto 1:4
Progetto per la richiesta dell’ educativa di plesso
Diagnosi Funzionale
Profilo Dinamico Funzionale
Piano Educativo Personalizzato con Progetti specifici
- su supporto informatico,
- accessibile alla consultazione e all’aggiornamento.
Progetti sulle classi e sugli alunni certificati: accoglienza, ****, orientamento
Lettera di accoglienza nuovi docenti di sostegno ed educatori