Il MOSE visto da dentro

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Il MOSE visto da dentro
in cantiere
Il MOSE visto da dentro
Un solo obiettivo: salvare la città lagunare dall’alta marea
e dal degrado morfologico… con un team di imprese
e di macchine al top
di Brunella Confortini
C
antami o diva del ciclopico MOSE…
Verrebbe voglia di scomodare
Omero e il celeberrimo incipit dell’Iliade per parlare del MOSE di Venezia. Per
almeno due ragioni: innanzitutto per le dimensioni dell’opera, talmente colossali da
sconfinare nel genere epico più che in quello
narrativo-giornalistico.
E poi per l’aspirazione su cui si fonda questo intero progetto: controllare la forza del
mare, addomesticare – almeno in parte –
Nettuno, per evitare che porti devastazioni
sulle coste come durante la drammatica
alluvione del 1966 o che logori la morfologia lagunare attraverso il ripetersi – negli
ultimi anni sempre più frequente – del fe-
nomeno dell’acqua alta.
Problematiche estremamente gravi queste,
la cui soluzione, dopo numerose controversie e dibattiti, è stata individuata in un complesso integrato di opere per la messa in
sicurezza del territorio che ha visto, in anni
recenti, la ricostruzione di 45 km di spiagge,
il ripristino di 8 km di dune, il rinforzo di 11
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km di moli e 20 di muraglie e la realizzazione di lunate all’esterno delle bocche di
porto di Malamocco e Chioggia. Un complesso di opere che trova il proprio vertice
per l’appunto nel MOSE, vero cuore pulsante di tutto il progetto di salvaguardia di
Venezia.
Tutti ne abbiamo sentito parlare, in termini
entusiastici oppure denigratori, ma sappiamo di cosa si tratta esattamente e qual
è il suo funzionamento?
Dal punto di vista tecnico il MOSE è un sistema di dighe mobili, composto da una
successione di paratoie scatolari metalliche, vuote all’interno, larghe ciascuna 20
metri, alte da 18,6 a 30 metri e spesse da
3,6 a 5 metri.
Tali dighe sono collocate alle tre principali
bocche d’accesso alla laguna di Venezia,
vale a dire la Bocca di porto di Lido, la
Bocca di porto di Malamocco e la Bocca
di porto di Chioggia, e hanno il compito di
isolare Venezia dal mare Adriatico durante
le fasi di alta marea eccezionale.
In condizioni normali di marea le paratoie
sono piene d’acqua e restano sul fondo
della laguna, posate all’interno delle apposite fondazioni di contenimento in cemento armato; in caso di pericolo invece
le paratoie si sollevano immettendo aria
compressa, fino a creare una barriera che
separa la laguna dal mare e blocca il flusso
per tutta la durata dell’acqua alta (per un
tempo stimato di poco più di 4 ore, compresi i tempi di manovra).
Committente dell’opera è il Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti – attraverso il Magistrato delle Acque di Venezia – che ha affidato la realizzazione
ad un soggetto unitario, il Consorzio Venezia Nuova, costituito da un gruppo di
grandi imprese di importanza internazionale, tra le più qualificate del settore italiano delle costruzioni, e da cooperative
e imprese locali con lunga esperienza nel
campo dei lavori lagunari. Da sottolineare che sull’operato complessivo di questo consorzio il Magistrato delle acque
svolge un ruolo di alta sorveglianza.
I cantieri del MOSE sono stati aperti nel
2003, per concludersi, se non si incontreranno imprevisti, nel 2015; il valore
complessivo dell’intervento è di circa
5.500 milioni di euro.
Sebbene importanti ed interessanti, i numeri e le coordinate generali che abbiamo
appena descritto sono in qualche modo
“bidimensionali”: rappresentano solo la
vernice superficiale di un intero universo
costruttivo, in cui le
sfide raccolte e vinte
dalle imprese impegnate
nella realizzazione
dell’opera, sono state
innumerevoli.
In questa sede possiamo tuttavia raccontarvi qualcosa di più, visto che abbiamo avuto
la straordinaria possibilità di visitare di persona
due dei cantieri del
MOSE e quindi di vedere e vivere quest’opera da dentro.
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Dentro il MOSE – il cantiere
di Bocca di Lido
Arriviamo al cantiere di Bocca di Lido dopo
un breve itinerario in traghetto: è mattina
presto e la laguna veneta è silenziosa e ancora insonnolita.
Ci attende l’ing. Davide Palmigiano, Direttore Tecnico del cantiere per conto di Grandi
Lavori Fincosit, l’impresa a cui questa parte
dell’opera è stata affidata dal Consorzio
Venezia Nuova.
«Il cantiere della Bocca di Lido – ci ha spiegato l’ing. Palmigiano – è diviso in due parti:
una zona a sud, denominata Lido - San Nicolò, dove opera Grandi lavori Fincosit e
una a Nord, detta Lido Treporti, in cui è invece attiva un’altra impresa. La parte di lavoro di nostra competenza prevede la realizzazione di tutte le opere infrastrutturali
necessarie per realizzare la schiera di paratoie della barriera di Lido San Nicolò. Il
Mose – attraverso una schiera di paratoie
– costituirà una separazione fisica tra il
mare aperto e la laguna. In caso di alta marea tali paratoie si solleveranno e proteggeranno di fatto la città.
In particolare la Bocca di porto di Lido, larga
820 metri, si chiude con due serie di paratoie, una da 20 elementi e l’altra da 21, separate da un’isola artificiale centrale. Anche della realizzazione di parte di questa
isola artificiale ci stiamo occupando noi: attualmente è in avanzatissimo stato di realizzazione; così come tutte le opere infra-
strutturali fuori acqua della nostra parte di
cantiere.
A breve faremo il varo dei cassoni, monoliti in cemento armato di enormi dimensioni
che rappresenteranno la fondazione dell’opera in barriera e reggeranno tre paratoie
ciascuno (per un totale di n.20).
Esistono due tipologie di
cassoni: di soglia e di
spalla. I primi sono quelli
che vengono posati sul
fondo del mare all’interno
di trincee ricavate nel fondale marino e su cui si incernierano le paratoie, i
secondi sono quelli che
completano lo sbarramento sui due lati, chiudendo la struttura. Mentre i cassoni di soglia
hanno una pianta all’incirca quadrata (60 x 50
metri di base per un’altezza variabile fra 11,00
e 11,50 metri) perché devono contenere
all’interno della propria geometria le paratoie a riposo, i cassoni di spalla sono più
o meno rettangolari e molto più alti (50 x
25 metri di base per un’altezza di circa 30
metri).
I cassoni possono colpire per le loro dimensioni colossali, ma non costituiscono
certo l’unica sfida di quest’opera. Il lavoro
nei cantieri del MOSE è infatti un impegno
continuo, perché bisogna metter a punto
soluzioni tecniche particolari praticamente
per ogni singolo intervento. Quasi sempre
sono necessarie operazioni subacquee: ad
esempio la battitura dei pali di consolidamento del fondale è avvenuta con la testa
del palo a -24.60 m. Ogni palo è alto 19,50
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m ed è stato perciò
necessario realizzare appositamente
una barge che reggesse due gru battipalo… Abbiamo
messo giù complessivamente fra Lido
e Malamocco 4.000
pali in CAC, tutti in
subacqueo.
Un altro esempio:
per compattare il
materiale su cui appoggeranno i cassoni abbiamo realizzato appositamente
una macchina – un
vibro compattatore
subacqueo – la cui progettazione e realizzazione ci ha portato via quasi un anno di
tempo, con grossissimi investimenti finan-
volata con i carichi da movimentare e sviluppare gli edifici in altezza. In questi casi
la gru a torre è lo strumento più utile perché fornisce un’assistenza puntuale su tutto
il proprio raggio d’azione ed estende moltissimo la capacità operativa e velocizza i
tempi.
Dopo un’accurata valutazione, è stato
Niederstätter è una società per azioni che rappresenta una delle più importanti
nel 2006 è Golden partner dell’Università
realtà italiane nel campo della vendita e noleggio di macchinari e attrezzature per
di Innsbruck. L’azienda ha due sedi a
l’edilizia. Alla guida dell’azienda c’è da sempre Maria Niederstätter, personaggio di
Bolzano, sedi e depositi in tutto il Trentino-
primo piano dell’imprenditoria altoatesina. Con lei nel Consiglio di amministrazione ci
Alto Adige e da poco è operativa una sede
sono i fratelli Hilde e Anton, che ricoprono un ruolo strategico di primo piano all’interno
anche in provincia di Verona.
dell’azienda. Anton Niederstätter è membro del Consiglio di amministrazione della
Il noleggio, la grande scommessa.
Cassa Rurale di Renon.
Niederstätter Spa coltiva una marcata
Prima – e forse unica donna – a creare dal nulla una ditta che si occupa di vendita e
strategia di diversificazione e di offerta.
noleggio di macchinari e attrezzatura per l’edilizia, Maria Niederstätter in trent’anni ha
Vende e noleggia macchinari per l’edilizia
scalato il mercato altoatesino e regionale prima, e negli ultimi anni si è contraddistinta
(tratta marchi Wacker, Layher, Liebherr,
sul quello nazionale ed estero.
Gromax, Manitou, Wacker Neuson, Tyrolit,
Il percorso – Nel 1975 la giovane Maria Niederstätter decide di avviare un’attività
Lissmac, Atlas Copco, Kramer Allrad).
in proprio: rileva una rivendita di badili a Renon, paese dove è nata, in montagna, a
Ma la grande scommessa si chiama
pochi chilometri da Bolzano. Il padre firma la garanzia in banca per ottenere il capitale
noleggio.
iniziale: la strada è tutta in salita. In pochi credono che una donna possa districarsi con
Dopo un viaggio in America Maria
Foto di Paolo Risser
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ziari. Uno sforzo molto rilevante che tuttavia ha accresciuto il know-how della nostra
impresa e le nostre potenzialità. Non esito
a dire quindi che il MOSE ci sta consentendo di continuare a crescere molto».
L’isola della Bocca di porto di Lido alloggerà i cosiddetti edifici tecnologici, assimilabili come strutture ad edifici di tipo civile
ed industriale e quindi
realizzati sulla falsariga
di questi ultimi, seppure
con le limitazioni logistiche dovute al fatto di essere in mezzo all’acqua
e quindi con trasporti da
fare via mare.
«Proprio come nei cantieri civili – ci ha spiegato
l’ing. Davide Palmigiano
–necessitavamo di una
gru a torre, per coprire
un’ampia superficie di
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intelligenza e fiuto in un mercato
Niederstätter ha raccolto la sfida,
prettamente maschile come quello
accorgendosi che Oltreoceano la gente
delle gru. I risultati danno ragione
ha un diverso rapporto con le cose, non
a questa donna che con la sua
ha il senso della proprietà. Negli States
capacità e caparbietà continua a
le aziende non comprano, noleggiano. E
scalare il mercato, apre nuove filiali
così ora Niederstätter è leader non solo
e incrementa ogni anno il fatturato.
nella vendita, ma soprattutto nel noleggio
Prima Srl, nel 1999 Niederstätter
di attrezzature per l’edilizia. L’azienda
diventa Società per Azioni; nel 2001
ha investito molto in questa attività con
ottiene il certificato Iso 9001 e nel
consulenze tecniche mirate, oltre che con
settembre 2006 il SOA (OG1 LIV 3),
l’offerta di montaggi e smontaggi completi
scelto di affidarsi alle macchine del costruttore tedesco Liebherr, che è ritenuto essere il leader mondiale del sollevamento e
si è optato per 2 gru Liebherr: una 224
ECH12 Litronic e una 200 ECHM 10 con
portata massima di 12 t per la prima e 10
t per la seconda; hanno entrambe uno sbraccio da 65 metri e altezza sui 25 metri. Nonostante si tratti di due sole unità, queste
macchine hanno un’enorme produttività e
ci hanno consentito di portare avanti al meglio questo cantiere, così importante dal
punto di vista dell’estensione e del numero
di edifici coinvolti.
Ciò si è reso possibile anche grazie al confronto che abbiamo avuto con i tecnici della
Liebherr e in particolare con il loro concessionario altoatesino Niederstätter, il nostro
interlocutore diretto. Con loro abbiamo discusso e individuato le migliori soluzioni
tecniche per le nostre esigenze. Noi eravamo partiti con una serie di idee, che abe sicuri delle attrezzature.
Gru - Liebherr e Niederstätter, un binomio vincente. La società bolzanina da anni vende
e noleggia le gru del colosso tedesco ed offre ai propri clienti la possibilità di utilizzare
tecnici specializzati formati direttamente nella sede germanica di Biberach. Ogni anno
i tecnici Niederstätter compiono lunghi e complessi stage presso la sede tedesca della
Liebherr che si concludono con esami di abilitazione: l’obiettivo è offrire ai clienti il top
di professionalità e affidabilità. Il tecnico specializzato nel montaggio e smontaggio delle
gru, il tecnico meccatronico e il tecnico specializzato nei cantieri rappresentano figure
professionali difficilmente reperibili sul mercato. Per questo accanto alla vendita ed il
noleggio dei macchinari, Niederstätter ha scelto di offrire ai propri clienti anche il proprio
know-how con figure altamente specializzate.
Anton Niederstätter (membro del CDA della Cassa Rurale di Renon) si occupa in prima
Container - Niederstätter realizza,
noleggia e vende container a uso ufficio,
scuole e attrezzi per i cantieri, tutti dotati
di servizi igienici, aria condizionata e con
la possibilità di allestirli a piacere. Molte
scuole si sono affidate a Niederstätter per
realizzare le proprie aule, alcune delle quali
classificate Klima B.
Gli altri prodotti - Compressori,
generatori di corrente, generatori di aria
calda, muletti, sollevatori telescopici, carrelli
elevatori, taglierine, taglia suolo, escavatori,
persona del settore gru, offrendo consulenza direttamente
nei cantieri. L’esponente del CdA tratta la logistica ed il
montaggio, riuscendo a prevedere ogni situazione in ogni
condizione di terreno e geografica. Le più recenti opere
realizzate dalla Niederstätter o in fase di realizzazione, oltre
ai cantieri in Trentino-Alto Adige, sono in cantieri dislocati su
tutto il territorio nazionale, da Roma (metropolitana) a Vicenza
(Serenissima) alla Liguria (ristrutturazione diga), Lombardia
(Casa della Cultura) all’ormai famoso cantiere Mose (acronimo
di Modulo Sperimentale Elettromeccanico) di Venezia. In
passato Niederstätter ha trasportato e montato una gru in alta
montagna, a 3000 metri di altezza nei pressi di un impianto
sciistico del Monte Rosa trovando il modo di sistemare la
gigantesca macchina su terreno stabile e sicuro.
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biamo sottoposto a Niederstätter: i loro
specialisti le hanno valutate e migliorate e
ci hanno suggerito dove e come potevamo
non solo ottimizzare il lavoro,ma anche risparmiare. Ad esempio inizialmente pensavamo di installare 3 gru piccole, ma, di-
scutendone con loro, abbiamo cambiato
idea e optato per l’acquisto di 2 gru un
po’ più grandi. Ed era la decisione giusta:
in un cantiere con così tanti edifici e con
spazi così ristretti, per lo più circondato
dal mare, il fatto di non doversi preoccu-
dumper, deumidificatori, pompe per acqua e fango, macchinari per costipazione del
sede di Bolzano e spesso direttamente
terreno e dell’asfalto, pale gommate: Niederstätter è presente nel cantiere dall’inizio alla
all’estero presso le aziende) che
fine dei lavori con ogni tipo di attrezzatura necessaria.
costruiscono i macchinari. Anche i clienti
Il cliente in primo piano - In oltre trent’anni di esperienza di vendita e noleggio di
hanno inoltre la possibilità di frequentare
macchinari per l’edilizia, Niederstätter Spa ha sempre messo al centro della propria
specifici corsi di formazione per venire
filosofia aziendale la soddisfazione del cliente. Noleggiare e vendere un qualsiasi prodotto
a diretto contatto con ogni tipo di
deve necessariamente significare offrire tecnologia, presenza sul territorio, sicurezza e
problematica che nasce nel cantiere.
totale affidabilità. Solo così si raggiunge il duplice obiettivo della soddisfazione del cliente
e della partecipazione al successo dello stesso. In questo
settore, più che in altri, per ottenere risultati importanti
servono la capacità economica e il coraggio nell’investire
significative risorse economiche non solo nei prodotti
migliori per anticipare le esigenze del mercato e renderle
operative in un time-to-market a tempo di record, ma
anche in risorse umane.
I macchinari da offrire al cliente rappresentano il
biglietto da visita di ogni azienda. L’interesse e il
guadagno devono essere duplici: per l’azienda e per
il cliente. Niederstätter offre ai propri clienti contratti
di manutenzione diretta: è possibile fruire dei tecnici
specializzati ventiquattr’ore su ventiquattro, per ogni
problema alle macchine acquistate o semplicemente
noleggiate.
E’ questo un servizio innovativo per un’azienda che
si occupa di macchinari edili . I tecnici Niederstätter
vengono “formati” direttamente dal fornitore (nella
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pare del basamento di una terza gru, è
stato davvero un sollievo. Il lavoro procede in modo ottimale e noi abbiamo un
problema in meno da risolvere».
I lavori nel cantiere di Lido San Nicolò Sud
del Mose dovrebbero concludersi al
31/12/2014, anche se la previsione originaria prevedeva il termine ultimo al
31/12/2012.
Purtroppo a causa della crisi economica e
della mancanza di continuità nei finanziamenti, il rispetto della tempistica iniziale
non è stato possibile.
«Adesso – ha evidenziato l’ing. Palmigiano
– con l’ultima tranche dei finanziamenti assegnati dal Cipe e soprattutto con l’impegno del governo a stanziare i fondi per il
completamento dei lavori, dovremmo riuscire a rispettare la scadenza. Tanto che
in una delle bocche, quella di Lido - Treporti che è la più avanzata, sono già state
ultimate le operazioni per il collocamento
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sul fondale dei cassoni e nei prossimi mesi
si procederà all’installazione delle prime
paratoie e alle prime prove in bianco.
Per quanto riguarda la Bocca di Lido San
Nicolò l’avanzamento delle opere è a un
buon 90%, ad esclusione della posa dei
cassoni, delle paratoie e degli impianti. I
cassoni delle opere infrastrutturali di spalla
sono già stati portati tutti qui: mancano
solo i cassoni che ospiteranno paratoie,
che sono in corso di prefabbricazione nel
cantiere di Malamocco e la cui installazione
è prevista a partire dalla seconda metà del
2013, prima a San Nicolò e a seguire alla
Bocca di Malamocco.
L’esclusivo sistema Syncrolift, una sorta di
piattaforma - ascensore sincronizzata, progettata e brevettata dalla Rolls Royce Naval Marine Inc., varerà tutti i cassoni, facendoli galleggiare in mare.
Contemporaneamente avanzano tutte le
opere civili che sono già ad un ottimo punto:
alcuni edifici sarebbero utilizzabili se non
ci fossero problemi di sicurezza legati ad
interconnessioni di opere diverse».
Il cantiere di Bocca
di porto
di Malamocco
Dal cantiere di Bocca di Lido
San Nicolò ci spostiamo a
quello di Malamocco, dove incontriamo il Geom. Massimo
Palazzetti, Assistente del direttore tecnico del cantiere Grandi Lavori Fincosit.
«Nel contesto del MOSE –
esordisce – questa è l’area in
cui vengono realizzate le opere
di fondazione delle paratoie mobili. Sono le strutture in cls che
successivamente verranno posizionate sui fondali precedentemente predisposti per far sì
che le paratoie – lo sbarramento
vero alle maree – abbiano il loro
sistema di ancoraggio sul
fondo. Per assolvere a questo
compito si è resa necessaria la
realizzazione di uno spazio di
cantiere di ampiezza sufficiente
per la costruzione dei cassoni
di ben 2 delle 4 bocche del progetto: qui realizziamo infatti sia quelli per
Malamocco che quelli per Bocca di Lido
San Nicolò, per un totale di ben18 cassoni
(14 di soglia e 4 di spalla).
Originariamente il piazzale su cui stiamo
costruendo i cassoni non esisteva: è stato
realizzato ad hoc per quest’opera, con un
sistema di dragaggio del fondale e una serie di interventi di compattazione e consolidamento». «Attualmente – ci ha spiegato
Palazzetti – abbiamo realizzato l’80% delle
strutture delle opere civili del cantiere di
Malamocco e stiamo finendo i cassoni: ci
rimangono da fare i 4 cassoni di spalla che
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ZOOM/1: DOKA nelle Bocche di
porto di Chioggia e Malamocco
La tecnologia Doka viene impiegata nella costruzione dei cassoni
di fondazione delle barriere alle Bocche di porto di Chioggia e
Malamocco, e degli edifici tecnologici sull’isola intermedia di San
Nicolò.
Le solette dei cassoni di soglia
Nel cantiere di Malamocco (Grandi Lavori Fincosit Spa) si è reso
necessario studiare il cassero di fondo in modo tale da consentire un
recupero parziale del materiale dopo 7 giorni dal getto, per portarlo
in avanzamento sul getto successivo. Il cassero è stato diviso in aree di
colore diverso: i pannelli di rivestimento neri corrispondono al reticolo
dei getti in elevazione che, dovendo sostenere il peso delle pareti e
del solaio di copertura delle celle, sono stati allestiti con un sistema
di puntellazione ad alta portata (100 kN); i pannelli gialli, invece,
corrispondono alla base delle celle dei cassoni e, dovendo portare
solo il peso proprio del solaio di fondo, richiedono una puntellazione
di tipo classico. Il cassero riproduce quindi esattamente la geometria
di ogni cassone, con l’obiettivo di rimuovere e recuperare il materiale
nelle aree gialle e portarlo in avanzamento sul cassone successivo,
lasciando in opera solo la parte nera.
Il getto della soletta inclinata
Un’ulteriore sfida costruttiva era rappresentata dal getto della
soletta inclinata, nella zona di alloggiamento delle paratoie.
In particolare, la soletta presentava una variazione di altezza
di circa 4 m e lunghezza 60 m, da gettare in un’unica
fase con calcestruzzo SCC. In questo caso la necessità di
pompare il calcestruzzo dal basso ha consentito di sfruttare
i bocchettoni di getto incorporati negli elementi della
cassaforma a telaio Framax Xlife, semplificando il lavoro e
ottimizzando la resa.
Le elevazioni dei cassoni di soglia
I cassoni di soglia del MOSE presentano una geometria
cellulare, costituita da una serie di reticoli di celle stagne
e di corridoi di ispezione. Inoltre, le pareti dei cassoni in
preparazione a Malamocco presentano in sommità una
mensola in aggetto, che deve sostenere le lastre prefabbricate
per il getto dei vari livelli di solaio. Oltre ad uno studio
dettagliato delle elevazioni per realizzare le diverse forme
delle celle (con l’impiego del sistema di casseforme a
telaio Framax Xlife e angoli di disarmo), è stato necessario
progettare un cassero metallico speciale per la parte in
aggetto. L’impiego di Framax Xlife con angoli di disarmo
ha consentito una sistematicità delle operazioni e, di
conseguenza, la velocizzazione del lavoro.
permetteranno al personale di servizio e di
manutenzione di accedere alle parti funzionali delle paratoie (durante tutta la vita del
sistema). I nostri cassoni infatti hanno due
corridoi, ognuno dei quali ha un sistema di
impianti ridondante: ogni corridoio infatti è
un sistema a se stante, pensato per sussistere anche nel caso in cui l’altro dovesse
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andare fuori uso. Questa peculiarità della
ridondanza è stata sviluppata in tutti gli
aspetti del progetto, in modo da ovviare a
qualsiasi tipo di inconveniente, per quanto
imprevedibile. Per quanto concerne la realizzazione vera e propria dei cassoni la peculiarità del cantiere di Malamocco è che
la costruzione avviene su un piazzale e non
all’interno di una conca di navigazione,
come accade invece a Treporti e a Chioggia. Questo fa sì che in questi due cantieri,
al completamento delle opere civili, sarà
possibile allagare le conche e mettere subito in galleggiamento i cassoni per il traino
definitivo. Noi non abbiamo questa possibilità e quindi per trasferire queste strutture dal piazzale al mare ci avvarremo di
un sistema di carrelli che prenderà in carico ogni singolo monolite e lo porterà sulla
piattaforma-ascensore Syncrolift appositamente predisposta per metterlo in acqua». Per la costruzione dei cassoni le
macchine da sollevamento sono assolutamente essenziali. Anche qui la scelta è caduta sulla coppia Liebherr-Niederstätter:
«Per portare avanti i lavori di sollevamento
– ha infatti sottolineato Palazzetti – si è
optato per un parco macchine composto
7 gru, tutte Liebherr. Come i nostri colleghi della Bocca di porto di Lido San Nicolò ci siamo rivolti al concessionario di
Bolzano Nierderstätter, perché favorevolmente colpiti dalla competenza dimostrata
e dalla disponibilità a sedersi a un tavolo
ZOOM 2: Calcestruzzi a Malamocco
La Grandi Lavori Fincosit, dopo una serie di analisi e ricerche
preliminari ha scelto di utilizzare nel cantiere di Malamocco il
calcestruzzo Marine Concrete di Calcestruzzi per la realizzazione
dei muri perimetrali e centrali dei cassoni destinati ad essere
posati direttamente in mare. Si tratta di un prodotto particolare,
appositamente sviluppato per applicazioni specifiche quali l’uso in
ambienti marini o esposti a condizioni ambientali soggette all’azione
corrosiva del mare o dell’aria.
È infatti in grado di resistere alle aggressioni di cloruri e solfati (in
particolare il cloruro di sodio che corrode anche i ferri di armatura)
e all’erosione meccanica esercitata dalle onde. Nella scelta del
mix design definitivo ha pesato anche la tipologia delle armature,
in acciaio normale e in acciaio inox, utilizzate per i cassoni di
alloggiamento e dalla quale è derivata la scelta di avvalersi di
aggregati con due diametri massimi di 25 e 16 mm; rispettivamente
per le strutture orizzontali e per quelle verticali.
insieme a noi per ragionare, vagliando tutte le opportunità. Nel dettaglio abbiamo scelto n. 5 280 ECH 12 Litronic da 40 metri sotto
gancio e 5 t in punta e n. 2 E42K, che utilizziamo come jolly per ogni
necessità di cantiere. Sottolineo che queste 7 gru sono funzionali
esclusivamente alla costruzione dei 18 cassoni, perché per le opere
civili di quest’area c’è un altro parco macchine. Queste sono nostre e ne siamo davvero enormemente soddisfatti».
Lo sfondo incantato di Venezia, un’opera straordinaria e futuristica
come il MOSE, l’ingegno umano spinto fino all’eccellenza, la potenza delle macchine Liebherr che volano in cielo come uccelli di
metallo... Sì, per tessere insieme tutti questi fili e raccontare questa storia ci vorrebbe davvero la Musa di Omero… n
Si ringrazia vivamente, per la documentazione e il corredo immagine, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Magistrato
delle Acque di Venezia – tramite il suo concessionario Consorzio
Venezia Nuova.
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