intervista a Valerio Festi

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intervista a Valerio Festi
Valerio Festi, l’ultimo funambolo
Così come Fellini sta al cinema, Valerio Festi sta allo spettacolo. Mescola fuochi d'artificio e critica
sociale, caleidoscopio di luci e idee geniali, marchingegni teatrali, denunce, meraviglie, progetti.
Per Valerio Festi la scena festiva è quasi tutto: "un elemento chiave dell'uomo, gli animali mica ce
le hanno le feste". Lui ne progetta in ogni parte del mondo, sbirciando con l'occhio della nostalgia
alla grandiosità impossibile del Barocco, con lo sguardo fermo all'intelligenza del presente. E'
insieme regista, poeta, inventore…
Ha progettato eventi di grande dimensione per oltre 200 città tra cui metropoli come Parigi, Roma,
Mosca, Madrid, Tokyo, Hong Kong, Praga, Reykjavik, Houston (dove nel 1987 è stato premiato
dall'Associazione degli Architetti degli Stati Uniti), Milano, Bogotà, Pechino, Lisbona, Bilbao,
Sydney, ecc. (fonte:www. studiofesti.com/
Maestro Festi, lei da anni con le sue soluzioni sceniche riesce a trasformare uno spazio urbano
in una illusione artificiale. Gli antichi elementi architettonici cambiano la loro identità
fondendosi nei concetti che, di volta in volta, intende evocare e rappresentare. Quali le
particolarità del suo lavoro nel teatro della Roma antica protesa verso il futuro con una
azienda come Acea?
Non c'è futuro senza comprensione del passato, e la comprensione è una corrente di storie che
scorre nella coscienza attraverso la loro rappresentazione. Rappresentare corrisponde al bisogno
dell'Uomo di finzione, espresso da sempre attraverso le forme dell'arte teatrale. Abbiamo bisogno
della finzione almeno quanto del pane, dell' "autentica menzogna dell'arte" che trasfigura la realtà
restituendoci il nostro mondo, vale a dire quel meraviglioso scenario che è la Città di Roma,
cogliendone pezzi di verità. Quindi, paradossalmente, il vero si conosce attraverso il finto, il falso, e
attraverso questo si costruisce la piattaforma che ci lancia verso un futuro di nuove realizzazioni.
Roma e Acea sono un binomio inscindibile. In che modo la Festa dell’Acqua e dell’Energia
“Anche le stelle torneranno a guardare” darà una rappresentazione di questo sodalizio?
Le "affinità elettive" tra Acea e Roma saranno colte con gli "attrezzi" della poetica e della ricerca
estetica, capaci di suscitare la sorpresa e la sospensione dell'incredulità.
L'emergere della bellezza e dell'inaspettato, colti nel delicato equilibrio di suggestioni visive e
uditive dello spettacolo, darà una rappresentazione ora sognante, ora comica, ora imprevista di un
binomio tanto radicato nel cuore della Città quanto Acea è al suo servizio, utile, discreta e operosa.
Quest’anno nell’ultima parte dello spettacolo verrà “messa in luce” la nuova energia. Come
intende rappresentarla?
Useremo, come nella tradizione dello Studio Festi, le metafore per rappresentare le forze della
natura che danno la vita all'energia pulita. Acqua, vento e sole saranno nella piazza sotto forma di
simboli, e giocheranno in un "concertato" di elementi nel quale il contrappunto tra danza,
movimenti delle macchine sceniche, musica ed effetti prospettici sulla salita del Gianicolo, si
produrranno in una armoniosa "sinfonia per elementi naturali".
Ci può anticipare qualcosa dello spettacolo?
Quest'anno abbiamo puntato sulla poesia e sull'immaginazione e sulla rappresentazione
dell'impegno sociale di Acea nel continente africano, testimoniato da un gruppo di artisti che dalla
sua cultura, dalla sua danza e dalla sua musica traggono ispirazione.
Sulla disposizione scenica ho già anticipato prima: trarremo vantaggio dalla straordinaria
disposizione di piazza del Popolo rispetto al Gianicolo, consentendoci di ottenere degli effetti che
colpiranno la sensibilità e l'immaginazione del pubblico, lasciando loro il ricordo di uno spettacolo
memorabile. Non abbiamo tralasciato, infine, di celebrare il compleanno centenario di Acea. Per
questo lo spettacolo sarà particolarmente scintillante e ricco di effetti di luce, per rendere omaggio
ad una storia tanto lunga e tanto cara al popolo romano.

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