luglio / agosto 2015 - ISTITUTO NAZIONALE per la GUARDIA D

Transcript

luglio / agosto 2015 - ISTITUTO NAZIONALE per la GUARDIA D
GUARDIA D’ONORE
Registrazione del Tribunale di Roma n° 300/86 del 10/06/1986
C/0553/2011
I reggimenti di Cavalleria nel 1915
luglio / agosto 2015
4
SOMMARIO
pag.
LUGLIO
-
AGOSTO
2015
Rivista bimestrale dell’Istituto
Nazionale per la Guardia d’Onore
alle Reali Tombe del Pantheon
Direzione:
00186 Roma - Via della Minerva, 20
Tel. 06.67.93.430
Fax. 06.69.92.54.84
Indirizzo Internet:
www.guardiadonorealpantheon.it
E-mail dell’Istituto:
[email protected]
Direttore Responsabile:
Ugo d’Atri
Dalla Presidenza
1
Lettere al Direttore
8
Quote sociali
13
Avvisi
14
Cronaca delle delegazioni
14
Prossimi eventi
34
Servizi di Guardia 2014
37
Medaglie al merito di servizio 2014 37
Cultura
37
Libri
43
Note liete
44
Necrologi
45
Nuovi iscritti
46
Oggettistica
47
Modulo di domanda di ammissione 48
Le lettere e gli articoli esprimono unicamente le opinioni
degli autori. Proprietà letteraria, artistica e scientifica
riservata. per le riproduzioni anche se parziali, è fatto
abbligo di chiederne preventiva autorizzazione, citarne
la fonte, inviando all’Istituto una copia.
Registrazione del Tribunale di Roma
n.° 300/86 del 10-06-1986
Spedizione in abbonamento postale
Del presente numero di 48 pagine sono state
stampate 3700 copie
Finito di stampare il 15 luglio 2015
Impaginazione e stampa: Co.Art s.r.l.
www.co-art.it
Prevista consegna alle poste il 20 luglio 2015
SOMMARIO
La collaborazione del Direttore
e dei soci è da sempre gratuita e mai può assumere la
forma di lavoro dipendente
o di collaborazione autonoma perché incompatibile
con la natura volontaristica
dell’Istituto Nazionale per la
Guardia d’Onore alle reali
Tombe del Pantheon, di cui
la Rivista è organo.
Fermo quanto precede, la
direzione si riserva di ospitare, in attuazione all’art. 21
della Costituzione, interventi
anche di non soci a titolo
gratuito, riservandosi sempre e comunque il diritto di
apportare tagli e modifiche
ritenute necessarie.
Ogni collaborazione implica
accettazione integrale e senza
riserve di quanto precede.
Hanno collaborato a questo numero:
Potito Antolino
Francesco Atanasio
Valter Cotti Cometti
Ugo d’Atri
Onofrio L. delli Carri
Domenico Giglio
Riccardo Mattoli
Teodoro Monescalchi
Roberto Piazzini
Pietro Pisu
Giuseppe Valore
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 1
DALLA
PRESIDENZA
L’ ISTITUTO E I GRUPPI MONARCHICI
L’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle
Reali Tombe del Pantheon è un ente morale (R. D.
1 settembre 1911 n. 1047) sottoposto alla vigilanza
del Ministro della Difesa ai sensi del D. P. R. 27 febbraio 1990.
È un Istituto combattentistico aderente al Consiglio
Nazionale Permanente fra le Associazioni d’Arma
(ASSOARMA); ovviamente è apolitico.
È legato culturalmente alla storia del Regno d’Italia,
in particolare alla sua storia militare, ed alla Dinastia che ha unito l’Italia.
Non è un’associazione monarchica.
Il Presidente dell’Istituto non ha la possibilità né il
desiderio di coinvolgere l’Istituto al di fuori dell’ambito militare, combattentistico, istituzionale a
cui l’ente appartiene.
A titolo personale, io, Presidente dell’Istituto, essendo
monarchico e sentendomi vicino a tutti i gruppi monarchici, ho cercato di aiutare il gruppo di Stella e
Corona nelle elezioni comunali di Roma, invitando
amici a firmare per la presentazione della lista e a
candidarsi.
Sempre a titolo personale ho partecipato al funerale
di Sergio Boschiero, capo storico dei monarchici Italiani e, in passato, al congresso dell’Unione Monarchica Italiana.
Le opposte tifoserie monarchiche tirano per la giacchetta me, con l’intenzione di coinvolgere l’Istituto
nelle dispute – estremamente nocive – fra i vari gruppi.
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
Spesso vengo accusato perché mi rifiuto di prendere
posizione contro gli uni o contro gli altri.
Generalmente mi si contesta l’aver fatto acclamare
nel 2006 Presidente Onorario del nostro Istituto il figlio del Re, cioè Chi sarebbe stato il nostro quinto
Sovrano, sulla scia di una tradizione che voleva in
questo ruolo i Re d’Italia. Un delegato dell’Istituto ha
avuto la sconsideratezza di definirmi un cortigiano.
Altri mi considerano troppo cedevole nei confronti
delle organizzazioni che guardano con simpatia al
Duca d’Aosta.
Io credo di avere una grande responsabilità, in
quanto titolare dell’unica organizzazione di una
qualche consistenza (3500 iscritti allo stato attuale,
non del tempo che fu), fra quelle che si ispirano a
Casa Savoia.
Al di fuori dell’Istituto, ci sono gruppetti di entità minima, oscillanti allo stato attuale fra decine e pochissime centinaia di iscritti.
Per un interesse superiore, sono costretto a comportamenti il più possibile equilibrati, perché, in un contesto
molto variegato all’interno, rischio di perdere pezzi.
Ho il dovere di tendere all’unità ed all’armonia,
malgrado la deplorevole litigiosità di un ambiente
frustrato ed avvilito dalle sconfitte, per il quale mi
auguro di favorire tempi migliori.
Il nemico sta fuori.
Ugo d’Atri
1
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 2
LE CELEBRAZIONI DELL’ENTRATA IN GUERRA DEL REGNO D’ITALIA
NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
L’Istituto ha preso parte al 4° Raduno di Assoarma.
Il 22 maggio è stata celebrata ad Udine una Santa
Messa in onore dei Caduti, seguita da un concerto di
una fanfara dei Bersaglieri.
Il giorno successivo le Guardie d’Onore hanno sfilato
per le strade di Udine unitamente alle altre associazioni combattentistiche e d’arma.
Presenti il medagliere nazionale e nove labari di delegazioni provinciali (Bergamo, Bologna, Brescia,
Padova, Roma, Torino, Trieste/Istria/Dalmazia,
Udine e Vicenza).
Infine il 24 le Guardie d’Onore hanno partecipato a
Redipuglia alle cerimonie a ricordo del 24 maggio
1915.
La sera precedente, incontro a Trieste con la locale
2
delegazione provinciale.
Alle varie manifestazioni hanno partecipato le Guardie d’Onore d’Atri U., d’Atri F. Scalingi, Pietroni,
Barlozzari, Staglianò, Platania Greco, Patrone, Nicastro F., Piccinelli, Viola, Radizza, Sardos Albertini,
Barbarino, Bruschi Cottignoli, Gaspari, Sciarrino,
Giacalone, P. Grassi, Brussani, Brena, Buffoli, Balzarotti, Ruggeri, Berghinz, Falanga, Cardellini, Di
Brazzano, De Vecchi, Cotti Cometti V., Benvegnù,
Ponza, Cosentino, Ulandi, Scaffino, Ventura, Bosio,
Cannaò, Deiana Ossino, Dionisio Coin, Fornasiero,
Franceschini, Pozzer, Piantoni, Trentin A., Caudarella, De Tomasi, Squerzanti, Taglioni, Cavara, Dal
Barco, Millimaci, Formosa, Glavacich, Riva de Onestis, de Vidovich, Camillotti.
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 3
MANUALE DI COMPORTAMENTO PER LE GUARDIE D’ONORE
PREMESSA
L’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle
Reali Tombe del Pantheon è il più antico ente combattentistico italiano. Riunisce militari in servizio o
in congedo, ma possono farne parte anche cittadini
che non abbiano prestato servizio militare. Il sodalizio trae le origini dal Risorgimento e si ispira ai valori della Patria. È pertanto necessario che l’Istituto
si esprima in maniera ordinata, formale ed uniforme.
Questa trattazione fa riferimento alle fonti normative
emanate dallo Stato Maggiore della Difesa, Pubblicazione G010 del 2002 recante il “Regolamento per
la Disciplina delle Uniformi”, e dallo Stato Maggiore
dell’Esercito con Pubblicazione n. 7003/14
sull’“Istruzione Formale”. Le citate prassi amministrative, unitamente allo Statuto ed al Regolamento
dell’Istituto, costituiscono il vincolo giuridico al
quale tutte le guardie d’Onore dovranno attenersi
nelle cerimonie militari e/o in quelle promosse dall’Istituto.
L’UNIFORME SOCIALE
L’uniforme sociale può essere definita come l’insieme organico dei capi di vestiario degli accessori indossati dal socio che lo identificano come Guardia
d’Onore. Il Regolamento Interno tratta l’argomento
all’art. 5. Secondo la normativa associativa, l’uniforme sociale, si compone di:
a. abito scuro e scarpe scure;
b. camicia bianca o celeste con cravatta sociale dell’Istituto;
c. fascia blu dell’Istituto al braccio sinistro;
d. distintivo da bavero dell’Istituto (spilla tonda);
e. distintivo in stoffa (1). Indossarlo è peraltro facoltativo.
Per quanto attiene le donne, l’uniforme della Guardia d’Onore prevede:
a. tailleur scuro e scarpe scure;
b. foulard blu dell’Istituto.
Pertanto, gli elementi essenziali e distintivi dell’uniforme della Guardia d’Onore sono quelli appena
evidenziati con la sola distinzione tra i soci di sesso
maschile e quelli di sesso femminile. Alle Guardie
d’Onore è concesso l’uso facoltativo:
1. del mantello dell’Istituto;
2. dei guanti (in stoffa o in pelle);
3. del copricapo d’arma o specialità;
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
4. delle decorazioni, (in ogni caso solo quelle riconosciute dal vigente ordinamento giuridico italiano
e mai sopra il mantello).
È concesso l’uso di tale distintivo solo se è stata ottenuta la qualifica di Guardia d’Onore.
In nessun altro caso è consentito ai soci indossare accessori ovvero equipaggiamenti anche storici di varia natura o scopo, tali da modificare l’aspetto estetico della Guardia d’Onore e di conferire
un’immagine distorta all’Ente.
Il personale appartenente al Corpo delle Infermiere
Volontarie, può indossare l’uniforme prevista dal
relativo ordinamento d’appartenenza in luogo dell’uniforme sociale.
IL MANTELLO DELL’ISTITUTO
Il mantello è un elemento aggiuntivo rispetto all’uniforme sociale che, talvolta, costituisce elemento di
confusione associando l’Istituto ad ordini cavallereschi. È bene sottolineare che l’essenza del nostro
sodalizio è esclusivamente combattentistica.
Allo stato attuale l’autorizzazione all’uso deve essere
concessa dal Delegato provinciale (previa consultazione con il Presidente) secondo quanto sancito dall’art. 5 del Regolamento Interno, atteso che il mantello d’ordinanza è di colore blu scuro con stemma
sabaudo e corona reale sul lato sinistro con ganci dorati di chiusura.
In questa sede è necessario distinguere le manifestazioni tra quelle organizzate dall’Istituto e quelle
pubbliche dove l’Istituto è ospite di altri enti/associazioni o di comandi militari. Nelle prime ciascun
Delegato/Ispettore verifica se tutte le Guardie d’Onore presenti siano dotate di mantello. Qualora non
tutti gli intervenuti ne dispongano è bene che nessuno lo indossi, fatta eccezione per l’alfiere e per le
Guardie d’Onore di scorta al labaro provinciale. Alla
luce delle recenti istruzioni dello Stato Maggiore
delle Difesa (2), alle quali è obbligatorio adeguarsi,
è vietato indossare il mantello quando si debba prendere parte ad un evento organizzato da una Forza
Armata o di Polizia, all’interno di strutture militari.
I GUANTI
Il Regolamento Interno ne parla al già citato art. 5,
concedendone la facoltà, ma è bene che sia rispettato
un principio di uniformità nel loro utilizzo idoneo a
3
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 4
fornire un’immagine omogenea di tutti i membri
dell’Istituto. In modo particolare, i guanti bianchi devono essere indossati dall’alfiere e dalle Guardie
d’Onore di scorta (al massimo due). Gli altri soci che
intervengono nello stesso evento, che sia organizzato
dall’Istituto o meno, devono tenere i guanti (facoltativi, non necessariamente bianchi) nella mano sinistra oppure indossarli, qualora gli intervenuti siano
parte integrante di un corteo oppure nel momento in
cui si svolga un servizio di guardia al Pantheon. I
guanti non vanno indossati durante la celebrazione
eucaristica e nei pranzi/cene conviviali.
IL COPRICAPO
Il 1° comma dell’art. 5 del Regolamento Interno
consente l’uso eventuale del copricapo dell’arma o
specialità di appartenenza ovvero del basco con distintivo sociale.
A tal riguardo è opportuno effettuare una preliminare distinzione tra il personale:
- che abbia prestato servizio nelle Forze Armate o di
Polizia;
- che non abbia prestato servizio in alcuna Forza Armata o di Polizia;
- che sia in servizio allo stato attuale nelle Forze Armate o di Polizia.
2) Le quali hanno integrato il Regolamento per la
Disciplina delle Uniformi menzionato in premessa.
Per la prima categoria è vietato agli ex appartenenti
ad una Forza di Polizia ovvero ad una Forza Armata
di indossare il copricapo previsto dall’Ente da cui dipendeva. Il copricapo ammesso è quello previsto
dallo Statuto vigente nell’ambito dell’associazione
del personale in congedo, riferibile alla Forza Armata/Arma/Specialità presso la quale si è prestato
servizio. L’alternativa, in ogni caso, è costituita dal
basco dell’Istituto. La citata regola è contenuta nel
3° comma dell’art. 31 del Regolamento per la Disciplina delle Uniformi (3).
Per la seconda categoria, invece, non avendo il Socio prestato alcun servizio nelle Forze Armate o di
Polizia, è permesso l’utilizzo del basco dell’Istituto
dotato di apposito fregio.
Nell’ultima categoria, infine, vige il divieto dell’utilizzo del copricapo previsto dalla Forza
Armata/Arma/Specialità di appartenenza che, per
altro, risulta sanzionato sotto il profilo disciplinare.
Infine, per il personale che abbia assolto l’obbligo
militare (quando vigente) o che sia in servizio a
qualsiasi titolo, nel Corpo dei Vigili del Fuoco, non
4
è permesso l’uso del copricapo riconducibile a tale
Amministrazione. La stessa regola trova applicazione nei confronti del personale in servizio nei Corpi
di Polizia Locale (regionale, provinciale e municipale) (4).
Il copricapo può essere rappresentato, in primo
luogo, dal basco, la cui colorazione varia in funzione
dell’Arma o Specialità di appartenenza quando il Socio rivestiva lo status militare, previsto dallo Statuto
dell’Associazione d’arma di riferimento:
- amaranto per la Brigata Paracadutisti Folgore,
ma non per il personale in congedo del Reggimento
Paracadutisti Carabinieri che deve indossare la “bustina” prevista dallo Statuto dell’Associazione Nazionale Carabinieri;
- azzurro per l’aviazione dell’Esercito;
- nero nelle ipotesi residuali d’arma o specialità
come per i trasmettitori, i carristi, gli artiglieri, i
fanti, i genieri ovvero militi della Croce Rossa Italiana e del Sovrano Militare Ordine di Malta (5).
Per i militari che abbiano prestato servizio nell’Arma
dei Carabinieri si sottolinea che devono indossare la
già citata “bustina” prevista dalle relative disposizioni statutarie dell’Associazione Nazionale Carabinieri.
- blu per gli appartenenti alla Marina Militare;
Ancora, può prevedersi nella bustina per gli appartenenti all’Aeronautica Militare, il cappello piumato
per i bersaglieri, il cappello alpino per il personale
in congedo delle truppe alpine e per gli appartenenti
alla Guardia di Finanza.
La stessa regola si applica per il personale che abbia prestato servizio nelle altre Forze di Polizia (Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale
dello Stato). Anche in questi casi, è permesso l’uso
del copricapo utilizzato dalle rispettive associazioni
del personale in congedo (bustina per la Polizia di
Stato e per la Polizia Penitenziaria, berretto norvegese per il Corpo Forestale dello Stato).
3) Emanato dallo Stato Maggiore della Difesa e citato in premessa.
4) In pratica un Vigile del Fuoco oppure un Agente
della Polizia Locale che in precedenza abbia prestato
servizio in una Forza Armata oppure in una Forza
di Polizia, può indossare il copricapo previsto dallo
Statuto dell’Associazione del personale in congedo di
quella Forza Armata o di Polizia. In alternativa può
indossare il basco con fregio dell’Istituto.
5) Trattasi del cosiddetto EI-SMOM. Non esistendo
alcuna associazione di riferimento, le Guardie d’OGUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 5
nore che abbiano prestato servizio in questo Ente,
possono comunque indossare il basco nero con il relativo fregio.
In conclusione si ricorda di non indossare alcun copricapo “storico” delle Forze Armate o di Polizia, ancorché il copricapo sia stato realmente indossato
dalla Guardia d’Onore allorquando abbia prestato
servizio. Per “storico” si deve intendere anche il copricapo che sia stato dismesso dall’utilizzo nelle
Forze armate o di Polizia delle Stato.
LE DECORAZIONI
Le decorazioni possono essere quelle aventi forma di
insegna metallica appesa ad un nastro (medaglie in
miniatura), le quali indicano ricompense al valor militare o civile ovvero al merito, sia nazionali che
estere.
Ancora, le decorazioni possono essere sotto forma di
placca, di collare o di fascia, destinate ad indicare la
concessione di onorificenze cavalleresche in forza
delle quali l’insignito diviene membro di un particolare ordine cavalleresco ecclesiastico (Ordine del
Santo Sepolcro di Gerusalemme), dinastico (Ordine
di Carlo III – Borbone Spagna) oppure non nazionale
(Sacro Militare Ordine Costantiniano ramo Spagna
o Francia).
Ferme restando le disposizioni contenute nella Legge
n. 178 del 1951, che sanzionano in via amministrativa il portare distinzioni rilasciate da Autorità estere
o da Ordini non nazionali senza la prescritta autorizzazione ministeriale, è utile rammentare la necessaria serietà che deve caratterizzare ciascuna
Guardia d’Onore. Serietà intesa come rispetto della
legislazione vigente e quindi come necessità di indossare solo le decorazioni per cui sia stata rilasciata l’autorizzazione ministeriale.
Le medaglie in miniatura vanno indossate sul lato sinistro della giacca vincolate ad un unico supporto
(metallico o in stoffa) e non possono superare i 14
centimetri di larghezza (non vanno indossate sul
cappotto e tantomeno sul mantello). Si ricorda che
non è permesso l’uso dei nastrini in miniatura. È vietato l’uso di medaglie non ridotte le quali non possono essere mai usate sull’abito civile e quindi sull’uniforme sociale.
Le medaglie ridotte devono rispettare un preciso
ordine di successione come di seguito indicato:
1°. ricompense militari;
2°. distinzioni onorifiche militari;
3°. onorificenze concesse dall’Istituto secondo le
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
norme interne (medaglia di benemerenza e medaglia
al merito di servizio);
4°. onorificenze di Paesi stranieri;
5°. ordini cavallereschi, in primo luogo il Sovrano
Militare Ordine di Malta (SMOM), gli ordini della
Santa Sede (6) e gli ordini cavallereschi non nazionali (7). Seguono le benemerenze che possono essere
concesse da ordini cavallereschi e quindi al merito
Melitense (SMOM), al merito degli ordini di collazione della Santa Sede e degli ordini non nazionali.
Da ultimo va segnalato il divieto per i Soci dell’Istituto di indossare sull’uniforme sociale qualsiasi distintivo di grado, qualifica, brevetto, abilitazione,
arma o specialità. Questi, solo se corrispondenti alla
realtà dei fatti, possono essere indossati sul copricapo
previsto dal precedente 3° paragrafo escluso per il
basco d’Istituto. Difatti, detto copricapo, non può essere decorato di alcun fregio. Pertanto, se il Socio
sceglie di indossarle il basco dell’Istituto, deve applicarvi il solo fregio del sodalizio. Viceversa se può,
avendo prestato servizio in una Forza Armata o di Polizia, indossare il copricapo (come citato in precedenza), può fregiarsi dei distintivi di grado, qualifica,
brevetto, abilitazione e nel contempo, deve fregiarsi dei
distintivi d’arma o specialità d’appartenenza.
6) In ordine d’importanza sono: Ordine Piano, Ordine di San Gregorio Magno, Ordine di San Silvestro
Papa e Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
7) Le decorazioni di Ordini Cavallereschi che possono essere indossate, previa autorizzazione Ministeriale, sono il Sacro Militare Ordine Costantiniano,
ramo Spagna e Francia, il Sacro Angelico Imperiale
Ordine Equestre Costantiniano (Borbone-Parma),
l’Ordine del Merito sotto il Titolo di San Giuseppe
nonché il Reale Ordine al Merito sotto il titolo di San
Lodovico (Asburgo-Lorena).
L’ASSETTO FORMALE
L’assetto formale può definirsi come una disposizione
coordinata allo svolgimento di una determinata operazione volta ad esprimere “militarità”. L’assetto
formale è, dunque, un concetto posto a salvaguardia
dell’immagine dell’Istituto veicolata, mediante ciascuna Guardia d’Onore, alla società civile. Presupposto fondamentale è sicuramente il rispetto dell’uniforme sociale.
L’istruzione formale, invece, rappresenta il mezzo attraverso cui è possibile consolidare un assetto formale
decoroso. Essa assolve ad un’importante funzione educativa che permette di instillare l’autocontrollo nei
5
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 6
movimenti e nei comportamenti, di far acquisire la
massima marzialità e di indurre a trasmettere un
aspetto impeccabile che denoti tratto ed eleganza.
È possibile distinguere cinque situazioni a cui corrispondono istruzioni formali che variano in virtù
della situazione in cui il Socio rappresenti l’Istituto:
1. presso il Pantheon di Roma, la Basilica di Superga
di Torino ovvero presso i luoghi di sepoltura dei Sovrani italiani all’estero;
2. singolarmente oppure insieme ad altri Soci dell’Istituto;
3. quando inquadrato con rappresentanti di altre associazioni combattentistiche o d’arma ovvero con
personale militare/civile in servizio;
4. durante le funzioni religiose;
5. con l’incarico di “alfiere”.
1. REGOLE DA OSSERVARE PRESSO
LE REALI TOMBE
Quest’aspetto, come è noto, è già trattato dal memorandum che la Presidenza Nazionale consegna al
neo-iscritto insieme alla tessera; tuttavia è bene ribadire alcuni rilevanti dettagli.
All’atto del saluto prima e dopo il turno di guardia,
è necessario assumere per qualche istante (un paio
di secondi, non di più) la posizione dell’attenti (mani
a paletta lungo i fianchi con il dito pollice unito al resto delle dita della mano) senza battere con eccessiva
vigoria la pianta del piede sinistro a terra.
Inoltre, è necessario non farsi il segno della croce,
non inchinare il capo, né tanto meno effettuare il cosiddetto saluto al fregio, vale a dire il saluto militare
con il copricapo.
Si tratta di atteggiamenti assolutamente da evitare
sempre, e per ancor più in presenza di turisti. La posizione dell’attenti non deve avere alcun seguito (saluto al fregio, inchino, segno della croce, ecc), se non
la posizione del riposo. Non vanno, perciò, realizzati
ulteriori o diversi movimenti come il “dietro front”
oppure come il passo all’indietro ed altri atteggiamenti simili.
2. ISTRUZIONE FORMALE INDIVIDUALE E
COLLETTIVA
Questo paragrafo tratta delle regole formali a cui
soggiace una o più Guardie d’Onore, quando non
siano inquadrate unitamente ad altre associazioni
combattentistiche o d’arma. In riferimento alla situazione in cui una singola Guardia d’Onore partecipi ad un evento, bisogna distinguere il contesto in
6
cui s’intervenga nella qualità di alfiere (vedi il 5° paragrafo) oppure semplicemente con l’uniforme sociale.
Nella seconda circostanza, invece, il singolo socio intervenuto deve adeguarsi agli svariati contesti in cui
è chiamato a rappresentare l’Istituto. Ovviamente, la
presenza della singola Guardia d’Onore, deve essere
autorizzata dal Delegato competente per territorio.
I contesti in cui ci siano più Guardie d’Onore senza
che ci sia il labaro si riconducono allo stesso principio sopra richiamato per la singola Guardia d’Onore.
In effetti non è possibile definire il modo in cui comportarsi quando non si faccia parte di uno schieramento di associazioni combattentistiche o d’arma. In
ogni caso è comunque doveroso che i soci intervenuti
uniformino il proprio comportamento tra loro.
In caso di bandiera di guerra di un Reparto militare
che giunge o lascia il luogo della cerimonia, le Guardie d’Onore presenti devono alzarsi in piedi e cantare l’inno nazionale solo quando questo sia cantato
anche dai militari inquadrati nello schieramento di
cui le Guardie d’Onore non facciano parte.
Le Guardie d’Onore devono assolutamente evitare di
assumere la posizione dell’attenti che riguarda esclusivamente coloro i quali indossino (in quel preciso
momento) una divisa delle Forze Armate o di Polizia della Stato. Mentre l’inchino con il bacio della
mano è opportuno solo con ecclesiastici al più alto
grado del sacerdozio.
3. ISTRUZIONI PER I SOCI INQUADRATI IN
FORMAZIONI
Qualora i rappresentanti dell’Istituto siano inquadrati insieme a Reparti militari o di Polizia, oppure
siano schierati con altre associazioni combattentistiche o d’arma, le Guardie d’Onore interverranno,
probabilmente, con il Labaro della Delegazione o
della Presidenza Nazionale (8).
I soci intervenuti, di norma nel numero di tre, devono adattarsi agli ordini che le Autorità preposte
impartiranno, ordini che si sostanziano nell’esecuzione di movimenti da fermo oppure in spostamenti.
I movimenti da fermo possono essere:
- l’attenti;
- il riposo.
La posizione dell’attenti comporta l’accostamento
del piede sinistro verso quello destro così che i talloni siano uniti e le punte dei piedi divaricate di
un’ampiezza che è pari a quella di un piede. Allo
stesso tempo le braccia vanno distese e tenute adeGUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 7
renti al corpo con il dito pollice unito alle altre dita
della mano.
Il riposo, di contro, prevede lo scostamento del piede
sinistro dal piede destro così che entrambi i piedi risultino tra loro paralleli e con un’ampiezza leggermente inferiore a quella delle spalle.
Le braccia vanno piegate dietro i reni in modo che
la mano destra impugni quella sinistra che deve restare chiusa.
8) Spesso in questo genere di eventi, la partecipazione è subordinata alla disponibilità di un Labaro
che sia ammesso dall’Ente organizzatore a cui è necessario adeguarsi.
Il presentat’arm e il fianc’arm non sono rivolti anche al personale delle associazioni combattentistiche
e d’arma in quanto, ancorché siano dotati di labaro, non devono eseguire alcun movimento.
4. LE GUARDIE D’ONORE NELLE FUNZIONI
RELIGIOSE
Nell’ambito di una cerimonia religiosa, come una
Santa Messa ovvero una Benedizione di un labaro, le
Guardie d’Onore presenti, devono assumere la posizione dell’attenti quando si verifichi la consacrazione
dell’ostia, sempreché tale momento avvenga. Ulteriore momento che richiede la posizione dell’attenti
è rappresentato dalla preghiera delle Guardie d’Onore ovvero la preghiera di un’altra associazione
combattentistica o d’arma, oppure pertinente ad
una Forza Armata o di Polizia.
5. L’ALFIERE
L’alfiere è il “fermo immagine” di una cerimonia militare, religiosa o civile a cui prenda parte l’Istituto.
L’alfiere deve essere scelto, dal Delegato, tra le Guardie d’Onore, possibilmente giovani, di maggiore prestanza fisica, oltre che dotato di uniforme sociale
completa di guanti bianchi ed eventualmente di
mantello.
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
L’alfiere deve essere scortato esclusivamente da due
Guardie d’Onore, anch’esse dotato della stessa identica uniforme sociale indossata dall’alfiere, senza
eccezioni. È bene individuare, possibilmente, due
Guardie d’Onore della stessa altezza dell’alfiere.
Il labaro delle Delegazioni o della Presidenza, deve
essere portato durante la marcia perpendicolarmente
al terreno ed aderente alla spalla destra, nel contempo la mano destra deve reggere l’estremità inferiore del labaro. Il braccio sinistro invece, deve essere
disteso in avanti e formare un angolo di 90 gradi con
il terreno, mentre l’avambraccio deve essere piegato
in modo tale da modellare un angolo di 90 gradi con
il corpo, e mantenuto in modo parallelo al terreno.
La mano sinistra tenuta così da creare una sorta di
“becco d’anatra”, deve sostenere il labaro aiutandosi
con il pollice opponibile.
Qualora l’alfiere non si trovi in marcia e quindi sia
fermo sul riposo ovvero sull’attenti, le disposizioni
sono diverse. Nella fattispecie il labaro o il medagliere che sia, deve essere in posizione verticale aderente alla spalla destra con il pie’d’asta appoggiato
a terra e tenuto nella parte destra lateralmente all’alfiere, mentre il braccio destro resta naturalmente
disteso. In questo caso è importante che l’alfiere
non risulti occultato dal labaro che deve restare comunque in maniera perpendicolare al terreno, sorretto dalla sola mano destra, senza utilizzare la
mano sinistra. Si specifica che l’alfiere e la relativa
scorta, non eseguono le disposizioni emanate dall’Autorità di vertice della cerimonia, nel senso che restano fermi sulla posizione dell’attenti per tutta la
durata dell’evento.
In ultimo è da rammentare che i labari delle associazioni combattentistiche e d’arma, alla stregua
delle Bandiere di Guerra o degli Istituti d’Istruzione
delle Forze Armate e di Polizia, devono inchinarsi
solo ed esclusivamente al cospetto del Capo dello
Stato italiano.
7
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 8
LETTERE AL
DIRETTORE
Carissimo Ugo,
quest’anno ricorre il centenario dell’entrata nella
Grande Guerra dell’Italia ed anche il settantesimo
anniversario della fine della IIa Guerra Mondiale.
Periodi storici terribili ed al contempo paradossalmente eroici interamente vissuti da S. M. il Re Vittorio Emanuele III. La vita di Vittorio Emanuele III
comprende buona parte della storia unitaria del nostro paese: dall’anno che precedette l’ingresso delle
truppe di Cadorna in Roma, agli anni 1943-1946
che hanno visto, sul nostro suolo patrio, avvicendarsi
gli eserciti di tutti o quasi i paesi del mondo. È stata
un’immensa alluvione dalla quale non siamo mai riemersi completamente dovendo sottostare alla volontà, per lo più miope e certamente di parte, dei vincitori. In questa alluvione, con molti tesori
inestimabili della nostra storia e della nostra millenaria civiltà, è stata, ahimè, perduta la dinastia che
150 anni fa aveva assunto la guida del Risorgimento
d’Italia e della sua unità.
La guerra è un fenomeno tellurico che scuote violentemente, alle sue radici, l’albero della società
umana e ne fa cadere, come frutti maturi, gli istituti
e costumi più antichi: la monarchia sabauda è stata
la prima vittima della triste avventura nazionale
che ha portato a una totale sconfitta.
Ho a lungo studiato la figura del terzo Re d’Italia cercando di far tacere i miei sentimenti per far posto a
una visione lucida ed orientata dei fatti che oggettivasse la vita e il regno di Vittorio Emanuele III, per
seguirne la straordinaria parabola che è poi la stessa
curva, ascendente e discendente, del nostro paese. Mi
sono così trovato in presenza di un caso paradossale:
un uomo molto preparato, intellettualmente ben dotato, insolitamente virtuoso, prudente, dedito costantemente al suo ufficio e alla sua famiglia è accompagnato da una sorte splendida nel primo
ventennio del suo regno e, quando crede di aver
raggiunto tutti gli obiettivi che un Monarca audace
e ambizioso avrebbe potuto porsi, entra inesplica8
bilmente – nell’anno 1919 che sarà ricordato come
l’anno mille dell’evo moderno – in una nuova e imprevedibile fase di turbamento e sommovimento generale ed interno.
La “rivolta delle masse”, la rivoluzione antidemocratica, antiparlamentare, antiborghese, la lotta del
nuovo secolo contro l’antico, trascina i popoli sconvolti dal meccanismo diabolico del suffragio universale e dalle reazioni alla Ia Guerra Mondiale. È
l’ora dei “reprobi”, è il ritorno del Medio Evo; a questo punto la navigazione del Regno si fa difficile e
tempestosa e tutto quel che, ieri, era un pregio del
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 9
Re, ora diventa difetto: i suoi atteggiamenti riservati,
la sua delicatezza, la sua prudenza, il suo piacere
dello studio e della solitudine, le sue virtù familiari,
la sua modestia, sono responsabili dell’impallidire
della sua stella e della sua fortuna.
Il suo rispetto della legge scritta e della norma statutaria, il limite rigoroso che egli impone al suo ufficio, fanno sì che egli perda la considerazione del suo
popolo, o quanto meno si allontani da esso tanto da
non riuscire a impedire l’ultima avventura della rivoluzione e della dittatura: l’intervento italiano nella
IIa Guerra Mondiale. Questa avventura sfocia nella
catastrofe e la Corona è travolta dalla generale rovina. Lo stesso fenomeno si era già verificato tra il
1917 e il 1918 a Pietroburgo, a Berlino, a Vienna, a
Costantinopoli: esso appartiene a una fenomenologia generale e complessa che le virtù di un uomo
solo, anche collocato in posizione apicale, non possono dominare o correggere.
Da quando le guerre sono fenomeni di lotta ideologica, o civile, o religiosa, gli istituti che governano i
paesi sono succubi delle masse, le quali procedono
implacabili verso la più totale rovina. Non sono più
possibili le “guerre con i merletti”, rigorosamente
sorvegliate dalla “ragion di Stato” e dal calcolo
esatto del guadagno e della perdita. Quando la perdita superava il profitto, la partita veniva chiusa!
Sono così giunto alla conclusione che lo studio della
vita di Vittorio Emanuele III non può prescindere da
un generale esame di coscienza della nostra storia
patria, al fine di riconoscere e ammettere i difetti e
gli errori degli Italiani di allora: le illusioni, le vanità,
le ampollosità, le intemperanze, gli eccessi di tutte
quelle generazioni prima devote a Casa Savoia, poi
fasciste e infine resistenti o fasciste ma repubblicane.
Questo esame di coscienza, a mio avviso, non deve
essere limitato alla politica che negli ultimi anni è definitivamente sprofondata nel baratro dell’indegnità,
ma va esteso alla letteratura, alle arti, alle professioni, all’economia, ai rapporti sociali e familiari, al
costume: una strage di valori e di civiltà.
Così, ad esempio, non ritengo più possibile che si
possa negare l’azione di difesa dello Stato liberale
esercitata dalla monarchia, fino al limite, che il Re
non volle varcare, della guerra civile o della repressione sanguinosa. Come poteva Vittorio Emanuele III
pensare che il suo alto senso di umanità gli sarebbe
stato imputato quale complicità con la dittatura che
invadeva il suo campo e veniva a limitare le sue prerogative? Dopo che, nell’ottobre 1922, la rivoluGUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
zione popolare si impadronì del Governo, con il sostegno e il plauso di altre forze “moderate”, i vecchi
istituti della monarchia liberale resistettero ancora
per qualche anno, poi furono soppressi. Fu allora che
alla Corona venne a mancare l’appoggio del Parlamento (Aventino) e la possibilità di poter formare
una maggioranza di ricambio con l’opposizione costituzionale. Venne anche meno il fisiologico e legittimo gioco dei partiti, la frequenza e il consiglio di
altri leaders politici e così Vittorio Emanuele III si
trovò dinanzi alla realtà della dittatura perpetua
del suo Primo Ministro. Quali forze poteva opporre
il Sovrano alla dittatura? Il popolo italiano si accorse
troppo tardi della lotta nell’oscurità tra Palazzo Venezia e il Quirinale, e fino a quando gli eventi volsero favorevoli, cioè sino al 1936 (fondazione dell’Impero), nessuno avvertì il grave nocumento che
derivava al paese dalla presenza della diarchia: Re
e Duce. Ma quando le cose volsero al peggio, per via
della incontenibile riscossa tedesca guidata dal nazismo, la nave dello Stato italiano vide impazzire la
sua bussola.
Non vi è dunque errore più comodo e grossolano
dello stabilire l’equazione: monarchia = fascismo. La
monarchia costituzionale è incompatibile con un sistema totalitario, perché essa tende a conciliare o a
mediare le opposte esigenze e a garantire l’equilibrio
tra i poteri dello Stato. Solo il fanatismo e il settarismo ideologico dei grandi partiti di massa può cercare di spezzare il sistema monarchico di conciliazione e di equilibrio. Con l’organizzazione del partito
di massa, che obbedisce ad alcuni semplici e suggestivi slogans, si mette in ebollizione il popolo, la
folla; si scatena la “rivolta delle masse” che spezza
gli schemi tradizionali dello Stato liberale e crea attorno al capo, duce o führer, caudillo o conducator,
la nuova morale, il nuovo diritto, le nuove regole di
uno Stato che si presume ultra moderno e torna invece ad essere medievale. Dove il partito tende a
riempire completamente lo Stato, escludendo ogni
altro movimento, si tende a creare lo Stato-partito
così è naturale che il capo di quel partito assuma
funzioni di monarca assoluto e che esso sia incompatibile con un Re costituzionale. I termini di costituzione e di rivoluzione – secondo una massima di
Cavour – non si possono conciliare a lungo perché
l’uno nega l’altro.
La storia non è un conflitto di uomini cattivi contro
uomini buoni, di esseri ingiusti contro esseri giusti;
il conflitto è nelle cose, nelle circostanze e vicende che
9
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 10
sono comandate fuori di noi, dalle leggi della vita e
dalla lotta che è regola terribile e perenne del mondo.
Re Vittorio Emanuele III fu costretto suo malgrado
e nonostante la sua indole a fronteggiare i due conflitti mondiali che videro impegnata la nostra Patria.
Nella Grande Guerra fu correttamente acclamato dagli Italiani Re Soldato, Re Vittorioso, Primo Soldato
d’Italia; nella IIa Guerra Mondiale e nel periodo repubblicano fu talmente dileggiato, sia dai vinti che
dai vincitori, che morì in esilio privato di tutto in
particolare del suo onore. Ecco ritengo che la repubblica, trascorsi tanti anni e oramai scomparsi
tutti i protagonisti di allora, non abbia più nulla da
temere da Re Vittorio Emanuele III e quindi possa alfine riconoscere il ruolo fondamentale della Dinastia
nella storia dell’Italia unita agevolando la sepoltura
nel Pantheon di tutti i Reali ancora tumulati all’estero.
Cari saluti.
Valter L. Cotti Cometti
Carissimo Ugo,
mi riferisco alla lettera a firma del Dott. Aldo Quadrani pubblicata a pagina 13 del bimestrale 1 –
gen-feb 2015 – e condivido pienamente il problema
sollevato con riferimento alla rubrica “Attività delle
Delegazioni”, adesso divenuta “Cronaca delle Delegazioni”, ma che in realtà deve intendersi “Attività”.
Ho sempre sostenuto (vedansi, fra le altre, la mia
prot. n. 139 del 30 dicembre 2005, la mia prot. n.
112 del 25 settembre 2008) che per attività delle delegazioni, a mio modesto parere, deve intendersi
tutto quanto scaturisce dal dinamismo, dall’azione,
dall’iniziativa del delegato: sono quelle iniziative
che traggono origine dall’organizzazione della Delegazione e si realizzano a cure e spese della stessa.
Essere presenti alla festa dell’Arma dei Carabinieri,
non rientra nell’attività della Delegazione ma si
tratta di “impegni di rappresentanza”. Cosa può
interessare se è seguito un buffet? Altro non è che
semplice “vanità” (elenco di Guardie d’Onore, torte,
cannoli, tartufi, sontuosi rinfreschi). È spazio rubato
alla rivista che costa fior di quattrini, e potrebbe essere destinato a “cultura”, ed oggi, con la censura di
regime, è, più che mai, necessaria ed opportuna.
È, anche, evidente che qualora si volesse far pubblicare sul bimestrale notizie che non rientrano nelle
10
“attività” della delegazione o eccedano i requisiti per
la pubblicazione di cui appresso, è sufficiente pagare
lo spazio che si vuole occupare. Infatti il bimestrale
viene pagato alla tipografia a pagine, quindi il conto
è presto fatto.
È oltremodo importante stabilire i requisiti delle
notizie da pubblicare (a titolo esemplificativo e non
tassativo): tipo del carattere, dimensione del carattere, foglio A4, margine destro e sinistro 2 cm., interlinea singola, massimo 20 righe.
Una volta stabiliti i requisiti, per determinazione del
Presidente, tutti si devono adeguare, in caso contrario le notizie non vengono pubblicate.
Grazie per l’ospitalità che vorrai dare alla presente
sul bimestrale.
Cordiali saluti
Giuseppe Valore
Guardia d’Onore matr. 10.628
Caro Giuseppe,
condivido sì e no.
Non tutti i delegati sono uguali. Ci sono quelli attivi
e con capacità propositive ed organizzative e quelli
che…
Anche io ritengo opportuno evidenziare le attività
che si svolgono ad iniziativa delle delegazioni, ma
talvolta, purtroppo in numerose provincie, iniziative
non ce ne sono e ci si limita a qualche presenza alle
cerimonie altrui.
Peraltro anche alle partecipazioni attribuisco una
qualche importanza, perché testimoniano la presenza dell’Istituto nel mondo istituzionale, in quello
militare ed in quello associazionistico.
Meglio questo che l’assenza totale.
Spazio: hai ragione. Ammetto le mie colpe, ma, a
mia parziale giustificazione, rappresento che cerco di
assecondare i desideri (a volte i capricci) del maggior
numero possibile di persone, nella speranza di coinvolgerle.
Governare è molto più difficile che esaminare dall’esterno.
Pagamenti per la pubblicazione: no, dobbiamo semplificare, non complicare.
Stesso discorso per l’inoltro delle comunicazioni.
Se le standardizzassimo, molti, delegati o ispettori
che, come me, non hanno dimestichezza con il computer, non manderebbero più niente.
Governare…
U. d’A.
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 11
Caro Comandante,
sul bimestrale di marzo/aprile ho letto l'intervento
del Prof. Chirico. Personalmente devo dissentire,
pur non essendo fascista. Molti fascisti furono grandi
Italiani, apprezzati ed invidiati anche all'estero.
Qualche nome? Italo Balbo, ad esempio. Quando si
recò negli Stati Uniti, fu omaggiato da tutti. E Costanzo Ciano, il padre di Galeazzo? Un Eroe della 1a
guerra mondiale. Ed il filosofo Giovanni Gentile, Senatore del Regno? E lo scienziato di fama mondiale
Nicola Pende, Senatore del Regno? E Dino Grandi?
Negli anni '30 elogiato dagli Inglesi come valido
Ambasciatore a Londra.
Io credo che il disprezzo lo meritino coloro che furono opportunisti e voltagabbana. Penso ad uno
come Amintore Fanfani. Nel 1938 era un docente
universitario di 30 anni, fervente fascista ed antisemita. Nel dopoguerra, divenne padre della repubblica e fu uno dei 75 costituenti che scrissero l'attuale
carta. E nelle settimane in cui il nostro amato Re
Umberto II stava per morire a Ginevra, lo stesso Fanfani era Premier. E non mi risulta abbia fatto qualcosa per consentire al Sovrano di morire in Patria.
Che bell'esempio di "democratico e cristiano"...
C'è un bel libro di Mirella Serri sugli intellettuali italiani che da fascisti diventarono anti, alla caduta del
regime. Penso a Norberto Bobbio: durante il ventennio si definì "fascista da sempre". Poi, a fascismo
in declino, si iscrisse al partito d'azione. Nel 1984,
Pertini lo nominò addirittura senatore a vita. E gli
esempi potrebbero continuare. Questi, secondo me,
sono i personaggi da additare al pubblico ludibrio.
Un'ultima annotazione: se il fascismo durò vent'anni,
è perché piacque o non dispiacque alla stragrande
maggioranza degli Italiani. Lo affermò il più grande
storico italiano del fascismo, Renzo De Felice. Di fronte
a tutto ciò, il Re Vittorio Emanuele III fece quello che
un Sovrano costituzionale poteva fare.
Grazie per l'attenzione.
Cordiali saluti,
G. d'O. Cav. Uff. O. M. S. Pietro Pisu
Cagliari,
L’Estremo saluto a Massimiliano Cassa
l’Alpino Caduto
Uno dei due militari morti sul Gran Sasso, il giovane
di 28 anni Massimiliano Cassa di Corato (BA) era il
nipote del Delegato di Bari, ORONZO CASSA. Si asGUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
sociano al dolore che ha colpito la famiglia del nostro caro amico Oronzo Cassa la Presidenza dell’Istituto, i vertici del nostro glorioso Sodalizio ed in
particolar modo i Delegati di Barletta e di Foggia legati da grande amicizia personale al collega Delegato
di Bari. Veniamo ai fatti, si tratta di due alpini di 26
e 28 anni entrambi pugliesi in servizio presso la caserma dell’Aquila, che durante una esercitazione
sono precipitati in un dirupo. I due giovani Militari
scivolati in un dirupo sul Gran Sasso a 2.600 metri
di quota, dopo affannose ricerche sono stati rintracciati entrambi deceduti, l’allarme è stato dato da
un commilitone, che non vedendoli rientrare ha allertato la forestale, oltre che il proprio comando.
Sono immediatamente iniziate le ricerche, che hanno
portato alla terribile scoperta. Si ipotizza che alla
base del malaugurato incidente vi sia stata la fitta
nebbia che c’era in quota e che avrebbe disorientato i
due giovani militari. Dopo le delicate e difficili operazioni di ricerca e recupero delle spoglie sono stati officiati solenni funerali che hanno visto la partecipazione di alti gradi dell’Esercito, oltre ad una commossa
partecipazione popolare. Alla famiglia del nostro
Oronzo Cassa giungano, da queste pagine, i più sinceri
sentimenti di cordoglio, di vicinanza e di affetto. Le
montagne abruzzesi sono spesso sottovalutate, anche
da chi viene dal nord e conosce le Alpi. Anche la via più
facile può nascondere insidie, può divenire fatale,
come nel caso dei nostri due giovani militari, sicuramente esperti, ma che una possibile serie di concause
ha portato al malaugurato incidente.
Onofrio L. delli Carri
11
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 12
Una bella iniziativa
della Scuola Allievi Carabinieri di Roma
Questa mattina ho avuto il privilegio di visitare
“dietro le quinte” un allestimento storico e uniformologico che il Comandante della Scuola Allievi
Carabinieri di Roma, caserma Orlando de Tommaso
(M. O. V. M.) già Vittorio Emanuele II, ha voluto organizzare nella palestra dello storico complesso addestrativo di via Carlo Alberto dalla Chiesa.
Il focus tematico è, ovviamente, la partecipazione di
militari dell’Arma dei Carabinieri nel primo conflitto
mondiale nel suo centenario.
Il materiale è stato fornito dal sig. Enzo Nori, storico
sarto militare di Bracciano, che ha collaborato tra
l’altro nella realizzazione del film sulla prima guerra
mondiale “Fango e gloria”; opera discutibile dal
12
punto di vista concettuale ma, nella parte di competenza del sig. Nori, ineccepibile. L’installazione
presenta una parte uniformologica, con manichini
rappresentanti i principali eserciti del conflitto e dei
diorama, in dimensioni originali, di vita quotidiana
e da campo; meravigliosamente ricostruiti un posto
comando ed un giaciglio di prima linea.
C’è anche un nido di mitragliatrice, con la sua minacciosa Maxim, una corazza Farina per Arditi e una
garitta con un carabiniere in uniforme da campo e
lucerna presa paro paro dalle tavole della Domenica
del Corriere.
Alla visita ha partecipato il Ten. Col. CC Francesco
Celestino, del Comando Carabinieri Marina e suo
personale dipendente, anfitrione il Col. Giampiero
Vittorioso, del Comando Scuola Carabinieri. Di notevole importanza è la filogicità della mostra che non
ha rinunciato alla doverosa esposizione di numerosissimi tricolori del Regio Esercito, ornati dallo
stemma della Real Casa di Savoia; cosa questa non
scontata.
Vi è da rilevare anche la presenza di un ritratto ufficiale di S. M. Re Vittorio Emanuele III, nella corretta uniforme del periodo.
A nome dell’Istituto e del suo Presidente ho porto i
complimenti ai realizzatori di questa piccola ma significativa iniziativa.
Aggiungiamo che vi è una parte multimediale con filmati d’epoca che non ho visitato ma che attendeva
l’arrivo di numerose scolaresche e che queste scolaresche accederanno al complesso espositivo per la
piazza d’armi che è tuttora abbellita da un gigantesco busto bronzeo del Gran Re, Padre della Patria.
Teodoro Monescalchi,
Isp. Studi storici militari
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 13
QUOTE
SOCIALI
AMMISSIONE .............................................................100 Euro (senza fascia e cravatta/foulard)
.....................................................................................150 Euro (con fascia e cravatta/foulard)
RINNOVI ANNUALI ................................................... 50 Euro (sostenitori oltre i 50 euro)
PER EFFETTUARE IL PAGAMENTO UTILIZZARE LE SEGUENTI MODALITÀ
Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon
Conto corrente postale: 59325001
Bonifico: Poste Italiane
codice IBAN: IT 08 D 07601 03200 000059325001
codice BIC: BBBIITRRXXX
SOCI BENEMERITI E SOSTENITORI
Arena Giovanni, Carniel Bruno, Cassinelli Lavezzo Alessio, Cirotti Vittorio, Fazzi Giovanni Benedetto,
Gorza Gloria, Locci Federico, Monti Bragadin Stefano, Saponaro Monti Bragadin Raffaella, Tafuri Michele
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
13
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 14
AVVISI
Si segnala una problematica che riguarda la Casa
Militare Umberto I di Turate e che è stata illustrata
dal Delegato Provinciale I. N. G. O. R. T. P. di Varese Avv. Filimberti.
La Struttura ricettiva è stata di recente ammodernata e riattrezzata ed è utilizzabile quale comoda ed
accogliente foresteria Militare (anche a vantaggio degli appartenenti alle Associazioni d’Arma) ed è a disposizione anche per ospitare eventi quali convegni,
conferenze e mostre.
Il Presidente della Casa Militare Dr. Frattini ha però
evidenziato un serio problema che, se non risolto, potrebbe minare la sopravvivenza stessa della Struttura. Nello Statuto della Istituzione è previsto che all’interno della Casa Militare debba necessariamente
risiedere almeno un reduce “delle patrie guerre”.
Il Dr. Frattini si è già attivato per la ricerca di un veterano ma con esito negativo e, pertanto, chiede la
fattiva collaborazione delle Associazioni d’Arma per
aiutarlo ad individuare almeno un “reduce di
guerra” da ospitare stabilmente nella comoda ed
adeguata struttura.
La Casa Militare Umberto I rappresenta, infatti, un
vanto nazionale e, soprattutto, locale poiché è una
delle quattro Case Militari ancora esistenti in Europa
(Italia, Portogallo, Gran Bretagna e Francia) e sarebbe un peccato per l’Italia perdere questa preziosissima realtà. Si prega pertanto di fornire ogni utile
indicazione per individuare almeno un reduce che
possa risiedere stabilmente nella bella Struttura.
Qualsiasi informazione e/o riferimento potrà essere
comunicato alla presidenza dell’Istituto.
CRONACA DELLE
DELEGAZIONI
AGRIGENTO
Canicattì, 9 maggio 2015
Come da calendario, nel novero delle manifestazioni per la ricorrenza del I Centenario della Grande
Guerra 1915-1918, la Delegazione provinciale dell’Istituto in collaborazione con l’Associazione Combattenti e Reduci sez. di Canicattì, nella splendida
cornice risorgimentale del Teatro Sociale cittadino,
dove era allestita una mostra fotografica della
Grande guerra della collezione del Dr. Vella Cannella
Pio, ha organizzato un convegno:”L’Italia Unita per
un’Idea”.
I lavori sono stati aperti, con una sala convegno
14
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 15
piena in tutti i suoi posti a sedere e partecipata, alle
ore 17,30, dalla G. d’O. Vincenzo Racalbuto che per
l’occasione ha ricoperto la carica di moderatore.
Sono intervenuti: il Sindaco di Canicattì Rag. Vincenzo Corbo che ha portato i saluti dell’amministrazione comunale; il delegato provinciale, Cav.
Geom. Pino Iacona, che ha tracciato brevemente la
storia e il fine dell’Istituto, intercalato da brevi passaggi sulla figura del Milite Ignoto, portando inoltre
i saluti del Delegato degli Ordini Dinastici Cav. Avv.
Francesco Atanasio; il coordinatore dell’Associazione Combattenti e Reduci nonché Guardia d’Onore
Dr. Pio Vella Cannella che ha presentato la figura del
Re Soldato: “S. M. Vittorio Emanuele III”; la Dott.ssa
Gabriella Portalone docente di storia contemporanea
Università di Palermo che ha trattato il tema La
Grande Guerra: guerra del Popolo; il Prof. Gaetano
Augello Pres. UNITRE, ha illustrato la figura di una
M. A. V. M. Cap. Giovanni Ippolito; infine ha concluso il Presidente dell’Istituto Cap. di Vasc. Ugo Dr.
d’Atri, che ha presentato una splendida disamina
della Grande Guerra dal punto di vista militare. La
manifestazione è stata allietata da vari intervalli canori eseguiti dal coro polifonico Alma Laetitia Cantorum con canti del nostro Risorgimento, concludendo col Va’ Pensiero e al grido di Viva Verdi.
Hanno partecipato al convegno le delegazioni di
Enna, con i saluti portati dall’Ispettore regionale
Cav. Pippo Restifo, e di Caltanissetta con il delegato
Prof. Enzo Falzone. Per la delegazione agrigentina
erano presenti: Arnone Ida, Buscemi Giuseppe, Cangemi Calogero, Cusumano Gaetano, Di Cesare Calogero, Diecidue Antonino, Ellera Angela, Iacona
Pino, La Mendola Giuseppe, Licata Domenico, Liguori Maria, Li Petri Massimo, Palminteri Antonio,
Racalbuto Vincenzo, Spina Giovanni senior e Spina
Giovanni junior, Terranova Giovanni, Tornambè M.
Luisa, Uricolo Vincenzo, Vella Cannella Pio, Vella
Cannella Grazia M. Rita, Vella Cannella Salvatore.
Inoltre sono intervenuti l’Ass. American Ambulance
Field Service; l’amministrazione del Comune di Camastra rappresentata dal Presidente del Consiglio
Sig.ra Lina Rabino e l’Amministrazione del Comune
di Naro rappresentata dal Sindaco dr. Calogero Cremona con i rispettivi Gonfaloni e vari Club Service.
La manifestazione si è conclusa con una conviviale
delle tre delegazioni, presso il noto Ristorante “Villa
Tropia” di Canicattì con il taglio della torta e un
brindisi finale con l’augurio di un fulgido futuro
per l’Istituto.
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
ALESSANDRIA
Balzola, 8 marzo 2015
Su invito del Comune di Balzola, paese del casalese,
una rappresentanza della Delegazione (Amisano,
Barco, Scaffino, Ulandi e la Delegata De Andrea), ha
partecipato all'evento "La donna nella 1a Guerra
Mondiale", organizzato da Comune, Biblioteca, e
Associazione Culturale "La Chiave dell'Arte" di cui
la Delegata è la referente per Alessandria.
17 marzo
Nella Cittadella di Alessandria, fortezza settecentesca e monumento tra i meglio conservati in Europa,
si è svolta la cerimonia per commemorare la costituzione del Regno d'Italia. Alla presenza del Prefetto,
del Sindaco, di Autorità militari e di molte Associazioni d'Arma si è celebrata la ricorrenza. Presenti le
Guardie d'Onore Luxardo, Scaffino, e la Delegata.
Pecetto di Valenza, 21 marzo 2015
Inaugurazione mostra di pittura e scultura sulla Grande
Guerra, con la partecipazione degli "Amici del Museo
della Gambarina" in "Eroismo e coraggio al femminile". Guardie d'Onore presenti: Amisano, Luxardo.
Casale Monferrato, 18 aprile 2015
Nello storico Palazzo Gozzani di Treville, si è svolto
il tradizionale “Ballo dei 100 e non più 100”, organizzato dal nob. dr. Pierfelice degli Uberti, ispettore
dell’I. N. G. O. R. T. P., e della consorte n. d. Maria
Loredana Pinotti degli Uberti.
L’Istituto è stato fra gli organizzatori dell’evento
con l’International Commission for Orders and Chivalry, le Famiglie Storiche d’Italia e il Circolo dei
Cento e non più Cento.
Fra gli ospiti d’onore S. A. I. R. l’Arciduca Joseph
Karl d’Asburgo, S. A. R. il Principe Dom Duarte di
Braganza, S. A. R. il Principe Leka II d’Albania, il
Principe Maurizio Ferrante Gonzaga Marchese del
Vodice, S. A. R. la Principessa Luciana Hassan dell’Afghanistan con la figlia Principessa Mahera.
Fra i presenti i Principi Boncompagni Ludovisi Rondinelli Vitelli, il Gen. Zavattaro Ardizzi con la consorte,
il Duca de Vargas Machuca, il nob. Dumin.
La delegazione dell’Istituto, con il presidente comandante d’Atri, ha fatto il suo ingresso con la Bandiera
del Regno d’Italia, scortata dalle Guardie d’Onore dr.
Pietroni, Ervas, Panizza, dr. Gelsi e accompagnata
dalle note dell’Inno Sardo.
15
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 16
Circa metà dei trecento presenti erano Guardie d’Onore. Fra loro Antoniuzzi, R. Mattoli, A. D’Orazio,
I. Rossi, Milanese, Arfilli, P. Caruso, Zaffino, Dragonetti de Torres Rutili, Berlinguer, Filimberti, L.
Mastroianni, G. Duvina, G. Scaravelli, Volta, Lembo,
Cecchini, Previero, Zerbola, Fava, L. Angeli, C. Angeli, M. Santoro, Savica, Bellinghieri, Perego, Zanoni, Pulito, Patrone, Tamburello Careddu.
28 aprile 2015
Su invito del Direttore della Scuola Allievi Agenti Polizia di Stato, una rappresentanza della Delegazione
provinciale ha partecipato al Giuramento degli Allievi del 191° Corso, alla presenza del Direttore Centrale per gli Istituti di Istruzione dott. Vincenzo
Roca, delle massime Autorità cittadine, di numerose
altre Associazioni d'Arma. Il Corso è stato dedicato
ad Emanuela Loi, Agente di Polizia morta nella
strage di via D'Amelio in cui perse la vita il giudice
Paolo Borsellino, nel luglio 1992. Emanuela Loi fu
la prima Agente donna della Polizia di Stato a restare
uccisa in servizio. Presenti alla cerimonia del Giuramento le GG. d’O. Niccolò Calvi di Bergolo, Gianpiero Gatti, Alberto Raspagni (Alfiere), la Delegata
De Andrea.
1 maggio 2015
Le Comunità Salesiane del Monferrato, di Alessandria, Asti, Casale, Castelnuovo Don Bosco,Trino e
Vercelli, in collaborazione con il Vescovo di Casale,
Mons. Alceste Catella, il Rettore del Santuario di
Crea e l'Associazione Culturale "La Chiave dell'Arte", hanno organizzato la Festa di Don Bosco nel
Monferrato, nel bicentenario della sua nascita.
La nostra Delegazione ha partecipato con il labaro
alla S. Messa nella Basilica di Crea, ed all'inaugurazione del monumento dedicato ai ragazzi che seguivano il Santo nelle sue passeggiate autunnali a
Crea.
Presenti alla cerimonia labari di altre Associazioni ed
una rappresentanza dell'Ass. Marinai d'Italia Sezione di Alessandria.
Guardie d'Onore presenti: Amisano, Barco, Camagna, Manino e la Delegata De Andrea.
3 maggio 2015
L'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, Sezione di San Michele (Alessandria) ha invitato tutte
le Associazioni combattentistiche e d'Arma alla cerimonia commemorativa in onore del Bersagliere
16
Raschio Giuseppe, nell'ambito delle celebrazioni del
25 aprile. Deposizione di una corona d'alloro al monumento ai caduti, corteo e S. Messa hanno caratterizzato la cerimonia.
Presenti le GG. d’O. Amisano, Barco e la Delegata De
Andrea.
Sezzadio, 24 maggio 2015
La commemorazione organizzata dal Comune si è
svolta con grande partecipazione di rappresentanti
di Associazioni d’Arma, gruppo degli Alpini, Coro
Valtanaro, Autorità, tanti sezzadiesi e persone giunte
dai paesi e città vicine.
La cerimonia, dopo il saluto del sindaco Pier Giorgio Buffa è continuata con la lettura dei tre nomi dei
caduti aggiunti all’elenco già esistente sul monumento in piazza della Libertà e le relative motivazioni a cura di Giuseppe Ricci; con la posa della corona d’alloro, l’omaggio ai caduti da parte delle
Autorità, il silenzio e la lettura della preghiera per i
Caduti da parte del Dott. Gregori, Presidente dell’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi
in guerra, si è conclusa la celebrazione davanti al
monumento.
Il corteo si è quindi avviato verso i locali dell’ex asilo
dove è stata allestita la mostra ricca di quadri, cimeli
della grande guerra, divise e testimonianze, grazie all’apporto dell’appassionato collezionista e Guardia
d’Onore Lorenzo Torielli e alla fattiva collaborazione del Maresciallo Guardia d’Onore Roberto Di
Stefano.
Molto apprezzato anche il quadro dei caduti e dei reduci distribuito in occasione della prossima celebrazione del quattro Novembre nel Parco della Rimembranza del cimitero di Sezzadio.
Tutte queste ricerche e queste memorie verranno
raccolte in un testo che il Comune si occuperà di
stampare e che verrà posto all’ingresso del salone
dove si è svolto un altro momento significativo della
manifestazione.
Dopo l’introduzione del Sindaco Buffa, il Sig. Giuseppe Ricci, Sindaco emerito di Sezzadio, è intervenuto e grazie al grande lavoro di ricerca svolto negli ultimi mesi è riuscito a risalire alle famiglie dei
caduti, al luogo del decesso e alle relative cause.
A questo punto il Sindaco ha passato la parola alla
Prof. Paola DE ANDREA, Delegata provinciale dell’Istituto che, dopo una breve presentazione dell’Istituto e degli eventi che organizza per la conservazione della “memoria storica”del nostro Stato, ha
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 17
chiamato al tavolo degli oratori il Dott. Roberto
Maestri Presidente del Circolo Culturale “I Marchesi
del Monferrato” e il collezionista nonché Guardia
d’Onore Lorenzo Torielli il quale ha fatto un significativo e preciso intervento sulle motivazioni dello
scoppio della “Grande Guerra”, sul numero dei soldati coinvolti e caduti e sui vari tipi di divise del Regio Esercito.
Al termine il Sindaco ha premiato con un attestato
di partecipazione e una medaglia ricordo gli alunni
intervenuti alla cerimonia che hanno contribuito
con disegni e didascalie all’arricchimento della mostra.
Successivamente è stata conferito un attestato alla
cittadina sezzadiese Sig.ra Maddalena Pelizza che,
nata nel 1911 ha potuto dire “IO C’ERO”.
La cerimonia si è conclusa con l’intervento del coro
degli alpini Val Tanaro che hanno anche dedicato un
brano del loro repertorio al Monsignor Giovanni
Scarrone, Cappellano Alpino e parroco di Sezzadio
da parecchi anni a cui è intitolato il parco giochi dove
si è svolta la manifestazione.
ASTI
23 aprile 2015
La Delegazione provinciale ha partecipato, su invito
del Colonnello Fabio Federici, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Asti, alla cerimonia di inaugurazione della nuova Caserma del Comando Provinciale, intitolata all’eroe Giovan Battista
Scapaccino.
La cerimonia è iniziata con l’affluenza degli ospiti e
l’accoglienza dei gonfaloni e delle massime autorità
cittadine; presenti molti Sindaci, amministratori locali, Generali ed ex Comandanti e alcune classi della
scuola primaria di Asti “Salvo d’Acquisto” (dal
nome dell’eroe dell’Arma) con le bandierine tricolori.
La fanfara del terzo reggimento “Lombardia” ha
commosso i presenti eseguendo l’Inno di Mameli e la
Canzone del Piave; molto sentite e condivise le parole del Comandante Interregionale, Generale Vincenzo Coppola, che ha additato Giovan Battista Scapaccino, originario di Incisa e prima medaglia al
valor militare, a esempio per tutti coloro i quali indossano la divisa e a modello per i giovani.
Successivamente il Sindaco di Asti, Avv. Fabrizio Brignolo, ha consegnato al Comandante della Stazione
di Asti la bandiera tricolore da issare sul pennone, riGUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
badendo come i Carabinieri siano il simbolo della sicurezza.
Nel momento dell’inaugurazione della Caserma il taglio del nastro è stato effettuato dalla pronipote dell’eroe Scapaccino; in seguito vi è stato lo scoprimento
della lapide in memoria del Carabiniere Prima Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria e l’onore
ai Caduti.
Il Vescovo di Asti Mons. Francesco Ravinale ha benedetto i locali della caserma, che ospita 110 militari.
È seguito un ricco buffet a conclusione della bella
giornata.
GG. d’O. presenti: Giovanni Triberti – Delegato, Federico Bollito – Alfiere, Nello Scrimaglio – Alfiere,
Osvaldo Dezzani, Maurizio Madonia, Gianfranco
Vaccaneo, Antonio Lo Giudice, Mons. Vittorio Croce,
Michele Sarcinelli, Chiara Di Nunzio, Giuseppe Scaletta, Paolo Lanfranco, Carlo Alberto Goria, Aldo
Fara, Marco Chies, Enrico Rosso, Giuseppe Nobili.
BARI
20 marzo 2015
Presso la Cattedrale di Bari è stata officiata una cerimonia religiosa alla presenza del Generale S. A.
Franco Girardi e delle Massime Autorità Civili e Militari.
Il rito liturgico è stato celebrato da S. E. Mons.
Santo Marcianò Ordinario Militare per l’Italia.
Oltre all’Istituto erano presenti gli Ufficiali della
Marina Militare, dell’Esercito, dell’Aeronautica Militare, della Polizia, dei Carabinieri e della Finanza,
oltre ai Gonfaloni dei vari Comuni della Provincia di
Bari, delle Associazioni Combattentistiche con i relativi Labari e una rappresentanza politica della
Regione Puglia.
17
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 18
Alla cerimonia erano presenti, oltre al Delegato della
Provincia di Bari Oronzo Cassa, le Guardie d’Onore
Minenna e Parato, che hanno presenziato con il Labaro della Provincia di Bari, Tarantini, Albino, Gigante, Barione e Rubini.
Corato, 25 aprile 2015
Cerimonia organizzata dal Comune in cui l’Istituto
era rappresentato dal Delegato provinciale, rag.
Oronzo Cassa, e dalle due neo-iscritte Anita e Simona Tondolo. Presenti le Associazioni combattentistiche e d’Arma, autorità militari e civili ed il senatore Luigi Perrone.
presentanza della Delegazione provinciale, unitamente alle altre Associazioni combattentistiche e
d’arma, ha calorosamente salutato il cambio del tedoforo dell’Esercito.
Alle 14.30 la cerimonia dell’alzabandiera, sulle note
dell’inno di Mameli cantato da tutti i partecipanti, ha
concluso ufficialmente la manifestazione.
Grande entusiasmo ed interesse da parte di alcuni
studenti che hanno preso parte alla cerimonia ed
hanno visitato la locale sezione dell’Associazione
Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra ed il punto
informazioni allestito.
Lungo tutto il percorso, la popolazione locale ha salutato con partecipazione il passaggio del tricolore e
numerose sono state le bandiere poste sui balconi di
Molfetta.
Per l’Istituto erano presenti l’Ispettore per l’Italia Meridionale e le Isole avv. Angelo Gadaleta, il Delegato
di Bari rag. Oronzo Cassa e la Guardia d’Onore Cav.
Sergio Ragno.
Molfetta, 23 maggio 2015
Per celebrare il centenario della Grande Guerra,
1915 -2015, presso il chiostro della Fabbrica di San
Domenico, si è svolta la premiazione del concorso artistico–letterario “Cento anni dalla Grande Guerra”
indetto a partire dai documenti del Generale Luigi
Amato e rivolto agli studenti di tutte le scuole di Molfetta.
L’evento è stato promosso dalla F. I. D. A. P. A., sezione di Molfetta, e dall’Associazione Eredi della
Storia.
Ai ragazzi sono stati consegnati premi, attestati e targhe ricordo offerte dalle associazioni combattentistiche: A. N. M. I. G. (Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra) e A. N. C. R., dall’Ass.
Molfetta, 18 maggio 2015
Nell’ambito della staffetta “L’Esercito marciava…”,
manifestazione promossa ed organizzata dallo Stato
Maggiore dell’Esercito per commemorare il centenario della Prima Guerra Mondiale, nella suggestiva cornice di piazza Mazzini di Molfetta una rap18
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 19
Eredi della Storia, dall’U. N. U. C. I., dall’Istituto
Nazionale del Nastro Azzurro, dal nostro Istituto e
dal Dott. Giuseppe Saverio Poli, oltre che da altre
personalità.
In rappresentanza del Comune di Molfetta l’Assessore alla cultura Betta Mongelli, e per l’Istituto l’Ispettore per l’Italia Meridionale e le Isole avv. Angelo
Gadaleta e l’infaticabile cav. Sergio Ragno.
I lavori artistici dei ragazzi, costituiti da poesie, ricerche storiche e opere pittoriche, sono stati esposti
nel chiostro, assieme a numerosi cimeli della Grande
Guerra, come bandiere, giberne, divise, proiettili, il
labaro dell’Istituto del Nastro Azzurro con le medaglie d’oro al Valor Militare e fotografie come il quadro della medaglia d’oro Cap. Domenico Picca, recentemente donato dall’avvocato Angelo Gadaleta
alle associazioni combattentistiche ed i quadri del
Gen. di Corpo d’Armata Luigi Amato e del Ten.
Marzocca.
BARLETTA
25 aprile 2015
Nella ricorrenza del 70° Anniversario della Liberazione, la Delegazione provinciale Barletta – Andria
– Trani “Francesco Conteduca”, previo invito ufficiale da parte dell’Amministrazione Comunale della
Città di Barletta nella persona del Sindaco Pasquale
Cascella, anche quest’anno ha partecipato alla celebrazione della Festa.
La Delegazione capeggiata dal Delegato Cav. dott.
Ruggiero Piazzolla era composta dalle Guardie d’Onore Bove, De Nisi, Distaso, Garribba, Iodice, Piazzolla F. A., Pica e Porcelluzzi che con le altre Associazioni combattentistiche, le Autorità Civili e
Militari hanno prestato gli Onori militari alle lapidi
del Rivellino presso il Castello Svevo di Barletta per
portarsi in seguito nella Basilica Santo Sepolcro ove
il Vicario Episcopale Mons. Don Filippo Salvo ha
proceduto al saluto dei presenti, e alla toccante monizione introduttiva della preghiera per la comunità
nazionale: “La festa odierna ci unisce a Cristo divino
lavoratore in un vincolo di solidarietà con tutti gli
uomini che in ogni parte della terra faticano e sperano” nella fase conclusiva della Liturgia della parola il Vicario ha poi benedetto le bandiere e i presenti.
In corteo sono sfilate tutte le Associazioni con i
propri vessilli per le principali vie cittadine per
portarsi infine in Piazza Monumento per gli Onori
Militari ai Caduti e ai Martiri del 12 settembre
1943.
BENEVENTO
Cerreto Sannita,16 maggio 2015
Alla cerimonia in memoria della Medaglia d’Oro al
Valor Militare Michele Mattei erano presenti le Guardie d’Onore Andrea Riva, Gennaro Cuccaro, Angelo Ricci e Michele Gargiulo.
BRESCIA
Bergamo, 23 maggio 2015
Il Socio Francesco Giuseppe Spada ha rappresentato
la Delegazione alla Santa Messa organizzata dal Vicariato di Bergamo degli Ordini Dinastici della Real
Casa di Savoia.
2 giugno 2015
La Delegazione in quanto aderente ad Assoarma
Brescia è intervenuta alle celebrazioni del 2 giugno
organizzate dalla prefettura di Brescia; presenti i
soci Giusy Zaninelli, Vito Roberto Robles, Roberto
Didiano, Efrem Piantoni, Franco Buffoli (alfiere),
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
19
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 20
CROTONE
Giuseppe Martinico, Gianfranco Acri accompagnato
dal figlio Jacopo e Alberto Bodei, carabiniere in servizio d’onore.
CAGLIARI
30 aprile 2015
Il presidente dell’Istituto, capitano di vascello d’Atri, ha visitato la delegazione provinciale di Cagliari,
discutendone le attività con i soci.
Erano presenti le Guardie d’Onore Angioni, Biancu,
Cadoni, Ciaralli, Concu, Cuboni, D. Floris, R. Floris, Fulgheri, Ghironi, Lecis, Onano, Palmas, C.
Piga, L. Piga, Piras Trombi, M. J. Saba, R. Saba,
Sciola, Spanu, Turo, Uras, L. Usai.
Al termine riunione conviviale.
Il presidente dell’Istituto ha ringraziato il delegato
uscente, sig. R. Saba, per la valida attività svolta,
ed ha nominato commissario provinciale il sig. L.
Piga.
CAMPOBASSO
27 aprile 2015
Ad iniziativa della delegazione molisana dell’Istituto,
nell’Università degli Studi del Molise si è svolta la
presentazione del volume “Dittatura e Monarchia.
L’Italia tra le due guerre”, del Sen. Prof. Domenico
Fisichella, con interventi dell’Autore e dei proff.
Maria Rosaria Mauro, Giuseppe Pardini e Matteo
Napolitano.
Fra i presenti, il presidente dell’Istituto, capitano di
vascello d’Atri, il delegato L. Orrino, le Guardie
d’Onore dr.ssa M. L. Colitti Caruso, D’Alessandro, A.
G. del Pinto, Maio, F. Orrino, Rosa, Venditti e Zaccaro, il prof. Massimo Mazzetti, il dr. Alessandro
Mazzetti, il dr. Capone.
20
11 aprile 2015
Presso il Museo Mack si è inaugurata la mostra sulla
“Grande Guerra” organizzata dal delegato provinciale dell’Istituto, Cav. Vincenzo Costa. Erano presenti le Guardie d’Onore di Crotone: Cav. Giuseppe
Geracitano, Cav. Antonio Panteca, Sergio Paturzo,
Cav. Concetta Lamonaca, Francesca Grosso, Maria
Francesca Fragale, Luigi Viscomi, Don Franco Sinopoli (Assistente Spirituale) ed inoltr e un rappresentante della Capitaneria di Porto di Crotone, il
Presidente dell'A. C. I. di Crotone, il Presidente dell’A. N. M. I. G. Uff. Salvatore Zito, rappresentanti
dell’Associazione Amici dei Bersaglieri di Crotone,
gruppi di studenti delle Scuole Medie e Superiori di
Crotone accompagnati dai relativi Professori, studenti
provenienti da Cirò Marina ed altri paesi limitrofi ed
infine il Liceo Classico Pitagora di Crotone, di cui
sono stati premiati due allievi per gli elaborati a concorso sulla "Grande Guerra", ed a cui è stata consegnata una Targa con il logo dell’Istituto oltre ad un
Attestato di Benemerenza a ricordo dell'evento.
La mostra, sparsa in tre sale separate, è stata visitata
dai partecipanti con interesse con spiegazioni dettate
dal Costa sulle testate e sulle foto della “Domenica
del Corriere” del famoso giornalista dell’epoca
Achille Beltrame.
A sala gremita e partecipativa ha aperto il dibattito
il delegato Vincenzo Costa dopo aver ascoltato assieme ai presenti l’Inno di Mameli, spiegando ai presenti il motivo della mostra ed il motivo per cui
sono nate le Guardie d’Onore.
Costa ha rivolto il saluto a tutti i presenti; ha fatto seguito una benedizione della giornata e del labaro da
parte dell’assistente spirituale Don Franco Sinopoli ed
una lettura della preghiera delle Guardie d’Onore da
parte di Francesca Grosso. Altri encomi di Benemerenza sono stati consegnati a Mariantonietta Ilaria Viscomi, alla Prof.ssa Angela Manica, a Don Franco Sinopoli, alla D.ssa Ornella Campana, al rappresentante
della Capitaneria di Porto di Crotone.
Un rinfresco ha concluso l'evento. Nei sette giorni di
mostra almeno tremila persone hanno visitato il Museo con interesse.
ENNA
Pietraperzia, 8 maggio 2015.
La delegazione di Enna dell’Istituto, di concerto con
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 21
le delegazioni di Agrigento e di Caltanissetta, ha organizzato un convegno sul tema “Le Nuove generazioni raccontano la Grande Guerra” nell’Auditorium dell’Istituto Comprensivo “Guarnaccia”, con
interventi del dirigente scolastico Prof. Amoroso,
del Sindaco di Pietraperzia, Dott. Emma e del Presidente dell’Istituto, Capitano di Vascello d’Atri.
Hanno fatto seguito brani musicali e premiazione degli alunni partecipanti al concorso celebrativo “Le
Nuove generazioni raccontano la Grande Guerra”.
Particolarmente toccante il momento in cui i duecento presenti hanno intonato “La Leggenda del
Piave”. Dopo il convegno sono state deposte dal Sindaco e dal Presidente dell’Istituto corone d’alloro ai
monumenti ai caduti delle due guerre mondiali, le
cui lapidi sono state restaurate a cura e spese delle
Guardie d’Onore.
Le persone partecipanti hanno raggiunto i monumenti in corteo.
La cerimonia è stata organizzata dall’Ispettore regionale e delegato provinciale di Enna, ins. Giuseppe Restifo, coadiuvato dal delegato di Caltanissetta, prof. Falzone, e dal delegato di Agrigento,
geom. Iacona.
Fra i presenti, le Guardie d’Onore Amico, Astorina,
Barbagallo, Bevilacqua, Calì, Di Giorgio, Fazzi, Fundrisi, Giuliana, Greco, Malfa, Orlando, Rapisarda,
Roma, Salamone, Scillia, Valvo, Iacona, La Mendola,
Liguori, Tornambè, Spina Giovanni senior.
FOGGIA
San Severo, 12 aprile 2015
Nell’auditorium “G. Verdi” di San Severo, con la collaborazione di altre associazioni cittadine, si è svolto
il convegno: “L’Italia nella grande Guerra”. Il Sindaco Avv. Francesco Miglio ha portato il saluto della
città ed è stato introdotto dall’Avv. Matteo Calvano.
La relazione del Prof. Nicola Neri, libero docente
presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Ateneo Barese, ha illustrato i motivi dell’entrata in guerra dell’Italia considerando il contesto storico dell’epoca
delle alleanze, delle inimicizie preesistenti, non ha
trattato la singola battaglia vinta o persa, ma tutto
l’aspetto socio-politico e culturale dell’epoca che, in
sintesi, ha reso inevitabile la discesa nel conflitto dell’Italia, e come l’apporto dell’Italia, e l’apertura di un
importantissimo fronte, sia stato determinante per il
risultato finale. Il prof. Neri ha messo, poi, in rilievo
come per volere del RE Vittorio Emanuele III e della
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
sua intuizione strategica si sia evitata una possibile
divisione dell’unità nazionale, tanto faticosamente
costruita nel 1861, combattendo e tenendo saldo il
fronte su tutta la sponda al di qua del Piave. La
lunga ed esauriente relazione del Prof. Neri ha toccato anche, marginalmente, l’aspetto della battaglia
di Caporetto che se fu una battaglia persa, lo fu perché non bisognava neppure iniziarla con le condizioni climatiche in cui fu combattuta, era una brutta
giornata piena di nebbia, fu in sostanza una infelice
scelta. Grande è stata l’attenzione del folto pubblico e di molte Guardie d’Onore tra cui i Delegati
Oronzo Cassa (Bari), Onofrio delli Carri (Foggia); altri partecipanti: Neri, Calvano, Galli, Volpe, Cupaiuolo, Cuozzo, Bisciotti, Portincasa, Modola Ferro,
Ognissanti, Ravanelli, De Giorgi, Stoduto, Del Re. La
manifestazione è stata aperta dalla banda cittadina
diretta dal m° Antonello Ciccone, che ha eseguito La
canzone del Piave, la Marcia Reale Italiana, l’inno di
Mameli.
26 aprile 2015
Rispondendo all’appello congiunto del nostro Presidente Dott. Ugo d’Atri e dell’Ispettore ai servizi di
Guardia, le tre Delegazioni della Puglia Nord ossia
Bari, Barletta – Andria – Trani, Foggia proseguono
nella politica di collaborazione e condivisione di
eventi e manifestazioni co-organizzate, esempio raro
nell’associazionismo in genere dove affiorano gelosie e invidie. Le tre Delegazioni della Puglia nord son
giunte a Roma, dove, ad attenderli vi era il Comandante d’Atri che, anche di domenica, ha aperto la
sede dell’Istituto. L’operato di d’Atri non solo è lodevole per l’impegno e l’abnegazione che da sempre
gli riconosciamo, egli riesce a stupirci ogni giorno di
21
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 22
più con il suo attaccamento ai valori monarchici, e
di fedeltà alla Casa Savoia ed alle auguste figure dei
4 Sovrani e delle tre Regine. Lo stupore, il piacere,
e l’onore più grande il Comandante d’Atri ce lo ha dato
montando la guardia insieme a noi, ci ha commossi. Il
drappello delle Guardie d’Onore agli ordini del Delegato di Foggia è stato inquadrato nel cortile dell’Istituto ed ha marciato, in maniera impeccabile e marziale, con in testa i tre labari fino all’interno del
Pantheon dove, poi, hanno montato la guardia, durante il tragitto il drappello è stato fotografato e filmato
da tanti turisti italiani e stranieri, molti dei quali, poi,
all’interno della Basilica, hanno chiesto informazioni
sulle Guardie d’Onore. Alla fine del turno di Guardia
d’Onore solenne, nuovamente inquadrato, il drappello, ha fatto ritorno fino all’interno del cortile dell’Istituto dove è stato ordinato il rompete le righe.
Hanno fatto parte della pattuglia le seguenti Guardie d’Onore: Cassa Oronzo, delli Carri Onofrio, Piazzolla Ruggiero, De Giorgi Antonio, Bisciotti Gennaro,
Calvano Matteo, Nevola Francesca, De Chirico Alessandra, Porcelluzzi Giuseppe, Pica Antonio, Denisi
Abilno, Iodice Ruggiero, Gigante Renzo, Piazzolla Filippo, Parato Vincenzo.
viene trasferita: dal Santuario, in Cattedrale, che
quest’anno, rimaneggiata da un recentissimo terremoto, non ha ospitato la statua della Vergine che è
stata portata nella Chiesa di San Nicola. Dopo aver
attraversato le vie cittadine fra ali di folla festanti,
in preghiera, in adorazione, dai balconi vengono
lanciati biglietti di omaggio, petali di rose tra scatti
di centinaia di foto e di filmati.
Alle Guardie d’Onore, da parte delle autorità ecclesiastiche, è riservato l’onore e l’onere di scortare la
statua della Vergine SS. del Soccorso un piccolo
gruppo di Guardie capeggiate dal Delegato Onofrio
delli Carri e dal fiduciario per l’alto Tavoliere Matteo Calvano il labaro sociale, corredato di recente di
27 medaglie al valor militare, è stato portato dall’alfiere Giuseppe Ravanelli mentre erano di scorta,
tra l’altro Antonio De Giorgi, Gianfranco Cupaiuolo
e Roberto Modola, Gennaro Ferro, Michele Cupaiolo.
Dopo aver attraversato le strade della città il simulacro della SS. Patrona dopo il suo trionfale ingresso in Chiesa è stata accolta dal Vescovo Monsignor Lucio Renna il quale ha invitato i tantissimi
fedeli alla preghiera ed all’adorazione della Mamma
di tutti noi.
3 maggio 2015
La Delegazione provinciale anche quest’anno, nel
mese di Maggio, rende Onore alla Patrona delle
Guardie d’Onore della provincia di Foggia, la Vergine Maria SS. del Soccorso, che si venera in San Severo, delizioso comune del Tavoliere delle Puglie a
nord di Foggia. La venerazione della Beata Vergine
Maria in quel di San Severo è veramente unica ed eccezionale, perlomeno per noi italiani. I cittadini di
San Severo, per l’intero mese di Maggio, festeggiano
la Santa Patrona che come anzi detto, è anche la nostra patrona provinciale. Nella prima domenica di
maggio, la preziosa ed antica statua della Madonna,
19 maggio 2015
L’Esercito Italiano, utilizzando il suo parco “atleti”
ha commemorato la Grande Guerra con delle staffette sportive che hanno attraversato tutte o quasi
le città italiane, partendo dal sud e dal nord tutte
in direzione di Trieste. Nel nostro caso, la staffetta
degli atleti, che transitava per le vie cittadine,
portando un testimone, con in cima il tricolore
nazionale, è partita da Lecce per concludere, poi,
il suo percorso itinerante a Trieste il 24 maggio.
Nella centralissima Piazza Cavour vi è stato un afflusso di scolaresche, autorità politiche, associazioni combattentistiche e d’Arma i comandanti
22
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 23
provinciali della Benemerita, della Guardia di Finanza, della Forestale, dell’Aeronautica e dei due
Reggimenti di stanza a Foggia, il 21° Reggimento
Artiglieria Terrestre “TRIESTE” e l’11° Reggimento Genio Guastatori. La fanfara dei bersaglieri ha intonato l’inno nazionale, la canzone del
Piave ed altre marce militari. La Delegazione provinciale era presente con sette componenti tra cui
il Delegato delli Carri, Calvano, Cuozzo, De Giorgi,
Regolo, Morelli, Ferro.
GENOVA
7 giugno 2015
È stata celebrata la Santa Messa nella cripta sotto
l’Arco dei Caduti in piazza della Vittoria. Durante la
funzione, officiata da Padre Celso, è stata cantata la
“Leggenda del Piave”.
L’AQUILA
Scoppito, 27 novembre 2014
Si è tenuta nella sala consiliare del Municipio il conferimento della tessera onoraria d’Istituto al reduce
della seconda Guerra Mondiale, Maresciallo Capo
Giovanni De Carolis.
Da giovanissimo Finanziere partecipò con il II Battaglione Mobilitato delle Fiamme Gialle (successivamente decorato di una Medaglia di Bronzo al Valor Militare), al 2° Conflitto Mondiale nell’area
Balcanica, in seguito proseguì la sua carriera nella
Guardia di Finanza prima, e nell’Agenzia delle Dogane poi.
Oggi il novantacinquenne, è sempre in prima fila
nelle manifestazioni cui l’Associazione Nazionale
Finanzieri d’Italia – sezione di L’Aquila, è chia-
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
mata a presenziare. È proprio in queste occasioni
che il reduce è stato conosciuto dalla Delegazione
delle Guardie d’Onore che ha promosso l’iniziativa.
Egli era ignaro dell’evento sino a qualche minuto
prima, commosso, ha manifestato il suo orgoglio di
soldato ricordando in sintesi, i fatti d’arme risalenti
a quel periodo.
La cerimonia ha avuto inizio con l’intervento del Delegato dell’Istituto, Maresciallo Maggiore Aiutante
Sostituto Ufficiale di Pubblica Sicurezza Donato
Agostinelli, che ha rammentato quanto sia un errore
la guerra, ed ha soprattutto più volte ringraziato il
reduce per quello che ha fatto per la Patria, ed il Sindaco, dott. Marco Giusti, per essersi reso disponibile
ad accogliere tutti gli ospiti. Il Delegato ha portato i
personali saluti del Presidente dell’Istituto, Cap. di
Vascello Ugo d’Atri e dell’Ispettore Regionale per l’Abruzzo Cap. Cristophe Ruffier.
Dopodiché il primo cittadino di Scoppito, località di
residenza del reduce, meravigliato a causa del folto
pubblico inaspettato, ha proferito parole di gratitudine e felicità per l’occasione.
Più tardi è avvenuta la consegna della tessera onoraria concessa dal Presidente dell’Istituto e di una copia del rivista “Guardia d’Onore” del gennaio-febbraio 2014, in cui a pagina 31, si parla della prima
occasione di gemellaggio tra Guardie d’Onore e Sezione A. N. F. I. di L’Aquila. La consegna è stata effettuata dalla Guardia d’Onore Potito Antolino, promotore dell’evento.
All’ex combattente è stato consegnato, inoltre, un
crest ricordo del bicentenario dell’Arma dei Carabinieri, a cura del Delegato Donato Agostinelli, Maresciallo in servizio nella Benemerita.
Infine, anche il Presidente della locale Sezione A. N.
F. I., Maresciallo Aiutante Domenico Del Pinto, commosso, pronunciando parole di stima ed affetto ha
consegnato una targa ricordo al Maresciallo de Carolis.
Alla cerimonia hanno preso parte anche i parenti del
reduce, tra cui la figlia che ha voluto ringraziare la
Delegazione delle Guardie d’Onore oltreché il Sindaco di Scoppito per la singolare e inaspettata iniziativa.
Ancora, erano presenti alcuni Soci dell’A. N. F. I. con
il labaro della Sezione aquilana, il Comandante della
locale Stazione Carabinieri, le Guardie d’Onore Vincenzo Biasini, Piero Trinchini e Floriana Maggiore,
ed infine altri ospiti nonché cittadini locali che hanno
molto apprezzato il motivo della cerimonia.
23
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 24
MANTOVA
28 aprile 2015
Presentazione del libro “Confesso che ho indagato”
alla presenza dell’autore, il questore Michele Giuttari.
MODENA
Carpi, 11 aprile 2015
Nella ricorrenza dei 150 anni dalla morte del Generale Manfredo Fanti, protagonista nelle Guerre d’Indipendenza, prendendo parte fin dal Febbraio del
1831 alla rivolta organizzata da Ciro Menotti contro il Duca di Modena, fondatore dell’Esercito Italiano e dell’Accademia Militare di Modena, ministro
e senatore del Regno d’Italia, la Delegazione di Modena del nostro Istituto è stata ispiratrice e parte attiva nelle celebrazioni che il Comune di Carpi ha voluto riservare al suo illustre e valoroso cittadino. Il
programma delle manifestazioni era stato precedentemente presentato alla Stampa alla presenza
dei Sig. Pierluigi Poli e Vittorio Menotti, pronipoti rispettivamente di Manfredo Fanti e di Ciro Menotti.
In tale occasione il Commissario di Modena Riccardo Rubbiani e l’Ispettore regionale Dionigi Ruggeri hanno approfittato per presentare l’attività dell’Istituto. La giornata celebrativa è iniziata nella
splendida cornice dell’Auditorium San Rocco, gremito di Autorità e di cittadini, con un convegno
sulla figura e l’opera del Generale a cura di valenti
storici quali il Professor Giorgio Montecchi dell’Università di Milano e Delegato di Modena per l’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, il Professor Ciro Romano dell’Università Federico II di
24
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 25
Napoli ed Ispettore alla cultura dell’Istituto ed il
Dottor Michele D’Andrea già Dirigente del Quirinale.
Il Sindaco Alberto Bellelli che presieduto il convegno,
nel ringraziare i promotori dell’evento tra i quali il
nostro Istituto, ha fatto propria l’idea di celebrare le
tante figure di italiani di grande valore morale, civile
e professionale poco ricordate come appunto Manfredo Fanti. Alla fine del convegno i presenti si sono
poi recati in corteo per le vie cittadine, con in testa
il gruppo storico Battaglione Estense in divisa, il
Gonfalone cittadino, i labari delle Associazioni
d’Arma e dell’Associazione Insigniti di Onorificenze
Cavalleresche, a deporre una corona al monumento
equestre del Generale Fanti rimosso nel Dicembre del
1939 dalla piazza principale della città ed ora al
Parco delle Rimembranze. Ad attenderli era schierato un picchetto di Allievi Ufficiali dell’Accademia
Militare di Modena. Il Sindaco Alberto Bellelli ed il
Generale Salvatore Camporeale, Comandante dell’Accademia Militare di Modena, hanno sottolineato,
ai numerosi cittadini presenti, l’importanza del personaggio celebrato nella storia d’Italia e della ricorrenza, il Sindaco poi ha sottolineato l’importanza di
recuperare il senso della Patria e di sentirsi italiani
sopra ad ogni altro interesse, facendo proprie le parole pronunciate dall’Ispettore alla Cultura prof.
Ciro Romano durante il Convegno, il che sottolinea
quanto sia stato apprezzato l’intervento dello stesso.
Il Comitato per le celebrazioni, formato dai responsabili del Comune di Carpi, della Fondazione San
Rocco Arte e Cultura, dell’Accademia Militare di
Modena, del nostro Istituto, dell’Istituto per la Storia del Risorgimento, della Fondazione C. R. di
Carpi, dell’Associazione Mazziniana, dell’A. N. I.
O. C. e dell’Associazione Volontari e Reduci Garibaldini, ha espresso l’intenzione, visto il successo
della giornata, di organizzare incontri a carattere storico specialmente nelle scuole. Per il nostro Istituto
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
erano presenti con due labari il Commissario provinciale Riccardo Rubbiani, coadiuvato nell’occasione dall’intera Famiglia, l’Ispettore regionale Dionigi Ruggeri, il Vicario di Ravenna degli Ordini
Dinastici di Casa Savoia Arturo Menghi Sartorio, la
Segretaria regionale Serena Savorani, le Guardie
d’Onore Patrizio Gagliardi di Bologna, Luigi Scaravelli ed Anna Volta Scaravelli di Reggio Emilia, Antonio Longhi e Ricchi Piergiorgio della Delegazione
di Modena. Al termine delle celebrazioni una conviviale in salsa emiliana allo Sporting Club di Carpi,
presenti circa 25 persone, durante la quale il Commissario Rubbiani ha avuto modo di programmare
altri eventi con gli organizzatori della giornata, tra i
quali l’esposizione a Carpi, a metà del prossimo Novembre, della Mostra dedicata alla Grande Guerra
realizzata su un’idea dell’Ispettore regionale Dionigi
Ruggeri col patrocinio del nostro Istituto, il tutto in un
clima di sincero apprezzamento reciproco per il lavoro
svolto e di grande cordialità fra i presenti.
PADOVA
30/31 maggio 2015
La mostra “La Grande Guerra vista dalla Domenica
del Corriere”, organizzata dall’Istituto, è stata inaugurata il 30 maggio dall’assessore al Comune di Padova Marina Buffoni e dal presidente dell’I. N. G. O.
R. T. P. capitano di vascello Ugo d’Atri a Palazzo Camerini, sede del Museo della 3 a Armata.
Erano presenti il Questore di Padova, dr. Gianfranco
Bernabei, il consigliere regionale Zanon, il direttore
25
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 26
del Museo Ten. Col. Castagna, il dr. de Rénoche e,
per l’Istituto, gli Ispettori Gen. Grassi e dr. Ruggeri,
creatore della mostra, il delegato provinciale di Padova, Gen. Giacalone, il conte Giustiniani, la sig.ra
Dejana Ussino, il sig. Bajardi.
Il 31, a Cittadella, l’Istituto ha deposto una corona
d’alloro al cimitero che ospita le salme di oltre ventunomila caduti dell’Esercito Austro-ungarico.
Successivamente, al Tempio della Pace di Padova,
che ospita le salme di più di cinquemila soldati italiani, è stata celebrata una Santa Messa in suffragio
dei Caduti. Interventi del Gen. Giacalone e dell’assessore Buffoni. Era presente una rappresentanza
militare.
A conclusione della giornata, è stata tenuta una riunione conviviale all’Hotel Alexander Palace di
Abano.
Fra i presenti la Guardia d’Onore On. dr. Lembo e
i delegati provinciali di Vicenza, Santo Giuseppe
Ponza, e di Venezia, Gennaro Belladonna.
PAVIA
Montebello della Battaglia, 17 maggio 2015
La delegazione di Pavia ha partecipato alla cerimonia commemorativa del 156° anniversario della battaglia di Montebello, organizzato dall’Associazione
Nazionale Arma di Cavalleria e dal Reggimento
Lancieri di Montebello (8°), erede dei Cavalleggeri
del Monferrato (13°). Nella foto, le Guardie d’Onore
Meisina, Agrillo, Bellani e Carini.
Ottobiano, 24 maggio 2015
Con una solenne cerimonia al suono dell’Inno Sardo
e del Canto degli Italiani veniva issata la bandiera
italiana, e dai passi sotto riportati del discorso di
commiato della G. d’O. Enrico Granata, presidente
e fondatore dal 1986 del gruppo associativo locale
Turismo Giovanile e Sociale (TGS) Italia di Ottobiano (PV), ai diciottenni sono state consegnate una
bandiera, lo Statuto Albertino, la Costituzione e per
non dimenticare (edito dal Ministero dell’Istruzione).
26
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 27
Il TGS è Associazione Salesiana iscritta al Registro
Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale,
Dipartimento per le politiche sociali e previdenziali
– Direzione Generale del Volontariato, dell'Associazionismo sociale e delle Politiche giovanili del Ministero del Lavoro, della Salute, e delle Politiche Sociali. Il TGS Nazionale costituitasi il 28 febbraio
1968 è promosso dagli Enti CNOS (Centro Nazionale Opere Salesiane) e CIOFS (Centro Italiano
Opere Femminili Salesiane). Nel 2007 ha ottenuto il
riconoscimento come Associazione di Promozione
Sociale. Si articola lungo il territorio nazionale ed ha
sede centrale a Roma. Da nord a sud operano le varie associazioni affiliate alla sede nazionale che ne è
il centro propulsore. (www.turismogiovanilesociale.it) La G. d’O. Granata così si è espressa fra l’altro: «Una ricorrenza speciale: Cento anni! Purtroppo
ancora oggi anche da coloro che dovrebbero riconoscere e sentire quella situazione, è vista come pura
e semplice manifestazione esterna, magari dovuta,
ma fine a se stessa. Il senso profondo di quei giorni
che hanno dato inizio a quella che sarebbe stata la
Grande Guerra, per l’efferatezza del sistema di attacchi, l’ultima per il suo non continuo coinvolgimento di civili, l’ultima la più sanguinosa per i suoi
assalti corpo a corpo.
Vorrei far memoria ad ognuno di noi e soprattutto a
quei giovani che ingenuamente forse un po’ disdegnosi della storia, cosa passata ormai, cosa di poveri
nostalgici, che è proprio quella «storia noiosa» che
continua ad insegnare, che è proprio quella storia che
aggrega un popolo e ci insegna, che è quella storia
che può essere ripetuta celata sotto altre forme magari più moderne ma che alla fin fine è sempre quell’orrore da non più ripetersi. Ma sembra che constatiamo ancor oggi che il tempo non abbia insegnato
poi molto.
La presenza, come in altre località, ad Ottobiano, di
quel nutrito e forse incompleto elenco di soldati sul
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
granitico bel monumento che vuol ricordare quei
monti da loro valicati, ma di un ben altro colore, che
intristisce, grigiastro proprio della pietra del Carso,
o calcare di Aurisina, non limita il numero di coloro
che hanno combattuto ma rappresenta solo un piccola decima di sangue a cui si aggiungono militi e civili che hanno coronato l’ideale di unità della nostra
Italia. Colgo l’occasione per ricordare che Ottobiano
annovera anche un altro illustre caduto: Pietro De
Lorenzi (detto il Chierico Soldato) nato nel 1896 e
morto nel 1919 nell'ospedale di Mantova in odore di
santità in seguito alle ferite riportate nei combattimenti
di quella guerra che costò un numero di vittime altissimo tale da essere definita la “grande guerra” uno dei
più sanguinosi conflitti della storia umana.
Parole e azioni quali onore, patriottismo, l’eroismo,
il sacrificio dei nostri soldati, devono rimanere impresse nella mente e nello spirito di ognuno di noi e
tornare a risvegliare quel senso di responsabilità che
ci sprona a riflettere su coloro che ci hanno offerto
quella libertà di cui oggi noi godiamo, alle volte immeritatamente, in seno ad un’unica grande nazione,
a cui come loro anche noi nel bene o nel male dobbiamo e vogliamo credere.
A loro la nostra gratitudine e il nostro pensiero costante.
Il ricordo di questa giornata ci porti a riflettere che
sono esistiti uomini e donne che per questa nostra
Italia valeva la vita.
A nome dell’associazione che rappresento desidero
rivolgere prima di tutto un caloroso ringraziamento
innanzitutto al sig. Sindaco e alla sua Amministrazione per la fattiva collaborazione prestataci nell’accoglire subito di buon grado la nostra proposta
e nell’organizzare questa giornata ricordo.
Un saluto e un caloroso grazie alle associazioni
d’arma e combattentistiche all’associazione volontarie della croce rossa, ai sindaci, alle Guardie d’onore alle reali tombe del Pantheon che hanno voluto
essere presenti malgrado i molteplici impegni di
questo periodo; alle forze dell’ordine, l’Arma Benemerita, ai rappresentanti della protezione civile, al
gruppo Anteas e a Vologè che ci hanno onorato con
la loro presenza e ci offrono il loro costante impegno.
E non da ultimi, al sig. Parroco don Piergiorgio Valdonio con don Mario Granata sdb, a Monica con il
gruppo del coro, al gruppo cinema teatro sociale di
Ottobiano, le insegnanti dell’asilo e a tutti coloro che
con il loro apporto hanno reso possibile questa manifestazione oggi.
27
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 28
Cari giovani tutti che rappresentate le generazioni
future, in particolar modo coloro che in questo anno
si apprestano ad entrare nel mondo degli adulti,
sono speranzoso che questa giornata vi abbia lasciato
un importante segno indelebile di maturità: non lasciare mai cadere nell’oblio la nostra storia Patria
specie quella locale, siate consapevoli che l’abbandono è un germe che via via può crescere in modo
dannoso, non costruttivo, che non reca contributi per
un cambiamento in meglio nel tempo e in ogni
campo.
Non pensate che basti poco o che sia sufficiente che
scorra il tempo, questa parola che oggi abbiamo
evidenziata ricorrerà spesso nella vostra vita: sacrificio.
L’augurio è che sappiate mantenere sempre vivo il ricordo di chi vi ha preceduto nel tempo, sconosciuto
o conosciuto, e che senza conoscervi direttamente
con il suo sacrificio vi ha voluto amare donandovi
tutto quello che di bello e di buono potete oggi apprezzare.
Oggi non è stato un momento di folclore (e chi lo
pensa è fuori strada), oggi non è stato un festeggiamento o una rievocazione, oggi è il voler ricordare
tutti coloro che in tutte le guerre hanno lasciato genitori in lutto, orfani in lacrime e vedove da consolare. È il ricordo di coloro che sono dimenticati o di
cui nessuno ricorda l’esistenza. Questa è la giornata
di oggi questo è il brano di vita di quella che è la nostra Patria: Italia.»
L’entusiasmo ha rivelato un altro volto di questo piccolo paese, Ottobiano, in quella che fu la provincia
di Lomellina e mandamento di S.Giorgio di Lomellina oggi di mille anime o poco più: anche le più piccole vie nascoste hanno esposto il vessillo italiano
spontaneamente. E a cominciare dal Primo cittadino
le G. d’O. hanno riscosso grande successo e visibilità.
La commemorazione è stata condotta dalla G. d’O.
cav. Enrico Granata.
Hanno presenziato inoltre il Nob. Comm. Dr. Pietro Baldi – vide delegato per la Lomellina – il cav.
Giorgio Corbella, la dama di commenda Maria Teresa Agrillo, la G. d’O. Alessandro Meisina, i sindaci di Ottobiano, Tromello e San Giorgio di Lomellina, l’Associazione Nazionale Alpini di Dorno,
l’Associazione Arma Aeronautica di Robbio, le
Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana di
Vigevano, la Protezione Civile di Vo. Lo.Ge, il
maresciallo comandante la stazione dei Carabinieri di San Giorgio Lomellina; infine, messaggi
28
sono stati inviati dalla Presidenza della Repubblica, dal comando della Guardia di Finanza di
Vigevano, dal comando dei Carabinieri di Vigevano.
PIACENZA
Ziano Piacentino, 24 maggio 2015
Il Delegato provinciale, Prof. Daniele Tizzoni ha
partecipato alla cerimonia commemorativa del
Ten. Pilota Fulvio Curtoni, organizzata dalla Associazione Arma Aeronautica con la locale sezione
A. N. A.
Per il pilota, deceduto in servizio in data 15/3/1975
è stata scoperta una targa alla memoria presso il Monumento ai Caduti. In seguito è stata inaugurata una
“Mostra Aeronautica” e una mostra fotografica su
“La Grande Guerra”.
PISA
16 marzo 2015
Si è, come ogni anno, celebrata la Santa Messa, con
la partecipazione di numerose persone, in occasione del XXXII anniversario della morte di S. M.
Umberto II di Savoia, organizzata dalla delegazione provinciale, nella chiesa abbaziale di San Michele in Borgo.
Ha celebrato la Santa Messa mons. Franco Baggiani che ha ricordato oltre al Re Umberto II, i reali
scomparsi che hanno tanto contribuito a costruire
l’Italia. Hanno prestato servizio d’onore al tricolore
con lo stemma sabaudo le GG. d’O. Francesco Lapucci, e Corrado Coscetti.
Il Delegato di Pisa, Umberto Moschini, ha letto la
preghiera in suffragio del Re Umberto II ricordando tutti i reali defunti, ed inoltre ha pure ricordato i morti dell’Isonzo e del Carso, di Amba
Alagi e di Perati, di El Alamein e Cefalonia e di
Montelungo e Nasserja.
Infine si è nuovamente auspicato che finalmente le
sue spoglie e quella della Regina Maria Josè e dei
reali genitori possano riposare nel Pantheon luogo
che gli italiani vollero come ultima dimora per i
Savoia che resero l’Italia una unica Patria.
PUGLIA
26 aprile 2015
Servizio di guardia collettivo al Pantheon delle
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 29
Guardie d’Onore delle delegazioni provinciali di
Foggia, Barletta – Andria – Trani e Bari, guidate
dai delegati provinciali delli Carri, R. Piazzolla e
Cassa.
Erano presenti Parato, Nevola, De Chirico, Pica,
De Nisi, G. Caputo, Gigante, Porcelluzzi, Iodice,
De Giorgi, Bisciotti.
Si sono aggiunti a loro nel servizio di guardia d’Atri, Arfilli, C. Angeli e Cangini.
RAGUSA
Ispica, 7 maggio 2015
Organizzato dalla locale sezione dell’Associazione
Nazionale Carabinieri, con il patrocinio del Comune, presso i locali de “Il Mercato” si è tenuto
l’incontro-dibattito: “I Carabinieri sempre più vicini alla gente”.
Sono intervenuti: il dr. Annunziato Vardè, Prefetto
di Ragusa, i Sindaci dei Comuni di Ispica e Pozzallo, mons. Giurdanella, vicario del Vescovo di
Noto, il T. Col. Sigismondo Fragassi, comandante
provinciale dei Carabinieri, il vicequestore, dr.ssa
Malandrino, il cav. app. sc. CC Luigi Avveduto,
del COCER di Roma, l’On.le Orazio Ragusa deputato all’Assemblea Regionale Siciliana, un nutrito numero di soci dell’A. N. C. con i propri familiari, nonché un folto numero di cittadini. Per
l’Istituto erano presenti le Guardie d’Onore: T.
Col. cav. Vincenzo Piccitto, 1° cap. b. cpl. Giorgio
Basile, Cap. C. R. I. cpl. Salvatore Donzello, lgt.
CC. In cgd Paolo Aldo Aprile, e Sen. Marina Moltisanti.
Alla fine degli interventi sono stati consegnati ad
alcuni Soci attestati e medaglie di benemerenza rilasciati dal Presidente dell’Associazione Nazionale
Carabinieri GCA Libero Lo Sardo.
Negli ampi locali è stata, altresì, allestita una mostra
di cimeli dell’Arma, che ha destato una grande curiosità ed apprezzamento dei presenti e dei visitatori.
Pachino, 1/3 maggio 2015
Organizzato dall’Associazione Militare Culturale “LAMBA DORIA” di Siracusa e dal “MILITARY VEHICLE COLLECTORS’ CLUB” di
Malta, con il patrocinio dei comuni di: Siracusa, Avola, Noto, Pachino, Porto Palo di CapoPassero, è stato organizzato l’evento rievocativo storico “NOTO 1943 – Voci di una guerra
in tempo di pace”.
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
La manifestazione si è articolata in una commemorazione dei caduti presso il cimitero inglese di
Siracusa e presso il Pantheon di Siracusa, presso i
monumenti ai caduti di tutte le guerre di Avola e
Noto; in questa ultima città si è tenuta una rappresentazione della battaglia di Noto del 10 luglio
1943 con la partecipazione del corrispettivo
Gruppo Storico Rievocativo Italiano e Maltese, cui
ha fatto seguito un convegno sulle vicende belliche
del luglio 1943.
Infine a Pachino, Marzamemi e PortoPalo di CapoPassero si sono commemorati i caduti Italiani
con la deposizione di corone di alloro nei monumenti ai caduti di tutte le guerre, nonché corone
sulla costa di Scalo Mandria (luogo di sbarco del
contingente maltese) e Costa dell’Ambra (luogo di
sbarco delle truppe Canadesi).
Nella rievocazione storica e nelle varie cerimonie di deposizioni di corone e di onore ai caduti
ha prestato servizio un picchetto in divisa del
75° Reggimento Fanteria della “Brigata Napoli”
che era schierato nel 1943 a difesa della costa
meridionale della Sicilia. I soci del Military
Vehicle Collectors’ Club erano presenti in
uniforme dei soldati maltesi che fecero parte
del contingente canadese che partecipò allo
sbarco del 1943.
Con l’evento nelle sue varie giornate e tappe vi era
una mostra itinerante e statica di mezzi storici
dell’epoca dello sbarco (una quindicina di motociclisti italiani, tedeschi, inglesi ed altrettanti veicoli per trasporto truppa).
Per l’Istituto, invitato dagli organizzatori, era presente la G. d’O. t. col. cav. Vincenzo Piccitto.
RAVENNA
9 e 10 maggio 2015
Brescia non si affaccia sul mare ma ha una lunga
e radicata tradizione di «soldati» di mare che si
specchia nell'Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli di
Breno in Vallecamonica, attuale capo di Stato
maggiore della Difesa, e del Capitano di Vascello
Luca Conti di Lovere comandante della portaerei
Cavour. Ecco spiegato perché sulla Rivera romagnola sono approdati 900 marinai bresciani, tra
cui il Socio G. d'O. Francesco Giuseppe Spada, che
hanno sfilato sotto il palco delle autorità, tra cui il
presidente nazionale A. N. M. I. Paolo Pagnottella
e l'ammiraglio Giuseppe De Giorgi, Capo di Stato
29
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.51 Pagina 30
maggiore della Marina militare. I marinai di ieri e
di oggi hanno sfilato orgogliosi del loro basco e dei
loro gonfaloni plurimedagliati. Ravenna ha ringraziato tutti i gruppi per il lavoro che svolgono
ogni giorno nel mondo del volontariato e della solidarietà. Sono stati ricordati Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i nostri due fucilieri di
Marina, ancora ingiustamente trattenuti in India.
Faenza, 24 maggio 2015
Il Delegato provinciale, Avv. Claudio Angeli, ha
partecipato, con la G. d’O. Giordano Cangini e con
il labaro della Delegazione all’evento “1915 –
2015: “il Piave mormorava…testi e suoni dalla
trincea”, organizzato dall’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia, sezione di Faenza, su invito del Presidente della stessa sezione.
L’evento ha visto la partecipazione di molte persone e Autorità.
Erano presenti il Sindaco, il Vice Sindaco, il Comandante della Guardia di Finanza, il Coman-
dante della Polizia Municipale e l’Ispettrice delle
Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana.
Erano altresì presenti il Delegato provinciale di
Forlì-Cesena, Giancarlo Flamigni, con il labaro, la
segretaria regionale dell’Emilia-Romagna, sig.ra
Serena Savorani e le GG. d’O. della Delegazione di
Ravenna Alessandra Leonesi Ricciardelli, Giammarco Zannetti coinvolto personalmente nell’organizzazione della Manifestazione, che ha avuto il
Patrocinio anche del nostro Istituto e Patrizio Gagliardi della Delegazione di Bologna.
RIMINI
6 marzo 2015
Il Delegato Giovanni Ruzzier su invito del Comune di Rimini ha presenziato al Parco XXV
Aprile allo scoprimento di una targa in ricordo di
Guido Morganti “Giusto tra le Nazioni”.
13 marzo 2015
Il Delegato Giovanni Ruzzier su invito del Comune di Rimini ha partecipato, presso la Sala del
Giudizio del Museo della città, alla conferenza sul
tema “I Giusti, testimoni della legge di Antigone”.
25 aprile 2015
La Guardia d’Onore Giorgio Galvani con il Labaro
della Delegazione ha partecipato alla cerimonia
della Festa della Liberazione.
29 aprile 2015
Le Guardie d’Onore Aleardo M. Cingolani, Giovanni Ruzzier e Giorgio Galvani (Alfiere) hanno
partecipato, al Villaggio Azzurro, ad una S. Messa
organizzata dall’Ispettorato Infermiere Volontarie
C. R. I. in occasione della festività della Patrona
del sodalizio.
Nella stessa giornata le GG. d’O. sopracitate hanno
presenziato, presso il Museo della Città, su invito
del Comune di Rimini, alla presentazione del libro
“Emilia Romagna segreta”.
3 maggio 2015
Le Guardie d’Onore Aleardo M. Cingolani e Giovanni Ruzzier hanno partecipato, nella Chiesa dei
“Paolotti” alla S. Messa in onore di San Francesco
di Paola, compatrono di Rimini e Patrono della
Gente di mare.
30
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.52 Pagina 31
6 maggio 2015
Le Guardie d’Onore Aleardo M. Cingolani, Giovanni Ruzzier e Giorgio Galvani (Alfiere), con il
Labaro della Delegazione, hanno partecipato alla
cerimonia dell’alza bandiera in occasione dell’inizio delle cerimonie del 63° Raduno Nazionale Bersaglieri. Il giorno seguente hanno presenziato alla
deposizione di una corona d’alloro al Monumento
ai Caduti ed all’inaugurazione della Mostra storica
che ha visto la presenza dei pannelli all’uopo predisposti dall’Istituto.
9 maggio 2015
Le GG. d’O. Giovanni Ruzzier e Giorgio Galvani
(Alfiere) con il Labaro della Delegazione hanno
partecipato in Cattedrale alla S. Messa celebrata
dal Vescovo per i Bersaglieri e le FF.AA.
10 maggio 2015
Ha avuto luogo lo sfilamento dei Bersaglieri convenuti per il loro 63° Raduno Nazionale che ha visto sfilare il Labaro della Presidenza dell’Istituto,
seguito dal Labaro della Delegazione di Rimini, alfiere la G. d’O. Giorgio Galvani, mentre il Delegato
G. Ruzzier era presente nella tribuna riservata alle
Ass.ni Combattentistiche e d’Arma. Il blocco era
comandato da Di Martino, con Gottardi alfiere
del labaro nazionale e, tra i partecipanti, le Guardie d’Onore Ingrosso, Alloggio e Zani.
Erano presenti in rappresentanza della Presidenza
dell’Istituto il cav. Fabrizio Fantinel e la dama
Maria Letizia Giovannini. Cerimoniere Giovan
Battista Mastrosanti. Presenti le GG. d’O. Giovanna Liverzani, Massimiliano Polini, Gianfranco
Giulivi, Gabriele Luzi, Emiliano Preziosi e Fabio
Monescalchi, i quali, oltre ad aver aperto il corteo
ed aver fatto gli onori di casa, hanno effettuato un
turno di guardia straordinario, particolarmente
gradito dagli ospiti nipponici.
ROMA
30 aprile 2015
Si è tenuto un concerto dell’orchestra giapponese
a plettro “Delfini d’oro”, diretta dal Maestro Hirokatsu Nan’ya, davanti alla tomba della Regina
Margherita di Savoia, che fu una grande appassionata ed estimatrice dell’Arte del mandolino.
L’orchestra giapponese le ha reso onore con la deposizione di una corona e l’esecuzione, dopo gli
Inni Nazionali dei due Paesi, di alcuni brani del repertorio italiano.
4 maggio 2015
Le Guardie d’Onore Liverzani e Gottardi alla festa dell’Esercito.
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
31
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.52 Pagina 32
20 maggio 2015
Nel corso di una breve cerimonia tenutasi nella
sede dell’Istituto, dopo un servizio di guardia collettivo al Pantheon, il presidente dell’Istituto ha
conferito la medaglia di benemerenza di cui all’art.
28 dello statuto alla Guardia d’Onore Salvatore
Staglianò, delegato per l’Australia, giunto in Italia
per recarsi al raduno di Assoarma per recarsi alle celebrazioni del centenario della Prima Guerra Mondiale, indette da Assoarma, cui l’Istituto partecipa.
Alla cerimonia erano presenti le Guardie d’Onore
d’Atri, Staglianò, Giovannini, Carpinelli, Cialdini,
Mariani di Corneto, Preziosi, Polini, Capra, F. Monescalchi.
25 maggio 2015
Nella sede dell’Istituto è stato presentato il volume “Menotti Garibaldi” della Guardia d’Onore
parmense dr. Marco Formato.
Hanno fatto seguito una degustazione di vini ed un
buffet offerto dall’Istituto.
Erano presenti circa sessanta persone, fra le quali
le Guardie d’Onore d’Atri, Pietroni, Barlozzari,
Staglianò, A. D’Orazio, Pallavicini Hassan, A.
Mattoli, R. Mattoli, Salerno, Marchese, Formato,
Blais, Platania Greco, Cialdini, Giovannini, T. Monescalchi, F. Monescalchi, Caruso, F. Gagliani Caputo, Carpinelli, Preziosi, M. Polini, Cassani Pironti, Bosco, Dragonetti, Lazzarino de Lorenzo,
Antonelli, Piazzini, La Piana, Simone.
Fra gli ospiti Costanza Ravizza Garibaldi, il Gen.
Battistini, Vice Presidente dell’Associazione Nazionale Carristi d’Italia, Guido Palamenghi Crispi,
Fiammetta Marinetti, Simonetta De Ambris, Goffredo Mancinelli, Roberto Polini, alcuni soci dell’Associazione Arma Aeronautica, Elisabetta Macrina, Juan Carlos Gentile, Vincenzo Currò.
2 giugno 2015
SIRACUSA
Lentini, 8 novembre 2014
Scopertura dell’affresco dello stemma del Regno
d’Italia sul prospetto del Palazzo municipale
Lentini, 1° febbraio 2015
In occasione del primo anniversario della beatificazione di Maria Cristina di Savoia, è stata celebrata a cura della Delegazione provinciale dell’Istituto e della Sez. dell’Istituto del Nastro Azzurro,
una solenne Santa Messa in ricordo della Sovrana
e in suffragio dei militari italiani caduti in guerra.
Il rito, officiato nella chiesa di San Francesco, ove
trovasi dal 2014 un altare dedicato alla Beata sabauda eretto per iniziativa congiunta delle Guardie d’Onore e degli insigniti degli Ordini Dinastici
di Casa Savoia, ha visto la presenza del Sindaco di
Lentini, che ha disposto l’intervento del gonfalone
comunale, rappresentanze delle FF. AA. e delle
FF. OO, delle sezioni A. N. A. C., A. N. C., U. N.
U. C. I. e delle Sezioni di Noto, Augusta e Siracusa
del Nastro Azzurro: il celebrante don Enzo Salemi,
al termine del rito ha benedetto i labari e i vessilli
intervenuti. Con il delegato, cav. uff. Ivan Grancagnolo, presenti le GG. d’O. Atanasio, Calì, De
Le Guardie d’Onore Ortenzi, Fornaciari e Preziosi
sfilano alla parata militare.
32
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.52 Pagina 33
Francesco, Fazzino, Fichera, Figura, Giallongo,
Maiore, Lavaggi, Nicastro, Pisasale.
una targa a ricordo del Battaglione Alpini “Piemonte”.
Augusta, 24 aprile 2015
Il Circolo Ufficiali “VANDONE” della Marina Militare ha accolto il convegno promosso dall’Istituto
del Nastro Azzurro fra Decorati al Valor Militare sul
tema “1565 – 2015 IL GRANDE ASSEDIO DI
MALTA” con il patrocinio della Delegazione per la
Sicilia degli Ordini Dinastici di Casa Savoia, della
delegazione provinciale dell’Istituto e della Società
Siracusana di Storia Patria. Nella ricorrenza del
450mo anniversario dell’assedio sostenuto dai Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni, arroccati nell’isola di Malta loro concessa da Carlo V d’Asburgo
nel 1530, sono stati rievocati avvenimenti e personaggi legati allo storico evento che salvò l’Europa
cristiana dall’ennesima invasione musulmana e
preparò la vittoria navale di Lepanto del 1571: il
ruolo degli Ordini cavallereschi, l’azione lungimirante dell’ammiraglio sabaudo Andrea Provana di
Leinì (giunto a Malta nell’estate del 1565 per portare aiuto ai Cavalieri), le varie fasi dell’assedio, il
grande sistema difensivo di cui si dotò la Sicilia nel
XVI secolo per respingere la minaccia delle incursioni barbaresche, la figura del MILES CHRISTI
per come elaborato dalla tradizione cattolica. Il
convegno è stato premiato da un qualificato pubblico, convenuto fra numerosi soci del nostro Istituto, con l’ispettore regionale per la Sicilia Restifo,
del Nastro Azzurro, dell’A. N. A. C. e insigniti dello
S. M. O. M., dell’O. E. S. S. G., degli Ordini Dinastici di Casa Savoia e soci del Nastro Azzurro.
VENEZIA
Chioggia, 20 febbraio 2015
Si è tenuta una conferenza sul tema “Santi e Beati
di Casa Savoia” curata da mons. Alberto Celeghin,
direttore del museo internazionale dell’Internato
Ignoto di Terranegra (PD).
Nel presentare il relatore il delegato di Venezia,
cav. Gennaro Belladonna, ribadiva che i Savoia
non dettero solo Santi e Beati alla Chiesa, ma le furono fedeli con molte azioni significative, illustrandone alcune.
I Savoia con molti altri nobili europei già nel 1095
risposero all’appello di Papa Urbano II partecipando nel 1099 alla prima crociata per liberare i
luoghi sacri della natività di Cristo.
Nel 1309-1310 Amedeo V di Savoia soccorre Rodi,
da poco occupata dai cavalieri gerosolimitani, mettendo in fuga i turchi, in questa occasione il Gran
Maestro dei Cavalieri, Foulques de Villaret, chiamò
Amedeo V: “Fratello di guerre cristiane”.
Nel 1453 i duchi di Savoia acquistarono da Margherita di Scharnj, figlia di Goffredo II la Sacra Sindone,
fedelmente custodita fino al 1983 e cioè fino a
quando morì S. M. Umberto II il quale volle destinarla alla Chiesa così come ebbe a lasciargli anche
l’abbazia di Altacomba. Al termine delle considerazioni del delegato, il relatore mons. Celeghin elogiando la grande fede di questa Casa illustrava un carosello di figure devote, di cui ne illustriamo alcuni.
Beato Duca Amedeo II di Savoia, che nel 1452
sposò Jolanda di Valois, figlia di Carlo VII, di cui
sono memorabili le parole: “Siate giusti, amate i
poveri e il Signore darà pace ai vostri popoli”; veneranda Francesca Caterina di Savoia, fondatrice
dell’Istituto “Figlie di Maria”; card. Amedeo di Sa-
TORINO
4 maggio 2015
Il delegato provinciale di Biella dell’Istituto, cav.
Renato Conzon, ha partecipato alla cerimonia nel
corso della quale il Comune di Torino ha scoperto
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
33
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.52 Pagina 34
voia, che nel 1416, già duca di Savoia, promulgò
gli Statuta Sabaudiae, vero e proprio codice comprendente le leggi del suo Stato; Giovanna di Savoia, quartogenita di Re Vittorio Emanuele III,
sposata con lo zar Boris III di Sassonia, divenuta
terziaria francescana; l’amatissima Mafalda di Savoia, morta a Buchenwald nel 1944 vittima del nazismo, secondogenita di Re Vittorio Emanuele III,
la quale, morendo, disse ai suoi compagni di prigionia: “Italiani, io muoio; ricordatemi non come
una principessa ma come una vostra sorella”.
In conclusione mons. Celeghin ha rivolto un pensiero particolare alla Regina della carità cristiana,
Elena di Savoia, nata in Montenegro a Cettigne nel
1873, convertita al cattolicesimo e sposa di S. A.
R. Vittorio Emanuele di Savoia a cui Pio XII nel
1937 conferì la “Rosa d’Oro della cristianità”;
ella, morta nel 1952, volle essere sepolta in una comune tomba del cimitero cittadino di Montpellier,
lì con i poveri che ebbe sempre a cuore.
Così concludeva mons. Celeghin attentamente e religiosamente seguito da una sala oltremodo gremita di ospiti.
ricordato, ai tanti visitatori, le sofferenze ma anche gli atti di eroismo dei nostri soldati.
All’interno del Sacrario, ai lati del cippo commemorativo, è stata posta la Bandiera Sabauda e la
Bandiera dell’allora Comune di Bagnaia.
Nel pomeriggio del 24 il Coro Polifonico Santa Maria dell’Edera di Viterbo ha presentato una rassegna dei canti della Grande Guerra suscitando nell’affollata platea sentimenti di entusiasmo e di
grande commozione.
VITERBO
Bagnaia, 23/24 maggio 2015
L’Associazione Amici di Bagnaia-arte e storia con
il patrocinio e la collaborazione della Delegazione
di Viterbo dell’Istituto ha ricordato e commemorato il centenario della Prima Guerra Mondiale.
Nel Sacrario militare posto nella Chiesa di San
Rocco a Bagnaia è stata allestita una mostra di oggetti, fotografie e documenti dell’epoca che hanno
PROSSIMI
EVENTI
Sabato 18 luglio 2015
Monza (MB), cerimonia per il 115° Anniversario del
Regicidio di S. M. il Re Umberto I alla presenza del
Presidente Nazionale Gr. Uff. Cap. di Vasc. Dott.
Ugo d’Atri e di Autorità Civili, Militari e Religiose.
Programma: ore 09.45 ritrovo in Piazza del Duomo;
ore 10.00 partenza del Corteo accompagnato dalla
34
Banda Musicale; ore 10.30 deposizione delle corone
d’alloro al monumento a Vittorio Emanuele II e al sacello monumentale della Cappella Espiatoria; ore
11.30 Celebrazione della Santa Messa in suffragio di
S. M. Re Umberto I presso il Santuario del Carmelo
in Viale Cesare Battisti n° 52; ore 13.00 Conviviale
presso il Ristorante Le Cucine di Villa Reale presso la
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.52 Pagina 35
Villa Reale (quota euro 50). Si prega di voler segnalare la vostra presenza alla conviviale entro il 15 luglio 2015 ai seguenti numeri: Delegato Comm. Luigi
Mastroianni 3666699032, Segreteria della Delegazione Carla Pirovano 3404623004. È possibile effettuare un versamento sul Conto Corrente Postale
della Delegazione n. 96450861, intestato a "Ist. Naz.
Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheo n", o
un bonifico bancario sul conto Banco Posta IBAN
IT62X0760103200000096450861, intestato a "Ist.
Naz. Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon
– Delegazione Milano – Via della Minerva 20 – 00186
Roma", specificando nella causale: "Colazione
Monza”. Per informazioni sulla cerimonia, rivolgersi
al Cerimoniere Isp. Naz. Alberto Com. Alberto Di Maria 392.95.98.193. Guardie d’Onore con Mantello o
tenuta sociale, abito scuro.
Mercoledì 29 luglio 2015
Roma, Pantheon, ore 18, Santa Messa in suffragio di
Sua Maestà il Re Umberto I.
Sabato 8 agosto – Sabato 15 agosto 2015
Massa Martana (PG), mostra storica sulla Grande
Guerra curata dall’Istituto.
Venerdì 28 agosto – sabato 5 settembre 2015
Cesena (FC), ippodromo del Savio, mostra storica
sulla Grande Guerra curata dall’Istituto.
Venerdì 28 agosto – Domenic a 6 settembre 2015
Viterbo, mostra storica sulla Grande Guerra curata
dall’Istituto.
Settembre 2015
La delegazione provinciale di Milano, Lodi e MonzaBrianza organizza una guardia solenne alle Reali
Tombe del Pantheon.
Venerdì 4 settembre – Domenica 13 settembre 2015
Trivignano Udinese (UD), la delegazione provinciale,
in collaborazione con gli Ordini Dinastici, allestisce
la Mostra sulla Grande Guerra.
Domenica 20 settembre - Domenica 11 ottobre 2015
La delegazione di Udine, in collaborazione con gli Ordini Dinastici, promuove un incontro di pace a cento
anni dalla Grande Guerra. I luoghi di incontro sono:
Cividale del Friuli, Udine, Redipuglia, Palmanova e
Cormons. Programma da definire.
Mercoledì 23 settembre 2015
Roma, Circolo Ufficiali della Marina Militare, lungotevere Flaminio n° 45, ore 18, presentazione del libro:
“La tragica fine della R. Corazzata Roma nell’inedito
manoscritto di un Ufficiale superstite” della Guardia
d’Onore, dr. Riccardo Mattòli.
Venerdì 25 settembre – Domenica 27 settembre
2015
Civitavecchia (RM), mostra storica sulla Grande
Guerra curata dall’Istituto.
Martedì 29 settembre – Sabato 10 ottobre 2015
Roma, Circolo Ufficiali delle Forze Armate d'Italia,
mostra storica sulla Grande Guerra curata dall’Istituto.
Sabato 3 ottobre 2015
Passo del Tonale, Valle Camonica (BS), cerimonia
commemorativa nel centenario dell’entrata dell’Italia nella Grande Guerra. Programma: ore 10 ammassamento presso la chiesa del Passo del Tonale; ore
10,30 Santa Messa in suffragio di tutti i Caduti; ore
11,15 sfilata presso il monumento alla Vittoria del
Passo del Tonale, onor caduti, allocuzioni delle autorità; ore 12 pranzo sociale presso l’Hotel delle Alpi
del Passo del Tonale; a seguire commemorazione
della Guerra Bianca in Adamello. Presterà servizio il
C orpo musicale di Pezzo e presenzierà il Presidente
dell’Istituto Cap. di Vasc. (ris.) Dott. Ugo d’Atri. È
prevista la possibilità di pernottamento presso l’Hotel delle Alpi del Passo del Tonale. Per informazioni
e prenotazioni rivolgersi al delegato provinciale, Dott.
Valter Luigi Cotti Cometti, tel. 335.6251478, e-mail:
[email protected].
Sabato 5 settembre - Domenica 20 settembre 2015
Vigatto (PR), mostra storica sulla Grande Guerra curata dall'Istituto.
Sabato 10 ottobre 2015
Trivignano Udinese (UD), Parco della Dogana Vecchia,
ore 11, commemorazione della Principessa Reale Mafalda di Savoia, Langravia d’Assia. Saranno presenti
le Associazioni d’Arma, Combattentistiche e Sindaci.
Martedì 8 settembre - Domenica 20 settembre 2015
Vergato (BO), mostra storica sulla Grande Guerra curata dall’Istituto.
Lunedì 12 ottobre – Sabato 24 ottobre 2015
Messina, mostra storica sulla Grande Guerra curata
dall’Istituto.
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
35
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.52 Pagina 36
Mercoledì 14 ottobre 2015
Roma, Circolo Ufficiali della Marina Militare, lungotevere Flaminio n° 45, convegno su “Il Grande Ammiraglio Paolo Thaon di Revel Duca del Mare”. Introduce il Capitano di Vascello (ris.) dr. Ugo d’Atri,
Presidente dell’Istituto Nazionale per la Guardia
d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon. Interventi
del Cav. Gr. Cr. Paolo Thaon di Revel Vandini, Ammiraglio prof. Ezio Ferrante, Guardia d’Onore Ammiraglio Piero Fabrizi, già Capo dell’Ufficio Storico
della Marina Militare, Guardia d’Onore Capitano
di Vascello (GN) s. p. e. ing. Giosuè Allegrini, Capo
dell’Ufficio Storico della Marina Militare. Seguirà vin
d’honneur.
Giovedì 15 ottobre - Venerdì 30 ottobre 2015
Ravenna, mostra storica sulla Gande Guerra curata
dall'Istituto.
Sabato 17 ottobre 2015
Grauglio (UD), ore 18, incontro presso la sala convegni di Palazzo Stefanato-Roncato: “ LA GRANDE
GUERRA – Come siamo entrati in Guerra – scenario internazionale “ con il Patrocinio del Comune di
San Vito al Torre e Trattoria Dogana Vecchia di Trivignano Udinese. Relatore: prof. Stefano PERINI.
Domenica 1° novembre - Domenica 15 novembre 2015
Cerignola (FG), mostra storica sulla Grande Guerra
curata dall'Istituto.
Domenica 8 novembre 2015
Peschiera del Garda (VR), commemorazione del
Convegno storico.
Domenica 15 novembre 2015 - Lunedì 30 novembre 2015
San Severo (FG), mostra storica sulla Grande Guerra
curata dall'Istituto.
Martedì 17 novembre – lunedì 30 novembre 2015
Pescara, mostra storica sulla Grande Guerra curata
dall’Istituto.
Venerdì 20 novembre – domenica 29 novembre 2015
Piacenza, museo del Risorgimento, mostra storica
sulla Grande Guerra curata dall’Istituto.
Sabato 28 novembre 2015
Roma, Pantheon, ore 17, Santa Messa in suffragio di
Sua Maestà la Regina Elena.
Sabato 24 ottobre 2015
Padova, circolo unificato dell’Esercito, ore 18, convegno: “La Grande Guerra vista dagli storici”, con
la partecipazione dei professori Giulio de Renoche,
Francesco Perfetti, Mario Eichta. Al termine, ore
19.45, riunione conviviale.
Sabato 28 novembre 2015
Castellerio-Pagnacco (UD), chiesetta di S. SILVESTRO, ore 17, Santa Messa in suffragio di S. M. la
Regina Elena. Seguirà la cena presso il Ristorante
“AL CJAVEDAL” (in collaborazione con gli Ordini
Dinastici del Friuli V. G). La Santa Messa sarà celebrata dal Cappellano, mons. Francesco Millimaci.
Lunedì 26 ottobre – Mercoledì 4 novembre 2015
La Spezia, istituto Einaudi, mostra storica sulla
Grande Guerra curata dall'Istituto.
Martedì 1° dicembre - Martedì 15 dicembre 2015
Foggia, mostra storica sulla Grande Guerra curata
dall'Istituto.
Venerdì 30 ottobre – Domenica 15 novembre
2015
Campobasso, mostra storica sulla Grande Guerra curata dall’Istituto.
Sa bato 12 dicembre 2015
Castellerio-Pagnacco (UD), chiesetta di S. SILVESTRO, ore 17, Santa Messa in suffragio di S. M. il Re
Vittorio Emanuele III. Seguirà la cena presso il Ristorante “AL CJAVEDAL”. La Santa Messa sarà celebrata dal Cappellano, mons. Francesco Millimaci.
Novembre 2015
Milano, la delegazione provinciale organizza il "corteo della Vittoria", cui seguirà pranzo di gala per la
Vittoria.
36
Lunedì 28 dicembre 2015
Roma, Pantheon, ore 17, Santa Messa in suffragio di
Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III.
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.52 Pagina 37
SERVIZI DI
DI GUARDIA
Ore di servizio 2014: aggiunte e variazioni
ALESSANDRIA: Achiletta A. 4
BARI: Lombardi L.. 6, Picicci V. G. 1
BARLETTA: De Nisi A. 10
CAGLIARI: Antolino P. 13
CATANIA: Gatto A 10, Russo E. 6, Barrale F. 7
CATANZARO: De Nardo f.
L’AQUILA: Colasante L. 36
MESSINA: Micali G. 25
MILANO: Fasciani I. 8, Garavaglia M. 12, Pugliese
F. 4, Marco R. 8
ROMA: F. Gagliani Caputo 20
Totale ore di servizio 2014: 6124
MEDAGLIE AL
MERITO DI
SERVIZIO 2104
E GUARDIE SCELTE
RICONFERME
Bari: Lombardi L.
Cagliari: Antolino P.
L’Aquila: Colasante L. (guardia scelta)
Messina: Micali G.
Milano: Fasciani I., Garavaglia M.
Palermo: La Piana M. E.
Roma: Gagliani Caputo F.
CULTURA
I BENEFICI DELL’UNITÀ:
IL SERVIZIO POSTALE
di Domenico Giglio
Alla vigilia della proclamazione del Regno d’Italia,
in tutti quelli che erano gli stati preunitari i servizi
postali avevano adottato per la corrispondenza l’affrancatura in partenza tramite i francobolli, (sistema inventato in Gran Bretagna nel 1840), a partire nel 1850, per primo il Lombardo-Veneto, seguito
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
dal regno di Sardegna nel 1851 e poi dalla Toscana,
Modena, Parma e Stato Pontificio nel 1852 e per ultimi Napoli nel 1858 e la Sicilia nel 1859. I criteri di
affrancatura erano naturalmente diversi e così i valori nella diverse monete, fiorini nella Lombardia,
ducati nelle Due Sicilie, scudi nello Stato Pontificio,
lire nel Regno di Sardegna, Modena, Parma e Toscana, dove in questi ultimi tre stati, più le Romagne,
erano stati emessi, dopo la seconda guerra d’indipendenza del 1859, dai governi provvisori costitui37
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.52 Pagina 38
tisi in attesa della unificazione, francobolli aventi per
soggetto lo scudo sabaudo per Modena e Toscana, e
la scritta Stati Parmensi e Romagne, che si aggiungevano a quelli già in corso. Nelle Province Napoletane, dopo la caduta della dinastia borbonica, erano
stati emessi francobolli con l’effige di Vittorio Emanuele II, ma ancora con il valore in moneta locale,
cioè tornesi e grana, che erano la suddivisione dei
ducati.
Di fronte a questa babele di rettangolini postali anche qui lo Stato Unitario dovette intervenire fin dal
1860, prima della proclamazione del Regno, con
due Decreti Luogotenenziali uno per tutte le province
del centro nord e l’altro per quelle meridionali in cui
si impostava l’amministrazione postale con le sue divisioni operative, ed infine con una Legge Quadro
del 5 maggio 1862 n. 604’, con il relativo Regolamento di Esecuzione, Direttore Generale il conte
Giovanni Barbavara, che già Cavour con la consueta lungimiranza fin dal 1859, aveva messo a
capo dell’amministrazione postale piemontese. L’effetto dell’unificazione si vide subito nell’aumento
della corrispondenza, testimoniato dalla vendita dei
francobolli che passò da un dato stimato del 1861 di
22.233.500 pezzi, ai 33.437.516 del 1862 e
40.575.914 del 1863. Anche gli uffici postali che nel
marzo 1861 assommavano a 1632 dopo tre anni
erano saliti 2220, per arrivare nel 1871 a 2666, aumento avutosi particolarmente nel Mezzogiorno, a
dimostrazione dello sforzo economico compiuto per
dotare di servizi, comprese strade e ferrovie, il maggio numero di comuni. Per la posta la strada da compiere era particolarmente lunga perché i comuni,
dopo anche il ricongiungimento di Lazio e Veneto
erano oltre ottomila, per cui si ricorse alla figura del
“Collettore Rurale”, con il quale si poterono raggiungere altre 3867 località, e con la crescita costante
degli uffici si poteva, nel cinquantesimo del Regno
dire che gli stessi erano 8422.
Con la posta via via aumentavano anche i servizi telegrafici, i vaglia postali, che ad esempio nel Meridione, nel giro di sei mesi del 1861, giugno-ottobre,
passarono, come emissione, da 2217 a 16321, mentre Torino ne emetteva 43002! E sempre per il servizio vaglia ci si attiva dal 1867 anche all’estero, grazie al servizio consolare, diffuso e abbastanza
capillare, come solo uno stato di medie dimensioni
poteva sostenere, facilitando e garantendo le rimesse
degli emigrati. E ancora nel 1876 le Poste Italiane
cominceranno ad operare in ben 607 uffici postali,
come Casse di Risparmio, per consentire anche ai
ceti più poveri ed agli abitanti delle aree più disagiate
38
di iniziare una modesta azione di risparmio “sotto la
guarentigia dello Stato” ed infine dal 1° ottobre
1881 le poste si assumono il servizio dei pacchi postali, per non parlare di tutta una serie di novità per
facilitare la corrispondenza, dalle Cartoline Postali,
a quelle con “risposta pagata”, ai biglietti ed alle buste predisposte, anche di carattere pubblicitario,
senza dubbio per aumentare gli incassi, ma anche
per valorizzare e far conoscere i prodotti ed incrementare e diffondere il commercio.
Le Poste con tutti i servizi svolti e con i francobolli
specifici per i servizi stessi hanno costituito con le
Ferrovie e l’ente delle strade i pilastri dell’edificio
statale che ha resistito a tutte le bufere, prima della
attuale disgregazione.
IGNORANZA STORICA.
LA STORIA QUESTA SCONOSCIUTA
di Roberto Piazzini
1 – PREMESSA
L'idea di questa riflessione risale a molto tempo fa
- circa 20 anni - quando parlando con un mio collega francese rilevavamo che lo studio della storia era
trascurato se non quasi ignorato in Italia ed anche in
Francia. (se non ci fossero i romanzi di Dumas !!!)
Da allora le cose, se possibile, sono ancora peggiorate e ciò lo è dimostrato da varie domande che in
varie occasioni ho rivolto a giovani e meno giovani
dotati anche di titoli di studio di liceo o di laurea e
dalle risposte che si sentono anche in televisione.
2 – IMPORTANZA DELLA STORIA
Già nel lontano tempo dei Romani, la storia era definita “MAGISTRA VITAE”, definizione non certo
casuale e che ci ricorda che la Storia è una scienza
e conoscenza madre di tutte le altre.
La conoscenza della Storia Antica, limitandoci al
mondo occidentale, significa conoscenza della civiltà Romana, che si interseca con le altre civiltà dell'epoca, e quindi significa conoscenza e orgoglio
della sua architettura, delle sue strade, dei suoi acquedotti, delle terme, della sua letteratura, dei grandi
condottieri e Imperatori che hanno portato la civiltà
e la grandezza Romana nel mondo di allora ed ancora soprattutto è orgoglio per quel diritto Romano
progenitore del diritto e delle leggi giunte fino a noi.
La conoscenza della storia moderna e contemporanea, nel suo divenire, nei suoi legami e dipendenze
orizzontali e verticali nello spazio e nel tempo, poi è
il solo mezzo per renderci conto della situazione storica politica e sociale odierna della quale è certaGUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.52 Pagina 39
mente causa diretta o indiretta.
Infatti ogni periodo storico è effetto del periodo storico precedente e causa esso stesso di quello successivo.
In tal senso è bene ricordare una frase di ORWELL
“chi controlla il passato, controlla il futuro, chi controlla il presente controlla il passato” che ben evidenzia la necessità di conoscere la storia trascorsa e
gli scopi di chi la nasconde.
Certo non è compito facile avere conoscenza
profonda di tutti i parametri che hanno fatto la storia nei vari paesi, anche solo europei, ed anche solo
in Italia, ma è però essenziale averne almeno una conoscenza degli elementi fondamentali, una conoscenza dell'intelaiatura storica senza però zone d'ombra artatamente protese su periodi, nazioni, sistemi
politici, cosa purtroppo troppe volte successa: la
storia la scrivono i vincitori.
3 – LA STORIA NASCOSTA
In tal senso quando e come si è sentito parlare del
“Genocidio” negli anni '30 in Ucraina dei 6-7 milioni di kulaki, contadini ucraini, fatti morire di
fame, e delle stragi delle “fosse di Katin” di circa 2025000 polacchi, crimini entrambi commessi dall'Unione Sovietica ed accuratamente nascosti all'opinione pubblica per decenni, e ancora quasi
completamente sconosciuti?
Finanche le stragi delle Foibe sono state nascoste fino
a pochi anni fa: in tal senso perfino l'enciclopedia
Zanichelli “storica, geografica, filosofica” pubblicata
alla fine degli anni '90, alla voce FOIBE scriveva solo
“cavità carsiche”.
Non si scopre nessuna novità quando si dice che la
peggiore menzogna è la mezza verità, e il silenzio fa
da contraltare a battages sempiterni: spesso, in un
articolo, in una trasmissione oltre a fare attenzione
a ciò che viene detto bisogna fare ancora più attenzione a quello che non detto nascondendolo così al
grande pubblico.
Conoscenza e idee sono questi i simboli che debbono
attrarre la nostra sete di sapere e non certo la misconoscenza e l'ideologia.
4 – LA STORIA IGNORATA
In questo senso non è assolutamente esagerato dire
che la storia è oggi purtroppo sconosciuta, addirittura ignorata: è sconfortante sentire da un giovane
liceale che Maometto è antecedente a Gesù Cristo,
non sapere che cosa sia Paestum, chi era Carlo V,
confondere il Rinascimento con il Risorgimento negando anche i legami di causa ed effetto tra fatti storici che possono essere distanti anche di secoli.
Ad esempio ignorare chi fosse il principe EUGENIO
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
DI SAVOIA significa ignorare che:
• Eugenio, difendendo vittoriosamente l'impero
Asburgico, tra la fine del XVII e i primi 30 anni del
XVIII secolo, salvò l'Europa dall'assalto e dalla
conquista turca, un'Europa che ha potuto mantenere così la propria civiltà cristiana;
• Eugenio fu l'origine ed anche il progenitore dell'Unità d'Italia: infatti nel 1706 liberando Torino
e il Piemonte dalla conquista di LUIGI XIV e
dalla sua annessione alla Francia, consentì la trasformazione del Ducato di Savoia nel Regno di
Sardegna, Regno che si poté poi trasformare, con
le Guerre di Indipendenza, in Regno d'Italia;
• Si ignora anche chi fossero i “Padri della patria”
Mazzini, Cavour, Vittorio Emanuele II, Garibaldi
del quale però ci si ricorda vagamente di una impresa dei 1000 ma non che questa impresa portò,
con L'INCONTRO DI TEANO con Vittorio Emanuele II, alla Nascita del Regno d'ITALIA; si ignorano cosa sono state e cosa hanno rappresentato le
Guerre di Indipendenza e la Grande GUERRA,
cosa evoca la battaglia del Piave, che cosa ci ricordano alcune date fondamentali: il 20 settembre,
il 24 maggio, il 4 novembre e ancora quando sono
iniziate e terminate le due guerre mondiali e perché siano iniziate.
Alla domanda che cosa significa la parola “PATRIA”
quanti saprebbero rispondere “LA TERRA DEI PADRI”?
La parola PATRIA significa orgoglio e commozione
al solo pronunciarla, ma per sentire questo orgoglio
è necessario avere conoscenza di tradizioni, di eroismi, di fatti, di uomini che hanno illustrato con la
loro azione, con il loro sacrificio, pur certamente tra
luci ed ombre, la nascita della nostra nazione, l'unificazione dell'Italia in un unico stato.
E per arrivare ai nostri giorni, con il fenomeno delle
immigrazioni, con le grandi quantità di persone che
da diversi orizzonti cercano rifugio e occasione di
vita migliore nel nostro paese, come possiamo pensare di integrarle se integrazione significa conoscenza e condivisione di lingua, di tradizione, di
storia, di leggi, quando, come vediamo tutti i giorni
e ai diversi livelli, la lingua italiana è offesa, le tradizioni dimenticate, la nostra storia ignorata, la
legge è diventata un punto interrogativo da discernere, quando a fronte dei diritti pretesi non si conosce l'esistenza dei doveri. A questo proposito ricorre
qui una frase di Gandhi: “il Gange è un immenso
fiume di diritti che nasce da una immensa montagna
di doveri”.
Come è possibile avere un orgoglio nazionale, fre39
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.52 Pagina 40
mere al suono del nostro inno quando il nostro RISORGIMENTO è ignorato, quando Cesare Battisti è
scambiato per un parente del più noto cantante,
quando la figura e la vita di Goffredo Mameli e il suo
INNO sono anch'essi sconosciuti?
5 – LE DATE
Da decenni è invalsa l'idea, la convinzione, che le
date non servano, che siano inutile nozionismo.
Certo imparare le date è una difficoltà in più, ed anche vero che spesso la data esatta non sia indispensabile ed è certamente sufficiente conoscere il periodo
storico, per capire certi avvenimenti, la “consecutio
logica e temporale” dei fatti e delle relative responsabilità ma certe volte, è indispensabile conoscere
non solo il periodo, ma anche l'anno, il mese, e certe
volte addirittura il giorno.
Trascurare questa esigenza ha procurato conseguenze disastrose e così si arriva troppo spesso a
confondere non i decenni, ma addirittura i secoli e i
millenni.
Infatti decine di persone, liceali od anche persone
laureate, alla domanda da me rivolta quando fossero
nati Gesù Cristo o Maometto e chi prima dei due,
hanno risposto sicuri “prima Maometto” e ad una
successiva domanda “di riserva” richiestami dagli
stessi liceali: ”in quale battaglia si sono scontrati
Giulio Cesare e Carlo Magno”, anche qui, nessuno,
con l'eccezione di un solo studente ha rilevato l'assurdità della domanda.
Si è detto che la data può spesso non essere precisa,
ma confondere periodi distanti tra di oltre 800 anni
tra GIULIO CESARE e CARLO MAGNO e di circa
600 anni tra Gesù Cristo e Maometto la dice lunga
sul grado di assoluta ignoranza storica che oggi si verifica, nei giovani e fino anche a chi ha superato la
cinquantina.
Quali le conseguenze? Da tale ignoranza possono discendere anche conseguenze rilevanti ed attuali. La
conseguenza storico-politica per le persone che ritengono che Maometto sia nato prima dell'ebreo
Gesù – posteriore a Maometto – è che i Musulmani
quindi (!) abitavano la Palestina prima degli Ebrei
e che di conseguenza, SEMPRE PER QUESTI INTELLETTUALI, sono gli Ebrei che spodestarono fin
da allora i musulmani dalla “loro terra”, continuando poi la Cristianità ad “infierire” con ulteriori
“attentati” alla potestà territoriale islamica, prima
con le crociate e poi ancora nel 1948 con la creazione
dello Stato di Israele con una deriva storica che può
influenzare gli odierni atteggiamenti verso Israele.
È vero invece l'esatto contrario: infatti furono i mu-
40
sulmani ad invadere l'Israele ebraica e non il contrario.
Bisogna ricordare infatti che gli Ebrei dopo il loro
primo arrivo in quella regione con Abramo intorno
al XVIII secolo avanti Cristo, vi ritornarono in modo
definitivo e stabile con Mosè intorno al 1250 a. c.
mentre i Musulmani conquistarono Gerusalemme e
tutta la regione solo nel 638 d. c. qualche anno
dopo la morte di Maometto (632 d. c), quel Maometto che aveva unificato le tribù idolatre nell'ISLAM sotto un solo Dio ALLAH e sotto una sola
legge religiosa e civile la SHARIA. Fu quindi la conquista musulmana che soggiogò una regione – la Palestina – dove gli Ebrei vivevano da circa 2000 anni
e dove si erano succedute ed esaltate quindi la civiltà
ebraica, la greca, la romana, la bizantina e non il
contrario.
L'importanza di conoscere con precisione le date è
evidenziata dall'inizio della IIa guerra mondiale,
giacché da tale conoscenza possono derivarne responsabilità diverse da quelle normalmente attribuite:
• ad esempio tutti sanno che la IIa guerra mondiale
cominciò con l'invasione tedesca della Polonia,
dando la responsabilità dello scoppio della guerra
unicamente a Hitler mentre pochi sanno che anche i Sovietici aggredirono la Polonia.
• Quindi questa orrenda responsabilità è solo di Hitler?
Forse date e fatti possono dare migliori chiarimenti:
• 23 agosto 1939 firma a Mosca di un trattato di
non aggressione tra Stalin e Hitler con il quale
STALIN poteva prendersi i Paesi Baltici, la Finlandia e la Bessarabia occupando poi la Polonia
fino ad una linea predeterminata, mentre Hitler
poteva aggredire ed occupare la parte occidentale
della Polonia fino alla stessa linea;
• in forza di tale trattato infatti il 1° settembre HITLER può aggredire ed occupare Danzica e la
metà occidentale della Polonia senza dover temere nulla dalla Unione sovietica ma solo la reazione di Francia e Inghilterra che infatti dichiararono guerra alla Germania il 3 settembre (la
DROLE DE GUERRE).
• il 17 settembre STALIN – sempre secondo il trattato – aggredisce e invade la parte orientale della
Polonia schiacciando quello che rimaneva dell'esercito polacco e arrivando alla linea già concordata nel trattato e sulla quale i sovietici confinarono tranquillamente con i tedeschi per circa 2
anni e cioè fino al 22 giugno 1941, quando Hitler
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.52 Pagina 41
infranse l'accordo con Stalin e invase la RUSSIA
con l'OPERAZIONE BARBAROSSA.
• Se questa è la successione certa delle date e dei
fatti, la loro conoscenza delinea responsabilità ripartite tra Stalin e Hitler – almeno per le responsabilità immediate – dello scoppio della IIa guerra
mondiale giacché Hitler non avrebbe mai potuto
aggredire da solo la Polonia affrontando la tenaglia degli eserciti francesi e inglesi a ovest e degli
eserciti sovietici a est.
6 – ITALIANI PER LA STORIA TUTTI FIGLI DI N.
N.
Si arriva cosi al questo titolo con la considerazione
che una ulteriore e più grave conseguenza dell'ignoranza, è di carattere sociologico e psicologico
giacché molte persone affette da questa grave ed epidemica malattia di “ignoranza storica” difendono se
stesse affermando che “tutto questo non ha valore,
nessuna importanza al giorno d'oggi” come se ogni
situazione odierna non fosse la conseguenza di
azioni, di fatti, di decisioni del passato recente ed anche remoto, magari lontano di secoli.
Ma una ulteriore ragione che mi ha indotto ad affrontare questo tema con questo titolo è ancora più
recente quando parlando con due persone cinquantenni – laureate – ed in occasioni diverse, mi è capitato di sentire le seguenti affermazioni:
• che il VITTORIANO è stato costruito sotto il Fascismo;
• che l'INNO DI MAMELI, “il cantico degli italiani”, è stato scritto durante il Fascismo giacché
in una sua strofa dice che “i bimbi d'Italia si chiaman Balilla”;
Arrivare a queste vette di ignoranza che oltrepassano
la vergogna è quasi incomprensibile quando tutti
dovrebbero sapere che:
• il VITTORIANO fu inaugurato nel 1911 per i 50
anni dell'unità d'Italia e che dal 4 novembre 1921
ospita la salma del MILITE IGNOTO da cui l'appellativo di ALTARE DELLA PATRIA;
• MAMELI scrisse a Genova il suo Cantico degli Italiani nel 1847 per i 100 anni della rivolta di Genova contro l'occupante austriaco, rivolta scatenata appunto nel 1747 con il gesto di un ragazzo
Giovanni Battista Perasso – detto il BALILLA, che
lanciò il sasso contro i soldati austriaci; con le parole “i bimbi d'Italia si chiaman balilla” che figurano nella 4a strofa del suo Inno, Mameli incitava
quindi tutti i ragazzi e i giovani italiani ad insorgere contro lo straniero siccome aveva fatto il Balilla a Genova 100 anni prima.
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
• Secondo questo signore – dotato di laurea – Mameli quindi non avrebbe mai partecipato alla
Prima guerra di Indipendenza del 1848, alla Repubblica Romana, difesa anche da Garibaldi, e
non sarebbe mai morto proprio per tale difesa nel
1849 e la sua salma non sarebbe ospitata nell'Ossario del Gianicolo eretto nel 1941 su iniziativa del gen. EZIO GARIBALDI nipote dell'Eroe
dei due mondi.
6.1 LA TRISTE CONCLUSIONE: I FIGLI DI N. N.
C'era una volta ma purtroppo esiste ancora, il fenomeno dei bambini abbandonati negli orfanotrofi:
erano i figli di n. n cioè di genitori ignoti.
Malgrado che questi bambini avessero evidentemente un padre e una madre che li avevano concepiti e generati, essi però non ne erano a conoscenza:
ne ignoravano completamente l'identità, la classe sociale.
Un figlio nato da una famiglia con padre e madre
“cogniti” ne conosce invece tutta la loro storia e ne
gode gli eventuali benefici: conosce il mestiere o la
professione dei genitori, dei nonni e talvolta degli avi
che possono avere avuto meriti, benemerenze, che
possono essere stati artisti, politici, nobili, scienziati, letterati e che in tal modo nei diversi campi e
a diversi livelli possono aver illustrato la propria famiglia, la propria città, la propria Patria: questo figlio avrà cosi l'orgoglio di un nome onorato e magari
illustre.
Un figlio che non conosca nulla della propria ascendenza come potrà mai essere orgoglioso di ciò che
può essere stata la sua famiglia, i suoi ascendenti anche se di grande e di illustre tradizione?
Questo triste ed evidente esempio ci porta ad esaminare un problema ben più ampio e perciò molto
grave.
LA NON CONOSCENZA DELLA STORIA – nei livelli che si riscontrano – sia essa storia antica, medio evo, del rinascimento, del risorgimento fino ai
giorni nostri, porta inevitabilmente alla MANCANZA
DI IDENTITÀ e quindi alla mancanza di quell'orgoglio di appartenenza ad una famiglia, ad una città
ad una nazione: in breve alla MANCANZA DI
AMORE PATRIO e cioè di amore per la TERRA
DEI PADRI.
E TERRA DEI PADRI che cosa può significare se
non conoscenza delle proprie origini, delle vittorie e
delle disfatte, delle glorie e delle vergogne dei sacrifici e dei traguardi conseguiti?
Quale orgoglio può nascere in tali condizioni?
Forse solo il bullismo, fenomeno romanesco dove il
41
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.52 Pagina 42
“bullo” romano pur ignorando la storia e la grandezza di Roma, ne è in ogni caso permeato percependone però solo gli aspetti deteriori che si traducono solo in prepotenza ed arroganza.
È forse il caso di ricordare che la stessa parola PATRIA era stata anch'essa trascurata per molti anni
da molti politici?
Ecco perché si può purtroppo affermare che IN
FATTO DI STORIA, ed anche della storia che ha
portato all'unità d'Italia, MOLTI ITALIANI,
TROPPI, non conoscendola, SONO FIGLI di N. N.
Infine l'importanza di conoscere la Storia, specie
del proprio Paese, può avere un valido riscontro nel
più antico detto “GNOSCE TE IPSUM”.
7 – CONCLUSIONI
Quali le ragioni? Sono molte, distribuite, ma certamente un appello disperato va fatto alle Autorità
Scolastiche e alle autorità politiche interessate e responsabili, affinché nella scuola ai vari ordini e
gradi, si ripristini questo studio porgendolo in un
modo migliore, facendolo amare ed apprezzare,
come il più bel romanzo di avventure che l'UOMO
abbia mai scritto affinché come il cittadino romano
era fiero di dire “CIVIS ROMANUS SUM” ancora
oggi un cittadino italiano possa avere l'orgoglio di
dire “SONO ITALIANO” portando all'Europa e al
mondo il proprio bagaglio di cultura e di storia
quale contributo positivo e non certo quale elemento
discriminante ed ostativo.
IL CAROSELLO DI NAPOLI DEL 1937
di Francesco Atanasio
Devo la possibilità di completare una precedente rassegna dei Caroselli storici dedicati a Casa Savoia durante il Regno d’Italia a un opuscolo donatomi da
Giannandrea Lombardo di Cumia. Nel giugno 1937
per solennizzare la nascita di Vittorio Emanuele, figlio dei Principi Ereditari, la città di Napoli, del cui
titolo il Re e Imperatore Vittorio Emanuele III doveva
insignire il nipote, decideva di organizzare una “festa d’armi”: il tema prescelto “I Cavalieri della spedizione in Oriente, capitanata da Amedeo VI, il Conte
Verde, risorgono per inneggiare ai Patrii Eventi che
ridiedero a Roma la gloria imperiale”. Amedeo VI *,
proclamato – per come ricorda l’opuscolo – da Gregorio IX “vir strenuus, dux belli, nobilitate preclarus, ac multis dotatus virtutibus”, nel 1365 aveva
aderito alla predicazione di Urbano IV perché si andasse in soccorso del regno di Cipro, l’ultimo avam-
42
posto crociato in Oriente. Per gli intrighi della Repubblica di Venezia, timorosa di vedere compromessa la propria politica di scambi commerciali con
i califfati islamici, fu accreditata la notizia della stipula di un accordo fra Cipro e l’Egitto: il Conte
Verde si determinò allora a recarsi a Costantinopoli
per liberare il cugino, l’imperatore bizantino Giovanni
Paleologo, dalla duplice minaccia dei turchi e dei bulgari riuscendo nel difficile obbiettivo. Il ricordo di
questi eventi fu ricollegato all’impresa d’Etiopia, il cui
primo anniversario della vittoriosa conclusione venne
celebrato a Roma il 9 maggio 1937 con imponenti
manifestazioni. Il Comitato organizzatore di Napoli
non fu da meno nel dare vita al carosello posto “sotto
l’Augusto Patronato delle LL.AA.RR. il Principe e la
Principessa di Piemonte”. L’opuscolo, illustrato con
i figurini dei personaggi del Carosello creati dal pittore Domenico Gaido, nello stile fiorito del tempo e
in eleganti caratteri gotici scandiva le varie fasi della
“Festa d’armi annunciata, secondo gli antichi usi
per Tornei e giostre” dalla fanfara di sedici trombettieri. Il direttore del Carosello, il generale di cavalleria conte Alfredo Fè Ostiani (che aveva assolto il medesimo compito per quello di Torino del 1928),
scortato dal portastendardo di Napoli antica e dall’Araldo “Bonnes Nouvelles”, apriva con il suo arrivo la
festa. Al suono di marce militari e in un tripudio di
sbandieratori, balestrieri, musici e trabanti, facevano il loro ingresso “il Conte Verde, Duca del Chiablese e d’Aosta, Principe e Vicario del Sacro Romano
Impero, Marchese in Italia” Amedeo VI, impersonato
da Adalberto di Savoia Genova, Duca di Bergamo, e
la consorte Bona di Borbone impersonata da Maria
Bona di Savoia Genova, accompagnati da un fastoso
corteo, che prevedeva due orifiamma portanti i motti
FERT e JE ATTENDS MON ASTRE e dieci stendardi
recanti gli emblemi araldici del Conte Verde “che tutti
sventolarono contro il Turco a Gallipoli e contro il
Bulgaro a Sozopoli, Anchialo, Mesembria e Varna”.
Fungevano da scorta gli Ufficiali di battaglia, il Cancelliere di Savoia, il Gran Scudiere, i Comandanti dei
Cavalieri BANNERETZ di Savoia, del Gran Corteo,
del Corteo delle Dame e delle Damigelle, del Corteo
dei Baroni, i Capitani degli stendardi e il Banditore
del Saracino. Seguivano in colonna per quattro, al galoppo, la prima quadriglia FERT e la seconda quadriglia SAVOIE per un totale di 120 cavalieri. Dopo
il giro completo dell’arena da parte del Conte Verde
e di tutti i partecipanti, omaggiato il palco reale che
ospitava Vittorio Emanuele III e i Principi Ereditari,
le due quadriglie si esibivano nelle previste evoluzioni
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.52 Pagina 43
equestri, cui seguiva la Giostra del Saracino, il Gioco
delle Rose e il “Combattimento dei Piumetti”. “A
GUIDA DI VISIONE, NEL RICORDO DELL’ASCESA GLORIOSA DELL’ITALIA” sfilavano i
Granatieri di Sardegna, i Bersaglieri di Lamarmora,
la Brigata Regina, i Garibaldini, la Voloire. Seguivano
le cariche impetuose dei Carabinieri in ricordo di
quella di Pastrengo (1848) e dei Lancieri d’Aosta in
ricordo di quella di Montevento (1866). Concludevano l’evento i reparti impegnati nelle guerre coloniali, nella Grande Guerra e nell’impresa d’Etiopia.
Gran parte dei partecipanti al Carosello fu tratta dal
Reggimento “Lancieri d’Aosta”, in quegli anni in
Campania, mentre i componenti del corteo provenivano dall’aristocrazia e dal patriziato del Mezzogiorno d’Italia: Ruffo, Colonna di Stigliano, Caracciolo, Nunziante, Filangieri, Imperiali, Riario Sforza...
a riprova di quanto Casa Savoia aveva saputo operare nella città di Napoli per riunire sotto la sua
Bianca Croce tutta l’Italia.
*Al Conte Verde siamo debitori dei principali simboli del patrimonio iconografico di Casa Savoia, che
a tutt’oggi dispiegano il proprio messaggio ideale.
Amedeo VI, infatti, nel 1362 fondava l’Ordine del
Collare riservato a soli 15 cavalieri a lui legati da
vincoli di particolare devozione: il collare era adorno
di nodi (divenuti in araldica “nodi di Savoia”), da
intendere quale simbolo dell’essersi instaurato un legame indissolubile fra il Conte e i suoi “cugini”.
Amedeo, che aveva adottato per partecipare ai tornei quale colore araldico il verde, simbolo di “allegria, speme, giovinezza”, faceva anche copioso uso
dell’antica espressione “fert”, che Amedo VIII nel
1409 aggiungerà sulla decorazione dell’Ordine del
Collare, posto nel 1518 da Carlo II sotto la protezione della Vergine si da acquisire la denominazione
di Ordine Supremo della Santissima Annunziata.
LIBRI
RICCARDO MATTOLI
“La Tragica fine della R. Corazzata Roma
nell’inedito Manoscritto di un Ufficiale superstite”
Gangemi Editore
256 Pagine - 20 Euro
Franco Mattòli (1920-1973) fu ammesso nell'Accademia Navale di Livorno nel 1940, risultando ai
vertici tra gli allievi del suo corso. Per questo fu assegnato alla R. corazzata Roma, che vide nascere da
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
Aspirante Guardiamarina quando era ormeggiata
a Trieste durante i lavori di costruzione e, da Sottotenente di Vascello, ne visse, il 9 settembre 1943,
la tragica fine. Venne decorato con la croce di
guerra al valor militare e gli venne conferita l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al Merito delle
Repubblica Italiana per le sue benemerenze militari. Si laureò in ingegneria meccanica presso il Politecnico di Milano.
43
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.52 Pagina 44
Il 9 settembre 1943, all'indomani dell'armistizio,
affondò la Regia Corazzata Roma, nave ammiraglia della flotta italiana durante la II guerra mondiale. In questo libro è pubblicato per la prima
volta l'inedito diario del ventitreenne Sottotenente
di Vascello Franco Mattòli, uno dei pochi superstiti
a rimanere incolume dopo il bombardamento compiuto dagli aerei tedeschi. Viene narrata, con dovizie di particolari, l'atmosfera e lo spirito che
aleggiava a bordo della nave poco prima della
partenza per l'ultima missione, i dettagli dell'infausta navigazione, la drammatica descrizione degli effetti causati dalle bombe alla nave ed al suo
equipaggio; il salvataggio dei naufraghi ad opera
del cacciatorpediniere Mitragliere e dell'incrociatore Attilio Regolo, trovando poi riparo a Port
Mahón, presso le Isole Baleari. Gli avvenimenti
furono scritti durante il periodo iniziale dell'internamento, dal 26 settembre al 30 ottobre 1943,
ad appena diciassette giorni dall'affondamento.
Una testimonianza lucida e priva dei possibili condizionamenti dovuti agli eventi bellici nonché
quelli politico-istituzionali che si succedettero in
Italia nei giorni, mesi ed anni successivi all'otto
settembre 1943. Se la provvidenza salvò Franco
Mattòli dalla morte e da sofferenze fisiche, l'intera
vicenda gli creò una profonda ferita nell'animo e
nello spirito, che neanche lo scorrere del tempo fu
capace di lenire. Si limitò all'essenziale quando fu
interpellato dalle autorità per rendere la propria
testimonianza, poi un lungo silenzio prese il sopravvento e per oltre settant'anni il suo diario è rimasto sconosciuto.
Riccardo Mattòli è nato a Roma nel 1966, dopo il
servizio di leva nella Marina Militare è entrato nel
Corpo Militare della Croce Rossa con la qualifica di
ufficiale commissario. Laureatosi in lettere presso
l'Università La Sapienza di Roma, ha insegnato storia e filosofia nei licei; giornalista pubblicista, è stato
addetto stampa del Comitato IV Zona della F. I. V.
(Federazione Italiana Vela). Ha pubblicato “On.
Agostino Mattòli” biografia del bisnonno, deputato
al Parlamento e medico del Presidente del Consiglio
dei Ministri on. Giovanni Giolitti.
NOTE LIETE
Discutendo brillantemente la tesi “I primordi del colonialismo italiano in Africa Orientale da Assab ad
Adua (1869 – 1896) ha conseguito la laurea in Po-
44
litica e relazioni internazionali la G. d’O.
Antonio Bonaccorsi.
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.52 Pagina 45
NECROLOGI
➢
➢
➢
➢
➢
➢
➢
➢
➢
➢
BIANCHI Corradino – Melbourne (Australia) – socio n° 17195 iscritto dal 19 agosto 2002
BOSCHIERO Sergio – Roma – socio n° 8103 iscritto dal 27 marzo 1959
COSTANTINI Patrizia – Melbourne (Australia) – socia n° 15809 iscritta dal 2 settembre 2000
DI LIBERTO Salvatore – Caroline Springs (Australia) – socio n° 17887 iscritto dal 4 settembre 2003
GRIOLI Francesco – Alì (Me) – socio n° 11663 iscritto dal 13 gennaio 1990
MARSANI Aldo – Melbourne (Australia) – socio n° 17196 iscritto dal 19 agosto 2002
MODICA Lorenzo – Dandenong (Australia) – socio n° 18757 iscritto dal 14 gennaio 2005
PASQUINI Piero Cristino – Victoria (Australia) – socio n° 17541 iscritto dal 19 febbraio 2003
SESTILLI Franco – Ancona – socio n° 9777 iscritto dal 12 maggio 1981
SPAGNOLETTI ZEULI Anna – Trani (BA) – iscritta n° 11109 dal 3 giugno 1987
LA MORTE DI SERGIO BOSCHIERO
Quando sembrava inevitabile che monarchici potessero essere soltanto coloro che avevano vissuto nel Regno d’Italia, e quindi testimoni di un’Italia che non c’era più, e quindi solo persone anziane, spuntò all’improvviso un giovane della provincia di Vicenza.
Le sue parole infuocate incendiarono un numero non trascurabile di ragazzi della mia generazione, che si
raccolsero nel Fronte Monarchico Giovanile.
Negli Anni Sessanta, mentre le forze politiche monarchiche declinavano inesorabilmente, noi giovani monarchici eravamo migliaia.
Eravamo figli di Ufficiali del vecchio Esercito del Re, figli di impiegati, di ambasciatori, di gente del popolo, di funzionari dello Stato, di proprietari terrieri.
Eravamo nobili, borghesi e proletari.
Eravamo monarchici nelle piazze d’Italia, la nostra devozione andava al Re in esilio, le nostre speranze al
Suo giovane figlio.
Le parole di Sergio ci trascinavano ed eravamo pronti a combattere per la Patria e per il Re, come avevano
fatto i nostri genitori.
Poi, tutto gradatamente si spense, il Re morì, la nostra giovinezza svanì con le nostre illusioni, l’unità dei
nostri cuori si dissolse in dispute velleitarie e nocive, ognuno si sentì interprete e custode dell’ortodossia, i
nostri ranghi si assottigliarono.
Ora il vecchio guerriero se n’è andato, ha raggiunto De Napoli, Avanzini, Baldini, Clerici, Marino, Lo Faso,
Braccini, Balzarini, Frattini, Landi, Luciano, Annamaria Capone, Vagliasindi, Di Prima e tutti gli altri del
Fronte Monarchico Giovanile che lo hanno preceduto.
E tutti insieme sono intorno al nostro amato Re Umberto II.
Quale che sia il futuro di questa nostra povera Patria, il motivo ispiratore dell’esistenza di noi che siamo
rimasti, la nostra fede e la nostra devozione non muteranno mai.
Ugo d’Atri
commissario provinciale di Livorno del Fronte Monarchico Giovanile dal 1964 al 1971
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
45
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.52 Pagina 46
NUOVI
ISCRITTI
ERRATA CORRIGE
Nel n° 3-4 della rivista (MAGGIO-AGOSTO 2014) è riportato al n° 23244 il nominativo del nuovo iscritto
MONS. VITTORIO CROCE quale iscritto di Bologna.
Egli è invece iscritto alla delegazione di ASTI.
46
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.52 Pagina 47
OGGETTISTICA
Fascia da Braccio
Foulard
Cravatta sociale
Cravatta
Marinella
Dist. commemorativo
per il trentennale della
morte del Re Umberto II
Distintivo
G. d’O. Scelta
€ 20,00
€ 30,00
€ 30,00
€ 100,00
€ 30,00
€ 20,00
Distintivo
Ispettore
Distintivo G. d’O.
Scelta Ispettore
Distintivo
G. d’O.
Medaglia al Merito
di Servizio grande
Medaglia al Merito
di Servizio piccola
Gemelli
€ 20,00
€ 20,00
€ 10,00
€ 50,00
€ 30,00
€ 30,00
Calendario 2015
Volume
“La tragica fine della
Corrazzata Roma”
Volume
“Morire a Napoli”
Volume “Storia e
ruolo della Guardia
d’Onore”
€ 10,00
€ 20,00
€ 10,00
€ 15,00
Barrette
di riconferma perla
Medaglia al Merito di
Servizio piccola
in oro
€ 30,00
€ 20,00
CD AUDIO
"Alle radici
della millenaria
Casa Savoia"
€ 10,00
in argento
Centenario morte
V.E. II
€ 30,00
DISTINTIVI COMMEMORATIVI
Quarantennale
Quarantennale
Scudetto di stoffa
morte V.E. III
morte V.E. III
€ 30,00
Medaglia Regina
Elena
Fregio in
materiale plastico
€ 30,00
€ 10,00
€ 20,00
€ 5,00
Fregio da basco
Crest
€ 15,00
€ 35,00
Scudetto
ricamato
Bandiera
(in imitolana)
Adesivo tricolore
Polo azzurra con bordi
tricolori e fregi a scelta:
stemma di Casa Savoia o aquila
araldica del Regno d’Italia
€ 25,00
€ 50,00
€ 2,00
€ 25,00
Sotto ciascun oggetto sono indicate le offerte minime per la cessione dei gadget sopraelencati.
La cessione può essere effettuata soltanto ai soci. Gli oggetti sono disponibili presso l'Istituto; in caso di spedizione occorrerà aggiungere € 5
per le spese postali. Per verificare l’effettiva disponibilità dei singoli articoli, consultare la sezione “Oggettistica” del nostro sito internet
www.guardiadonorealpantheon.it
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
47
rivista_luglio15_133.qxd 07/07/15 17.52 Pagina 48
48
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
Vittorio Emanuele di Savoia - Aosta, Conte di Torino
Comandante della Cavalleria nella Grande Guerra
PROCLAMA DI S. M. IL RE ALLA NAZIONE DOPO IL
CONVEGNO DI PESCHIERA DELL’8 NOVEMBRE 1917
Italiani!
Il nemico, favorito da uno straordinario concorso di circostanze, ha
potuto concentrare contro di noi tutto il suo sforzo. All'esercito
austriaco, che in 30 mesi di lotta eroica il nostro Esercito aveva
tante volte affrontato e tante volte battuto, è giunto adesso l'aiuto,
lungamente invocato ed atteso, di truppe tedesche numerose ed
agguerrite. La nostra difesa ha dovuto piegare; ed oggi il nemico
invade e calpesta quella fiera e gloriosa terra veneta da cui lo avevano ricacciato la indomita virtù dei nostri padri e l'incoercibile
diritto dell'Italia.
Italiani!
Da quando proclamò la sua unità e la sua indipendenza, la
Nazione non ebbe mai ad affrontare più difficile prova. Ma come
non mai né la mia Casa né il mio Popolo, fusi in uno spirito solo,
hanno vacillato dinanzi al pericolo, così anche ora noi guardiamo
in faccia all'avversità con virile animo impavido.
Dalla stessa necessità trarremo noi la virtù di eguagliare gli spiriti
alla grandezza degli eventi. I cittadini, cui la Patria aveva già tanto
chiesto di rinunzie, di privazioni, di dolori risponderanno al nuovo
e decisivo appello con un impeto ancora più fervido di fede e di
sacrificio. I soldati, che già in tante battaglie si misurarono con
l'odierno invasore e ne espugnarono i baluardi e lo fugarono dalle
città col loro sangue redente, riporteranno di nuovo avanti le lacere
bandiere gloriose, al fianco dei nostri alleati fraternamente solidali.
Italiani, cittadini e soldati!
Siate un Esercito solo. Ogni viltà è tradimento, ogni discordia è
tradimento, ogni recriminazione è tradimento. Questo mio grido di
fede incrollabile nei destini d'Italia suoni così nelle trincee come in
ogni più remoto lembo della Patria; e sia il grido del popolo che
combatte e del popolo che lavora. Al nemico, che ancor più che
sulla vittoria militare conta sul dissolvimento dei nostri spiriti e
della nostra compagine, si risponda con una sola coscienza, con
una voce sola: tutti siamo pronti a dar tutto, per la vittoria e per
l'onore d'Italia!
Vittorio Emanuele
Dato dal Quartier Generale il 10 Novembre 1917
GUARDIA D’ONORE N. 4 - 2015
49