“Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male

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“Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male
di
Gaetano Matino
IV G
Emanuela Luongo IV G
“Essere superstiziosi è da ignoranti,
ma non esserlo porta male!”
Eduardo De filippi
M
atilde Serao scrisse:Tutte le superstizioni sparse nel mondo sono raccolte
in Napoli e ingrandite …”
“U’ Munaciello” , “A bella ‘mbriana e altre “leggende napoletane”, sono state
definite da Matilde Serao: “fantastiche istorie, dove tanta parte della vita
napoletana si riflette”.
Esse ancora oggi continuano a vivere conservandone il fascino e il mistero.
“U munaciello”: spiritello cattivello, dispettoso e burlone, è il personaggio
leggendario più amato e temuto del folclore napoletano.
Matilde Serao nel suo “LEGGENDE NAPOLETANE” del 1881 ci racconta che è
realmente esistito.
Il racconto della grande scrittice napoletana è ambientato tra gli stretti vicoli
di via Toledo nell’anno 1445 durante il regno di Alfonso V d'Aragona.
Caterinella Frezza, giovane e bella figlia di un ricco mercante di stoffe, si
innamorò perdutamente del bel Stefano Mariconda, un garzone.
Questo amore fu fortemente contrastata dalla famiglia di lei e la coppia
ricorreva ad incontri notturni clandestini. Fu proprio in una di queste notti che
Stefano fu aggredito e gettato nel vuoto dai tetti della casa, morendo
tragicamente sotto gli occhi disperati della fidanzata.
Dopo la morte del ragazzo Caterinella, impazzita dal dolore fuggì e si rifugiò
in un convento della zona. Dopo nove mesi diede alla luce un bambino
piccolo, piccolo e deforme, che purtroppo non cresceva. Chiese la grazia alla
Madonna e gli cucì un abito monacale con un cappuccio per nascondere le
deformita' del suo fisico.
Questo fatto fu all'origine del
nomignolo “U munaciello” attribuitogli dalla gente del quartiere, e a poco a
poco si diffuse la voce che avesse qualche cosa di magico e sovrannaturale.
Dopo la morte della madre,
“U
munaciello
scomparve
misteriosamente, e la fantasia
popolare immaginò che fosse
stato portato via per i capelli dal
diavolo. la Serao in realtà ci
racconta che molti sospetti
caddero sulla famiglia Frezza che
probabilmente aveva organizzato
l’omicidio del piccolo gnomo. Qui
finisce la realtà e comincia la
leggenda.
La tradizione popolare non indica
con precisione il luogo in cui
abita “lu munaciello”, alcuni
dicono che dimori tra le rovine
sulle colline che circondano la
città di Napoli, altri sono convinti che sia presente in tutte le vecchie case
della città.
Se la casa che lo ospita è di suo gradimento lascerà in giro per l’abitazione
del denaro, ricompensando così i proprietari per la loro benevolenza. Se
invece qualcosa non gli va giù organizzerà dispetti e marachelle di ogni
genere.. Il più delle volte, egli si diverte a nascondere gli oggetti, per poi farli
ritrovare a distanza di tempo nei posti più impensati. Ancora oggi, quando in
casa sparisce qualcosa si dice: ”Sarà stato ‘o munaciello”.
Molti sostengono con convinzione di averlo addirittura visto e lo hanno
descritto come un piccolo gnomo vestito da monaco . In queste fugaci
apparizioni se il suo cappuccio o “scazzetta” è di colore rosso preannuncia
fortuna e benessere, se invece è nero è segno purtroppo di sfortuna e di
disgrazia!
Si dice che molti abbiano fatto improvvisamente fortuna grazie al suo
intervento e quindi, quando qualcuno ha avuto un arricchimento improvviso:
"Forse avrà lu munaciello in casa".
“A Bella 'Mbriana” dalla
credenza
popolare
è
considerata
lo
spirito
benigno, l’anti-munaciello. E’
la buona fata che dimora in
maniera fissa nella casa che
tutela e protegge.
Viene
descritta da chi afferma di
averla vista come una giovane
donna, bella, dolce e solare.
'Mbriana deriva dal latino e
significa "meridiana", ossia
l'ora più luminosa del giorno.
La
leggenda
napoletana
racconta che una principessa,
impazzita per il dolore a causa
di un amore infelice, vagava confusa per i
vicoli della
città. Il re suo padre, disperato per la sorte della figlia, per proteggerla
ricompensava con doni quelle case in cui la povera e infelice giovane veniva
accolta. Fu così che nacque la leggenda della fortuna legata alla presenza di
questa misteriosa figura femminile. Ancora oggi le persone più anziane,
quelle
del popolo, in segno di rispetto, ogni qualvolta entrano o
escono dalla propria casa le rivolgono un saluto, un
ossequio, talvolta dicendo ad alta voce:"Buonasera,
bella'mbriana mia ”.Quando invece si attraversa un
periodo
economicamente
difficile si esclama:
"Scètate, bella 'mbriana!"
Perfino Pino Daniele le ha dedicato una splendida
canzone , che ha per titolo proprio “Bella ‘mbriana”