La guida sotto la pioggia

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La guida sotto la pioggia
La guida sotto la pioggia
La regola universale, che vale sempre è:
chi va piano, va sano e va lontano.
Il pensiero di dover percorrere molti chilometri sotto la pioggia, per un guidatore alle prime armi, potrebbe
essere veramente demotivante.
C’è da bagnarsi; tutto diventa pericoloso; non sono abituato; farà freddo; preferisco il caldo.
Per un biker non è un problema.
Un po’ di pioggia non preoccupa assolutamente.
Tuttavia, di volta in volta, si devono prendere gli adeguati accorgimenti per poter continuare a guidare
divertendosi, anche in situazioni non ottimali sia climatiche che stradali.
Ho già avuto modo di scrivere qualcosa sulla “guida con pioggia” nel mio breve elaborato “guida sicura 2”
alle slide 36, 37 e 38; tuttavia avvicinandosi la stagione invernale, mi piace riprendere l’argomento ed
allargarmi a qualche suggerimento in più per chi non intende mettere a riposo la propria moto e
commentare insieme le reciproche esperienze.
Per prima cosa si deve valutare l’abbigliamento adatto.
Sotto la pioggia, se non adeguatamente vestiti, la guida non sarà confortevole.
Guidare con gli abiti bagnati fa venir freddo e quando non si sta bene viene a mancare anche il piacere della
guida e del viaggio e sopra tutto c’è il pericolo di perdere la giusta concentrazione per guidare in sicurezza.
Non rinunciamo alla moto,
basta organizzarsi e attrezzarsi con l'impermeabile:
in commercio troveremo dall’antipioggia leggero alla tuta multistrato super tecnica.
Ora che ci siamo attrezzati per affrontare la pioggia, pensiamo a come comportarci sulla strada.
Con calma, senza alcuna fretta.
Regola N.1 rallentare
Considerare sempre che sul bagnato lo spazio di frenata è maggiore.
Quindi spazi e tempi di manovre saranno necessariamente maggiori;
di conseguenza si deve regolare la velocità ed aumentare la distanza di sicurezza,
ben oltre i tradizionali 3 metri (due secondi) mantenuti abitualmente dal veicolo che ci precede.
Accertarsi sempre di avere sufficiente spazio per eventuali manovre, fossero necessarie.
Di tanto in tanto rilasciare l’acceleratore e riprenderlo, agire dolcemente sui freni.
Su strade bagnate, tutto deve essere più graduale, avvicinandosi ad una curva diminuire la velocità con
buon anticipo, affrontare la curva senza piegare, piuttosto cercare di mantenere la moto più dritta possibile
e curvare gradualmente e con prudenza, mantenendo una velocità di sicurezza.
Accelerare, frenare, curvare, sono manovre che vanno fatte con delicatezza e gradualità.
Se normalmente, sull’asciutto, si usa prevalentemente il freno anteriore, sul bagnato i freni anteriori e
posteriori vanno dosati e utilizzati entrambi per mantenere sempre la trazione il più possibile costante.
Questo è un pò il segreto della guida sotto la pioggia:
saper mantenere la trazione.
Cercare sempre di evitare l’acquaplaning, ciò è l’effetto che si crea quando tra pneumatico e strada si
intromette uno straterello di acqua, facendo perdere aderenza al pneumatico.
Se non è possibile evitare la pozzanghera o l’acqua stagnante, decelerare dolcemente, riducendo in
sicurezza la velocità e mantenendo diritta la moto quanto più sia possibile;
evitare l’uso dell’acceleratore e del freno quando si attraversa una pozzanghera.
Quindi, con qualche piccola precauzione, peraltro dettate dal buon senso, chiunque può guidare in
sicurezza, sotto la pioggia;
per contro, sotto la pioggia, la capacità di reazione agli ostacoli diminuisce, è quindi necessario saperli
prevenire con un comportamento di guida misurato, che significa semplicemente usare maggior prudenza.
Altri elementi da non sottovalutare sono dati dallo stato delle strade, ci sono molti tipi di asfalti, non
sempre drenanti, in caso di pioggia possono diventare scivolosi per i più svariati motivi, la segnaletica
orizzontale, i binari del tram, i tombini metallici, sui ponti le lastre di congiunzione in acciaio, la regola è
sempre la stessa: non eccedere con l’acceleratore, coi freni e mantenere la moto diritta quanto possibile.
Ai semafori ed agli stop, fare molta attenzione, la segnaletica potrebbe essere scivolosa, inoltre laddove
circolano e si fermano degli automezzi è possibile trovare zone sporche di olio in particolare nella parte
centrale della corsia, per cui, fermandosi accertarsi che il piede abbia un appoggio stabile.
Bisogna tener presente che il momento più pericoloso della guida sul bagnato è quando comincia a piovere.
Infatti sull’asfalto si depositano oli di scarico e sporcizia che formano uno strato viscido al cedere della
pioggia e fin quando l’acqua non ha pulito il fondo stradale, esso rimane particolarmente scivoloso.
Anche qui valgono le regole già dette sopra: evitare le manovre brusche;
sterzare, frenare ed accelerare con gradualità, nonché procedere con la giusta cautela in sicurezza.
Oppure, fermarsi qualche minuto ed aspettare che l’asfalto sia ripulito dalla pioggia.
Talvolta una piccola sosta può essere anche piacevole e garantire una buona continuazione del viaggio.
Infine ognuno deve saper capire e calibrare i propri limiti, sia sul bagnato che sull’asciutto;
la sicurezza va anteposta all’agonismo e all’orgoglio.
Sia sul bagnato che sull’asciutto ognuno deve guidare lasciandosi un adeguato margine dal proprio limite.
Raggiungere o superare il proprio limite non è una vittoria è solo un inutile rischio che nessuno deve
correre per non compromettere il proprio divertimento e quello altrui.
Ora che abbiamo capito come comportarci sotto la pioggia,
vediamo come meglio attrezzarci per affrontarla.
Con calma, senza alcuna fretta.
Come proteggersi dal freddo e dalla pioggia in moto
Il completo da pioggia è l’elemento basilare, generalmente è costituito da giacca e pantaloni, anche se si
deve riconoscere che una tuta intera potrebbe dare maggiore protezione, tuttavia l’uso dello spezzato
risulta più pratico e flessibile, potendo utilizzare un pezzo o l’altro o entrambi, a seconda delle esigenze e
delle condizioni.
Non ci siamo ancora rassegnati all'idea che non esistano più le mezze stagioni, gli esperti dicono che il clima
si è “tropicalizzato”.
Quindi attendiamoci lunghi periodi di pioggia, quella vera, con scrosci potenti.
Poi, quando arriva Marzo, ci illudiamo di essere usciti dal “tunnel” del clima freddo, umido e bizzoso.
Va bene, passi pure uno sfogo del cielo ogni tanto, così da regalarci colori più vividi, ma la verità è che
per noi motociclisti la pioggia è nemica.
E allora che fare?
Allunghiamo il letargo della nostra moto?
Giammai!
Esiste un'unica soluzione e si chiama “sapersi attrezzare”, quella cosa piuttosto scomoda da tirare fuori
proprio quando ci si stava divertendo a guidare su quella bella strada, sia essa di montagna, sia di costa o
sia di collina, se il meteo è cattivo a volte non basta nemmeno “il sapersi attrezzare”.
Chi è abituato a girare in moto difficilmente è disposto a rinunciare a tutti i suoi vantaggi, anche quando la
bella stagione diventa solo un piacevole ricordo.
Il motociclista affronta stoicamente gelo e intemperie a bordo del suo inseparabile mezzo.
Piuttosto che chiudere la moto in garage aspettando la primavera, si attrezza per combattere freddo e
pioggia. Per fortuna, però, oggi ci sono delle novità. In questi ultimi anni, infatti, la situazione è decisamente
migliorata: le aziende specializzate hanno messo a punto una serie di capi e accessori sempre più tecnici e
intelligenti, appositamente studiati per un uso motociclistico. In commercio è possibile trovare una vasta
gamma di prodotti, la scelta va fatta in base alle caratteristiche dichiarate ed alle necessità individuali.
Oggi il mercato offre capi antipioggia e antifreddo perfetti per affrontare l'inverno in tutta tranquillità,
ideali quando piove o il termometro scende sotto lo zero.
Una tuta per ogni occasione
Il mercato si è evoluto evitandoci quelle spesse cerate con effetto “sacchetto”, che limitano i movimenti e
danno una sensazione di pesantezza e di soffocamento.
Ora ci sono tute e completi compattabili, leggeri e facilmente stivabili, anche in una tasca.
Per chi macina chilometri, esposto per ore e ore sotto l’acqua esistono prodotti più robusti come le giacche
con triplo strato; per i più sensibili al tema sicurezza sono disponibili i capi fluorescenti.
Stiamo parlando di semplici bande fluorescenti, più o meno ampie, piazzate su vari punti; non sono ancora
capi certificati secondo la CE En 471, la norma che stabilisce i criteri con cui devono essere realizzati i capi
che indossano gli “operatori della strada”, dai vigili del fuoco a chi “stende” l'asfalto.
Piacerà, poi, agli ecologisti la nuova tendenza a togliere il PVC dagli antipioggia e sostituirlo con il meno
nocivo poliuretano.
Infine considerando il costo, di regola, il più costoso dovrebbe garantire una maggiore traspirabilità.
Il vantaggio si noterà quando piove e allo stesso tempo è caldo.
In futuro, forse, le Case potranno lavorare sulla traspirazione anche se questa parola sembrerebbe in
contraddizione con l'impermeabilità, ovvero i trattamenti di spalmatura a cui si è ricorsi finora per rendere i
capi impermeabili all'acqua, che quasi precludono il passaggio dell’aria.
Consigli d’uso e manutenzione
Prima di lasciarvi alla selezione delle tute e dei completi da pioggia, qualche consiglio di uso e manutenzione.
Gli “impermeabili”, si tratti di spalmato o triplo strato, si devono lavare a mano.
La lavatrice, infatti, comprometterebbe la spalmatura e può alla lunga danneggiare anche la membrana.
Bisogna, poi, evitare le escursioni termiche e le alte temperature (bauletto d'estate o il termosifone per
l'asciugatura in inverno), le pieghe molto secche e sempre le stesse come pure le tensioni sulle cuciture
(quando calziamo i pantaloni con gli stivali, per esempio, tiriamo la cucitura del cavallo).
La vita media di un capo antipioggia è di due anni, ma quelli scadenti possono durare molto meno.
In generale la tuta intera protegge meglio dalle infiltrazioni d'acqua perché, è evidente, più aperture ci sono
più siamo esposti alla pioggia. D'altra parte la versione due pezzi è più comoda per chi fa frequenti soste,
perché più facile da mettere e togliere, è quindi più versatile.
Si può indossare solo la giacca, se fa freddo, o solo il pantalone se fa caldo ma le strade sono bagnate.
Per la città sono richiesti prodotti comprimibili, mentre per il turismo prodotti robusti.
Le stagioni che stiamo vivendo confermano la necessità di utilizzare sempre più spesso un abbigliamento
impermeabile;
Tutti i mesi possono riservare sorprese, nello stesso viaggio, possiamo imbatterci in varie condizioni meteo.
Quindi abituiamoci a portare l’impermeabile sempre con noi ed a posizionarlo nei nostri bauletti.
I capi ideali e le caratteristiche
Giacca impermeabile
La giacca antipioggia deve avere le seguenti caratteristiche: il collo deve essere abbastanza alto per
proteggere da aria e pioggia, ma non troppo, altrimenti può dare fastidio.
Le tasche esterne devono poter essere chiuse con cerniera e/o patta che copra la tasca.
La chiusura centrale con cerniera deve essere coperta da una patta, in questo modo aumenta la protezione
da vento ed acqua. Deve essere presente un sistema per stringere la giacca in vita. I polsini della giacca
devono essere dotati di chiusura, a questo è molto comodo il velcro.
Le cuciture impermeabili devono essere coperte da un nastro (definite cuciture “nastrate”). Utile la
presenza di una patta all’altezza del collo, per evitare di pizzicarsi quando si chiude la cerniera della giacca.
Pantalone impermeabile
Vale un pò tutto quello detto per le giacche: anche le chiusure dei pantaloni impermeabili e le allacciature,
devono denotare uno studio accurato per proporre un capo completamente isolato dall'ambiente esterno,
come anche gli elastici in vita e alle caviglie, che permettono una vestizione veloce e valida. Anche le tasche
saranno ben chiuse con pattine ad alette o zip, per proteggere i documenti o accessori personali.
Questo tipo di pantalone sarà dotato di più tasche, strategicamente nascoste, per permettere l'inutile
ingombro di borse o zainetti, dando la possibilità di trovare in modo pratico ciò che occorre velocemente.
Copri stivali antipioggia
I sopra-stivali sono la soluzione ideale per i giorni più rigidi e quando piove, si usano solo quando serve.
Ne esistono di vari tipi, sia in tessuto che in gomma, ottimi anche i «Copri stivali apribili», con cerniera
laterale per essere calzati più facilmente.
I migliori sono quelli in tessuto impermeabile sottile, leggerissimi e perfetti da tenere sempre nel bauletto.
Esperienza dice: quando fa molto freddo, dallo stivale potrebbe entrare aria fredda sul piede, calzando il
copri stivale, l’aria non entra ed il piede rimane caldo.
In mancanza di un copri stivale è possibile utilizzare la classica “sportina della spesa“ di nylon, che se legata
bene alla caviglia non si strappa e protegge da acqua ed aria fredda (costo zero).
Copri guanti antipioggia
Mani fredde e dita congelate?
Oggi si può risolvere questo inconveniente grazie ai guanti, magari
doppi, dotati di rivestimento esterno in poliestere, guanto interno in pile, membrana 100% impermeabile e
traspirante, eventualmente inserti rigidi in ABS sulle nocche, regolazione con velcro sul polso e inserti
rifrangenti... e il gioco è fatto!
Per eccellere in comodità montare manopole riscaldate.
Collare antifreddo
Basta con le sciarpe ingombranti che limitano i movimenti e lasciano passare gli spifferi: il «collare» è
l'accessorio giusto per riparare la gola in modo efficace e comodo. Ne esistono di molti tipi che proteggono
solo il collo o anche il petto. Si mette e si toglie sfilandolo, oppure può essere fissato con un velcro.
Ginocchiere
In caso di grandi freddi è consigliabile fornirsi di ginocchiere imbottite, ottimo riparo dall’aria fredda per le
parti più esposte della gamba, si bloccano alla coscia e sotto il ginocchio con un velcro.
Provate e collaudate, direi a prova di “foresta nera”
Termoscudo (solo per i più freddolosi)
un accessorio irrinunciabile: tutte le moto sono dotabili di questa «copertina» a tenuta stagna,
impermeabile e imbottita all'interno, perfetta per proteggere il corpo da freddo e acqua. I modelli più nuovi
sono dotati di un sistema «antisventolio» e di un anello antifurto. Grazie ad un sistema di termoregolazione
sfruttano l'aria calda del radiatore o del motore, che viene convogliata all'interno del «telo».
Casco
Per chi non teme il freddo, casco aperto.
Per l'inverno sarebbe meglio un casco integrale, più comodo se ha la mentoniera apribile, un ottimo
compromesso tra integrale e jet. L'ideale sarebbe un modello dotato anche di visiera antiappannamento.
In commercio esistono molte altre soluzioni: dai modelli più «modaioli» ai classici ed ai top di gamma.
Ora che ci siamo attrezzati anche per affrontare la pioggia, pensiamo ad andare in moto.
Buon divertimento
by pasquino