“Ardigò” di Monza: Ritorno… allo sport

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“Ardigò” di Monza: Ritorno… allo sport
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
“ARDIGO’ – BELLANI”
PROGETTO “IO TIFO POSITIVO”
CLASSE 1 E
AUTORI: GRECO GIOVANNI – LOPEZ KIARA – MARZANI FEDERICO – REDONDI
LUCREZIA – SCIBETTA ANTONIO
Era l’anno 3050, un bambino di nome Andrea stava studiando sul suo
tecnolibro, quando si mise a piovere. Andrea non aveva mai visto scendere
spontaneamente la pioggia dal cielo, infatti in quegli anni per far piovere
bastava schiacciare un bottone, si formavano nuvole artificiali e scendeva
per un tempo stabilito la pioggia voluta… non una goccia di più non una
goccia di meno. Ma il ragazzo sapeva che molto tempo prima non era così.
All’improvviso Andrea chiuse il suo tecnolibro e pensò di dirigersi verso
la biblioteca per cercare qualche notizia sulla pioggia.
La bibliotecaria lo accompagnò in fondo al corridoio, dove c’erano dei
tecnolibri che nessuno leggeva più da tempo e parlavano proprio della
pioggia. Ne prese uno, lo sfogliò e si fermò su una pagina parlante; a
proposito di pioggia e di acqua, raccontava di uno sport che si praticava
nel XXI secolo e che divertiva molto i ragazzi: il nuoto.
Si praticava dentro vasche piene d’acqua, con corsie limitate da strisce
colorate e galleggianti; chi nuotava indossava uno strano costume, una
cuffia e, se voleva, portava anche un paio di occhialini.
I bambini del 3050 non sapevano più come divertirsi, perché avevano
solamente giochi elettronici e si annoiavano, avrebbero voluto fare
qualcosa di più fisico, ma non sapevano come.
Andrea iniziò a leggere il tecnolibro e scoprì che quello sport chiamato
nuoto si poteva praticare in vari stili, otto in tutto: stile libero, delfino,
rana, sirena, dorso, doppia bracciata, “cagnolino” e farfalla. Solo a
leggerlo si appassionò tantissimo a quell’attività fisica, così decise di
imparare a nuotare e, siccome gli era sembrato molto interessante, lo
insegnò a tutti i suoi conoscenti: amici, parenti, amici di amici…
Poi un giorno si organizzò con i suoi compagni di scuola per trovarsi alle
16.30 davanti al fiume di fianco a casa sua. Quando arrivarono i suoi
compagni, insegnò loro per prima cosa le regole del nuoto che impararono
facilmente. Dopo l’esercitazione fuori dall’acqua si immersero nel fiume
fino al collo, facevano fatica a restare a galla, ma ai tentativi successivi
riuscirono con facilità. Mentre tornavano a casa, raccontarono
quell’esperienza ad altre persone che andarono in biblioteca a consultare
tecnolibri sullo sport.
Lo sport, così, si diffuse ancora in tutto il mondo e i bambini avevano
qualcosa di interessante da fare quando si annoiavano.