fela kuti il potere della musica

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fela kuti il potere della musica
Wanted è lieta di presentare
FELA KUTI
IL POTERE DELLA MUSICA
(Finding Fela)
di Alex Gibney
Dopo il successo al Sundance Film Festival, a giugno nelle sale italiane arriva il film su Fela
Kuti, il musicista rivoluzionario che ha inventato l’afrobeat
Anteprima
lunedì 8 giugno
h 21.00
UCI Cinemas
Via Monte Amiata,
San Giovanni Lupatoto (VR)
Trailer: www.youtube.com/watch?v=2edXN4E_eEg
con il Patrocinio di
“La storia di Fela Kuti, artista straordinario, oppositore coraggioso,
prigioniero di coscienza di Amnesty International,
ci parla della Nigeria di ieri e, purtroppo, della Nigeria di oggi”.
(Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia)
FELA KUTI. IL POTERE DELLA MUSICA del regista Premio Oscar Alex Gibney racconta la vita, la musica, il ruolo
politico e culturale e l’eredità del genio assoluto dell’afrobeat, il nigeriano Fela Kuti, musicista, rivoluzionario e
attivista dei diritti umani. Noto per il suo impegno costante, il suo stile di vita anticonvenzionale e il suo coraggio,
Fela è stato uno dei musicisti più controversi di sempre.
FELA KUTI. IL POTERE DELLA MUSICA di Alex Gibney - il regista statunitense che ha conquistato l’Academy nel
2008 denunciando col suo Taxi to the Dark Side il trattamento dei prigionieri durante gli interrogatori in Iraq,
Afghanistan e a Guantanamo dopo l’11 settembre- è stato presentato al Sundance Film Festival e arriverà nei
cinema italiani distribuito da Wanted da giovedì 11 giugno. In anteprima al Circolo Magnolia di Milano l’8
giugno, FELA KUTI. IL POTERE DELLA MUSICA inaugurerà “Lo strano caso del cinema al Magnolia", una rassegna
che si svolgerà all’aperto presso il circolo milanese e proporrà, da giugno a settembre, alcuni dei migliori
documentari internazionali per il cinema distribuiti da Wanted, come Banksy does New York, Nas time is
illmatic e il recente premio della giuria al Sundance 2015, The Wolfpack.
Il film di Gibney racconta come Fela abbia creato un nuovo movimento musicale, l’afrobeat: esprimendo grazie
alla musica le sue opinioni politiche, Fela si è scagliato contro il governo dittatoriale nigeriano degli anni ‘70 e
’80 contribuendo a un radicale cambiamento in chiave democratica in Nigeria e promuovendo la politica
panafricana in tutto il mondo. Il potente messaggio di Fela, testimoniato anche dallo strepitoso successo dello show
dedicato alla sua vita in scena a Broadway, rimane ancor oggi di assoluta attualità e si esprime nei movimenti
politici dei popoli oppressi, che abbracciano la sua musica e il suo pensiero nella loro lotta per la libertà.
Fela Ransome Kuti nasce nel 1938 ad Abeokuta, cittadina nigeriana a nord di Lagos. Suo padre è un maestro di
scuola cristiano e insegnante di piano; sua madre, leader del movimento femminista, è attiva nel movimento anticoloniale delle donne nigeriane durante la lotta per l'indipendenza. Fela studia in Nigeria e, ironia della sorte, molti
dei suoi compagni di classe diventeranno un giorno militari contro cui Fela si scaglierà. Desiderosi di vedere il figlio
diventare dottore, i genitori mandano Fela a studiare in Inghilterra. Una volta a Londra, però, Fela si iscrive alla
scuola di musica del Trinity College dove studia composizione e tromba. Intanto si appassiona alla musica di Miles
Davis e Frank Sinatra e compone la sua prima band chiamata Koola Lobitos. Proprio nella fusione di elementi di
musica tradizionale yoruba, jazz e funk si pongono le basi per la nascita dell’afrobeat. Nel 1969 Fela è negli USA
dove conosce Sandra Isidore che lo introduce agli scritti e alla politica di Malcolm X e Eldridge Cleaver. Tornato in
Nigeria, Fela comincia a usare la sua musica come un grido di battaglia per i diseredati, fondando con il suo gruppo
la “Repubblica Kalakuta”, uno studio di registrazione/comune che desta le ire dei militari nigeriani. Fela e la sua
band (rinominata Africa 70) diventano in quegli anni delle vere stelle, in Africa occidentale e non solo. Nel 1977 Fela
e altri collaboratori vengono arrestati. L’attacco dei militari è brutale e lo studio di Fela viene messo a ferro e fuoco.
Fela emigra così in Ghana tornando in Nigeria solo nel 1978 per fondare il suo partito politico. Nel corso della sua
vita Fela Kuti è stato arrestato più di duecento volte, accusato di quasi ogni crimine immaginabile. Nonostante le
costanti vessazioni ha continuato a vivere in Nigeria, anche se, come icona musicale internazionale, avrebbe
agilmente potuto trasferirsi altrove. La sua morte, avvenuta nell’agosto del 1997 per complicazioni dovute all’AIDS,
ha profondamente colpito musicisti e appassionati di tutto il mondo. In Nigeria un milione di persone ha partecipato
al suo funerale.
Il film è distribuito da Wanted col patrocinio di Amnesty International e col sostegno di Sky Arte HD.
#FindingFela
Trailer
https://www.facebook.com/wantedcinema
WANTED
Wanted è una nuova distribuzione nata per offrire al pubblico italiano un cinema di ricerca e “ricercato”, capace di proporre
voci e linguaggi rivoluzionari affrontando anche temi scomodi: un cinema che non scivola via appena si accendono le luci, ma
che lascia un segno in chi da un film si aspetta non soltanto divertimento, ma anche pensiero, stimolo, dibattito, sorpresa,
approfondimento. Tra i titoli di prossima uscita del listino Wanted si segnalano “Eau argentée - Autoritratto siriano” di Ossama
Mohammed e Wiam Simav Bedirxan , “Dior and I” di Frédéric Tcheng- con The Space Movies - e “Banksy does New York” di
Chris Moukarbel
Ufficio Stampa
Luana Solla, E-mail:[email protected], Mob. 334/3369695.
Nel nord-est del paese, milioni di nigeriani vivono quotidianamente sotto la minaccia del terrore del gruppo armato
islamista Boko haram (“l’educazione occidentale è peccato”), che dal 2009 combatte contro chiunque associ al
governo o consideri “miscredente”. Dal 2013 Boko haram ha effettuato almeno 330 azioni armate e ucciso oltre
5400 persone. A seguito dello stato d’emergenza imposto a metà di quell’anno, l’esercito si è reso responsabile a sua
volta di gravi violazioni dei diritti umani, tra cui esecuzioni sommarie e torture di presunti militanti del gruppo
armato. Negli ultimi due anni la violenza di Boko haram è aumentata, con rapimenti di massa e distruzioni di interi
centri abitati. Amnesty International ha denunciato che in alcuni dei casi più gravi – come il sequestro di quasi 300
studentesse nell’aprile 2014 e gli attacchi contro Baga e Monguno nel gennaio 2015 – le autorità erano state
informate e avrebbero potuto evitare rapimenti e uccisioni. Nell’agosto 2014, il gruppo armato ha proclamato un
“califfato” nei territori sotto il suo controllo. Negli stati settentrionali, a maggioranza musulmana, è in vigore dal
1999 la sharia. La legge di derivazione coranica regola rigidamente numerosi aspetti della vita privata e
criminalizza atti che il diritto internazionale non considera reati, quali l’adulterio, l’apostasia e le relazioni tra
persone adulte del medesimo sesso. L’acqua, l’aria e la terra degli stati meridionali, soprattutto nella regione del
Delta del fiume Niger, hanno subito gravi conseguenze dalle attività delle aziende petrolifere, in particolare della
Shell e poi dalle altre, tra cui Eni. I mezzi di sussistenza delle popolazioni locali sono compromessi
dall’inquinamento. Da decenni, le autorità nigeriane mostrano grande compiacenza nei confronti delle
multinazionali del petrolio, a scapito della difesa dei diritti umani dei loro cittadini.
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International sezione italiana
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