opuscolo - Provincia di Milano

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opuscolo - Provincia di Milano
Milano 2009
concerti, film
e video
nella musica
del nostro tempo
diciannovesima
edizione
con il patrocinio di
concerti, film e video nella musica del nostro tempo
rassegna promossa
dalla Provincia di Milano
il programma è a cura di
Enzo Gentile, Marco Piccardi
Presidente
Filippo Penati
coordinamento
Massimo Cecconi
Assessore alla cultura,
culture e integrazione
Daniela Benelli
organizzazione, promozione
Marco Piccardi, Dario Salvetti
Direttore centrale cultura
e affari sociali
Claudio Minoia
Direttore settore cultura
Massimo Cecconi
segreteria organizzativa
Angela Marino,
Veronica Sebastianelli
collabora
Irene Moresco
ufficio stampa e sito web
Giorgio Bocca, Pinuccia Merisio
con Valentina Vergerio
e Daniele Caiazzo
stagista
Antonella Armigero
supporti multimediali
Medialogo/ Servizio audiovisivi
della Provincia di Milano
con la collaborazione di
Fondazione Cineteca Italiana
servizi tecnici
Saverio Camarca, Luca
Carovelli, Caterina Casati,
Bruno Chemolli, Gianni Molari,
Marco Occhipinti, Giuseppe
Prestia, Paolo Sigrisi
Provincia di Milano/Settore cultura
per informazioni:
tel. 02 7740.6383/6384/6329
www.provincia.milano.it/cultura
ufficio stampa:
tel. 02 7740.6310/6358/6359
G
iunge alla diciannovesima edizione Suoni e Visioni, rassegna
ormai storica della Provincia di Milano che sempre di più nel
corso degli anni ha acquistato una fisionomia schietta e decisa,
non solo per la qualità artistica dei musicisti coinvolti, ma
anche per la sensibilità con cui nomi e gruppi sono stati scelti. Un taglio
internazionale, eclettico, che ha saputo tenere insieme - fedelmente - autori
affermati e nuovi talenti. Suoni e Visioni ha sempre rispettato la sua
vocazione originaria: accostarsi a diversi generi musicali, privilegiare il
rapporto musica-cinema e, più in generale, musica-immagine.
Purtroppo, la difficile congiuntura economica chiama in causa anche i bilanci
della cultura. Abbiamo però scelto di continuare a proporre Suoni e Visioni,
rinnovando rapporti consolidati di collaborazione, con un impegno che per noi è
prima di tutto programmatico. La rassegna è un’eccellenza dell’offerta culturale
della Provincia, e attrae un pubblico molto vasto e vario, raggiungendo
giovani e musicofili di ogni tipo. Il programma 2009 è quindi più compatto ma
comunque ricco e variegato. La rassegna prende vita, come sempre, in diversi
spazi della città: un vantaggio, per il pubblico prima di tutto, che si sposta e
apprezza diversi ambienti di performance, e una virtù, perché la rassegna entra
in sintonia e relazione con la città che la ospita, polimorfa e policentrica. Si
articola quindi su diverse sedi (Teatro Dal Verme, Teatro Leonardo, Spazio
Oberdan), anche se in modo meno dispersivo che in passato.
Riguardo agli artisti ospiti, Seun Kuti è un alfiere della musica dell’Africa
di oggi, continente delle cui popolazioni tende ad incarnare anche le istanze
politico-sociali, sulla scia del padre Fela. David Byrne è una stella di prima di
grandezza del rock internazionale nonché artista raffinato e poliedrico che si
è accostato al mondo del teatro, del cinema e della fotografia (proprio “Suoni
e Visioni” anni fa ha ospitato una sua personale). Riccardo Tesi è uno degli
artisti italiani più apprezzati, anche all’estero, per l’impegno nel recupero della
nostra musica popolare, che però attualizza e contamina con intelligenza. Bat
For Lashes, progetto che ruota attorno alla cantante-autrice Natasha Khan, è
invece una proposta recente, emergente, di tendenza.
I due concerti allo Spazio Oberdan sono strettamente legati al cinema: all’esibizione
del songwriter Scott Matthew fa seguito la proiezione del film “Shortbus”, al quale
ha partecipato di persona e con la sua musica; la performance di stampo jazzistico
dei q3, con ospite il noto chitarrista Kurt Rosenwinkel, è invece un commento sonoro
in simultanea ad un vecchio film muto.
Il programma è completato, come di consueto, da alcune serate video, sempre
all’Oberdan, che ci forniscono un ritratto in musica e immagini di artisti ospiti
della rassegna, come David Byrne, o a cui rendere omaggio, come Miles Davis
e Jimi Hendrix. Queste proiezioni sono ormai un punto di riferimento per gli
appassionati, e infatti non di rado si creano lunghe file di persone che attendono
di entrare in sala, alla caccia di un posto.
Suoni e Visioni, dunque, ci rende come sempre orgogliosi, dimostrando come
si possano fare cose egregie con risorse contenute, puntando su scelte artistiche
oculate e competenti.
Daniela Benelli
Assessore alla cultura, culture e integrazione della Provincia di Milano
Seun Kuti
&Fela’s Egypt 80
venerdì 20 marzo
ore 21
posto unico 8 18,00
ridotto 8 14,00
Seun Anikulapo Kuti voce,
sax alto, tastiere
Tajudeen Olalekan Animasahun
direzione musicale e tastiere
Adedimeji Rilwan Fagbemi
sax baritono
Oyinade Adeniran sax tenore
Olumuyiwa Emmanuel Kunnuji,
Olugbade Peter Okunade tromba
Kunle Justice basso
Iyabo Folashade Adeniran,
Yetunde Sophia George Ademiluyi
voce e danza
David Obanyedo chitarra solista
Alade Oluwagbemiga chitarra
Ajayi Raimi Adebiyi batteria
Kola Onasanya congas
Olawale Toriola, Okon Iyamba
percussioni
in collaborazione con Associazione culturale Informel
Teatro Dal Verme
Via S. Giovanni sul Muro 2
V
entisei anni, Oluseun Anikulapo Kuti è il più
giovane figlio del massimo artista espresso
dal Continente Nero nel secolo passato: Fela
Anikulapo Kuti (1938-1997). Profeta dell’afrobeat,
icona musicale e culturale del suo Paese, Fela è stato molto
più che un cantante e band leader, in termini concreti
e simbolicamente ha rappresentato tantissimo per la Nigeria,
un testimone, una bandiera e un punto di riferimento,
mai rimosso, neppure a distanza dalla scomparsa.
La sua eredità è stata ripresa da almeno due dei rampolli
di famiglia, Femi e appunto Seun, che oggi è alla guida della
spettacolosa orchestra di Fela, i leggendari Egypt 80 (ex Africa
70), una ventina di elementi che compaiono anche nel lavoro
d’esordio uscito in estate, “Many Things”. Nell’album, in sette
brani, per oltre cinquanta minuti di musica incandescente,
fluiscono i ritmi e la filosofia cari a Fela Kuti, la cui memoria
non potrebbe avere un destino e una cura migliori.
In quei materiali, che portano tutti la firma di Seun, ritorna
l’iterazione, la calda tensione propria del capostipite, per una
miscela perfetta da ballare, ma anche nel triturare messaggi
sociali e slogan di vita quotidiana, espressi in lingua yoruba,
l’etnia più numerosa presente in Nigeria.
Seun, con la sua voce e un sax ruvido e aggressivo, affronta
gli ascoltatori per un risultato stilisticamente ineccepibile,
governato con l’energia e la veracità tumultuosa tipica dell’età,
dove il desiderio di modernità si coniuga alla forza delle radici.
Con i testi intrisi di tematiche politiche e di denuncia, Seun
arringa sulla scia del padre senza mediazioni, né timidezze:
“Abbiamo problemi per avere una casa, per trovare un
lavoro, per andare a scuola: ne abbiamo in termini di etnia
e con il governo” canta, aggiungendo: “Non raccontate
stronzate all’Africa”.
Fela, da questo punto di vista, può stare tranquillo: l’afro-beat
del ventunesimo secolo è in buone mani.
David Byrne voce e chitarra
Mauro Refosco percussioni
Paul Frazier basso
Graham Hawthorne batteria
Mark Degliantoni tastiere
Kaissa Doumbe Moulongo,
Ray Frazier, Jenni Muldaur voce
Lily Baldwin, Steven Reker,
Natalie Kuhn danza
in collaborazione con International Music and Arts
“P
martedì 21 aprile
ore 21
primi posti 8 30,00
ridotti 8 24,00
secondi posti e balconata 824
ridotti 819
Teatro Dal Verme
Via S. Giovanni sul Muro 2
orgiamo l’orecchio a cose diverse, per vedere se
possiamo metterle insieme e creare qualcosa di
nuovo.” Musicisti così sono ormai più unici che
rari ed è bene preservarli, perché ad ogni mossa
possono sorprendere, incantare, solleticare oltre ogni regola.
David Byrne e Brian Eno sembrerebbero fatti uno per l’altro,
artisticamente complementari, abili nella leggerezza come
in profondità, nel giocare con i suoni e le melodie, ma anche
capaci di sperimentare e trasformare le trame, di coltivare
pozioni magiche, sempre sospesi tra prassi e teoria. A fine anni
Settanta, dopo due album dei Talking Heads per cui Eno aveva
firmato la produzione (“More Songs About Building and Food”
e “Fear of Music”), tra Brian e David scatta una scintilla che
porterà nel 1981 a un autentico capolavoro, “My Life in the
Bush of Ghosts”, un tesoro di intuizioni, alchimie, fascino che
lascerà un’impronta profonda nella musica di questi anni. E
nonostante quell’esito, incensato da più parti, la stima reciproca
e il buon vicinato, ci sono voluti altri ventisette anni perché
Byrne e Eno tornassero a realizzare un altro disco insieme,
“Everything That Happens Will Happen Today”, uscito alla
fine del 2008. “Volevamo un album che combinasse qualcosa
di umano, fallibile e personale con qualcosa di molto elettronico
e matematico – hanno spiegato –, che si avvicinasse all’idea
di gospel elettronico, ovvero musica in cui il canto è al centro
di tutto, ma con paesaggi sonici atipici. E alla fine abbiamo
realizzato qualcosa che nessuno di noi avrebbe mai potuto
fare da solo...”. Canzoni oblique, ispirazioni trasversali, che
nella traduzione ‘live’ subiranno un’ulteriore metamorfosi, con
l’apporto anche di due danzatori: è materia in movimento, una
fibrillazione volutamente ardita, ma a misura d’uomo, senza
inutili cedimenti criptici. Nello show, che riporta David Byrne
a Milano dopo cinque anni, è prevedibile anche una
panoramica sul suo canzoniere, dalle origini delle ‘teste
parlanti’ alla citazione dei suoi bellissimi dischi solisti: una
produzione sempre all’insegna di un malizioso, intelligente,
amabile scavo nell’inusuale, un esotismo urbano contemporaneo
che non smette di sollecitare il corpo e la fantasia.
Riccardo Tesi organetto
Maurizio Geri chitarra, voce
Claudio Carboni sax
Marco Fadda percussioni
Stefano Melone pianoforte, voce
Archaea Modern Strings:
Mauro Fabrucci violino
Vieri Bugli violino
Marcello Puliti viola
Damiano Puliti violoncello
Filippo Pedol contrabbasso
Ospite:
Elena Ledda voce
in collaborazione con Frame Events e Associazione culturale Via Vai
D
Riccardo
Tesi
“Presente Remoto”
martedì 28 aprile
ore 21
posto unico 8 18,00
ridotto 8 14,00
Teatro Leonardo
Via Ampère 1
(ang. Piazza Leonardo da Vinci)
a Pistoia con furore: il nostro più bravo musicista folk,
e probabilmente, nel suo settore, il più conosciuto
e accreditato anche all’estero, arriva dall’Appennino
toscano da dove, circa trent’anni fa, parte il cammino
professionale: un curriculum fitto di dischi, collaborazioni,
riconoscimenti e premi internazionali che gli hanno consentito
di sfondare oltre il circuito specializzato degli appassionati stretti
e addetti ai lavori.
Riccardo Tesi (1956) ha conquistato favori e consensi
innanzitutto come virtuoso dell’organetto diatonico
(un antenato della fisarmonica), per amplificare poi
la sua notorietà in virtù delle eccellenti doti di band leader
e compositore sempre alimentato dalla curiosità, dal desiderio
della ricerca, da una vitalità artistica che, poggiando sugli
archetipi della musica popolare e tradizionale, si è aperta
a sonorità e architetture più complesse e ambiziose.
La storia di Tesi parla chiaro e segnala un artista aperto,
spalancato ai suoni del mondo, osservatore privilegiato proprio
perché capace di unire, come un’ideale cerniera del tempo,
universi apparentemente lontanissimi tra loro eppure in grado
di dialogare virtuosi e preziosi tra loro.
Dopo un inizio professionale nel gruppo di Caterina Bueno,
il musicista pistoiese ha saputo portare alla ribalta, da
protagonista, uno strumento considerato di nicchia, limitato
nelle sue possibilità: e la carriera, non solo da titolare ma anche
da session-man di lusso, evidenzia la fertile duttilità di Tesi,
che rintracciamo in vari dischi pop e d’autore. La lista delle
collaborazioni è lunga e di assoluto prestigio: De Andrè, Gaber,
Fossati, Pelù, Tosca, Ornella Vanoni, Gianmaria Testa, Banda
Osiris, Gianluigi Trovesi, Daniele Sepe e, oltre confine, John
Kirkpatrick, Kepa Junkera, Patrick Vaillant...
Tra gli artisti che più efficacemente hanno condiviso palcoscenico
e sala di registrazione con Tesi, c’è anche Elena Ledda, splendida
voce della Sardegna che figura nella formazione allargata di
questa esecuzione ‘live’ di “Presente Remoto”, il suo disco più
recente, felice commistione di stili, persuasiva ode multiculturale
nel solco di una nuova world music italiana.
Scott Matthew voce e chitarra
Marisol Limon Martinez piano
Eugene Lemcio basso
Clara Kennedy viola
Sam Taylor violoncello
il film "Shortbus" di John Cameron Mitchell (2006)
è vietato ai minori di 18 anni
management DNA Concerti
T
Scott
Matthew
+ proiezione del film “Shortbus”
lunedì 4 maggio
ore 21
posto unico 8 10,00
ridotto 8 8,00
Spazio Oberdan
Viale Vittorio Veneto 2
ra le giovani promesse ecco un artista da tenere
d’occhio, una delle carte da giocare per il
rinnovamento della canzone d’autore internazionale:
Scott Matthew (da non confondersi con il quasi
omonimo collega britannico Scott Matthews) è australiano
di nascita ma newyorkese d’adozione. Originario del
Queensland, abbandonati gli studi, fonda a Sidney il gruppo
punk Nicotine, prima di trasferirsi a New York, dal 1997,
dove si allargano notevolmente i suoi orizzonti musicali.
E lì nel 2002 pubblica il suo esordio discografico, un EP
dalle fila del gruppo Elva Snow. La carriera è ancora agli
inizi, ma con premesse tali da segnalarlo all’attenzione del
pubblico e della critica che seguono il circuito indipendente.
Ad oggi, dopo un abbrivio promettente, il songwriter
ha pubblicato un solo album, senza titolo, nel 2008, mentre
è in uscita il secondo. Ma a rivelarlo è stata
la partecipazione, per una breve apparizione da attore,
al film “Shortbus”, cui ha anche contribuito con diversi
brani inseriti nella colonna sonora, compreso il tema, “In
the End”. La pellicola del regista John Cameron Mitchell,
presentata in concorso al Festival di Cannes del 2006,
è diventata un titolo di culto dell’underground, permettendo
a Scott di farsi notare ed emergere grazie a un garbo
e a un’ispirazione densa e delicata, a composizioni morbide
e sensuali, molto intense e cariche di una forte tensione
poetica. La grazia dell’architettura, una vocalità intrigante
per come si sposa alle sonorità acustiche, la dimensione
intrisa di un’accattivante spiritualità, fanno di Matthew
una rivelazione su cui puntare a colpo sicuro, qualcosa
di più di una speranza. è quindi atteso dal vivo per la prima
volta a Milano (dopo un fugace passaggio, lo scorso anno,
in un locale dell’hinterland) per un recital reso ancora più
interessante dall’eventualità di poter ascoltare anche i nuovi
brani, praticamente alla prima esecuzione in concerto.
q3+ Kurt
“Nanuk l’eschimese”
Rosenwinkel
performance multimediale
Max de Aloe armonica cromatica,
armonica cromatica bassa,
fisarmonica, pianoforte elettrico
rhodes, pianoforte acustico,
campionatore, effetti
Simon Quinn contrabbasso,
pianoforte elettrico rhodes,
campionatore
Brian Quinn batteria, vibrafono,
percussioni
ospite:
Kurt Rosenwinkel chitarra elettrica
management Fondazione Cineteca Italiana
L’
martedì 5 maggio
ore 21
posto unico 8 10,00
ridotto 8 8,00
Spazio Oberdan
Viale Vittorio Veneto 2
omaggio a uno dei grandi maestri del documentario,
del cinema inteso come poesia delle immagini,
come transfert emotivo nel contatto tra l’uomo e la
natura, rimanda a Robert Joseph Flaherty (18841951), autore americano che ha fatto della ricerca estrema,
della sua potenza visiva un indelebile marchio di qualità per le
generazioni a venire.
L’incontro tra la musica e il suo capolavoro, “Nanuk
l’eschimese”, girato nel corso di due anni (1920-1921) al
Circolo Polare Artico, in condizioni atmosferiche e temperature
proibitive, avviene grazie al lavoro del giovane gruppo ticinese
q3 che con questo esperimento ha disegnato la suggestiva,
originale sonorizzazione di una delle pellicole più importanti
della storia del cinema.
La vicenda del film è tanto semplice quanto sorprendente per
la realizzazione: racconta la quotidianità di Nanuk e della sua
famiglia, osservati con occhio complice, tra situazioni ora buffe
ora drammatiche, e una delicatezza che fa di quel reportage
un punto irrinunciabile della conoscenza, con meriti etnoantropologici, riconosciuti tuttora, a distanza di quasi un secolo.
Il collettivo svizzero q3 ha composto ottanta minuti di musica al
fine di accompagnare le gesta e le disavventure di Nanuk, per
un’opera che presto vedrà la luce su dvd. Nelle passate stagioni
l’organico è variato, ruotando sempre intorno alle figure dei
fratelli Simon e Brian Quinn. Per l’occasione, ad impreziosire
la performance, il trio ha voluto coinvolgere un ospite speciale,
uno dei maggiori stilisti della chitarra jazz dell’ultima
generazione: Kurt Rosenwinkel (1970). Cresciuto al Berklee
College of Music di Boston, oltre a una propria carriera solista
(“The Remedy – Live at the Village Vanguard”, del 2008
è l’album più recente), Rosenwinkel vanta un ricco palmares
di collaborazioni: da quelle avute poco più che ventenne con
Gary Burton e Paul Motian alle successive con Brad Mehldau
e Joshua Redman.
Bat For
Lashes
Natasha Khan voce, tastiere,
chitarra, percussioni
Sarah Jones batteria
Ben Christophers chitarra, tastiere
e altri strumenti
Charlotte Hatherley chitarra
in collaborazione con DNA Concerti
G
domenica 10 maggio
ore 21
posto unico 8 18,00
ridotto 8 14,00
Teatro Leonardo
Via Ampère 1
(ang. Piazza Leonardo da Vinci)
li osservatori di cose rock, i talent scout abituati
a fiutare l’aria e le novità dai vari fronti del
suono internazionale sono concordi nell’indicare
in Bat For Lashes un nome su cui puntare per
l’immediato futuro: una promessa e pure qualcosa di più,
in attesa della pubblicazione di “Two Suns”, cd che viene
presentato con un ampio tour europeo in primavera.
La vocazione tipica di “Suoni e Visioni”, che tende
a recuperare le radici, a inquadrare il passato prossimo
e remoto, ma a tenere d’occhio le ultime tendenze e anche
le prossime, ha portato a considerare un concerto di Bat For
Lashes come una vetrina ideale per seguire le mosse
di una band ancora tutta da scoprire. Dietro il nome, più
che un collettivo si cela il progetto di Natasha Khan (1979),
musicista inglese di Brighton con origini pakistane che, oltre
a cantare e a comporre tutti i materiali, si dedica a una vasta
gamma di strumenti tra cui pianoforte, tastiere, chitarra,
vibrafono e percussioni.
L’opera di debutto, “Fur and Gold”, è del settembre 2006
e raccoglie esiti eccellenti, conquistando sia il pubblico
che la critica: undici canzoni che hanno garantito alla
band un solido credito anche nell’ambiente, tra i colleghi,
al punto che i Radiohead hanno voluto Bat For Lashes
come supporter in tutto il tour europeo dello scorso anno.
Avvicinata per la tensione che sa tracciare nei testi e
nell’architettura dei suoni a personaggi come Bjork, PJ
Harvey, Kate Bush, in effetti Natasha dispone di una propria
originalità, alimentata da un sapiente intreccio di tecnologia
e trame ardite, sensuali, che consentono di svariare tra la
forma della ballad e fughe più avventurose e sperimentali.
Nel suo palmares anche due nomination nei prestigiosi Brit
Awards, per le categorie Best British Female Artist e Best
British Breakthrough Act.
non-stop video
Spazio Oberdan Viale Vittorio Veneto 2, Milano tel. 02.7740.6302/6300
David Byrne
e Talking Heads martedì 7 aprile, ore 21
ingresso libero fino ad esaurimento posti
selezione a cura di Cristina Guenzi e Gianmarco Picuzzi
I
l concerto di David Byrne, fiore all’occhiello di questa
stagione 2009, si rivela un’occasione ancora più ghiotta
per l’opportunità offerta di una riflessione per immagini
sulla sua carriera lunga circa trent’anni, tra le gesta con
i Talking Heads e le successive opzioni come solista.
Con i suoi compagni (Jerry Harrison, Tina Weymouth
e Chris Frantz) che illuminarono la scena newyorchese
dalla seconda metà dei Settanta, proprio per sottolineare la
straordinaria varietà di autore ed esecutore, e la funambolica
capacità di band-leader, Byrne viene rappresentato da più
angolazioni, a partire da un raro filmato live di “Psycho
Killer”, del 1978. Sempre dal vivo troviamo due estratti
di un concerto romano del 1980 e poi estratti dal filmdocumentario “Stop Making Sense”, girato da Jonathan
Demme nel 1984.
In un folgorante intreccio di stili e di linguaggi, ecco
le diverse anime dell’artista (di cui “Suoni e Visioni” ha
ospitato nel 1999 una mostra fotografica), con un frammento
da “True Stories”, di cui fu regista, e poi esempi
dei suoi videoclip, frammenti di interviste e delle variegate
collaborazioni, le testimonianze dell’incontro con Brian Eno
(“Mea Culpa”), con la coreografa Twyla Tharp (“Catherine
Wheel”), fino a uno splendido duetto con Caetano Veloso,
in “Flowers”.
Chiudono episodi inediti o mai visti nel circuito ufficiale,
dall’installazione “Playing the Building” alla curiosa
incursione soft-sexy con Dizzee Rascal.
lunedì 20 aprile, ore 21
ingresso libero fino ad esaurimento posti
selezione a cura di Cristina Guenzi e Gianmarco Picuzzi
con la collaborazione di Ivo Franchi
F
orse la più eminente, influente e geniale personalità
della storia del jazz: un cimento complesso e
delicato quello di abbracciare la storia e l’itinerario
di Miles Davis (1926-1991) in due ore di documenti
che hanno l’ambizione di evocare almeno in sintesi le
sfaccettature di un artista senza frontiere. Caposcuola di
più fasi ed età del jazz moderno, Davis con la sua tromba ha
attraversato stili disparati e cresciuto alla sua corte intere
generazioni di musicisti, di cui recuperiamo, in alcune di
queste preziose sequenze, vari esponenti.
Il nostro viaggio copre trent’anni di attività davisiana,
cominciando dal memorabile connubio di “So What”,
nel 1959, con John Coltrane e l’orchestra di Gil Evans,
per poi pescare anche da un paio di leggendarie esibizioni
italiane, a Milano nel 1964, con lo storico quintetto in cui
era affiancato da Herbie Hancock, Wayne Shorter, Ron
Carter e Tony Williams, e a Roma, nel 1969, dove invece
ad accompagnarlo erano Chick Corea, Dave Holland,
Jack DeJohnette e ancora Shorter.
Non tutto ma di tutto: dopo una sequenza da “Ascensore per
il patibolo”, cult-movie di Louis Malle, ecco Davis all’Isola
di Wight, a Umbria Jazz 1987, in una session con Prince
e in uno scorcio di “Dingo”, misconosciuto film australiano
del regista-cult Rolf De Heer, uscito nel 1992: una pellicola
nella quale Miles figura come attore, oltre a curarne
la colonna sonora. E, infine, per ricordarlo in una
delle ultime tournèe, ecco anche la scintillante performance
elettrica di Parigi, nel 1989.
non-stop video
i primi diciotto anni di
Spazio Oberdan Viale Vittorio Veneto 2, Milano tel. 02.7740.6302/6300
• Joe Jackson
• Sinfonia per 100 chitarre
(Rhys Chatam)
• Bill Frisell
• “Il Melologo Comico”
• John Trudell
• Henryk Gorecki
• Kodò
• Philip Glass Ensemble
• Abdullah Ibrahim
• Terry Riley
• Tambours du Bronx
• “Sonos’e memoria”
• Baden Powell e Trio
Esperança
• The Klezmatics
• Taraf De Haidoucks
• Arvo Part
• “Contagio” (Carnascialia +
Almamegretta)
1992
1997
ingresso libero fino ad esaurimento posti
selezione a cura di Cristina Guenzi e Gianmarco Picuzzi
A
1995
1996
lunedì 27 aprile, ore 21
un passo dal quarantesimo anniversario della
morte, ecco un ventaglio ampio e accattivante,
che promette di stupire e stuzzicare anche i più
accaniti fedelissimi: è quello organizzato per
l’omaggio video a Jimi Hendrix.
Il grande mancino viene qui raccontato e riepilogato
attraverso oltre due ore che fotografano l’immensità del
performer ‘live’, ma anche lo spessore del compositore, di cui
emergono variabili e sfumature in quantità.
La selezione parte da lontano, addirittura dal 1965 quando,
giovane e acerbo, Jimi è alle prime armi (qui con Buddy &
Stacey and The Upsetters), mentre l’anno dopo, all’approdo
in Europa, lo si vede insieme a Johnny Halliday, a Parigi.
Vita breve quanto intensa: lo si ritrova nel backstage
con i Rolling Stones e in una serie impressionante di riprese
di superba efficacia (al New York Rock Festival, nel 1968,
a Woodstock, nel ’69, all’Isola di Wight, nel ’70, e a Maui,
nelle Hawaii, in una sequenza non compresa nel montaggio
del film “Rainbow Bridge”).
Presenti molte delle canzoni-simbolo di un musicista rimasto
ineguagliato (“Hey Joe”, “Purple Haze”, “Voodoo Chile”,
“Foxy Lady” oltre a numerose cover, “Wild Thing”,
“All Along the Watchtower”, “Sgt. Pepper’s”...),
sono stati raccolti infine segni dell’arte hendrixiana anche
da vari special tv e in un rarissimo scorcio del suo arrivo
all’aeroporto di Roma, nel maggio 1968.
Fisher Turner Ensamble)
• Diamanda Galas
• “Delfi” (Milesi, Ovadia e
Studio Azzurro)
• Italian Instabile Orchestra
1991
• Steve Reich
• John Lurie/Lounge Lizards
• The Durutti Column
• Wim Mertens solo piano
1993
• Elvis Costello & Brodsky
Quartet
• Zakir Hussain & Alla
Rakha Orchestra
• Jan Garbarek Group &
Mari Boine
• Avion Travel
• David Darling
• The Chieftains
• mostra “I Grandi Sviluppi”
1994
• Michael Nyman Band
• Penguin Café Orchestra
• Tangueros
• “Blue Concert” (Simon
• Master Musicians of
Jajouka
• “Jazz comme une image”
• The Fugs
• John Cale
• Dervisci Rotanti di Konya
• “a Edgar Allan Poe”
(L. Einaudi/ I. Fedele)
• Fairport Convention
• Sentieri selvaggi
selvaggi + Omar Pedrini)
• Mick Taylor & the All Stars
Blues Band/Popa Chubby
Group
• “Tango Negro” Juan Carlos
Cacérès
1998
• Maurizio Marsico Monofonic • Archie Shepp Quartet/Sally
Nyolo Group
Orchestra
• Goran Bregovic
• Gong Orchestra di Bali
• “Omaggio a Woody Guthrie”
(ospite Bert Jansch)
• Bang on a Can
• Compay Segundo
• “a Federico Fellini”
(E. Rava + R. Galliano/
Harmonia Ensemble)
• Wim Mertens Ensemble
1999
• Battista Lena Banda Sonora
• Leningrad Cowboys
• Balanescu Quartet +
Dagmar Krause
• Angelique Kidjo
• Meira Asher
• SamulNori
• “Omaggio a Demetrio
2002
Stratos” (Area/Joan La
• Janice DeRosa/Ekova
Barbara)
• Steve Piccolo Workshop +
• mostra David Byrne
Elliott Sharp
• Don Moye Sun Percussion
2000
Summit + Officina Zoè +
• Brian Ferry
Baba Sissoko
• Orchestre National de
• “Le vie del Tango” (Girotto
Barbés
+ Di Bonaventura/B.I.M.
• Youssou N’Dour
String Quartet/Cesar
• “Sport e divertissements”
Stroscio Trio Esquina)
(E. Galante/G. Sollima)
• John Surman + Jack
• Jocelyn Pook Ensemble
DeJohnette + London Brass
• Marc Ribot y Los Cubanos
• Brian Eno & Peter
Postizos
Schwalm
2001
• mostra “Dieci anni di Suoni e
Visioni”
• René Aubry Ensemble
• Michael Nyman Band
• Les Tambours de Brazza
• “Orfeo a fumetti” (Sentieri
2003
• Nigel Kennedy
• Manu Dibango & Ray
Lema
• Orchestra Baobab
• “Smisurati Sguardi" (omaggio
a Fabrizio De Andrè)
• Jon Hassell
2004
• Randy Newman
• Meredith Monk & Vocal
Ensemble
2005
• Cheikha Rimitti/Kamilya
Jubran
• Hot Tuna/Nine Below Zero
• “Concerto fotogramma”
(Nicola Piovani e Orchestra)
• Antony and The Johnsons
• “The 23 Constellations of
Joan Mirò” (Bobby Previte
Ensemble)
• Ivo Papasov Band/Sissi
Atanassova Band
2006
• Pink Martini
• Tuxedomoon
• Adrian Belew Trio/Eugene
Chadbourne Quartet
• Mariza
• “Ronin” (Gaetano Liguori)
• “In ricordo di Ali Farka
Tourè” (Toumani Diabate/
Robert Plant/Tinariwen/
Ludovico Einaudi)
• “The Wild Blue Yonder
Concert” (Ernst Reijseger
+ Mola Silla + Tenore e
Concordu de Orosei)
• “Gli Originali” (Franco
Micalizzi & Big Bubbling
Band + 10 artisti hip hop)
2007
• Anthony Braxton + William
Parker + Hamid Drake
• Dirty Dozen Brass Band
• Lura
• Trilok Gurtu & Arkè String
Quartet
• Hector Zazou & Q+C
Ensemble
• Natacha Atlas
• “ArteSonado”
(Fatima Miranda)
• “Sacred Order of Magic
Music & Art” (Bill Laswell,
Eraldo Bernocchi...)
• “Fireworks” (Alberto
Nacci)
• “Flashart” (E. Parker + W.
Prati + M. B. Vecchi + K.
Bjorgeengen)
2008
• Asa
• Roscoe Mitchell + Wadada
Leo Smith + Harrison
Bankhead
• Bettye Lavette
• Tom Verlaine
with Jimmy Rip
• Richard Thompson Band
• California Guitar Trio
& Tony Levin
• Omar Sosa Quintet
• “Quarant’anni dopo”
(Donovan/Eric Andersen/
Ivan Della Mea/Stormy
Six + Eugenio Finardi e
Claudio Rocchi)
• “Omaggio aNick Drake”
(Keith James + Rick Foot)
• “Il tempo dell’acqua, il
tempo della musica” (Tony
Rusconi + Fred Frith)
Prevendite:
www.ticketone.it
I biglietti sono acquistabili
(con commissione) online,
oppure (senza maggiorazione
di prezzo) in tutti i punti
vendita del circuito e presso
le sedi dei singoli concerti.
le schede dell’opuscolo
sono di Enzo Gentile
redazione:
Marco Piccardi
con Giorgio Bocca
una scelta politica, culturale
e progettuale per fare
dell’integrazione un eccezionale
fattore di sviluppo
via Giulio Natta 11 Milano
Lampugnano
t 02 33496854/6830
Provincia di Milano/Settore cultura
t 02 7740.6398/4433
[email protected]
www.provincia.milano.it/cultura
graphic design:
A+G
finito di stampare
nel mese di febbraio 2009 presso
P.M.S. Colours, Milano
I biglietti del concerto di David
Byrne sono in vendita
online anche sul sito
www.international-music.it,
cliccando sul banner specifico.
I biglietti per il concerto di Bat
For Lashes sono in vendita
anche sul sito www.vivaticket.it.
2009
concerti
venerdì 20 marzo
ore 21
Teatro Dal Verme
Seun Kuti
& Fela’s Egypt 80
Il più giovane dei figli di Fela Kuti arriva a Milano in concerto con la storica
orchestra afrobeat fondata dal grande artista nigeriano, di cui Seun ha raccolto
l'eredità politica e musicale.
David Byrne
martedì 21 aprile
ore 21
Teatro Dal Verme
“Songs of David Byrne and Brian Eno”
Torna il leader dei Talking Heads, con un repertorio che spazia dagli album del
suo ex gruppo all’ultimo cd “Everything That Happens Will Happen Today”,
realizzato con Brian Eno.
Riccardo Tesi
martedì 28 aprile
ore 21
Teatro Leonardo
“Presente Remoto”
La musica popolare incontra il jazz e la musica colta. Alla formazione
dell’organettista, compositore e ricercatore pistoiese si aggiungono alcuni ospiti
tra cui Elena Ledda e Archaea Modern Strings.
lunedì 4 maggio
ore 21
Spazio Oberdan
Scott Matthew
+ proiezione del film “Shortbus”
Il talentuoso cantautore australiano, definitosi un “quiet noise maker”, presenta
il suo intensissimo repertorio. Segue: “Shortbus”, film cult in cui appare e per il
quale ha scritto parte delle musiche.
martedì 5 maggio
ore 21
Spazio Oberdan
q3 “Nanuk l’eschimese”
+ Kurt Rosenwinkel
performance multimediale
Un trio di polistrumentisti elvetici e un acclamato chitarrista jazz statunitense in
un commento musicale live a “Nanuk l’eschimese”, film muto del 1922, capostipite
del cinema documentario etnografico.
Bat For Lashes
domenica 10 maggio
ore 21
Teatro Leonardo
Per la prima volta a Milano la vocalist e autrice inglese Natasha Khan con il
suo gruppo, che ha raccolto gli entusiasmi della critica e di fan d’eccezione come
Bjork e Thom Yorke dei Radiohead.
non- stop video
martedì 7 aprile
ore 21
lunedì 20 aprile
ore 21
lunedì 27 aprile
ore 21
Spazio Oberdan
David Byrne e Talking Heads
Miles Davis
Jimi Hendrix