In occasione del Semestre spagnolo di Presidenza

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In occasione del Semestre spagnolo di Presidenza
 Ciò di cui è fatto lo sfondo […] si spiega meglio con il sogno:
intendo il sogno notturno, i brandelli che al risveglio ricuciamo
insieme alla meglio, desiderando dimenticarne il caos,
sostituirlo con un ordine, ritrovare la legge che regola e tutela
l’esistenza, una legge diurna che organizza le fantasticherie con
una struttura e un senso, ricami dell’immaginazione sulle trame
del linguaggio.
Yves Bonnefoy, Goya, le pitture nere
In occasione del Semestre spagnolo di Presidenza dell’Unione Europea con questa
grande mostra, allestita nelle sale di Palazzo Reale, dedicata a Goya e alla sua
concezione di modernità, abbiamo la possibilità – di più la necessità – di sentirci
fieramente europei e di riconoscere nell’arte la base e l’altezza della nostra irrequieta
identità.
Infatti al centro di questo imponente progetto espositivo di portata internazionale
albergano l’amicizia e la cooperazione fra le istituzioni e gli uomini. Del resto, i
“numeri” messi in gioco sono già di per sé decisamente esplicativi: 180 preziose
opere, 45 altri celebri artisti oltre a Goya, 65 enti prestatori e 15 Paesi differenti
coinvolti nell’iniziativa per raccontare “il mondo moderno” nella sua evoluzione,
estetica, sensibilità, nei suoi valori e contraddizioni lungo due secoli cruciali per la
storia del nostro Occidente.
L’affascinante e inquietante universo di Goya è qui affiancato da pittori che hanno
reinterpretato, ciascuno a proprio modo, i temi e i motivi su cui la modernità si è
interrogata nel corso del tempo, il tempo finito e contingente del fluire del quotidiano,
segnato anche dalle violenze e dei fatti di guerra e il tempo eterno e “a-temporale”
della ricerca del senso, del sogno, talvolta dell’incubo. Delacroix, Klee, Mirò, Klinger,
Picasso, Bacon, Pollock, Guttuso e de Kooning sono soltanto alcuni dei nomi che
firmano questa eccellente galleria.
Le sezioni che compongono la mostra attraversano l’impressionismo, il simbolismo,
l’espressionismo, il surrealismo e, soffermandosi sui ritratti, sulle scene della vita di
tutti i giorni, sul comico e il grottesco, la violenza e la liberazione del “grido”, ci
parlano dell’impeto, della passione, disperazione, del limite e della tensione
all’ulteriorità.
La rappresentazione delle figure umane, in particolare, ci permette di cogliere nella
profondità dei colori, degli sguardi e dei gesti quella sorpresa che “seduce o cattura o
lacera” ma con la quale “coabitiamo irrevocabilmente” che Massimo Cacciari individua
come tratto essenziale della ritrattistica. Con una peculiarità che Yves Bonnefoy
assegna a Goya, quell’essere “presente” nel ritratto “come molto raramente un
ritrattista lo è nella sua esperienza dell’Altro. Presente e desidero di essere presente”. L’esposizione conduce, così, il visitatore fra dimensione onirica e frammenti realistici,
in un cammino che si disegna sull’apertura dello sguardo. In vista e alla luce di
angolazioni inattese, per esprimere “l’inespresso” dei pensieri del pittore. E nell’anno
in cui l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano promuove la conoscenza intesa
come convergenza creativa dei saperi, sempre insoddisfatti se votati all’unilateralità,
oltrepassando le rigide suddivisioni disciplinari, questa esposizione si inserisce
magnificamente come connessione fra i nostri due importanti progetti: “Milano si
racconta” e “Milano mondo”.
Massimiliano Finazzer Flory
Assessore alla Cultura del Comune di Milano