Match Point - isabellasavella

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Match Point - isabellasavella
Una riflessione sull’idea
stoica dell’ordine del mondo
Match Point
di Woody Allen
con Jonathan Rhys-Meyers (Chris Wilton), Scarlett
Johansson (Nola Rice), Emily Mortimer (Chloé Hewett
Wilton), Matthew Goode (Tom Hewett)
genere: drammatico
soggetto: Woody Allen
sceneggiatura: Woody Allen
produzione: USA, Gran Bretagna 2005
durata: 124 minuti
la trama
Il film inizia con i ritmi lenti di una raffinata commedia
ambientata a Londra e nella campagna inglese, per
concludersi con le movenze di un thriller in cui si intrecciano morte, dolore e rimorso.
La storia segue la scalata sociale di Chris – ex giocatore di tennis di umili origini, ma determinato a fare
qualcosa di speciale nella vita – che, grazie alle casuali conoscenze che intrattiene come istruttore di tennis,
giunge a sposare Chloé, una ragazza ricca e intelligente, figlia di genitori estremamente facoltosi che gli
aprono una strada professionale piena di soddisfazioni e assai ben remunerata (2 e 3).
Chris sembra perfettamente a proprio agio, ma si lascia trascinare dal suo lato sentimentale e irrazionale
(4) e finisce in una situazione intricata – una paternità
inaspettata e indesiderata – che rischia di sovvertire la
sua esistenza. Decide pertanto di organizzare uno
spietato delitto, che rischia dapprima di naufragare
per un caso fortuito – il ritrovamento di un diario compromettente – e poi si risolve per un altro caso assolutamente imprevedibile. A Chris resta solo il rimorso,
a cui si aggiunge un oscuro timore dato dalla constatazione di quanto il suo destino sia legato all’esilissimo
filo del caso (5).
La costruzione del film, serrata e intrigante, è scandita
da una colonna sonora che privilegia arie tratte da diverse opere liriche, che contribuiscono a mettere in
evidenza i turbamenti e le vicende dei personaggi.
spunti di riflessione
Tutto avviene per caso
Il film si presenta come una sorta di compiuta confutazione della tesi stoica secondo cui le vicende
del mondo sono guidate da una ragione superiore, secondo un disegno da sempre prefissato. Contrariamente a questa tesi, la vita del protagonista del film sembra interamente determinata dalla
casualità, come viene suggerito fin dall’immagine iniziale della pellicola, in cui una pallina da tennis,
cadendo al di qua o al di là della rete, può decretare il vincitore della partita (1). Circolarmente, alla fine del film, un’altra caduta (quella della fede nuziale che il protagonista ha strappato alla sua vittima) provoca una breve ma intensa catena di eventi, la cui logica appare come il riflesso di un destino
per sua natura incomprensibile. Dato che nel mondo non è possibile rintracciare alcun senso compiuto, il destino non è interpretato, secondo la lezione stoica, come una legge necessaria che imprime ordine al cosmo, bensì come l’imprevedibile dipanarsi di eventi che un nonnulla può volgere in
© Pearson Italia S.p.A.
Roberto Cortese, Filosofia, Paravia
una direzione piuttosto che in un’altra, sconvolgendo del tutto e in
modo improvviso la vita delle persone. Illuminante al riguardo è
l’affermazione del giovane poliziotto che, di fronte all’omicidio, constata amaramente che la vittima ha scelto il momento sbagliato
per tornare a casa, e che “certa gente non ha proprio fortuna”.
Il ruolo della ragione
In un universo dominato dal caso, trova tuttavia posto anche la ragione, che cerca di imprimere un ordine al caos degli eventi, riscattandoli almeno in parte dalla loro imprevedibilità. Nel film, questo
momento razionale si esprime nella programmazione dettagliata
del delitto da parte di Chris, ma soprattutto nelle riflessioni dei poliziotti, che cercano di ricostruire la logica interna dei fatti per arrivare a un giudizio capace di distinguere il bene dal male.
Lo stesso protagonista sa bene che, se fosse scoperto e punito, quello sarebbe il segno dell’esistenza di una qualche giustizia, di un
qualche senso o significato nelle vicende dell’uomo. Ma, nonostante il rimorso per ciò che ha fatto, non trova il coraggio di autodenunciarsi e preferisce lasciare che sia lo scorrere degli eventi a decidere
della sua sorte.
La ragione viene quindi vista come un movente rilevante nel comportamento degli individui, che può cercare di orientare gli eventi
verso una certa direzione favorevole al singolo, anche se non può
porsi (come pensavano gli stoici) come guida infallibile che indica
che cosa occorre fare per comportarsi in modo retto.
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Come affrontare la vita?
Di fronte allo scorrere indecifrabile degli eventi il film sembra proporre due opposte soluzioni per affrontare la vita: la prima è quella
rappresentata dal protagonista, che si mostra come un personaggio
controllato e razionale, impegnato a tenere a bada le proprie emozioni, anche se questo non gli impedisce di inoltrarsi in un’avventura
passionale assai pericolosa, che però ritiene di poter dirigere a suo
piacimento; la seconda è quella della moglie di Chris, che aderisce
con passione all’esistenza, quasi negandone gli aspetti tragici.
Se, a prima vista, Chris sembra seguire l’etica stoica, perché toglie
valore all’emozione, a ben guardare se ne allontana, perché nello
stesso tempo riconosce il ruolo della passione come diversivo, come
momento capace di riscattare la monotonia dell’esistenza. D’altro
canto, Chloé sembra appiattire ogni prospettiva in un’acritica accettazione dell’esistente, ma in realtà si rivela più attrezzata a fronteggiare gli imprevisti e il negativo della vita, come dimostra il modo in
cui affronta le tante difficoltà che le impone il suo desiderio di diventare mamma: Chloé conduce la sua esistenza forse con minor
consapevolezza, ma certo con più equilibrio.
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