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PERIODICO SEMESTRALE DELLA COMUNITÀ DI LIVO Anno VI - N. 1/07 - N.progr. 11 - giugno 2007 Aut. trib. Trento N. 1118 del 06/03/2002 - Spedizione in A.P. 70% D.C.B. TN Tassa pagata - Taxe Percue COMITATO DI REDAZIONE Direttore Carlo Alessandri Direttore responsabile Alberto Mosca Comitato Massimo Betta Walter Bonani Erica Corradini Luigi Conter Sede Redazione Municipio di Livo - Via Marconi, 54 - 38020 Livo (TN) e-mail: [email protected] In copertina: “I numeri del MezAlon” Grafica e stampa Tipografia QUARESIMA s.n.c. - Via Marco da Cles, 10 - 38023 Cles (TN) Tel. e Fax 0463.421375 - e-mail: tip.quaresima@cr-surfing.net Fotocomposizione a cura della Redazione MEZALON INDICE Diamo i numeri Delibere e determine Statistiche anagrafiche Rifiuti e ambiente Serata di premiazione Gruppo musicale Insieme Polisportiva Le Maddalene Gianni...in fuga per la vittoria Chiesa della Natività di Maria La mamma L’emigrazione Nostalgia d’emigrante Memorie di Antonio Stanchina Festa degli alberi anno 1954 I mesi dell’anno Primo piano economico forestale pag. 3 pag. 6 pag. 9 pag. 11 pag. 12 pag. 15 pag. 16 pag. 18 pag. 19 pag. 21 pag. 22 pag. 25 pag. 26 pag. 28 pag. 30 pag. 31 MEZALON 2 Ricorrenze L’album dei ricordi Poesia relativa alla guerra Farina del nostro sacco Lisetta...e il suo bastone magico La fienagione del presente e del passato Dalla natura... dolci e giochi Piccolo mondo antico Filastrocche L’Por laor Teatrini d’estate Lettere Orari e indirizzi utili Servizi di emergenza pag. 32 pag. 33 pag. 39 pag. 40 pag. 43 pag. 44 pag. 46 pag. 47 pag. 49 pag. 50 pag. 51 pag. 52 pag. 54 pag. 55 3 MEZALON: DIAMO I NUMERI Nella primavera del 2002 usciva il primo numero del periodico del Comune di Livo con Carlo Alessandri Direttore di Redazione e con l’Avv. Massimiliano Debiasi in qualità di Direttore Responsabile. In quel momento erano ancora ben vivi gli strascichi del doppio turno elettorale ed era forte la preoccupazione di rimanere schiacciati dalla polemica politica e dalle divisioni in atto nel paese. Già con la scelta della prima Redazione e del nome di “MezAlon” il giornalino evidenziava l’intento di porsi al di fuori delle polemiche e di unificare tutta la Comunità. A partire da questo numero il posto di Direttore responsabile sarà preso da Alberto Mosca, storico e giornalista del quotidiano il Trentino, che accogliamo sperando di instaurare una proficua collaborazione. In occasione del secondo numero del 2006 sono state stampate dalla Tipografia Quaresima di Cles 500 copie e sono state inviate per posta 466 copie destinate a persone che vivono non solo nel Comune di Livo, in Trentino e nel resto d’Italia ma anche all’estero in alcuni Paesi Europei, in Sud America e perfino in Africa (Tabella 1). Basti pensare che una copia del nostro giornalino viaggia per quasi 9000 chilometri per raggiungere i Signori Vielmetti a Pretoria in Sud Africa, mentre altre ne percorrono più di 12500 per arrivare in Argentina o in Cile. DESTINAZIONE Comune di Livo Trento e provincia Italia (fuori provincia) Europa (20 copie) Americhe (31 copie) Africa (1 copia) TOTALE Belgio Svizzera Germania Francia Stati Uniti d’America Canada Argentina Brasile Cile Sud Africa COPIE 342 59 13 7 6 5 2 18 1 7 3 2 1 466 Tabella 1. Copie inviate via posta del periodico MezAlon MEZALON Nell’anno 2006 la spesa totale a carico dell’Amministrazione Comunale per il nostro giornalino è stata di 4362 euro (importo di massima); in tabella sono riassunte le voci di spesa riguardanti la preparazione, la stampa e la spedizione dei due numeri pubblicati nel corso dell’anno. 4 VOCI DI SPESA STAMPA E CONFEZ. NR. 1/2006 STAMPA E CONFEZ. NR. 2/2006 SPESE POSTALI RACCOLTA DEL MATERIALE TOTALE * IMPORTO DI MASSIMA 1570 € 1850 € 684 € 258 € 4362 € *Relativamente all’anno 2007 è prevista l’ulteriore voce di spesa di 400,00 € (iva 20%) per il nuovo Direttore Responsabile. In questa fase, in cui il giornalino ha ormai assunto una propria dimensione, alla luce di un costo non più trascurabile abbiamo la responsabilità di farci una domanda: stiamo facendo abbastanza? È il momento di fare un piccolo bilancio, di valutare lo stato di salute, le prospettive del MezAlon. Nel suo primo editoriale il Direttore Carlo Alessandri scriveva: MEZALON “Il Consiglio Comunale ha inteso dare inizio a questa esperienza, con lo scopo di poter raggiungere una migliore interazione fra i cittadini, amministrazioni e le varie associazioni che sono presenti sul territorio. L’intenzione nostra è quindi quella di riuscire a coinvolgere il maggior numero di persone, al fine di conoscere esperienze ed opinioni diverse, momenti di storia dei nostri paesi e tutto ciò che può servire per sentirsi sempre più appartenenti ad una realtà comune. Il nostro giornalino darà voce alle Amministrazioni (Comune, A.S.U.C.,Consorzi agricoli, Scuole, ecc.), alle varie Associazioni presenti sul territorio (Vigili del Fuoco, Società sportive, ecc.) e sarà inoltre un’occasione per singoli cittadini per esporre le proprie opinioni, considerazioni su avvenimenti o su iniziative intraprese o da intraprendere da parte di chicchessia.” Ma possiamo dire di aver realizzato gli intenti espressi in questo editoriale? All’inizio del sesto anno di vita, il MezAlon esce con il suo undicesimo numero e, guardandosi indietro, scopre di essere cresciuto, di aver conquistato un notevole bacino di lettori, di essere inviato in tre diversi continenti e di beneficiare della collaborazione di “scrittori” che abitualmente o occasionalmente ci inviano il loro materiale. In questi anni abbiamo dato spazio al racconto di momenti della storia recente del nostro paese e di diverse esperienze personali, abbiamo dato voce alla sensibilità di persone che ci hanno inviato i loro scritti e le loro poesie. Vincente, certamente, è stata l’idea di inviare il giornalino anche agli emigrati che ne hanno fatto richiesta, essi si sono subito sentiti partecipi, si sono spesso commossi e, ad oggi, molti degli interventi che pubblichiamo (lettere, ringraziamenti, ricordi...) provengono proprio da persone che vivono lontani dal paese. Il giornalino sembra apprezzato e partecipato soprattutto dagli anziani che rivivono la “vita da’n bot”, dagli emigranti che si sentono più vicini alla propria terra d’origine. Relativamente a questi aspetti si può dire che il giornalino è riuscito a coinvolgere ed unire la nostra gente. Diversamente il giornalino è stato generalmente poco sentito e poco vissuto dalle Associazioni (con qualche distinguo), che non ne hanno approfittato per pubblicizzare o mostrare le loro iniziative, per raccontare i loro progressi e i loro programmi. Anche l’Amministrazione Comunale spesso non ha scelto di dare visibilità alle proprie iniziative sulle pagine del MezAlon, non ha riportato le sue idee sul futuro del paese. Forse non basta sostenere economicamente un iniziativa, ma bisogna rendersene partecipi, dimostrare di credere in essa anche sfruttandola e valorizzandola di contenuti. Raramente anche è accaduto che qualche privato cittadino volesse 5 esporre le proprie opinioni sui problemi di Livo, o le proprie “considerazioni su avvenimenti o su iniziative intraprese o da intraprendere da parte di chicchessia”. Come si vede, il bilancio può essere ritenuto certamente positivo, ma alcuni aspetti sono da migliorare. L’impressione è quella che troppo spesso nel nostro Comune tutte le componenti lavorino più o meno alacremente nel proprio orticello, ma non siano interessate a condividere le proprie fatiche e le proprie conquiste. Così ogni qualvolta le condizioni rendono necessaria una collaborazione, un scambio di idee, di favori o di doveri, la collaborazione risulta oltremodo complicata. Come un meccanismo poco oliato, come un animale goffo che si muove pesantemente. Le singole persone, le singole componenti, neppure le ASUC e l’Amministrazione Comunale possono pensare di COSTRUIRE SINGOLARMENTE il futuro del Comune. D’altra parte nessuno può pensare che, per avere dei frutti sani, basti coltivare bene il proprio orticello senza curarsi di quello che succede attorno. Il giornalino può essere uno dei luoghi per l’incontro delle idee e delle esigenze, perché prima della collaborazione serve la comunicazione, prima serve il dialogo. Raccogliere bei ricordi e ricorrenze del paese, racconti più o meno nostalgici, fotografie d’altri tempi contribuisce a farci capire che apparteniamo ad una realtà comune, ma forse non è questo l’unico contributo che possiamo dare alla crescita del nostro paese. In questo può ancora crescere ed essere utile questo periodico, cercando di spingere la gente, le Associazioni, le Amministrazioni ad interrogarsi e dialogare sui problemi attuali del nostro paese e sulle sue prospettive. Non intendiamo con questo dire che il giornalino debba diventare il luogo per lanciare proclami e attuare ripicche personali e pseudo-politiche perché esso non deve perdere quelle caratteristiche per cui il giornalino è già molto apprezzato. Alla luce di tutte queste considerazioni, infine, ci chiediamo: Quale è, oggi, lo stato di salute del giornalino? Certamente, il MezAlon sembra stare bene, ogni numero è sempre più voluminoso e vario. Tuttavia, esso rischia di essere schiavo della sua mole, della sua incapacità di approfondimento. Una Redazione di sole QUATTRO persone fatica a sostenerne il peso, anche perché spesso “in virtù della completa autonomia” rimane sostanzialmente isolata e poco supportata. Inoltre, forse, per raccogliere, ordinare e completare la gran mole di materiale eterogeneo che arriva non servirebbe una Redazione, ma un dattilografo. Anche per questi motivi questo numero arriverà nelle vostre case con un certo ritardo. La Redazione ha bisogno dell’aiuto di nuove persone per poter affrontare problemi più attuali, per approfondire nuovi temi e concretizzare nuove idee, quali la realizzazione di un Archivio Fotografico Storico del Comune di Livo. Per concludere, citando nuovamente l’editoriale apparso sul primo numero, noi della Redazione vi invitiamo ancora una volta a collaborare attivamente alla crescita del MezAlon; infatti... La Redazione MEZALON ...anche questo sarà un modo ed un mezzo per partecipare alla vita sociale e rendere la stessa più attiva... invitiamo tutti a partecipare all’iniziativa, a collaborare, a suggerire eventuali argomenti sui quali avviare un dibattito o realizzare delle interviste. 6 DELIBERE E DETERMINE DELIBERE CONSIGLIO COMUNALE 17 28/06/2006 21 19/09/2006 Sdemanializzazione della p.f.2440 in C.C.Livo. Bene pubblico di proprietà del comune di Livo. Lavori di realizzazione “ristrutturazione ed ampliamento del cimitero di Preghena”. Approvazione del progetto preliminare in linea tecnica. PREVENTIVO SOMMARIO DI SPESA 1. Ristrutturazione cimitero esistente € 95.000,00 2. Ampliamento € 113.00000 3. Opere di completamento generali € 190.000,00 TOTALE LAVORI 1. Imprevisti € 39.781,82 2. Spese tecniche € 59.700,00 3. Spostamento tombe € 14.000,00 4. Acquisto terreni € 10.000,00 5. Oneri fiscali € 58.518,18 TOTALE TOTALE COMPLESSIVO € 398.000,00 € 182.000,00 € 580.000,00 Si prevede i finanziare l’opera nel seguente modo: Contributo PAT Altre risorse finanziarie (mutui o contributi di altri enti) TOTALE COMPLESSIVO 23 23/11/2006 Adozione definitiva della variante n. 4 al PRG generale e relative norme di attuazione. 28 22/12/2006 Imposta comunale sugli immobili. Determinazione aliquota ICI per l’anno 2007. Abitazione principale Altri immobili Detrazione abitazione principale 34 MEZALON € 464.000,00 € 116.000,00 € 580.000,00 22/12/2006 4% 5% € 103,29 Bilancio di previsione per l’esercizio 2007, relazione revisionale e programmatica e allegato programma delle opere pubbliche, bilancio pluriennale 2007/2009. Esame e approvazione. TOTALE ENTRATE FINALI € 1.950.604,65 TOTALE SPESE FINALI € 1.875.890,22 TOTALE COMPLESSIVO € 2.348.564,77 TOTALE COMPLESSIVO € 2.348.564,77 7 DELIBERE GIUNTA COMUNALE 3 18/01/2006 Pubblicazione del periodico “Mezalon”. Incarico della stampa alla Tipolitografia Quaresima di Cles e per il coordinamento e l’organizzazione al Signor Massimo Betta. 5 18/01/2006 Servizio pubblico di acquedotto. Approvazione delle tariffe relative al servizio pubblico di acquedotto per l’anno 2006. USO DOMESTICO Tariffa agevolata relativa a usi domestici 0 : 60 mc Tariffa base 61 : 200 mc Tariffa maggiorata Oltre i 200 mc ALTRI USI Tariffa base 0 : 200 mc Tariffa maggiorata Oltre i 200 mc Per ciascun misuratore Quota fissa Tariffa per uso abbeveramento bestiame TARIFFA [€/mc] 0,41 0,46 0,51 0,56 0,51 0,26 €/mese 0,23 €/mc Utenze servite 459; Incasso vendita acqua prevista € 33.934,28 11 14/02/2006 Assegnazione e concessione contributo ordinario ai corpi VV.FF. di Livo e Preghena e contributo straordinario al corpo VV.FF.di Preghena. Contributo ordinario Contributo straordinario 20 21/03/2006 Corpo VV.FF Livo Corpo VV.FF Preghena Corpo VV.FF Preghena € 4.500,00 € 2.100,00 € 1.044,00 Approvazione in linea tecnica degli interventi relativi ai lavori di cui all’”Azione 10” 2006. Lavori socialmente utili. COSTO COMPLESSIVO PREVISTO Finanziamento PAT Partecipazione Comune di Cis Mezzi propri dell’Amm.ne € 44.940,00 € 31.002,00 € 1.549,00 € 12.389,00 21 22/03/2006 Lavori di realizzazione di un “Nuovo plesso scolastico intercomunale a Livo”. Approvazione del progetto preliminare in linea tecnica. 25 26/04/2006 Art. 54, comma 3 della L.P. 21.03.1977 n.13: assunzione a carico del bilancio comunale degli oneri a carico del Comune di Livo per la gestione della Scuola Materna. 33 07/06/2006 35 13/06/2006 Lavori di “Restauro pp.ed. 55 - 56/1 - 57 - Castello di Livo - IV° lotto” in c.c. Livo. Approvazione del progetto definitivo in linea tecnica. 36 13/06/2006 Lavori di “Sistemazione aree esterne chiesa di Livo”. Approvazione del progetto definitivo (redatto dall’Arch. Michele Anderle con studio in Trento) in linea tecnica. Affido incarico all’ing. Gianluigi Zanotelli per la predisposizione della documentazione tecnica finalizzata al finanziamento dei lavori di “Restauro p.p.ed.55-56/1-57-Castello di Livo - iv° lotto” in C.C. Livo. € 3.000 € 34.813,33 € 7,203,33 € 42.016,66 MEZALON Lavori a base d’asta Somme a disposizione dell’Amm.ne TOTALE COMPLESSIVO 8 42 25/07/2006 Concessione di un contributo alla Pro Loco di Livo per lo svolgimento delle tradizionali manifestazioni organizzate dall’Associazione stessa durante l’anno 2006. € 2.324,00 44 22/08/2006 Affido incarico all’ing. Zadra Franco per la predisposizione della documentazione tecnica finalizzata al finanziamento dei lavori di “Sistemazione Cimitero di Preghena”. € 1.000,00 50 29/11/2006 Concessione di un contributo straordinario all’associazione polisportiva “Le Maddalene” per la collaborazione con il Comune negli interventi di manutenzione straordinaria degli impianti sportivi. € 4.000,00 29/11/2006 Programma delle iniziative culturali e ricreative dell’Assessorato alla Cultura per il 2006. Approvazione del rendiconto del programma, impegno definitivo degli stanziamenti per la liquidazione delle spese e contributi dei programma. 51 Progetti “Politiche giovanili” – Comuni di Tuenno, Dambel, € 1.404,00 Nanno, Cloz, Taio, Livo, Rumo “Il vaso da notte del re” teatro per bambini € 348,00 Estate insieme 2006 – Coop. Orizzonti € 1.664,00 “Archivio di una vita” Presentazione libro, Acquisto 100 libri € 948,00 “Voci di maestrale” Musica in piazza € 840,00 Orchestra filarmonica italiana – concerto musica classica € 1.080,00 “Processo alle streghe in val di Non” – Teatro in piazza €0 (A carico della ProLoco) “Livo…nel percorso dell’Arte” – Mostra al Castello di Livo € 7.701,34 “Livo…nel percorso dell’Arte” – Arte e creazioni dal vivo in piazza € 75,07 “I quater sauti rabiesi” – Spettacolo folcloristico in piazza € 440,00 Corso di Inglese €0 (A carico dei partecipanti) Corsi di Musica – Scuola C. Eccher € 2.000,00 TOTALE € 16.410,00 52 12/12/2006 Approvazione in linea tecnica del verbale di somma urgenza dell’Ufficio Tecnico Comunale, relativo ai lavori di asporto rifiuti e bonifica dei siti in località “val mautina” e in località “Scanni”. SPESA COMPLESSIVA € 5.000,00 La scelta della delibere riportate è stata effettuata in maniera del tutto arbitraria dalle Redazione; la lista completa delle delibere è riportata sul sito www.comunelivo.it MEZALON AVVISO Il Sindaco rende noto che è attivo nell’ambito comunale il servizio di trasporto prelievi presso il Laboratorio di Analisi dell’ospedale di Cles. Detto servizio integra l’attività del personale infermieristico che effettua i prelievi a domicilio. L’accesso al servizio sarà riservato ai pazienti segnalati all’infermiera dal medico curante. Per ulteriori informazioni rivolgersi al personale addetto ai prelievi, al medico curante o agli Uffici Comunali. 9 STATISTICHE ANAGRAFICHE La popolazione del Comune di Livo nell’anno 2006 si è assestata sui 900 abitanti: infatti le rilevazioni fatte al 1 gennaio e al 31 dicembre forniscono un dato di popolazione totale residente costante proprio di 900 persone. Tuttavia, nel corso dell’anno, la popolazione è molto cambiata; un dato curioso è riferito al fatto che i residenti maschi hanno superato le femmine che nell’anno precedente erano nettamente in vantaggio (Tab.1). Tabella 1. Composizione della popolazione del Comune di Livo: maschi e femmine. Nel 2006 ci sono stati 9 nuovi nati, ma anche ben 12 deceduti; sono stati, inoltre, cancellati 15 iscritti a favore di altri comuni e per l’estero e effettuate 18 nuove iscrizioni (7 dall’estero e 11 da altri comuni). Gli stranieri residenti a Livo a fine 2006 ammontano complessivamente a 82 unità (43 maschi e 39 femmine) pari al 9,1% del intera popolazione; in Tabella 2 sono riportati nel dettaglio i paesi di provenienza dei residenti provenienti dall’estero. Come si può vedere, la Romania è la nazione più rappresentata ma numerosa è anche la presenza di Albanesi a Yugoslavi. MEZALON Tabella 2. Paesi di provenienza e sesso degli stranieri residenti nel Comune di Livo. 10 Un altro dato interessante riguarda la distribuzione della popolazione in base alla età. In particolare a fine del 2006 gli ultra sessantacinquenni residenti a Livo erano complessivamente 159 (61 maschi e 98 femmine) pari al 17,6% della popolazione: tra essi 2 uomini e 11 donne superavano novant’anni (tab 3). Tabella 3. Distribuzione per età degli ultra sessantacinquenni residenti a Livo. MEZALON Andando a vedere più nel dettaglio i dati si osserva che un gran parte degli anziani del paese (il 50% degli ultra ottantenni e gran parte degli ultra novantenni vive ufficialmente da solo (Tab.4). Spesso per gli anziani è importante continuare a vivere nella propria casa, tra le proprie cose e, molte volte, essere sradicati dal loro ambiente è per loro quasi una condanna. Tuttavia, sorge il problema dell’assistenza anche perchè non tutti possono beneficiare dell’aiuto di parenti. Questo è un grave problema sociale, visto anche il progressivo invecchiamento delle comunità montane, che le istituzione hanno ben presente dato che il Comprensorio ha istituito da tempo un servizio di distribuzione dei pasti e una rete di addetti alle pulizie che periodicamente visitano gli anziani che ne fanno richiesta. Anche il Comune di Livo ha istituito il servizio di consegna dei prelievi, rivolto principalmente proprio agli anziani soli. Tabella 4. Ultra sessantacinquenni: spesso sono la famiglia di se stessi. Si ringrazia l’Ufficio Anagrafe e in particolare Chiara Alessandri per la gentile collaborazione. Walter Bonani 11 RIFIUTI E AMBIENTE Dal 1 gennaio 2007 in tutti i comuni del Trentino si è passati dalla Tassa alla Tariffa Igienico Ambientale (TIA). La TIA si compone di una quota fissa e di una quota variabile. La quota fissa viene calcolata sulla base dei componenti del nucleo famigliare che varia da un minimo di circa 31 Euro per un nucleo composto da una persona a un massimo di circa 72 Euro per un nucleo con più 6 persone. La quota variabile è calcolata sulla base degli svuotamenti ovvero Euro 1,22 per ogni svuotamento per il secco e Euro 0,33 per l’umido. Per il secco è previsto un minimo di 12 svuotamenti che verranno comunque addebitati all’utenza, mentre questo minimo non è previsto per l’umido al fine d’incentivare il compostaggio famigliare. E’ stato evidenziato che, per legge, il costo dello smaltimento dei rifiuti deve essere coperto con gli introiti (tariffe e ricavi dal recupero dalla vendita dei rifiuti conferiti separatamente). E’ quindi importante un corretto conferimento dei rifiuti, poiché esso incide sia sul costo di smaltimento sia sui ricavi che possono derivare dalla vendita dei rifiuti differenziati. L’abbandono dei rifiuti, oltre a apportare un danno all’ambiente, comporta anche un costo per il loro smaltimento ed il recupero dell’ambiente che deve essere affidato a ditte specializzate. Il bruciare il rifiuto comporta invece l’emissione di sostanze nocive per l’uomo. Nel corso del dibattito, che è seguito, è stato evidenziato come anche nel Mezzalone vi sia un calo della sensibilità ambientale: sempre più si vedono rifiuti abbandonati lungo le strade e nei boschi, rifiuto secco frammisto a quello differenziato. E’ emersa anche la richiesta di una rete di controlli e di applicare maggiori sanzioni verso chi abbandona i rifiuti. Luigi Conter MEZALON Giovedì 19 aprile u.s., presso la sala polifunzionale “don Giacomo Marini”, a cura del Comprensorio e dell’Amministrazione Comunale, si è tenuta una serata informativa sulla gestione dei rifiuti. Sono state illustrate le tre tipologie di conferimento dei rifiuti e la loro gestione: il porta a porta, il conferimento differenziato presso le campane e il conferimento presso il Centro Materiale Rifiuti (C.R.M). Dopo aver specificato le tipologie dei rifiuti conferibili nel porta a porta, è stato specificato l’iter di smaltimento. Il rifiuto secco viene conferito alla discarica di “Iscla” a Taio, dove il rifiuto viene triturato e imballato. Attualmente la discarica è giunta a metà della propria capacità di stoccaggio. In particolare il rifiuto secco attualmente contiene il 16% di materiale organico (avanzi dei pasti), ma se si raggiunge il 20% si rende necessario sottoporre il rifiuto ad un trattamento di bioessiccazione, che chiaramente andrà ad incidere sui costi. La raccolta differenziata presso le campane vede il conferimento differenziato di carta – cartone, vetro, lattine e plastica. Il rifiuto raccolto viene conferito al centro di raccolta di Lavis. Qui avviene la selezione meccanica e manuale del rifiuto mediante caricamento su nastri. In particolare viene separato l’eventuale rifiuto secco presente, che viene ritrasportato nella discarica di Taio. Al C.R.M. è possibile conferire, oltre al rifiuto ingombrante, anche il rifiuto domestico ad eccezione del rifiuto secco: rifiuti che però devono essere puliti e selezionati per tipologia. Il C.R.M consente una maggiore selezione del prodotto: la carta dal cartone, il vetro da bottiglia da quello delle lastre di vetro; le lattine; la plastica, da quella delle bottiglie a quella dei grossi contenitori. Questo sistema consente la possibilità di ottenere un rifiuto maggiormente commerciabile e quindi con una maggior resa economica. 12 SERATA DI PREMIAZIONE DEI DIPLOMATI E LAUREATI NELL’ANNO 2006 MEZALON Il giorno venerdì 5 gennaio 2007 a Varollo presso la sala Don G. Marini, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Livo ha reso omaggio agli studenti della nostra Comune che nell’anno solare 2006 hanno visto premiati i loro sforzi con il conseguimento di un titolo di studio. Con questa iniziativa l’Amministrazione Comunale intende sottolineare come la formazione scolastica non sia soltanto un mezzo per la promozione personale del giovane cittadino, ma sia anche uno strumento importantissimo per la crescita dell’intera co- munità. Infatti, come ha osservato il Sindaco, il cammino per il conseguimento di un titolo di studio (un titolo di Laurea, un Diploma, un certificato di abilitazione Professionale) forma i cittadini di domani e arricchisce di conoscenze, di competenze, di idee fresche anche il paese. Questo anno hanno conseguito un titolo di Laurea (triennale, specialistica o quinquennale, secondo il vecchio ordinamento) 10 studenti, mentre 3 ragazzi si sono guadagnati un diploma di Scuola Secondaria Superiore. 13 LAUREATI Corso di Laurea Agosti Letizia Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio Alessandri Denise Scienze Politiche Bonani Walter Ingegneria dei Materiali Carotta Susanna Scienze della Formazione Datres Veronica Fisioterapia Moscon Francesca Scienze Giuridiche Europee e Transnazionali Pancheri Lucia Scienze della Formazione Primaria Pancheri Serena Ingegneria dei Materiali Zanotelli Maria Ingegneria Edile Zanotelli Simona Mediazione Linguistica per le Imprese e il Turismo DIPLOMATI SCUOLA Agosti Mirco Liceo Scientifico Agosti Nicola Liceo Scientifico Conter Laura Liceo socio-pedagogico MEZALON Alla serata è intervenuto anche l’Assessore comprensoriale alla Cultura, Rosario Poletti, il quale si è detto molto colpito dal fatto che un paese piccolo come Livo possa vantare ben 10 laureati in un anno (nessuno ha ritenuto necessario fargli notare che comunque l’anno scorso erano solo 2...). L’iniziativa ha visto la partecipazione straordinaria di Mario Cagol (in arte SuperMario www.supermario.tv) noto dj, comico e autore televisivo regionale, che ha proposto alcuni dei suoi personaggi più conosciuti - come la spigliatissima Nonna Nunzia – e ha coinvolto i presenti con le sue surreali interviste. Molto sentita è stata la cerimonia della consegna dei diplomi che ha coinvolto i giovani e anche le loro famiglie. La numerosa partecipazione, il divertimento suscitato dall’animazione di Supermario e la soddisfazione registrata a fine serata sono stati chiari segnali della buona riuscita dell’iniziativa che, giunta alla seconda edizione, verrà certamente ripetuta negli anni a seguire. 14 MEZALON Una riflessione. Scorrendo i nomi dei Laureati è possibile notare la preponderante presenza femminile: negli ultimi tre anni ben 13 laureati su 14 sono donne. Tra coloro che attualmente stanno frequentando corsi universitari e parauniversitari si possono contare 14 ragazze e 8 ragazzi. Fino alla classe dell’83 la maggior parte dei giovani sceglieva di non proseguire gli studi e di entrare direttamente nel mondo del lavoro, in questi ultimi anni la tendenza si è invertita e un numero sempre crescente di giovani sceglie la carriera universitaria. Se da una lato i ragazzi delle nostre comunità scelgono spesso gli studi tecnici sempre più spesso le ragazze fanno cadere la loro scelta anche su campi lontani da quelli tradizionali, quali l’educazione e l’insegnamento, e preferiscono l’ingegneria, la giurisprudenza, l’urbanistica. Non si vuole qui entrare nel merito della scelta di proseguire o meno gli studi, ma si possono fare alcune considerazioni. Chi sceglie l’Università si mette nella condizione di dover lasciare il paese, ha la possibilità di viaggiare, di imparare altre lingue ed entra in contatto con realtà e modi di vivere diversi da quelli paesani. D’altro canto chi sceglie di non continuare gli studi rimane più saldamente ancorato alla mentalità del paese, è costretto a prendersi le sue responsabilità più in fretta, comincia a guadagnare e raggiunge molto prima una certa autonomia economica. E’ chiaro che a seconda del cammino intrapreso (di studio o di lavoro) sorgono tra i giovani bisogni diversi e diverse aspettative. Se da un lato chi ha scelto di lavorare è fortemente legato al proprio territorio, dall’altro chi ha studiato è più disponibile a spostarsi e cercare possibilità anche al di fuori; anzi spesso ne è costretto perché il paese o la valle non offrono opportunità. Forse si sta creando uno scollamento nelle nuove generazioni.... Uno scolamento tra coloro che rimangono in paese per lavorare e proprio perché lavorano vi rimangono fortemente radicati e coloro che si allontanano per studiare e proprio perché hanno continuato gli studi non sono più radicati in nessun luogo, si trovano a seguire le dinamiche di un mercato del lavoro schizofrenico e sentono l’esigenza di condurre diversi stili di vita. Ma ai posteri... e a voi lettori l’ardua sentenza. Walter Bonani “La redazione invita tutti coloro che vivono all’estero o lontani dal Mezalon a spedirci materiale fotografico e notizie che descrivono il luogo in cui vivono” 15 GRUPPO MUSICA INSIEME - LIVO Il gruppo Musica Insieme è stato fondato nel 2004 da Alfonso Zanotelli. L’idea di partenza era quella di radunare un gruppo di giovani e di farli appassionare alla musica, insegnando loro a suonare nuovi strumenti, a cantare in gruppo e a stare insieme. Attualmente il coro è composto da una ventina di elementi dai 9 anni in poi e si esibisce regolarmente il sabato sera in occasione della messa prefestiva. Le canzoni del nostro repertorio, religiose e non, sono accompagnate da molti strumenti, tra i quali flauti, chitarre, maracas, armonica, percussioni, cembali e basso; questa è sicuramente una delle caratteristiche principali del gruppo. Attualmente l’obiettivo principale, dopo mesi di preparazione, è quello di poter organizzare alcuni concerti, sfruttando soprattutto il re- pertorio di musica laica, sperando che possa essere l’inizio di un lungo cammino. Durante questi anni ci siamo esibiti nei paesi di Cles, Malè, Proves, Rumo, Tres e San Romedio, dove siamo stati accolti con entusiasmo. Attualmente stiamo seguendo 8 bambini e ragazzi di paesi diversi, insegnando loro le prime nozioni sullo studio della chitarra. Tutti stanno seguendo le lezioni con entusiasmo ed impegno perciò speriamo che qualcuno resti nel gruppo. Ovviamente le porte sono aperte a tutti quelli che hanno voglia di imparare e di divertirsi che vorrebbero unirsi al gruppo. Cogliamo l’occasione per ringraziare il sindaco e l’amministrazione comunale per averci concesso una sede e tutti coloro che ci hanno sostenuto e aiutato fino ad oggi. MEZALON 16 POLISPORTIVA LE MADDALENE CALCIO: DUE ANNATE DA RICORDARE MEZALON Così come in viticoltura ci sono annate di vino particolarmente buono e pregiato da ricordare, anche nelle società sportive si annoverano stagioni che rimangono impresse nella loro storia. Per la Polisportiva Le Maddalene è il caso dei ragazzi nati nelle annate 1987 e 1988 che hanno costituito la struttura di una squadra che si è distinta nel panorama provinciale ed ha fatto emergere individualità di spicco. Questo gruppo di giovani di Livo, Bresimo, Cis, Rumo e Bassa Val di Sole- una quindicina in tutto – hanno dimostrato fin dai primi calci al pallone, un particolare affiatamento e spirito di gruppo che ha loro consentito di crescere migliorando con costanza le capacità tecniche e di consolidare i rapporti di amicizia. Attorno a questa squadra si è creato, fin da subito, un clima alquanto favorevole, a cominciare dal convinto supporto del gruppo dirigenziale e tecnico della società – guidato dall’infaticabile Presidente Franco Zadra – e l’entusiasmo di un folto gruppo di genitori, sempre presenti alle partite, come pure molto attivi e disponibili per l’organizzazione di momenti di incontro e di festa fuori dal campo. Sapientemente guidati con passione dagli allenatori Marco Ordenes e Gigi Costanzi, questi promettenti giovanotti hanno vinto il loro girone sia nella categoria Giovanissimi (2002) che in quella degli Allievi (2004) conquistando l’accesso alle finali provinciali, nel corso delle quali si sono difesi con onore. Fu proprio nel corso di una delle partite della finale provinciale Allievi che Marco Gaburro - allora allenatore del Mezzocorona – “mise gli occhi” su ben cinque ragazzi segnalandoli alla società che mili- ” Squadra allievi 2003/2004”: In piedi da sinistra: Gigi Costanzi (allenatore), Angelo Ordenes, Mario Andreis, Stefano Ghirardini, Nicola Agosti, Davide Andreis, Michele Paris, Luca Zappini, Mirco Agosti, Bruno Ghirardini (accompagnatore). Accovacciati da sinistra: Andrea Pancheri, Cristian Soranzo, Damiano Carotta, Pierfrancesco Agosti, Manuel Cristan, Paolo Vender. 17 MEZALON tava in serie D: i gemelli Mirco e Nicola Agosti, esaltante, mentre Pierfrancesco rivendica il goal di Paolo Vender, Cristian Soranzo e Andrea Pancheri. testa segnato proprio nel derby pareggiato con il Questi ultimi tre accettarono l’impegnativo pas- Mezzocorona e la convocazione nella rappresensaggio al Mezzocorona con il quale disputarono tativa del girone C della serie D che ha disputato il una stagione del campionato Juniores Nazionale, torneo giovanile nazionale di Viareggio. al termine del quale solo Andrea (1988) ha deci- Comunque vadano le cose, rimane il fatto, diffiso di rimanere nella società della Piana Rotaliana. cilmente ripetibile nel prossimo futuro, che due Nicola e Mirco (1987) scelsero invece di passare giovani “coscritti” cresciuti in una piccola società alla società nonesa del Predaia giocando un’intera di periferia siano approdati ai massimi livelli del stagione nel campionato regionale di Eccellenza calcio provinciale, segnalandosi fra le migliori cernel quale si sono distinti per determinazione e tezze dell’intero settore giovanile trentino. grinta. Attraverso di loro anche la Polisportiva Le MadNel dicembre 2004, un altro giocatore 1988, Pier- dalene ha visto giustamente premiata la sua prefranceso Agosti, lascia Le Maddalene per appro- ziosa e assidua attività verso i giovani delle nostre dare nella squadra Allievi del Trentino Calcio Tren- comunità e l’emulazione dei risultati conseguiti da to con la quale vince il titolo regionale di categoria Andrea e Pierfrancesco può costituire uno sprone nel 2005. a tutti i nuovi ragazzi che si avvicinano al mondo A questo punto le sorti agonistiche di Andrea e del calcio. Piefrancesco si evolGli altri giovani delle vono in una curiosa due annate fortunate e interessante serie sono tornati a giocadi circostanze paralre con Le Maddalene lele. Nella stagione che sta disputando il 2005/2006 entramcampionato di Sebi disputano con le conda Categoria: per rispettive società, il quest’anno il salto campionato Juniodi categoria sembra res Nazionale con il sfumato, ma ci sono ruolo di titolari fissi tutte le prospettive e arrivano le prime affinché la prossima convocazioni nella stagione la squaprima squadra. dra possa ritornare, Andrea Pancheri Pierfrancesco Agosti L’esordio in serie D come per il passato, avviene nella stessa giornata - domenica 7 mag- in Prima Categoria. gio 2006, ultima di campionato - ad un solo minu- Per tutti i ragazzi l’augurio più importante è quelto di distanza: per Pierfrancesco nella partita Tren- lo che possano continuare a trovare nel calcio e to - Cologna Veneta (al 83‘) e per Andrea in quella nello sport in generale, la dimensione giusta per Sanvitese - Mezzocorona ( al 84‘). crescere in un ambiente sano e l’occasione per Entrambi vengono confermati nella rosa della pri- rinsaldare i rapporti di amicizia. ma squadra per il campionato 2006/2007. Andrea Non può mancare, infine, il nostalgico ricordo di è in campo da subito, mentre Pierfrancesco si con- Mario e Stefano Andreis, tragicamente scomparsi quista il posto di titolare dopo l’arrivo sulla pan- insieme ad altri due loro amici; essi hanno lasciato china del Trento di Marco Gaburro, subentrato alla un grande vuoto nelle file della squadra e sopratdisastrosa esperienza iniziale di Gigi Possente. tutto, una ferita incancellabile nel cuore di tutti i Mentre scriviamo questo articolo, manca una sola ragazzi che hanno dovuto sperimentare, già nel giornata dalla fine del campionato e la situazione mezzo della loro adolescenza, l’inclemenza della che stanno vivendo i due bravi ragazzi è molto vita. diversa: Andrea ha già potuto festeggiare la storica promozione del Mezzocorona in C2, mentre La Redazione Pierfrancesco dovrà ancora impegnarsi a fondo per evitare che il Trento retroceda nella categoria inferiore. C’è una stimolante rivalità fra i due ragazzi, che non ha minimamente intaccato il loro cementato rapporto di amicizia: Andrea si gode una stagione 18 MEZALON GIANNI...IN FUGA PER LA VITTORIA Come sappiamo tanti ragazzi praticano sport: calcio, atletica, tennis, pallavolo, basket, tamburello, sci...chi più ne ha più ne metta!! Nel nostro comune abbiamo anche un ragazzo, Gianni Moscon, che già da qualche anno pratica il ciclismo; si tratta di uno sport molto faticoso e anche talvolta “pericoloso”. Tuttavia Gianni con molto impegno è riuscito ad avere qualche piccola soddisfazione riuscendo a vincere diverse gare e ottenere buoni piazzamenti, aggiudicandosi così, nella categoria giovanissimi (di cui fanno parte i ragazzi dai sei ai dodici anni), il titolo di Campione Provinciale per due anni consecutivi 2004 e 2005. Con orgoglio ha indossato dunque la maglia ciclamino che gli è stata consegnata personalmente dal Presidente della Federazione Italiana Di Rocco. A seguito dei buoni risultati ottenuti durante la stagione è stato più volte selezionato per partecipare ai campionati italiani di Mountain bike; nel 2004 a Cesenatico ha conquistato lo scudetto di Campione Italiano e nel 2005 a Montecatini, in Toscana, si è piazzato sul podio in terza posizione. Naturalmente questi ragazzi fanno parte di una società che li segue negli allenamenti dando loro qualche suggerimento per affrontare le gare nel migliore dei modi. L’obiettivo principale, tuttavia, è quello di formare i ragazzi ed insegnare loro a vivere lo sport in maniera serena, partecipando con entusiasmo sia agli allenamenti che alle gare, occasione per fare nuovi incontri e stringere amicizie anche con i compagni delle altre squadre in competizione proveniente da tutta la regione e anche da fuori. Per un vero sportivo praticare sport non significa soltanto mettersi in competizione con gli altri al solo scopo di vincere ma è importante impegnarsi accettando anche le sconfitte. Da quest’anno Gianni fa parte della categoria esordienti che comprende ragazzi dai tredici ai quindici anni ed ha partecipato già ad alcune gare piazzandosi sempre in buone posizioni. La specialità di Gianni fino a questo momento si è rivelata essere la salita; in ogni caso a quest’età è ancora difficile stabilire quale sia la particolare attitudine di un atleta, i ragazzi infatti sono ancora in fase di crescita e subiscono continui cambiamenti ed è per questo motivo che l’allenamento deve essere ben ponderato da un tecnico. Gli allenatori tra le altre cose insegnano ai ragazzi ad utilizzare la bicicletta che per quanto possa sembrare semplice ed intuitivo necessita comunque di molta pratica. Durante la gara è molto importante saperla maneggiare bene. La bicicletta per l’atleta è sicuramente il fiore all’occhiello! Così prima di ogni corsa si controlla se è tutto a posto: si unge la catena, il cambio, si visionano i freni e la si lucida a puntino, quasi fosse un trofeo... in realtà però per affrontare la gara più che la bici servono le gambe! La Redazione 19 CHIESA DELLA NATIVITÀ DI MARIA AGGIORNAMENTO SUI LAVORI DI RESTAURO MEZALON Terminati gli scavi archeologici (vedi MezAlon mero di fori, anche passanti, che costituivano n. 10 pag.13 “ Le pietre raccontano”; l’Adi- l’appoggio delle travi di antichi solai all’interge del 01 maggio 2006 “Dalle tombe i vestiti no della torre campanaria e che ne avrebbero d’epoca”; Vita Trentina del 21 maggio 2006 potuto indebolire la struttura. “L’antica pieve svela i suoi segreti”), i lavori Contemporaneamente è stato anche riaperto di restauro della Chiesa della Natività di Maria l’antico accesso che dal campanile portava al sono proseguiti sia all’interno che all’esterno. sottotetto della chiesa, al fine di consentire in All’esterno, durante l’estate scorsa, si è prov- futuro una più agevole manutenzione del sotveduto a consolidare gli intonaci esterni sia del totetto stesso. campanile che della chiesa. A proposito del Nello stesso periodo sono iniziati i lavori di campanile il quotidiano “L’Adige “ ha ospi- restauro all’interno della chiesa dove, in cortato nell’edizione di data 04 ottobre 2006 un rispondenza dell’arco santo sono emerse simpatico articolo dal titolo “Uomini e gheppi interessanti decorazioni ad affresco, rappresul campanile – quattro falchetti nati duran- sentanti un’Annunciazione, un San Michele te il restauro”. ed una serie di L’esterno della stemmi dipinti chiesa ha visto pr obabilmenanche il restaute in occasione ro dell’affresco della visita padella “Pietà” sulstorale clesiana l’abside, delle del 1537. due meridiane In accordo con i e degli affreschi funzionari della della facciata Sovrintendenza principale. La si è deciso di scoperta di un non recuperare lacerto di affrel’intervento efsco vicino alla fettuato verso scala di accesso Frammenti: antico tabernacolo in pietra il 1895 dai pital ”Glesiot”. tori Bernard di Nel corso dell’autunno – inverno, si è prov- Campitello di Fassa: si trattava di decorazione veduto a rinnovare il manto di copertura in a tempera di scarso valore artistico (già a suo “scandole” del tetto della chiesa. Contraria- tempo contestate dallo storico Luigi Campi mente a quanto previsto l’intervento non ha e dall’allora parroco Giacomo Marini e fatte interessato la cuspide lignea del campanile coprire verso il 1956 da don Giuseppe Calche appare in buono stato. Sia il tetto della liari) il cui recupero era difficile da attuarsi e chiesa che del campanile erano stati rinnovati comunque comportava un notevole onere finel corso del 1971, quando era Parroco don nanziario. Michele Rosani. E’ stato necessario invece ve- Sempre in accordo con i funzionari della Sorificare lo stato di conservazione delle parti vrintendenza è stato deciso di riportare la porta strutturali in legno sostituendo quelle amma- della sacristia nella sua posizione originaria al lorate o marciscenti e tamponare il gran nu- fine di dare maggior rilievo alla nicchia emer- 20 MEZALON sa affianco al pulpito. Lo spostamento della porta consente anche di ricavare uno spazio per il coro, il quale non verrà più a trovarsi alle spalle del celebrante. In corrispondenza della terza campata settentrionale, è emerso uno splendido san Fabiano, di fattura quattrocentesca, appartenente alla decorazione della chiesa precendente. Con il montaggio dei ponteggi interni si è potuto verificare da vicino la situazione statica delle volte e delle murature sommatali. Gran parte dei costoloni lapidei che costituiscono le nervature della volta reticolare, risultavano scollegati dal tessuto murario e minacciavano di cadere. Analogamente la presenza di alcune profonde lesioni sulle volte hanno suggerito interventi di consolidamento statico e ricucitura delle fratture. In particolare ci si è accorti che le pareti e le lunette delle volte erano state regolarizzate e raddrizzate nel corso dei lavori di restauro del 1891, rivestendole con strutture in listarelle di legno e malta paglia. In corrispondenza degli incroci delle nervature della volta sono state individuate delle decorazioni cinquecentesche a candelabre, di ottima fattura, ma di difficilissimo recupero. Purtroppo le attuali tecniche di scoprimento non consentono di portare alla luce queste decorazioni, che quindi rimarranno coperte dallo scialbo in attesa che vengano scoperte nuove tecniche, che ne consentano lo scoprimento. I lavori proseguiranno con la posa in opera del pavimento, il restauro ligneo degli altari e del pulpito, il recupero dei due affreschi, il restauro degli affreschi del “Glesiot”. Sono invece termi- Consolidamento costoloni della volta. nati a cura della ditta LARA di Denno, il restauro delle Pale dell’Altare di San Michele e di quello del Santo Rosario: restauro che ha riportato alla piena visibilità di due stupende opere. I lavori di restauro comportano un notevole onere finanziario (circa 1.217.818,00 Euro) coperto in parte dal contributo della Provincia Autonoma di Trento (Sovrintendenza dei Beni Culturali e Sovrintendenza dei Beni Architettonici) e della Conferenza Episcopale Italiana( 143.422,00). Nonostante questi contributi rimane a carico della parrocchia ancora un notevole onere finanziario (circa 150.000,00 Euro).E’ possibile contribuire a queste necessità economiche con offerte, detraibili dalla dichiarazione dei redditi, se versate direttamente sull’apposito conto “Restauro parrocchia Natività di Maria” aperto presoo la Cassa Rurale di Tuenno – Val di Non conto n. 07250395 – coordinate bancarie J08282 34960. Michele Anderle Luigi Conter 21 LA MAMMA “Viva la mamma” diceva una canzone e il signore che la cantava aveva proprio ragione. “Son tutte belle le mamme del mondo” cantava quello là e pure questa è una gran verità. Cosa posso aggiungere io che non sia già stato detto dovrò usare tutto il mio intelletto per poter così ricambiare il loro amore descrivendole magari più belle di un fiore, ma pure questo sarebbe banale, io per descrivere la mamme voglio qualcosa di speciale che possa rendere omaggio al loro coraggio, alla loro pazienza che non ha scadenza, al loro sorriso che rende la nostra vita un paradiso. Io le paragonerò a una cosa dolce, buona e bella come ad esempio... “la nutella”! Infatti di lei non si può far senza la cucchiaiata successiva arriva di conseguenza. Spalmata sul panino porta gioia ad ogni bambino, mette d’accordo tutti questo si sa e lo dice pure la pubblicità. Ecco ora son contento di essere riuscito nel mio intento. A noi piccini non servono giri di parole per arrivare nel profondo del cuore! E con questo sapore dolce in bocca termina la mia filastrocca. Un saluto alle mamme di tutte le età, per i vostri figli siete uniche questa è la verità. Matteo Conter MEZALON 22 L’EMIGRAZIONE MEZALON Sul numero 10 del “MezAlon”veniva lanciata la proposta di aprire un “forum” sull’emigrazione e sul ruolo dei “paroloti”. In merito all’emigrazione è difficile valutare le dimensioni di questo fenomeno, quantificare il numero di persone che sono state, loro malgrado coinvolte. Nell’800 il flusso migratorio si rivolgeva verso l’Italia, la Francia, la Svizzera, la Germania e l’America. Si trattava per una gran parte di una migrazione stagionale, che vedeva il ritorno in paese in primavera per far fronte ai lavori nei campi. Nel 1820, il Parroco di Varollo, don Giuseppe Borselli, è chiamato dal Capitanato distrettuale di Cles a rispondere dei conti delle Chiese per il periodo 1805 –1819. Il medesimo parroco prega il capitano di soprasedere sino alla primavera, quando ”sogliono tornare in paese gli uomini”. Segno questo che l’emigrazione stagionale era un fe- Centro di raccolta degli immigranti a Ellis Island. nomeno consolidato. Viene da chiedersi quante persone abbiano lasciato la loro casa per andare a lavorare altrove. Un’idea, se pur parziale, ci può venire dal sito “www.ellisisland.org”, dove sono riportati i nomi di chi tra 1892 e il 1924, passò sotto la “Statua della libertà” alla ricerca di un miglior futuro. Per il comune di Livo si trovano 185 nominativi di cui 158 maschi e 57 femmine. L’età varia da 1 anno, segno questo che emigrarono interi nuclei familiari, a 67 anni. La fascia maggiore d’età è quella che varia tra i 20 e i 30 anni (si contano 90 persone). Da Scanna partirono 15 persone, da Varollo 5, da Livo 65 e da Preghena 91. Di seguito si riportano i nominativi di chi lasciò il Mezalone , rintracciati sul sito www.ellisisland.org . 23 NOME Agostino Albino Andrea Annunziata Antonio Augusto Bartolomeo Bortolo Camilla Candida Cesira Daniele Daniele Daniele Emanuele Emma Ernesto Ernesto Giovanni Giulio Giuseppe Giuseppina Ida Isidoro Isidoro Leopoldo Luigi Luigi Ottavio Rachele Romano Rosa Teresa Silvio Giuseppe Iota Concetta Giulio Silvio Giuseppe Maria Elena Giuseppe Luigi Pietro Pietro Pietro Serafina Agostino Agostino Battista Emmanuele Giovanni Ida Pietro Rosa Luigi Giovanni Giovanni Luigi Antonio Antonio Francesco Giuseppe Luigi Nicolo Rachele Rosa Stefania Adele Angela Antonio Antonio Carlo RESIDENZA Italia Scanna Livo Scanna Livo Levo Livo Livo Cles Scanna Livo Scanna Scanna Lafferty Livo Livo Livo Scanna Livo Livo Scanna Scanna Livo Livo Scanna Livo Varollo Scanna Livo Scanna Livo Scanna Preghena Livo Livo Livo Livo Livo Livo Livo Livo Livo Livo Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Livo Livo Scanna Livo Livo Livo Livo Livo Livo Livo Livo Livo Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena DATA ARRIVO 1919 1910 1901 1913 1911 1900 1906 1900 1922 1903 1901 1899 1920 1924 1893 1921 1911 1921 1910 1897 1903 1903 1924 1900 1913 1899 1901 1905 1923 1901 1920 1903 1910 1901 1907 1920 1920 1920 1901 1901 1901 1905 1905 1910 1909 1920 1920 1911 1899 1921 1913 1902 1899 1920 1921 1903 1905 1900 1903 1900 1899 1910 1913 1921 1896 1902 1911 1903 1910 1903 1907 1905 1912 1904 ETÀ 17 27 16 23 36 40 26 23 22 10 1 40 45 31 24 19 25 25 25 25 6 2 17 17 30 28 35 35 23 30 23 43 41 1 18 12 52 14 21 11 13 25 31 42 43 29 39 2 17 19 42 27 28 28 25 23 26 20 37 25 34 26 18 35 25 30 30 27 13 18 20 2 27 67 COGNOME Agosti Agosti Agosti Agosti Alessandri Alessandri Alessandri Alessandri Alessandri Alessandri Alessandri Alessandri Alessandri Alessandri Alessandri Alessandri Alessandri Alessandri Alessandri Alessandri Alessandri Alessandri Alessadri Alessandri Alessandri Alessandri Alessandri Alessandri Alessandri Alessandri Alessandri Alessandri Facini Facini Facini Facini Facini Filippi Maninfior Rodegher Rodegher Rodegher Rodegher Rodegher Rodegher Rodegher Rodegher Sparapani Sparapani Sparapani Sparapani Sparapani Sparapani Sparapani Sparapani Sparapani Sparapani Sparapani Stanchina Stanchina Stanchina Stanchina Stanchina Stanchina Stanchina Stanchina Stanchina Vender Vielemetti Zanotelli Zanotelli Zanotelli Zanotelli Zanotelli NOME Theodora Viola Serafino Teresa Adele Adolfo Albino Antonio Aurelio Barbera Bellermino Carlo Domenica Emma Eraldo Ester Francesco Giovanni Giovanni Giovanni Giovanni Giovanni Giovanni Giuseppe Ida Luigi Luigi Maria Maria Pietro Pietro G Silvia Maria Maria Pietro Orsola Pietro Cesira Giovanni Amelia Edoardo Egidio Eugenia Giovanni Giovanni Giustiniano Maria Alfonso Alfonso Anna Anna Giovanni Giovanni Michele Pietri Pietro Serafino Serafino Maria Anna Anna Augusta Augusto Bernardo Camillo Carlo Eugenio Alfonso Pietro Antonio Camilla Clementina Constantino Eugenie RESIDENZA Livo Varollo Scanna Livo Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Livo Livo Livo Livo Livo Livo Livo Livo Livo Livo Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Livo Livo Scanna Livo Livo Scanna Livo Livo Livo Preghena Preghena Livo Livo Livo Livo Varollo DATA ARRIVO 1906 1902 1921 1903 1902 1923 1901 1901 1904 1912 1902 1900 1923 1923 1902 1902 1908 1901 1902 1905 1906 1912 1920 1905 1920 1901 1913 1900 1901 1898 1920 1905 1920 1920 1914 1904 1902 1900 1921 1899 1921 1923 1921 1903 1910 1921 1909 1906 1907 1907 1913 1900 1921 1893 1921 1921 1910 1913 1903 1903 1903 1901 1899 1901 1903 1903 1921 1901 1899 1910 1902 1911 1910 1907 ETÀ 19 21 25 46 3 24 10 25 21 8 8 23 60 20 2 6 18 25 28 34 17 25 34 20 21 20 19 36 1 18 8 25 27 27 25 22 25 27 26 32 34 27 32 42 28 22 59 24 22 22 27 26 35 17 23 29 25 29 24 35 35 20 24 47 32 4 22 16 20 35 28 20 18 20 MEZALON COGNOME Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Agosti Alessandri Bacca Bacca Bacca Bacca Bacca Bacca Bacca Bacca Calovini Calovini Calovini Calovini Calovini Calovini Calovini Conter Conter Conter Conter Conter Conter Conter Conter Dalpiaz Dalpiaz Dalpiaz Dalpiaz Datres Datres Datres Datres Datres Datres Datres Datres Datres Facini Facini Facini Facini Facini 24 COGNOME NOME RESIDENZA Facini Facini Facini Facini Facini Facini Facini Facini Facini Facini Facini Zorzi Zorzi Zorzi Zorzi Zorzi Zorzi Zorzi Zorzi Zorzi Zorzi Zorzi Carlo Caterina Celeste Elisa Giuseppe Giuseppe Guido Luigi Luigi Maria Maria Emanuele Giorgio Giorgio Giovanni Giovanni Giovanni Maria Ottilia Pietro Giorgio Bortolo Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena Preghena DATA ARRIVO ETÀ COGNOME NOME RESIDENZA 1909 1904 1910 1897 1900 1904 1914 1904 1920 1903 1920 1906 1921 1921 1903 1920 1921 1901 1907 1905 1914 1913 39 23 30 33 33 23 5 1 26 27 27 33 21 41 18 20 20 24 22 26 37 28 Zanotelli Zanotelli Zanotelli Zanotelli Zanotelli Zanotelli Zanotelli Zanotelli Zanotelli Zanotelli Zanotelli Zanotelli Eugenio Giovanni Giovanni Giovanni Giovanni Giulia Leonardo Luigi Luigi Oreste Romilda Virgilio Varollo Livo Varollo Livo Livo Livo Livo Tirolo Livo Livo Livo Livo MEZALON Immigrati trentini a Ellis Island nel 1910. Immigrati in attesa della registrazione delle visite mediche. DATA ARRIVO ETÀ 1901 1900 1901 1911 1914 1899 1921 1902 1910 1923 1912 1899 23 27 17 27 36 47 34 17 26 32 1 29 25 NOSTALGIA D’EMIGRANTE “Oh... mio paese” Già da anni e anni ancora, tu lì sorgi maestoso e da tante tue bellezze che ti senti “orgoglioso”. Tra due valli sei fondato... e da fertile campagna tutto quanto circondato. Come sfondo tieni un monte pure questo verdeggiante, dagli abeti ed erba fresca e da tante altre piante. Quella splendida montagna sembra lì sempre sospesa e che agisca ogni momento per la grande tua difesa. Sembra quasi una collina dove tu stai rialzato, che d’estate e pur d’inverno da un bel sole sei baciato. Il disegno che tu tieni del tuo vecchio caseggiato che sta quasi allineato ed alquanto prolungato. Tu o caro paesello sei montano e sempre bello... la tua chiesa in mezzo stà, il campanile che s’innalza con superba maestà. Poesia scritta nel 1962 a Rennes, Losanna – Svizzera Graziano Sparapani MEZALON O mio caro bel paese tu per me sei adorato, perché in te ci sono ricordi da quel dì che son nato. 26 MEMORIE DI ANTONIO STANCHINA MEZALON Tra i tanti che lasciarono il comune di Livo per emigrare negli Stati Uniti ci furono anche i fratelli Antonio, Lorenzo Eugenio Stanchina figli di Giuseppe e Anna Zanotelli. Ad un certo punto della sua vita, forse anche su sollecitazione dei figli, Antonio scrisse le proprie memorie, che invio in poche copie ai suoi parenti rimasti a Livo e a Preghena. Un piccolo libro, un tascabile, di poche decine di pagine diviso in tre parti. La prima riguarda “La discendenza Stanchina”, la seconda “Narrazione della mia carriera” e la terza “Vita coniugale”. Da una trascrizione riportiamo il testo della seconda parte poiché ci dà uno spaccato della società di fine ottocento, dove era comune che un ragazzo di quindici anni lasciasse la propria casa per andare in cerca di lavoro. Si ringrazia, inoltre il sig. Alessandri Eugenio, per aver concesso le foto di Antonio Stanchina. Parte Seconda: “Narrazione della mia carriera” In riguardo alla mia carriera, questo cambia aspetto. Prima dirò che io sono nato a Livo Val di Non Tirolo Trentino, Austria il giorno 20 maggio 1856. Ebbi istruzione di scuola normale di lingua italiana. L’anno 1871 di anni 15 andai a Lavis a lavorare in bottega senza successo essendo i padroni molto cattivi, restai per due anni per niente. L’anno 1872 mese di Novembre di anni 16 andai a Brescia, Italia. Là per quattro mesi e mezzo ricevevo 4 soldi e mezzo al giorno e polenta 2 volte al giorno. L’anno 1873, mese di ottobre, andai in Sassonia Germania a lavorare nelle gallerie ferroviarie, la ho imparato il Tedesco. Ritornai a casa il mese di Aprile 1876 onde mi fecero abile al soldato. 27 so rimasi costì 3 mesi. Ottenni il lavoro a tre miglia da Peance; lavorai un mese, ovvero parte di Giugno. Poi fermarono tutto il lavoro, perfino le pompe fuori della miniera, così ho dovuto partire. Mi recai a Milwauke, Wis. Là ho lavorato 3 mesi in una galleria di acquedotto. Il mese di ottobre 1888 venni a Flushing, Ohio a lavorare nella miniera di carbone chiamata Tonel main, che attualmente è in operazione. A Flushing restai circa un anno, poi a Maynard, Ohio, poi cominciai a girare. Lavorai pure a Wheeling W. Wa nella mina alle 48 cent. l’anno 1889. Luigi Conter MEZALON L’anno 1876 mese di Ottobre ho dovuto andare a Innsbruk Nord Tirolo, a servire da soldato, fino l’anno 1879 mese di settembre. Il mese di Novembre 1879 andai vicino a Ferbach Alsazia, Germania nelle miniere di carbone. Ritornai a casa il mese di Aprile 1880. Il giorno 4 Ottobre 1880 partii per Parigi, Francia in cerca di fortuna. Costì ho lavorato nelle raffinerie di zucchero, poi coi muratori di quadrelli; là ho imparato il Francese. Ritornai a casa il mese di Settembre 1882. L’anno 1883 il mese di Novembre andai a Verdun, Nord Francia. Là in tre mesi di tempo ho lavorato 22 ore. Il mese di Gennaio 1884 partii per Parigi, in cerca di lavoro, di nuovo. Ove ritornai coi muratori di quadrelli, rimasi costì fino al 10 luglio 1885; onde ritornai a casa cioè a Livo. L’anno 1866 mese di Febbraio andai sul Baden Germania, senza successo. Da quella, andai in Svizzera, cioè vicino a Sant Gallen, poi a Bizofzel in questi paesi ho lavorato da contadino e di concreto. Ritornai a casa, a Livo il mese di Maggio 1866, senza un soldo; ma si un fiorino di debito. Il giorno 14 Marzo 1887 indispettito per affari amorosi partii. Abbandonai il nativo e amato paese di Livo. Lasciando la cara madre, un fratello, cioè Giuseppe e sorella Maddalena per emigrare al Nord America. Il giorno 18 Marzo 1887 imbarcai ad Havre, Francia, per New York, N.Y., il destino mi diresse a Vulcan, Mich, costi arrivai il 1° o 3 Aprile. A Vulcan Michigan, ho lavorato nella miniera per 50 cent. a 10 ore di lavoro, sciabolando ferro di continuo. Qui cominciai ad imparare la lingua Americana. In tutte queste lingue la nostra è ancora la migliore. L’anno 1888 mese di Marzo partii da Vulcan Mich., ed andai a Peance Wise: senza succes- 28 MEZALON FESTA DEGLI ALBERI ANNO 1954 29 Festa degli alberi alla Salve Regina, anno 1954. Sono presentitutti gli alunni delle Scuole Elementari di Bresimo, Cis, Livo e Preghena. I comuni di Bresimo, Cis, Livo e Preghena erano stati unificati nel comune di Livo durante il periodo fascista, dopo il quale erano tornati autonomi ad eccezione di Preghena che divenne Frazione Separata del Comune di Livo. Foto di Anna Sparapani Thaler MEZALON 30 I MESI DELL’ANNO MEZALON Gennaio mette ai monti la parrucca Febbraio grandi e piccoli in bacucca Marzo libera il sol di prigionia Aprile dei bei colori orna la via Maggio vive tra le musiche di uccelli Giugno ama i frutti appesi ai ramoscelli Luglio falcia le messi al solleone Agosto avaro ansando le ripone nel bel Settembre i frutti maturan quasi tutti Ottobre va in cantina nel mosto e nella tina Novembre va in campagna e abbatte la castagna. Dicembre ammazza l’anno e lo sotterra. L’autrice di questa filastrocca è una signora di 91 anni. Si deve osservare la calligrafia e la correttezza nello scrivere considerando anche le scuole di allora. E’ ancora una signora attiva, non manca mai ad una S.Messa. Nel periodo della raccolta si vede china sui cassoni delle mele a “passare”. Periodicamente va a visitare la sua cognata al ricovero di Cles e al campo santo a trovare suo marito. Qualsiasi cosa faccia durante la giornata, alla sera dalle 18.00 alle 19.00 fa la sua passeggiata per tenersi le gambe in esercizio, dice lei. Non ci si stanca mai di ammirarla, è la signora Stanchina ved. Carotta Augusta. 31 PRIMO PIANO ECONOMICO FORESTALE Nella primavera del 1955 le Autorità Forestali decisero di fare il piano economico forestale. Si trattava di un vero e proprio censimento del bosco, ossia misurare con la “canagola” ad altezza braccia tutti gli abeti, larici, pini ecc... sopra un certo diametro. Per svolgere questo lavoro, assieme ai tecnici servivano alcune persone possibilmente giovani perché più adatti per “saltare” di pianta in pianta cavallettando e segnando le piante già fatte. Per noi giovani di allora è stata una grande soddisfazione poter andare a lavora- Dopo disnà re e aiutare le nostre famiglie, già segnate da bosco tra il Rio Baselga e la Val di Rivi. Nell’estate del 1956 prendemmo lavoro semtanta miseria. pre dall’Asuc di Preghena per fare pulizia del bosco in cima al Monte Avert, “Pozza Dasina”. La legna più grossa veniva accatastata e in autunno veniva sorteggiata ai censiti come “brosca”. In questi lavori eravamo seguiti dal Guardia Boschi Luigi Gentilini che tutti i giorni A mez dì polenta e formai Posàr al bait ex Moreti andava e veniva da casa, noi invece si restava per tutta la settimana, la cena e la notte al bait della “Nanele” poi dei “Dotori” (o del “Lasa”). A mezzogiorno invece andavamo al bait dei “Moreti” più vicino al posto di lavoro per fare la polenta e “formai” e per riposarci un pò. Graziano Sparapani MEZALON Fu così che nel mese di giugno del 1955 una dozzina di persone partì a piedi per la Malgazza Bassa, struttura tutta in legno che ora non c’è più, di cui ne rimane solo il basamento. Qui si restava tutta la settimana, anche a mangiare e dormire. In queste operazioni eravamo coordinati dal dott. Forestale Angelo Pozzetti di Bresimo e dal Presidente dell’Asuc di Preghena rag. Gabriele de Aliprandini. Ci divisero in 3 squadre di cavallettatori connun relativo capo-squadra che segnava su di un apposito foglio le “chiamate”. Un’altra squadra precedeva l’altra per verificare la salute delle piante. Una volta terminato il lavoro alla Malgazza Bassa andammo nella parte di 32 RICORRENZE CLASSE 1946 - LA FESTA DEI SESSANTENNI Foto di Silvano Carotta MEZALON AUGURI A Pacifico Sparapani e Alessandra Agosti che il giorno 21 gennaio hanno festeggiato il loro 57° anno di matrimonio. Sparapani Pacifico nt. il 30/08/1915 e Agosti Alessandra nt. il 04/12/1928 si sono sposati il 21 gennaio del 1950. Da Preghena si sono trasferiti a Cles dove Sparapani Pacifico ha lavorato presso la ditta Ossana fino alla meritata pensione. 33 L’ album dei Ricordi A partire da questo numero la Redazione del MezAlon istituisce questa una nuova rubrica: l’Album dei ricordi. È uno spazio dedicato a quelle vecchie fotografie che spesso si trovano quasi dimenticate nei cassetti polverosi delle nostre case, ma che ci possono raccontano luoghi e vicende del nostro paese e delle nostre famiglie. Per questo invitiamo tutti voi, lettori, ad inviarci delle vecchie fotografie che ritraggono le vostre famiglie, la vostra casa e il nostro paese per arricchire il nostro Album dei Ricordi. In base al numero di foto pervenute la Redazione si riserva di fare una selezione del materiale da pubblicare, dando la precedenza alle immagini che meglio descrivono la storia e la vita del paese. Inoltre, la Redazione intende valutare con l’Amministrazione Comunale la possibilità di realizzare una copia cartacea di tutto il materiale fotografico storico riguardante la nostra comunità in previsione di una futura mostra e di una completa catalogazione. Sarà compito nostro restituire al proprietario la fotografia originale. Foto scattata nel 1942 (foto fornita da Agosti Aldo) Da sinistra: Tomevi Amedeo, Agosti Silvio, Guarienti Bruno, Agosti Aldo, Zanotelli Tullio, Filippi Andrea MEZALON Coscritti 1925 34 Scolari classe V, nati nel 1925 e 1926 (foto fornita da Agosti Aldo) MEZALON Prima fila in basso da sinistra: Conter Remo, Tomevi Amedeo, Zanotelli Italo, insegnante Dapoz Saverio, Agosti Emma, Ravina Ada Seconda fila da sinistra: Guarienti Bruno, Agosti Silvio, Ravina Aldo, Agosti Lina, Cigalla Bianca, Conter Gianna Terza fila da sinistra: Zanotelli Tullio, Agosti Aldo, Rodegher Livio, Agosti Luisa, Zanotelli Nicolina, Zanotelli Maria, Filippi Marina “Visita del Decano di Cles alla Parrocchia di Preghena fotografato con i ragazzi della scuola elementare” (Foto di Paolo Zorzi) 35 “Ragazzi del 1947 e 1948 a scuola. L’aula era una stanza messa a disposizione da Calovini Mario. E’ bene in vista il maestro Innocenti” (Foto di Paolo Zorzi) MEZALON “Come ci si divertiva sulla neve con le slitte attaccate a “treno” sullo stradone per Bresimo appena costruito (1957?): Mario, Romano, Aldo, Virginio, Roberto, Silvio e Valerio (Foto di Paolo Zorzi) 36 MEZALON “Coro Parrocchiale di Preghena davanti alla Chiesa. C’era ancora la casa Calovini (molinari), anno 1955. (Foto di Paolo Zorzi) Alla croce del Pin: Paolo Zorzi, Ghirardini Marino, Stefano Betta, anno 1966. (Foto di Paolo Zorzi) 37 “La foto dei Coscritti di Preghena del 1920” In piedi da sinistra: Giovanni Zorzi, Serafino Maninfior (perito in campo di battaglia in Russia), Mario Facini, Silvio Zorzi; Seduti: Mario Betta, Bruno Bonani. Due righe della Canzone dei Coscritti: ”... ... ste su, ste su putele che a mezzanotte parto, se non vi vedo altro ricordatevi di me...... “ MEZALON “Coro Parrocchiale di Preghena davanti alla Chiesa, anno 1954. (Foto di Carlo Alessandri) 38 DALL’ARGENTINA... “Foto scattata in Argentina. I Gauchos (“gente che si dedica a far produrre la terra”) vestiti di gala accompagnano con i loro cavalli la Processione nella festa del Santo Patrono. In piedi davanti a loro sono presenti Mario Betta e Luigi Bonmassar nel pieno della loro gioventù” IL GRILLO Cri, cri, cri Grillo grillo piccolino vieni fuor dal tuo buchino. Preparato ho un gran castello. tu vedessi quanto è bello! Vi ci ho messo l’erba nuova che è cresciuta con la piova. MEZALON Oh grillino per piacere, vieni fuor, fatti vedere! Ma il grillino ben lo sa quanto è bella la libertà. Silvia Betta 39 POESIA RELATIVA ALLA GUERRA 1914-1918 nel ricordo di Silvia Betta (Argentina) Il Piave era una diga, fila di elmetti, siepi di fucili, zappe, chitarre in riga. No, Generale, i Fanti non son vili, la morte li freddò coi suoi miasmi li stese a mille tra le ossute braccia, li rese inconoscibili fantasmi, ne disperdea perfin l’ultima traccia. Il Carso era un abisso che si stendea dallo Stelvio al mare, ma l’ occhio ardente e fisso non si distolse, si dovea passare. E la chiodata scarpa vi passava, tritò l’impervio Carso a roccia a roccia, pigiò nel Piave sacro che arrossava sangue nemico tratto a goccia a goccia. Il Carso era una prora, prora d’Italia volta all’avvenire, immersa nell’aurora col motto in cima: “Vincere o morire!” Ma intorno a quella prora si moriva. Quando alla nave arrise la vittoria il nome d’ogni Fante che moriva passava all’albo bronzeo della storia. Soldato ignoto e tu sperduto fra i meandri del destino, mucchio senza piastrina, eroe senza medaglia, il volto tuo non esisteva più. Tua madre inutilmente fra i morti intatti ricercò l’assente. Solo la tua salma volta ad oriente da Roma può rispondere..... “Presente!” Silvia Betta MEZALON “E’ un pezzo di storia, triste di certo, che ha coinvolto pure il nostro caro Trentino, vinto per la fame dei nostri valorosi avi Alpini e delle loro genti. Il tempo è passato, ma il ricordo rimane con le sue tracce” 40 FARINA DEL NOSTRO SACCO UN MULINO AD ACQUA NATO A LIVO MEZALON Molti di noi hanno affidato alla Falegnameria Fratelli Conter la realizzazione di imposte, di infissi, di mobili, di mensole o parapetti; qualcuno di noi, magari, può vantare pezzi che risalgono a svariate decine di anni fa, quando la falegnameria era retta dal padre Alessandro. Anche nelle nostre chiese ci sono banchi, confessionali, mobili, suppellettili, usciti dall’officina di queste due generazioni di falegnami. Tuttavia, nessuno può vantare una ruota idraulica di oltre 4 metri di diametro, ma ancora per poco! Infatti la Falegnameria Fratelli Conter ha oggi ampliato la propria offerta. Chi ha avuto la fortuna di frequentare il capannone dei fratelli Conter in questo periodo ha potuto seguire la nascita e la crescita di un intero mulino idraulico per la macinazione del grano, simile a quelli che fino a qualche anno fa si potevano vedere anche lungo i nostri torrenti. Il manufatto, realizzato nell’arco quasi sei mesi a cavallo del Natale 2006 con le indicazioni del progettista, l’Architetto Silvio Fiorillo di Milano, è stato commissionato per l’Abbazia di Santa Maria a Chiaravalle in provincia di Milano. Il lavoro fa parte di un progetto di riqualificazione dell’intero complesso dell’Abbazia e delle sue pertinenze (officine, stalle, mulino, ecc..) e prevede appunto anche la ricostruzione di un mulino ad acqua, andato distrutto negli ultimi decenni. Una sera di primavera è Marco Conter che, a lavoro pressoché finito, mi mostra con orgoglio quanto realizzato e mi racconta: “Il progetto era bloccato perché il progettista non riusciva a trovare nessuno che si sentisse di affrontare un lavoro così impegnativo ed ambizioso, nessuno ha ormai le competenze per poter costruire un mulino interamente in legno o magari la forza. Poi per un caso fortuito l’Architetto Fiorillo – non solo un tecnico ma un vero appassionato - è venuto in contatto con noi...ci abbiamo pensato molto; si trattava di provare molte soluzioni, recuperare una tecnologia quasi persa.” “Abbiamo accettato per sfida, volevamo semplicemente vedere se potevamo farcela; volevamo capire se potevamo andare oltre a quello che siamo abituati a fare, se potevamo mettere in pratica le conoscenze che abbiamo - mi dice Marco, che continua – “L’Architetto ci mandava settimanalmente disegni e progetti sulla struttura, sui meccanismi e i vari componenti; noi li provavamo e se qualcosa non funzionava glieli rispedivamo. Abbiamo collezionato pacchi di fogli con soluzioni diverse, ripensamenti e correzioni: ad esempio, solo per realizzare la scala che porta al livello della macine abbiamo dovuto discutere veramente a lungo.” “Per prima cosa ho cominciato realizzando questo modellino in scala 1 a 10 (Foto 2) in tutto e per tutto uguale all’originale: ruota, (da sinistra) Marco, Nicola, Giancarlo, Lino e Gabriele: alberi, ingranaggi e contrappesi. Certo tutto due generazioni di falegnami in posa davanti alla ruota idraulica ancora senza pale.) 41 la sera e nei fine settimana, ci è voluto più di un mese ma alla fine ho capito che si poteva fare”. Mentre mi racconta queste cose Marco fa girare manualmente la ruota, che albero dopo albero e ingranaggio dopo ingranaggio fa girare la piccola macina in pietra. “All’inizio gli ingranaggi non giravano, i denti non ingranavano; dopo sere passate con compasso e squadra, ho incominciato a capire quanto spazio serve al dente per girare e come devono essere distribuiti perché ci siano sempre due denti in battuta e per fare in modo che un dente entri nello stesso momento in cui l’altro esce, per avere un moto continuo e lo sforzo distribuito su due denti.” “Non c’è neanche un chiodo!” mi assicura Marco. Certo perché tutto deve essere smontato e poi rimontato sul posto. Tutta la struttura di sostegno è fatta in modo che si autosostenga senza bisogno di chiodi o forme fisse. L’assito, che sostiene il camminamento superiore e l’alloggiamento delle macine, è assemblato in modo da stringersi attorno alla macina dormiente e tenerla centrata e tutta la struttura di sostegno è fatta in modo da incastrarsi e autobloccarsi sotto il peso proprio e delle macine. “Adesso la curiosità è quella di vedere come la struttura si comporterà una volta rimontata sul posto, come si assesterà con il peso delle macine e le vibrazioni dovute al movimento”. Tra un po’, infatti, tutta la struttura sarà smontata e i pezzi saranno numerati e inviati a Milano per la posa definitiva. Comunque, la sfida sembra vinta! Dopo la promessa di rivederci dopo la posa e l’inaugurazione del mulino, ringraziando Marco per la lunga chiacchierata, gli chiedo se sia stata una esperienza isolata, oppure se potranno esserci altre occasioni per misurarsi su nuove imprese. “Chissà...” risponde “aspettiamo nuove offerte!” Ingranaggio di movimentazione del buratto interamente costruito in legno. Il mulino: il sapere antico di una macchina complessa liche non sono provviste di pale ma di una sorta di cassetti, la corrente d’acqua investe la ruota dall’alto (ruota per di sopra) e il movimento della ruota viene ottenuto non tanto dalla forza dell’acqua quanto dal suo peso. Infatti, l’acqua riempie i cassetti, creando uno sbilanciamento tra i due lati che fa girare la ruota. Altre volte, quando è possibile utilizzare un certo dislivello, le ruote presentano palette che vengono investite da piccole correnti ad alta velocità, come avviene per le turbine idroelettriche. Queste soluzioni sono più adatte in presenza di piccole portate, quali le derivazioni dei torrenti di montagna, e consentono di ottenere elevate velocità della ruota. Nel caso delle ruote a pale, invece, le lunghe pale sono immerse nel canale di alimentazione e vengono investite da una grande massa d’acqua (ruota per di sotto): il moto è quindi MEZALON Quando sarà assemblato in loco la struttura del mulino si articolerà su tre diversi piani. Come è ben chiaro dalla fotografia del modellino, in basso sarà posta la ruota idraulica, parzialmente incassata nel canale di adduzione dell’acqua; il piano centrale, che corrisponde al piano di calpestio dell’edificio, ospiterà gli organi di trasmissione del moto, il buratto e tutta la struttura di sostegno delle macine che saranno poste più in alto, su un soppalco raggiungibile con una elegante scala in legno. La ruota idraulica, costituita da quattro robusti raggi che sostengono i quattro archi di cerchio, è coronata da lunghe pale e raggiunge complessivamente un diametro di 4 metri. Essa, è il motore del mulino perché trasforma l’energia cinetica dell’acqua in energia meccanica, resa disponibile per la rotazione della macina. Lungo i nostri torrenti spesso le ruote idrau- MEZALON 42 I cereali vengono versati in un grande imbuto (la tramoggia), che è posto sopra le macine; il fondo della tramoggia scarica in una vaschetta oscillante che dirige il grano verso l’occhio della macina superiore e ne regola la caduta, facendone uscire una quantità piccola e costante. Le pesanti macine in pietra (1,2 m di diametro), sovrapposte, costituiscono gli organi principali del mulino. La mola inferiore poggia sul basamento in legno ed è attraversata dall’asta dell’albero di trasmissione. La superiore, girevole, presenta un foro centrale nel quale cadono i chicchi di grano. Per effetto della forza centrifuga e delle scanalature incise sulle superfici delle pietre, il Modellino in scala del mulino ad acqua realizzato dalla chicco frantumato viene spinto verso il bordo esterno della macina. Uno scivolo immette la Falegnameria Fratelli Conter. miscela di farina all’interno del buratto gireottenuto direttamente dalla spinta dell’acqua. vole che ha il compito di setacciare le diverse Quest’ultima soluzione ha bisogno di elevate portate e di elevata superficie delle pale ed è adatta agli ambienti pianeggianti dove si possono derivare grandi quantità d’acqua. Spesso impianti di questo tipo erano dislocati ai lati o addirittura sopra il corso dei grandi fiumi della pianura Padana. La ridotta velocità dei grandi corsi d’acqua consente di ottenere basse velocità di rotazione della ruota, proprio perché essa è costretta a girare in modo solidale con l’acqua stessa; per contro l’elevata portata consente di ottenere elevata potenza. Il moto della ruota viene poi trasmesso alla macina girevole per mezzo di vari organi di trasmissione che consentono di aumentare notevol- In primo piano il buratto, più sopra l’alloggiamento mente il numero di giri. In questo caso, il moto delle macine e, sullo sfondo, la ruota idraulica. rotatorio orizzontale della motore della ruota grossezze dei prodotto. Il movimento rotatoviene convertito in moto rotatorio verticale rio del buratto e il continuo movimento susda un sistema corona/pignone realizzato con sultorio dello scivolo sono generati da un’apuna corona a cammi solidale alla ruota idrauli- posita derivazione del moto fissata sull’albero ca che mette in rotazione un “ingranaggio” a di trasmissione. lanterna (detto anche rocchetto) calettato su Il buratto è una grossa cassa in legno che conun grosso albero verticale. tiene al suo interno un cilindro rotante coperCome si vede bene dalla fotografia del model- to da filtri di seta, in grado di selezionare il lino realizzato, in alto, sopra la lanterna, sul- prodotto a seconda della finezza del macinato l’albero è innestata una seconda ruota (corona (dalla farina più fine alla crusca più grossolastellata) di un metro e mezzo di diametro che na). La farina più fine passa tra le maglie del mette in rotazione un secondo albero, ancora filtro e viene raccolta all’interno della cassa, con un sistema corona a cammi e lanterna. Il mentre la parte grossolana scorre verso l’uscisecondo albero, infine, fa ruotare fa girare la ta del cilindro, dove viene recuperata e inviamacina superiore grazie alla merla un incastro ta ad una ulteriore macinatura. a farfalla che la trascina. Walter Bonani 43 LISETTA E... IL SUO BASTONE MAGICO di nonno Fabio Lisetta era una bambina piccola e malata. Da tempo stava in casa alla finestra e il suo passatempo era quello di osservare la campagna attorno casa. Passavano lenti i giorni e non succedeva mai niente. Gli uccelli non erano tornati, i fiori dell’orto non erano ancor nati, e le farfalle non si vedevano in giro. Troppe nubi vagavano nel cielo, spesso pioveva e faceva freddo. Anche il sole non si faceva vedere e la notte Lisetta aveva paura, perché la luna non gli sorrideva più! Un giorno che Lisetta era guarita, si è arrabbiata moltissimo! E’ scesa in giardino, e dalla legnaia ha preso un grosso bastone. Nemmeno l’erba era verde ed allora si mise a bastonare la terra! La bambola di pezza le è caduta di mano, è caduta distesa con gli occhi al cielo, e finalmente successe qualcosa... Lisetta era guarita, non era più triste e la notte dormiva finalmente tranquilla. Lei non lo sapeva, ma era il 21 marzo di un anno strano, era nata Primavera... Fabio Calovini MEZALON Una nube scese a guardare, il sole gli ha sorriso e un topo venne a vedere... Lisetta si era sfogata, è ritornata alla sua finestra, e calma si mise ad osservare. Il giardino si era svegliato, un bel sole lo riscaldava, la notte non era più buia, e la luna piena le sorrideva. 44 MEZALON LA FIENAGIONE DEL PASSATO E DEL PRESENTE La fienagione o meglio il taglio, la lavorazio- quasi esclusivamente sul lavoro della fienane, lo stoccaggio del fieno, attualmente è gione. Tutti possedevano alcune mucche, le eseguita con macchinari e attrezzature varie e stalle erano numerose e si cercava di aumendire che le operazioni sono svolte dalla “tec- tare il numero degli animali. nologia”, non c’è altro da aggiungere, ma in Esistevano caseifici locali, che in seguito furopassato il lavoro era svolto in modo diverso. no concentrati nel Consorzio unico di Rumo; E’ un’attività antica quella del taglio del forag- a Preghena il caseificio era situato nella casa gio, sempre tagliato manualmente, usando adiacente alla fontana centrale; a Livo nella la falce (la “fauc”), attrezzo composto di una casa adiacente alla chiesa: questi lavoravano lama tagliente e un manico di legno con im- molti quintali di latte. pugnature, ancora usato e conosciuto da tutti Il Mezalon era circondato da prati estesi fino alle “Sorti” e “Tinarz”; ogni minimo spazio i contadini. era utilizzato per il Per rendere taglienfieno: le “Fratte”, te la falce è necessario mantenere aslocalità estesa fino sottigliata la lama: al torrente Barnes, si usava un attrezerano tutte coltivazo composto di un te a prati, oggi sono martello quadrato e divenute boscabombato e un’incuglie. La fienagione dine speciale di acera praticata anche ciaio (la “plantola”) nelle località monfatto da una testa tane: il monte Pin rettangolare smusera tutto falciato, sata, unita ad uno cosi pure “Montanstelo appuntito, il zana”, località del tutto lungo circa Sparapani Graziano alle prese con la macchina “da zot’” monte Avert, volta 38 cm; la parte con verso Baselga, pure punta era ficcata in una base solida di sasso o questi luoghi sono divenuti oggi boscaglie. La di legno. lavorazione del fieno, con la permanenza di La falce posata sull’incudine era picchiettata 10/15 giorni dei contadini sul monte Pin, era con il martello. L’operazione di battitura era ricordato dalle nostre genti come un periodo fatta di solito al crepuscolo, perché di mattino faticoso, con scarsezza di viveri, segnato da presto i falciatori si recavano nei prati a taglia- due guerre ma nello stesso tempo piacevore l’erba. In paese c’era ampia e allegra riso- le e allegro: temprati dai sacrifici, i nostri avi, nanza del “concerto” ritmato con i colpi del sapevano affrontare la vita con coraggio ed picchiettio in corso, come se diverse persone entusiasmo. si fossero date appuntamento per la stessa La campagna brulicava di falciatori, uomini e operazione. giovani forzuti che a volte gareggiavano fra Dopo l’abbandono dei campi, trasformati in loro per essere più veloci, più bravi, più forti, prati, l’agricoltura nel Mezalon era impostata orgogliosi del proprio lavoro, gratificati dagli 45 Arrivato nelle case, il fieno era tirato con delle corde, sorrette da una carrucola, ai piani superiori delle aie, le “spleuze” e queste erano stipate fino all’estremo spazio. Il fieno emanava un ottimo e caratteristico odore, specialmente quello proveniente dalle località montane e tutto il paese ne era inondato. Il foraggio, specie quello del primo taglio, doveva essere sminuzzato per fornirlo come alimento alle mucche, altrimenti lo sciupavano sotto i loro zoccoli. Per trinciare il fieno si usava una lama a mezzaluna con manico verticale e piolo orizzontale per fare forza con il piede, oppure un attrezzo di legno, la “panca”, con una lunga lama incernierata e imprimendo con la mano un movimento simile a quello del coltello. Con la meccanizzazione, l’operazione per tritare il fieno era svolta con una macchina fatta da un grosso volano portante due lame taglienti e fatto girare con una puleggia gommata, calettata su un motore elettrico. In tutto il paese si sentiva il piacevole rumore generato dalla macchina taglia-fieno posta sulle “spleuze” che entrava in funzione, per lo più, contemporaneamente con altre. Quasi tutti i giorni si preparava la mistura, fatta da fieno e paglia, per l’alimentazione delle mucche. C’erano due artigiani, provenienti da altre località, che stazionavano qualche giorno sulla piazza del paese: il “fumadro” che riparava le funi intrecciate fatte con strisce di pelle di mucca e vendeva quelle nuove e il “rastrellaio” che riparava i rastrelli di legno e vendeva, pure lui, quelli nuovi. I carri erano riparati, di solito, dal sig. Romano Vender dei “Pepi” e dal sig. Adriano Alessandri degli “Spaleti”. Bruno Sparapani Luigi di Mori con falce e “preda”. MEZALON elogi di madri e mogli che dicevano: “Che bravo! che veloce! ma hai già quasi finito?” Sentendo questi riconoscimenti, i falciatori diventavano improvvisamente ancora più veloci e non badavano alla stanchezza ( ...eh furbastre donne! ). Una volta tagliata l’erba era lavorata con forche metalliche e rastrelli di legno e, tempo permettendo, in 2-3 giorni era essiccata e pronta per essere ammucchiata e trasportata nelle case. Per radunare il fieno, in molte località, specialmente quelle montane, era necessario trasportarlo con grandi lenzuola di iuta, annodati agli angoli: di solito erano ricavati dai sacchi delle patate acquistate per la semente e uniti fra loro con cuciture. Il trasporto del fieno nelle case era fatto con carri trainati da mucche e cavalli. I carri erano di legno con ruote a raggi, rivestite sulla circonferenza da una lamina circolare di acciaio; erano composti di due parti: la parte anteriore, detta “broz”, alla quale si univa il timone posto fra due mucche accoppiate e agganciato al giogo, attrezzo sagomato, messo al collo dei quadrupedi; la parte posteriore, la “chareta”, agganciata al “broz” con un lungo e grosso perno di acciaio, il “dorsor”. Le ruote erano infilate e giravano su due alberi di acciaio detti la “sil”, erano mantenute nelle loro sedi da copiglie dette i “sebli”; al di sopra dei due gruppi c’era il ripiano detto lo “scialà”, fatto di stecche di legno ove si deponeva il fieno. I freni erano formati da una lunga asta di ferro con filetto quadrato, solidale con una chiocciola e portante all’estremità una manovella detta “chianicola”, che movimentava dei pattini di legno per frenare le ruote. Il fieno era caricato sul carro e fissato con le funi intrecciate, fatte con la pelle delle mucche; portavano ad un’estremità un legno sagomato, la “spora” e un perno di legno che garantivano il fissaggio. Data l’instabilità del carro, capitava sovente che questo si ribaltava per un sobbalzo, una buca, un pendio, una bizza improvvisa del cavallo e i contadini dovevano ricaricare il fieno. Il timore di farsi male era sempre presente e un ritardo a rientrare in casa, allarmava chi era nell’attesa. 46 DALLA NATURA... DOLCI E GIOCHI FRITTELLE DI FIORI La stagione anticipata ci ha regalato una ricca fioritura di sambuchi e robinie, con i quali si possono fare frittelle insolite e molto aromatiche, già ben note nella tradizione popolare. Due consigli utili: • I fiori bianco-rosati delle robinie sono deliziosi; attenzione però ai dorati fiori del maggiociondolo che, invece, sono molto velenosi. Insegnate ai bambini a non raccoglierli! • Le frittelle di sambuco sono ottime, ma riescono meglio se si usano solo le corolle: infatti, i gambi delle infiorescenze sono molto...lassativi. I fiori, però, secchi tendono a perdere il profumo; ho trovato un piccolo trucco. Colte le infiorescenze, non fatele seccare, ma lasciatele solo appassire per un’oretta; dopo questo tempo, basterà passarle fra le dita perché si stacchino solo i petali. Poi unirli subito alla pastella e friggere: SONO SPECIALI! PER I BIMBI: ANIMALI PATATINI MEZALON Ecco un gioco semplice semplice, ma grazioso, che si faceva ai miei tempi. Quando si raccoglievano le patate, capitava di trovarne parecchie di piccole piccole, come nocciole. Niente si sprecava, neppure quelle, ma a noi piccoli era permesso utilizzarle per fabbricare animaletti. Una patatina più grande per il corpo e una più piccola per la testa, poi stuzzicadenti di legno, opportunamente interi o pezzetti, per fare zampe, code, colli, orecchi e corna. Per farli durare di più, basta sostituire le patatine con palline di creta o gesso e costruire uno spassoso zoo colorato da cartone animato. Patrizia Maninfior 47 Piccolo mondo antico “EL MOLETA” illuminò in volto, si alzò lentamente in piedi e come fosse stato folgorato dalla grazia mi disse: “vieni... andiamo a vederla”. In soffitta, in una bella stanza vuota, c’era la sua cara mòla! Non l’aveva venduta, non l’aveva smontata, non l’aveva prestata... l’aveva riposta lassù al sicuro, funzionante, pronta a partire con lui sull’onda dei ricordi tutte le volte che l’avesse voluto. L’osservavo avvicinarsi al suo amato arnese, lo toccò sulla grande ruota, accarezzò la mola, mi fece vedere come la si imbraccia per camminare in strada, come la si spinge e come la si mette in assetto di lavoro appena arrivati sulla piazza di paese. Egli mi vide interessato, si commosse, perché aveva finalmente un uditore attento ai suoi sentimenti e furtivo si asciugò una lacrima. Già, gli anziani!... Gli anziani vorrebbero ancora essere utili, comunicare la loro esperienza, ma la gente, frastornata da mille altri problemi, non ascolta più. Dopo una lunga chiacchierata e racconti del passato, ripose la mola al suo posto, sistemò MEZALON E’ un personaggio scomparso da tempo, anche se ancora lo si rivede in giro in altri abiti e comportamenti. Qualcuno di loro ha bottega, affila coltelli, ma non è più il “moléta” che io voglio ricordare. Il vecchio artigiano era un viaggiatore solitario, conosceva tutte le strade, sulle quali spingeva a mano la sua mòla, ed era molto povero. Viaggiava per bisogno e per qualche mese all’anno. Celebri furono i ”moleta” della Val Rendena. Partivano a piedi da Pinzolo spingendo la mòla per monti e pianure e oltre le nostre Alpi, muovendosi a gruppetti per ”predellarsi” (tirare la mola a vicenda) nei tratti stradali più duri. A Cles, nei dintorni dei Frati, lavora un ”moleta” moderno, il cui padre ottantenne ha smesso di fare il ”moleta viaggiatore” da anni. Nel 1993 andai a intervistarlo per conoscere la sua vita da ”moleta” errante. Parlammo a lungo delle sue vicende e dei ”moleta” girovaghi sulle strade di mezza Europa, una lunga storia di tribolazioni, senza mai diventare ricco! Alla domanda se avesse ancora la sua mòla, si 48 MEZALON con cura quanto aveva spostato e diede una carezza all’amato attrezzo, si allontanò e scendemmo in strada. Si chiamava Reversi Faustino, abitava in Via Lampi, era nato nel 1921 ed è morto nel 1994. La mola è una attrezzo pesante, costruito in legno e parti in ferro battuto con in cima una pietra rotante detta la mòla. La grande ruota a raggi ha due funzioni: trasporto su strada e moltiplicatore di giri alla mola. Per spingerla da un paese all’altro va imbracciata alla maniera di una carriola, in perfetto equilibrio sull’unica ruota che dispone anche se pesa settanta chili. E’ alta un metro e trenta, larga settanta e lunga un metro. Un sistema di leve e manovella azionati dal pedale, muove il meccanismo, un piccolo serbatoio d’acqua appeso sopra la mola lasciava cadere gocce sulla pietra facilitando il lavoro. Un armadietto sistemato nel telaio funziona da deposito di accessori e alimenti da consumare camminando da un paese all’altro. Arrivato in paese, ”el moleta” si metteva al solito posto, sempre negli stessi giorni del mese, metodo che semplificava il suo lavoro e così facendo anche la gente si sapeva regolare. Sistemata la mola, serviva i clienti in attesa e poi s’incamminava per le viuzze gridando ”el mòletaaa...”. Di solito venivano affidati alle sue mani esperte coltelli particolari, delicate forbici, rasoi da barba e difficilmente attrezzi da taglio grossolani (mannaie e asce) che venivano affilati in casa. E’ interessante ricordare il sistema di identificazione che il ”moleta” aveva per riconoscere gli attrezzi da taglio raccolti in paese per non sbagliare mai la riconsegna. Ogni pezzo, spesso eguale ad altri per il fatto di essere stato acquistato al mercato locale sulla stessa bancarella, lo infilava in sequenza dentro ad un grande anello apribile. Finita la raccolta ritornava alla mola e si predisponeva al lavoro. Apriva il grande anello, affilava l’ultimo attrezzo raccolto e lo poneva con lo stesso ordine di raccolta in un altro anello preparato aperto. Finito di arrotare tutti i pezzi, lui sapeva che il primo era quello della prima baita visitata, il secondo quello della seconda famiglia e via via di seguito. Le donne inoltre riconoscevano i propri arnesi e questo aiutava il “moleta” a non sbagliare quasi mai. Ai suoi tempi, quando il “fai da te” era norma, gli strumenti da taglio casalinghi erano più numerosi di oggi e diversi erano i tipi di forbice: da sarta, da calzolaio, rasoi da barba, coltelli da cucina e da macelleria. Diversamente da altri artigiani ambulanti totalmente dimenticati, il ”moléta” è ricordato da una canzone popolare ma anche da un monumento posto all’entrata di Pinzolo, la patria di molti bravi “moleta”. La canzone dice così: Son partì da lontan, con la me mola in man, giro la mola n’presa, per guadagnarme ‘l pan. E sin e son la mola, e sin e son e san, e l’arte del moleta, l’è ‘n bon mister en man.... Ciao bravo moleta, grazie infinite anche da noi, perché hai aiutato i nostri Avi nel duro gioco della vita... Fabio Calovini 49 FILASTROCCHE IL TEMPO Filastrocca di Gianluca Datres di Preghena. In modo simpatico e semplice delinea un aspetto caratterizzante dei bambini di oggi. Lorena Datres di Preghena, con una scorrevole “rimela” esprime i nostri umori legati a quelli del tempo. Noi popi d’ancoi, no sen mai contenti, se ciapan soldini, volen giochini, se riceven giochi, i vardan trei bote e dopo i fen nar en toci. Se i me regiala en pigiama fan en mus lonc da ci a Sciana, no parlante dei vestiti... fen musi pù storti che driti, se i me crompa en gelato, volen el ciocolato, se i me da na moto telecomandada, vorosen na machina elaborada, se i me dà vergot per la scola ... che noia! No sen pù che voler dala vita, no sen mai acetar na roba gradita, no sen mai n’do nar a ruar... gen amò da m’parar! Se il tempo è bello non uso l’ombrello, se il tempo è brutto uso il cappuccio, se è variabile uso l’impermeabile, se è nuvoloso sono noioso, se è serenop mi annoio meno, se c’è la tempesta mi rompo la testa, se piove il più furbo non si muove, se nevica spero che sia domenica! MEZALON I POPI D’ADES 50 L’POR LAOR I dis che l’è n’lazaron el gira a pè e so chasa le tut el mondo ‘n trech e sota el cuert dal ciel el dorm e el fa colazion. N’tal so prosach el porta tut chel che è so e chiargià de libertà el parte con la so ferla, no se sa en do che l’và. I dis che l’è en bon da n’got je sèra la porta en facia ma el grigna sempre el e na parola bona a tuti el rejala par n’got. Je varda dre la gent e a denti strenti i dis, noi no volen stranezze, presoneri pitost restan del nos malcontent. I dis che l’è en por laor e tante je n’dis dre, el se porta via le colpe par robe che no l’ha fat, parchè l’è en por laor. Chi el pò che sta pù ben che ja el so cor a posto? che dis pò la to coscienza can che a darte fastidi l’è che n’auter staia pù ben? Dai popi i lo fà sasar i lo schauza da i so paesi, i lo sgrigna for e dopo, siccome no l’je n’somia, je dis, vai a laorar. Lajat che tuti i vaia contenti par la so strada a bote basta en soriso e viver se pol pù ben con en poch de toleranza. MEZALON Alessandro Sparapani 51 TEATRINI D’ESTATE DALLA BIBLIOTECA DI RUMO MARTEDÌ 7 AGOSTO alle ore 20.00 presso l’Auditorium di Marcena “E VISSERO FELICI E CONTENTI” con la compagnia Daniele Cortesi (BG) Spettacolo di burattini nel teatrino rivolto a tutti. GIOVEDÌ 9 AGOSTO alle ore 16.30 presso l’Auditorium di Marcena “STORIE D’INCANTESIMO” con la compagnia Teatro del Molino (Brasile). Spettacolo di marionette, senza parole con base musicale che accompagna i vari personaggi nel teatrino delle marionette, con momenti ironici e poetici. MARTEDÌ 14 AGOSTO pomeriggio e sera presso l’Auditorium di Marcena ore 14.00-16.15 Laboratorio di burattini con materiale di recupero ore 16.15-16.45 (pausa merenda) ore 16.45 Emminacrabapple circus con Emma Hughes (PG) spettacolo musicale (organetto diatonico) con marionette da tavola e coinvolgimento dei bambini nella storia, con piccoli strumenti a percussione ore 17.20 Storielle di cuore... con l’Ass.ne teatrale Iride (TN), spettacolo di narrazione con burattini musica, di Rosalia Capitanio con la partecipazione di Emma Hughes (organetto diatonico) ore 18.00 La grande sfida del riccio e la lepre” con il Teatro Glug (AR) spettacolo nel teatrino con burattini e musicista (fisarmonica) ore 19.00 pausa cena ore 21.00 Fantasie in blues con il Teatro Delikatessen duo (AR) spettacolo comico musicale con strumenti di tutti i tipi in particolare (fisarmonica, organetti e strumenti di fantasia) MEZALON Ecco cosa puoi trovare in biblioteca a Rumo: • libri per grandi e per piccini • videocassette e DVD • enciclopedie per le tue ricerche • giornali e riviste • una postazione Internet a cui puoi accedere gratuitamente ...e poi puoi fermarti a studiare e incontrare tanti nuovi amici!!! ORARIO: Dal martedì al venerdì dalle 15.00 alle 18.00 Il mercoledì e il sabato dalle 10.00 alle 12.00 Massimo Betta 52 LETTERE Cari amici, prima di tutto vi voglio ringraziare per il giornale MezAlon che già da tempo mi spedite. E’ sempre un piacere per me quando lo ricevo, ci sono tante notizie gradevoli e interessanti, in più nell’ultimo numero la grande fotografia del quarantennio di don Luigi Placchi, dove, con tanti compaesani, anch’io sono presente su quella foto. Ricordo benissimo quel giorno, fu proprio una bella festa. Grazie ancora e colgo l’occasione per augurarvi buona continuazione. Adriana Conter (Belgio) MEZALON Carissimo Direttore, sono Ferruccio Bonani che da 50 anni vivo in America. Mia mamma ha fatto venire il Mezalon da alcuni anni e da poco tempo ho trovato una foto che ti mando con questo messaggio. Si vede: io (alla sinistra) con il Germano e Roberto. Credo che sia stata fatta o l’anno prima o alcuni mesi prima che sono partito per l’America. Al momento vivo in California vicino a Los Angeles. Sono 37 anni che sono sposato con un figlio e una figlia. La figlia si è sposata l’anno scorso e il figlio al momento è contento senza avere nessuno. Mi piacerebbe stare in contatto e spero che prendi un pò di tempo a mandarmi alcune righe. Scusa per il mio brutto scritto ma non uso la lingua italiana tante volte e quando parlo con mia mamma parlo il “nones” che mi ricordo ancora. Cari saluti. Ferruccio Bonani 53 Gentilissima Redazione “Mezalon” E’ da tanto che mi dico che devo scrivere, ma gli impegni sono sempre tanti... Volevo ringraziarvi per il bel periodico “MezAlon”, che leggo e rileggo con tanto piacere. Anzitutto complimenti per la diversificazione dei testi, dall’attualità alla ricerca di chi eravamo... e questo secondo me è fondamentale poiché non si può avere un’identità senza radici! Ed inoltre non possiamo pensare al futuro se non conosciamo da dove proveniamo. Bravi anche perché riuscite a gettare fili – fare rete – con chi negli anni di “magra” (così li chiamavano i nostri genitori) hanno dovuto lasciare a malincuore i nostri paesini ed emigrare anche oltre oceano. Ma vi scrivo soprattutto perché ho letto l’appello della Redazione riguardo lo sciopero del 1964 alla Scaf di Livo (di cui si è parlato sul giornalino n. 9 a pag. 5). Io ho fatto quella vertenza e mi ricordo bene un particolare quando la sera del primo giorno di sciopero, il dott. Andrea de Stanchina (allora Presidente credo) venne a casa del mio papà per parlargli affinché facesse pressione nei confronti delle 2 figlie (c’era anche mia sorella Lina) perché si rientrasse dallo sciopero. Il papà ci difese e il giorno dopo nessuna si presentò al lavoro. Ricordo tante delle compagne cernitici purtroppo già scomparse. Penso alla bella figura sempre allegra della Mariotta della genia, della Anna dei Franzi, e tante altre. Chiedo alla redazione che sarebbe bello fare un appello di ritrovarsi ed insieme ricordare questo singolare evento per quel periodo. Quando ci penso che avevamo anticipato i tempi, era il 1964 e non il 1968, e già iniziavamo l’onda lunga dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Per me è stato un momento forte che ha segnato la mia vita e forse proprio lì ha avuto inizio una scelta di quotidiano-sociale e politico a favore delle categorie più deboli. Ringrazio le compagne di questa “esperienza-resistenza” che in quel autunno lo chiamavamo proprio “sciopero”. In attesa di una convocazione per condividere quei momenti forti, vi invio cordiali e, passatemelo, affettuosi saluti a tutti. E un augurio grande grande al periodico “MezAlon” che con la sua Redazione abbia vita lunghissima!!! Zanotelli Luisa La Redazione del MezAlon, ringraziando la Sig.ra Luisa Zanotelli per aver risposto al nostro invito, avvisa che nei prossimi mesi contatteremo la Sig.ra Zanotelli, e chiunque altro vorrà rendersi disponibile, per ricordare quella esperienza. MEZALON 54 COMUNE DI LIVO Provincia di Trento - Cap 38020 - Via Marconi, 54 tel. 0463.533113 - fax 0463.533093 ORARIO DI APERTURA AL PUBBLICO DEGLI UFFICI COMUNALI lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì 08.00 08.00 08.00 08.00 08.00 - 12.00 - 12.00 - 12.00 - 12.00 - 12.00 pom. chiuso pom. chiuso 13.30 - 17.30 pom. chiuso pom. chiuso lunedì mattina mercoledì 08.00 - 12.00 08.00 - 12.00 15.00 - 17.00 AMBULATORIO MEDICO LIVO TEL. 0463.533418 dott. ERNESTO PINDO martedì 08.00 - 12.00 dott. NARCISO BERGAMO lunedì martedì 15.00 - 16.00 08.15 - 09.15 dott.ssa MARIA CRISTINA TALLER martedì 17.00 - 19.00 IL SINDACO RICEVE PEDIATRA dott.ssa ELVIRA DE VITA 2° giovedì del mese 16.00 - 17.00 FARMACIA DI LIVO TEL. 0463.535014 mattino pomeriggio 08.30 - 12.30 15.30 - 19.30 MEZALON Riposo infrasettimanale: sabato pomeriggio - Turno festivo come da calendario CHIAMATE URGENTI NOTTURNE TEL. 328.6163342 UFFICIO POSTALE TEL. E FAX 0463.533116 Orario al pubblico da lunedì a venerdì sabato 08.00 - 13.30 08.00 - 12.30 CENTRO RACCOLTA MATERIALI lunedì 15.30/19.00 - giovedì 15.30/19.00 - sabato 09.00/12.30 55 TEL. 112 CARABINIERI - STAZIONE DI RUMO TEL. 0463.530116 POLIZIA TEL. 113 POLIZIA STRADALE DI MALÈ TEL. 0463.909311 EMERGENZA SANITARIA TEL. 118 OSPEDALE CIVILE DI CLES - CENTRALINO TEL. 0463.660111 GUARDIA MEDICA TEL. 0463.660312 PRONTO SOCCORSO TEL. 0463.660227 VIGILI DEL FUOCO TEL. 115 VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI DI LIVO TEL. 0463.533575 VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI DI PREGHENA TEL. 0463.533433 STAZIONE FORESTALE DI RUMO TEL. 0463.530126 CUSTODE FORESTALE DI LIVO TEL. 0463.533469 GUARDIA DI FINANZA TEL. 117 GUARDIA DI FINANZA DI CLES TEL. 0463.421459 SCUOLA MATERNA DI LIVO TEL. 0463.533522 SCUOLA ELEMENTARE DI VAROLLO TEL. 0463.533377 MEZALON CARABINIERI