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PERIODICO SEMESTRALE DELLA COMUNITÀ DI LIVO
Anno VI - N. 1/07 - N.progr. 11 - giugno 2007
Aut. trib. Trento N. 1118 del 06/03/2002 - Spedizione in A.P. 70% D.C.B. TN
Tassa pagata - Taxe Percue
COMITATO DI REDAZIONE
Direttore
Carlo Alessandri
Direttore responsabile
Alberto Mosca
Comitato
Massimo Betta
Walter Bonani
Erica Corradini
Luigi Conter
Sede Redazione
Municipio di Livo - Via Marconi, 54 - 38020 Livo (TN)
e-mail: [email protected]
In copertina: “I numeri del MezAlon”
Grafica e stampa
Tipografia QUARESIMA s.n.c. - Via Marco da Cles, 10 - 38023 Cles (TN)
Tel. e Fax 0463.421375 - e-mail: tip.quaresima@cr-surfing.net
Fotocomposizione
a cura della Redazione
MEZALON
INDICE
Diamo i numeri
Delibere e determine
Statistiche anagrafiche
Rifiuti e ambiente
Serata di premiazione
Gruppo musicale Insieme
Polisportiva Le Maddalene
Gianni...in fuga per la vittoria
Chiesa della Natività di Maria
La mamma
L’emigrazione
Nostalgia d’emigrante
Memorie di Antonio Stanchina
Festa degli alberi anno 1954
I mesi dell’anno
Primo piano economico forestale
pag. 3
pag. 6
pag. 9
pag. 11
pag. 12
pag. 15
pag. 16
pag. 18
pag. 19
pag. 21
pag. 22
pag. 25
pag. 26
pag. 28
pag. 30
pag. 31
MEZALON
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Ricorrenze
L’album dei ricordi
Poesia relativa alla guerra
Farina del nostro sacco
Lisetta...e il suo bastone magico
La fienagione del presente
e del passato
Dalla natura... dolci e giochi
Piccolo mondo antico
Filastrocche
L’Por laor
Teatrini d’estate
Lettere
Orari e indirizzi utili
Servizi di emergenza
pag. 32
pag. 33
pag. 39
pag. 40
pag. 43
pag. 44
pag. 46
pag. 47
pag. 49
pag. 50
pag. 51
pag. 52
pag. 54
pag. 55
3
MEZALON: DIAMO I NUMERI
Nella primavera del 2002 usciva il primo numero del periodico del Comune di Livo con Carlo
Alessandri Direttore di Redazione e con l’Avv. Massimiliano Debiasi in qualità di Direttore Responsabile. In quel momento erano ancora ben vivi gli strascichi del doppio turno elettorale
ed era forte la preoccupazione di rimanere schiacciati dalla polemica politica e dalle divisioni in
atto nel paese. Già con la scelta della prima Redazione e del nome di “MezAlon” il giornalino
evidenziava l’intento di porsi al di fuori delle polemiche e di unificare tutta la Comunità. A partire da questo numero il posto di Direttore responsabile sarà preso da Alberto Mosca, storico
e giornalista del quotidiano il Trentino, che accogliamo sperando di instaurare una proficua
collaborazione.
In occasione del secondo numero del 2006 sono state stampate dalla Tipografia Quaresima
di Cles 500 copie e sono state inviate per posta 466 copie destinate a persone che vivono
non solo nel Comune di Livo, in Trentino e nel resto d’Italia ma anche all’estero in alcuni Paesi
Europei, in Sud America e perfino in Africa (Tabella 1). Basti pensare che una copia del nostro
giornalino viaggia per quasi 9000 chilometri per raggiungere i Signori Vielmetti a Pretoria in
Sud Africa, mentre altre ne percorrono più di 12500 per arrivare in Argentina o in Cile.
DESTINAZIONE
Comune di Livo
Trento e provincia
Italia (fuori provincia)
Europa
(20 copie)
Americhe
(31 copie)
Africa (1 copia)
TOTALE
Belgio
Svizzera
Germania
Francia
Stati Uniti d’America
Canada
Argentina
Brasile
Cile
Sud Africa
COPIE
342
59
13
7
6
5
2
18
1
7
3
2
1
466
Tabella 1. Copie inviate via posta del periodico MezAlon
MEZALON
Nell’anno 2006 la spesa totale a carico dell’Amministrazione Comunale per il nostro giornalino è stata di 4362 euro (importo di massima); in tabella sono riassunte le voci di spesa
riguardanti la preparazione, la stampa e la spedizione dei due numeri pubblicati nel corso
dell’anno.
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VOCI DI SPESA
STAMPA E CONFEZ. NR. 1/2006
STAMPA E CONFEZ. NR. 2/2006
SPESE POSTALI
RACCOLTA DEL MATERIALE
TOTALE *
IMPORTO DI MASSIMA
1570 €
1850 €
684 €
258 €
4362 €
*Relativamente all’anno 2007 è prevista l’ulteriore voce di spesa di 400,00 € (iva 20%) per il nuovo Direttore
Responsabile.
In questa fase, in cui il giornalino ha ormai assunto una propria dimensione, alla luce di un
costo non più trascurabile abbiamo la responsabilità di farci una domanda: stiamo facendo
abbastanza?
È il momento di fare un piccolo bilancio, di valutare lo stato di salute, le prospettive del MezAlon. Nel suo primo editoriale il Direttore Carlo Alessandri scriveva:
MEZALON
“Il Consiglio Comunale ha inteso dare inizio a questa esperienza, con lo scopo di
poter raggiungere una migliore interazione fra i cittadini, amministrazioni e le varie
associazioni che sono presenti sul territorio.
L’intenzione nostra è quindi quella di riuscire a coinvolgere il maggior numero di
persone, al fine di conoscere esperienze ed opinioni diverse, momenti di storia dei
nostri paesi e tutto ciò che può servire per sentirsi sempre più appartenenti ad una
realtà comune.
Il nostro giornalino darà voce alle Amministrazioni (Comune, A.S.U.C.,Consorzi
agricoli, Scuole, ecc.), alle varie Associazioni presenti sul territorio (Vigili del Fuoco,
Società sportive, ecc.) e sarà inoltre un’occasione per singoli cittadini per esporre
le proprie opinioni, considerazioni su avvenimenti o su iniziative intraprese o da
intraprendere da parte di chicchessia.”
Ma possiamo dire di aver realizzato gli intenti espressi in questo editoriale?
All’inizio del sesto anno di vita, il MezAlon esce con il suo undicesimo numero e, guardandosi
indietro, scopre di essere cresciuto, di aver conquistato un notevole bacino di lettori, di essere
inviato in tre diversi continenti e di beneficiare della collaborazione di “scrittori” che abitualmente o occasionalmente ci inviano il loro materiale. In questi anni abbiamo dato spazio al
racconto di momenti della storia recente del nostro paese e di diverse esperienze personali, abbiamo dato voce alla sensibilità di persone che ci hanno inviato i loro scritti e le loro poesie.
Vincente, certamente, è stata l’idea di inviare il giornalino anche agli emigrati che ne hanno
fatto richiesta, essi si sono subito sentiti partecipi, si sono spesso commossi e, ad oggi, molti
degli interventi che pubblichiamo (lettere, ringraziamenti, ricordi...) provengono proprio da
persone che vivono lontani dal paese.
Il giornalino sembra apprezzato e partecipato soprattutto dagli anziani che rivivono la “vita
da’n bot”, dagli emigranti che si sentono più vicini alla propria terra d’origine. Relativamente a
questi aspetti si può dire che il giornalino è riuscito a coinvolgere ed unire la nostra gente.
Diversamente il giornalino è stato generalmente poco sentito e poco vissuto dalle Associazioni (con qualche distinguo), che non ne hanno approfittato per pubblicizzare o mostrare le loro
iniziative, per raccontare i loro progressi e i loro programmi. Anche l’Amministrazione Comunale spesso non ha scelto di dare visibilità alle proprie iniziative sulle pagine del MezAlon, non
ha riportato le sue idee sul futuro del paese. Forse non basta sostenere economicamente un
iniziativa, ma bisogna rendersene partecipi, dimostrare di credere in essa anche sfruttandola e
valorizzandola di contenuti. Raramente anche è accaduto che qualche privato cittadino volesse
5
esporre le proprie opinioni sui problemi di Livo, o le proprie “considerazioni su avvenimenti o
su iniziative intraprese o da intraprendere da parte di chicchessia”.
Come si vede, il bilancio può essere ritenuto certamente positivo, ma alcuni aspetti sono da
migliorare. L’impressione è quella che troppo spesso nel nostro Comune tutte le componenti
lavorino più o meno alacremente nel proprio orticello, ma non siano interessate a condividere
le proprie fatiche e le proprie conquiste. Così ogni qualvolta le condizioni rendono necessaria
una collaborazione, un scambio di idee, di favori o di doveri, la collaborazione risulta oltremodo complicata. Come un meccanismo poco oliato, come un animale goffo che si muove
pesantemente. Le singole persone, le singole componenti, neppure le ASUC e l’Amministrazione Comunale possono pensare di COSTRUIRE SINGOLARMENTE il futuro del Comune.
D’altra parte nessuno può pensare che, per avere dei frutti sani, basti coltivare bene il proprio
orticello senza curarsi di quello che succede attorno. Il giornalino può essere uno dei luoghi
per l’incontro delle idee e delle esigenze, perché prima della collaborazione serve la comunicazione, prima serve il dialogo.
Raccogliere bei ricordi e ricorrenze del paese, racconti più o meno nostalgici, fotografie d’altri
tempi contribuisce a farci capire che apparteniamo ad una realtà comune, ma forse non è questo l’unico contributo che possiamo dare alla crescita del nostro paese.
In questo può ancora crescere ed essere utile questo periodico, cercando di spingere la gente,
le Associazioni, le Amministrazioni ad interrogarsi e dialogare sui problemi attuali del nostro
paese e sulle sue prospettive. Non intendiamo con questo dire che il giornalino debba diventare il luogo per lanciare proclami e attuare ripicche personali e pseudo-politiche perché esso
non deve perdere quelle caratteristiche per cui il giornalino è già molto apprezzato.
Alla luce di tutte queste considerazioni, infine, ci chiediamo: Quale è, oggi, lo stato di salute
del giornalino? Certamente, il MezAlon sembra stare bene, ogni numero è sempre più voluminoso e vario. Tuttavia, esso rischia di essere schiavo della sua mole, della sua incapacità di
approfondimento. Una Redazione di sole QUATTRO persone fatica a sostenerne il peso,
anche perché spesso “in virtù della completa autonomia” rimane sostanzialmente isolata e
poco supportata. Inoltre, forse, per raccogliere, ordinare e completare la gran mole di materiale eterogeneo che arriva non servirebbe una Redazione, ma un dattilografo. Anche per questi
motivi questo numero arriverà nelle vostre case con un certo ritardo.
La Redazione ha bisogno dell’aiuto di nuove persone per poter affrontare
problemi più attuali, per approfondire nuovi temi e concretizzare nuove idee,
quali la realizzazione di un Archivio Fotografico Storico del Comune di Livo.
Per concludere, citando nuovamente l’editoriale apparso sul primo numero,
noi della Redazione vi invitiamo ancora una volta a collaborare attivamente
alla crescita del MezAlon; infatti...
La Redazione
MEZALON
...anche questo sarà un modo ed un mezzo per
partecipare alla vita sociale e rendere la stessa più attiva...
invitiamo tutti a partecipare all’iniziativa, a collaborare,
a suggerire eventuali argomenti sui quali
avviare un dibattito o realizzare delle interviste.
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DELIBERE E DETERMINE
DELIBERE CONSIGLIO COMUNALE
17
28/06/2006
21
19/09/2006
Sdemanializzazione della p.f.2440 in C.C.Livo. Bene pubblico di proprietà del
comune di Livo.
Lavori di realizzazione “ristrutturazione ed ampliamento del cimitero di
Preghena”. Approvazione del progetto preliminare in linea tecnica.
PREVENTIVO SOMMARIO DI SPESA
1. Ristrutturazione cimitero esistente
€ 95.000,00
2. Ampliamento
€ 113.00000
3. Opere di completamento generali
€ 190.000,00
TOTALE LAVORI
1. Imprevisti
€ 39.781,82
2. Spese tecniche
€ 59.700,00
3. Spostamento tombe
€ 14.000,00
4. Acquisto terreni
€ 10.000,00
5. Oneri fiscali
€ 58.518,18
TOTALE
TOTALE COMPLESSIVO
€ 398.000,00
€ 182.000,00
€ 580.000,00
Si prevede i finanziare l’opera nel seguente modo:
Contributo PAT
Altre risorse finanziarie (mutui o contributi di altri enti)
TOTALE COMPLESSIVO
23
23/11/2006
Adozione definitiva della variante n. 4 al PRG generale e relative norme di attuazione.
28
22/12/2006
Imposta comunale sugli immobili. Determinazione aliquota ICI per l’anno 2007.
Abitazione principale
Altri immobili
Detrazione abitazione principale
34
MEZALON
€ 464.000,00
€ 116.000,00
€ 580.000,00
22/12/2006
4%
5%
€ 103,29
Bilancio di previsione per l’esercizio 2007, relazione revisionale e programmatica e
allegato programma delle opere pubbliche, bilancio pluriennale 2007/2009. Esame e
approvazione.
TOTALE ENTRATE FINALI
€ 1.950.604,65
TOTALE SPESE FINALI
€ 1.875.890,22
TOTALE COMPLESSIVO
€ 2.348.564,77
TOTALE COMPLESSIVO
€ 2.348.564,77
7
DELIBERE GIUNTA COMUNALE
3
18/01/2006
Pubblicazione del periodico “Mezalon”. Incarico della stampa alla Tipolitografia
Quaresima di Cles e per il coordinamento e l’organizzazione al Signor Massimo
Betta.
5
18/01/2006
Servizio pubblico di acquedotto. Approvazione delle tariffe relative al servizio pubblico di acquedotto per l’anno 2006.
USO DOMESTICO
Tariffa agevolata relativa a usi domestici
0 : 60 mc
Tariffa base
61 : 200 mc
Tariffa maggiorata
Oltre i 200 mc
ALTRI USI
Tariffa base
0 : 200 mc
Tariffa maggiorata
Oltre i 200 mc
Per ciascun misuratore
Quota fissa
Tariffa per uso abbeveramento bestiame
TARIFFA [€/mc]
0,41
0,46
0,51
0,56
0,51
0,26 €/mese
0,23 €/mc
Utenze servite 459; Incasso vendita acqua prevista € 33.934,28
11
14/02/2006
Assegnazione e concessione contributo ordinario ai corpi VV.FF. di Livo e
Preghena e contributo straordinario al corpo VV.FF.di Preghena.
Contributo ordinario
Contributo straordinario
20
21/03/2006
Corpo VV.FF Livo
Corpo VV.FF Preghena
Corpo VV.FF Preghena
€ 4.500,00
€ 2.100,00
€ 1.044,00
Approvazione in linea tecnica degli interventi relativi ai lavori di cui all’”Azione 10”
2006. Lavori socialmente utili.
COSTO COMPLESSIVO PREVISTO
Finanziamento PAT
Partecipazione Comune di Cis
Mezzi propri dell’Amm.ne
€ 44.940,00
€ 31.002,00
€ 1.549,00
€ 12.389,00
21
22/03/2006
Lavori di realizzazione di un “Nuovo plesso scolastico intercomunale a Livo”.
Approvazione del progetto preliminare in linea tecnica.
25
26/04/2006
Art. 54, comma 3 della L.P. 21.03.1977 n.13: assunzione a carico del bilancio comunale degli oneri a carico del Comune di Livo per la gestione della Scuola Materna.
33
07/06/2006
35
13/06/2006
Lavori di “Restauro pp.ed. 55 - 56/1 - 57 - Castello di Livo - IV° lotto” in c.c. Livo.
Approvazione del progetto definitivo in linea tecnica.
36
13/06/2006
Lavori di “Sistemazione aree esterne chiesa di Livo”. Approvazione del progetto
definitivo (redatto dall’Arch. Michele Anderle con studio in Trento) in linea tecnica.
Affido incarico all’ing. Gianluigi Zanotelli per la predisposizione della documentazione tecnica finalizzata al finanziamento dei lavori di “Restauro p.p.ed.55-56/1-57-Castello di Livo - iv° lotto” in C.C. Livo. € 3.000
€ 34.813,33
€ 7,203,33
€ 42.016,66
MEZALON
Lavori a base d’asta
Somme a disposizione dell’Amm.ne
TOTALE COMPLESSIVO
8
42
25/07/2006
Concessione di un contributo alla Pro Loco di Livo per lo svolgimento delle tradizionali manifestazioni organizzate dall’Associazione stessa durante l’anno 2006.
€ 2.324,00
44
22/08/2006
Affido incarico all’ing. Zadra Franco per la predisposizione della documentazione
tecnica finalizzata al finanziamento dei lavori di “Sistemazione Cimitero di Preghena”. € 1.000,00
50
29/11/2006
Concessione di un contributo straordinario all’associazione polisportiva
“Le Maddalene” per la collaborazione con il Comune negli interventi di
manutenzione straordinaria degli impianti sportivi. € 4.000,00
29/11/2006
Programma delle iniziative culturali e ricreative dell’Assessorato alla Cultura per il
2006. Approvazione del rendiconto del programma, impegno definitivo degli stanziamenti per la liquidazione delle spese e contributi dei programma.
51
Progetti “Politiche giovanili” –
Comuni di Tuenno, Dambel,
€ 1.404,00
Nanno, Cloz, Taio, Livo, Rumo
“Il vaso da notte del re” teatro per bambini
€ 348,00
Estate insieme 2006 – Coop. Orizzonti
€ 1.664,00
“Archivio di una vita” Presentazione libro, Acquisto 100 libri
€ 948,00
“Voci di maestrale” Musica in piazza
€ 840,00
Orchestra filarmonica italiana – concerto musica classica
€ 1.080,00
“Processo alle streghe in val di Non” – Teatro in piazza
€0
(A carico della ProLoco)
“Livo…nel percorso dell’Arte” – Mostra al Castello di Livo
€ 7.701,34
“Livo…nel percorso dell’Arte” – Arte e creazioni dal vivo in piazza € 75,07
“I quater sauti rabiesi” – Spettacolo folcloristico in piazza
€ 440,00
Corso di Inglese
€0
(A carico dei partecipanti)
Corsi di Musica – Scuola C. Eccher
€ 2.000,00
TOTALE
€ 16.410,00
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12/12/2006
Approvazione in linea tecnica del verbale di somma urgenza dell’Ufficio Tecnico
Comunale, relativo ai lavori di asporto rifiuti e bonifica dei siti in località “val mautina” e in località “Scanni”.
SPESA COMPLESSIVA € 5.000,00
La scelta della delibere riportate è stata effettuata in maniera del tutto arbitraria dalle Redazione; la lista completa delle delibere è riportata sul sito www.comunelivo.it
MEZALON
AVVISO
Il Sindaco rende noto che è attivo nell’ambito comunale il servizio di trasporto prelievi
presso il Laboratorio di Analisi dell’ospedale di Cles.
Detto servizio integra l’attività del personale infermieristico che effettua i prelievi a domicilio. L’accesso al servizio sarà riservato ai pazienti segnalati all’infermiera dal medico
curante.
Per ulteriori informazioni rivolgersi al personale addetto ai prelievi, al medico curante o agli
Uffici Comunali.
9
STATISTICHE ANAGRAFICHE
La popolazione del Comune di Livo nell’anno 2006 si è assestata sui 900 abitanti:
infatti le rilevazioni fatte al 1 gennaio e al 31 dicembre forniscono un dato di popolazione totale residente costante proprio di 900 persone. Tuttavia, nel corso dell’anno, la popolazione
è molto cambiata; un dato curioso è riferito al fatto che i residenti maschi hanno superato le
femmine che nell’anno precedente erano nettamente in vantaggio (Tab.1).
Tabella 1.
Composizione
della popolazione
del Comune di Livo:
maschi e femmine.
Nel 2006 ci sono stati 9 nuovi nati, ma anche ben 12 deceduti; sono stati, inoltre, cancellati
15 iscritti a favore di altri comuni e per l’estero e effettuate 18 nuove iscrizioni (7 dall’estero
e 11 da altri comuni).
Gli stranieri residenti a Livo a fine 2006 ammontano complessivamente a 82 unità (43 maschi
e 39 femmine) pari al 9,1% del intera popolazione; in Tabella 2 sono riportati nel dettaglio i
paesi di provenienza dei residenti provenienti dall’estero. Come si può vedere, la Romania è
la nazione più rappresentata ma numerosa è anche la presenza di Albanesi a Yugoslavi.
MEZALON
Tabella 2.
Paesi di provenienza
e sesso degli
stranieri residenti
nel Comune di Livo.
10
Un altro dato interessante riguarda la distribuzione della popolazione in base alla età. In particolare a fine del 2006 gli ultra sessantacinquenni residenti a Livo erano complessivamente
159 (61 maschi e 98 femmine) pari al 17,6% della popolazione: tra essi 2 uomini e 11 donne
superavano novant’anni (tab 3).
Tabella 3.
Distribuzione per
età degli ultra
sessantacinquenni
residenti a Livo.
MEZALON
Andando a vedere più nel dettaglio i dati si osserva che un gran parte degli anziani del paese
(il 50% degli ultra ottantenni e gran parte degli ultra novantenni vive ufficialmente da solo
(Tab.4). Spesso per gli anziani è importante continuare a vivere nella propria casa, tra le proprie cose e, molte volte, essere sradicati dal loro ambiente è per loro quasi una condanna. Tuttavia, sorge il problema dell’assistenza anche perchè non tutti possono beneficiare dell’aiuto
di parenti.
Questo è un grave problema sociale, visto anche il progressivo invecchiamento delle comunità montane, che le istituzione hanno ben presente dato che il Comprensorio ha istituito da
tempo un servizio di distribuzione dei pasti e una rete di addetti alle pulizie che periodicamente visitano gli anziani che ne fanno richiesta. Anche il Comune di Livo ha istituito il servizio di
consegna dei prelievi, rivolto principalmente proprio agli anziani soli.
Tabella 4.
Ultra
sessantacinquenni:
spesso sono la
famiglia di se stessi.
Si ringrazia l’Ufficio Anagrafe e in particolare Chiara Alessandri per la gentile collaborazione.
Walter Bonani
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RIFIUTI E AMBIENTE
Dal 1 gennaio 2007 in tutti i comuni del Trentino si è passati dalla Tassa alla Tariffa Igienico
Ambientale (TIA). La TIA si compone di una
quota fissa e di una quota variabile. La quota
fissa viene calcolata sulla base dei componenti del nucleo famigliare che varia da un minimo di circa 31 Euro per un nucleo composto
da una persona a un massimo di circa 72 Euro
per un nucleo con più 6 persone. La quota variabile è calcolata sulla base degli svuotamenti
ovvero Euro 1,22 per ogni svuotamento per
il secco e Euro 0,33 per l’umido. Per il secco è previsto un minimo di 12 svuotamenti
che verranno comunque addebitati all’utenza, mentre questo minimo non è previsto per
l’umido al fine d’incentivare il compostaggio
famigliare.
E’ stato evidenziato che, per legge, il costo
dello smaltimento dei rifiuti deve essere coperto con gli introiti (tariffe e ricavi dal recupero dalla vendita dei rifiuti conferiti separatamente). E’ quindi importante un corretto
conferimento dei rifiuti, poiché esso incide
sia sul costo di smaltimento sia sui ricavi che
possono derivare dalla vendita dei rifiuti differenziati.
L’abbandono dei rifiuti, oltre a apportare un
danno all’ambiente, comporta anche un costo
per il loro smaltimento ed il recupero dell’ambiente che deve essere affidato a ditte specializzate. Il bruciare il rifiuto comporta invece
l’emissione di sostanze nocive per l’uomo.
Nel corso del dibattito, che è seguito, è stato evidenziato come anche nel Mezzalone vi
sia un calo della sensibilità ambientale: sempre più si vedono rifiuti abbandonati lungo le
strade e nei boschi, rifiuto secco frammisto a
quello differenziato. E’ emersa anche la richiesta di una rete di controlli e di applicare maggiori sanzioni verso chi abbandona i rifiuti.
Luigi Conter
MEZALON
Giovedì 19 aprile u.s., presso la sala polifunzionale “don Giacomo Marini”, a cura del
Comprensorio e dell’Amministrazione Comunale, si è tenuta una serata informativa sulla
gestione dei rifiuti.
Sono state illustrate le tre tipologie di conferimento dei rifiuti e la loro gestione: il porta
a porta, il conferimento differenziato presso
le campane e il conferimento presso il Centro
Materiale Rifiuti (C.R.M).
Dopo aver specificato le tipologie dei rifiuti
conferibili nel porta a porta, è stato specificato l’iter di smaltimento. Il rifiuto secco viene
conferito alla discarica di “Iscla” a Taio, dove il
rifiuto viene triturato e imballato. Attualmente la discarica è giunta a metà della propria
capacità di stoccaggio. In particolare il rifiuto
secco attualmente contiene il 16% di materiale organico (avanzi dei pasti), ma se si raggiunge il 20% si rende necessario sottoporre
il rifiuto ad un trattamento di bioessiccazione,
che chiaramente andrà ad incidere sui costi.
La raccolta differenziata presso le campane
vede il conferimento differenziato di carta –
cartone, vetro, lattine e plastica. Il rifiuto raccolto viene conferito al centro di raccolta di
Lavis. Qui avviene la selezione meccanica e
manuale del rifiuto mediante caricamento su
nastri. In particolare viene separato l’eventuale rifiuto secco presente, che viene ritrasportato nella discarica di Taio.
Al C.R.M. è possibile conferire, oltre al rifiuto ingombrante, anche il rifiuto domestico ad
eccezione del rifiuto secco: rifiuti che però
devono essere puliti e selezionati per tipologia. Il C.R.M consente una maggiore selezione del prodotto: la carta dal cartone, il vetro
da bottiglia da quello delle lastre di vetro; le
lattine; la plastica, da quella delle bottiglie a
quella dei grossi contenitori. Questo sistema
consente la possibilità di ottenere un rifiuto
maggiormente commerciabile e quindi con
una maggior resa economica.
12
SERATA DI PREMIAZIONE
DEI
DIPLOMATI E LAUREATI NELL’ANNO 2006
MEZALON
Il giorno venerdì 5 gennaio 2007 a Varollo
presso la sala Don G. Marini, l’Assessorato
alla Cultura del Comune di Livo ha reso omaggio agli studenti della nostra Comune che
nell’anno solare 2006 hanno visto premiati i
loro sforzi con il conseguimento di un titolo
di studio. Con questa iniziativa l’Amministrazione Comunale intende sottolineare come
la formazione scolastica non sia soltanto un
mezzo per la promozione personale del giovane cittadino, ma sia anche uno strumento
importantissimo per la crescita dell’intera co-
munità. Infatti, come ha osservato il Sindaco,
il cammino per il conseguimento di un titolo
di studio (un titolo di Laurea, un Diploma, un
certificato di abilitazione Professionale) forma
i cittadini di domani e arricchisce di conoscenze, di competenze, di idee fresche anche il
paese.
Questo anno hanno conseguito un titolo di
Laurea (triennale, specialistica o quinquennale, secondo il vecchio ordinamento) 10 studenti, mentre 3 ragazzi si sono guadagnati un
diploma di Scuola Secondaria Superiore.
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LAUREATI
Corso di Laurea
Agosti Letizia
Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio
Alessandri Denise
Scienze Politiche
Bonani Walter
Ingegneria dei Materiali
Carotta Susanna
Scienze della Formazione
Datres Veronica
Fisioterapia
Moscon Francesca
Scienze Giuridiche Europee e Transnazionali
Pancheri Lucia
Scienze della Formazione Primaria
Pancheri Serena
Ingegneria dei Materiali
Zanotelli Maria
Ingegneria Edile
Zanotelli Simona
Mediazione Linguistica per le Imprese e il Turismo
DIPLOMATI
SCUOLA
Agosti Mirco
Liceo Scientifico
Agosti Nicola
Liceo Scientifico
Conter Laura
Liceo socio-pedagogico
MEZALON
Alla serata è intervenuto anche l’Assessore
comprensoriale alla Cultura, Rosario Poletti, il
quale si è detto molto colpito dal fatto che un
paese piccolo come Livo possa vantare ben
10 laureati in un anno (nessuno ha ritenuto
necessario fargli notare che comunque l’anno
scorso erano solo 2...).
L’iniziativa ha visto la partecipazione straordinaria di Mario Cagol (in arte SuperMario
www.supermario.tv) noto dj, comico e autore
televisivo regionale, che ha proposto alcuni
dei suoi personaggi più conosciuti - come la
spigliatissima Nonna Nunzia – e ha coinvolto i
presenti con le sue surreali interviste.
Molto sentita è stata la cerimonia della consegna dei diplomi che ha coinvolto i giovani e
anche le loro famiglie.
La numerosa partecipazione, il divertimento
suscitato dall’animazione di Supermario e la
soddisfazione registrata a fine serata sono stati chiari segnali della buona riuscita dell’iniziativa che, giunta alla seconda edizione, verrà
certamente ripetuta negli anni a seguire.
14
MEZALON
Una riflessione.
Scorrendo i nomi dei Laureati è possibile notare la preponderante presenza femminile:
negli ultimi tre anni ben 13 laureati su 14 sono
donne. Tra coloro che attualmente stanno frequentando corsi universitari e parauniversitari
si possono contare 14 ragazze e 8 ragazzi.
Fino alla classe dell’83 la maggior parte dei
giovani sceglieva di non proseguire gli studi e
di entrare direttamente nel mondo del lavoro,
in questi ultimi anni la tendenza si è invertita e
un numero sempre crescente di giovani sceglie la carriera universitaria. Se da una lato i ragazzi delle nostre comunità scelgono spesso
gli studi tecnici sempre più spesso le ragazze
fanno cadere la loro scelta anche su campi lontani da quelli tradizionali, quali l’educazione e
l’insegnamento, e preferiscono l’ingegneria,
la giurisprudenza, l’urbanistica.
Non si vuole qui entrare nel merito della scelta di proseguire o meno gli studi, ma si possono fare alcune considerazioni.
Chi sceglie l’Università si mette nella condizione di dover lasciare il paese, ha la possibilità di viaggiare, di imparare altre lingue ed
entra in contatto con realtà e modi di vivere
diversi da quelli paesani.
D’altro canto chi sceglie di non continuare
gli studi rimane più saldamente ancorato alla
mentalità del paese, è costretto a prendersi
le sue responsabilità più in fretta, comincia
a guadagnare e raggiunge molto prima una
certa autonomia economica.
E’ chiaro che a seconda del cammino intrapreso (di studio o di lavoro) sorgono tra i giovani
bisogni diversi e diverse aspettative. Se da un
lato chi ha scelto di lavorare è fortemente legato al proprio territorio, dall’altro chi ha studiato è più disponibile a spostarsi e cercare
possibilità anche al di fuori; anzi spesso ne è
costretto perché il paese o la valle non offrono opportunità.
Forse si sta creando uno scollamento nelle
nuove generazioni.... Uno scolamento tra coloro che rimangono in paese per lavorare e
proprio perché lavorano vi rimangono fortemente radicati e coloro che si allontanano per
studiare e proprio perché hanno continuato
gli studi non sono più radicati in nessun luogo, si trovano a seguire le dinamiche di un
mercato del lavoro schizofrenico e sentono
l’esigenza di condurre diversi stili di vita.
Ma ai posteri... e a voi lettori l’ardua sentenza.
Walter Bonani
“La redazione invita tutti coloro che vivono
all’estero o lontani dal Mezalon a spedirci
materiale fotografico e notizie che
descrivono il luogo in cui vivono”
15
GRUPPO MUSICA INSIEME - LIVO
Il gruppo Musica Insieme è stato fondato nel
2004 da Alfonso Zanotelli.
L’idea di partenza era quella di radunare un
gruppo di giovani e di farli appassionare alla
musica, insegnando loro a suonare nuovi strumenti, a cantare in gruppo e a stare insieme.
Attualmente il coro è composto da una ventina di elementi dai 9 anni in poi e si esibisce
regolarmente il sabato sera in occasione della
messa prefestiva.
Le canzoni del nostro repertorio, religiose e
non, sono accompagnate da molti strumenti,
tra i quali flauti, chitarre, maracas, armonica,
percussioni, cembali e basso; questa è sicuramente una delle caratteristiche principali del
gruppo.
Attualmente l’obiettivo principale, dopo mesi
di preparazione, è quello di poter organizzare alcuni concerti, sfruttando soprattutto il re-
pertorio di musica laica, sperando che possa
essere l’inizio di un lungo cammino.
Durante questi anni ci siamo esibiti nei paesi
di Cles, Malè, Proves, Rumo, Tres e San Romedio, dove siamo stati accolti con entusiasmo.
Attualmente stiamo seguendo 8 bambini e
ragazzi di paesi diversi, insegnando loro le
prime nozioni sullo studio della chitarra. Tutti
stanno seguendo le lezioni con entusiasmo ed
impegno perciò speriamo che qualcuno resti
nel gruppo.
Ovviamente le porte sono aperte a tutti quelli
che hanno voglia di imparare e di divertirsi
che vorrebbero unirsi al gruppo.
Cogliamo l’occasione per ringraziare il sindaco e l’amministrazione comunale per averci
concesso una sede e tutti coloro che ci hanno
sostenuto e aiutato fino ad oggi.
MEZALON
16
POLISPORTIVA LE MADDALENE
CALCIO: DUE ANNATE DA RICORDARE
MEZALON
Così come in viticoltura ci sono annate di vino particolarmente buono e pregiato da ricordare, anche nelle società sportive si annoverano stagioni
che rimangono impresse nella loro storia.
Per la Polisportiva Le Maddalene è il caso dei ragazzi nati nelle annate 1987 e 1988 che hanno costituito la struttura di una squadra che si è distinta
nel panorama provinciale ed ha fatto emergere
individualità di spicco.
Questo gruppo di giovani di Livo, Bresimo, Cis,
Rumo e Bassa Val di Sole- una quindicina in tutto
– hanno dimostrato fin dai primi calci al pallone,
un particolare affiatamento e spirito di gruppo che
ha loro consentito di crescere migliorando con costanza le capacità tecniche e di consolidare i rapporti di amicizia.
Attorno a questa squadra si è creato, fin da subito, un clima alquanto favorevole, a cominciare dal
convinto supporto del gruppo dirigenziale e tecnico della società – guidato dall’infaticabile Presidente Franco Zadra – e l’entusiasmo di un folto
gruppo di genitori, sempre presenti alle partite,
come pure molto attivi e disponibili per l’organizzazione di momenti di incontro e di festa fuori dal
campo.
Sapientemente guidati con passione dagli allenatori Marco Ordenes e Gigi Costanzi, questi promettenti giovanotti hanno vinto il loro girone sia
nella categoria Giovanissimi (2002) che in quella
degli Allievi (2004) conquistando l’accesso alle finali provinciali, nel corso delle quali si sono difesi
con onore.
Fu proprio nel corso di una delle partite della finale
provinciale Allievi che Marco Gaburro - allora allenatore del Mezzocorona – “mise gli occhi” su ben
cinque ragazzi segnalandoli alla società che mili-
” Squadra allievi 2003/2004”: In piedi da sinistra: Gigi Costanzi (allenatore), Angelo Ordenes, Mario Andreis,
Stefano Ghirardini, Nicola Agosti, Davide Andreis, Michele Paris, Luca Zappini, Mirco Agosti, Bruno Ghirardini
(accompagnatore). Accovacciati da sinistra: Andrea Pancheri, Cristian Soranzo, Damiano Carotta, Pierfrancesco
Agosti, Manuel Cristan, Paolo Vender.
17
MEZALON
tava in serie D: i gemelli Mirco e Nicola Agosti, esaltante, mentre Pierfrancesco rivendica il goal di
Paolo Vender, Cristian Soranzo e Andrea Pancheri. testa segnato proprio nel derby pareggiato con il
Questi ultimi tre accettarono l’impegnativo pas- Mezzocorona e la convocazione nella rappresensaggio al Mezzocorona con il quale disputarono tativa del girone C della serie D che ha disputato il
una stagione del campionato Juniores Nazionale, torneo giovanile nazionale di Viareggio.
al termine del quale solo Andrea (1988) ha deci- Comunque vadano le cose, rimane il fatto, diffiso di rimanere nella società della Piana Rotaliana. cilmente ripetibile nel prossimo futuro, che due
Nicola e Mirco (1987) scelsero invece di passare giovani “coscritti” cresciuti in una piccola società
alla società nonesa del Predaia giocando un’intera di periferia siano approdati ai massimi livelli del
stagione nel campionato regionale di Eccellenza calcio provinciale, segnalandosi fra le migliori cernel quale si sono distinti per determinazione e tezze dell’intero settore giovanile trentino.
grinta.
Attraverso di loro anche la Polisportiva Le MadNel dicembre 2004, un altro giocatore 1988, Pier- dalene ha visto giustamente premiata la sua prefranceso Agosti, lascia Le Maddalene per appro- ziosa e assidua attività verso i giovani delle nostre
dare nella squadra Allievi del Trentino Calcio Tren- comunità e l’emulazione dei risultati conseguiti da
to con la quale vince il titolo regionale di categoria Andrea e Pierfrancesco può costituire uno sprone
nel 2005.
a tutti i nuovi ragazzi che si avvicinano al mondo
A questo punto le sorti agonistiche di Andrea e del calcio.
Piefrancesco si evolGli altri giovani delle
vono in una curiosa
due annate fortunate
e interessante serie
sono tornati a giocadi circostanze paralre con Le Maddalene
lele. Nella stagione
che sta disputando il
2005/2006 entramcampionato di Sebi disputano con le
conda Categoria: per
rispettive società, il
quest’anno il salto
campionato Juniodi categoria sembra
res Nazionale con il
sfumato, ma ci sono
ruolo di titolari fissi
tutte le prospettive
e arrivano le prime
affinché la prossima
convocazioni nella
stagione la squaprima squadra.
dra possa ritornare,
Andrea Pancheri
Pierfrancesco Agosti
L’esordio in serie D
come per il passato,
avviene nella stessa giornata - domenica 7 mag- in Prima Categoria.
gio 2006, ultima di campionato - ad un solo minu- Per tutti i ragazzi l’augurio più importante è quelto di distanza: per Pierfrancesco nella partita Tren- lo che possano continuare a trovare nel calcio e
to - Cologna Veneta (al 83‘) e per Andrea in quella nello sport in generale, la dimensione giusta per
Sanvitese - Mezzocorona ( al 84‘).
crescere in un ambiente sano e l’occasione per
Entrambi vengono confermati nella rosa della pri- rinsaldare i rapporti di amicizia.
ma squadra per il campionato 2006/2007. Andrea Non può mancare, infine, il nostalgico ricordo di
è in campo da subito, mentre Pierfrancesco si con- Mario e Stefano Andreis, tragicamente scomparsi
quista il posto di titolare dopo l’arrivo sulla pan- insieme ad altri due loro amici; essi hanno lasciato
china del Trento di Marco Gaburro, subentrato alla un grande vuoto nelle file della squadra e sopratdisastrosa esperienza iniziale di Gigi Possente.
tutto, una ferita incancellabile nel cuore di tutti i
Mentre scriviamo questo articolo, manca una sola ragazzi che hanno dovuto sperimentare, già nel
giornata dalla fine del campionato e la situazione mezzo della loro adolescenza, l’inclemenza della
che stanno vivendo i due bravi ragazzi è molto vita.
diversa: Andrea ha già potuto festeggiare la storica promozione del Mezzocorona in C2, mentre
La Redazione
Pierfrancesco dovrà ancora impegnarsi a fondo
per evitare che il Trento retroceda nella categoria
inferiore.
C’è una stimolante rivalità fra i due ragazzi, che
non ha minimamente intaccato il loro cementato
rapporto di amicizia: Andrea si gode una stagione
18
MEZALON
GIANNI...IN FUGA PER LA VITTORIA
Come sappiamo tanti ragazzi praticano sport:
calcio, atletica, tennis, pallavolo, basket, tamburello, sci...chi più ne ha più ne metta!!
Nel nostro comune abbiamo anche un ragazzo, Gianni Moscon, che già da qualche
anno pratica il ciclismo; si tratta di uno sport
molto faticoso e anche talvolta “pericoloso”.
Tuttavia Gianni con molto impegno è riuscito
ad avere qualche piccola
soddisfazione riuscendo a
vincere diverse gare e ottenere buoni piazzamenti,
aggiudicandosi così, nella
categoria giovanissimi (di
cui fanno parte i ragazzi dai
sei ai dodici anni), il titolo
di Campione Provinciale
per due anni consecutivi
2004 e 2005. Con orgoglio ha indossato dunque
la maglia ciclamino che gli
è stata consegnata personalmente dal Presidente
della Federazione Italiana
Di Rocco.
A seguito dei buoni risultati ottenuti durante la
stagione è stato più volte
selezionato per partecipare ai campionati italiani di Mountain bike; nel
2004 a Cesenatico ha conquistato lo scudetto
di Campione Italiano e nel 2005 a Montecatini, in Toscana, si è piazzato sul podio in terza
posizione.
Naturalmente questi ragazzi fanno parte di una
società che li segue negli allenamenti dando
loro qualche suggerimento per affrontare le
gare nel migliore dei modi. L’obiettivo principale, tuttavia, è quello di formare i ragazzi
ed insegnare loro a vivere lo sport in maniera
serena, partecipando con entusiasmo sia agli
allenamenti che alle gare, occasione per fare
nuovi incontri e stringere amicizie anche con
i compagni delle altre squadre in competizione proveniente da tutta la regione e anche
da fuori. Per un vero sportivo praticare sport
non significa soltanto mettersi in competizione con gli altri al solo scopo di vincere ma
è importante impegnarsi accettando anche le
sconfitte.
Da quest’anno Gianni fa
parte della categoria esordienti che comprende ragazzi dai tredici ai quindici
anni ed ha partecipato già
ad alcune gare piazzandosi
sempre in buone posizioni.
La specialità di Gianni fino a
questo momento si è rivelata essere la salita; in ogni
caso a quest’età è ancora
difficile stabilire quale sia la
particolare attitudine di un
atleta, i ragazzi infatti sono
ancora in fase di crescita
e subiscono continui cambiamenti ed è per questo
motivo che l’allenamento
deve essere ben ponderato
da un tecnico.
Gli allenatori tra le altre cose
insegnano ai ragazzi ad utilizzare la bicicletta
che per quanto possa sembrare semplice ed
intuitivo necessita comunque di molta pratica. Durante la gara è molto importante saperla maneggiare bene. La bicicletta per l’atleta
è sicuramente il fiore all’occhiello! Così prima
di ogni corsa si controlla se è tutto a posto: si
unge la catena, il cambio, si visionano i freni e
la si lucida a puntino, quasi fosse un trofeo...
in realtà però per affrontare la gara più che la
bici servono le gambe!
La Redazione
19
CHIESA DELLA NATIVITÀ DI MARIA
AGGIORNAMENTO SUI LAVORI DI RESTAURO
MEZALON
Terminati gli scavi archeologici (vedi MezAlon mero di fori, anche passanti, che costituivano
n. 10 pag.13 “ Le pietre raccontano”; l’Adi- l’appoggio delle travi di antichi solai all’interge del 01 maggio 2006 “Dalle tombe i vestiti no della torre campanaria e che ne avrebbero
d’epoca”; Vita Trentina del 21 maggio 2006 potuto indebolire la struttura.
“L’antica pieve svela i suoi segreti”), i lavori Contemporaneamente è stato anche riaperto
di restauro della Chiesa della Natività di Maria l’antico accesso che dal campanile portava al
sono proseguiti sia all’interno che all’esterno. sottotetto della chiesa, al fine di consentire in
All’esterno, durante l’estate scorsa, si è prov- futuro una più agevole manutenzione del sotveduto a consolidare gli intonaci esterni sia del totetto stesso.
campanile che della chiesa. A proposito del Nello stesso periodo sono iniziati i lavori di
campanile il quotidiano “L’Adige “ ha ospi- restauro all’interno della chiesa dove, in cortato nell’edizione di data 04 ottobre 2006 un rispondenza dell’arco santo sono emerse
simpatico articolo dal titolo “Uomini e gheppi interessanti decorazioni ad affresco, rappresul campanile – quattro falchetti nati duran- sentanti un’Annunciazione, un San Michele
te il restauro”.
ed una serie di
L’esterno della
stemmi dipinti
chiesa ha visto
pr obabilmenanche il restaute in occasione
ro dell’affresco
della visita padella “Pietà” sulstorale clesiana
l’abside, delle
del 1537.
due meridiane
In accordo con i
e degli affreschi
funzionari della
della
facciata
Sovrintendenza
principale.
La
si è deciso di
scoperta di un
non recuperare
lacerto di affrel’intervento efsco vicino alla
fettuato verso
scala di accesso Frammenti: antico tabernacolo in pietra
il 1895 dai pital ”Glesiot”.
tori Bernard di
Nel corso dell’autunno – inverno, si è prov- Campitello di Fassa: si trattava di decorazione
veduto a rinnovare il manto di copertura in a tempera di scarso valore artistico (già a suo
“scandole” del tetto della chiesa. Contraria- tempo contestate dallo storico Luigi Campi
mente a quanto previsto l’intervento non ha e dall’allora parroco Giacomo Marini e fatte
interessato la cuspide lignea del campanile coprire verso il 1956 da don Giuseppe Calche appare in buono stato. Sia il tetto della liari) il cui recupero era difficile da attuarsi e
chiesa che del campanile erano stati rinnovati comunque comportava un notevole onere finel corso del 1971, quando era Parroco don nanziario.
Michele Rosani. E’ stato necessario invece ve- Sempre in accordo con i funzionari della Sorificare lo stato di conservazione delle parti vrintendenza è stato deciso di riportare la porta
strutturali in legno sostituendo quelle amma- della sacristia nella sua posizione originaria al
lorate o marciscenti e tamponare il gran nu- fine di dare maggior rilievo alla nicchia emer-
20
MEZALON
sa affianco al pulpito. Lo spostamento della
porta consente anche di ricavare uno spazio
per il coro, il quale non verrà più a trovarsi alle
spalle del celebrante.
In corrispondenza della terza campata settentrionale, è emerso uno splendido san Fabiano,
di fattura quattrocentesca, appartenente alla
decorazione della chiesa precendente.
Con il montaggio dei ponteggi interni si è potuto verificare da vicino la situazione statica
delle volte e delle murature sommatali.
Gran parte dei costoloni lapidei che costituiscono le nervature della volta reticolare, risultavano scollegati dal tessuto murario e minacciavano di cadere. Analogamente la presenza
di alcune profonde lesioni sulle volte hanno
suggerito interventi di consolidamento statico
e ricucitura delle fratture.
In particolare ci si è accorti che le pareti e le
lunette delle volte erano state regolarizzate e
raddrizzate nel corso dei lavori di restauro del
1891, rivestendole con strutture in listarelle di
legno e malta paglia.
In corrispondenza degli incroci delle nervature della volta sono state individuate delle
decorazioni cinquecentesche a candelabre, di
ottima fattura, ma di difficilissimo recupero.
Purtroppo le attuali tecniche di scoprimento
non consentono di portare alla luce queste decorazioni, che quindi rimarranno coperte dallo
scialbo in attesa che vengano scoperte nuove
tecniche, che ne consentano lo scoprimento.
I lavori proseguiranno con la posa in opera del pavimento, il restauro ligneo
degli altari e del pulpito, il recupero dei due affreschi, il restauro degli affreschi del
“Glesiot”.
Sono invece termi-
Consolidamento costoloni della volta.
nati a cura della ditta LARA di Denno, il restauro delle Pale dell’Altare di San Michele e
di quello del Santo Rosario: restauro che ha
riportato alla piena visibilità di due stupende
opere.
I lavori di restauro comportano un notevole
onere finanziario (circa 1.217.818,00 Euro)
coperto in parte dal contributo della Provincia
Autonoma di Trento (Sovrintendenza dei Beni
Culturali e Sovrintendenza dei Beni Architettonici) e della Conferenza Episcopale Italiana(
143.422,00). Nonostante questi contributi
rimane a carico della parrocchia ancora un
notevole onere finanziario (circa 150.000,00
Euro).E’ possibile contribuire a queste necessità economiche con offerte, detraibili dalla
dichiarazione dei redditi, se versate direttamente sull’apposito conto “Restauro parrocchia Natività di Maria” aperto presoo la
Cassa Rurale di Tuenno – Val di Non conto
n. 07250395 – coordinate bancarie J08282
34960.
Michele Anderle
Luigi Conter
21
LA MAMMA
“Viva la mamma” diceva una canzone
e il signore che la cantava aveva proprio ragione.
“Son tutte belle le mamme del mondo”
cantava quello là
e pure questa è una gran verità.
Cosa posso aggiungere io che non sia già stato detto
dovrò usare tutto il mio intelletto
per poter così ricambiare il loro amore
descrivendole magari più belle di un fiore,
ma pure questo sarebbe banale,
io per descrivere la mamme voglio qualcosa di speciale
che possa rendere omaggio
al loro coraggio,
alla loro pazienza
che non ha scadenza,
al loro sorriso
che rende la nostra vita un paradiso.
Io le paragonerò
a una cosa dolce, buona e bella
come ad esempio... “la nutella”!
Infatti di lei non si può far senza
la cucchiaiata successiva arriva di conseguenza.
Spalmata sul panino
porta gioia ad ogni bambino,
mette d’accordo tutti questo si sa
e lo dice pure la pubblicità.
Ecco ora son contento
di essere riuscito nel mio intento.
A noi piccini non servono giri di parole
per arrivare nel profondo del cuore!
E con questo sapore dolce in bocca
termina la mia filastrocca.
Un saluto alle mamme di tutte le età,
per i vostri figli siete uniche questa è la verità.
Matteo Conter
MEZALON
22
L’EMIGRAZIONE
MEZALON
Sul numero 10 del “MezAlon”veniva lanciata la proposta di aprire un “forum” sull’emigrazione e sul ruolo dei “paroloti”. In merito
all’emigrazione è difficile valutare le dimensioni di questo fenomeno, quantificare il numero di persone che sono state, loro malgrado coinvolte. Nell’800 il flusso migratorio si
rivolgeva verso l’Italia, la Francia, la Svizzera,
la Germania e l’America. Si trattava per una
gran parte di una migrazione stagionale, che
vedeva il ritorno in paese in primavera per far
fronte ai lavori nei campi. Nel 1820, il Parroco
di Varollo, don Giuseppe Borselli, è chiamato
dal Capitanato distrettuale di Cles a rispondere dei conti delle Chiese per il periodo 1805
–1819. Il medesimo parroco prega il capitano
di soprasedere sino alla primavera, quando
”sogliono tornare in paese gli uomini”. Segno
questo che l’emigrazione stagionale era un fe-
Centro di raccolta degli immigranti a Ellis Island.
nomeno consolidato.
Viene da chiedersi quante persone abbiano
lasciato la loro casa per andare a lavorare altrove. Un’idea, se pur parziale, ci può venire
dal sito “www.ellisisland.org”, dove sono riportati i nomi di chi tra 1892 e il 1924, passò
sotto la “Statua della libertà” alla ricerca di un
miglior futuro. Per il comune di Livo si trovano 185 nominativi di cui 158 maschi e 57
femmine. L’età varia da 1 anno, segno questo
che emigrarono interi nuclei familiari, a 67
anni. La fascia maggiore d’età è quella che varia tra i 20 e i 30 anni (si contano 90 persone).
Da Scanna partirono 15 persone, da Varollo 5,
da Livo 65 e da Preghena 91.
Di seguito si riportano i nominativi di chi lasciò il Mezalone , rintracciati sul sito www.ellisisland.org .
23
NOME
Agostino
Albino
Andrea
Annunziata
Antonio
Augusto
Bartolomeo
Bortolo
Camilla
Candida
Cesira
Daniele
Daniele
Daniele
Emanuele
Emma
Ernesto
Ernesto
Giovanni
Giulio
Giuseppe
Giuseppina
Ida
Isidoro
Isidoro
Leopoldo
Luigi
Luigi
Ottavio
Rachele
Romano
Rosa
Teresa
Silvio
Giuseppe
Iota
Concetta
Giulio
Silvio
Giuseppe
Maria
Elena
Giuseppe
Luigi
Pietro
Pietro
Pietro
Serafina
Agostino
Agostino
Battista
Emmanuele
Giovanni
Ida
Pietro
Rosa
Luigi
Giovanni
Giovanni
Luigi
Antonio
Antonio
Francesco
Giuseppe
Luigi
Nicolo
Rachele
Rosa
Stefania
Adele
Angela
Antonio
Antonio
Carlo
RESIDENZA
Italia
Scanna
Livo
Scanna
Livo
Levo
Livo
Livo
Cles
Scanna
Livo
Scanna
Scanna
Lafferty
Livo
Livo
Livo
Scanna
Livo
Livo
Scanna
Scanna
Livo
Livo
Scanna
Livo
Varollo
Scanna
Livo
Scanna
Livo
Scanna
Preghena
Livo
Livo
Livo
Livo
Livo
Livo
Livo
Livo
Livo
Livo
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Livo
Livo
Scanna
Livo
Livo
Livo
Livo
Livo
Livo
Livo
Livo
Livo
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
DATA ARRIVO
1919
1910
1901
1913
1911
1900
1906
1900
1922
1903
1901
1899
1920
1924
1893
1921
1911
1921
1910
1897
1903
1903
1924
1900
1913
1899
1901
1905
1923
1901
1920
1903
1910
1901
1907
1920
1920
1920
1901
1901
1901
1905
1905
1910
1909
1920
1920
1911
1899
1921
1913
1902
1899
1920
1921
1903
1905
1900
1903
1900
1899
1910
1913
1921
1896
1902
1911
1903
1910
1903
1907
1905
1912
1904
ETÀ
17
27
16
23
36
40
26
23
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10
1
40
45
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24
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25
25
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2
17
17
30
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35
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1
18
12
52
14
21
11
13
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43
29
39
2
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27
28
28
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20
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18
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25
30
30
27
13
18
20
2
27
67
COGNOME
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessadri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Alessandri
Facini
Facini
Facini
Facini
Facini
Filippi
Maninfior
Rodegher
Rodegher
Rodegher
Rodegher
Rodegher
Rodegher
Rodegher
Rodegher
Sparapani
Sparapani
Sparapani
Sparapani
Sparapani
Sparapani
Sparapani
Sparapani
Sparapani
Sparapani
Sparapani
Stanchina
Stanchina
Stanchina
Stanchina
Stanchina
Stanchina
Stanchina
Stanchina
Stanchina
Vender
Vielemetti
Zanotelli
Zanotelli
Zanotelli
Zanotelli
Zanotelli
NOME
Theodora
Viola
Serafino
Teresa
Adele
Adolfo
Albino
Antonio
Aurelio
Barbera
Bellermino
Carlo
Domenica
Emma
Eraldo
Ester
Francesco
Giovanni
Giovanni
Giovanni
Giovanni
Giovanni
Giovanni
Giuseppe
Ida
Luigi
Luigi
Maria
Maria
Pietro
Pietro G
Silvia
Maria
Maria
Pietro
Orsola
Pietro
Cesira
Giovanni
Amelia
Edoardo
Egidio
Eugenia
Giovanni
Giovanni
Giustiniano
Maria
Alfonso
Alfonso
Anna
Anna
Giovanni
Giovanni
Michele
Pietri
Pietro
Serafino
Serafino
Maria
Anna
Anna
Augusta
Augusto
Bernardo
Camillo
Carlo
Eugenio
Alfonso
Pietro
Antonio
Camilla
Clementina
Constantino
Eugenie
RESIDENZA
Livo
Varollo
Scanna
Livo
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Livo
Livo
Livo
Livo
Livo
Livo
Livo
Livo
Livo
Livo
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Livo
Livo
Scanna
Livo
Livo
Scanna
Livo
Livo
Livo
Preghena
Preghena
Livo
Livo
Livo
Livo
Varollo
DATA ARRIVO
1906
1902
1921
1903
1902
1923
1901
1901
1904
1912
1902
1900
1923
1923
1902
1902
1908
1901
1902
1905
1906
1912
1920
1905
1920
1901
1913
1900
1901
1898
1920
1905
1920
1920
1914
1904
1902
1900
1921
1899
1921
1923
1921
1903
1910
1921
1909
1906
1907
1907
1913
1900
1921
1893
1921
1921
1910
1913
1903
1903
1903
1901
1899
1901
1903
1903
1921
1901
1899
1910
1902
1911
1910
1907
ETÀ
19
21
25
46
3
24
10
25
21
8
8
23
60
20
2
6
18
25
28
34
17
25
34
20
21
20
19
36
1
18
8
25
27
27
25
22
25
27
26
32
34
27
32
42
28
22
59
24
22
22
27
26
35
17
23
29
25
29
24
35
35
20
24
47
32
4
22
16
20
35
28
20
18
20
MEZALON
COGNOME
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Agosti
Alessandri
Bacca
Bacca
Bacca
Bacca
Bacca
Bacca
Bacca
Bacca
Calovini
Calovini
Calovini
Calovini
Calovini
Calovini
Calovini
Conter
Conter
Conter
Conter
Conter
Conter
Conter
Conter
Dalpiaz
Dalpiaz
Dalpiaz
Dalpiaz
Datres
Datres
Datres
Datres
Datres
Datres
Datres
Datres
Datres
Facini
Facini
Facini
Facini
Facini
24
COGNOME
NOME
RESIDENZA
Facini
Facini
Facini
Facini
Facini
Facini
Facini
Facini
Facini
Facini
Facini
Zorzi
Zorzi
Zorzi
Zorzi
Zorzi
Zorzi
Zorzi
Zorzi
Zorzi
Zorzi
Zorzi
Carlo
Caterina
Celeste
Elisa
Giuseppe
Giuseppe
Guido
Luigi
Luigi
Maria
Maria
Emanuele
Giorgio
Giorgio
Giovanni
Giovanni
Giovanni
Maria
Ottilia
Pietro
Giorgio
Bortolo
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
Preghena
DATA ARRIVO
ETÀ
COGNOME
NOME
RESIDENZA
1909
1904
1910
1897
1900
1904
1914
1904
1920
1903
1920
1906
1921
1921
1903
1920
1921
1901
1907
1905
1914
1913
39
23
30
33
33
23
5
1
26
27
27
33
21
41
18
20
20
24
22
26
37
28
Zanotelli
Zanotelli
Zanotelli
Zanotelli
Zanotelli
Zanotelli
Zanotelli
Zanotelli
Zanotelli
Zanotelli
Zanotelli
Zanotelli
Eugenio
Giovanni
Giovanni
Giovanni
Giovanni
Giulia
Leonardo
Luigi
Luigi
Oreste
Romilda
Virgilio
Varollo
Livo
Varollo
Livo
Livo
Livo
Livo
Tirolo
Livo
Livo
Livo
Livo
MEZALON
Immigrati trentini a
Ellis Island nel 1910.
Immigrati in attesa
della registrazione
delle visite mediche.
DATA ARRIVO
ETÀ
1901
1900
1901
1911
1914
1899
1921
1902
1910
1923
1912
1899
23
27
17
27
36
47
34
17
26
32
1
29
25
NOSTALGIA D’EMIGRANTE
“Oh... mio paese”
Già da anni e anni ancora,
tu lì sorgi maestoso
e da tante tue bellezze
che ti senti “orgoglioso”.
Tra due valli sei fondato...
e da fertile campagna
tutto quanto circondato.
Come sfondo tieni un monte
pure questo verdeggiante,
dagli abeti ed erba fresca
e da tante altre piante.
Quella splendida montagna
sembra lì sempre sospesa
e che agisca ogni momento
per la grande tua difesa.
Sembra quasi una collina
dove tu stai rialzato, che d’estate
e pur d’inverno da un bel sole sei baciato.
Il disegno che tu tieni
del tuo vecchio caseggiato
che sta quasi allineato
ed alquanto prolungato.
Tu o caro paesello
sei montano e sempre bello...
la tua chiesa in mezzo stà,
il campanile che s’innalza
con superba maestà.
Poesia scritta nel 1962 a Rennes, Losanna – Svizzera
Graziano Sparapani
MEZALON
O mio caro bel paese
tu per me sei adorato,
perché in te ci sono ricordi
da quel dì che son nato.
26
MEMORIE DI ANTONIO STANCHINA
MEZALON
Tra i tanti che lasciarono il comune di Livo per
emigrare negli Stati Uniti ci furono anche i fratelli Antonio, Lorenzo Eugenio Stanchina figli
di Giuseppe e Anna Zanotelli. Ad un certo
punto della sua vita, forse anche su sollecitazione dei figli, Antonio scrisse le proprie memorie, che invio in poche copie ai suoi parenti
rimasti a Livo e a Preghena. Un piccolo libro,
un tascabile, di poche decine di pagine diviso
in tre parti. La prima riguarda “La discendenza
Stanchina”, la seconda “Narrazione della mia
carriera” e la terza “Vita coniugale”. Da una
trascrizione riportiamo il testo della seconda
parte poiché ci dà uno spaccato della società di fine ottocento, dove era comune che un
ragazzo di quindici anni lasciasse la propria
casa per andare in cerca di lavoro. Si ringrazia, inoltre il sig. Alessandri Eugenio, per aver
concesso le foto di Antonio Stanchina.
Parte Seconda: “Narrazione della mia carriera”
In riguardo alla mia carriera, questo cambia
aspetto. Prima dirò che io sono nato a Livo
Val di Non Tirolo Trentino, Austria il giorno 20
maggio 1856. Ebbi istruzione di scuola normale di lingua italiana.
L’anno 1871 di anni 15 andai a Lavis a lavorare
in bottega senza successo essendo i padroni
molto cattivi, restai per due anni per niente.
L’anno 1872 mese di Novembre di anni 16
andai a Brescia, Italia. Là per quattro mesi e
mezzo ricevevo 4 soldi e mezzo al giorno e
polenta 2 volte al giorno.
L’anno 1873, mese di ottobre, andai in Sassonia Germania a lavorare nelle gallerie ferroviarie, la ho imparato il Tedesco.
Ritornai a casa il mese di Aprile 1876 onde mi
fecero abile al soldato.
27
so rimasi costì 3 mesi. Ottenni il lavoro a tre
miglia da Peance; lavorai un mese, ovvero
parte di Giugno. Poi fermarono tutto il lavoro,
perfino le pompe fuori della miniera, così ho
dovuto partire. Mi recai a Milwauke, Wis.
Là ho lavorato 3 mesi in una galleria di acquedotto. Il mese di ottobre 1888 venni a Flushing, Ohio a lavorare nella miniera di carbone chiamata Tonel main, che attualmente è in
operazione.
A Flushing restai circa un anno, poi a Maynard, Ohio, poi cominciai a girare. Lavorai
pure a Wheeling W. Wa nella mina alle 48
cent. l’anno 1889.
Luigi Conter
MEZALON
L’anno 1876 mese di Ottobre ho dovuto
andare a Innsbruk Nord Tirolo, a servire da soldato, fino l’anno 1879 mese di
settembre. Il mese di Novembre 1879
andai vicino a Ferbach Alsazia, Germania
nelle miniere di carbone.
Ritornai a casa il mese di Aprile 1880.
Il giorno 4 Ottobre 1880 partii per Parigi, Francia in cerca di fortuna. Costì ho
lavorato nelle raffinerie di zucchero, poi
coi muratori di quadrelli; là ho imparato
il Francese.
Ritornai a casa il mese di Settembre 1882.
L’anno 1883 il mese di Novembre andai
a Verdun, Nord Francia.
Là in tre mesi di tempo ho lavorato 22
ore. Il mese di Gennaio 1884 partii per
Parigi, in cerca di lavoro, di nuovo. Ove
ritornai coi muratori di quadrelli, rimasi
costì fino al 10 luglio 1885; onde ritornai
a casa cioè a Livo.
L’anno 1866 mese di Febbraio andai sul
Baden Germania, senza successo. Da
quella, andai in Svizzera, cioè vicino a
Sant Gallen, poi a Bizofzel in questi paesi
ho lavorato da contadino e di concreto.
Ritornai a casa, a Livo il mese di Maggio
1866, senza un soldo; ma si un fiorino di
debito.
Il giorno 14 Marzo 1887 indispettito per
affari amorosi partii. Abbandonai il nativo e
amato paese di Livo. Lasciando la cara madre,
un fratello, cioè Giuseppe e sorella Maddalena per emigrare al Nord America.
Il giorno 18 Marzo 1887 imbarcai ad Havre,
Francia, per New York, N.Y., il destino mi diresse a Vulcan, Mich, costi arrivai il 1° o 3
Aprile. A Vulcan Michigan, ho lavorato nella
miniera per 50 cent. a 10 ore di lavoro, sciabolando ferro di continuo. Qui cominciai ad
imparare la lingua Americana.
In tutte queste lingue la nostra è ancora la migliore.
L’anno 1888 mese di Marzo partii da Vulcan
Mich., ed andai a Peance Wise: senza succes-
28
MEZALON
FESTA DEGLI ALBERI ANNO 1954
29
Festa degli alberi alla Salve Regina, anno 1954.
Sono presentitutti gli alunni delle Scuole Elementari di Bresimo, Cis, Livo e Preghena. I comuni
di Bresimo, Cis, Livo e Preghena erano stati unificati nel comune di Livo durante il periodo
fascista, dopo il quale erano tornati autonomi ad eccezione di Preghena che divenne Frazione
Separata del Comune di Livo.
Foto di Anna Sparapani Thaler
MEZALON
30
I MESI DELL’ANNO
MEZALON
Gennaio mette ai monti la parrucca
Febbraio grandi e piccoli in bacucca
Marzo libera il sol di prigionia
Aprile dei bei colori orna la via
Maggio vive tra le musiche di uccelli
Giugno ama i frutti appesi ai ramoscelli
Luglio falcia le messi al solleone
Agosto avaro ansando le ripone
nel bel Settembre i frutti
maturan quasi tutti
Ottobre va in cantina
nel mosto e nella tina
Novembre va in campagna
e abbatte la castagna.
Dicembre ammazza
l’anno e lo sotterra.
L’autrice di questa filastrocca è una signora di 91 anni.
Si deve osservare la calligrafia e la correttezza nello scrivere considerando anche le scuole di
allora.
E’ ancora una signora attiva, non manca mai ad una S.Messa. Nel periodo della raccolta si vede
china sui cassoni delle mele a “passare”.
Periodicamente va a visitare la sua cognata al ricovero di Cles e al campo santo a trovare suo
marito. Qualsiasi cosa faccia durante la giornata, alla sera dalle 18.00 alle 19.00 fa la sua passeggiata per tenersi le gambe in esercizio, dice lei.
Non ci si stanca mai di ammirarla, è la signora Stanchina ved. Carotta Augusta.
31
PRIMO PIANO
ECONOMICO FORESTALE
Nella primavera del 1955 le Autorità Forestali
decisero di fare il piano economico forestale.
Si trattava di un vero e proprio censimento
del bosco, ossia misurare con la “canagola”
ad altezza braccia tutti gli abeti, larici, pini
ecc... sopra un certo diametro.
Per svolgere questo lavoro, assieme ai tecnici
servivano alcune persone possibilmente giovani perché più adatti per “saltare” di pianta
in pianta cavallettando e segnando le piante
già fatte. Per noi giovani di allora è stata una
grande soddisfazione poter andare a lavora- Dopo disnà
re e aiutare le nostre famiglie, già segnate da bosco tra il Rio Baselga e la Val di Rivi.
Nell’estate del 1956 prendemmo lavoro semtanta miseria.
pre dall’Asuc di Preghena per fare pulizia del
bosco in cima al Monte Avert, “Pozza Dasina”. La legna più grossa veniva accatastata e
in autunno veniva sorteggiata ai censiti come
“brosca”. In questi lavori eravamo seguiti dal
Guardia Boschi Luigi Gentilini che tutti i giorni
A mez dì polenta e formai
Posàr al bait ex Moreti
andava e veniva da casa, noi invece si restava per tutta la settimana, la cena e la notte
al bait della “Nanele” poi dei “Dotori” (o del
“Lasa”).
A mezzogiorno invece andavamo al bait dei
“Moreti” più vicino al posto di lavoro per fare
la polenta e “formai” e per riposarci un pò.
Graziano Sparapani
MEZALON
Fu così che nel mese di giugno del 1955 una
dozzina di persone partì a piedi per la Malgazza Bassa, struttura tutta in legno che ora
non c’è più, di cui ne rimane solo il basamento. Qui si restava tutta la settimana, anche
a mangiare e dormire. In queste operazioni
eravamo coordinati dal dott. Forestale Angelo
Pozzetti di Bresimo e dal Presidente dell’Asuc
di Preghena rag. Gabriele de Aliprandini.
Ci divisero in 3 squadre di cavallettatori connun relativo capo-squadra che segnava su
di un apposito foglio le “chiamate”. Un’altra
squadra precedeva l’altra per verificare la salute delle piante. Una volta terminato il lavoro
alla Malgazza Bassa andammo nella parte di
32
RICORRENZE
CLASSE 1946
- LA FESTA DEI SESSANTENNI
Foto di Silvano Carotta
MEZALON
AUGURI
A Pacifico Sparapani e Alessandra Agosti che
il giorno 21 gennaio hanno festeggiato il loro
57° anno di matrimonio.
Sparapani Pacifico nt. il 30/08/1915 e Agosti
Alessandra nt. il 04/12/1928 si sono sposati il
21 gennaio del 1950.
Da Preghena si sono trasferiti a Cles dove Sparapani Pacifico ha lavorato presso la ditta Ossana fino alla meritata pensione.
33
L’ album dei Ricordi
A partire da questo numero la Redazione del MezAlon istituisce questa una nuova
rubrica: l’Album dei ricordi. È uno spazio dedicato a quelle vecchie fotografie che
spesso si trovano quasi dimenticate nei cassetti polverosi delle nostre case, ma che ci
possono raccontano luoghi e vicende del nostro paese e delle nostre famiglie.
Per questo invitiamo tutti voi, lettori, ad inviarci delle vecchie fotografie
che ritraggono le vostre famiglie, la vostra casa e il nostro paese per arricchire il nostro
Album dei Ricordi. In base al numero di foto pervenute la Redazione si riserva di fare
una selezione del materiale da pubblicare, dando la precedenza
alle immagini che meglio descrivono la storia e la vita del paese.
Inoltre, la Redazione intende valutare con l’Amministrazione Comunale la possibilità di
realizzare una copia cartacea di tutto il materiale fotografico storico riguardante la
nostra comunità in previsione di una futura mostra e di una completa catalogazione.
Sarà compito nostro restituire al proprietario la fotografia originale.
Foto scattata nel 1942 (foto fornita da Agosti Aldo)
Da sinistra: Tomevi Amedeo, Agosti Silvio, Guarienti Bruno, Agosti Aldo,
Zanotelli Tullio, Filippi Andrea
MEZALON
Coscritti 1925
34
Scolari classe V, nati nel 1925 e 1926 (foto fornita da Agosti Aldo)
MEZALON
Prima fila in basso da sinistra: Conter Remo, Tomevi Amedeo, Zanotelli Italo, insegnante Dapoz
Saverio, Agosti Emma, Ravina Ada
Seconda fila da sinistra: Guarienti Bruno, Agosti Silvio, Ravina Aldo, Agosti Lina, Cigalla Bianca,
Conter Gianna
Terza fila da sinistra: Zanotelli Tullio, Agosti Aldo, Rodegher Livio, Agosti Luisa, Zanotelli Nicolina, Zanotelli Maria, Filippi Marina
“Visita del Decano di Cles alla Parrocchia di Preghena fotografato
con i ragazzi della scuola elementare” (Foto di Paolo Zorzi)
35
“Ragazzi del 1947 e 1948 a scuola. L’aula era una stanza messa a disposizione da
Calovini Mario. E’ bene in vista il maestro Innocenti” (Foto di Paolo Zorzi)
MEZALON
“Come ci si divertiva sulla neve con le slitte attaccate a “treno” sullo stradone
per Bresimo appena costruito (1957?): Mario, Romano, Aldo, Virginio, Roberto, Silvio e Valerio (Foto di Paolo Zorzi)
36
MEZALON
“Coro Parrocchiale di Preghena davanti alla Chiesa. C’era ancora la casa Calovini (molinari),
anno 1955. (Foto di Paolo Zorzi)
Alla croce del Pin:
Paolo Zorzi, Ghirardini Marino,
Stefano Betta, anno 1966.
(Foto di Paolo Zorzi)
37
“La foto dei Coscritti di Preghena del 1920”
In piedi da sinistra: Giovanni Zorzi, Serafino Maninfior (perito in campo di battaglia in
Russia), Mario Facini, Silvio Zorzi; Seduti: Mario Betta, Bruno Bonani.
Due righe della Canzone dei Coscritti:
”... ... ste su, ste su putele che a mezzanotte parto,
se non vi vedo altro ricordatevi di me...... “
MEZALON
“Coro Parrocchiale di Preghena davanti alla Chiesa, anno 1954. (Foto di Carlo Alessandri)
38
DALL’ARGENTINA...
“Foto scattata in Argentina. I Gauchos (“gente che si dedica a far produrre la terra”) vestiti
di gala accompagnano con i loro cavalli la Processione nella festa del Santo Patrono. In piedi
davanti a loro sono presenti Mario Betta e Luigi Bonmassar nel pieno della loro gioventù”
IL GRILLO
Cri, cri, cri
Grillo grillo piccolino
vieni fuor dal tuo buchino.
Preparato ho un gran castello.
tu vedessi quanto è bello!
Vi ci ho messo l’erba nuova
che è cresciuta con la piova.
MEZALON
Oh grillino per piacere,
vieni fuor, fatti vedere!
Ma il grillino ben lo sa
quanto è bella la libertà.
Silvia Betta
39
POESIA RELATIVA ALLA GUERRA
1914-1918 nel ricordo di Silvia Betta (Argentina)
Il Piave era una diga,
fila di elmetti, siepi di fucili, zappe, chitarre in riga.
No, Generale, i Fanti non son vili,
la morte li freddò coi suoi miasmi
li stese a mille tra le ossute braccia,
li rese inconoscibili fantasmi,
ne disperdea perfin l’ultima traccia.
Il Carso era un abisso
che si stendea dallo Stelvio al mare,
ma l’ occhio ardente e fisso
non si distolse, si dovea passare.
E la chiodata scarpa vi passava,
tritò l’impervio Carso a roccia a roccia,
pigiò nel Piave sacro che arrossava
sangue nemico tratto a goccia a goccia.
Il Carso era una prora,
prora d’Italia volta all’avvenire,
immersa nell’aurora
col motto in cima: “Vincere o morire!”
Ma intorno a quella prora si moriva.
Quando alla nave arrise la vittoria
il nome d’ogni Fante che moriva
passava all’albo bronzeo della storia.
Soldato ignoto e tu sperduto
fra i meandri del destino,
mucchio senza piastrina,
eroe senza medaglia,
il volto tuo non esisteva più.
Tua madre inutilmente fra i morti intatti ricercò l’assente.
Solo la tua salma volta ad oriente
da Roma può rispondere..... “Presente!”
Silvia Betta
MEZALON
“E’ un pezzo di storia, triste di certo, che ha coinvolto pure il nostro caro Trentino, vinto per
la fame dei nostri valorosi avi Alpini e delle loro genti. Il tempo è passato, ma il ricordo rimane con le sue tracce”
40
FARINA DEL NOSTRO SACCO
UN MULINO AD ACQUA NATO A LIVO
MEZALON
Molti di noi hanno affidato alla Falegnameria
Fratelli Conter la realizzazione di imposte, di
infissi, di mobili, di mensole o parapetti; qualcuno di noi, magari, può vantare pezzi che
risalgono a svariate decine di anni fa, quando
la falegnameria era retta dal padre Alessandro. Anche nelle nostre chiese ci sono banchi,
confessionali, mobili, suppellettili, usciti dall’officina di queste due generazioni di falegnami. Tuttavia, nessuno può vantare una ruota
idraulica di oltre 4 metri di diametro, ma ancora per poco! Infatti la Falegnameria Fratelli
Conter ha oggi ampliato la propria offerta.
Chi ha avuto la fortuna di frequentare il capannone dei fratelli Conter in questo periodo
ha potuto seguire la nascita e la crescita di un
intero mulino idraulico per la macinazione del
grano, simile a quelli che fino a qualche anno
fa si potevano vedere anche lungo i nostri torrenti.
Il manufatto, realizzato nell’arco quasi sei
mesi a cavallo del Natale 2006 con le indicazioni del progettista, l’Architetto Silvio Fiorillo
di Milano, è stato commissionato per l’Abbazia di Santa Maria a Chiaravalle in provincia
di Milano. Il lavoro fa parte di un progetto
di riqualificazione dell’intero complesso dell’Abbazia e delle sue pertinenze (officine, stalle, mulino, ecc..) e prevede appunto anche la
ricostruzione di un mulino ad acqua, andato
distrutto negli ultimi decenni.
Una sera di primavera è Marco Conter che, a
lavoro pressoché finito, mi mostra con orgoglio quanto realizzato e mi racconta: “Il progetto era bloccato perché il progettista non
riusciva a trovare nessuno che si sentisse di
affrontare un lavoro così impegnativo ed ambizioso, nessuno ha ormai le competenze per
poter costruire un mulino interamente in legno o magari la forza. Poi per un caso fortuito
l’Architetto Fiorillo – non solo un tecnico ma
un vero appassionato - è venuto in contatto
con noi...ci abbiamo pensato molto; si trattava di provare molte soluzioni, recuperare una
tecnologia quasi persa.”
“Abbiamo accettato per sfida, volevamo semplicemente vedere se potevamo farcela; volevamo capire se potevamo andare oltre a
quello che siamo abituati a fare, se potevamo
mettere in pratica le conoscenze che abbiamo - mi dice Marco, che continua – “L’Architetto ci mandava settimanalmente disegni e
progetti sulla struttura, sui meccanismi e i vari
componenti; noi li provavamo e se qualcosa
non funzionava glieli rispedivamo. Abbiamo
collezionato pacchi di fogli con soluzioni diverse, ripensamenti e correzioni: ad esempio,
solo per realizzare la scala che porta al livello
della macine abbiamo dovuto discutere veramente a lungo.”
“Per prima cosa ho cominciato realizzando
questo modellino in scala 1 a 10 (Foto 2) in
tutto e per tutto uguale all’originale: ruota,
(da sinistra) Marco, Nicola, Giancarlo, Lino e Gabriele:
alberi, ingranaggi e contrappesi. Certo tutto
due generazioni di falegnami in posa davanti alla ruota
idraulica ancora senza pale.)
41
la sera e nei fine settimana, ci è voluto più di
un mese ma alla fine ho capito che si poteva
fare”. Mentre mi racconta queste cose Marco fa girare manualmente la ruota, che albero
dopo albero e ingranaggio dopo ingranaggio
fa girare la piccola macina in pietra.
“All’inizio gli ingranaggi non giravano, i denti non ingranavano; dopo sere passate con
compasso e squadra, ho incominciato a capire quanto spazio serve al dente per girare
e come devono essere distribuiti perché ci
siano sempre due denti in battuta e per fare
in modo che un dente entri nello stesso momento in cui l’altro esce, per avere un moto
continuo e lo sforzo distribuito su due denti.”
“Non c’è neanche un chiodo!” mi assicura Marco. Certo perché tutto deve essere smontato
e poi rimontato sul posto. Tutta la struttura di
sostegno è fatta in modo che si autosostenga
senza bisogno di chiodi o forme fisse. L’assito, che sostiene il camminamento superiore
e l’alloggiamento delle macine, è assemblato
in modo da stringersi attorno alla macina dormiente e tenerla centrata e tutta la struttura di
sostegno è fatta in modo da incastrarsi e autobloccarsi sotto il peso proprio e delle macine.
“Adesso la curiosità è quella di vedere come
la struttura si comporterà una volta rimontata
sul posto, come si assesterà con il peso delle
macine e le vibrazioni dovute al movimento”.
Tra un po’, infatti, tutta la struttura sarà smontata e i pezzi saranno numerati e inviati a Milano per la posa definitiva. Comunque, la sfida
sembra vinta! Dopo la promessa di rivederci
dopo la posa e l’inaugurazione del mulino,
ringraziando Marco per la lunga chiacchierata, gli chiedo se sia stata una esperienza isolata, oppure se potranno esserci altre occasioni
per misurarsi su nuove imprese. “Chissà...”
risponde “aspettiamo nuove offerte!”
Ingranaggio di movimentazione del buratto
interamente costruito in legno.
Il mulino: il sapere antico di una macchina complessa
liche non sono provviste di pale ma di una
sorta di cassetti, la corrente d’acqua investe
la ruota dall’alto (ruota per di sopra) e il movimento della ruota viene ottenuto non tanto
dalla forza dell’acqua quanto dal suo peso. Infatti, l’acqua riempie i cassetti, creando uno
sbilanciamento tra i due lati che fa girare la
ruota. Altre volte, quando è possibile utilizzare un certo dislivello, le ruote presentano
palette che vengono investite da piccole correnti ad alta velocità, come avviene per le turbine idroelettriche. Queste soluzioni sono più
adatte in presenza di piccole portate, quali le
derivazioni dei torrenti di montagna, e consentono di ottenere elevate velocità della ruota.
Nel caso delle ruote a pale, invece, le lunghe
pale sono immerse nel canale di alimentazione e vengono investite da una grande massa
d’acqua (ruota per di sotto): il moto è quindi
MEZALON
Quando sarà assemblato in loco la struttura
del mulino si articolerà su tre diversi piani.
Come è ben chiaro dalla fotografia del modellino, in basso sarà posta la ruota idraulica, parzialmente incassata nel canale di adduzione
dell’acqua; il piano centrale, che corrisponde
al piano di calpestio dell’edificio, ospiterà gli
organi di trasmissione del moto, il buratto e
tutta la struttura di sostegno delle macine che
saranno poste più in alto, su un soppalco raggiungibile con una elegante scala in legno.
La ruota idraulica, costituita da quattro robusti raggi che sostengono i quattro archi di
cerchio, è coronata da lunghe pale e raggiunge complessivamente un diametro di 4 metri.
Essa, è il motore del mulino perché trasforma
l’energia cinetica dell’acqua in energia meccanica, resa disponibile per la rotazione della
macina.
Lungo i nostri torrenti spesso le ruote idrau-
MEZALON
42
I cereali vengono versati in un grande imbuto
(la tramoggia), che è posto sopra le macine; il
fondo della tramoggia scarica in una vaschetta oscillante che dirige il grano verso l’occhio
della macina superiore e ne regola la caduta,
facendone uscire una quantità piccola e costante.
Le pesanti macine in pietra (1,2 m di diametro), sovrapposte, costituiscono gli organi
principali del mulino. La mola inferiore poggia sul basamento in legno ed è attraversata
dall’asta dell’albero di trasmissione. La superiore, girevole, presenta un foro centrale nel
quale cadono i chicchi di grano.
Per effetto della forza centrifuga e delle scanalature incise sulle superfici delle pietre, il
Modellino in scala del mulino ad acqua realizzato dalla chicco frantumato viene spinto verso il bordo
esterno della macina. Uno scivolo immette la
Falegnameria Fratelli Conter.
miscela di farina all’interno del buratto gireottenuto direttamente dalla spinta dell’acqua. vole che ha il compito di setacciare le diverse
Quest’ultima soluzione ha bisogno di elevate
portate e di elevata superficie delle pale ed è
adatta agli ambienti pianeggianti dove si possono derivare grandi quantità d’acqua. Spesso
impianti di questo tipo erano dislocati ai lati o
addirittura sopra il corso dei grandi fiumi della
pianura Padana. La ridotta velocità dei grandi
corsi d’acqua consente di ottenere basse velocità di rotazione della ruota, proprio perché
essa è costretta a girare in modo solidale con
l’acqua stessa; per contro l’elevata portata
consente di ottenere elevata potenza. Il moto
della ruota viene poi trasmesso alla macina
girevole per mezzo di vari organi di trasmissione che consentono di aumentare notevol- In primo piano il buratto, più sopra l’alloggiamento
mente il numero di giri. In questo caso, il moto delle macine e, sullo sfondo, la ruota idraulica.
rotatorio orizzontale della motore della ruota grossezze dei prodotto. Il movimento rotatoviene convertito in moto rotatorio verticale rio del buratto e il continuo movimento susda un sistema corona/pignone realizzato con sultorio dello scivolo sono generati da un’apuna corona a cammi solidale alla ruota idrauli- posita derivazione del moto fissata sull’albero
ca che mette in rotazione un “ingranaggio” a di trasmissione.
lanterna (detto anche rocchetto) calettato su Il buratto è una grossa cassa in legno che conun grosso albero verticale.
tiene al suo interno un cilindro rotante coperCome si vede bene dalla fotografia del model- to da filtri di seta, in grado di selezionare il
lino realizzato, in alto, sopra la lanterna, sul- prodotto a seconda della finezza del macinato
l’albero è innestata una seconda ruota (corona (dalla farina più fine alla crusca più grossolastellata) di un metro e mezzo di diametro che na). La farina più fine passa tra le maglie del
mette in rotazione un secondo albero, ancora filtro e viene raccolta all’interno della cassa,
con un sistema corona a cammi e lanterna. Il mentre la parte grossolana scorre verso l’uscisecondo albero, infine, fa ruotare fa girare la ta del cilindro, dove viene recuperata e inviamacina superiore grazie alla merla un incastro ta ad una ulteriore macinatura.
a farfalla che la trascina.
Walter Bonani
43
LISETTA E...
IL SUO BASTONE MAGICO
di nonno Fabio
Lisetta era una bambina piccola e malata.
Da tempo stava in casa alla finestra e
il suo passatempo era quello di
osservare la campagna attorno casa.
Passavano lenti i giorni e non succedeva mai
niente.
Gli uccelli non erano tornati,
i fiori dell’orto non erano ancor nati,
e le farfalle non si vedevano in giro.
Troppe nubi vagavano nel cielo,
spesso pioveva e faceva freddo.
Anche il sole non si faceva vedere
e la notte Lisetta aveva paura,
perché la luna non gli sorrideva più!
Un giorno che Lisetta era guarita,
si è arrabbiata moltissimo!
E’ scesa in giardino,
e dalla legnaia ha preso un grosso bastone.
Nemmeno l’erba era verde ed allora
si mise a bastonare la terra!
La bambola di pezza le è caduta di mano,
è caduta distesa con gli occhi al cielo,
e finalmente successe qualcosa...
Lisetta era guarita,
non era più triste
e la notte dormiva finalmente tranquilla.
Lei non lo sapeva, ma era il 21 marzo
di un anno strano,
era nata Primavera...
Fabio Calovini
MEZALON
Una nube scese a guardare,
il sole gli ha sorriso
e un topo venne a vedere...
Lisetta si era sfogata,
è ritornata alla sua finestra,
e calma si mise ad osservare.
Il giardino si era svegliato,
un bel sole lo riscaldava,
la notte non era più buia,
e la luna piena le sorrideva.
44
MEZALON
LA FIENAGIONE DEL PASSATO
E DEL PRESENTE
La fienagione o meglio il taglio, la lavorazio- quasi esclusivamente sul lavoro della fienane, lo stoccaggio del fieno, attualmente è gione. Tutti possedevano alcune mucche, le
eseguita con macchinari e attrezzature varie e stalle erano numerose e si cercava di aumendire che le operazioni sono svolte dalla “tec- tare il numero degli animali.
nologia”, non c’è altro da aggiungere, ma in Esistevano caseifici locali, che in seguito furopassato il lavoro era svolto in modo diverso. no concentrati nel Consorzio unico di Rumo;
E’ un’attività antica quella del taglio del forag- a Preghena il caseificio era situato nella casa
gio, sempre tagliato manualmente, usando adiacente alla fontana centrale; a Livo nella
la falce (la “fauc”), attrezzo composto di una casa adiacente alla chiesa: questi lavoravano
lama tagliente e un manico di legno con im- molti quintali di latte.
pugnature, ancora usato e conosciuto da tutti Il Mezalon era circondato da prati estesi fino
alle “Sorti” e “Tinarz”; ogni minimo spazio
i contadini.
era utilizzato per il
Per rendere taglienfieno: le “Fratte”,
te la falce è necessario mantenere aslocalità estesa fino
sottigliata la lama:
al torrente Barnes,
si usava un attrezerano tutte coltivazo composto di un
te a prati, oggi sono
martello quadrato e
divenute
boscabombato e un’incuglie. La fienagione
dine speciale di acera praticata anche
ciaio (la “plantola”)
nelle località monfatto da una testa
tane: il monte Pin
rettangolare smusera tutto falciato,
sata, unita ad uno
cosi pure “Montanstelo appuntito, il
zana”, località del
tutto lungo circa Sparapani Graziano alle prese con la macchina “da zot’”
monte Avert, volta
38 cm; la parte con
verso Baselga, pure
punta era ficcata in una base solida di sasso o questi luoghi sono divenuti oggi boscaglie. La
di legno.
lavorazione del fieno, con la permanenza di
La falce posata sull’incudine era picchiettata 10/15 giorni dei contadini sul monte Pin, era
con il martello. L’operazione di battitura era ricordato dalle nostre genti come un periodo
fatta di solito al crepuscolo, perché di mattino faticoso, con scarsezza di viveri, segnato da
presto i falciatori si recavano nei prati a taglia- due guerre ma nello stesso tempo piacevore l’erba. In paese c’era ampia e allegra riso- le e allegro: temprati dai sacrifici, i nostri avi,
nanza del “concerto” ritmato con i colpi del sapevano affrontare la vita con coraggio ed
picchiettio in corso, come se diverse persone entusiasmo.
si fossero date appuntamento per la stessa La campagna brulicava di falciatori, uomini e
operazione.
giovani forzuti che a volte gareggiavano fra
Dopo l’abbandono dei campi, trasformati in loro per essere più veloci, più bravi, più forti,
prati, l’agricoltura nel Mezalon era impostata orgogliosi del proprio lavoro, gratificati dagli
45
Arrivato nelle case, il fieno era tirato con delle
corde, sorrette da una carrucola, ai piani superiori delle aie, le “spleuze” e queste erano
stipate fino all’estremo spazio. Il fieno emanava un ottimo e caratteristico odore, specialmente quello proveniente dalle località montane e tutto il paese ne era inondato.
Il foraggio, specie quello del primo taglio, doveva essere sminuzzato per fornirlo come alimento alle mucche, altrimenti lo sciupavano
sotto i loro zoccoli.
Per trinciare il fieno si usava una lama a mezzaluna con manico verticale e piolo orizzontale
per fare forza con il piede, oppure un attrezzo di legno, la “panca”, con una lunga lama
incernierata e imprimendo con la mano un
movimento simile a quello del coltello. Con
la meccanizzazione, l’operazione per tritare il
fieno era svolta con una macchina fatta da un
grosso volano portante due lame taglienti e
fatto girare con una puleggia gommata, calettata su un motore elettrico. In tutto il paese
si sentiva il piacevole rumore generato dalla
macchina taglia-fieno posta sulle “spleuze”
che entrava in funzione, per lo più, contemporaneamente con altre. Quasi tutti i giorni si
preparava la mistura, fatta da fieno e paglia,
per l’alimentazione delle mucche.
C’erano due artigiani, provenienti da altre località, che
stazionavano qualche giorno sulla piazza del paese: il
“fumadro” che riparava le
funi intrecciate fatte con
strisce di pelle di mucca e vendeva quelle
nuove e il “rastrellaio”
che riparava i rastrelli
di legno e vendeva,
pure lui, quelli nuovi.
I carri erano riparati, di solito, dal sig.
Romano Vender dei
“Pepi” e dal sig.
Adriano Alessandri
degli “Spaleti”.
Bruno Sparapani
Luigi di Mori con falce e “preda”.
MEZALON
elogi di madri e mogli che dicevano: “Che
bravo! che veloce! ma hai già quasi finito?”
Sentendo questi riconoscimenti, i falciatori diventavano improvvisamente ancora più
veloci e non badavano alla stanchezza ( ...eh
furbastre donne! ).
Una volta tagliata l’erba era lavorata con forche metalliche e rastrelli di legno e, tempo
permettendo, in 2-3 giorni era essiccata e
pronta per essere ammucchiata e trasportata nelle case. Per radunare il fieno, in molte
località, specialmente quelle montane, era
necessario trasportarlo con grandi lenzuola di
iuta, annodati agli angoli: di solito erano ricavati dai sacchi delle patate acquistate per la
semente e uniti fra loro con cuciture.
Il trasporto del fieno nelle case era fatto con
carri trainati da mucche e cavalli. I carri erano
di legno con ruote a raggi, rivestite sulla circonferenza da una lamina circolare di acciaio;
erano composti di due parti: la parte anteriore, detta “broz”, alla quale si univa il timone
posto fra due mucche accoppiate e agganciato al giogo, attrezzo sagomato, messo al
collo dei quadrupedi; la parte posteriore, la
“chareta”, agganciata al “broz” con un lungo
e grosso perno di acciaio, il “dorsor”.
Le ruote erano infilate e giravano su due alberi
di acciaio detti la “sil”, erano mantenute nelle
loro sedi da copiglie dette i “sebli”; al di sopra
dei due gruppi c’era il ripiano detto lo “scialà”, fatto di stecche di legno ove si deponeva
il fieno.
I freni erano formati da una lunga asta di ferro
con filetto quadrato, solidale con una chiocciola e portante all’estremità una manovella
detta “chianicola”, che movimentava dei pattini di legno per frenare le ruote.
Il fieno era caricato sul carro e fissato con le
funi intrecciate, fatte con la pelle delle mucche; portavano ad un’estremità un legno sagomato, la “spora” e un perno di legno che
garantivano il fissaggio.
Data l’instabilità del carro, capitava sovente
che questo si ribaltava per un sobbalzo, una
buca, un pendio, una bizza improvvisa del cavallo e i contadini dovevano ricaricare il fieno.
Il timore di farsi male era sempre presente e
un ritardo a rientrare in casa, allarmava chi era
nell’attesa.
46
DALLA NATURA...
DOLCI E GIOCHI
FRITTELLE DI FIORI
La stagione anticipata ci ha regalato una ricca fioritura di sambuchi e robinie, con i quali si possono fare frittelle insolite e molto aromatiche, già ben note nella tradizione popolare.
Due consigli utili:
• I fiori bianco-rosati delle robinie sono deliziosi; attenzione però ai dorati fiori del maggiociondolo che, invece, sono molto velenosi. Insegnate ai bambini a non raccoglierli!
• Le frittelle di sambuco sono ottime, ma riescono meglio se si usano solo le corolle: infatti,
i gambi delle infiorescenze sono molto...lassativi. I fiori, però, secchi tendono a perdere
il profumo; ho trovato un piccolo trucco. Colte le infiorescenze, non fatele seccare, ma
lasciatele solo appassire per un’oretta; dopo questo tempo, basterà passarle fra le dita
perché si stacchino solo i petali. Poi unirli subito alla pastella e friggere: SONO SPECIALI!
PER I BIMBI: ANIMALI PATATINI
MEZALON
Ecco un gioco semplice semplice, ma grazioso, che si faceva ai miei tempi.
Quando si raccoglievano le patate, capitava di trovarne parecchie di piccole piccole, come
nocciole.
Niente si sprecava, neppure quelle, ma a noi piccoli era permesso utilizzarle per fabbricare animaletti. Una patatina più grande per il corpo e una più piccola per la testa, poi stuzzicadenti di
legno, opportunamente interi o pezzetti, per fare zampe, code, colli, orecchi e corna. Per farli
durare di più, basta sostituire le patatine con palline di creta o gesso e costruire uno spassoso
zoo colorato da cartone animato.
Patrizia Maninfior
47
Piccolo mondo antico
“EL MOLETA”
illuminò in volto, si alzò lentamente in piedi e come fosse stato folgorato dalla grazia
mi disse: “vieni... andiamo a vederla”.
In soffitta, in una bella stanza vuota, c’era
la sua cara mòla!
Non l’aveva venduta, non l’aveva smontata, non l’aveva prestata... l’aveva riposta lassù al sicuro, funzionante, pronta a
partire con lui sull’onda dei ricordi
tutte le volte che
l’avesse voluto.
L’osservavo avvicinarsi al suo amato arnese, lo toccò
sulla grande ruota,
accarezzò la mola,
mi fece vedere
come la si imbraccia per camminare
in strada, come la
si spinge e come
la si mette in assetto di lavoro appena arrivati sulla
piazza di paese.
Egli mi vide interessato, si commosse,
perché
aveva finalmente
un uditore attento
ai suoi sentimenti
e furtivo si asciugò una lacrima.
Già, gli anziani!... Gli anziani vorrebbero ancora essere utili, comunicare la loro
esperienza, ma la gente, frastornata da
mille altri problemi, non ascolta più. Dopo
una lunga chiacchierata e racconti del passato, ripose la mola al suo posto, sistemò
MEZALON
E’ un personaggio scomparso da tempo,
anche se ancora lo si rivede in giro in altri
abiti e comportamenti. Qualcuno di loro
ha bottega, affila coltelli, ma non è più il
“moléta” che io voglio ricordare.
Il vecchio artigiano era un viaggiatore solitario, conosceva tutte le strade, sulle quali
spingeva a mano la sua mòla, ed era molto
povero. Viaggiava per bisogno e
per qualche mese
all’anno. Celebri
furono i ”moleta”
della Val Rendena.
Partivano a piedi
da Pinzolo spingendo la mòla per
monti e pianure
e oltre le nostre
Alpi, muovendosi a gruppetti per
”predellarsi” (tirare la mola a vicenda) nei tratti
stradali più duri.
A Cles, nei dintorni dei Frati, lavora un ”moleta”
moderno, il cui
padre ottantenne
ha smesso di fare
il ”moleta viaggiatore” da anni. Nel 1993 andai a intervistarlo per conoscere la sua vita da ”moleta” errante. Parlammo a lungo delle sue
vicende e dei ”moleta” girovaghi sulle
strade di mezza Europa, una lunga storia di
tribolazioni, senza mai diventare ricco! Alla
domanda se avesse ancora la sua mòla, si
48
MEZALON
con cura quanto aveva spostato e diede
una carezza all’amato attrezzo, si allontanò
e scendemmo in strada. Si chiamava Reversi Faustino, abitava in Via Lampi, era nato
nel 1921 ed è morto nel 1994.
La mola è una attrezzo pesante, costruito
in legno e parti in ferro battuto con in cima
una pietra rotante detta la mòla. La grande
ruota a raggi ha due funzioni: trasporto su
strada e moltiplicatore di giri alla mola. Per
spingerla da un paese all’altro va imbracciata alla maniera di una carriola, in perfetto
equilibrio sull’unica ruota che dispone anche se pesa settanta chili. E’ alta un metro
e trenta, larga settanta e lunga un metro.
Un sistema di leve e manovella azionati dal
pedale, muove il meccanismo, un piccolo
serbatoio d’acqua appeso sopra la mola lasciava cadere gocce sulla pietra facilitando
il lavoro. Un armadietto sistemato nel telaio
funziona da deposito di accessori e alimenti da consumare camminando da un paese
all’altro. Arrivato in paese, ”el moleta” si
metteva al solito posto, sempre negli stessi
giorni del mese, metodo che semplificava il
suo lavoro e così facendo anche la gente si
sapeva regolare. Sistemata la mola, serviva
i clienti in attesa e poi s’incamminava per le
viuzze gridando ”el mòletaaa...”.
Di solito venivano affidati alle sue mani
esperte coltelli particolari, delicate forbici,
rasoi da barba e difficilmente attrezzi da taglio grossolani (mannaie e asce) che venivano affilati in casa. E’ interessante ricordare
il sistema di identificazione che il ”moleta”
aveva per riconoscere gli attrezzi da taglio
raccolti in paese per non sbagliare mai la
riconsegna. Ogni pezzo, spesso eguale ad
altri per il fatto di essere stato acquistato
al mercato locale sulla stessa bancarella, lo
infilava in sequenza dentro ad un grande
anello apribile. Finita la raccolta ritornava
alla mola e si predisponeva al lavoro. Apriva il grande anello, affilava l’ultimo attrezzo
raccolto e lo poneva con lo stesso ordine di
raccolta in un altro anello preparato aperto.
Finito di arrotare tutti i pezzi, lui sapeva che
il primo era quello della prima baita visitata, il secondo quello della seconda famiglia
e via via di seguito. Le donne inoltre riconoscevano i propri arnesi e questo aiutava
il “moleta” a non sbagliare quasi mai. Ai
suoi tempi, quando il “fai da te” era norma, gli strumenti da taglio casalinghi erano più numerosi di oggi e diversi erano i
tipi di forbice: da sarta, da calzolaio, rasoi
da barba, coltelli da cucina e da macelleria.
Diversamente da altri artigiani ambulanti
totalmente dimenticati, il ”moléta” è ricordato da una canzone popolare ma anche da
un monumento posto all’entrata di Pinzolo,
la patria di molti bravi “moleta”.
La canzone dice così:
Son partì da lontan,
con la me mola in man,
giro la mola n’presa,
per guadagnarme ‘l pan.
E sin e son la mola,
e sin e son e san,
e l’arte del moleta,
l’è ‘n bon mister en man....
Ciao bravo moleta, grazie infinite anche da
noi, perché hai aiutato i nostri Avi nel duro
gioco della vita...
Fabio Calovini
49
FILASTROCCHE
IL TEMPO
Filastrocca di Gianluca Datres di Preghena.
In modo simpatico e semplice delinea un
aspetto caratterizzante dei bambini di oggi.
Lorena Datres di Preghena, con una scorrevole “rimela” esprime i nostri umori legati
a quelli del tempo.
Noi popi d’ancoi, no sen mai contenti,
se ciapan soldini,
volen giochini,
se riceven giochi,
i vardan trei bote
e dopo i fen nar en toci.
Se i me regiala en pigiama
fan en mus lonc da ci a Sciana,
no parlante dei vestiti...
fen musi pù storti che driti,
se i me crompa en gelato,
volen el ciocolato,
se i me da na moto telecomandada,
vorosen na machina elaborada,
se i me dà vergot per la scola
... che noia!
No sen pù che voler dala vita,
no sen mai acetar na roba gradita,
no sen mai n’do nar a ruar...
gen amò da m’parar!
Se il tempo è bello
non uso l’ombrello,
se il tempo è brutto
uso il cappuccio,
se è variabile
uso l’impermeabile,
se è nuvoloso
sono noioso,
se è serenop
mi annoio meno,
se c’è la tempesta
mi rompo la testa,
se piove
il più furbo non si muove,
se nevica
spero che sia domenica!
MEZALON
I POPI D’ADES
50
L’POR LAOR
I dis che l’è n’lazaron
el gira a pè e so chasa
le tut el mondo ‘n trech
e sota el cuert dal ciel
el dorm e el fa colazion.
N’tal so prosach el porta
tut chel che è so
e chiargià de libertà
el parte con la so ferla,
no se sa en do che l’và.
I dis che l’è en bon da n’got
je sèra la porta en facia
ma el grigna sempre el
e na parola bona a tuti
el rejala par n’got.
Je varda dre la gent
e a denti strenti i dis,
noi no volen stranezze,
presoneri pitost restan
del nos malcontent.
I dis che l’è en por laor
e tante je n’dis dre,
el se porta via le colpe
par robe che no l’ha fat,
parchè l’è en por laor.
Chi el pò che sta pù ben
che ja el so cor a posto?
che dis pò la to coscienza
can che a darte fastidi
l’è che n’auter staia pù ben?
Dai popi i lo fà sasar
i lo schauza da i so paesi,
i lo sgrigna for e dopo,
siccome no l’je n’somia,
je dis, vai a laorar.
Lajat che tuti i vaia
contenti par la so strada
a bote basta en soriso
e viver se pol pù ben
con en poch de toleranza.
MEZALON
Alessandro Sparapani
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TEATRINI D’ESTATE
DALLA BIBLIOTECA DI
RUMO
MARTEDÌ 7 AGOSTO alle ore 20.00
presso l’Auditorium di Marcena
“E
VISSERO FELICI E CONTENTI”
con la compagnia Daniele Cortesi (BG)
Spettacolo di burattini nel teatrino rivolto a tutti.
GIOVEDÌ 9 AGOSTO alle ore 16.30
presso l’Auditorium di Marcena
“STORIE D’INCANTESIMO”
con la compagnia Teatro del Molino (Brasile).
Spettacolo di marionette, senza parole con base musicale che accompagna i vari
personaggi nel teatrino delle marionette, con momenti ironici e poetici.
MARTEDÌ 14 AGOSTO pomeriggio e sera
presso l’Auditorium di Marcena
ore 14.00-16.15 Laboratorio di burattini con materiale di recupero
ore 16.15-16.45 (pausa merenda)
ore 16.45
Emminacrabapple circus con Emma Hughes (PG)
spettacolo musicale (organetto diatonico) con marionette da tavola
e coinvolgimento dei bambini nella storia, con piccoli strumenti a
percussione
ore 17.20
Storielle di cuore... con l’Ass.ne teatrale Iride (TN),
spettacolo di narrazione con burattini musica, di Rosalia Capitanio con
la partecipazione di Emma Hughes (organetto diatonico)
ore 18.00
La grande sfida del riccio e la lepre” con il Teatro Glug (AR)
spettacolo nel teatrino con burattini e musicista (fisarmonica)
ore 19.00
pausa cena
ore 21.00
Fantasie in blues con il Teatro Delikatessen duo (AR)
spettacolo comico musicale con strumenti di tutti i tipi in particolare
(fisarmonica, organetti e strumenti di fantasia)
MEZALON
Ecco cosa puoi trovare in biblioteca a Rumo:
• libri per grandi e per piccini
• videocassette e DVD
• enciclopedie per le tue ricerche
• giornali e riviste
• una postazione Internet a cui puoi accedere gratuitamente
...e poi puoi fermarti a studiare e incontrare tanti nuovi amici!!!
ORARIO:
Dal martedì al venerdì dalle 15.00 alle 18.00
Il mercoledì e il sabato dalle 10.00 alle 12.00
Massimo Betta
52
LETTERE
Cari amici,
prima di tutto vi voglio ringraziare per il
giornale MezAlon che già da tempo mi
spedite.
E’ sempre un piacere per me quando lo ricevo, ci sono tante notizie gradevoli e
interessanti, in più nell’ultimo numero la
grande fotografia del quarantennio di don
Luigi Placchi, dove, con tanti compaesani,
anch’io sono presente su quella foto.
Ricordo benissimo quel giorno, fu proprio
una bella festa.
Grazie ancora e colgo l’occasione per augurarvi buona continuazione.
Adriana Conter (Belgio)
MEZALON
Carissimo Direttore,
sono Ferruccio Bonani che da 50 anni vivo in
America. Mia mamma ha fatto venire il Mezalon da alcuni anni e da poco tempo ho trovato
una foto che ti mando con questo messaggio.
Si vede: io (alla sinistra) con il Germano e Roberto. Credo che sia stata fatta o l’anno prima o
alcuni mesi prima che sono partito per l’America.
Al momento vivo in California vicino a Los Angeles. Sono 37 anni che sono sposato con
un figlio e una figlia. La figlia si è sposata l’anno scorso e il figlio al momento è contento
senza avere nessuno.
Mi piacerebbe stare in contatto e spero che prendi un pò di tempo a mandarmi alcune
righe. Scusa per il mio brutto scritto ma non uso la lingua italiana tante volte e quando
parlo con mia mamma parlo il “nones” che mi ricordo ancora.
Cari saluti.
Ferruccio Bonani
53
Gentilissima Redazione “Mezalon”
E’ da tanto che mi dico che devo scrivere, ma gli impegni sono sempre tanti...
Volevo ringraziarvi per il bel periodico “MezAlon”, che leggo e rileggo con tanto piacere.
Anzitutto complimenti per la diversificazione dei testi, dall’attualità alla ricerca di chi eravamo... e questo secondo me è fondamentale poiché non si può avere un’identità senza
radici! Ed inoltre non possiamo pensare al futuro se non conosciamo da dove proveniamo.
Bravi anche perché riuscite a gettare fili – fare rete – con chi negli anni di “magra” (così li
chiamavano i nostri genitori) hanno dovuto lasciare a malincuore i nostri paesini ed emigrare anche oltre oceano.
Ma vi scrivo soprattutto perché ho letto l’appello della Redazione riguardo lo sciopero
del 1964 alla Scaf di Livo (di cui si è parlato sul giornalino n. 9 a pag. 5). Io ho fatto quella
vertenza e mi ricordo bene un particolare quando la sera del primo giorno di sciopero, il
dott. Andrea de Stanchina (allora Presidente credo) venne a casa del mio papà per parlargli affinché facesse pressione nei confronti delle 2 figlie (c’era anche mia sorella Lina)
perché si rientrasse dallo sciopero. Il papà ci difese e il giorno dopo nessuna si presentò
al lavoro.
Ricordo tante delle compagne cernitici purtroppo già scomparse. Penso alla bella figura
sempre allegra della Mariotta della genia, della Anna dei Franzi, e tante altre.
Chiedo alla redazione che sarebbe bello fare un appello di ritrovarsi ed insieme ricordare
questo singolare evento per quel periodo. Quando ci penso che avevamo anticipato i
tempi, era il 1964 e non il 1968, e già iniziavamo l’onda lunga dei diritti dei lavoratori e
delle lavoratrici.
Per me è stato un momento forte che ha segnato la mia vita e forse proprio lì ha avuto
inizio una scelta di quotidiano-sociale e politico a favore delle categorie più deboli.
Ringrazio le compagne di questa “esperienza-resistenza” che in quel autunno lo chiamavamo proprio “sciopero”.
In attesa di una convocazione per condividere quei momenti forti, vi invio cordiali e, passatemelo, affettuosi saluti a tutti. E un augurio grande grande al periodico “MezAlon” che
con la sua Redazione abbia vita lunghissima!!!
Zanotelli Luisa
La Redazione del MezAlon, ringraziando la Sig.ra Luisa Zanotelli per aver risposto al nostro
invito, avvisa che nei prossimi mesi contatteremo la Sig.ra Zanotelli, e chiunque altro vorrà
rendersi disponibile, per ricordare quella esperienza.
MEZALON
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