Pertosse - Professione Mamma

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Pertosse - Professione Mamma
Pertosse
· causa?
· contagio?
· incubazione?
· sintomi?
· complicazioni?
· contagiosità?
· terapia?
· prevenzione?
· rientro a scuola?
causa:
Un batterio, la Bordetella Pertussis. La sua tossina provoca
lesioni alla mucosa dei bronchi e dei bronchioli con conseguente
broncospasmo.
contagio:
Attraverso un contatto diretto con il muco o la saliva del paziente
infetto, oppure con le goccioline respiratorie emesse con la tosse,
gli starnuti o anche emplicemente parlando. Il virus penetra
attraverso le mucose delle vie respiratorie superiori.
Il picco di incidenza si verifica in inverno ed in primavera.
Può colpire qualsiasi età, in particolare quella scolare. E' una
malattia molto contagiosa, quasi come il morbillo e la varicella.
incubazione:
In genere dopo 6-20 giorni (di solito dopo 7-10) compaiono i
primi sintomi.
sintomi:
Inizia con un quadro di infezione delle alte vie respiratorie di
modesta entità con tosse leggera, starnuti, secrezione nasale
mentre la febbre è assente o e minima (fase catarrale).
La tosse, all'inizio solo notturna, con il passare dei giorni si fa
progressivamente più intensa, anche diurna e, dopo circa 7-14
giorni, compaiono i tipici accessi di tosse convulsiva, spesso
associati ad un caratteristico urlo inspiratorio e così violenti da
provocare vomito e cianosi, cioè un colorito violaceo della cute
dovuto ad una insufficiente ossigenazione (fase parossistica).
Segue, dopo 2-4 settimane di accessi di tosse, una fase di
convalescenza, della durata di una o due settimane, durante la
quale gli episodi di tosse parossistica diminuiscono di intensità e
di frequenza.
I bambini più grandi possono presentare manifestazioni atipiche,
con tosse persistente e senza urlo inspiratorio.
La pertosse in genere dura dalle 6 alle 10 settimane anche se non
è raro che, nei mesi successivi, il paziente possa manifestare una
tosse pertussoide in concomitanza con episodi infettivi delle
prime vie respiratorie anche banali, come un semplice
raffreddore.
Nei lattanti la malattia è particolarmente grave e gli accessi di
tosse possono portare a crisi di apnea, cioè di mancanza di
respiro, con cianosi e difficoltà ad alimentarsi.
complicazioni:
Soprattutto broncopolmoniti, convulsioni, encefalopatia. Le
ultime due sono particolarmente frequenti nel lattante a causa
dell'ipossia (cioè del mancato arrivo di ossigeno) cerebrale
provocata dalle crisi di apnea.
contagiosità:
Soprattutto nella fase catarrale, prima dell'inizio degli accessi
parossistici; il rischio diminuisce poi rapidamente ma può durare
fino a tre-quattro settimane. Gli antibiotici iniziati precocemente
diminuiscono la contagiosità e permettono al paziente di non
essere più infettivo dopo 5 giorni dall'inizio della terapia.
terapia:
Con antibiotici del gruppo dei macrolidi, che vanno però assunti
tempestivamente, nella fase catarrale (quando però la diagnosi
clinica è praticamente impossibile in assenza di un dato di
contagio) perché dopo la comparsa degli accessi di tosse non
sono più efficaci.
I cortisonici e il salbutamolo (un farmaco che agisce contro lo
spasmo bronchiale) sembrano ridurre l'intensità e la frequenza
degli accessi di tosse. Qualche volta possono essere utili i
sedativi della tosse.
Importante è anche l'umidificazione dell'ambiente evitando
inoltre irritanti come il fumo della sigaretta, lo smog e la polvere.
prevenzione:
Con il vaccino anti-pertosse che viene somministrato, associato a
quelli obbligatori contro il tetano e la difterite, in tre dosi, all’età
di 3 mesi, cinque mesi e undici mesi con una dose di richiamo
verso i 5-6 anni di età.
rientro a scuola:
La legge italiana prevede la riammissione a scuola dopo 7 giorni
dall'inizio della terapia antibiotica.
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