La puericultura è una branca della pediatria che studia i problemi

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La puericultura è una branca della pediatria che studia i problemi
La puericultura è una branca della pediatria che
studia i problemi relativi all’accrescimento e allo
sviluppo fisico e psichico del bambino, dalla
nascita al termine della prima infanzia.
Secondo il dottor Lelong, il termine puericultura è
stato ufficialmente ammesso per indicare il ramo di
specializzazione della medicina, la medicina
preventiva per l’infanzia: «Mentre la pediatria ha
come oggetto, per tradizione, il bambino ammalato
e le terapie necessarie, la puericultura si rivolge al
bimbo sano. Si propone di farlo nascere sano, di
assicurarne il regolare accrescimento. Il pieno
sviluppo delle potenzialità fisiche e psichiche».
 Immediata constatazione dell’attività generale del neonato
(respiro, colorito, tono muscolare, movimenti attivi, attività
cardiaca).
• Asciugatura
 Entro i primi 30 secondi
• Stimolazione cutanea
• Aspirazione delle prime vie
aeree
 Al 1° ed al 5° minuto
Assegnazione del punteggio di
APGAR (pianto, riflessi, ritmo
cardiaco, colorito corpo ed
estremità, tono muscolare)
• Il calo fisiologico è da considerarsi normale fino al
10% del peso alla nascita. Si recupera tanto più
precocemente quanto più presto avviene la montata
lattea.
• È utile per l’equilibrio circolatorio del neonato nelle
prime 24-48 ore di vita.
• Non va contrastato troppo ma è utile valutarne
l’andamento nei primi 4-5 giorni.
• Utile usare anche acqua per idratare.
• L’ittero fisiologico compare in un neonato perfettamente normale e
comunque non affetto da una qualsiasi situazione patologica.
• La cute del neonato diventa giallastra al 2°-3° giorno
di vita e torna al suo normale colorito entro i primi
15-20 giorni.
• Per la risoluzione dell’ittero fisiologico, sono sufficienti l’esposizione
alla luce solare e l’idratazione (forzare diuresi).
• Se aumenta troppo rapidamente
e precocemente si ricorre alla
FOTOTERAPIA (esposizione ad
una luce blu che riduce rapidamente
la formazione di bilirubina nel siero).
• Compaiono 12-24 ore dopo la nascita e tendono a
mantenersi costanti nei giorni successivi.
• Sono dovuti alla persistenza dei difetti fisiologici
nella vita fetale e scompaiono per
defunzionalizzazione entro i primi mesi di vita.
• Non provocano alterazioni emodinamiche né disagi
al bambino.
• Le cause più comuni sono: FOP, DIV e PDA.
• Al massimo viene richiesto un controllo ecografico a
distanza.
• Il cambio del pannolino è il primo gesto per la cura e l’igiene
del neonato.
• Se il pannolino è sporco di urine:
è meglio sciacquare la cute con acqua
tiepida e bicarbonato.
• Se il pannolino è sporco di feci:
è consigliabile lavare la cute con un detergente a pH acido.
• Utile applicare una crema protettiva all’ossido di zinco che
aiuta a prevenire irritazioni e infezioni (es. Candidiasi).
• È invece sicuramente pericoloso l’uso del borotalco in
quanto può essere inalato dal bambino.
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•
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Il cordone è costituito quasi interamente dai vasi
ombelicali e da una sostanza gelatinosa. Alla nascita esso
viene reciso a 5-10 cm dalla sua inserzione cutanea e
avvolto in garza sterile e asciutta.
La medicazione del moncone ombelicale deve essere
effettuata almeno una volta al giorno e comunque ogni
qualvolta la garza venga a contatto con feci o urine: tenere
asciutto e pulito il moncone è infatti importante per
ridurre i tempi di cicatrizzazione e per evitare irritazioni ed
infezioni.
Di norma il moncone ombelicale medicato correttamente
cade non oltre le 4 settimane di vita.
• I lattanti hanno un sistema di regolazione non ancora
perfettamente efficiente: soffrono il caldo e gli sbalzi di
temperatura piuttosto che il freddo.
• La sudorazione è un fenomeno fisiologico importante e i
neonati devono essere in grado di sudare liberamente.
• In inverno si consiglia di usare, a contatto con la pelle, le
magliette con l’interno in cotone e la lana all’esterno.
• Se possibile, usare materiali traspiranti e leggeri, anche per
favorire i movimenti del bambino.
• La camera del bambino deve essere asciutta e ben
esposta (possibilmente a sud).
• La temperatura dell’ambiente deve essere intorno ai
22°C. L’umidità intorno al 50-60%.
• L’ambiente troppo secco tende ad asciugare le mucose
ed a favorire la sudorazione, comportando un’eccessiva
perdita di liquidi
• L’ambiente troppo umido, al contrario, non permette
l’evaporazione del sudore.
• D’inverno è utile l’uso delle vaschette a contatto con i
termosifoni.
• Far dormire il bambino in posizione supina o su un fianco, mai
in posizione prona.
• Non coprirlo eccessivamente, tenere il lettino lontano da
fonti di calore,
temperatura ideale
tra 18° e 20°C.
• Tenere presente che il neonato ha una struttura delle fasi del
sonno completamente inversa rispetto a quella del sonno degli
adulti: svegliarsi più volte nella notte è un evento
assolutamente normale nel bambino fino ai tre anni di età.
• Inconsolabile crisi di pianto che sembra essere
associata a dolore addominale e passaggio di
eccessiva aria intestinale.
• Le crisi si manifestano la sera e si risolvono in modo
spontaneo verso il quarto mese di vita.
• Contrazione intestinale causata da
intolleranza al lattosio o eccessi di
gas intestinale.
• Gli autori ritengono errate le ipotesi
della responsabilità materna
che attribuirebbero gli episodi
dolorosi a una dieta materna
ricca di legumi e cavoli o ad un
latte materno ricco di lipidi.
 Se il bambino piange per meno di 3 ore/die e per meno di 3
gg/settimana:
• Massaggiare in senso circolare la pancia del bambino;
• Rassicurare con canti e coccole;
• Favorire il ruttino.
 Se il bambino piange per più di 3 ore/die e per più di 3-4
gg/settimana:
• Prendere in considerazione una modifica alimentare (uso di latte
vaccino e/o formule a ridotto contenuto di lattosio).
 Se il pianto si accompagna ad altri sintomi (scarso appetito,
scarsa crescita, vomito, alterazioni delle feci):
• È necessario valutare la possibile presenza di una patologia organica.
• Le prime feci evacuate dal neonato sono definite «meconio». Si
tratta di un materiale di consistenza vischiosa, di colore verdenerastro, che viene eliminato entro le prime 24h dal parto.
• Nei giorni successivi al parto, le feci del neonato sano assumono
caratteristiche di transizione e risultano composte da meconio
commisto a residui alimentari.
• Alla fine della 1^ settimana di vita le feci del neonato allattato al
seno si distinguono per le seguenti peculiarità:
- Colore giallo uovo, a volte verdastro
- Consistenza ed aspetto grumoso
- Odore un po’ acido
• Nel neonato alimentato con latte artificiale le feci tendono ad
essere più scure e consistenti.
• Una riduzione del numero di evacuazioni con feci
che assumono un aspetto molto solido e compatto.
• È più frequente verso i 5 mesi in relazione allo
svezzamento.
• Data la variabilità delle normali abitudini intestinali
dei lattanti, la ridotta frequenza dell’emissione di
feci, da sola, non deve destare preoccupazione.
• Insufficiente assunzione di liquidi, soprattutto in
ambienti caldi
• Intolleranza al lattosio (IPLV)
• È più frequente nei neonati allattati artificialmente
• Emissione di piccole quantità di latte dopo il pasto
in un lattante in buona salute, con una crescita
regolare.
• A volte può essere intenso e frequente, anche a
tutti i pasti.
L’approccio terapeutico non è di tipo farmacologico.
Consiste in:
• rassicurare i genitori della natura transitoria del fenomeno
(che è destinato a scomparire anche verso il 10°-12° mese di
vita);
• mantenere il piano del lettino inclinato di 30° facendo
attenzione a non favorire lo scivolamento del bambino verso
posizioni che favoriscano il rigurgito;
• addensamento della formula lattea con aggiunta di amido di
mais, o amido di riso pregelatinato o amido di patata o
farina di carruba, o l’uso di latte cosiddetto A-R
(antireflusso).
• Dal 6° mese di vita si può iniziare lo svezzamento, ossia
l’integrazione di cibi solidi e semisolidi all’alimentazione con
solo latte.
• Lo svezzamento non è soltanto una tappa importante dal
punto di vista nutrizionale: rappresenta anche un momento
delicato e importante per l’acquisizione di comportamenti e
attitudini del piccolo di fronte alle esperienze olfattive e
gustative, all’accettazione del cucchiaino.
• L’ordine in cui gli alimenti semisolidi e solidi vengono introdotti
nella fase dello svezzamento non riveste più l’importanza che un
tempo gli venina attribuita, e può variare in base alla preferenza
del bambino e alla cultura gastronomica della famiglia.
• Come primi alimenti si possono introdurre i seguenti:
- vegetali cotti e tritati (patate, carote)
- Banana o pera o mela grattugiata
- Crema di riso nel latte
• Non esagerare con l’offerta di cibi salati
e ad alto contenuto proteico.
• Non aggiungere zucchero, sale e miele agli alimenti.