Cronaca di un viaggio - Rotary Club Arezzo Est

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Cronaca di un viaggio - Rotary Club Arezzo Est
Sergio Castrucci *
Cronaca di un viaggio
Visita al Club Contatto di Montpellier-Guilhem
Giovedì, 6 settembre 2012 - All’alba il cielo è sereno. Dal piazzale antistante lo stadio di Arezzo il
pullman “Meoni” molla gli ormeggi e prende il largo facendo rotta per Montpellier. A bordo, oltre
al conducente, siamo in quattordici con tanto di Presidente e Segretaria: Michela e Claudia. Il più
giovane degli uomini ha 71 anni ed è subito chiaro che il lungo viaggio subirà numerose interruzioni. Il pullman è piccolo e un po’ scomodo ma i biscotti di Michela e la crostata di Milena renderanno più dolce il viaggio - più di 800 chilometri tutti in autostrada. Pranziamo prudentemente in Italia, di qua dal confine e, senza problemi, giungiamo a destinazione alle 20, puntualissimi.
All’arrivo troviamo un bel gruppo di amici del Club di Montpellier venuti a darci il benvenuto. Abbracci, baci, pacche sulle spalle poi nelle camere, una doccia quindi a cena, nel ristorante al primo
piano dell’albergo, il Mercure, dove siamo già stati in qualche visita precedente. A cena, i rotariani
di Montpellier-Guilhem arrivano in tanti (saranno sempre in tanti); l’atmosfera è allegra e cordiale,
da vecchi amici che si ritrovano dopo tanto tempo. Si dà il caso che oggi sia anche il compleanno di
Michela e dunque un motivo in più per festeggiare e per un brindisi. Cento di questi giorni e a domani mattina.
Venerdì, 7 settembre - Il programma di oggi prevede in mattinata una visita alla vecchia città.
Molti di noi già la conoscono per averla veduta altre due o tre volte e tuttavia è sempre piacevole
passeggiare per “Place de la Comedie” e fra questi edifici ottocenteschi di gusto neoclassico, affascinanti anche se tutt’altro che sobri e assai lontani dalle nostre architetture semplici ed essenziali.
Anche oggi sono con noi molti amici francesi e insieme a loro pranziamo in un ristorante del centro, “La Coquille”, dopodiché andiamo in visita alla “Facoltà di Medicina” di Montpellier, la più antica d’Europa. Nell’aula magna e un po’ dovunque sono appesi i ritratti ad olio dei tanti medici che
qui hanno insegnato. Hanno tutti l’aria un po’ spocchiosa da barone universitario, e questo non ci
sorprende. Quello che ci sorprende è constatare che fra le molte centinaia di medici-insegnanti
non sia presente nemmeno una donna. O meglio: una c’è ma è ritratta in piccolo – tipo francobollo
su una busta – nel grande ritratto del marito, anch’egli docente della facoltà. Ma deve essere l’aria
del luogo: anche nel Rotary Club di Montpellier-Guilhem di donne non ce ne sono anche se è probabile che, dopo aver visto in azione la nostra accoppiata presidente-segretario, l’anno prossimo si
presentino ad Arezzo con una socia di recente ingresso e rendano onore all’egalité dei francesi.
Annesso alla facoltà visitiamo quindi il “Museo di Anatomia comparata”, un vero e proprio museo
degli orrori dai dettagli irriferibili (chiedere direttamente ai soci presenti). Ci rifacciamo gli occhi al
“Museo Fabre” dove è stata allestita una mostra sul Caravaggio e sui Caravaggeschi, ricca di opere
importanti e ben presentata.
A cena siamo, in galà, presso “Le jardin des sens”, uno de ristoranti più rinomati della regione. I soci del club di Montpellier-Guilhem sono presenti pressoché al completo, simpatici ed eleganti. Sarà
una bellissima serata ma il momento più emozionante e indimenticabile è all’inizio, agli inni: i
francesi si sono imparati le parole del nostro inno nazionale e cantano con noi “Fratelli d’Italia”.
L’anno prossimo, quando verranno ad Arezzo, impareremo anche noi le parole della “Marsigliese”
per cantarla insieme a loro. Insomma “Vive la France! Vive l’Italie!”.
Sabato, 8 settembre - Per oggi è prevista una gita in Camargue, relativamente vicina a Montpellier, circa un’ora di viaggio in pullman durante il quale abbiamo modo di vedere la vegetazione, gli
stagni e gli animali, volatili e terragnoli, della zona, molto suggestiva e famosa anche per i raduni
dei gitani. Giungiamo così a Saintes Maries de la Mer. D’obbligo la visita all’omonima chiesafortezza dedicata, appunto, alle due Marie, Maria di Jacopo e Maria Salomè, che assistettero alla
Crocifissione di Cristo, nonché a Santa Sara, enigmatica e nera protettrice dei Gitani. Dopo la breve
visita ci imbarchiamo sul battello fluviale che, risalendo uno dei rami della foce del Rodano ci condurrà a una “manade”, una sorta di ranch dove vengono allevati cavalli e tori allo stato semibrado. Alla “manade” ci hanno preparato un pranzo all’aperto. Il piatto forte è uno spezzatino di
toro (ma sì!). Nel pomeriggio, spettacolino. Si tratta della famigerata “marque à feu”. Un toro viene sbattuto a terra e immobilizzato da un’equipe di gentlemen che provvedono alla sua marchiatura a fuoco. Ma il ferro rovente, dicono loro, gli brucia solo il pelo e gli strati superficiali della pelle e dunque l’animale non soffre; si agita e muggisce non perché sente male ma solo perché è spaventato. Mah…
Torniamo in albergo e ci prepariamo per la serata. Saremo divisi in tre gruppi e ceneremo presso
alcuni soci di Montpellier che hanno generosamente messo a disposizione la loro abitazione. Una
serata meno formale ma più colloquiale e allegra e certamente più ricca di spunti enogastronomici
anche perché in questo campo, c’è da scommetterci, faranno a gara fra loro per far ben figurare il
loro club, le loro tradizioni e i loro territori. Ne riparleremo fra noi domani, durante il viaggio di ritorno.
Domenica, 9 settembre - Tre giorni sono volati ed eccoci alle prime luci dell’alba (non sono ancora
le dieci) pronti a ripartire per Arezzo. Anche stamani sono molti gli amici di Montpellier-Guilhem
che sono venuti a salutarci. Nel corso di questa visita sono stati particolarmente cordiali e calorosi.
Alcune cose le avevamo già viste le volte precedenti (la città vecchia, la Camargue ed altro) ma poco importa di fronte al piacere di ritrovare vecchi amici. D’altronde non è tanto per fare turismo
quanto per il piacere dell’amicizia che si fanno e si coltivano i gemellaggi. “À l’année prochaine!”,
dunque, e speriamo che ad Arezzo vengano in tanti.
Partiamo. Ci attendono circa dodici ore di viaggio e le prime sono impiegate – come previsto – a
parlare della cena della sera precedente. Pare che i nostri ospiti si siano tutti esibiti in piatti caratteristici e soprattutto in vini di grande livello e questo, forse, per farci intendere di aver ben appreso l’insegnamento degli Etruschi. Già, perché proprio nella serata di gala questo gli è stato ricordato - con una punta di perfidia - dalla nostra presidente, e cioè che secondo la testimonianza di Tito
Livio i Galli avrebbero appreso dagli Etruschi (cioè da noi) l’arte di coltivare le vigne e di fare buon
vino. Quella del vino è una corda sensibile per i francesi del Midi che sono orgogliosi del loro prodotto nazionale ma che sono anche persone di spirito e, sorridendo a denti un po’ stretti, hanno
incassato bene.
Arriviamo ad Arezzo senza problemi. L’unica emozione ce la fa provare l’autista del pullman che a
San Zeno, dopo aver fatto scendere Cesare e Paola, non riesce a far manovra e a uscire dalla villa.
Mentre si fa strada l’ipotesi di passare la notte in una delle camere di quella bella casa che avrà
pure l’inceneritore vicino ma ha anche, vivaddio, i bagni col bidet, l’autista, in un ultimo disperato
tentativo, imbrocca la manovra giusta, esce e in pochi minuti siamo nel piazzale da cui eravamo
partiti giovedì mattina. Stanchi ma contenti.
Vive la France! Viva l’Italia! Viva il Rotary! (e Viva le donne!)
*
Past President 2005-‘06
Di seguito alcune immagini della gita