Il Resto del Carlino

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Il Resto del Carlino
UNINDUSTRIA RIMINI
Mercoledì, 29 aprile 2015
UNINDUSTRIA RIMINI
Mercoledì, 29 aprile 2015
Stampa Locale
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GRADARA MARIO
«Pressione insostenibile, chiudono a centinaia»
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FILIPPO GRAZIOSI
Il socio' vorace degli imprenditori: il
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L' impresa modello
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Un anno ancora pieno di incognite
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NOTE METODOLOGICHE
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I colpi della crisi si fanno sentire Ma la Romagna sta resistendo
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RINGRAZIAMENTI
LUCA ORSI
«Imprenditori, è il momento del coraggio La nostra
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SPADAZZI MANUEL
Carim, Bonfatti resta al timone Sconfitta la lista degli
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ARMINIO SIMONE
«La ripresa è una sensazione tra gli industriali Ma per...
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SIMONE ARMINIO
«La svolta arriverà con le fusioni Un esempio? Il rilancio di...
SIMONE ARMINIO
«Siamo una terra di idee e startup Ma aiutiamo le aziende a...
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STEFANO MARCHETTI
Ipack­Ima confeziona il futuro A Milano la fiera del packaging
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ROPA ANDREA
«Meno sprechi e imballaggi verdi' È la sfida della grande...
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La stazione per i treni ad Alta Velocità
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Un premio per il miele in bustina
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Il treno 'travolge' la tassa di soggiorno
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«Bloccati in casa dai lavori del Trc»
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La proposta: meno tasse a chi tiene pulita e in ordine la città
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Sempre più aziende sono in perdita Ma c' è ottimismo per il...
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I fatturati sono in crescita E aumentano anche gli occupati
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L'export sostiene i ricavi delle aziende Si spera nella ripresa della...
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Il giro d' affari registra un boom del 16% Preoccupano redditività...
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Salgono i ricavi, ma si riducono gli utili Queste imprese sono un motore...
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«Bisogna puntare su agricoltura, turismo,
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«Nuovi prodotti, alleanze, export e talenti possono aiutare le...
Casse vuote: il Comune affitta 400 posti auto
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Ricavi e occupazione: c' è la ripresa
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Oltre cento eventi per approfondire
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Una forte vocazione internazionale
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Le fusioni e la fine del campanilismo
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Maggioli: «Noi fatti fuori dalla Fondazione Ha fatto convergere i...
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Debuttano al Fellini' i nuovi voli russi:1.200 passeggeria settimana
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Top 500 Romagna' Conoscerele imprese con il Resto del Carlino
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LUCA ORSI
«La salute delle imprese è ancora incerta Segnali positivi...
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Largo Vannoni si trasforma in un tappo
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Hera approva il bilancio: dividendo di 9...
29/04/2015 Corriere di Romagna Pagina 11
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«Assunzioni, più 117% è grazie al Jobs Act»
29/04/2015 Corriere di Romagna Pagina 11
LUCA CASSIANI
Banca Carim conferma Bonfatti e la...
29/04/2015 Corriere di Romagna Pagina 11
29/04/2015 Corriere di Romagna Pagina 29
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Al mare in treno: è il decimo anno
29/04/2015 Corriere di Romagna Pagina 31
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II Comune firma l' ordinanza, ripartono oggi i lavori del
29/04/2015 Corriere di Romagna Pagina 32
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Comuni, il sindaco Morelli allarga la fusione
29/04/2015 Corriere di Romagna Pagina 33
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Valmarecchia , il Pd sostiene la fusione dei Comuni
29/04/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 7
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Bilancio 2015 da 12 miliardi
29/04/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 7
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I numeri Serve oltre 38mila clienti
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Marr continua a fare passi da vero gigante L'
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Soci: Hera cambia lo Statuto
29/04/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 15
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Il generale Cecchi non risparmia nessuno dai vertici ai soliti amici degli...
Industriali fuori dalla Carim per un punto
29/04/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 15
Paolo Maggioli: "La Fondazione ha...
29/04/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 16
Università e impresa a tu per tu
29/04/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 20
Decima edizione per "Al mare in treno"
29/04/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 21
Trc bollente Lega Nord all' attacco su via Portovenere, Agenzia...
29/04/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 23
Bellaria All' asta per l' estate parcheggio da 400 posti
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La New Factor all' università insegna come fare
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VALERIA DE TOMMASO
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PARLA IL DIRETTORE PROVINCIALE DELLA CNA DAVIDE ORTALLI.
«Pressione insostenibile, chiudono a centinaia»
TASSE che divorano il 60% dei guadagni delle
imprese. Fisco Dracula. Cosa dicono gli
artigiani?
«Che sono allo stremo, la pressione fiscale è
davvero insostenibile, chiudono a centinaia»,
risponde Davide Ortalli, direttore provinciale
della Cna.
Partite Iva in caduta libera, saldo' negativo tra
nuove imprese e vecchie che chiudono.
«Non solo per il numero secco' in sè ma
soprattutto per il fatto che, mentre le imprese
che chiudono perché non riesono più ad
andare avanti ce ne sono di storiche, di
consolidate, affermate, che lasciano a casa
molti dipendenti con una formazione di tutto
rispetto, le nuove che aprono hanno tutta la
strada in salita. E spesso la loro attesa di vita',
diciamo così, non supera i sei ­ otto mesi».
Un disastro. «Più o meno. La pressione fiscale
e impositiva è davvero insostenibile. E si
aggiunge alle difficoltà per una domanda che è
bassa, e la sofferenza per le difficoltà nel
reperimento del credito bancario, ancora una
chimera o comunque difficilmente ottenibile
dalle imprese».
E i segnali di ripresa che secondo il governo ci sarebbero a livello nazionale?
«Siamo ancora in cortocircuito, che non si risolve nè col Jobs Act nè con la legge di Stabilità, pur
essendo provvedimenti meritori». Cosa propone Cna, che conta 4.800 imprese associate in provincia, il
60% artigianali, il 25% nel commercio?
«I Comuni dovrebber contenere almeno la pressione impositiva locale. Rimini qualcosa di buono l' ha
fatto, come la no tax area per nuove imprese, l' Imu al minimo per capannoni produttivi». Cos' altro si
può fare? «Ad esempio applicare la risoluzione del ministero che chiede a tutti i Comuni di far pagare la
tassa rifiuti solo una volta: oggi gli artigiani pagano quella ordinaria a metratura di capannone e quella
sui rifiuti speciali: un assurdo da cancellare». Mario Gradara.
GRADARA MARIO
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Il socio' vorace degli imprenditori: il fisco mangia il
60% dei guadagni
Le piccole aziende lavorano fino all' 8 agosto per pagare le tasse.
I L FISCO resta il socio' più vorace delle
piccole e medie imprese riminesi. Tanto che
quest' anno ogni azienda lavorerà per pagare
tasse, imposte e contributi fino all' 8 agosto.
Quindi inizierà a produrre reddito. Sono questi
i risultati più significativi del Rapporto dell'
osservatorio della Cna sulla tassazione alla
piccola impresa presentato ieri durante il
convegno Comune che vai, fisco che trovi'. Il
peso complessivo del fisco nel 2015 si attesta
al 60,5 per cento, in calo del 2,2% rispetto all'
anno scorso ma ancora ben lontano dal 56,9%
che era stato registrato nel 2011. Il calo di
quest' anno va interamente intestato all'
abolizione della componente lavoro dell' Irap.
Un beneficio che poteva essere ancora più
corposo se non fosse stato dimezzato dal
maggior prelievo dell' Irpef e dei contributi
previdenziali. Così il taglio dell' Irap si è
rasformato in reddito d' impresa e q u i n d i
soggetto all' Irpef. Nella classifica stilata dalla
Cna, Rimini si piazza quindi al 70° posto,
mentre la media nazionale si attesta al 62,2
per cento. La graduatoria è guidata dalle
piccole e medie imprese di Reggio Calabria con un peso fiscale del 74,9%, seguita da Bologna (72,9%)
e Napoli (71,9%). LA MANO del fisco a Rimini e provincia si allunga fino ad agosto. La Cna definisce
tax free day l' ultimo giorno in cui le imprese lavorano per il socio'. Come detto i nostri imprenditori sono
costretti a farlo fino all' 8 agosto. Un dato impressionante, ma in miglioramento rispetto agli anni
precedenti: l' anno scorso era il 16 agosto, nel 2012 addirittura il 20. La media nazionale si attesta al 14
agosto, mentre gli imprenditori meno tartassati sono quelli di Cuneo (17 luglio). Le cose vanno molto
peggio ancora a Reggio Calabria dove i primi guadagni iniziano a vedersi solo dopo il 29 setembre. I
tributi considerati nell' analisi della Cna sono: Irpef, contributi previdenziali dell' imprenditore,
addizionale regone e comunal Irpef, Irap, Imu, imposta sui rifiuti e Tasi. Dopo aver pagato tutto questo a
un piccola e media impresa cosa rimane? Su un reddito di 50mila euro in mano agli imprenditori
riminesi rimangono 19.728 euro, un gruzzoletto sopra la media nazionale e anche maggiore di quanto
non avvenisse lo scorso anno. Maglia nera resta Reggio Calabria dove restano solo le briciole, ovvero
12.553 euro.
Filippo Graziosi.
FILIPPO GRAZIOSI
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A CESENATICO.
Top 500 Romagna' Conoscerele imprese con il
Resto del Carlino
L'ANALISI e i bilanci delle prime 500 aziende
della Romagna. Sono quelli che trovate oggi
nell'inserto Top 500 Romagna. Conoscere le
imprese', in edicola allegato gratuitamente a
tutte le edizioni romagnole del Resto del
Carlino. Oltre ai dati delle 500 principali realtà
delle province di Ravenna, Forlì­Cesena e
Rimini, l'inserto contiene anche commenti,
interviste e analisi sugli andamenti economici,
sulle prospettive e le strategie per il futuro.
Il lavoro è frutto di un'iniziativa del Corso di
laurea magistrale in Economia dell'impresa
dell'Università di Bologna­Campus di Rimini e
di PwC, in collaborazione con la Cassa di
Risparmio di Cesena, Confindustria Romagna,
gli Ordini dei dottori commercialisti ed Esperti
contabili delle tre province romagnole, il Resto
del Carlino e SpeeD. E' stato curato dal
professor Gianfranco Capodaglio, ordinario di
Economia Aziendale dell'Università di
Bologna, e da un gruppo di dottori
commercialisti e di collaboratrici coordinato
dalla professoressa Stefania Vignini,
ricercatore di Economia Aziendale
dell'Università di Bologna. La ricerca sulle Top 500 della Romagna e l'inserto saranno presentati anche
durante un convegno, in programma oggi alle 15 al Grand Hotel da Vinci a Cesenatico, cui seguirà una
tavola rotonda con Marcello Tassinari (Aeffe), Luca Panzavolta (Commercianti Indipendenti Associati ­
Conad), Luca Vitiello (Gesmar), Matteo Babini (Micoperi), Bruno Piraccini (Orogel) e Eugenio Morselli
(Vicini). Modera Matteo Naccari, giornalista de il Resto del Carlino.
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L' impresa modello
L a Cna ha messo sotto esame un piccola
impresa m a n i f a t t u r i e r a t i p o : impresa
individuale, con cinque dipendenti (4 operai e
un impiegato), 430mila euro di fatturato e
50mila di reddito d' impresa. Dispone di un
laboratorio (350mq di superficie), un negozio
per la vendita e attrezzature.
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Un anno ancora pieno di incognite
Il Pil della regione salirà, ma serve tempo prima di tornare a correre.
SECONDO le ultime previsioni, nel 2015 il
Prodotto interno lordo dell'Emilia Romagna
registrerà una crescita compresa tra l'1 e l'1,2
per cento, trainata in particolare dall'export. Un
dato positivo, certo, che però non fa cantare
vittoria: l'economia non è guarita e la strada
verso la crescita è ancora lunga. In Romagna,
così come in Emilia, la disoccupazione resta
alta, interi settori, ad esempio le costruzioni,
attraversano un periodo nerissimo e chi ha gli
affari legati agli andamenti dei consumi interni,
dal commercio al turismo, sta ancora tirando la
cinghia. Insomma, come emerge dall'analisi
dei bilanci delle Top 500, in pratica le
principali aziende delle province romagnole,
che viene raccontata in questo inserto, anche il
2015 si presenta con molte incognite e nei
conti delle aziende si notano le ferite lasciate
da anni di difficoltà.
AL DI LÀ dei dati, emerge però l'ottimismo di
molti imprenditori che non si sono piegati
all'emergenza e che anzi si sono rimboccati le
maniche guardando avanti. Aggregazioni,
investimenti all'estero e in capitale umano,
lancio di nuovi prodotti sono le leve che molti tirano per invertire la rotta. La Romagna, poi, sta
dimostrando che l'unione fa la forza e che solo stando uniti, remando tutti dalla stessa parte, si possono
ottenere risultati. La nascita di Legacoop Romagna e la prossima creazione di un'unica Confindustria
vanno in questa direzione. Le imprese, per svilupparsi, hanno bisogno di territori coesi e uniti. E di
amministrazioni che le mettano al centro delle proprie agende. Si vedrà.
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NOTE METODOLOGICHE
CAMPIONE ANALIZZATO Sono state prese in
esame le prime 500 imprese con sede legale e
attività operativa nelle province della Romagna
(Forlì­Cesena, Ravenna, Rimini), selezionate
sulla base del fatturato nell'esercizio 2013, di
cui risulta disponibile il bilancio approvato.
Sulla base delle informazioni in nostro
possesso, sono state incluse nel campione
anche imprese con sede legale non nelle
p r o v i n c e d e l l a Romagna c h e a v e s s e r o ,
tuttavia, la sede direzionale, amministrativa ed
operativa nella Romagna, al fine di fornire una
rappresentazione dell'economia romagnola il
più accurata e completa possibile. I dati
riportati nelle tabelle sono quelli del bilancio
consolidato di gruppo, ovvero del bilancio
d'esercizio, quando il bilancio consolidato non
viene redatto. È stato esplicitato nella
descrizione del nome della società se l'attività
d'impresa è esercitata in forma cooperativa,
d a t a l 'importanza d i q u e s t o a g g r e g a t o
nell'economia romagnola. Dall'analisi sono
state escluse le società finanziarie (banche e
assicurazioni) e le holding finanziarie (ossia le
società che hanno come attività quasi esclusiva la gestione di partecipazioni in altre imprese, come le
cosiddette casseforti di famiglia') senza sede operativa nelle province della Romagna. Utilizzando le
informazioni disponibili, inoltre, si è cercato di escludere dal campione tutte le società controllate da
imprese già inserite in graduatoria, per evitare duplicazioni. Non siamo tuttavia in grado di escludere
che qualche gruppo sia stato presentato con più di una società nella graduatoria generale. È opportuno
precisare che per l'individuazione iniziale delle società è stata utilizzata la banca dati AIDA. È quindi
possibile che alcune imprese, pur avendo i requisiti succitati, non siano state inserite in graduatoria se
non è stato possibile reperire una copia del loro bilancio approvato. Infine, evidenziamo che la
classificazione nei diversi settori è stata effettuata utilizzando i codici ATECO attribuiti all' impresa dalla
banca dati AIDA. GLOSSARIO ­ LEGENDA L'analisi è volta ad approfondire tre rilevanti caratteristiche
delle maggiori imprese delle province romagnole: la dimensione, la redditività ed il rischio finanziario.
Ciascuna caratteristica è studiata attraverso l'utilizzo di appositi indicatori/indici di bilancio di seguito
illustrati. DIMENSIONE AZIENDALE 1) Ricavi: è il valore complessivo dei ricavi di vendita effettuato
nell'esercizio di riferimento. I dati presentati come esercizio 2013, sono relativi ai bilanci chiusi fra il 1
maggio 2013 e il 30 aprile 2014. 2) Totale Attivo: è il totale degli investimenti aziendali in essere al
termine dell'esercizio. È pari al totale delle attività di stato patrimoniale. 3) Patrimonio Netto: per
definizione è la differenza fra attività e passività e rappresenta la valorizzazione delle risorse investite
dai soci nell'impresa, direttamente attraverso il conferimento di denaro o beni e indirettamente
attraverso la mancata distribuzione di utili. È pari al patrimonio netto di stato patrimoniale (patrimonio
netto consolidato, in caso di bilancio consolidato). REDDITIVITÀ 5) Utile (perdita) d'esercizio: è il
risultato che sintetizza l'andamento economico dell'anno. Se positivo, significa che l'impresa h a
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generato beni/servizi con un valore superiore al costo di tutti i fattori produttivi impiegati nella
produzione/fornitura dei medesimi. È pari all'utile/perdita riportato in conto economico (utile/perdita
consolidato, in caso di bilancio consolidato). 6) Risultato Operativo (EBIT): misura il reddito
complessivamente prodotto da tutti gli investimenti non finanziari dell'impresa, prima degli oneri
finanziari e delle imposte. Tale risultato quindi non è influenzato dall'indebitamento della società. È
calcolato sottraendo ai ricavi di vendita tutti i costi ordinari di natura operativa. 7) MOL (EBITDA): è il
margine operativo lordo dato dalla differenza fra i ricavi di vendita e i costi delle materie prime, dei
servizi e del lavoro dipendente. È una misura indiretta della capacità dell'impresa di generare risorse
finanziarie attraverso la vendita di beni e/o servizi. È calcolato sottraendo ai ricavi di vendita tutti i costi
operativi ad eccezione degli ammortamenti, delle svalutazioni e degli accantonamenti. 8) ROE: misura
le redditività per i soci dell'impresa, ossia il rendimento del patrimonio netto. Nelle imprese (non
cooperative) è un indice sintetico dell'efficacia gestionale. È calcolato come il rapporto fra l'utile (perdita)
dell'esercizio e il patrimonio netto a fine esercizio. Se il patrimonio netto è negativo, l'indice non viene
calcolato. 9) ROI: misura la redditività del totale attivo, ossia quanto hanno reso gli investimenti
aziendali nell'anno considerato. È calcolato come il rapporto fra il risultato operativo e il totale attivo a
fine esercizio. 10) ROS: misura la redditività operativa delle vendite, ossia ci dice quanta parte del
fatturato dell'esercizio si è trasformata in reddito operativo. È un indice di efficienza della gestione: più
alto è il ROS, più efficiente è stata l'impresa. È calcolato come il rapporto fra il risultato operativo e i
ricavi di vendita. RISCHIO FINANZIARIO 11) Rapporto di Indebitamento: misura per ogni euro di
patrimonio netto, quante passività sono iscritte in stato patrimoniale. È quindi una misura
dell'indebitamento complessivo dell'impresa, che considera sia le passività finanziarie (ad es. debiti
verso banche), sia le passività operative (ad es. debiti verso fornitori, TFR e fondi rischi e oneri). Tanto
maggiore è tale rapporto, tanto più alto è il rischio finanziario. È calcolato rapportando tutte le passività
(operative e finanziarie) al patrimonio netto. Se il patrimonio netto è negativo, l'indice non viene
calcolato. 12) Copertura degli Oneri Finanziari: questo indice misura quando il margine operativo lordo
(o EBITDA) copre gli oneri finanziari dell'esercizio. Tanto maggiore è questo indice, tanto minore è il
rischio finanziario. È calcolato rapportando il MOL (EBITDA) agli oneri finanziari dell'esercizio.
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L' ANALISI I FATTURATI TENGONO, PERÒ SOFFRONO UTILI E REDDITIVITÀ.
I colpi della crisi si fanno sentire Ma la Romagna sta
resistendo
di GIANFRANCO CAPODAGLIO e STEFANIA
VIGNINI TOP500 Romagna n a s c e d o p o i l
successo di top500 Bologna. La scelta è stata
effettuata un po' per mantenere la tradizione e
un po' per poter fare agevolmente confronti
spazio­temporali fra aziende con un certo
livello di fatturato. Questi confronti vanno letti,
però, in un contesto che tenga conto del
particolare p e r i o d o p r e s o i n e s a m e ,
caratterizzato da diversi anni consecutivi di
difficoltà economiche generalizzate e delle
peculiarità proprie di ciascun territorio delle
province oggetto dell' indagine. In questo
contesto dobbiamo rilevare che l' esclusione
dalla ricerca delle imprese di minori
dimensioni potrebbe rendere non significativo
il confronto fra province caratterizzate da
diverse strutture economiche. Ci riferiamo
principalmente al territorio riminese, per il
quale l' esclusione delle società di minori
dimensioni potrebbe averci costretto a
trascurare la maggior parte del settore legato
al turismo, che rappresenta indubbiamente un
fattore essenziale dell' economia locale. Con
ciò vogliamo affermare che, nulla togliendo alla capacità segnaletica delle grandi aziende presenti all'
interno della top500, tutte le aziende, per così dire escluse mostrano uguale dignità. Questo limite
chissà che non possa costituire un pretesto per allargare in futuro ad altre aziende i nostri orizzonti di
studio. Date queste premesse, è possibile affermare che le 500 aziende presenti nel territorio della
Romagna, distribuite fra le provincie di Forlì­Cesena, Ravenna, Rimini, mostrano una fatturato medio in
aumento dal 2012 al 2013, che passa dal valore di 73,34 milioni di euro del 2012 al valore di 75,7 milioni
nel 2013 (incremento di circa il 3,22%). All' interno delle top500 abbiamo, in realtà, valori di fatturato
molto diversi. Si va dal massimo registrato dalla prima classificata con 1,5 miliardi al minimo di 13,86
milioni registrato dall' ultima classificata. Il fatturato medio cresce in tutte e tre le provincie, come si
evince dalla seconda tabella, che mostra gli andamenti medi del fatturato per singola provincia e fra le
provincie è, in particolare, Rimini a registrare l' incremento maggiore (6,59%) rispetto all' incremento del
3,24% misurato da Forlì­Cesena e dal 2,07% della rimanente Ravenna. I dati relativi all' utile non sono
confortanti ma, sostanzialmente, rispecchiano la situazione generale del paese che sta attraversando un
periodo di crisi piuttosto rilevante.
IN PARTICOLARE è la provincia di Rimini a mostrare una situazione di sensibile peggioramento dei
risultati di bilancio fra i due anni considerati, anche se la situazione non è troppo differente per le altre
due provincie. L' andamento dell' utile, ovviamente, si riflette negativamente sui valori degli indicatori di
redditività costruiti per i due anni considerati. Interessante è, tuttavia, osservare l' andamento dei valori
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legati al rischio finanziario. In particolare è utile evidenziare l' indice di copertura degli oneri finanziari
che mostra, in generale, un più che sensibile incremento medio (pari al 247,72%). Questo sembra un
dato molto confortante perché, di solito, maggiore è questo indice e minore è il rischio finanziario.
Questo importante incremento è molto probabilmente dovuto all' abbassamento del costo dell'
indebitamento e questo non desta particolare sorpresa, stando al contesto dell' andamento dei tassi d'
interesse nell' Eurozona. In conclusione sembra opportuno sottolineare che, anche se l' aspetto legato
alla redditività non offre, come già osservato, un panorama confortante, tuttavia, sono i dati
dimensionali, legati principalmente all' andamento del fatturato a mostrare che le aziende, anche
sacrificando la redditività, non hanno perso mercato, in attesa di una ripresa economica.
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RINGRAZIAMENTI
L' analisi dei bilanci è stata diretta dal
professor Gianfranco Capodaglio, ordinario di
E c o n o m i a Aziendale d e l l ' Università d i
Bologna, e curata da un gruppo di dottori
commercialisti e di collaboratrici coordinato
dalla professoressa Stefania Vignini,
r i c e r c a t o r e d i E c o n o m i a Aziendale d e l l '
Università d i B o l o g n a . I n particolare, s i
ringraziano per il prezioso contributo il dott.
Carlo Bacchetta, il dott. Luca Dal Prato, il dott.
Filippo Lo Piccolo, il dott. Raffaele Dini, la
dott.ssa Sara Sanna e la dott.ssa Emanuela
Marzoli.
Questa pubblicazione, infine, non sarebbe
stata possibile senza il supporto e la
collaborazione dei professionisti della
PricewaterhouseCoopers.
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L' INTERVISTA TOMASO GRASSI, PRESIDENTE DELLA CASSA DI RISPARMIO DI
CESENA.
«Imprenditori, è il momento del coraggio La nostra
banca è pronta a sostenervi»
di LUCA ORSI LA RECESSIONE continua a
incombere. Ma la Cassa d i Risparmio d i
Cesena ha chiuso positivamente il 2014. Lo
c o n f e r m a i l presidente, Tomaso Grassi:
«Abbiamo consolidato il nostro ruolo di banca
del territorio a sostegno delle famiglie e delle
imprese, soprattutto quelle di piccole e medie
dimensioni».
Può fare qualche esempio? «I mezzi
amministrati della clientela ammontano a
6.835 milioni di euro, di cui 4.179 milioni
relativi alla raccolta diretta e 1.067 milioni alla
raccolta gestita, che conferma anche nell' anno
trascorso il forte trend di crescita».
Cresce anche la domanda di credito? « I l
perdurare del quadro congiunturale non
favorevole ha comportato una stagnazione
della domanda di credito da parte di imprese e
famiglie. Tuttavia, pur nell' ambito di una
flessione complessiva degli impieghi
economici, che si sono attestati a 3.983 milioni
di euro, la Banca non è venuta meno al proprio
ruolo».
In che modo? «In particolare privilegiando
iniziative mirate sul finanziamento della prima casa a tassi particolarmente contenuti, che hanno
incontrato un notevole gradimento».
Qualche numero? «Nel 2014 sono stati erogati mutui per 173 milioni di euro e finanziamenti indiretti
sotto forma di leasing e credito al consumo per altri 30 milioni. Per supportare le famiglie e i privati che
hanno contratto un mutuo casa con la Cassa, anche per tutto il 2014 è stata concessa alla clientela la
possibilità di allungare la durata residua dei finanziamenti, al fine di diminuire l' importo della rata e
fornire di conseguenza una maggiore disponibilità di liquidità».
Il dato sull' utile? «L' utile netto di esercizio, dopo prudenziali accantonamenti per rettifiche su crediti che
risultano in linea col precedente esercizio, è pari a 4,112 milioni di euro».
Qual è lo stato di salute delle imprese del vostro territorio? «Il ciclo economico negativo che dura da
diversi anni continua a condizionare l' economia locale.
Ad eccezione di aziende che operano in settori anticiclici, ben pochi sono gli imprenditori che elaborano
progetti di sviluppo».
Come reagiscono alla crisi? «Sembra che la parola d' ordine sia attendere e rinviare, mantenendo o
contenendo i livelli produttivi, con il rischio che la struttura produttiva diventi obsoleta e perda
progressivamente competitività. È auspicabile che il calo dell' euro sul dollaro possa contribuire a
incentivare ulteriormente le esportazioni e iniettare maggiore fiducia negli imprenditori».
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Quali settori stanno meglio? «Nel nostro territorio la situazione non si discosta significativamente da
quella nazionale, ma si registrano lievi segnali di ripresa con l' andamento delle esportazioni e di alcuni
settori quali l' alimentare e il meccanico, ove il calo produttivo si è arrestato e si registrano timidi
incrementi di fatturato».
Dove sono invece i maggiori problemi? «Permane uno stato di difficoltà per le aziende legate all'
edilizia, in quanto non si registrano nuove iniziative nel settore abitativo, salvo il comparto delle
ristrutturazioni, spinto dalle agevolazioni di natura fiscale».
Qual è lo stato del mercato immobiliare? «Nel 2014, per la prima volta da tempo, c' è stato un aumento
delle transazioni. Il trend della flessione sembra essersi interrotto. La fiducia sta tornando tra i
risparmiatori incoraggiati dai bassi tassi sui mutui e da un clima di maggior ottimismo. Un quadro che
potrebbe far prevedere una prossima, seppur lenta, fine della crisi».
È fiducioso sul futuro a breve? «La crisi come segno negativo potrebbe finire già a fine 2015, ma per
recuperare il pregresso serviranno 5­7 anni. Per tutto questo periodo dovremo fare i conti con un lento
recupero e forse la situazione ante 2008 sarà difficile da recuperare, perché questa non è un' epoca di
cambiamenti, ma un cambiamento d' epoca». Quale ricetta per le imprese? «La situazione esige nuova
progettualità e il rilancio dei programmi d' impresa, che stentano a definirsi. I recenti provvedimenti e
incentivi a favore delle assunzioni di personale potrebbero stimolare nuovi investimenti, ma gli incentivi
da soli non bastano ad avviare la ripresa. Siamo in una fase nella quale occorre determinazione e
coraggio; noi, nel ruolo di banca del territorio, siamo pronti a sostenere nuovi progetti di sviluppo».
L' accesso al credito è spesso un punto dolente per le imprese. «La Cassa di Risparmio di Cesena non
ha modificato la politica di offerta del credito. Certamente l' attuale situazione congiunturale dell'
economia reale ci spinge a consolidare ulteriormente i comportamenti da sempre adottati, quali: la
validità del progetto e il grado di coinvolgimento degli imprenditori; la valutazione delle capacità
reddituali dei soggetti da finanziare; l' esame del settore di attività economica in cui operano, assieme
alla fiducia che comunque va riposta nelle persone e nelle aziende che decidono di investire anche in
periodi di crisi».
L' imprenditore vede le banche come controparte, non come alleate. «Ci preme precisare che la Banca
locale cerca sempre, nel limite del possibile, di sostenere il cliente, di proporgli rimodulazioni nella
struttura debitoria. E, fino a quando percepisce la capacità del cliente di onorare i propri impegni,
accetta e sostiene anche accordi di ristrutturazione».
LUCA ORSI
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Carim, Bonfatti resta al timone Sconfitta la lista degli
industriali
Si rafforza il socio di maggioranza, Ticchi porta due uomini nel cda.
BONFATTI resta al timone della Carim. Dalle
elezioni per i nuovi vertici della banca esce
sconfitta invece la lista presentata dagli
industriali riminesi, battuta sul filo di lana da
quella di Renzo Ticchi. Si rinforza invece con il
voto di ieri la Fondazione Carim, azionista di
maggioranza della banca, e vicina alla lista
capitanata dallo stesso Ticchi. Un verdetto che
ha suscitato reazioni tra gli industriali (si legga
l' articolo sotto) e tra alcuni piccoli azionisti di
Carim, a partire d a E n r i c o C e c c h i , l ' e x
comandante della Guardia di finanza che con i
suoi esposti ha avuto un ruolo importante nell'
indagine avviata contro gli ex vertici della
Cassa.
Le votazioni di ieri per eleggere il nuovo cda di
Carim, erano state precedute in questi giorni
dalle grandi manovre delle tre liste in campo
per ottenere consensi. Prova ne è stata l' alta
partecipazione al voto: ieri alla sala Manzoni
erano presenti azionisti in rappresentanza di
quasi il 76% del capitale sociale della Carim. E
quando è cominciato lo scrutinio, si è capito
che sarebbe stato un testa a testa tra la lista
degli industriali e quella di Ticchi, che ha avuto il 10,1% dei voti contro l' 8,5% degli industriali. Un dato
che ha permesso alla lista di eleggere due consiglieri, lo stesso Ticchi e Massimo Giusti, nonché (in
virtù del nuovo statuto) il presidente del collegio dei revisori, Paolo Casadio Pirazzoli, affiancato da
Mauro Nini e Giuseppe Savioli. A completare il cda di Carim cinque uomini indicati dalla Fondazione:
Sido Bonfatti, confermato presidente, Matteo Guaitoli (il nuovo vice), Vera Negri Zamagni, Patrizia
Albano e Fabio Pranzetti.
Prima del voto, durissimo affondo di Cecchi, che ha accusato il presidente di Fondazione Carim
Massimo Pasquinelli «di aver fatto saltare la fusione con la Cassa di Cesena» e «ostacolato» la lista
degli industriali. Per il rieletto Bonfatti, che insieme agli altri amministratori resterà in carica fino alla
primavera 2018, la sfida ora è quella di «lavorare insieme in uno scenario economico sempre più
complesso. Il nuovo cda continuerà a garantire il sostegno a famiglie e piccole e medie imprese. Siamo
consapevoli del lavoro impegnativo che ci aspetta. La convinzione è che ci riusciremo insieme, nell'
interesse della banca, per soddisfare così le aspettative dei soci e di un territorio che guarda a Carim
come punto di riferimento per il suo rilancio economico e sociale». Manuel Spadazzi.
SPADAZZI MANUEL
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AEROPORTO.
Debuttano al Fellini' i nuovi voli russi:1.200
passeggeria settimana
NUOVI VOLI dalla Russia per Rimini. Da oggi
debuttano i collegamenti da Mosca con le
compagnie Vim e Yamal, che partono
complessivamente con sei voli settimanali (tre
in arrivo, altrettanti in partenza), di cui due
nella giornata di mercoledì e gli altri quattro al
sabato. La Vim atterrerà al Fellini' mercoledì e
sabato, la Yamal al momento ha solo due voli
(in arrivo e in partenza) al sabato. Coi nuovi
collegamenti al Fellini' si aggiungono così
circa altri 1.200 passeggeri alla settimana.
«Ma l' intenzione dice Stefano Sberlati, uno dei
soci del tour operator Spasskie Vorota è quello
di andare a incrementare ulteriormente i
collegamenti con Rimini, anche se ancora non
abbiamo definito in tutti i dettagli il contratto
c o n Airiminum», la società che gestisce lo
scalo.
Che sta portando avanti le trattative anche con
altre compagnie, non solo russe, per cercare
di irrobustire in questo modo il programma di
voli dal Fellini'.
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L' IRA DEGLI ESCLUSI DAI VERTICI DELLA BANCA.
Maggioli: «Noi fatti fuori dalla Fondazione Ha fatto
convergere i voti sull' altra cordata»
NON CI STANNO a passare per gli sconfitti.
M a d i f a t t o p e r g l i industriali è s t a t a u n a
disfatta. Che Paolo Maggioli, presidente d i
Unindustria, spiega così: «E' stato evidente a
tutti oggi (ieri per chi legge, n d r ) c h e l a
Fondazione Carim ha appoggiato la lista di
Ticchi facendo confluire su questo gruppo voti
di soci influenti della banca. Ed è un vero
peccato, perché la Fondazione ha dimostrato,
come temevamo, di non aver colto il nostro
tentativo: quello di far entrare nel nuovo
consiglio d' amministrazione della banca,
attraverso persone esperte di credito e
finanza, il mondo produttivo riminese. Il nostro
voleva essere un contributo al rilancio della più
importante banca d e l t e r r i t o r i o » . Maggioli
assicura che «gli industriali continueranno a
stare vicini alla Carim, perché è un bene
troppo importante per la città. Peccato, però,
aver riscontrato questo atteggiamento da parte
della Fondazione Carim, che ci ha remato
contro».
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L' INTERVISTA GUIDO OTTOLENGHI, PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA RAVENNA.
«La ripresa è una sensazione tra gli industriali Ma
per coglierla, le istituzioni si sveglino»
di SIMONE ARMINIO «LA RIPRESA
economica? Tra gli imprenditori ravennati ad
oggi è una sensazione, che speriamo poter
confermare molto resto. Ci spera Guido
Ottolenghi, industriale del campo petrolifero e
presidente d i Confindustria. A lui abbiamo
chiesto un' analisi dello stato dell' arte, tra una
crisi che non vuole passare e un tessuto
industriale che da anni spinge sull'
acceleratore della ripresa, unica chiave per
uscire dal guado.
Ottolenghi, dicevamo, questa sensazione.
«Comincia ad esserci, dopo così tanti anni di
crisi, un maggiore ottimismo tra le imprese. Gli
imprenditori tornano lentamente a leggere i l
futuro con maggiore positività, si sente
nuovamente parlare di investimenti, di sfide».
Eppure la crisi è ancora qui. «Alcuni settori
sconteranno anche nei prossimi anni il troppo
terreno che si è perso. Penso all' edilizia, che
vede finalmente una ripresa dei mutui e quindi
della richieste di case in città e provincia ma
ha uno stock di immobili costruiti e rimasti
invenduti in questi anni che tiene fermo il
mercato anche a fronte di un risveglio della domanda». Cosa ha retto meglio, nel ravennate? «La
meccanica di precisione e alcune attività industriali molto specializzate. E le loro peculiarità sono state
premiate negli ultimi mesi da un aumento esponenziale dell' export».
Al resto penserà il Jobs Act? «La legge ha alcuni aspetti molto positivi, l' opinione è buona. Se non ci
sono già risultati corposi è solo perché gli imprenditori e la stessa Confindustria stanno ancora
analizzandone i meccanismi e le opportunità. Ma la sensazione è che un' iniezione di flessibilità farà
molto bene al mercato».
A voler essere positivi cala anche l' accesso agli ammortizzatori sociali. «Un dato veritiero, ma che va
letto in due modi: alcune imprese che non chiedono più cassa perché sono uscite dalla crisi, altre hanno
gettato la spugna».
E le istituzioni locali, hanno gettato la spugna? «Sul problema del porto avrebbero potuto dimostrare più
coraggio e capacità di visione. C' è il rischio che si sia perso davvero troppo tempo. Speriamo di
doverci ricredere».
La coesione sociale ha funzionato? «A Ravenna, per fortuna, c' è una lunga tradizione di rapporti forti
ma costruttivi con i sindacati. Un bagaglio di dialogo che, durante la crisi, in molti casi ha fatto sì che
prevalesse il buonsenso».
Per fortuna c' è il turismo. «È una voce molto importante e meritevole di massima attenzione. Ma questo
non vuol dire che non possa e non debba crescere ancora e mantenere la sua importanza nell'
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economia adeguandosi ai tempi. Perché c' è da dire che anche la domanda turistica in Romagna è
molto cambiata». Poi c' è la manifattura. «Il rapporto tra industria e turismo non è mai stato conflittuale.
La chimica o la meccanica di precisione, per dire, hanno sempre rappresentato per Ravenna un ambito
importantissimo». Ma è inutile parlare solo di Ravenna. A breve nascerà Confindustria Romagna. «La
fusione con gli industriali di Forlì­Cesena e Rimini procede convintamente. C' è molto entusiasmo anche
tra gli iscritti. Siamo tutti convinti che una Confindustria unita saprà e potrà dare risparmi di gestione e
opportunità maggiori a tutti quanti». Altre associazioni e magari istituzioni vi seguiranno? «Ce lo
auguriamo. Il campanilismo non funziona più, questo si è capito. Soprattutto nei settori produttivi. Basti
guardare agli aeroporti o alle fiere. La concorrenza non è più qui ma altrove. Allora cosa aspettiamo a
unirci?»
ARMINIO SIMONE
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Le fusioni e la fine del campanilismo
Confindustria Romagna, che nascerà dall'
unione di Ravenna, Forlì­Cesena e Rimini, ha
avviato un processo che ha contagiato anche
le Unindustria di Bologna, Modena e Ferrara e
che potrebbe coinvolgere, in futuro, le Camere
d i Commercio e l e a l t r i a s s o c i a z i o n i d i
categoria.
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L' INTERVISTA VINCENZO COLONNA PRESIDENTE DI UNINDUSTRIA FORLÌ­CESENA.
«La svolta arriverà con le fusioni Un esempio? Il
rilancio di Macfrut»
di SIMONE ARMINIO «UNA SITUAZIONE
stabile, senza cambiamenti straordinari in
negativo ma purtroppo neppure in positivo. Il
dramma è che, in mancanza di segnali chiari,
ci tocca essere ottimisti a tutti i costi».
Vincenzo Colonna è amministratore delegato
di Ivas e Unindustria Forlì­Cesena. Insieme ai
colleghi di Ravenna e Rimini sta lavorando al
processo di fusione che, entro fine 2016,
porterà alla nascita della grande Unindustria
Romagna.
Presidente, neanche l' avvio del 2015 vi ha
concesso segnali di ripresa?
«Qualcosa a ben guardare c' è stato, ma
onestamente non me la sento di dire che si
tratta di un' effettiva inversione di tendenza. Di
sicuro, però, il nuovo anno ha portato con sé
una rinnovata voglia di fare e di reagire in tutti i
campi.
Fuorché, purtroppo, l' edilizia.
Il mattone, sia sincero, si riprenderà mai?
«La sofferenza del settore è ancora molto alta.
La crisi è pesante, mancano segnali concreti di
ripresa. Anche i processi di ristrutturazione dell' esistente, che dovevano rappresentare l' ancora di
salvezza, non si sono ancora visti. Ma qualcosa in questo senso dovrà arrivare: abbiamo degli obblighi
nei confronti dell' Europa che ci dicono che, entro il 2020, gran parte degli edifici dovrà rispondere a
degli standard di efficientamento energetico. Una partita da 12­14 miliardi di euro».
Cosa va bene, invece? «Settori come l' agroalimentare nel nostro territorio stanno continuando a
funzionare bene. Poi c' è la metalmeccanica. E, in generale, tutti coloro che hanno un prodotto da
esportare hanno dimostrato e continuano a dimostrare una reattività maggiore».
Certo i più piccoli faticano ad andare in giro per il mondo.
«Per questo motivo, come Unindustria, ci stiamo sforzando nel favorire l' aggregazione e la nascita di i
reti d' impresa. Non è molto semplice prendere realtà da sempre autonome e convincerle a cedere
sovranità nei propri processi produttivi per unirsi, magari con un concorrente. Ma le aziende che ci sono
riuscite e hanno creato reti in orizzontale o verticale, penso al packaging o al confezionamento della
frutta, hanno avuto un valore aggiunto altissimo.
Nel frattempo, parlando di frutta, avete perso Macfrut.
A Rimini, Macfrut crescerà moltissimo e questo sarà una grande opportunità per le nostre aziende.
Erano in molti a chiedercelo. È stata dura, anche per la nostra fiera, fare lo sforzo psicologico di
ragionare come Romagna e non più come Forlì­Cesena. Ma il valore aggiunto di trasferire il nostro
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gioiello di fiera nei padiglioni straordinari di Rimini è altissimo.
Ragionare in termini di Romagna è quello che sta facendo anche Unindustria, d' altronde.
La fusione procede a grandi passi.
Lo scorso 15 aprile c' è stato il primo incontro a comitati riuniti, c' è già un documento firmato e un
progetto in stadio avanzato. Nel frattempo molte cose le facciamo già insieme e i risultati, in termini di
massa critica delle nostre aziende, sono già quantificabili». E la nuova legge sul lavoro sarà un limite o
un vantaggio?
«Se le promesse del governo diventeranno realtà il Jobs Act sarà solo un vantaggio. Di sicuro, finora, c'
è che la nuova legge ha dato un' iniezione di fiducia alle imprese, che in questi primi mesi dell' anno
sono tornate ad assumere. E se riparte il lavoro riparte l' economia, questo è indubbio».
Il nuovo corso servirà ad attrarre nuovi investimenti?
Pensi a Bologna, che ha vinto' il nuovo stabilimento Philip Morris.
«Un evento positivo che speriamo non rimarrà unico. E non lo sarà se la burocrazia farà grandi passi di
chiarezza. La nostra, poi, è una regione potenzialmente molto ricettiva in questo senso. Un territorio
virtuoso, va detto, dove la gente è abituata a darsi da fare per produrre valore aggiunto. Valori che all'
estero apprezzano». Cosa chiede alla Regione?
«La nuova Giunta deve ascoltare la voce degli imprenditori e aiutarci in quelle cose che, da soli, non
abbiamo la forza di cambiare. Occorre lavorare insieme, imprese e istituzioni. Anche questo è
indubbio».
SIMONE ARMINIO
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29 aprile 2015
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L' INTERVISTA PAOLO MAGGIOLI, PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA RIMINI.
«Siamo una terra di idee e startup Ma aiutiamo le
aziende a crescere»
di SIMONE ARMINIO «IN QUESTI anni tutti,
compresi i più piccoli, si sono ingegnati per
sopravvivere. Ma non basta: per tornare a
crescere occorre essere in grado di superare
gli steccati personali e collaborare». Paolo
Maggioli, presidente d i Confindustria Rimini,
Paolo Maggioli, analizza lo stato dell' arte e
avverte: «Il futuro è di chi reagisce. Ma il
monito, sia chiaro, è riferito anche agli enti
locali».
Maggioli, intanto ci descriva lo stato dell' arte:
come va l' economia, oggi, nel riminese?
«Rispecchia la situazione nazionale. Ovvero:
nei primi mesi 2015 si vede una ripresa, e
questo è un asopetto positivo, non si vedeva
un segnale da diversi anni, come tutti
sappiamo. Ma si tratta di qualcosa di precario:
in tre mesi non si recupera il calo di tutti questi
anni».
Che segnali vede? «C' è una crescita
interessante sull' export. E se si conferma il
dato molto interessante sulle aziende che già
esportavano, soprattutto è aumentato il
numero di aziende che esportano. Un dato
interessante su cui continuare a insistere». La crisi ha portato all' estero chi non ci pensava neppure.
«Beh, di certo ha spinto molte piccole realtà riminesi a ingegnarsi per esportare. E questo è un dato
molto positivo».
Resta fuori l' edilizia, che per ovvi motivi non potrà esportare. Con loro come la mettiamo? «Quel mondo
ontinua a essere assolutamente fermo. Nell' area di Rimini, per dire, dal 2013 al 2014 le aziende edili
sono passate da 528 a 457. E se non riparte l' edilizia, sia chiaro, la ripresa potrà essere soltanto
episodica».
Roma non vuole riconoscere lo stato di crisi del settore. Ma sul locale si può fare qualcosa? «Le
iniziative locali sono importanti. Prenda il piano strategico partito a Rimini e provincia. Sono partiti i
primi bandi per la ristrutturazione e il frazionamento degli appartamenti. Potrebbe essere un volano,
eppure ancora se ne sa pochissimo. È un' opportunità che andrebbe promossa. E invece si continua a
parlare di fermare il consumo del territorio. Una cosa che, parlando di edilizia, in questi anni pare ormai
sufficientemetne assodata».
Poi c' è il mondo delle startup digitali. Ne nascono mille ma solo una, prenda Yoox, cresce e crea
sviluppo. Dov' è l' errore? «Yoox è un esempio interessante e di grande successo. In questi anni,
purtroppo, tra le tante startup nate, ben poche hanno avuto percorsi di successo. La sfida, perciò, non è
tanto fare nascere iniziative innovative, ma far sì che non restino in incubatrice tutta la vita ma, a un
certo punto, facciano il salto per diventare aziende di successo.
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Per far sì che accada, ovviamente, servono fondi di investimento e serve che le banche, le istituzioni e il
territorio investano su di esse».
Meglio farlo subito, prima che arrivi un fondo straniero e ci rubi idea e proprietà di una startup, come
spesso accade. «Ma guardi che in molti casi, l' intervento di fondi stranieri non è negativo. Ci sono storie
di successo di startup romagnole che hanno ceduto quote a fondi stranieri, mantenendo il proprio
management e sfruttando le nuove risorse per fare il grande salto internazionale. In quel caso non è una
sconfitta ma una vittoria del nostro territorio, che si dimostra reattivo e capace di attirare risorse».
Si è reattivi anche se si hanno le giuste infrastrutture. Rimini come sta? «L' aeroporto è ripartito dopo
mille vicissitudini. Poi c' è la fiera: un gioiello che la crisi non ha intaccato. Quest' anno si è arricchita del
Macfrut, coalizzandosi con Cesena. Un esempio di collaborazione che dovrebbe fare scuola. In regione,
invece, assistiamo ancora a una contrapposizione provinciale che oggi non ha più senso. La
concorrenza non può più essere tra Rimini e Bologna o Bologna e Parma, quanto piuttosto tra
Emilia­Romagna e Milano o Francoforte. Per questo è necessario che le fiere della nostra regione
trovino un dialogo e una collaborazione fattiva. Come industriali lo auspichiamo. La Regione, invece,
dovrebbe pretenderlo». Il modello è quello delle confindustrie romagnole, destinate a unirsi? «Il
processo che abbiamo abbiato si concluderà entro il 2016. è importante capire, però, che non si è
trattato di un vezzo. Unirsi è stato una necessità, l' unico modo per affrontare le sfide dell'
internazionalizzazione, resistendo alla crisi e facendo massa critica. Assurdo che le istituzioni non l'
abbiano ancora capito».
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PARTNERSHIP CON ICE E MINISTERO PER LO SVILUPPO.
Una forte vocazione internazionale
LA CIFRA distintiva di Ipack­Ima è l'
internazionalità: il settore della lavorazione e
del confezionamento, del resto, è fortemente
proiettato verso il mercato estero.
La fiera è stata inserita dal ministero per lo
Sviluppo economico nel ristretto numero delle
mostre professionali leader, e beneficia dei
fondi stanziati per potenziare l' arrivo di
operatori esteri e l' organizzazione di eventi sui
mercati di maggiore interesse. Ipack­Ima,
dunque, è stata promossa in 55 fiere
internazionali del settore packaging in 17
Paesi, e vi parteciperanno espositori da 51
Paesi. Con il supporto di Ice, l' agenzia per la
promozione all' estero delle imprese italiane,
sono state organizzate 270 delegazioni di
buyer provenienti da 50 Paesi. Sempre con l'
Ice è stata sviluppata un' intensa azione di
direct marketing. Ipack­Ima ha dato vita nel
2014 anche a East Afripack, iniziativa fieristica
che ha portato la filiera del processing,
packaging e converting a Nairobi: la seconda
edizione è già fissata dal 12 al 14 ottobre
2016.
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29 aprile 2015
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Ipack­Ima confeziona il futuro A Milano la fiera del
packaging
Dalla materia prima al punto vendita: tutti i protagonisti della filiera.
Stefano Marchetti MILANO QUANDO
acquistiamo un prodotto, di solito stiamo più
attenti al contenuto che al contenitore... Ma
spesso quella che può sembrare
semplicemente una bella confezione' in realtà
racchiude un tesoro di ricerca e di tecnologia:
soprattutto per i prodotti alimentari, i processi
di lavorazione e imballaggio sono
fondamentali per garantire la conservazione e
la freschezza.
Dal 19 al 23 maggio, nei padiglioni di
FieraMilano ce lo dimostrerà Ipack­Ima, la
fiera triennale di tecnologie e materiali per il
processing e il packaging nei settori food e
non food, una delle più grandi e articolate
vetrine mondiali della filiera. Ipack­Ima è
affiancata quest' anno da mostre verticali
focalizzate sul prodotto alimentare fresco:
carne, latte e ortofrutta. Il ministero per lo
Sviluppo economico l' ha inserita fra le fiere
simbolo del made in Italy, che quindi godranno
del sostegno del Piano straordinario per il
rilancio internazionale dell' Italia, compreso nel
decreto Sblocca Italia.
IL NOSTRO Paese, infatti, è leader nelle macchine automatiche per l' imballaggio, un settore che fattura
oltre 5 miliardi di euro, e l' Emilia Romagna è in prima fila. Proprio lungo la via Emilia, con il baricentro a
Bologna, la packaging valley' è uno dei distretti industriali più brillanti: qui si costruiscono macchine
capaci di confezionare ogni genere di prodotto, dalle sigarette agli alimenti, dalle piastrelle alle bibite.
La fiera milanese acquisisce poi un significato ancora maggiore per la concomitanza con l' Expo
dedicato all' alimentazione, e non a caso Ipack­Ima è l' unica fiera riconosciuta dall' Expo come leader in
Italia nel suo settore: nella lotta allo spreco alimentare, i sistemi di confezionamento giocano un ruolo
primario.
«IPACK­IMA rappresenta un unicum a livello mondiale», fa notare l' ad Guido Corbella.
Non è una sola fiera ma ne racchiude altre cinque: a Ipack­Ima si affiancano infatti tre mostre focalizzate
sui prodotti freschi, Meat­Tech (lavorazione, conservazione, packaging e distribuzione di carni e
salumi), Dairytech (rivolta al settore lattiero caseario), Fruit Innovation (il progetto più recente, dedicato
a tecnologie e servizi per la filiera industriale della frutta e della verdura, un settore in notevole
evoluzione), oltre a Converflex, la mostra della stampa sugli imballaggi e l' etichettatura, e Intralogistica
Italia (organizzata in collaborazione con Deutsche Messe), che punta l' obiettivo sulla logistica e la
movimentazione interna.
INSOMMA, una vera manifestazione di filiera e di sistema in grado di attrarre 1.850 espositori (un
numero in notevole crescita), di cui 600 esteri: «A oggi non esistono altre B2B che offrano una visione
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così completa e al contempo così specializzata, dunque segmentata per valorizzare le soluzioni nelle
aree applicative più dinamiche, in particolare nel fresco alimentare», aggiunge Guido Corbella. FRA I
PRIMATI di Ipack­Ima, c' è anche quello di essere la fiera di riferimento nel mondo per le tecnologie di
lavorazione della pasta e del grain based food', ovvero i prodotti a base di grano: anche questa è un'
eccellenza italiana ed è importante che il nostro Paese possa mostrare al mondo il suo know how',
quello che riesce a fare. Per confezionare un futuro di fiducia, oltre la crisi.
STEFANO MARCHETTI
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FRA CONFERENZE, SEMINARI E PRESENTAZIONI.
Oltre cento eventi per approfondire
CON più di cento eventi, fra conferenze,
seminari e presentazioni, Ipack­Ima è anche
un' importante occasione di approfondimento.
Fra gli appuntamenti più significativi, si
segnala la conferenza inaugurale con una
lectio magistralis di Carlo Ratti, direttore del
Mit Senseable City Laboratory e ideatore del
Supermercato del futuro di Expo 2015.
Di speciale interesse, poi, il convegno
internazionale del 20 maggio «Designing a
resilient future: food, technology and
sustainable development» che discuterà un
tema fondamentale: come affrontare la sfida di
assicurare nel 2050 accesso al cibo, salute e
sostenibilità a una popolazione di 9­10 miliardi
di persone. Coordinerà i lavori Claudio Peri,
professore emerito dell' Università di Milano.
Fra i relatori Greg Drescher, vicepresident The
Culinary Institute of America, Michael Bakker,
direttore di Google food services, e Paolo
Barilla, vicepresidente della Barilla.
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I DATI DELL' OSSERVATORIO SUL SETTORE.
Ricavi e occupazione: c' è la ripresa
LA RIPRESA economica c' è, e lo confermano
i dati dell' Osservatorio Ipack­Ima, riferito al
settore del packaging e del processo food e
non food. L' indagine congiunturale sul
secondo semestre 2014 (sviluppata su un
campione di 146 imprese con 8.500 addetti e
2,2 miliardi di fatturato) indica numeri positivi.
Un terzo delle imprese produttrici ha segnato
ricavi in crescita e il dato soddisfacente
riguarda anche le esportazioni: quasi tre
aziende su dieci hanno dichiarato di aver
avuto un aumento e solo il 10% ha subito un
calo. I livelli occupazionali sono rimasti
inalterati per l' 86% delle aziende: anzi, il 12%
delle imprese ha incrementato il numero degli
addetti. «Le aspettative economiche delle
imprese hanno fatto passi avanti, con un
effetto traino, seppur timido, sugli investimenti
spiega il professor Giampaolo Vitali,
segretario del Gruppo Economisti d' impresa,
che ha coordinato lo studio . La crescita è
destinata a consolidarsi e proseguire in base
alle aspettative rilevate per i primi sei mesi del
2015».
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«Meno sprechi e imballaggi verdi' È la sfida della
grande distribuzione»
Marco Pedroni, presidente di Ipack­Ima 2015, punta sulla sostenibilità.
Andrea Ropa MILANO QUANDO i big di un
settore scendono in campo per rappresentare
gli interessi della propria categoria, significa
che la partita è davvero importante. È il caso
di Marco Pedroni, numero uno di Coop Italia,
una delle maggiori realtà italiane della grande
distribuzione, al quale è stata affidata la
presidenza dell' edizione 2015 di Ipack­Ima.
Prima di lui era toccato, nel 2009, ad Alberto
Bauli e, nel 2012, a Paolo Barilla. Si tratta della
prima volta che un esponente di primo piano
della Gdo riveste questo ruolo.
Se lo aspettava? «Francamente no, quando mi
hanno chiamato ero sorpreso. Mi hanno
spiegato che volevano un rappresentante della
parte finale della filiera e ho accettato volentieri
perché per noi l' imballaggio è un tema
fondamentale su cui lavoriamo da tempo e
siamo impegnati in un dialogo costruttivo con
produttori e consumatori».
Qual è il punto di forza dell' edizione 2015?
«Senz' altro il lavoro comune degli attori della
filiera, per i quali Ipack­Ima rappresenta un'
occasione importante p e r f a r e i l s a l t o d i
qualità. Questo evento ci aiuta a fare sistema: distributori, confezionatori e produttori devono lavorare
insieme partendo dal cliente».
Come vede il packaging del futuro? «Si punterà sulla riduzione di materiali, energia e costi, per mitigare
l' impatto economico e ambientale degli imballaggi attraverso la politica del risparmio­riciclo­riutilizzo.
Ma questo non vuol dire realizzare imballaggi poveri'».
Cioè? «Il packaging è parte fondamentale del prodotto e attraverso di esso passano marketing,
tracciabilità, sicurezza e durata del prodotto stesso. Pertanto nessun produttore potrà permettersi di
lesinare risorse e investimenti su questo settore». In che modo l' innovazione tecnologica può migliorare
il packaging? «Stanno nascendo interfacce, in particolare legate a internet, che ci permettono di dare
più informazioni al consumatore. È il tema delle cosiddette etichette aumentate', che attraverso
smartphone e schermi dedicati nei punti vendita sono in grado di approfondire aspetti impossibili da
sviluppare sulle tradizionali etichette stampate. Inoltre, la tecnologia consente di migliorare la qualità
degli imballaggi e quindi di fare passi in avanti per aiutare zone del mondo in difficoltà». Per esempio?
«Un prodotto ben imballato e ben conservato sarà sempre più in grado di allargare il proprio mercato,
sia in termini temporali sia in termini geografici. Per questo, fra gli appuntamenti di Ipack­Ima 2015, ci
saranno diverse iniziative legate all' Africa, continente in cui attraverso un packaging di nuova
generazione sarà più facile portare aiuti alimentari e prodotti in grado di favorirne la crescita».
L' incarico affidato a lei sottolinea la sinergia di Ipack­Ima 2015 con Expo. «L' esposizione universale è
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un' occasione unica per segnalare che in Italia, oltre al buon cibo, c' è una grande industria legata al
confezionamento alimentare. Perciò è evidente che collocare la nostra fiera negli stessi giorni e in
padiglioni attigui sottolinea l' affinità dei temi trattati».
ROPA ANDREA
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L' INTERVISTA LA RICETTA DI ROBERTO SOLLEVANTI, PARTNER DI PWC.
«Nuovi prodotti, alleanze, export e talenti possono
aiutare le aziende a svilupparsi»
di MATTEO NACCARI ALLEANZE,
investimenti in talenti, sfruttamento delle
tecnologie digitali, sviluppo dei mercati esteri,
lancio di nuovi prodotti. Sono queste, secondo
i manager italiani, le principali strategie da
seguire per spingere la crescita delle proprie
aziende.
Lo scenario emerge da una ricerca di PwC, la
Annual Global Ceo Survey', giunta alla
18esima edizione, che annualmente fotografa
il livello di fiducia degli amministratori delegati
di 77 Paesi , elaborando poi i dati per singola
nazione.
Roberto Sollevanti, lei è partner di PwC e
quotidianamente affianca le più importanti
aziende anche del territorio romagnolo nello
sviluppo dei propri business e nel controllo dei
propri conti. Come commenta questi risultati?
«Questi sono sicuramente driver che possono
aiutare lo sviluppo delle imprese. Dobbiamo
capire che la crisi ci ha traghettato in un
mondo completamente diverso rispetto a
qualche tempo fa, la concorrenza è aumentata,
ci sono nuovi mercati in continua crescita con
milioni di consumatori con redditi in aumento e che sono affamati di made in Italy. Non si possono più
aspettare i clienti in ufficio, siamo noi che dobbiamo andarli a cercare».
Insomma, bisogna cambiare pelle per non morire. «Esatto. Ed è quello che molte imprese italiane
stanno facendo. Cito altri risultati della ricerca: il 49% dei Ceo italiani dichiara di essere interessato all'
internazionalizzazione e di voler far crescere la propria società per linee esterne attraverso acquisizioni
o alleanze. Erano il 35% l' anno scorso».
L' export è una medicina per tutti. D' altra parte negli ultimi tempi i segnali positivi sono arrivati
soprattutto da chi non si è limitato ai confini italiani. Su quali Paesi si punta principalmente? «Stati Uniti,
Cina e Germania.
Certo, non è semplice andare da soli all' estero e infatti molti imprenditori lo hanno capito cercando
alleanze oppure aggregandosi per aggredire nuovi mercati. La combinazione di aziende permette di
aumentare le competenze a livello commerciale, operativo, industriale e finanziario e di diventare più
competitivi».
Anche investire in talenti e innovare sono leve strategiche, concorda? «Sì, partiamo dai talenti. In
passato molti imprenditori assumevano profili con un percorso formativo e valori allineati a quelli
aziendali, ora si tende sempre di più a cercare figure in grado di pensare e lavorare in modo nuovo per
favorire il processo di innovazione e servire al meglio clienti dai comportamenti e dai gusti molto diversi
tra loro. Puntare sul capitale umano è importantissimo. Occorre investire anche in manager con
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esperienza internazionale che affianchino gli imprenditori. In molte realtà non c' è il direttore
amministrativo e finanziario, invece è determinante qualcuno che definisca le strategie finanziarie e
quelle di internazionalizzazione se no i progetti rischiano di fallire». E sull' innovazione? «E' sempre più
importante. Non a caso il 40% dei Ceo italiani dichiara che nell' ultimo periodo la propria azienda ha
ampliato il mercato di riferimento entrando in nuovi settori». C' è fiducia nel futuro? «In Italia, solo il 27%
dei Ceo pensa che l' economia globale crescerà nel 2015, rispetto al 43% del 2014, ma il 20% è molto
fiducioso nella crescita di ricavi nel 2015, quota che sale all' 80% sommando quelli che si dichiarano
fiduciosi in crescita'. Questa percentuale tocca poi il 94% per le prospettive a tre anni, massimo
registrato negli ultimi cinque anni». Quali sono, infine, le preoccupazioni? «Gli italiani temono in
particolare i fattori potenzialmente destabilizzanti per le prospettive di crescita aziendale: il 78% la
capacità del governo di rispondere al deficit fiscale e al debito pubblico, il 73% i rischi geopolitici
internazionali e il 71% l' aumento del carico fiscale».
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La stazione per i treni ad Alta Velocità
E' operativa Rho Fiera Expo Milano 2015', la
stazione ferroviaria dedicata al quartiere
fieristico dove arrivano e partono i treni ad Alta
Velocità per l' Italia e per l' Europa. Previste
ogni giorno le fermate di 19 Frecciarossa e 18
Frecciabianca.
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WORLD STAR PACKAGING AWARD IL 19 MAGGIO.
Un premio per il miele in bustina
ECCELLENZA significa ideare anche
confezioni innovative, capaci di risolvere
problemi e di facilitare l' utilizzo dei prodotti.
Durante Ipack­Ima, dunque, il 19 maggio verrà
assegnato il World Star Packaging Award
(Wpo) ad alcune creazioni particolarmente
originali. Dei 265 candidati sono stati nominati
148 prodotti. Per esempio, un miele turco che
si avvale di una tecnologia di confezionamento
tutta italiana, anzi emiliana: ogni monodose è
una piccola bustina semirigida, grande come
un biglietto da visita, ed è sufficiente stringerla
fra pollice e indice e piegarla per far aprire un
piccolo foro da cui esce il liquido. La bustina
Easysnap che si apre con una mano sola e
può aiutare soprattutto anziani e disabili è un
lampo di genio di un' azienda del Bolognese.
Dalla Norvegia arriva il salame preaffettato in
una coppetta di plastica con coperchio a vite,
mentre dagli Stati Uniti vedremo il gelato
confezionato in una busta a forma di coppetta,
che si può spremere in una ciotola.
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Il treno 'travolge' la tassa di soggiorno
Rimborsata l' imposta ai turisti che sbarcano in stazione. Al via il Venezia­Riccione.
VUOI VENIRE in vacanza a Riccione in treno?
Il viaggio è gratis e non paghi nemmeno la
tassa di soggiorno. Aggiungi agevolazioni e
ingressi ridotti ai musei e castelli della
Romagna. E' questa la scelta strategica dell'
amministrazione per incentivare il turismo
nella Perla Verde. L' iniziativa Al mare in treno,
nata da un' idea di una ventina di albergatori
riccionesi, allargata negli ultimi anni anche a
Rimini e Cattolica, quest' anno compie dieci
anni e festeggia le 100 adesioni di hotel
convenzionati. Ma solo a Riccione i turisti
saranno esenti dalla tassa di soggiorno.
«LA NOSTRA città spiega il sindaco Tosi alla
conferenza di presentazione del progetto a
Milano è la prima della Riviera a rimborsare l'
intera tassa a chi viene in vacanza in treno. E
da quest' anno avremo una fermata tutta
dedicata a Riccione con Frecciabianca sulla
tratta Venezia/Padova­Lecce. Grandi novità
che si traducono concretamente nel concetto
di vacanza eco­sostenibile, consentendo
spostamenti sicuri, economici e rispettosi dell'
ambiente».
Per i turisti che sceglieranno le 70 fermate Frecciarossa, Frecciabianca, Intercity, nelle tre città della
Riviera è previsto il rimborso del biglietto di andata e anche di ritorno, in base al periodo di
permanenza. «E oggi gli albergatori forniscono il servizio di trasporto bagagli dice Rodolfo Albicocco,
presidente dell' Associazione albergatori di navetta elettrica e il rimborso del biglietto dell' autobus, per i
trasferimenti stazione/hotel». Ma le offerte non finiscono qui. Per i turisti è possibile richiedere anche la
carta vantaggi che offre riduzioni per musei e castelli riminesi. «Questo progetto sostiene Gianfranco
Battisti di Trenitalia potrebbe essere esportato in tutta Italia. La nostra azienda ha avviato da 10 anni un'
importante collaborazione con enti e imprenditori, perché è consapevole di investire in territori di grande
richiamo. Sarà avviata già dai prossimi giorni una campagna di comunicazione con video che gireranno
sui monitor presenti in 270 treni alta velocità e nelle stazioni con totem dedicati».
La campagna di comunicazione è stata curata dall' amministrazione di Riccione con un investimento di
25mila euro. «Abbiamo voluto investire dei fondi specifici per questa campagna commenta ancora la
Tosi e i video promozionali sono stati realizzati direttamente con forze locali».
«Il progetto verrà già avviato a fine maggio conclude l' assessore al turismo, Claudio Montanari un
periodo denso di appuntamenti che aprirà la stagione estiva. E i video passeranno anche al Caffè
Pascucci di Milano, fulcro importante per questo anno dell' Expo.
Lo scorso anno gli arrivi in treno a Riccione hanno avuto un incremento, rispetto al 2013, dell' 11%: circa
55mila arrivi, pari a 275mila presenze. Le prospettive ci fanno pensare a un nuovo incremento».
r.c.
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«Bloccati in casa dai lavori del Trc»
L' ira degli abitanti di via Portovenere. Il M5s: «Intervenga la Tosi»
AI RESIDENTI di viale Portovenere è stato
intimato di togliere le auto dalla strada e nei
garage per lasciare spazio al cantiere del Trc.
L' intera sede stradale da oggi resterà chiusa
per consentire il rifacimento dei sottoservizi. Il
tratto interessato interessa circa 400 metri tra i
viali La Spezia e Ventimiglia. Vale a dire che
circa 50 famiglie resteranno murate'. L'
esasperazione è sfociata in momenti di
tensione tra gli abitanti e le maestranze. «La
carreggia non era più accessibile ai Vigili
fuoco, il Comune ha fatto ordinanza per
riallargarla, ma il Tar si è espresso contro _
sbotta Massimo Angelini del comitato No al
Trc _. La preoccupazione è forte, anche
perché corre voce che verranno abbattuti
alcuni alberi sul lato monte. Qui abitano diversi
anziani, in caso di necessità, con cosa
vengono a soccorrerli, con l' elicottero?
Invitiamo gli ex sindaci Pironi, Imola e Masini a
venire sul posto con gli stivali per vedere cosa
succede». Interviene anche il consigliere
regionale Massimiliano Pompignoli della Lega
nord che parla di «Cittadini sott' assedio e di
autoritarismo nell' esecuzione dei lavori. I residenti di viale Portovenere si sono scontrati con l' affissione
improvvisa di cartelloni gialli che intimavano di sgomberare garage e posti auto nell' arco di un paio d'
ore _ tuona _. Evidentemente la ditta appaltante del Trc ha pensato bene di procedere ad occhi chiusi
senza tenere conto dei diritti e delle volontà dei riccionesi, più volte espressisi contro questa opera. Si
tratat di un atto di forza inaudito che relega i residenti nelle proprie abitazioni, limitandone la mobilità e
impedendo il transito ai mezzi di soccorso». Interviene viva anche la consigliera del M5s, Raffealla
Sensoli: «Dalle notizie frammentarie che mi sono arrivate dovrebbe essere una sorta di occupazione
provvisoria per il cantiere, la stessa con cui hanno abbattuto la proprietà di alcuni rimiesi. Ora però si
parla di entrate principali a un gran numero di abitazioni, entrate che devono poter essere usate per i
mezzi di soccorso. Il personale del pronto soccorso dovrebbe arrivare a piedi dall' inizio della via?
Chiedo al sindaco Tosi di intervenire prima possibile poiché risulta evidente il rischio di pubblica
sicurezza di cui lei è la prima garante e per cui è investita di pieni poteri». Nives Concolino.
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SAN GIOVANNI.
La proposta: meno tasse a chi tiene pulita e in ordine
la città
OFFRIRE la propria manodopera al Comune
in cambio di sconti o dell' abolizione di alcune
tasse. E' la proposta avanzata in questi giorni
dal Movimento 5 Stelle di San Giovanni, che
ha chiesto alla giunta di impegnarsi ad
adottare un regolamento per disciplinare il
cosiddetto baratto amministrativo'. Il
provvedimento è inserito nel decreto Sblocca
Italia e prevede delle agevolazioni di natura
fiscale per i cittadini impegnati in progetti di
tutela o valorizzazione del territorio. Detto in
altre parole: i residenti che si daranno da fare
per tenere puliti i parchi, sistemare le strade o
recuperare aree degradate, potranno essere
ricompensati con una riduzione delle imposte
da parte dell' amministrazione. Un vero e
proprio baratto, appunto, che in alcuni comuni
italiani (come quello di Invorio, in provincia di
Novara) è già pronto per essere sperimentato.
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Casse vuote: il Comune affitta 400 posti auto
Alla ricerca di un gestore per il parcheggione di via dei Mille durante l' estate.
QUATTROCENTO posti auto... in affitto! E' l'
amministrazione comunale di Bellaria Igea
Marina che lancia un avviso per l' affidamento
in concessione del parcheggio comunale di via
dei Mille per l' estate 2015. Si tratta dell' area
in prossimità della struttura Beky Bay, che
dispone di ben 400 posti auto, e si trova tra il
Parco Pavese e la ferrovia. La scadenza il 7
maggio. Al gestore, che dovrà farsi carico dei
lavori di ripristino degli stalli e dei divisori,
della manutenzione, pulizia, sorveglianza e
custodia dell' area, sarà affidato il parcheggio
indicativamente dal 15 maggio al 15
settembre, con obbligo di apertura tutti i giorni
dal 15 giugno al 31 agosto. «L' affidamento
spiega l' amministrazione avverrà secondo il
criterio dell' offerta più vantaggiosa per l'
amministrazione». La base d' asta è fissata a
15.000 euro: la controprestazione in favore del
concessionario consiste nel «diritto di gestire
funzionalmente e di sfruttare economicamente
l' area concessa, applicando le tariffe stabilite
dall' Ente nell' àmbito dei servizi pubblici a
domanda individuale». I parcheggi cittadini
sono in parte dati in concessione, in parte gestiti direttamente dal Comune, attraverso i parcometri. In
concessione estiva anche il parcheggio di via Properzio (120 posti auto) e quello di via dei Saraceni
(zona nuovo mercato ittico, circa 100 posti auto). Le scorse stagioni o state date a cooperative sociali.
Nel resto dell' anno sono liberi. Completa l' offerta l' area di via Costa, che, sebbene realizzata dal
privato come il parcheggio di via Italico a Igea, «nei mesi invernali è nella disponibilità della città».
Parcheggi custoditi: si va da 1,50 euro l' ora a 11 euro al giorno. Convenzioni per privati e attività
turistiche. Parchimetri: da 0,70 all' ora a 4 euro nell' intera giornata estiva (3 d' inverno). Come si vede, i
primi costano circa il doppio. Mario Gradara.
GRADARA MARIO
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PROVINCIA DI RIMINI IL FATTURATO MEDIO SI ATTESTA ATTORNO AI 68 MILIONI.
Sempre più aziende sono in perdita Ma c' è
ottimismo per il futuro
di RAFFAELE DINI e FILIPPO LO PICCOLO
LA PROVINCIA di Rimini contribuisce con ben
95 imprese alla formazione del campione delle
prime 500 aziende della Romagna (19%). Di
queste, una è tra le top 10 e 16 nella top 100.
La maggior parte delle imprese (46%) sono
collocate tra il 200esimo e il 400esimo posto, il
che significa una concentrazione di aziende di
media d i m e n s i o n e i n p r o v i n c i a , c o n u n
fatturato che mediamente si attesta attorno ai
68 milioni di euro. I dati aggregati del
campione consegnano, per il 2013, un fatturato
complessivo attorno ai 6 miliardi e 300 milioni
di euro, con una patrimonializzazione
aggregata di due miliardi e mezzo di euro e
più di 18.000 occupati nel campione di
riferimento. Interessante è verificare come
nella top 500 delle aziende riminesi il
commercio all' ingrosso e dettaglio occupi un
quarto del campione, seguito dal turismo (8%),
servizi generalizzati alle imprese e edilizia
(7%), tessile e abbigliamento (5%), strutture
ospedaliere (5%). Interessanti sono anche
settori come l' editoria e la chimica
farmaceutica, non dimenticando anche la costruzione di imbarcazioni. Il 5% del campione è in forma
cooperativa. Il fatturato complessivo della provincia, nelle dimensioni già descritte sopra, chiude con un
aumento dell' 11% rispetto al 2012. La crescita media si attesta attorno al 7%. Nonostante il dato
aggregato confortante, è necessario rilevare come il 2013 per le prime 500 imprese che si collocano
nella provincia di Rimini sia stato comunque di crisi, con dati che nella sostanza confermano il trend
nazionale. Infatti il 51% ha subito cali di fatturato rispetto al 2012, numero che si incrementa se
spostiamo l' analisi sul Risultato Operativo Caratteristico, indicatore che misura la capacità dell' impresa
di generare reddito al netto della gestione caratteristica, dove assistiamo ad un 57% di aziende che
hanno avuto un decremento.
SUL FRONTE della generazione di utili, nonostante il dato mediano sia confortante e dica che le
imprese del campione sono mediamente in grado di generare utile, assistiamo ad un aumento di quelle
che hanno chiuso l' esercizio 2013 in perdita (35% contro 26% del 2012). Inoltre vi è anche mediamente
un lieve calo (­0,1%) della forza lavoro impiegata. Questi dati, se letti complessivamente, consegnano
un quadro che conferma nella sostanza una crisi economica generalizzata anche per le prime 500
imprese della provincia di Rimini, in una sostanziale continuità rispetto ai dati 2012. Generalmente le
imprese hanno subito lievi cali di fatturato, che non sono stati compensati da un calo del costo di
acquisizione dei fattori produttivi, che invece è rimasto invariato se non cresciuto. È stata quindi la
dinamica prezzo­costo a determinare nella sostanza questi risultati. Detto questo però, l' analisi sulla
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patrimonializzazione e rischio finanziario consegna una realtà ottimistica. Infatti sia il Patrimonio Netto,
aggregato e medio, che il rapporto di indebitamento e grado di copertura degli oneri finanziari risultano
essere migliori rispetto al 2012, dati che fanno ben sperare per il futuro. In conclusione, la provincia di
Rimini rispecchia negli andamenti il trend regionale e nazionale di crisi generalizzata, ma vi sono alcuni
dati che possono condurre ad un cauto ottimismo per l' immediato futuro.
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AGROALIMENTARE TUTTE LE IMPRESE HANNO REGISTRATO UN UTILE.
I fatturati sono in crescita E aumentano anche gli
occupati
di EMANUELA MARZOLI e SARA SANNA IL
SETTORE agroalimentare si presenta in
Romagna c o n 1 0 3 a z i e n d e , u n f a t t u r a t o
complessivo di più di 10 miliardi di euro e
98.475 occupati. Di queste, 47 rientrano nella
provincia di Ravenna, 46 in provincia di Forlì­
Cesena e 10 nella provincia di Rimini. Il 36%
del campione è costituito da società agricole
cooperative e c o n s o r t i l i . I l s e t t o r e
agroalimentare rispetto agli altri settori ha visto
un importante incremento del fatturato rispetto
all' anno 2012 (10,10%). Infatti ben 4 aziende
sulle 500 esaminate rientrano tra le top 10 e
ben 30 nelle top 100. DEL CAMPIONE
esaminato si riscontra in 66 aziende una
crescita dei volumi di fatturato rispetto allo
scorso esercizio; in sole 37 aziende il fatturato
è inferiore a quello del 2012, segno che la
crisi, seppur in modo più leggero rispetto altri
settori, ha in ogni caso toccato anche l'
agricoltura; in particolare si evidenzia che nella
sola provincia di Ravenna il 50% delle aziende
presenti ha il fatturato in calo; conforta,
tuttavia, il dato dell' incremento della forza
lavoro che passa da 35.223 a 38.793 unità del 2013. TUTTE le imprese del settore hanno chiuso i
bilanci in utile sia nel 2013 che nel 2012, anche se alcune ne evidenziano una riduzione rispetto l' anno
2012 (n.37 su 103). Il risultato operativo della gestione caratteristica (EBIT) conferma questo
andamento, il dato medio si incrementa del 7,2% rispetto il 2012. Stesso andamento registra l' EBITDA
medio che, da circa 88 milioni di euro del 2012 passa a 97 milioni di euro del 2013 con un incremento di
circa il 10,5%. Il settore dell' agroalimentare si conferma un settore trainante in un periodo dove spesso
la crisi si è fatta sentire con risultati poco soddisfacenti.
LA TOTALITÀ delle aziende oggetto di analisi produce redditi positivi e gli indicatori confermano il trend
crescente rispetto al 2012 nella maggioranza dei casi; il settore ha ben saputo fronteggiare questa
particolare fase economica resistendo anche sotto il profilo dell' occupazione che resta costante.
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L'export sostiene i ricavi delle aziende Si spera nella
ripresa della domanda interna
I L S E T T O R E tessile, a b b i g l i a m e n t o e
calzature si presenta in Romagna con quasi
un miliardo di euro di fatturato, poco meno di
300 milioni di patrimonializzazione, più di 3000
occupati e 23 aziende. Di queste, il 70% è
collocato in provincia di Forlì­ Cesena, il 22%
in provincia di Rimini e il restante 8% in
provincia di Ravenna. Il settore per definizione
non risulta essere tra quelli più stabili, infatti è
soggetto ai gusti altalenanti dei consumatori,
nonostante un certo grado di fidelizzazione
creata dalle aziende a marchio forte ed
identificativo, e alla ricerca di prodotti che da
un lato soddisfino le proprie esigenze, ma
dall'altro siano economicamente accessibili.
Anche in Romagna, come nel resto del paese,
va registrato un calo di domanda interna per
l'anno 2013, additabile soprattutto alla crisi
economica che ormai è diventata strutturale
nel nostro paese. Questa riduzione però non
ha prodotto un corrispondente decremento dei
ricavi. Infatti i ricavi aggregati sono aumentati
del 4%, con punte positive fino al 42%. Questo
dato è leggibile unitamente ad un aumento di
domanda internazionale, che ha molto spesso rappresentato l'ancora di salvezza per alcune imprese.
BISOGNA rilevare però che Il 35% del campione ha conosciuto un decremento del proprio volume
d'affari. La redditività delle imprese è stata messa a dura prova dalla crisi. Infatti il 26% ha chiuso
l'esercizio 2013 in perdita, contro il 13% dell'anno precedente. Il 61% delle imprese del settore ha subito
una erosione di utile, trainata dalle performance poco positive dell'EBIT, che misura il risultato della
gestione caratteristica, ovvero quanto rimane alla impresa al netto dei costi sostenuti per il suo core
business, dell'EBITDA e del ROS, ovvero quanta parte dei ricavi si trasforma in redditività caratteristica.
Ciò significa che l'incremento, seppur discreto, del volume d'affari registrato nel 2013, non si traduce, in
media, in un incremento di redditività operativa, che risulta erosa da una generalizzata crescita dei costi
operativi. Infatti l'EBIT medio è passato da 2,5 milioni di euro circa a circa 2,2, mentre l'EBITDA medio
da 3,9 milioni di euro a 3,7. Infine, l'utile mediamente ha subito un calo del 29%: a tal proposito però va
rilevato un andamento altalenante delle singole imprese: infatti vi sono alcune realtà che sono andate
decisamente bene, controbilanciate da imprese che invece hanno avuto delle performance molto
negative, rispetto al 2012. Infatti solo il 22% delle imprese ha delle variazioni percentuali
positive/negative ad una sola cifra, ovvero che oscillano tra il ­9% e il +9%. Il rapporto di indebitamento
ovvero quanto capitale di terzi vi è ogni euro di capitale proprio rimane sostanzialmente invariato, con
un 57% delle imprese che lo ha addirittura migliorato.
TALE dato tutto sommato risulta essere confortante, considerata la crisi economica generalizzata e
quella che ha colpito il settore, perché questo indice si colloca per la larga maggioranza delle imprese
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su livelli sostenibili nel medio­lungo periodo. In conclusione quindi il 2013 è stato un anno non troppo
positivo per il settore, ma nonostante questo i dati aggregati su ricavi, patrimonializzazione e rischio
finanziario conducono, per il futuro, ad un moderato ottimismo, nella attesa che risalga la domanda
interna.
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PORTO E COMMERCIO ALL' INGROSSO DI PRODOTTI PETROLIFERI E LUBRIFICANTI.
Il giro d' affari registra un boom del 16%
Preoccupano redditività e indebitamento
di CARLO BACCHETTA e LUCA DAL PRATO
IL FATTURATO aggregato delle aziende
operanti nel settore porto e del commercio all'
ingrosso di prodotti petroliferi e lubrificanti
2013 fa registrare una crescita del 16,46%
rispetto all' anno precedente grazie soprattutto
al contributo di Ferretti S.p.A.
(passata dai 36 milioni del 2012 ai 450 del
2013). Sostanzialmente in linea con l' anno
precedente il dato mediano (+0,36%) del
campione considerato. Il numero dei
dipendenti 2013 è pari a 4.757 unità (+14
rispetto al 2012) e il numero medio di addetti
per società è pari a 190, costante rispetto al
2 0 1 2 . L a mediana p a s s a d a 2 5 a 2 4
dipendenti.
La società con il più alto numero di dipendenti
è Ferretti S.p.A. con 1.713 dipendenti (­45
rispetto al 2012).
A PREOCCUPARE sono i dati che emergono
da una analisi della redditività e sul rapporto di
indebitamento delle aziende del campione
considerato: il valore aggregato dell' EBITDA,
così come il valore mediano, si riducono
rispetto all' anno precedente nell' ordine del 24,38% e 27,55%. In netto calo anche il dato aggregato
degli utili netti (­82,69 milioni) con una variazione del valore mediano del 13,97%. Altro campanello di
allarme del settore è l' andamento del rapporto di indebitamento il cui valore mediano passa da 4,86 del
2012 a 7,22, dati che evidenziano una notevole dipendenza da fonti di finanziamento esterne all'
azienda che confermano una rischiosità insita del settore.
Nel 2013 la media del ROI è pari all' 8,03% (8,14% nel 2012) e registra una mediana del 7,92%. La
redditività non risulta tuttavia equilibrata in quanto figurano alcune società con valori negativi.
LA SOCIETÀ con la migliore performance del ROI risulta F.A.P. s.r.l., con un ROI del 26,45%. La media
del ROS, nell' anno 2013, si attesta sull' 1,03% ed è in linea con la mediana pari all' 1,17%.
Il miglior risultato è raggiunto da S.A.P.I.R. ­ Porto Intermodale Ravenna S.P.A (21,59%). Anche in
questo caso la redditività non risulta bilanciata, in quanto figurano società con valori negativi.
Infine, l' indice di redditività del capitale proprio (ROE) riporta una media pari al 4,92%; svetta Sac
Petroli s.r.l. con un valore massimo pari a 38,12%. Anche in questo caso, figurano alcune società con
valori negativi.
In sintesi, la situazione di incertezza del mercato petrolifero, caratterizzato da una certa rigidità e da
componenti non commerciali di carattere finanziario e speculativo, pare continuare a influenzare l'
oscillazione dell' andamento delle aziende del settore.
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Salgono i ricavi, ma si riducono gli utili Queste
imprese sono un motore della Romagna
di STEFANIA VIGNINI e FILIPPO LO PICCOLO LA
COOPERAZIONE riveste un ruolo fondamentale all'
interno del territorio della Romagna. Presenta, infatti, dati
piuttosto interessanti, soprattutto, dal punto di vista del
fatturato medio, che si attesta intorno ai 103,4 milioni di
euro nel 2013 rispetto ai 96,6 milioni circa del 2012. Come
è dato osservare dalla tabella a destra, sono presenti nel
territorio ben 92 aziende nel 2013 che svolgono la loro
attività sotto forma di cooperative. Costituiscono, quindi, il
18,4% dell' universo delle top500 Romagna. Inoltre, di
queste, ce ne sono 10 che rientrano, in termini di fatturato,
fra le prime 40 aziende delle top500 Romagna e soltanto
19 rientrano nelle ultime 100. È da sottolineare che la
prima cooperativa, fra le 92 è anche la prima delle top500,
il che conferma l' importanza, dal punto di vista del
fatturato prodotto, del tessuto cooperativo nel territorio
considerato. L' andamento del fatturato dall' anno 2012 all'
anno 2013 registra sostanzialmente un incremento per la
quasi totalità delle imprese, ad esclusione delle imprese
ubicate nella provincia di Rimini che, invece, mostrano
una diminuzione del fatturato di circa 7,4 milioni. Lo stesso
non può dirsi, in generale, per quanto riguarda l' utile. Ad
esempio, se osserviamo le prime quattro aziende, si
riscontra che un aumento consistente del fatturato
prodotto dal 2012 al 2013 non risulta accompagnato da un
incremento proporzionale dell' utile dei due anni, anzi è
possibile affermare che il reddito subisce un decremento
nella quasi totalità delle imprese. Il profitto, anche se
integrato con tante altre informazioni, resta sicuramente il
dato focale volto a segnalare la capacità dell' impresa di
raggiungere la sua mission. Ciò è senz' altro vero per le
imprese in generale ma, c' è da dire che per le
cooperative ci sono da considerare altri aspetti. L'
andamento del reddito d' esercizio, considerando il
finalismo cooperativo, non rappresenta un dato così
rilevante per misurare l' efficacia istituzionale di tali
aziende. Ci piace sottolineare, infatti, che una cooperativa
risulta mossa nel suo agire dalla consapevolezza che l'
attività economica da lei posta in essere non sia
esclusivamente finalizzata al profitto e debba essere legittimata dalla sua utilità sociale.
Sostanzialmente ci riferiamo ad una particolare tipologia di azienda che si assume responsabilità sociali
e si sviluppa attraverso un' etica imprenditoriale trasparente. DATE queste premesse è, comunque,
importante evidenziare un dato confortante e, cioè che tra le 92 aziende cooperative, presenti sul
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territorio, in realtà soltanto 20 registrano una perdita d' esercizio nel corso del 2013, cioè, soltanto il 21%
circa dell' universo cooperativo della Romagna, rispetto ad una percentuale di quasi il 79% di aziende
che, al contrario, chiudono in utile.
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SUPERARE I CONINI»
«Bisogna puntare su agricoltura, turismo,
innovazione e gioco di squadra»
d i M A T T E O N A C C A R I Ruenza S a n t a n d r e a è l a
presidente di Legacoop Romagna, nata poco più di un
anno fa dall' unione delle Leghe romagnole, una realtà che
conta 447 imprese.
Presidente, dall' analisi delle Top500 e dell' economia
romagnola emerge che le cooperative sono la spina
dorsale di questo territorio e che hanno assorbito meglio
di altri i colpi della crisi. E' d' accordo? «E' così, anche se
alcuni settori hanno sicuramento sofferto. Tra questi ci
sono le costruzioni, ad esclusione della Cmc di Ravenna
perché da anni lavora soprattutto all' estero, e tutte le
realtà collegate a questo comparto, dalle più grandi alle
piccole».
Su cosa bisogna puntare per dare slancio alla crescita?
«Partiamo dall' agricoltura, importantissima in Romagna e
che ha sicuramente degli ottimi numeri, anche se legati
agli andamenti stagionali. Abbiamo prodotti concorrenziali
all' estero e siamo impegnati in progetti per innovare tutti i
processi che riguardano la nostra agricoltura e quindi
renderla più concorrenziale».
E poi? «Dobbiamo sviluppare il turismo. La Romagna ha
insegnato al mondo come farlo, ma diciamo che il settore
ha un po' i capelli bianchi. Dobbiamo riposizionarci».
Più semplice a dirsi che a farsi. «E' un territorio che può
essere vissuto almeno 8 mesi all' anno.
Abbiamo il mare, le colline, opere d' arte ed
enogastronomia, in tutte le province». Ma «C' è da
lavorare. E molto. Occorre fare squadra e riuscire a
veicolare questa ricchezza, anche e non solo attraverso i
tour operator».
Aiutando anche nuove imprese a nascere? «Certo. Anche
in questo settore.
Allo stesso tempo come Legacoop spingiamo sulle nuove
tecnologie dove stiamo cercando di favorire la creazione
di nuove cooperative, aiutandole attraverso il tutoraggio di
cooperative p i ù g r a n d i , i n s o m m a g u a r d a n d o a l l a
Romagna del futuro».
Lei spinge tantissimo sul gioco di squadra, d' altra parte
Legacoop Romagna è stata creata per superare i confini
delle singole province. Serve un cambio di mentalità anche tra le imprese, sta avvenendo? «Il
superamento dei confini è fondamentale per aiutare la crescita di tutta la Romagna. Dobbiamo pensare
uniti. Un esempio: il porto di Ravenna non è solo il porto di quella città ma di tutta la Romagna. E il suo
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sviluppo è importante per tutta la Romagna non solo per Ravenna. Certo, ci vuole tempo per questa
integrazione ma è l' unica strada per sviluppare tutte le nostre potenzialità».
Sono ancora poche le cooperative che vanno all' estero? «No, non è vero. Sono diverse quelle che
fanno affari fuori dai confini nazionali e ci sono sempre più esperienze. Un esempio è Romagna Coop
Food, che promuove insieme tutti i prodotti di un gruppo di cooperative (tra queste Cevico, Deco e
Terremerse ndr), anche sui mercati esteri».
Negli ultimi mesi le cooperative sono state al centro di diverse inchieste. Cosa ne pensa? «Legacoop
non è una holding, le cooperative si fanno concorrenza una con l' altra. Non si può demonizzare tutto un
mondo per alcuni dirigenti che hanno sbagliato.
La magistratura deve fare il suo dovere e chi ha infranto la legge deve essere punito».
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L' INTERVISTA BRUNO PICCIONI, PRESIDENTE DEI COMMERCIALISTI DI RIMINI.
«La salute delle imprese è ancora incerta Segnali
positivi per chi ha saputo innovare»
di LUCA ORSI I DATI sullo stato dell'
economia di Rimini e provincia «non sono
incoraggianti». A parte i numeri dell' export,
afferma Bruno Piccioni, presidente dell' Ordine
riminese dei commercialisti, «si può notare
che lo stato di salute delle imprese del nostro
territorio è ancora incerto».
Qual è la situazione? «Sicuramente il trend
negativo dei fatturati si è fermato, con
incrementi per le aziende che più hanno
innovato, elevando lo standard dei prodotti
offerti. Va bene soprattutto l' export, con un
incremento rispetto al 2013. Stesso discorso
per il made in Italy dell' abbigliamento di lusso,
componente molto importante per il nostro
territorio, anche per quanto riguarda l'
occupazione e l' indotto».
C' è una schiarita all' orizzonte? «Dal rapporto
sull' economia della Provincia di Rimini si può
notare che i dati non sono incoraggianti. A
parte l' export, mostrano che il territorio è
ancora in difficoltà e solo nei prossimi due anni
si potranno avere miglioramenti significativi».
Quali sono i settori più in salute? «Vanno
meglio quelli che producono prodotti di qualità ad alta tecnologia, quali macchine utensili e macchinari
in genere, e aziende del settore dell' abbigliamento».
Dove, invece, le maggiori difficoltà? «In generale, il settore manifatturiero nel 2014 ha registrato una
riduzione di produzione, di fatturato e di ordini superiore al 2%».
Qual è lo stato di salute del turismo? «Si può definire stazionario, e in un periodo come l' attuale di crisi
economica per le famiglie il risultato si può definire soddisfacente, dimostrando un buon appeal della
nostra provincia sul mercato nazionale e internazionale».
Quali sono i punti di forza e di debolezza del sistema imprese? «Considerata la situazione economica
sopra delineata, non omogenea nel suo complesso né per i singoli settori, risulta non facile delineare i
punti di forza e di debolezza del sistema impresa. In primo luogo, si può osservare che il nostro sistema
è caratterizzato dalla presenza di piccole e medie imprese».
E questo è un bene o un male? «Questo dilemma non è mai stato risolto. Si riteneva fosse una
debolezza, ma ultimamente il presidente di Confindustria ha affermato che la ripresa sarà dovuta alla
creatività delle piccole imprese. Certamente la crisi economica ha indotto gli imprenditori più avveduti a
rinnovarsi e a investire nell' innovazione: questo mi sembra sia un punto di forza che si va ampliando.
Lo stabilizzarsi dei fatturati determinerà un recupero di efficienza e questo si sta già notando presso le
nostre imprese un po' in tutti i settori con grande attenzione alla qualità e ai costi. Anche l' innovazione e
l' investimento in nuove tecnologie si sta imponendo».
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Il Resto del Carlino (ed.
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Quali sono ancora le maggiori difficoltà? «Punti deboli rimangono le difficoltà per accedere al credito e
la sottocapitalizzazione delle nostre imprese; e l' internalizzazione, che richiede dimensioni e personale
adeguati».
La crisi è ancora pericolosa? «La crisi economica nell' attuale globalizzazione delle relazioni
economiche ha investito tutto il mondo occidentale. Ciò ha determinato dei comportamenti delle
imprese più consapevoli e prudenti nell' impostare i programmi futuri. Nella provincia di Rimini la crisi si
è fatta sentire in modo più consistente circa due anni più tardi del resto dell' Italia, ma secondo i dati
statistici della Cciaa il ridimensionamento è stato più consistente della media nazionale e regionale».
Prospettive? «Sono tuttora incerte, anche se l' euro debole e una domanda dei consumatori in debole
crescita sono drivers di crescita come per il resto del Paese. In particolare i l turismo, nonostante la
prudenza delle famiglie italiane sulle scelte di spesa, si pensa possa crescere ad un livello superiore
rispetto alla media italiana del settore con un indotto positivo per la nostra provincia». Quale sarà il ruolo
delle banche nella ripresa? «La crescita sarà condizionata dalla notevole difficoltà ad ottenere
finanziamenti presso il sistema bancario. Ciò è determinato dall' accordo di Basilea 3, per il quale le
banche devono tenere un equilibrio costante tra gli impieghi dell' attivo ed il capitale accantonato a
presidio dei rischi assunti. Un ulteriore impatto negativo che condiziona la concessione del credito sull'
economia locale sono state le numerose aziende che hanno dovuto accedere alle procedure concorsuali
ed il contemporaneo aumento delle sofferenze bancarie. Da tutto ciò deriva la riduzione degli impieghi
del 2014 rispetto al 2013. Di questa riduzione a risentirne maggiormente sono state le imprese».
LUCA ORSI
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29 aprile 2015
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Corriere di Romagna
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Largo Vannoni si trasforma in un tappo
RIMINI. E' uno dei "pezzi da novanta" della
viabilità riminese.
Insieme agli interventi racchiusi nel grande
capitolo "Fila dritto", ventuno cantieri destinati
in prospettiva a eliminare le code per chi da
Rimini Nord vuole raggiungere Riccione.
Ecco. In questi giorni la rotatoria di Largo
Vannoni è sotto strettissima osservazione. Già
al battesimo il sistema è finito sotto stress.
Con la pioggia di ieri mattina la situazione è
precipitata.
Il fatto. Oltre a velocizzare l' asse mediano,
introducendo rotatorie ed eliminando semafori,
l' obiettivo del Comune è quello di
pedonalizzare il Ponte di Tiberio: una sorta di
regalo per i duemila anni del monumento
romano. Servono però delle accortezze. A
partire dallo sfondamento di via Tonale sulla
Statale 16, in modo da convogliare il traffico
che viene da nord prima che raggiunga Borgo
San Giuliano. Allo stesso tempo l' area di
Largo Vannoni è stata sistemata, con la
realizzazione di una rotatoria, l' eliminazione
del semaforo all' intersezione tra via XXIII
Settembre e via Carlo Zavagli, l' inserimento di
uno spartitraffi co che impedisce le svolte a
sinistra.
Il traffico che si è creato ieri con la nuova
viabilità: a causa anche della pioggia non sono mancati i problemi Sotto esame. Come sempre in questi
casi, quando si apportano modifiche alla viabilità, scatta una fase di sperimentazione, per verificare se
le "cose" funzionano. Polizia municipale e ufficio viabilità tengono i riflettori puntati su Largo Vannoni.
Ieri, ad esempio, è stata una giornata calda: lunghe file fin dopo le Celle, quasi in via Italia. L'
eliminazione del semaforo e l' inserimento della spartitraffico, di fatto fa convergere il flusso delle auto
sulla rotatoria di Largo Vannoni (per giunta a ingresso singolo) e chi arriva da nord non ha alcun diritto
di precedenza. Morale? Tutti in co da. E quando piove è anche peggio.
In fila. Nella giornata piovosa di ieri mattina, infatti, si è consumato un piccolo calvario per chi arrivava
da nord: la fila è partita circa 200 metri prima della rotatoria con via Tonale, ingresso ponte sul deviatore
Marecchia: lun go via XXIII Settembre ci si è trovati bloccati e costretti a fare frizione, prima, poi ancora
frizione e prima; tutto a rilento, fino al semaforo spento all' incrocio con via Zavagli e viale Spluga,
strada quest' ultima dove, causa nuovo spartitraffico proprio in via XXIII Settembre, le auto devono
girare a destra aumentando la mole di traffico attorno alla nuova rotatoria.
Che fare? Palazzo Ga rampi controlla e se alla fine della sperimentazione i giorni critici saranno
giudicati eccessivi, si è pronti a intervenire con i correttivi. Allo stato attuale po trebbero essere due. O
torna in funzione il semaforo all' intersezione con via Carlo Zavagli, in modo da tenere aperta una via d'
uscita per chi ad esempio viene da via Spluga. Oppure si interviene con rotatoria più piccola i n
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29 aprile 2015
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Corriere di Romagna
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corrispondenza di via Carlo Zavagli.
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29 aprile 2015
Pagina 9
Corriere di Romagna
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Hera approva il bilancio: dividendo di 9 centesimi per
azione
I risultati economici del gruppo: ricavi per 4.189,1 milioni di euro. Via libera all' acquisto
di azioni proprie.
RIMINI. L' assemblea degli azionisti di Hera ha
approvato ieri a Bologna il bilancio d' esercizio
e quello di sostenibilità del gruppo relativi al
2014, unitamente alla proposta del cda di
distribuire un dividendo di nove centesimi per
azione, confermato rispetto all' anno scorso.
Questo alla luce dei risultati economici che
hanno evidenziato, al 31 dicembre, ricavi per
4.189,1 milioni di euro, un margine operativo
lordo di 867,8 milioni e un utile netto di
pertinenza di 164,8. Lo stacco della cedola
avverrà il 22 giugno. Il dividendo corrisponde a
un rendimento annuo di circa il 4,6%.
L' assemblea, oltre alla relazione sul governo
societario e sulla politica di remunerazione, ha
approvato il rinnovo dell' autorizzazione al cda
all' acquisto di azioni proprie per un
controvalore fino ad 150 milioni per altri 18
mesi. L' autorizzazione è stata richiesta per
perseguire le finalità consentite dalla
normativa e dalle prassi di mercato, fra cui le
opportunità di investimento che implichino l'
utilizzo delle azioni proprie, per aumentare la
creazione di valore ed eventuali acquisizioni
che prevedano anche scambi azionari.
Nel giorno in cui i soci hanno dato via libera al
doppio voto per gli azionisti storici e al
superamento del 51% di partecipazione pubbli
ca, è stato inoltre approvato l' incremento, a partire dal 2017, del numero degli attuali componenti del
cda: passano da 14 a 15 membri, quattro dei quali (anzichè tre) da eleggere nell' ambito delle liste
presentate dai soci di minoranza. In merito al voto maggiorato, infine, lo stesso spetterà alle azioni
detenute da un medesimo azionista (pubblico o privato) per almeno 24 mesi, iscritte in un apposito
elenco, e in Hera sarà applicato solo nelle votazioni per la nomina e la revoca del cda e del collegio
sindacale, così come per la modifica del limite al possesso azionario nonchè per quella dello stesso
articolo che istituisce il voto maggiorato.
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29 aprile 2015
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Corriere di Romagna
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Arlotti (Pd) replica a Urbinati (Cgil)
«Assunzioni, più 117% è grazie al Jobs Act»
RIMINI. Assunzioni, la polemica continua.
Questa volta è l' onorevole del Pd Tiziano
Arlotti a replicare a Graziano Urbinati, il quale
ha messo in dubbio i numeri forniti dal
deputato: «Dai dati emerge chiaramente che
nel primo trimestre del 2015, rispetto allo
stesso periodo del 2014, c' è stato in provincia
di Rimini un aumento delle assunzioni a tempo
indeterminato del 117%, mentre considerando
il primo bimestre l' aumento è del 77,51%». E
ancora, spiega Arlotti: «Questo dimostra che le
assunzioni di gennaio e febbraio sono legate
agli strumenti previsti dalla Legge di stabilità
2015, ossia decontribuzione e taglio dell' Irap
dal 1° gennaio, mentre dal 7 marzo si sono
registrati gli effetti del Jobs Act. E' ovvio che
se il dato è schizzato al 117%, questo è legato
al massiccio ricorso agli strumenti previsti
proprio dal Jobs Act».
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29 aprile 2015
Pagina 11
Corriere di Romagna
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ECCO IL NUOVO CDA.
Banca Carim conferma Bonfatti e la Fondazione
pigliatutto
Ticchi batte gli industriali. Maggioli amareggiato: «Assurdo rifiutare la nostra
collaborazione»
RIMINI. La Fondazione fa l' en­plein e ottiene il
pieno controllo di Banca Ca rim. Palazzo
Buonadrata da un lato raccoglie i cinque posti
blindati (più due revisori) che le spettano come
socio di maggioranza (56,7719%), dall' altro
completa il consiglio di amministrazione con
altri due membri (più il terzo revisore) scelti
dalla lista amica Cassa 1840 che fa capo a
Renzo Ticchi.
La vera battaglia, nell' assemblea ordinaria di
ieri in Sala Manzoni, non poteva essere sui
nomi espressi dalla Fondazione Carim, ma sui
restanti tre posti da assegnare alla lista che ha
ottenuto più voti. Da un lato quella più tecnica,
denominata Ca rim insieme per il futuro
capeggiata da Unindustria; dall' altra Cassa
1840 molto vicina alla Fondazione e guidata
dall' ex membro del cda di Palazzo
Buonadrata Renzo Ticchi.
Alla fine l' ha spuntata Ticchi (10,1% contro
8,6%) che in tal modo posiziona nel cda i tre
uomini auspicati.
Il nuovo cda. Il consiglio di amministrazione,
che resterà in carica sino alla fine del 2017, è
dunque composto dal confermatissimo Sido
B o n f a t t i i n q u a l i t à d i presidente, Matteo
Guaitoli (vice), Patrizia Albano, Vera Negri
Zamagni, Fabio Pranzetti tutti di nomina della
Fondazione. A completare l' organico Renzo Ticchi e Massimo Giusti.
Il Collegio sindacale vedrà accanto a Giuseppe Savioli e Mauro Nini (Fondazione), anche Paolo
Casadio Pirazzoli che, avendo la lista Cassa superato lo sbarramento del 5%, sarà il presidente.
Cassa 1840. Molto soddisfatto Renzo Ticchi, eletto con la lista numero 3: «Il telefono squilla in
continuazione, a chiamarmi non sono persone che occupano posti di alto livello e questo mi fa molto
piacere. Il presidente dei revisori che abbiamo eletto, Paolo Casadio Pirazzoli, è persona molto
preparata.
Passata la votazione è importante che tutti lavorino per il bene della banca: da parte mia c' è la massi
ma apertura». Ticchi ci tiene poi a precisare che è un bel successo anche per la categoria dei geometri:
«Lo sono io, ma anche il primo della lista degli in dustriali».
Unindustria. Amareggiato il presidente di Unindustria Paolo Maggio li: «La Fondazione ha appoggiato in
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maniera evi dente la lista numero 3 chiarisce il numero degli industriali ­ sia nella sottoscrizione della
lista che nella fase di voto, e a quel punto per noi è diventato impossibile vincere. Credo che da parte
della Fondazione Carim ci sia un atteggiamento anomalo: è assurdo rifiutare la collaborazione del
mondo produttivo riminese, anche perché abbiamo proposto nomi di alto livello. Poteva essere un modo
per uscire dall' isolamento nel quale si trova Palazzo Buonadrata, un mondo di altri tempi, per
condividere scelte importanti e strategiche. Noi comunque continueremo a partecipare, per quanto
possibile, a questa fase delicata.
Ora il tema è far tornare sempre meglio i conti, con decisioni (come la fusione con altri istituti di credito,
ndr) che non so per quanto possano essere ancora rimandate. Credo che la Fondazione Carim stia
difendendo la sua posizione di forza ma non faccia gli interessi della banca».
I l presidente. Il neo eletto Bonfatti rivolge un ringraziamento agli azionisti «per la grande
partecipazione» e agli amministratori e sindaci uscenti «per la dedizione e capacità professionale
dimostrata in questi anni di intenso lavoro».
«Il nuovo cda, costituito da esponenti di acclarata professionalità, ­ sostiene il presidente ­ sarà
chiamato a lavorare insieme, in uno scenario economico sempre più complesso, all' insegna del
consolidamento e dello sviluppo della banca. Il nuovo Consiglio continuerà a garantire, con rinnovata
attenzione, il sostegno a famiglie e piccole e medie imprese, esprimendo quella vicinanza al Terzo
settore che in questi anni ci ha visto protagonisti, come testimonia il bilancio sociale distribuito ai soci.
Ci aspetta un lavoro impegnativo, ma la convinzione è che ci riusciremo insieme nell' interesse della
banca, così da poter soddisfare le aspettative dei soci e di un territorio che guarda a Carim come punto
di riferimento per il suo rilancio economico e sociale».
L' assemblea ha anche approvato il bilancio 2014.
LUCA CASSIANI
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La New Factor all' università insegna come fare
impresa
RIMINI. Un confronto aperto fra un' eccellenza
dell' imprenditorialità riminese, l' azienda New
Factor, e gli studenti della facoltà di economia
del Campus di Rimini per analizzare scelte e
strategie vincenti d' impresa. Con questo
obiettivo Alessandro Annibali, presidente della
New Factor Spa, l' azienda riminese top negli
snack naturali a base di frutta secca e
disidratata, ha incontrato circa 70 studenti
della Scuola di economia, management e
statistica.
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Confermata per l' estate 2015 l' intesa con Trenitalia. E la Carta Vantaggi offre agevolazioni nei
musei e nei castelli della Romagna.
Al mare in treno: è il decimo anno
Riccione rimborsa la tassa di soggiorno. Una Freccia anche per Venezia.
RIMINI. Viaggio e trasferimento in hotel gratis
a chi sceglierà il treno per concedersi una
vacanza di almeno una settimana a Riccione,
Rimini e Cattolica. Settanta fermate
Frecciarossa, Freccia bianca e InterCity per i
turisti diretti in Riviera a cui si aggiunge la
nuova rotta Frecciabianca Venezia / Padova­
Riccione.
In più agevolazioni e prezzi d' ingresso ridotti
nei musei e castelli della Romagna c o n l a
speciale Carta Vantaggi e, solo per gli
alberghi di Riccione, l' esenzione della tassa di
soggiorno.
Sono i principali vantaggi previsti da Al mare
in treno 2015, giunta alla sua decima edizione.
L' iniziativa è stata presentata ieri a Milano da
Gianfranco Battisti, Direttore Divisione
Passeggeri Nazionale, Internazionale e Alta
Velocità di Trenitalia, Renata Tosi, sindaco del
Comune di Riccione e Piero Cecchini, sindaco
di Cattolica insieme a Rodolfo Albicocco,
presidente dell' Aia di Riccione, Antonio
Guarini direttore dell' Aia di Rimi ni e Gigliola
Benelli direttore dell' Aia di Cattolica.
Fra le novità il Freccia bianca della rotta
Venezia ­ Lecce, dopo Rimini, quest' anno
fermerà anche a Riccione dal 14 giugno al 19
settembre: venerdì, sabato e domenica.
Grazie all' iniziativa Al mare in treno 2015 i clienti Trenitalia che soggiorneranno almeno una settimana
negli alberghi convenzionati delle tre cittadine della Riviera romagnola riceveranno di rettamente dall'
albergatore il rimborso del ticket ferroviario di andata. Se il soggiorno sale a due settimane, il rimborso
verrà esteso anche al biglietto di ritorno. Nel primo caso è previsto un massimo di 40 euro a persona
per i tre o quattro stelle (80 euro per le due settimane). E di 25 euro per quelli a una o due stelle (50
euro su due settimane). Quest' anno gli albergatori rimborseranno anche il biglietto dell' autobus
eventualmente utilizzato dai clienti per il trasferimento dalla stazione di Rimini, Riccione o Cattolica all'
hotel prescelto.
Per il sindaco di Riccio ne Renata Tosi «bisogna cogliere tale opportunità.
Siamo la prima città della Riviera a rimborsare la tassa di soggiorno a coloro che verranno in vacanza in
treno. E da quest' anno c' è anche una fermata dedicata sulla tratta Venezia / Padova ­ Riccio ne».
Il sindaco di Cattolica Piero Cecchini spiega: «Riteniamo fondamentale incentivare, a livello nazionale, l'
utilizzo del treno per arrivare in città. In più, in vista dell' estate una coppia di Freccia Bianca garantirà
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un passaggio diretto da Cattolica all' Expo».
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II Comune firma l' ordinanza, ripartono oggi i lavori
del Trc
Dopo la diffida di Agenzia mobilità, disposta la chiusura del traffico in via Portovenere. Il
sindaco: «Non so niente»
RICCIONE. È scattata da lunedì l' ordinanza di
chiusura al traffico di via Portovenere, nel
tratto urbano tra le vie Ventimiglia e La Spezia,
per consentire la prosecuzione dei lavori del
Trc, «che riprenderanno oggi», dicono da
Agenzia mobilità (Am). L' atto, firmato dal
comandante della Municipale, Graziella
Cianini, avrà valenza fino al 27 maggio. Il
dirigente richiama la nota di Agenzia mobilità
(Am) e trasmessa alComune il 24 aprile. Lo
stesso atto il comando lo aveva già
predisposto con un' ordinanza di
regolamentazione del traffico nel 2014,
successivamente il rinnovo era stato negato
dal neo assessore ai Lavori pubblici in quanto,
a suo dire, non gli erano arrivati i documenti di
bonifica bellica sul tracciato in questione. Am
ha comunicato la regolare esecuzione della
bonifica.
«Non so ancora nulla commenta il sindaco
Renata Tosi ­ oggi (ieri per chi legge, ndr)
sono stata a Milano tutto il giorno».
Da Am spiegano che, «l' ordinanza arriva a
seguito della formale diffida, considerati gli
esiti dell' ultima udienza del Tar, nella quale si
indicava la nuova scansione temporale degli
atti necessari per l' avvio dei lavori». Un'
amara sorpresa per i residenti di via
Portovenere, commenta commenta Massimiliano Pompignoli, consigliere regionale della Lega Nord,
«un atto di forza inaudito, prosegue Pompignoli, «che relega i residenti nelle proprie abitazioni
limitandone la mobilità, e impedisce ai mezzi di soccorso di transitare agevolmente, con gravi
ripercussioni nel trasporto di malati».
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«Entro la fine dell' anno puntiamo alla gestione associata di alcuni servizi, a partire dal sistema
informatico»
Comuni, il sindaco Morelli allarga la fusione
«Sì all' unione fra Granaio e Cattolica in dieci anni, ma c' è anche la Valconca»
SAN GIOVANNI IN MARIGNANO. La fusione
tra Cattolica e San Giovanni in Marignano in
un unico Comune entro dieci anni, proposta
pochi giorni fa dal segretario Pd Alessandro
Montanari, sembra trovare d' accordo, almeno
nei numeri, il sindaco marignanese Daniele
Morelli.
«Fondamentale per far partire la riflessione è il
concetto di comune ideale stilato dal Comitato
nazionale di ricerca che individua il Comune
ottimale in 30mila abitanti e non oltre, in
quanto si preserva ancora il rapporto diretto
con il cittadino e si ha una buona
razionalizzazione dei costi in termini di
servizi».
In questo contesto, Cattolica con circa 17mila
abitanti, e San Giovanni con meno di 10mila
residenti, rientrerebbero nell' ipotesi di
Comune ottimale. Ma nella partita per
associazione dei servizi e successiva fusione,
Morelli non guarda solo alla Regina. «Non
bisogna dimenticare in questo percorso di
partecipazione i blocchi di partenza:
possediamo già con Cattolica delle realtà in
comune e sarà fondamentale comunque
guardare in un prossimo futuro anche alla
Valconca essendo San Giovanni la porta della
Val conca per la sua posizione geografica».
Le prossime tappe? «Entro settembre la fine del giro di consultazione degli stakeholder marignanesi
per recepire la voce ­visione della comunità ed entro la fine dell' anno la gestione associata di alcuni
servizi, come il sistema informatico».
Per Morelli «la metamorfosi amministrativa deve essere messa in atto per permettere ai comuni di poter
amministrare al meglio: l' inizio della crisi e il suo perdurare mettono a dura prova anche gli enti locali
che devono assolutamente cambiare pelle e superare le logiche di campanile».
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«Porta forti vantaggi di bilancio»
Valmarecchia , il Pd sostiene la fusione dei Comuni
VALMARECCHIA. Il Partito democratico della
Valmarecchia sostiene la fusione dei Comuni.
Ormai è da tempo che è avviata la riflessione
a proposito della fusione dei Comuni dell' alta
Valmarecchia e il partito sostiene questa
direzione di marcia. «Si aggiungono gli
indubbi vantaggi economici ­ afferma il Pd ­ e
di bilancio che le leggi nazionali e regionali
assegnano ai Comuni che scelgono la via
delle fusioni, relativamente allo svincolo
temporaneo dal patto di stabilità e a
trasferimenti straordinari per una durata di 15
anni».
Il Pd, infatti, a partire dall' esperienza del
Comune di Poggio Torriana, ha iniziato una
riflessione in merito alla riorganizzazione
territoriale coinvolgendo nel percorso i
segretari di circolo e i sindaci della Valle sul
tema delle fusioni di Comuni. «La legislazione
nazionale e regionale spinge fortemente nella
direzione della Fusione di Comuni, un
argomento impegnativo e sfidante per gli
amministratori che governano gli enti in questo
difficile momento».
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Bilancio 2015 da 12 miliardi
REGIONE Discusso in Assemblea legislativa la manovra di previsione Otto miliardi per
la sanità. Obiettivo portare il turismo al 10% del Pil.
Ieri il Bilancio di previsione 2015 della Regione
è stato discusso in Assemblea legislativa. In
questa manovra da 12 miliardi, 8 riguardano la
sanità. Il primo rilevante elemento di priorità
delle spesa riguarda la copertura che con il
bilancio di previsione 2015 si fornisce al
cofinanziamento regionale dei fondi strutturali
europei con riferimento alla nuova
programmazione comunitaria 20142020. L'
importo annuale di tale impegno ammonta
complessivamente a circa 56,1 milioni di euro
e consentirà una spesa sul territorio regionale
per 368 milioni di euro per 7 anni e di
sbloccare risorse totali per 2,5 miliardi di euro
destinati a lavoro, ricerca e innovazione.
P e r a c c o m p a g n a r e l a legge d i r i o r d i n o
istituzionale e il percorso verso la costituzione
delle aree vaste, il bilancio assicura una quota
aggiuntiva pari a 28 milioni di euro (oltre ai 31
milioni ordinariamente previsti) che
consentiranno la copertura integrale delle
spese inerenti le funzioni da delegare o
mantenere in gestione diretta, oltre a garantire
i l lavoro ai dipendenti delle Province. Tra i
punti prioritari: il mantenimen to dei servizi alla
persona, con 120 milioni di risorse proprie e
aggiuntive. Per le politiche dell' agricoltura si
prevede il raddoppio delle risorse proprie
correnti finalizzate al cofinanziamento dei fondi europei che aumentano, tra il 2014 e il 2015, da 15
milioni a 29 milioni di euro. Per le politiche per l' ambiente e la difesa del territorio si confermano i fondi
c o n particolare attenzione alla protezione civile, al contrasto al dissesto idrogeologico e alla
valorizzazione dei parchi e delle riserve naturali (45 milioni). Per quanto riguarda il turismo, l' obiettivo al
2020 è che superi il 10% del Pil regionale. In questa prospettiva, il bilancio conferma 28,3 milioni per
Apt e Unioni di prodotto, programmi per favorire il turismo e la commercializzazione.
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LA SCHEDA.
I numeri Serve oltre 38mila clienti
MARR ( G r u p p o C r e m o n i n i ) , q u o t a t a a l
Segmento STAR di Borsa Italiana, è la società
leader in Italia nella distribuzione specializzata
di prodotti alimentari alla ristorazione extra
domestica ed è controllata da Cremonini
S.p.A.. Attraverso un' organizzazione
composta da oltre 700 tecnici commerciali,
MARR s e r v e p i ù d i 3 8 . 0 0 0 c l i e n t i
(principalmente ristoranti, hotel, pizzerie,
villaggi turistici, mense aziendali), con un'
offerta che include oltre 10.000 prodotti
alimentari, tra cui pesce, carne, alimentari vari,
ortofrutta. La società opera su tutto il territorio
nazionale a t t r a v e r s o u n a r e t e l o g i s t i c o ­
distributiva costituita da 33 centri di
distribuzione, 5 cash&carry, 4 agenti con
deposito e si avvale di circa 750 automezzi.
Per maggiori informazioni su MARR i l s i t o
Internet della società alla pagina www.marr.it.
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Marr continua a fare passi da vero gigante L'
ECONOMIA Ok dell' assemblea degli azionisti al bilancio d' esercizio 2014. Nei primi 3
mesi del 2015 ricavi in crescita.
Assemblea degli Azionisti di MARR S.p.A.
(Milano: MARR.MI), società leader in Italia
nella commercializzazione e distribuzione di
prodotti alimentari al food service, ha
approvato ieri il bilancio d' esercizio al 31
dicembre 2014.
Principali risultati consolidati dell' esercizio
2014 Nell' esercizio 2014 i ricavi totali
consolidati sono stati pari a 1.441,4 milioni di
Euro, in incremento di circa 77 milioni (+5,6%)
rispetto ai 1.364,7 milioni di Euro del 2013. In
crescita anche la redditività operativa con l'
EBITDA che ha superato i 100 milioni di Euro
e si è attestato a 101,8 milioni con un
progresso del 7,2% rispetto ai 94,9 milioni del
2013, mentre l' EBIT è stato pari a 85,7 milioni
(+7,1% rispetto agli 80,0 milioni del 2013). L'
utile netto consolidato ha raggiunto i 51,1
milioni di Euro, con un incremento del +8,0%
rispetto ai 47,3 milioni del 2013. Al 31
dicembre 2014 l' indebitamento finanziario
netto è stato pari a 176,7 milioni di Euro (194,1
a fine 2013), mentre il patrimonio netto
consolidato ha raggiunto i 254,3 milioni di Euro
(244,1 milioni di Euro al 31 dicembre 2013).
Risultati della Capogruppo MARR S.p.A.
e distribuzione del dividendo La Capogruppo
MARR S.p.A.
chiude l' esercizio 2014 con 1.339,2 milioni di Euro di ricavi totali (+91,3 milioni di Euro rispetto ai
1.247,9 milioni del 2013) ed un utile netto di 52,4 milioni di Euro, rispetto ai 46,8 milioni del 2013. L'
Assemblea ha approvato la distribuzione agli Azionisti di un dividendo lordo di 0,62 Euro per azione
(0,58 Euro l' anno precedente) con "stacco cedola" (n.11) il 25 maggio, record date il 26 maggio e
pagamento il 27 maggio.
L' utile non distribuito viene accantonato a Riserva.
Evoluzione prevedibile della gestione Nei primi tre mesi dell' anno, seppure poco significativi per il loro
contributo all' intero esercizio, i ricavi per vendite del Gruppo MARR si sono confermati in crescita. In
particolare positivo il contributo dei clienti della categoria "Street Market" (ristoranti e hotel non
appartenenti a Gruppi o Catene); mentre l' andamento delle vendite ai clienti del "National Account" ­
oltre al venir meno del contributo di Alisea, la cui partecipazione è stata ceduta il 31 marzo 2014 ­ ha
risentito di un approccio selettivo alle forniture dirette agli Enti Pubblici, approccio volto alla
salvaguardia della redditività operativa. Proseguono intanto le attività per cogliere tutte le opportunità
che presenta il mercato, tra cui l' Expo 2015, per il quale il Gruppo sta concretizzando progetti mirati per
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dare supporto tanto agli operatori che forniranno i servizi di ristorazione all' interno dell' evento, quanto
alle strutture ricettive ­ hotel e ristoranti ­ della Lombardia e di tutte le grandi città, che è atteso possano
beneficiare di maggiori flussi turistici.
Ulteriori deliberazioni L' Assemblea ha inoltre esaminato e approvato, ai sensi del comma 6 dell' art 123
­ter del DLgs 58/1998, la Relazione sulla remunerazione.
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Soci: Hera cambia lo Statuto
BOLOGNA Addio al tetto del 49% di azioni private, ma il pubblico manterrà la
governance. Dividendo 2014 da 9 centesimi per azione.
Sono due le importanti notizie che arrivano
dall' assemblea dei soci di Hera, svoltasi ieri a
Bologna. La prima sta nella modifica dell'
articolo 7 dello Statuto che consiste nell'
eliminazione della percentuale minima del
51% di capitale della società che deve essere
di proprietà dei soci pubblici. Hera potrà
diventare a maggioranza privata ma, per
garantire il mantenimento del controllo
pubblico è stata introdotta nello stesso articolo
la prevalenza dei diritti di voto di titolarità dei
soci pubblici. L' altro dato della riunione è l'
approvazione dei bilanci economico e di
sostenibilità relativi al 2014, unitamente alla
proposta del consiglio di amministrazione di
distribuire un dividendo di 9 centesimi di euro
per azione (confermato rispetto allo scorso
anno), in ragione di risultati economici che
hanno evidenziato, al 31 dicembre 2014, ricavi
per 4.189,1 milioni di euro, un margine
operativo lordo di 867,8 milioni di euro e un
utile netto di pertinenza di 164,8 milioni. Lo
stacco della cedola avverrà il 22 giugno, con
pagamento a partire dal 24 giugno 2015.
Il dividendo erogato, in base alla quotazione
del titolo Hera al 31/12/2014, corrisponde a un
rendimento annuo di circa il 4,6%.
L' Assemblea ha poi approvato la modifica
dell' articolo 6 dello Statuto con l' introduzione della cosiddetta maggiorazione del voto, che consente di
attribuire a ciascuna azione fino ad un massimo di due voti. In particolare, il voto maggiorato spetta alle
azioni detenute da un medesimo azionista per almeno 24 mesi, iscritte in un apposito elenco, e in Hera
sarà applicato solo nelle votazioni per la nomina e/o revoca del consiglio di amministrazione e del
collegio sindacale e per la modifica del limite al possesso azionario, nonché per la modifica dello stesso
articolo che istituisce il voto maggiorato.
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Il generale Cecchi non risparmia nessuno dai vertici
ai soliti amici degli amici Ma il vero problema è la
presidenza"
Il comitato dei piccoli azionisti, in aperta
contestazione con i vertici Carim, in realtà
aveva invitato a disertare la seduta. Ma in sala
Manzoni ieri mattina se ne sono visti diversi. E
c' era anche il generale Enrico Cecchi, che non
ha mancato di far sentire la sua voce. Come
sempre con un intervento forte e chiaro. Dito
puntato contro il "socio tiranno", Cecchi ha
esplicitamente invitato a votare per la lista
"tecnica" messa a punto dagli industriali, "con
s o g g e t t i d i a l t a c o m p e t e n z a bancaria,
soprattutto non riminesi". Vuoi mettere al
confronto di quello che ha definito "un orribile
caravanserraglio" in cui sono spuntati i "soliti
amici degli amici": "Cosa capiscono di tecnica
bancaria? Che esperienza hanno?".
"Ma non illudetevi ­ ha anche aggiunto il
generale rivolgendosi ai presenti ­ Non ha
alcuna importanza chi vincerà tra le due liste
di minoranza. Il vero problema è la presidenza
della Fondazione". Invitando quindi Massimo
Pasquinelli a dimettersi e confermando nuove
denunce in Procura ha aggiunto: "Questa
Banca è nelle mani di un gruppo ristretto di
persone che non vi ha investito un euro, ma
che decide e gestisce tutto. Persone scelte
con procedure quasi esoteriche che
dovrebbero garantire la selezione dei migliori
uomini della nostra città per tutelare un bene essenziale, la nostra banca".
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Industriali fuori dalla Carim per un punto
CAMBIO AL VERTICE NEL SEGNO DELLA CONTINUITÀ Al fianco del presidente
Bonfatti anche i due consiglieri della lista 'amica' Ticchi e Giusti.
Industriali f u o r i d a i g i o c h i , s c a v a l c a t i a l
traguardo dalla lista più amica che realmente
alternativa.
Per un punto e mezzo: 10,1% contro 8,6%.
Risultato? Il consiglio di amministrazione di
Banca Carim resta saldamente nelle mani
della Fondazione e dei suoi affiliati per un altro
triennio.
Lunga e partecipata l' assemblea degli
azionisti, ieri mattina in sala Manzoni.
Presenti tre soci su quattro, il 75,7% del
capitale sociale. In seduta ordinaria è stato
quindi approvato il bilancio di esercizio 2014,
chiuso con 9 milioni e rotti di perdita. Ma più
che sui numeri (che si risolvono nell'
equazione 'nessun dividendo') l' attenzione era
tutta concentrata sui nomi dei magnifici sette
componenti del nuovo cda. Già di fatto
scontata la rielezione di Sido Bon fatti alla
presidenza. Al suo fianco siederanno quattro
dei consiglieri candidati dalla lista di
maggioranza (56,78%), quella della
Fondazione. Tra cui due conferme, Matteo
Guaitoli (vice presidente) e Vera Negri. E due
nuove esperienze: Patrizia Albano e Fabio
Pranzetti. Due i consiglieri piazzati dalla lista
numero tre, 'Cassa 1840', rappresentativa di
una novantina di soci (2,3% del capitale
sociale): con il capocordata geometra Renzo Ticchi anche Massimo Giusti.
Avendo superato la soglia del 5%, alla lista di minoranza tocca anche la presidenza del collegio
sindacale, per cui è stato eletto Paolo Casadio Pizzaroli.
Mauro Nini e Giuseppe Savioli gli altri due membri indicati dalla Fondazione.
"Voglio ringraziare gli azionisti di Banca Carim ­ commenta il presidente Bon fatti ­ per la grande
partecipazione odierna e al contempo ringraziare gli amministratori e i sindaci uscenti per la dedizione e
capacità professionale dimostrata in questi anni di intenso lavoro. Il nuovo consiglio di amministrazione,
costituito da esponenti di acclarata professionalità, sarà chiamato a lavorare insieme, in uno scenario
economico sempre più complesso, all' inse gna del consolidamento e dello sviluppo della Banca. Il
nuovo consiglio continuerà a garantire, con rinnovata attenzione, il sostegno a famiglie e piccole e
medie imprese, esprimendo quella vicinanza al Terzo Settore che in questi anni ci ha visto protagonisti,
come anche testimoniato dal nostro Bilancio Sociale, oggi distribuito ai soci.
Siamo consapevoli del lavoro certamente impegnativo che ci aspetta, ma la convinzione è che ci
riusciremo insieme, nell' interesse della Banca, così da poter soddisfare le aspettative dei soci e di un
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territorio che guarda a Ca rim come punto di riferimento per il suo rilancio economico e sociale".
Di tutt' altro tenore il coro dei commenti non ufficiali, in cui si stigmatizza "il trionfo delle complicità". Ma
si fa anche notare come si continui "a guardare al futuro con la testa rivolta indietro".
Valeria De Tommaso.
VALERIA DE TOMMASO
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Paolo Maggioli: "La Fondazione ha contribuito in
maniera evidente al risultato, non ne esce bene"
LO ZAMPINO Il numero uno degli industriali: "Peccato per la banca ma anche per la
città. Per il mondo produttivo era l' occasione di partecipare al più importante istituto di
credito riminese"
"Peccato", esclama alla ratifica delle votazioni
i l presidente d i Unindustria Paolo Maggioli.
"Peccato per la banca ma anche per la città",
allarga le braccia. Il tentativo dichiarato della
lista numero due ­ "Carim insieme per il futuro"
­ era stato chiarito già al momento delle
candidature: "Far partecipare il mondo
produttivo riminese al più importante istituto di
credito del territorio. Purtroppo non ci siamo
riusciti. Il tentativo comunque andava fatto,
anche per dare un segnale.
Ma già al momento in cui non abbiamo
accettato di definire una lista alternativa unica
sapevamo che sareb be stata piuttosto dura".
Motivo? Non ci gira troppo intorno il numero
u n o d e g l i industriali: "La Fondazione ha
contribuito in maniera evidente al successo
della lista numero tre. Prima con la raccolta
dei firmatari a suo sostegno quindi con i voti.
Ma credo anche di poter dire che non ne esca
bene da questa assemblea. Perché poteva
davvero essere l' occasione per superare
quell' isolamento in cui vive già da un po' di
tempo".
"Per quanto ci riguarda ­ chiosa Maggioli ­
continueremo ad essere comunque molto
attenti alle prossime decisioni della Banca".
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INTERNAZIONALIZZAZIONE ANNIBALI (NEW FACTOR) TRACCIA LA STRATEGIA PER IL
SUCCESSO.
Università e impresa a tu per tu
Un confronto aperto fra un' eccellenza dell'
imprenditorialità r i m i n e s e , l ' azienda N e w
Factor, e gli studenti della facoltà di economia
del Campus di Rimini. Per analizzare insieme
gli aspetti più importanti delle scelte e delle
strategie vincenti d' impresa. Con questo
obiettivo nei giorni scorsi Alessandro Annibali,
presidente N e w F a c t o r S p a , l ' azienda
riminese di riferimento per la lavorazione e la
commercializzazione di snack naturali a base
di frutta secca e disidratata, ha incontrato circa
70 studenti del corso della Scuola di
Economia, Management e Statistica dell'
Università di Rimini.
Durante l' incontro Annibali ha presentato le
peculiarità che hanno portato al successo l'
azienda. "Oggi per essere competitivi ­ ha
spiegato ­ occorre sapere operare sui mercati
internazionali, sia come importatori che come
esportatori. Prima di approcciare in modo
vincente i mercati stranieri occorre avere ben
presenti tutti i fattori critici. Occorre saper
scegliere i mercati su cui investire per avere
maggiori chance di successo e concentrarsi su
uno o massimo due paesi per volta senza
disperdere risorse e energie. Bisogna quindi
avere accesso a quanti più dati possibili, micro
e macro. Inoltre, è necessario avere le giuste
risorse interne sia in termini organizzativi che economici ed avere un ottimo coordinamento tra le varie
funzioni aziendali, dato che esportare comporta sempre problematiche aggiuntive sia in termini logistici
che produttivi, a partire dalla diversità di lingua e sistema legislativo. Poiché la maggior parte delle
aziende italiane sono medio ­piccole e difficilmente in grado di aggredire grandi player globali, è meglio
lavorare su nicchie che possono apprezzare il Made in Italy".
Annibali ha quindi presentato alcune strategie messe in atto negli ultimi mesi da New Factor su nuovi
mercati, tra cui la Cina, dove nei prossimi mesi sono previsti importanti sviluppi.
Il seminario rientra nel ciclo d' incontri "Imprenditorialità, cambiamento generazionale ed
internazionalizzazione", organizzato al Campus d i Rimini dalla professoressa Paola Giuri e dal
professor Marco Corsino, nell' ambito degli insegnamenti di 'Strategia delle imprese nel corso di laurea
triennale in economia del turismo' e di 'Strategie di corporate e internazionalizzazione nel corso di
laurea magistrale in amministrazione e gestione d' impresa'.
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TURISMO SOSTENIBILE Grazie all' accordo tra Trenitalia e gli albergatori di Rimini, Riccione e
Cattolica una serie di agevolazioni per chi soggiorna almeno una settimana. Il Frecciabianca al
servizio della Riviera.
Decima edizione per "Al mare in treno"
Al mare in treno è giunta alla decima edizione.
L' iniziativa che coinvolge oltre 100 hotel nell'
idea di vacanza ecosostenibile, prevede
viaggio e trasferimento in hotel gratis a chi
sceglierà il treno per concedersi una vacanza
di almeno una settimana a Riccione, Rimini e
Cattolica. In più agevolazioni e prezzi d'
ingresso ridotti nei musei e castelli della
Romagna con la speciale Carta Vantaggi e,
solo per gli alberghi di Riccione, l' esenzione
della tassa di soggiorno. L' iniziativa è stata
presentata a Milano da Gianfranco Battisti per
Trenitalia, Renata Tosi e Piero Cecchini,
sindaci di Riccione e Cattolica insieme a
Rodolfo Albicocco, presidente Associazione
albergatori di Riccione, Antonio Guarini e
Gigliola Benelli, direttori Associazione
albergatori Rimini e Cattolica, che hanno
manifestato soddisfazione per l' iniziativa. Il
Frecciabianca Venezia ­ Lecce, quest' anno
fermerà anche a Riccione dal 14 giugno al 19
settembre: venerdì, sabato e domenica. Sei
corse estive in totale permetteranno
collegamenti, senza cambi intermedi, tra
Riccione e le principali città di Veneto
(Venezia e Padova), Piemonte, Lombardia e
Emilia. I biglietti sono già dispo nibili su tutti i
canali di vendita Trenitalia. Si arricchisce il
sistema delle Frecce in Romagna, nel periodo estivo Rimini sarà servita da una seconda coppia di
Frecciarossa Milano ­Ancona. Grazie a "Al mare in treno 2015", i clienti Trenitalia che soggiorneranno
almeno una settimana negli alberghi convenzionati delle tre località della Riviera romagnola riceveranno
direttamente dall' albergatore il rimborso del ticket ferroviario di andata. Se il soggiorno sale a due
settimane, il rimborso verrà esteso anche al biglietto di ritorno. Quest' anno gli albergatori
rimborseranno anche il biglietto dell' autobus eventualmente utilizzato dai clienti per il trasferimento
dalla stazione all' hotel prescelto. Al mare in treno 2015 può essere abbinata a tutta l' offerta
commerciale prevista da Trenitalia e disponibile su trenitalia.com. Informazioni, regolamento e elenco
degli alberghi convenzionati, con la descrizione e indirizzi web sono consultabili su almareintreno.it. Nel
2014 ad approfittare della vantaggiosa promozione Al mare in treno sono state famiglie e coppie, ma
anche anziani e giovani: più 5% rispetto all' edizione dell' anno precedente. Il sito "almareintreno.it" è
stato visitato inoltre il 12% in più rispetto al 2013. Sempre nel scorso del 2014, quattro clienti su cinque
hanno scelto il soggiorno di una settimana, che dà diritto al rimborso del solo biglietto di andata.
Aldo Viroli.
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IL CASO.
Trc bollente Lega Nord all' attacco su via
Portovenere, Agenzia Mobilità contrattacca e oggi
apre il cantiere
Il Trc della discordia continua a elettrizzare la
Perla. Al centro del mirino, il cantiere di via
Portovenere.
"Amara sorpresa per i residenti che in
mattinata si sono 'scontrati' con l' affissione
improvvisa di cartelloni gialli che intimavano
loro di sgomberare nell' arco di un paio d' ore
garage e posti auto; evidentemente la ditta
appaltante la realizzazione del Trc ha pensato
bene di procedere a occhi chiusi senza tenere
conto di quelli che sono i diritti e le volontà dei
riccionesi, più volte espressisi contro il
compimento di quest' aberrante opera
infrastrutturale" l' attacco del consigliere
regionale della Lega Nord Massimiliano
Pompignoli. "Di fronte allo stupore e alle
domande dei residenti, gli operai incaricati di
procedere alle rimozioni hanno risposto che il
tracciato di Via Portovenere ­ nel tratto urbano
da Via Ventimiglia a Via La Spezia è oggetto
di chiusura straordinaria (dal 29/04/2015 al
2 7 / 0 5 / 2 0 1 0 5 ) p e r lavori a f f e r e n t i l a
realizzazione del metrò di costa, senza dare
loro garanzie e tempi di un ritorno alla
normalità!" "Un atto di forza inaudito" conclude
il consigliere romagnolo "Agenzia Mobilità
informa che il 27 aprile il Comando di Polizia
Municipale di Riccione ha rilasciato con
ordinanza n.205 l' atto necessario all' installazione del can tiere per la realizzazione del Trasporto
Rapido Costiero in via Porto venere. L' ordinanza giunge a seguito della formale diffida che ­ visti gli
esiti dell' ultima udienza al TAR Agenzia Mobilità aveva inoltrato al Comune il 7 aprile nella quale si
indicava la nuova scansione temporale degli atti necessari per l' avvio dei lavori e si programmava l'
inizio del primo cantiere in via Portovenere per il 27 aprile" spiega invece la so cietà appaltante,
incalzando: "Immediatamente dopo il rilascio dell' autorizzazione del Comune l' Impresa esecutrice delle
opere si è attivata, per l' apposizione della cartellonistica e della segnaletica previste e per fornire le
necessarie informazioni alla cittadinanza e residenti coinvolti. Le attività lavorative avranno inizio nella
mattinata di domani 29 aprile con la recinzione dell' area e dureranno 4 settimane".
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Bellaria All' asta per l' estate parcheggio da 400
posti
BELLARIA C' è un parcheggio da 400 posti da
prendere in gestione. Il Comune di Bellaria ha
infatti pubblicato l' avviso per l' affidamento in
concessione del parcheggio comunale di via
dei Mille per l' estate 2015 e il termine scade
giovedì 7 maggio, L' area di sosta si trova tra il
Parco Pavese e la linea ferroviaria, in
prossimità del "Beky Bay", e dispone appunto
di 400 posti auto; al gestore, che dovrà farsi
carico dei lavori di ripristino degli stalli e dei
divisori, della manutenzione, pulizia,
sorveglianza e custodia dell' area, sarà
affidato il parcheggio indicativamente dal 15
maggio al 15 settembre, con obbligo di
apertura tutti i giorni dal 15 giugno al 31
agosto. L' affidamento avverrà secondo il
criterio dell' offerta più vantaggiosa per l'
amministrazione, con base d' asta di 15.000
euro: la controprestazione in favore del
concessionario c onsiste nel diritto di gestire
funzionalmente e di sfruttare economicamente
l' area concessa, applicando le tariffe stabilite
dall' Ente nell' àmbito dei servizi pubblici a
domanda individuale. Ulteriori info e modalità
di presentazione della domanda e di
svolgimento della procedura, al link:
www.comune.bellaria­igea­marina.rn
it/pdffiles/Bandi/2015/_4C20R76C7_20150423.PDF.
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