VIETNAM: LA NUOVA VITA DEGLI ORSI DELLA LUNA

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VIETNAM: LA NUOVA VITA DEGLI ORSI DELLA LUNA
VIETNAM: LA NUOVA VITA DEGLI ORSI DELLA LUNA
L’associazione Animal Asia ne ha liberati 500 prigionieri in fattorie. Dove i contadini estraevano
la loro bile per rivenderla come ingrediente di farmaci tradizionali.
Le zampe di Song Sot non hanno mai
toccato l'erba. E per vent'anni a fargli
compagnia sono state le sbarre arrugginite
della sua gabbia. Piccola, come quelle di
altri 27 orsi della luna, che erano state
messe l'una accanto all'altra in una lunga
fila riparata solo da una tettoia in lamiera,
rovente con il sole e inutile contro le piogge
monsoniche del Vietnam. Una volta al
giorno un contadino, attraverso un
catetere conficcato nell'addome degli orsi,
succhiava via un po' di bile dalla loro
cistifellea,
per
rivenderla
come
«miracolosa»: per cinesi, vietnamiti e
nordcoreani si tratta infatti di un
ingrediente pregiato per medicinali
tradizionali, ma anche per vini, saponi,
bevande.
Alla fine però Song Sot «l'ultimo sopravvissuto» in vietnamita, era rimasto solo.
Soltanto lui, con gli occhi tristi, le piaghe
aperte sulla pelle e le zampe atrofizzate,
era riuscito a sopravvivere fino a quando,
a marzo, il team di Animals Asia,
organizzazione
attiva
dal
1998
{www.animalsasia. org] è riuscito a
strapparlo alla sua gabbia. Song Sot era
stanco e ammalato. Gli hanno dato una fetta
d'anguria matura, la prima della sua vita. E
lui l'ha divorata, dopo averla leccata e
annusata incuriosito.
Da quel momento è cominciata la sua
seconda vita al Santuario degli orsi della
luna, il centro di recupero di Tarn Dao, una
riserva di dodici ettari dove Animals Asia
accoglie, cura e protegge gli orsi della luna
(Ursus thibetanus Cuvier), liberati dalle
fattorie della bile che ancora infestano il Vietnam e la Cina.
«La sua natura gentile è stata la vera sorpresa, ma anche un segno tangibile di come
questi orsi riescano a dimenticare. E a perdonare» racconta Annemarie Weegenaar,
originaria dei Paesi Bassi, che dal 2006 vive a Tarn Dao e dirige il team dei veterinari.
«Ci sono voluti otto anni per salvare tutti gli orsi prigionieri nella provincia di Quang
Ninh» racconta Tuan Bendixsen, responsabile di Animals Asia in Vietnam. «Cinque
anni per sensibilizzare il governo vietnamita e la gente del posto. Più di 120 mila
persone hanno firmato la nostra petizione per salvare gli orsi. E dodici ambasciatori
stranieri, tra cui l'italiano Lorenzo Angeloni, hanno inviato lettere di sostegno al primo
ministro del Vietnam».
A un'ora e mezza di auto da Hanoi, il centro di Tarn Dao accoglie nel suo parco circa
500 orsi liberati. Ma 12 mila sono ancora imprigionati in Cina e Vietnam per
l'estrazione della bile, anche se ormai sul mercato esiste l'equivalente prodotto in
laboratorio.
(MARIA GRAZIA FILIPPI – IL VENERDI di REPUBBLICA – 27 NOVEMBRE 2015)