I 5 verbi della misericordia - Omelia del 6.3.2016

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I 5 verbi della misericordia - Omelia del 6.3.2016
I 5 verbi della misericordia - Omelia del 6.3.2016
‘I 5 verbi della misericordia’, è questo il titolo dell’omelia di questa quinta domenica di
Quaresima. Quanto vorrei che io e voi contemplassimo i 5 gesti, le 5 azioni, i 5 verbi che il padre
della pagina evangelica mette in atto verso il figlio finalmente tornato a casa. Eccoli questi verbi: lo
vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Se nella parabola questo
padre è Dio e se la Bibbia per bocca di S. Paolo dice: “Siate imitatori di Dio”, noi adesso ci
soffermeremo su ciascuno dei 5 gesti di questo papà, per farli nostri e trarne una conseguenza, che
dirò.
1° verbo - lo vide.
Fateci caso, vedere è il verbo che sta sempre all’inizio e senza del quale niente parte. Se non vedi,
non soccorri; se non vedi, non puoi intervenire; se i tuoi occhi non rimangono colpiti, non puoi né
commuoverti, né muoverti. E se le cose stanno così, occorre guardarsi da tutto ciò che ci fa vedere
male: le distrazioni, il poco cuore, la fretta, il pessimismo.
2° verbo – ebbe compassione.
Vuoi sapere se dentro di te c’è umanità, c’è cuore? Misura quanto tasso di compassione e
commozione hai. E’ perché senti una stretta al cuore che ti muovi a fare il bene. E magari ci si
muovesse a compassione non solo per chi sta male ma anche per chi è nell’errore, per chi è nella
non fede, per chi è superficiale. Tante volte il Vangelo segnala la compassione di Gesù: o verso la
vedova di Nain o verso le folle per le quali fa poi il miracolo dei pani o verso l’amico Lazzaro che
era morto,..
3° verbo - gli corse incontro.
E’ un verbo che indica prontezza, sollecitudine. La vita mi sta insegnando che l’essere pronti e il
saper cogliere le occasioni giuste è il segreto di tanti successi. Il contrario della sollecitudine è la
pigrizia, la quale ci ricorda una verità: i peccati non sono solo quelli aggressivi (violenze,
tradimenti, uccisioni,..) ma anche quelli passivi, quelli cioè dovuti all’essere indifferenti, pigri,
oziosi, chiacchieroni e basta.
4° verbo - gli si gettò al collo.
Questo verbo dice la concretezza dell’amore. L’amore domanda sempre di farsi gesto. L’amore non
è astrazione ma un appuntamento, un abbraccio, un sorriso, un pianto, un regalo,.. L’amore non ce
la fa a rimanere idea, ma chiede di diventare concretezza. Un amico mi diceva che la sua storia
d’amore partì da un caffè preso insieme.
..e lo baciò - 5° ed ultimo verbo. Quel papà baciò il figlio. Quando un genitore bacia il figlio non è
solo una guancia e una fronte che vengono baciate, di quel figlio vengono baciati i dubbi, le paure, i
desideri, la sua libertà, i suoi limiti, i suoi trascorsi, il suo futuro. Il bacio non è a una guancia ma
alla persona. Non a caso Gesù baciava i bambini e si lasciava baciare, pensate ad es. alla peccatrice
di cui riferisce il capitolo 7 del Vangelo di Luca. Quanti bambini sono stati baciati ad es. dagli
ultimi Papi (Giovanni Paolo II°, Benedetto XVI°) e adesso da Papa Francesco. Nella Bibbia, San
Paolo si rivolge così ai cristiani di Corinto: “Salutatevi gli uni gli altri con un bacio santo”. Qual è
il bello del bacio? Che non ti fa sentire assolutamente solo e chi lo riceve non solo non si sente
nessuno, si sente importante.
Bene, la conclusione che vorrei tirare è molto importante: nella parabola evangelica è il padre, cioè
Dio, il titolare di questi 5 gesti. Dunque, se tutti noi ci mettiamo nei panni del figlio ritornato, è
verso di noi che Dio ci vede, ha compassione, ci corre incontro, si getta al nostro collo e ci bacia.
Bè, tutta questa affettuosità noi la celebriamo adesso nella Messa: se ricevere la Comunione è
ricevere amore, in questa Messa vengono riversati su di noi quei 5 gesti di cui ho appena parlato.
Due cose allora per concludere: Maria Santissima, a cui sempre vogliamo stare vicini, ci aiuti ad
accorgerci di questo amore e a farlo diventare un amore che a nostra volta doniamo.