Mirto Ignazio Mauro

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Mirto Ignazio Mauro
Cresti, E. (a cura di) Prospettive nello studio del lessico italiano, Atti SILFI 2006. Firenze, FUP: Vol II, pp. 361-365
Analizzando analizzare. Eterogeneità dei verbi in –izzare*
Ignazio Mauro Mirto
Università di Palermo
Abstract
I verbi derivati con –izzare non sono così omogenei come la denominazione di causativi ad essi attribuita lascerebbe pensare.
Strumento utile a mostrarne l’eterogeneità, anche del preponderante sottoinsieme di transitivi, è una parafrasi in cui la base del verbo
derivato è condivisa da un elemento predicativo dell’altra proposizione. Con tale parafrasi si individuano, anche tra gli intransitivi,
alcuni sottoinsiemi, due dei quali costituiscono l’oggetto del presente lavoro. Il primo comprende verbi come sterilizzare e presenta
parafrasi come L’infermiere sterilizzò l’ago ↔ L’infermiere rese l’ago sterile. Il secondo conta verbi come analizzare e dà luogo a
parafrasi come I tecnici analizzarono la situazione ↔ I tecnici fecero un’analisi della situazione. Nel primo schema parafrastico, alla
proposizione con verbo derivato in –izzare corrisponde un costrutto con small clause, mentre nel secondo corrisponde un costrutto a
verbo supporto. Sia nel primo schema che nel secondo si rinvengono verbi in –izzare che rientrano in costrutti transitivi e inergativi.
L’esiguo numero di verbi compatibili con il costrutto inaccusativo non rientra in nessuno dei due schemi.
1. Introduzione
In italiano sono numerosi i verbi formati con il
suffisso derivazionale –izz–, alquanto produttivo (cfr.
Grossmann e Rainer, 2004: 450-452; Lo Duca, 1992;
Schwarze, 1995: 564-566; Serianni, 1988: 650). La
proposizione (1a) illustra un caso:
(1a)
L’infermiere sterilizzò l’ago.
Con proposizioni formate a partire da tali verbi è
talvolta possibile costruire parafrasi come quella in (1b):
(1b)
L’infermiere rese l’ago sterile.
Si produce così una coppia di proposizioni che
intrattengono una relazione parafrastica caratterizzata
dalla condivisione di alcuni elementi di natura lessicale:1
infermiere e ago, ma anche steril-, che costituisce la base
di due predicati: in (1a) è la base di un verbo, mentre in
(1b) quella di un aggettivo.
In (1a), il predicato sterilizzare, transitivo, aggrega due
argomenti, soggetto e oggetto diretto, che nella
proposizione (1b) hanno identiche funzioni grammaticali:
il sintagma nominale l’infermiere è anche in questo caso
soggetto e il sintagma l’ago è oggetto diretto, anche se di
una proposizione più complessa, con small clause (cfr.
Neeleman, 1994), il cui predicato verbale è rendere. È
possibile individuare numerose coppie di proposizioni
formalmente e semanticamente così correlate, qui
denominate schema parafrastico 1.
È questo verosimilmente il motivo per cui il suffisso –
izzare è stato descritto come avente la funzione di formare
verbi denominati ‘causativi’ (cfr. Serianni, 1988) o
‘fattitivi’ (cfr. la voce –izzare ne Il dizionario della lingua
italiana di De Mauro, d’ora in avanti DM 2000).
* Nunzio La Fauci, Heike Necker, Silvia Pieroni e Liana Tronci
hanno commentato versioni precedenti di questo lavoro. Li si
cita non per impegnarli come responsabili dei punti di vista che
si sono espressi, ma solo come destinatari dei ringraziamenti
dell’autore.
1
Sulla parafrasi con condivisione di materiale lessicale nella
coppia di proposizioni (per es. Ugo fa il pedante ↔ Ugo
pedanteggia), v. il recente La Fauci, 2006.
Le proposizioni in (2a) e (2b), tuttavia, mostrano che
non tutti i verbi in –izzare si comportano secondo lo
schema parafrastico 1:
(2a)
(2b)
La popolazione economizzò l’acqua.
La popolazione rese l’acqua economica.
La proposizione (2a) è strutturalmente identica a
quella in (1a): infatti il verbo in –izzare, parallelamente a
quanto accade in (1a), aggrega due argomenti, soggetto e
oggetto diretto. Come nello schema parafrastico 1, tali
argomenti si trovano anche in (2b) con identiche relazioni
grammaticali, ma la proposizione così formata non è una
parafrasi della proposizione con –izzare. L’etichetta di
‘verbo causativo’, applicabile senza difficoltà a
sterilizzare non può allora essere estesa ad un verbo come
economizzare. Tra i verbi in –izzare reperibili in dizionari
come il DISC di Sabatini e Coletti (1997), che ne elenca
circa 650, o come DM 2000, che di verbi così ne contiene
un numero pressoché identico,2 se ne trovano parecchi
che, rientrando nello schema parafrastico 1, possono
essere definiti causativi. Si tratta del sottoinsieme più
numeroso. Si trova però una quantità di verbi in –izzare,
ad es. anestetizzare, con i quali si formano proposizioni
che, come (3a) e (3b) illustrano, non possono essere
parafrasate come (1a) e (1b), ma che tuttavia consentono
un altro tipo di parafrasi, illustrato con la coppia (3a) e
(3c) e qui denominato schema parafrastico 2:3
(3a)
(3b)
(3c)
2
Il medico anestetizzò il paziente.
?*Il medico rese il paziente anestetico.4
Il medico fece un’anestesia al paziente.
Il Gradit ne elenca 955, cfr. De Mauro, 2005: 152.
I due schemi parafrastici non dipendono dalla presenza di un
verbo in –izzare. Si trovano, ad esempio, coppie di proposizioni
rientranti nello schema 1 come Il Governo legittimò l’uso ↔ Il
Governo rese l’uso legittimo, così come nello schema 2: Il
medico rimproverò il paziente ↔ Il medico fece un rimprovero
al paziente. Si individuano inoltre verbi, ad esempio
automatizzare, con i quali si producono coppie di proposizioni in
entrambi gli schemi: I tecnici automatizzarono l’impianto, I
tecnici resero l’impianto automatico, I tecnici fecero
l’automazione (o automatizzazione) dell’impianto.
4
Anche la proposizione Il medico rese il paziente anestetizzato,
con participio passato di anestetizzare, risulta poco naturale.
3
Ignazio Mauro Mirto
Rispetto allo schema parafrastico 1, lo schema 2
presenta alcune analogie e almeno un paio di rilevanti
differenze. La prima analogia riguarda la condivisione di
un numero di elementi lessicali identico a quello dello
schema parafrastico 1. Le proposizioni (3a) e (3c)
condividono medico, paziente e il morfema che fa da base
ad anestetizzare e anestesia.5 Un’altra analogia con lo
schema parafrastico 1 ha a che vedere con il ruolo
sintattico del SN che fa da soggetto del verbo in –izzare,
che nella parafrasi intrattiene identica relazione
grammaticale. Quanto alle differenze, si osservi dapprima
che nello schema parafrastico 1 il verbo in –izzare è in
genere morfologicamente correlato con un aggettivo (per
es. sterilizzare/sterile), mentre nello schema parafrastico 2
tale correlazione morfologica coinvolge necessariamente
un sostantivo (anestetizzare / anestesia). La seconda
differenza riguarda il SN che fa da oggetto diretto del
verbo in –izzare. Nella parafrasi tale SN si trova a coprire
una funzione sintattica diversa, segnalata da un sintagma
preposizionale. Con lo strumento della parafrasi, questo
lavoro, di natura esclusivamente sincronica, indaga
l’insieme di verbi in –izzare che rientra nello schema
parafrastico 2, schema in cui la controparte è costituita da
un tipo proposizionale che nella letteratura prende il nome
di costrutto con verbo supporto (cfr. Gross, 1981) o con
verbo leggero (Light Verb Construction, cfr. Cattell,
1984).
2. Una diversità solo apparente tra i due
schemi parafrastici
Predicato verbale
anastomizzare
Predicato nominale
fare un’/ l’ anastomosi
gonadectomizzare
fare una/la gonadectomia
laringectomizzare
fare una/la laringectomia
lobotomizzare
fare una/la lobotomia
mastectomizzare
fare una/la mastectomia
ovariectomizzare
fare un’/l’ ovariectomia
tracheotomizzare
fare una/la tracheotomia
vasectomizzare
fare una/la vasectomia
Si consideri il sintagma aggettivale o nominale che
negli schemi condivide la base del verbo in –izzare.
Rispetto alla funzione argomentale o predicativa di tale
sintagma, gli schemi sotto osservazione potrebbero
apparire opposti. Nel caso illustrato in (1a) e (1b), e
quindi con lo schema parafrastico 1, la base, il morfema
steril-, si presenta in (1b) come parte di un aggettivo. La
natura predicativa degli aggettivi è nota: essi autorizzano
almeno un argomento, al quale assegnano una funzione
sintattica con il relativo ruolo tematico. La proposizione
(1b), L’infermiere rese l’ago sterile, è una struttura che
contiene una small clause, nella quale, secondo diversi
quadri teorici – che almeno in questo punto appaiono
concordi – il sintagma l’ago è a tutti gli effetti argomento
5
Si trascurano gli aspetti strettamente morfologici alla base del
rapporto tra anestesia e anestetizzare. L’alternanza allomorfica
tra [s] e [t] che si osserva rispettivamente nel sostantivo e nel
verbo, e spesso nell’aggettivo, è relativamente comune (per es.
enfasi / enfatico / enfatizzare, narcosi / narcotico / narcotizzare,
sintesi / sintetico /sintetizzare).
sintatticamente legittimato da sterile, aggettivo che nella
struttura svolge dunque una funzione predicativa e dà
origine a quella ‘piccola proposizione’ con la quale si
denomina il costrutto.
Se ora si considera lo schema parafrastico 2, si
osserverà che in (3c) il morfema lessicale in anestesia è
parte di un sintagma nominale che in apparenza svolge
una funzione esclusivamente argomentale, diversamente
da quanto accade nello schema 1. Tale distanza tra i due
schemi è però solo apparente. A cominciare almeno dalle
ricerche che Maurice Gross svolse negli anni ‘70, si sa che
proposizioni come (3c), come si è già avuto modo di
ricordare, sono esempi di costrutti a verbo supporto,
ampiamente analizzati all’interno del quadro teorico del
Lessico-Grammatica (cfr. Gross, 1981; Giry-Schneider,
1978). Nell’analisi proposta in La Fauci e Mirto (2003) il
verbo supporto non assegna nessun nuovo ruolo sintattico
e dunque nessun nuovo ruolo tematico (si veda, tuttavia,
Gross, 1998). In altri termini, in questi costrutti il verbo
fare funziona essenzialmente da stampella grammaticale
(è un ausiliare). È il sostantivo anestesia ad assegnare
ruoli sintattici e tematici agli argomenti6 e ad essere allora
analizzato come nome predicativo.7 In italiano, come in
molte altre lingue, una frase finita necessita di manifestare
l’accordo in persona e numero tra soggetto e predicato.
Poiché un sostantivo non è compatibile con tale
morfologia, si fa ricorso ad un verbo, che consente di
verificare l’accordo con il soggetto, ma senza autorizzare
alcun argomento.
3. Il SN obliquo nel costrutto a verbo
supporto
Nel lessico della chirurgia, è possibile rintracciare
coppie di espressioni collegabili con lo schema
parafrastico 2, come si mostra nella Tab. 1.8
In tali casi, il costituente che nel costrutto con verbo
derivato si presenta come oggetto diretto (ad esempio il
paziente nella proposizione Il chirurgo tracheotomizzò il
paziente)
intrattiene
regolarmente
la
relazione
grammaticale di oggetto indiretto nella parafrasi con
verbo supporto (Il chirurgo fece una tracheotomia al
paziente), così come accade anche in (3c).
Tabella 1: Esempi di schema parafrastico 2
Al SN che nella proposizione con verbo derivato copre
la relazione grammaticale di oggetto diretto può anche
6
Non ci si occuperà in questa sede della complessa questione del
determinante del nome predicativo di una struttura a verbo
supporto (per la quale si veda il capitolo III di Giry-Schneider
1978).
7
È noto che la condivisione di una medesima base tra verbo e
nome predicativo morfologicamente collegato non è di per sé
garanzia della applicabilità di uno schema parafrastico. Ne sono
prova coppie di proposizioni come Aldo fece un bilancio di
vantaggi e svantaggi e Aldo bilanciò vantaggi e svantaggi,
oppure Mario farà un macello e Mario macellerà, che non sono
in relazione parafrastica.
8
I verbi della Tab. 1 sono quelli reperiti in DM 2000. In rete si
trovano (dicembre 2006), ad esempio, tre occorrenze per
nefrectomizzare e svariate per gastrectomizzato (90),
colectomizzato (10), colostomizzato (206), nefrectomizzato (81).
Analizzando analizzare. Eterogeneità dei verbi in –izzare
corrispondere un obliquo introdotto dalla preposizione di,
come mostrano le coppie di proposizioni (4) e (5),9 o da
altre preposizioni (v. gli esempi (8b) e (9b)):
(4a)
(4b)
(5a)
(5b)
Luca analizzò il discorso del Presidente.
Luca fece un’analisi del discorso del Presidente.
Hanno sintetizzato la questione.
Hanno fatto una sintesi della questione.
A questa disuguaglianza nelle relazioni sintattiche non
sembra però corrispondere alcuna differenza nei ruoli
tematici.
4. Il verbo supporto
Nello schema parafrastico 2 le parafrasi non sono
necessariamente realizzate con il verbo fare. È noto,
infatti, che in un costrutto a verbo supporto quest’ultimo
può spesso variare (per es. fare / muovere / rivolgere
un’accusa).10 Già in (3), ad esempio, ma anche negli
esempi della Tab. 1, è regolarmente possibile utilizzare il
verbo supporto praticare (Il medico praticò un’anestesia
al paziente).11 Altri verbi supporto utilizzabili nello
schema 2 sono, ad esempio, dare,12 suscitare e seminare,
come illustrano le coppie di proposizioni da (6) a (9):
(6a)
(6b)
Leo valorizza il proprio lavoro.
Leo dà valore al proprio lavoro.
(7a)
(7b)
Pia enfatizza tutto.
Pia dà enfasi a tutto.
(8a)
(8b)
Le sue parole scandalizzarono i presenti.
Le sue parole suscitarono scandalo nei presenti.
(9a)
(9b)
Le aggressioni terrorizzarono la gente.
Le aggressioni seminarono terrore tra/nella gente.
Altro verbo supporto collegabile a proposizioni
realizzate con un verbo in –izzare è sottoporre, che può
essere impiegato regolarmente nelle espressioni della Tab.
1 (per es. Il medico sottopose il paziente a tracheotomia),
così come negli esempi che seguono:
(10a)
(10b)
Il biologo analizzò il sangue.
Il biologo sottopose il sangue ad analisi.
(11a)
(11b)
Il mago ipnotizzò lo spettatore.
Il mago sottopose lo spettatore a ipnosi.
9
Sulla differenza formale tra il morfema base nel predicato
verbale e in quello nominale, si veda quanto già affermato per la
coppia anestetizzare/anestesia (nota 5).
10
Ci si disinteresserà in questa sede delle varianti aspettuali, o di
altro genere, del verbo supporto (cfr. Vivès, 1983).
11
Un’altra variante è eseguire, verbo che però richiede la
preposizione su per l’argomento che nella proposizione non è
soggetto (Eseguì l’anestesia sul paziente).
12
Coppie parafrastiche che coinvolgono anch’esse dare come
verbo supporto, ma con verbi in –izzare la cui marca d’uso è BU
(Basso Uso) o TS (Tecnico-Specialistico), sono euforizzare
qualcuno ↔ dare euforia a qualcuno (ma anche rendere
qualcuno euforico), cloroformizzare qualcuno ↔ dare
(somministrare) cloroformio a qualcuno.
(12a)
(12b)
Martirizzarono quel sant’uomo.
Sottoposero quel sant’uomo a martirio.
In tali coppie le proposizioni (b) sono a verbo
supporto. Si tratta però di un costrutto solo parzialmente
simile a quello dello schema parafrastico 2. Le frasi in (b)
se ne differenziano per almeno due ragioni: da un lato,
l’elemento che condivide la base col verbo derivato non
intrattiene nella proposizione la relazione grammaticale di
oggetto diretto e si presenta in un sintagma
preposizionale; dall’altro, il rapporto parafrastico non è
necessariamente della stessa natura. Nelle forme perfettive
l’uso di un verbo in –izzare comporta un cambiamento di
stato per il referente dell’oggetto diretto. Tale
cambiamento, che si registra anche nelle proposizioni a
verbo supporto esaminate, non si
verifica
necessariamente con quelle il cui verbo supporto è
sottoporre: in (11a), ad esempio, lo spettatore risulterà
ipnotizzato, mentre in (11b) tale esito non è garantito.13
5. Valenze
Ci si è finora occupati esclusivamente di verbi derivati
in –izzare transitivi.14 Alcuni di questi presentano anche
un uso inergativo, come mostra la selezione dell’ausiliare
avere nei tempi perifrastici, ad esempio allegorizzare,
economizzare, ironizzare,15 metaforizzare, profetizzare.
Altri sono esclusivamente inergativi, per esempio
polemizzare. In tutti questi casi, si tratta di verbi che
rientrano nello schema parafrastico 2:
(13)
(14)
(15)
(16)
(17)
(18)
allegorizzare
economizzare
ironizzare
metaforizzare
polemizzare
profetizzare
↔
↔
↔
↔
↔
↔
fare allegorie
fare economia16
fare ironia
fare metafore
fare polemiche
fare profezie
Nei tempi perifrastici dell’italiano gli inaccusativi si
combinano con l’ausiliare essere. Pochissimi dei verbi
elencati in DM 2000 presentano questa proprietà.
Nell’uso intransitivo, solo tre di questi si combinano
esclusivamente con essere,17 ma, a giudicare dagli esempi
forniti, solo in un uso pronominale (per es. cristallizzarsi).
13
Come mostra la plausibilità della proposizione Il mago
sottopose lo spettatore ad ipnosi, ma senza riuscirvi, e
l’incongruità semantica di Il mago ipnotizzò lo spettatore, ma
senza riuscirvi.
14
Quanto alle valenze di predicati verbali in –izzare, va esclusa
la combinazione con la relazione di oggetto indiretto con ruolo
tematico di destinatario, relazione che nessun verbo del corpus
esaminato sembra autorizzare. In una proposizione come La
radio gli pubblicizzò il prodotto (a Luca), il sintagma
preposizionale risulta analizzabile come dativo di interesse.
15
DM 2000 registra una variante transitiva, con marca d’uso
CO[mune], che però, a giudizio di chi scrive, ricorre più nello
scritto che nel parlato.
16
Per economizzare / economia, nello schema parafrastico 2 si
trovano due possibili coppie, una transitiva, l’altra inergativa: La
popolazione economizzò l’acqua ↔ La popolazione fece
economia di acqua, La popolazione economizzò sull’acqua ↔
La popolazione fece economia sull’acqua.
Ignazio Mauro Mirto
verbo in
–izzare18
ausiliari nell’uso
intransitivo
marca
d’uso
anastomizzare
cicatrizzare
(ri)cristallizzare
vaporizzare
volati(li)zzare
avere, essere
avere, essere
essere
essere
essere
TS
CO
TS
BU
TS
Tabella 2: Verbi in –izzare che si combinano con
l’ausiliare essere (da DM 2000)
Si tratta di uno sparuto insieme che appare residuale,
se si tiene conto del ridotto numero di verbi in –izzare che
ricevono essere e dell’assenza di neoformazioni di verbi
in –izzare con essere come ausiliare nei tempi
perifrastici.19 Con alcuni verbi intransitivi in –izzare è
possibile creare coppie parafrastiche come quelle
seguenti:
(19a)
(19b)
(20a)
(20b)
Ina solidarizzò con i colleghi.
Ina fu solidale con i colleghi.
Max sottilizzò su questo aspetto.20
Max fu sottile su questo aspetto.
Si tratta di un ristretto numero di basi di verbi derivati
in –izzare che si ritrovano in aggettivi. Secondo svariate
analisi svolte all’interno del quadro teorico della
Grammatica relazionale, in (19b) e (20b) la copula è
anch’essa verbo supporto (cfr. La Fauci, 2000).21
La parafrasi è allora dello stesso tipo di quella in (3),
con l’importante differenza, però, che l’elemento
predicativo è aggettivale e non nominale. Le proposizioni
(19a) e (20a) illustrano ancora casi di verbi inergativi,
come accade anche per agonizzare in (21a), la cui
parafrasi in (21b) è però un sostantivo che si presenta
all’interno di un sintagma preposizionale.
(21a)
(21b)
17
Argo agonizzava.
Argo era in agonia.22
Un altro è betizzare (marca d’uso OB[soleto]). Tale verbo,
l’unico in DM 2000 con uso esclusivamente intransitivo e
ausiliare essere, non è stato incluso nella Tab. 2 perché la
sequenza bet a sinistra di izzare non è una base condivisa da
sostantivi o aggettivi.
18
I verbi presentano anche un uso transitivo.
19
L’indagine è informale. Tra i numerosi neologismi registrati,
nessuno presenta lo schema di ausiliazione degli inaccusativi.
20
Il rapporto parafrastico riguarda in questo caso il significato
“argomentare o esaminare una questione con distinzioni
scrupolose, sottili, acute, precise, ma spesso anche
eccessivamente pedanti”, mentre per sottile ci si riferisce al
significato “inteso a rilevare o a fornire i dati e gli aspetti più
minuti, i particolari minimi di una questione o di un fatto;
minuzioso, dettagliato, particolareggiato” (entrambe le
definizioni provengono da DM 2000). La connotazione sovente
negativa che il verbo veicola sembra assente nell’uso
aggettivale.
21
A questa sottoclasse appartengono anche verbi nell’uso
inergativo come ironizzare (Mario ironizzava ↔ Mario era
ironico).
22
Su sintagmi preposizionali del tipo (23b), che condividono
alcune proprietà con quelli aggettivali cfr. Vietri 1996.
6. Conclusioni
La parafrasi di cui si è fatto uso richiede, a sinistra e a
destra dell’equazione semantica, la presenza di una
medesima base presente una volta nel verbo in –izzare ed
un’altra nell’elemento predicativo della controparte
parafrastica. In entrambi gli schemi, tale elemento, che
assegna ruoli sintattici iniziali e relativi ruoli tematici, può
solo essere o un aggettivo o un sostantivo.
L’interesse si è concentrato sui verbi in –izzare
rientranti nello schema parafrastico 1, che si ottiene
quando il corrispondente elemento con medesima base è il
predicato di una small clause, ma soprattutto ad un
diverso gruppo di verbi in –izzare che si rivela correlabile
parafrasticamente a costrutti a verbo supporto. Sono stati
proposti due tipi di parafrasi così costruite, uno in cui il
predicato è necessariamente nominale, un altro in cui è
esclusivamente aggettivale.
Per i casi illustrati in (1) e (3), lo schema parafrastico
dipende spesso, ma non sempre, dalla natura una volta
deaggettivale e un’altra denominale del verbo derivato
con –izzare. Per il verbo ironizzare, fatto derivare
dall’aggettivo ironico (Serianni 1988: 650; voce –izzare in
DM 2000), si è confermata una più che probabile natura
denominale.23 È noto che una prova affidabile della
produttività di un affisso è il numero di neoformazioni
nelle quali esso compare.
Come si è segnalato in apertura, –izzare è parecchio
produttivo. Cortelazzo e Cardinale (1989), ad esempio,
affermano che si tratta del suffisso verbale più comune.
I tipi di verbi in –izzare non sono però tutti egualmente
produttivi. Molti dei neologismi prodotti rientrano nello
schema parafrastico 1, ad esempio multimedializzare un
testo ↔ rendere un testo multimediale, mediatizzare il
reale ↔ rendere il reale mediatico, ma capita anche di
imbattersi in neologismi inseribili nello schema
parafrastico 2, come accade per fisioterapizzare qualcuno
↔ fare (una/la) fisioterapia a qualcuno, sloganizzare ↔
fare slogan.
7. Riferimenti
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français. L’opérateur «faire» dans le lexique. Genève:
Droz.
23
Il Vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli
(1970) dà il francese ironiser, all’origine della forma italiana,
come derivato di ironie. La derivazione di un verbo come
ironizzare dall’aggettivo ironico, così come ogni derivazione
che preveda “la cancellazione della sequenza finale prima
dell’aggiunta del suffisso –izzare” (Lo Duca, 1992: 67), si fa al
prezzo di un’analisi che funziona per “sottrazione” di morfema
(troncamento o caduta del morfema aggettivale –ico) e che così
porta alla mente il fenomeno della retroformazione, come per
l’inglese (to) lase da laser (originariamente un acronimo).
Analizzando analizzare. Eterogeneità dei verbi in –izzare
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