“Quando trovo in questo mio silenzio una parola scavata è nella mia

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“Quando trovo in questo mio silenzio una parola scavata è nella mia
PREFAZIONE
“Quando trovo
in questo mio silenzio
una parola
scavata è nella mia vita
come un abisso”
(Ungaretti)
Dai tempi aurorali della letteratura, i poeti hanno interrogato
il loro abisso per darci la parola disvelatrice.
La parola - lıgow l°gei - racconta l’uomo.
La parola come - muyo , significante che entra in un gioco di
significati assoluti che gli danno collocazione e senso.
La parola come
, ascolto da un’oltranza inattingibile che
crea paradigmi di comportamento.
La parola come m mhsi della natura e della vita quando il
linguaggio è stato oggettivizzato, sottoposto ad una regia soggettivistica.
,
La parola come ag≈n - conflitto, da l°gein - raccontare a
dial°gei - dialogare, per rivelare la fatale realtà dell’uomo endiadi.
Questo, in sintesi, il percorso di studi della programmazione multidisciplinare di italiano, greco, filosofia, inglese, che ha consentito ai ragazzi di acquisire le competenze per interrogare, a loro volta, l’abisso e comunicare la loro parola.
Un percorso di crescita culturale e di maturazione che li ha
visti entusiasti nei confronti della possibilità di creare, ma anche
sfiduciati di fronte alle difficoltà; capaci di collaborare con la generosità propria dell’adolescenza, ma facili allo scontro che na9
sce dal senso di onnipotenza dei diciotto anni; curiosi del mezzo
teatrale, ma timorosi di esporsi in prima persona.
Il testo creato e rappresentato ha offerto loro la possibilità
non solo di verifiche di competenze culturali, ma soprattutto di
verifiche esperienziali.
Hanno dovuto interrogare il loro abisso, anche tra le resistenze
opposte dall’età che vibra di inconsapevolezza, per comprendere che la vera onnipotenza è l’umiltà che spalanca tutte le vie della conoscenza, che la libertà nasce dalle catene delle regole, che
l’autodeterminazione è possibile solo grazie alla tolleranza, che
la gioia è conseguenza di sofferta coerenza, che il superamento di
sé nasce dalla vertigine del rischio.
Il loro mondo, la loro vita sono così fioriti nella parola che
ora dicono. Ascoltiamola!
(Rosa Capoluongo)
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