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PIANO DI ZONA 2011
15 OTTOBRE 2011
Accordo di Programma Distretto F3
Comune capofila: Bracciano
(Provincia di Roma, Comuni di Anguillara S., Bracciano, Canale M., Manziana, Trevignano
R. – ASL RM/F)
Bracciano, 15 ottobre 2011
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INDICE
1. Descrizione del territorio (geografica, urbanistica, produttiva, ecc.)
2. Descrizione del territorio dal punto di vista demografico
3. Quadro territoriale dei bisogni (specificare i disagi più acuti e gli
squilibri nelle varie zone del Distretto e, successivamente, articolare i bisogni
per macroaree. Per ogni tipologia di disagio indicare l’utenza potenziale e
l’utenza effettiva)
4. Quadro generale dell’offerta dei servizi socio-assistenziali indicando dove e in
che misura è stata operata una integrazione tra i comuni e le ASL
5. Obiettivi strategici del Piano di Zona e, successivamente, articolarli per
macroaree.
6. Misure adottate per realizzare l’integrazione socio-sanitaria dei servizi
7. Modalità adottate finalizzate al coordinamento con gli altri organi dello Stato e
con la pluralità dei soggetti locali
8. Strumenti di valutazione dei risultati raggiunti
9. Innovazioni organizzative, operative , gestionali e di sistema del Distretto F3
Piano di Zona 2011: Riepilogo dei progetti; quadro finanziario riassuntivo
Elenco dei progetti
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1. Descrizione del territorio (geografica, urbanistica, produttiva, ecc.)
Il territorio del Distretto F3 si estende complessivamente per 304,31 Kmq (cfr. tabella seguente)
e comprende cinque Comuni: Anguillara Sabazia, Bracciano, Canale Monterano, Manziana,
Trevignano Romano. Esso presenta una configurazione geofisica regolare, in prevalenza
collinare e a livello morfologico non ci sono fattori che comportino problematiche di isolamento
o difficoltà di comunicazione. I comuni di Anguillara Sabazia, Bracciano e Trevignano Romano
sono situati sulle rive del lago di Bracciano, mentre i comuni di Canale M. e Manziana sono
situati a nord-ovest, verso il confine con la Provincia di Viterbo.
Estensione territoriale dei Comuni del Distretto F3 (esclusa la superficie del lago che
misura Kmq 57,00)
COMUNI
ESTENSIONE TERRITORIALE in Kmq
Anguillara S.
74,91
Bracciano
142,51
Canale M.
37,89
Manziana
25,00
Trevignano R.
24,00
Totale superficie Distretto F3
304,31
Sul territorio sono presenti tre parchi naturali: Parco Naturale Regionale Bracciano- Martignano,
Monumento Naturale della Caldara di Manziana e Parco Naturale di Monterano.
Le principali vie di comunicazione locali e da/verso Roma e Viterbo sono: via Cassia, via Cassia
Veientana, Settevene – Palo, Braccianese – Claudia, via Anguillarese. Esse hanno una viabilità
media, comunque inadeguata a sostenere il traffico locale, commerciale e turistico, che negli
ultimi anni ha subito un significativo incremento, dovuto ad uno sviluppo del settore immobiliare
piuttosto evidente ed al seguente flusso di nuovi residenti (cfr. fenomeno pendolarismo). Ad
esclusione della Cassia Veientana, che sostiene adeguatamente tutto il traffico, compreso
quello di automezzi pesanti, la rete viaria è insufficiente ai bisogni del territorio e necessita di un
riassetto sistematico e radicale.
La rete ferroviaria Roma – Viterbo garantisce un adeguato servizio di trasporto all’utenza di tre
paesi del Distretto (Anguillara S., Bracciano e Manziana); Canale M. e Trevignano R.
dispongono di servizio navetta per raggiungere le stazioni, nelle fasce orarie principali; tuttavia
l’esponenziale aumento dei passeggeri ha sollecitato la modifica del tratto, facendone
prevedere il raddoppio in tempi brevi.
E’ attivo un servizio di autobus COTRAL che, oltre ad essere insufficiente a coprire il
fabbisogno della popolazione del Distretto, incontra alle porte di Roma le difficoltà legate al
traffico su gomma, con conseguenti disagi per i viaggiatori.
L’economia locale si basa prevalentemente su: - commercio e turismo - edilizia - agricoltura.
La dinamica del settore edilizio e dei conseguenti investimenti finanziari è in espansione, dovuta
alla buona domanda di case per vacanze e al nascente fenomeno di nuovi residenti provenienti
da Roma, che hanno dato vita ad un consistente fenomeno di pendolarismo (cfr. dati
popolazione); tutto ciò è stato favorito dall’accessibilità del mercato immobiliare rispetto alla
capitale, sia per l’acquisto che per l’affitto degli immobili.
Altra risorsa in via di consolidamento è quella rappresentata dalla piccola imprenditoria, a
carattere familiare, che riguarda soprattutto i servizi nell’ambito del turismo e della ristorazione
(14% hotel, ristoranti e bar – dato I.S.I.); si tratta di settori che hanno per tradizione
rappresentato una importante voce dell’economia locale, che incidono in modo stabile e
significativo nel tessuto economico, e che necessitano sempre di più da un lato di competenza
imprenditoriale e dall’altro di infrastrutture e di interventi pubblici a sostegno. Negli ultimi anni le
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amministrazioni locali hanno dunque promosso una serie di iniziative a favore dell’accoglienza
turistica specializzata, anche in considerazione dell’elemento di richiamo rappresentato dalla
presenza dei parchi naturali e della opportunità di balneazione offerta dal lago; inoltre è stata
attivata sul territorio una divulgazione capillare delle opportunità offerte dalla formazione
regionale e per l’imprenditoria, soprattutto giovanile e femminile.
Anche il commercio, pur seguendo le flessioni nazionali, attraversa una fase di diversificazione
ed ampliamento, con l’apertura di nuovi esercizi e offerta specializzata, potenzialmente
concorrenziale con quella della capitale.
Il tradizionale settore dell’ agricoltura risulta stabile, anche se è cambiata la qualità dell’attività
poiché negli ultimi anni si è assistito ad una innovazione delle tecniche colturali e ad una
diversificazione della produzione, che sta segnalando alcuni risultati positivi.
Il settore della pesca risulta essere in contrazione.
2. Descrizione del territorio dal punto di vista demografico
La popolazione residente del Distretto F3 risulta essere di 55263 abitanti (dati forniti dai Servizi
anagrafici dei cinque Comuni al 31.12.2010), ripartita per comune e per fasce d’età, secondo le
seguenti tabelle:
Popolazione residente per comune – Dati al 31/12/2010
COMUNE
TOTALE
Anguillara Sabazia
19018
Bracciano
18889
Canale Monterano
3966
Manziana
7457
Trevignano Romano
5933
Popolazione residente Distretto F3
55263
INDICE %
34,41
34,18
7,18
13,49
10,74
100
Si rileva un significativo aumento di popolazione, confrontando i dati relativi all’anno
31.12.2009, si tratta di + 1476 residenti in più nell’anno di cui:
+ 405 Anguillara S.
+ 295 Bracciano
+ 58 Canale M.
+ 682 Manziana
+ 36 Trevignano R.
Pertanto valutando il trend di crescita di ciascun paese nel periodo 2001 – 2010 si evidenziano
delle significative percentuali, così come riportato qui di seguito dati rilevati da sito
comuni_italiani.it:
Anguillara S. + 32,5%
Bracciano + 38,9%
Canale M. + 19,1%
Manziana + 18,7%
Trevignano R. + 29%
Anguillara S.
Bracciano
Canale M.
Manziana
Trevignano R.
Totale
Popolazione residente per classi d’età
0-14
15-64
65 e oltre
2934
13061
3023
2900
12707
3282
567
2641
758
1013
4995
1449
832
4003
1098
8246
37407
9610
totale
19018
18889
3966
7457
5933
55263
5
Per ciò che concerne le percentuali per fasce d’età esse sono:
il 14,92% (0-14 anni) il 67,69% (14-64 anni) ed il 17,39 (65 e oltre).
Famiglie per numero di componenti
n.
Anguillara S. Bracciano
comp.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
2305
1636
1564
1399
392
110
54
10
5
3
/
/
7478
Anguillara S.
Bracciano
Canale M.
Manziana
Trevignano R.
2516
2053
1672
1282
348
104
24
5
4
/
/
1
8009
Canale M.
Manziana
Trevignano
R.
n. famiglie
633
423
334
294
68
18
1
2
/
/
/
/
1773
1177
827
592
460
113
28
13
3
/
/
/
/
3213
1308
720
528
371
89
20
5
/
/
/
/
/
3041
Popolazione straniera residente per classi d’età
0-14
15-64
65 oltre
252
1570
46
338
1953
69
35
218
13
108
563
23
733
4304
151
Totale
7939
5659
4690
3806
1010
280
97
20
9
3
1
23514
Totale
1868
2360
266
694
5188
3. Quadro territoriale dei bisogni
Sotto il profilo sociale e demografico, l’insieme dei bisogni è fortemente influenzato dalla
tipologia sui generis del territorio, in termini di risorse ed opportunità occupazionali, di offerta di
interventi /servizi alla persona che, unitamente a modelli culturali in rapida ed intensa
trasformazione, ne determinano la varietà e l’intensità.
Come già citato, si tratta di un Distretto mediamente esteso, con due centri (Bracciano ed
Anguillara Sabazia) che rappresentano i poli di attrazione delle attività economiche e produttive
della zona ed accolgono le sedi della maggior parte dei servizi in dotazione; gli altri tre paesi
(Canale Monterano, Manziana e Trevignano Romano) che nel corso degli anni hanno attivato
nuovi circuiti in ambito turistico e di accoglienza, presentano delle connotazioni tipiche
dell’economia turistica.
Per contro, esiste su tutto il distretto una significativa dispersione di popolazione che vive in
campagna o in situazioni abitative comunque isolate e lontane dalle infrastrutture (cfr. cap. 1),
con caratteri socio-economici ascrivibili ad una residuale economia agricola di sussistenza.
Si assiste inoltre ad una intensa mobilità di persone sul territorio e verso Roma con una
crescente domanda di servizi, sia in termini di trasporti e viabilità sia in termini socio- sanitari.
Per ciò che concerne la fruizione di servizi/interventi socio – sanitari molto forte è la richiesta di
decentramento e di incremento, a favore di quelle fasce di popolazione che di fatto
quotidianamente risiedono sul territorio. Questo dato assume particolare rilevanza in
considerazione del fatto che gran parte della popolazione attiva, capace di risorse proprie e/o di
gruppo, svolge la propria attività lavorativa nella capitale o comunque vive la quotidianità fuori
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del distretto (cfr. fenomeno pendolarismo); ciò significa che sono penalizzati nell’accesso ai
servizi proprio coloro che più ne necessitano, cioè le fasce più deboli della popolazione che, a
livello sociologico, sono connotate principalmente da scarse risorse, difficoltà di autonomia e
mobilità, come ad esempio gli anziani. Emerge inoltre il problema, di portata regionale, che
riguarda le differenti velocità a cui viaggiano la domanda e l’offerta di servizi/interventi socio sanitari pubblici; proprio al fine di arginare questo fenomeno, si stanno concretizzando sul
distretto F3 alcune azioni, per la realizzazione di interventi di rete che siano in grado di
raggiungere la popolazione, in una strategia capillare che prescinda dalla vicinanza o meno alle
strutture tradizionalmente preposte, con eguali standard di prestazione in termini di tempi e
qualità.
La forbice tra i bisogni e le risposte è, ad oggi, ancora molto ampia, soprattutto per ciò che
riguarda la fruizione delle prestazioni socio-sanitarie in genere ed in particolare quelle
domiciliari e riabilitative; da un punto di vista sociale si rileva una ampia necessità di tutti gli
interventi a carattere preventivo.
In ambito sociale le problematiche più evidenti, con una distribuzione abbastanza omogenea su
tutto il distretto, sono quelle legate alla promozione della qualità della vita degli anziani, spesso
al limite dei bisogni primari - il disagio diffuso nei minori e nei giovani, con la conseguente
necessità di supportare le famiglie, a diversi livelli d’intervento, nel compito educativo e
formativo - l’inserimento sociale e lavorativo dei soggetti svantaggiati, o meglio non
“sufficientemente avvantaggiati”.
A livello economico si rileva inoltre una evidente sperequazione economica che funge da
spartiacque tra un’ampia fascia di popolazione produttiva con redditi medio-alti, composta in
prevalenza da liberi professionisti, sia originari della zona che nuovi residenti, piccoli
imprenditori, proprietari di terreni ed immobili ed una fascia composta di povertà economiche
vecchie e nuove, ambedue di livello critico, rappresentate da coloro che sono espulsi e da
coloro che non riescono ad entrare nei circuiti produttivi locali piuttosto esigui e selettivi; il
fenomeno è evidente nei tre paesi più piccoli, mentre la cosiddetta middle-class, composta in
maggioranza di impiegati pubblici e piccoli commercianti, è più presente nei due centri di
Bracciano ed Anguillara S., essendo lì concentrati i servizi ed i pubblici uffici.
Ciò significa in termini sociali la coesistenza di stili di vita molto diversi, spesso opposti, che
negli ultimi anni ha generato un tessuto culturale e sociale originale.
Quanto fin qui esposto sembra non discostarsi molto dalle problematiche relative a numerosi
distretti della provincia di Roma in genere, e non assumere una criticità evidente, considerata
anche la posizione piuttosto bassa che il distretto F3 occupa nella graduatoria dei distretti
laziali, per intensità del disagio socio-economico (cfr.”La povertà nel Lazio - Censis - Regione
Lazio - 2002”); tuttavia è proprio il significativo scarto dalla media degli indicatori socioeconomici estremi, con il manifestarsi, ad esempio, di forme estreme di povertà, che sottolinea
le criticità e le problematiche urgenti del territorio.
Il quadro sociale d’insieme assume un particolare significato sociologico se si analizzano gli
effetti dei pattern, cosiddetti di innesto, sui temi culturali originali condivisi sul territorio e come
alcuni di essi abbiano dato vita recentemente a veri e propri equilibratori sociali, quali ad
esempio quelli inerenti la coesione e la partecipazione sociale, mentre altri abbiano evidenziato
ed acuito la conflittualità ed il ricorso al alcune forme di espulsione sociale.
A tal proposito avendo intervistato alcuni testimoni privilegiati e considerato quanto emerso da
alcune affermazioni dell’utenza afferita ai servizi sociali, si sono evidenziati alcuni profili culturali
presenti nel Distretto F3 molto frammentati, rappresentati dai seguenti modelli di orientamento
*:
a. Sono valorizzati e condivisi i temi riguardanti le capacità e le competenze
personali e professionali, si ha fiducia nella pubblica amministrazione e nella
legalità, si pratica il volontariato e le altre forme di cittadinanza attiva formalizzate;
si hanno competenze nell’educazione dei figli, ma si entra in crisi dalla fase della
preadolescenza in poi.
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b. Sono condivisi i valori della famiglia, anche allargata, del clan e delle radici, si è
disorientati e/o sfiduciati nei confronti della pubblica amministrazione, tuttavia si ha
fiducia nel singolo personaggio pubblico, si praticano modelli informali di
solidarietà e coesione di gruppo; si assolve ad una educazione piuttosto
convenzionale dei figli, con serie difficoltà di comunicazione a partire dalla
preadolescenza.
c. E’ presente una cultura, definibile giovanile, che abbraccia una fascia d’età molto
ampia, dalla adolescenza a fino oltre i trenta anni; essa è connotata da scarsa
conoscenza ed aderenza alla realtà, presenza di valori individualistici ed
utilitaristici, non accettazione del mondo adulto; tuttavia sono presenti delle latenti
istanze aggregative ed ultimamente sono emergenti alcune iniziative di
partecipazione sociale.
d. Esiste una subcultura sovra-generazionale degli esclusi e/o di coloro che sono a
rischio di marginalizzazione; è espressa nella sfiducia nelle istituzioni pubbliche e
nei servizi, vive un forte pregiudizio di ritorno, ammette talvolta comportamenti
trasgressivi a fini utilitaristici; vive significative difficoltà nel crescere ed educare i
figli.
La breve descrizione fin qui esposta non è certamente esaustiva dei temi culturali condivisi sul
territorio, né rappresenta tutte le culture e subculture che convivono e si mescolano con grande
rapidità, tuttavia è una sintetica rappresentazione dei principali profili culturali che ispirano la
percezione sociale della popolazione del Distretto F3.
Sembra importante notare che tre su quattro di questi gruppi abbiano necessità di ritrovare e/o
migliorare il rapporto di fiducia nella pratica della cittadinanza e di attivarsi in concrete forme di
partecipazione civile che, se adeguatamente supportate e promosse, potrebbero funzionare da
volano per un rapporto più proficuo e collaborativo tra cittadini ed istituzioni.
Inoltre in tutti i gruppi è presente un marcato gap generazionale, sottolineato da reciproca
squalifica e problemi di comunicazione, che vanno ben al di là delle fisiologiche e temporanee
crisi di passaggio; da tutto ciò deriva la necessità che tale problematica vada affrontata con
iniziative rivolte ai minori ed ai giovani in tutti gli ambiti che li riguardano: famiglia, scuola, tempo
libero, orientamento e formazione lavorativi.
Qui di seguito si analizzano nello specifico i disagi ed i bisogni espliciti e sommersi delle fasce
di popolazione più a rischio.
In considerazione del fatto che il contesto sociale del territorio sta subendo il rapido
cambiamento descritto, si osserva che alcune situazioni multiproblematiche non sono più
ascrivibili ad uno specifico target ed è quindi difficoltoso e riduttivo individuare risposte soltanto
attraverso i progetti finora attuati; si osserva inoltre che, a causa i fenomeni socio-economici
noti, spesso il limite tra stato di bisogno in senso lato e marginalità è diventato estremamente
labile e legato alla possibilità che le istituzioni hanno di intervenire in tempo reale con interventi
sociali significativi, attivando tutte le risorse pubbliche e private locali.
Il presente piano fin dal 2008 tende dunque ad evolvere, attraverso la prassi di lavoro di rete già
avviata, verso la programmazione di interventi per traguardi/azioni che prevedono il passaggio
dal binomio “target - progetto” al concetto di target trasversali che fruiscano, in tempo reale e
per un tempo determinato di servizi/interventi mirati.
In primis è stata avviata una rilettura critica delle esperienze territoriali fin qui fatte e della
gestione del sistema dei progetti/servizi socio/assistenziali distrettuali, per promuovere un
processo di cambiamento che renda gli interventi sempre più rispondenti ai bisogni rilevati. Tale
valutazione, operata partendo dall’apporto degli stakeholder per ciascuna area tematica, ha
evidenziato alcuni limiti dell’operare in chiave prevalentemente riparativa e di riduzione del
danno; è dunque necessario in un’ ottica di politica sociale integrata, orientare la prassi dal
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concetto di “target specifico da assistere” a quello di “contesto problematico” su cui attivare la
rete dei servizi.
E’ stata dunque elaborata una ipotesi teorica che definisca tre macroaree d’intervento in base
all’azione strutturale da mettere in atto “qui ed ora”, quando essa interseca il bisogno:
prevenzione, sostegno/assistenza, inclusione sociale e lavorativo.
*Nota: la presente rappresentazione per gruppi è stata elaborata su un modello di analisi del
contesto locale condotta dal dipartimento D3D della ASL di Frosinone e l’Università di Roma
1999 – 2000
3.a Area Minori e Famiglia
L’area che rappresenta i bisogni relativi ai minori ed alla famiglia è connotata da una esplicita
necessità di supportarne principalmente la comunicazione e tutti quei temi riguardanti la
relazione all’interno del nucleo.
Si riportano qui di seguito i dati relativi alle attività di consultorio ASL RMF3 al 31.12.2010 nelle
sedi di Anguillara S., Manziana e Bracciano. Tali dati rappresentano solo parzialmente il livello
della domanda in termini sia di consulenza che di presa in carico sul tema delle relazioni
familiari e la genitorialità.
Dati relativi alle attività di consulenza psico-sociale consultori ASL RMF3
Consulenze
Integrazione
Tribunale minori
Spazio giovani
psico-sociali *
socio-sanitaria
Cons. Anguillara 444 di cui 68 34 di cui 17
15
/
stranieri
stranieri
Cons. Bracciano 185 di cui 20 87 di cui 8 6
di
cui
2 275 di cui 112
stranieri
stranieri
stranieri
stranieri
Cons. Manziana 178 di cui 4 49 di cui 1
/
/
stranieri
straniero
Totale
807
170
6
290
* si è considerato, ai fini riassuntivi, nella dicitura “consulenze psico-sociali” la consulenza
psicologica quella sociale e le prestazioni di psicoterapia.
Esiste una forte domanda da parte delle famiglie a ricevere informazione/formazione sulle varie
fasi di crescita dei figli e sulle tematiche legate soprattutto alla preadolescenza ed alla
adolescenza (cfr. modelli di orientamento); inoltre è urgente una attenta divulgazione territoriale,
in termini preventivi e non allarmistici, di informazione sulle principali problematiche del disagio
minorile e giovanile. Va inoltre considerato il fatto che spesso una famiglia che deve affrontare
una situazione di crisi, sia legata al ruolo genitoriale che coniugale, ha difficoltà ad esplicitare le
proprie istanze di ascolto, nella tradizionale convinzione che vuole che “i panni sporchi si lavino
in famiglia”; questo pregiudizio sfortunatamente non tiene in considerazione il fatto che non è
necessariamente l’inadeguatezza del singolo nucleo ai suoi compiti, ma la complessità della
realtà attuale, che richiede sempre più il confronto ed la partecipazione attraverso forme
integrate di sostegno.
A tal proposito è irrinunciabile garantire una risposta sempre più ampia attraverso opportunità di
fruizione di interventi/servizi di rete, con prerogative di : competenza specifica, capacità di presa
in carico, facilità di accesso.
Una capillare promozione del servizio “Sportello Famiglia” ha permesso, nell’ultimo anno e
mezzo, ha permesso di raggiungere un target numericamente importante, gettando le basi
della rete territoriale a sostegno della famiglia, i cui punti nodali sono costituiti dai servizi (Servizi
sociali, consultorio ASL ecc.). A questo punto risulta necessario potenziare il lavoro svolto in
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questo senso, coinvolgendo maggiormente i referenti delle scuole e moltiplicando i momenti di
confronto e consulenza con le famiglie.
Utenza in carico Sportello Famiglia al 31.12.2010
Comune di appartenenza
Anguillara S.
Bracciano
Canale Monteranno
Manziana
Trevignano R.
Utenti residenti fuori distretto
Totale
Numero utenti
36
54
15
9
21
8
143
Una realtà sempre più presente è quella dei nuclei monoparentali, in cui la madre deve
provvedere al sostentamento del nucleo e contemporaneamente adempiere al ruolo genitoriale
da sola; ciò implica, opportunità di lavoro certe ed con orario adeguato e presuppone
l’esistenza di strutture per minori, soprattutto in età non scolare, che sul territorio di fatto non
esistono.
Per ciò che concerne i minori nella fascia d’età da 0 a 6 anni, la maggior parte di essi vive una
realtà di crescita serena e con opportunità di svolgere diversificate attività ricreative, sportive e
di intrattenimento. Il tessuto sociale dei paesi è accogliente e protettivo nei confronti dei piccoli
minori, in un concetto non formale di rete affettiva, favorendo inoltre l’integrazione dei minori
stranieri. Tuttavia si riscontrano, a partire dal primo ciclo scolastico, sempre più frequenti
episodi di bullismo e di sopraffazione, che sono monitorati e trattati in ambito scolastico ed
extrascolastico (centri di aggregazione per minori) , anche in partnership con il privato sociale e
le associazioni, attraverso specifici progetti attivati.
A partire dalla preadolescenza invece, come già citato, si cominciano a rilevare diffuse
problematiche relative all’identità di genere, all’appartenenza al gruppo ed alla relazione con gli
altri membri della famiglia; si deve chiarificare che esse ascrivono ad una “fatica di crescere”
tipica di questa età di passaggio, ma anche ad una forte ed esplicita necessità di modelli
educativi di riferimento certi ed adeguati, portatori di valori positivi e significativi.
I minori adolescenti presentano caratteristiche simili a quelle dei coetanei che abitano gli altri
distretti laziali: sono conformisti e si danno ruoli e regole severe nel gruppo di riferimento, al
limite del settarismo, pur seguendo modelli di comportamento velleitari ed utilitaristici; hanno
difficoltà nella relazione con gli adulti di riferimento, sia genitori che insegnanti, sono disorientati
nelle relazioni tra pari e con l’altro sesso. E’ molto diffusa la cultura dello “sballo leggero” con il
consumo di hashish e marijuana, in genere senza la percezione della trasgressione; molto
diffusi l’uso e l’abuso di alcool, che viene tollerato anche dalle famiglie, per motivi legati sia alla
tradizione locale che alla pubblicizzazione dei mass-media, che lo inserisce in uno stile di vita
desiderabile.
Una fascia del target fa uso di sostanze psicotrope sintetiche e/o cocaina, ma in genere
saltuariamente e per periodi brevi.
Sono rilevanti nel target femminile minorile i disturbi dell’alimentazione.
A fronte di un scenario così critico, un dato positivo su cui poter basare un piano d’intervento
sostanziale, è la crescente consapevolezza dei minori riguardo le proprie difficoltà nel processo
di crescita ed una conseguente ricerca di spazi di ascolto e di adulti competenti di riferimento;
sia si tratti di “crisi di passaggio” sia di problematiche più complesse, c’è disponibilità ad
accettare supporto, una volta entrati in una sana relazione di fiducia (questo quadro è stato
rilevato intervistando insegnanti, operatori sociali ASL e del terzo settore, referenti C.I.C.).
In conclusione, a fronte di quanto fin qui esposto, sembra necessario un piano d’intervento
organico e di rete che, lungi dal “pazientizzare” famiglie e minori, fornisca risposte adeguate a
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difficoltà che esistono da tempo nella realtà nazionale, agendo con lucidità in un’ottica
preventiva e di supporto.
Significativo è infine il dato (esposto nella seguente tabella) dei minori assistiti a vario titolo dai
servizi sociali comunali: esso sintetizza un disagio familiare spiccato, in considerazione del fatto
che esso rappresenta soltanto l’emerso di una realtà critica ben più ampia.
Minori assistiti a vario titolo dal servizio sociale comunale
MINORI ASSISTITI
NEI COMUNI
Anguillara Bracciano Canale M. Manziana Trevignano R.
Per Provvedimenti Del
41
0
4
19
2
Tribunale dei minori
In Affidam. Al Serv.
Soc. su
15
8
1
7
1
disposiz. dell’Autorità Giud.
Minori collocati in strutture
3
2
0
2
1
Educative
Minori sottoposti a provved.
4
6
1
0
2
Del Giudice Tutelare
Affidamenti familiari
Per assistenza economica
Per esoneri contributi
scolastici
4
1
0
1
2
207
46
2
8
12
100
81
40
40
60
I Servizi sociali dei cinque Comuni segnalano che il puro dato numerico rilevato non “fotografa”
a pieno la realtà inerente quelle famiglie multiproblematiche, che molto spesso presentano gravi
carenze nella capacità genitoriale, tali da indicare l’allontanamento (temporaneo o definitivo) del
minore dal nucleo; a fronte di ciò il territorio ha aderito al progetto di polo interdistrettuale F3 F4
per l’affidamento familiare, promosso dalla Provincia di Roma, al fine di promuoverne la cultura
sul territorio e offrire attraverso questo istituto una valida risorsa.
I dati dunque sono necessariamente sottostimati rispetto alla totale casistica epidemiologica ed
inoltre si evidenzia che non sono inclusi nella casistica i minori con diagnosi di disturbo
specifico di apprendimento e le situazioni di disagio/difficoltà minorile dovute a diverse cause, in
carico comunque al servizio; esiste ad esempio una ampia casistica senza certificazione, per
vari motivi, comunque in carico al servizio.
( Dati DMI TSMREE ASL RM/F3)
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Tabella Minori assistiti dal servizio T.S.M.R.E.E. – ASL RM/F Distretto F3 dati al
31.12.2010
borderline cognitivo
ritardo psicomotorio
disturbo generalizzato
di sviluppo
ritardo mentale lieve
ritardo mentale medio
ritardo mentale grave
disturbo specifico di
linguaggio
disturbo specifico di
apprendimento
disturbi della sfera
emozionale
sindrome ipercinetica
paralisi cerebrale
infantile
sindrome di Down
deficit sensoriale udito
deficit sensoriale vista
altri disturbi neurologici
TOTALE
ANGUILLARA
BRACCIANO
CANALE
MANZIANA
TREVIGNANO
TOTALE
9
8
1
3
21
7
9
1
1
18
5
5
6
1
17
14
10
15
3
42
2
2
4
0
8
1
0
0
0
1
39
37
12
11
99
39
41
24
7
111
45
39
25
18
127
21
15
4
1
41
8
4
0
1
13
4
4
0
1
9
4
4
1
0
9
0
4
1
0
5
5
7
1
0
13
203
189
95
47
534
* I dati su Bracciano sono comprensivi dei minori residenti nel comune e dei frequentanti le
scuole medie superiori di Bracciano.
** I dati sono pervenuti così accorpati dal T.S.M.R.E.E.
3.b Area Anziani
Una criticità piuttosto emergente si deve alla condizione degli anziani, soprattutto di quelli che
abitano nelle campagne e/o in situazioni di isolamento; infatti, se nella realtà dei paesi del
Distretto F3 risulta essere molto attiva la rete parentale allargata e quella amicale
(massimamente nei tre centri più piccoli) e quindi la condizione degli anziani trova supporto,
nelle situazioni di dispersione abitativa è sempre più frequente che la quotidianità dell’anziano
entri in crisi e ne sia subito compromessa l’autonomia , per mancanza di supporti minimi ed
essenziali; ad una causa facilmente sanabile in presenza di rete, corrispondono così invece
degli effetti esponenziali, che inficiano la qualità della vita e possono porla addirittura a rischio.
Al fine di sopperire a questa istanza urgente è fondamentale implementare i servizi/interventi di
assistenza domiciliare ed in centro, atti a sostenere le capacità residue e la permanenza
dell’anziano presso il proprio domicilio.
12
Ciò presuppone anche una intensificazione della rete di rilevazione socio-sanitaria integrata dei
bisogni individuali, che permetta di concretizzare interventi efficaci in tempo reale. A tal
proposito è necessario, sul modello delle unità valutative congiunte già praticato sul territorio,
attivare procedure analoghe per il target anziani. Inoltre, essendo presente sul territorio
l’Ospedale Padre Pio è necessario creare un canale di accoglienza sociale in tutte le fasi
dell’ospedalizzazione rivolto alle fragilità sociali, in primis dunque agli anziani che spesso
presentano deterioramento cognitivo.
Proprio in questa ottica, si è rilevata una ulteriore emergenza, data da un forte aumento nella
fascia anziani, di pazienti affetti da morbo di Alzheimer (dato 2004 ASL RM/F Progetto Kronos:
170 pazienti seguiti, dato 2003: 120 pazienti); pertanto, attraverso un progetto pilota attivato a
livello distrettuale nel 2003 (Progetto Alzheimer) si sta dando una significativa risposta a questa
tipologia di utenza che risiede presso il proprio domicilio, attraverso un intervento di assistenza
domiciliare ad hoc ed un servizio di centro per le situazioni di grado lieve e moderato. Visto il
positivo riscontro di tale iniziativa si è pensato dunque di ampliare il target, inserendovi anche
anziani con deterioramento cognitivo di varia origine.
Anche l’intervento avviato sul territorio di casa famiglia per anziani autosufficienti e fragilità
sociali, con un supporto di accoglienza, sembra essere una ipotesi praticabile e riproducibile,
poiché non sradica l’anziano dal territorio e non lo destina anzitempo all’ingresso in strutture
sanitarie e/o assistenziali; pertanto si è deciso dal 2008 di ampliare il target anche a pazienti
psichiatrici anziani compensati, attivando procedure di valutazione e di sostegno del progetto
condivise in ambito socio-sanitario ed alle sempre più diffuse problematiche di fragilità sociali
varie (Ufficio di Piano, DSM, Servizi sociali Comuni).
3.c Persone con disabilità e Salute mentale
Nel territorio del Distretto F3 si può rilevare un buon grado di integrazione sociale delle persone
con disabilità (con handicap psico-fisico di vario grado), in parte dovuto alle strategie delle
amministrazioni locali che da anni favoriscono le iniziative in questo ambito, dall’altro alla
competenza del terzo settore (cooperative ed associazioni) nel promuovere una cultura della
diversa abilità, in una chiave molto innovativa di partecipazione sociale.
Pertanto negli ultimi due anni si è aperto un ampio dibattito sulla qualità della vita delle persone
con disabilità e sulle reali possibilità di fruizione di servizi offerti sul territorio, che ha trovato una
sede istituzionale nel relativo tavolo tematico; dopo ampia trattazione in merito, si è resa
dunque indispensabile una ricognizione qualitativa-quantitativa, che comprendesse una ricerca
specifica su tale universo partendo dalla rilevazione dei dati in possesso dei Servizi Sociali di
ciascun Comune e quelli dei servizi sanitari di competenza (CAD, TSMREE).
Le tabelle che seguono sono un primo approccio della ricerca in itinere, che ad oggi mette in
luce le criticità relative all’ambito della disabilità: - la rappresentatività numerica molto elevata
del target – la complessità dell’universo analizzato, in relazione alle variabili di riferimento
(gravità della patologia, età, situazione socio-ambientale presenza di rete ecc.). Ne consegue la
necessità di studiare e mettere in atto strategie differenziate che prevedano una gamma di
servizi/interventi.
I dati (forniti dal CAD Distretto F3) sono relativi a pazienti in carico nell’anno 2010 e sono 1328.
COMUNE
Anguillara S.
Bracciano
Canale M.
Manziana
Trevignano R.
UOMINI
91
95
24
89
45
DONNE
282
280
82
191
149
TOTALE
373
375
106
280
194
1328
13
Per ciò che concerne
Adulti e minori con disabilità in carico ai Comuni del Distretto:
COMUNE
ADULTI
Anguillara S.
18
Bracciano
40
Canale M.
7
Manziana
30
Trevignano R.
10
TOTALE
105
MINORI
24
26
3
12
5
70
A fronte di quanto evidenziato rimane un elemento imprescindibile la progettazione e
l’attuazione di procedure integrate socio-sanitarie per l’elaborazione dei P.A.I. (Piano di
assistenza individualizzato), al fine di rispondere in modo mirato alle singole istanze dei cittadini
con disabilità e, contemporaneamente, operare una precisa valutazione delle risorse
economiche e strutturali necessarie.
In attesa della attuazione del competente servizio per persone disabili adulte della ASL RM/F, in
un’ottica di integrazione socio-sanitaria, sono state istituite unità valutative multidimensionali
congiunte rivolte a questo target, così come per gli anziani, di cui gli operatori hanno già
sperimentato alcune buone prassi.
Inoltre si rileva la forte necessità di dotare il Distretto F3 di un presidio sanitario locale per la
riabilitazione; infine, risulta primario dal tavolo tematico, il bisogno di dare continuità ai
soggiorni estivi per persone con disabilità sperimentati quest’anno, (DGR 501/01), sottolineando
la valenza formativa dell’esperienza.
In relazione all’utenza psichiatrica e, più generalmente alla tutela della salute mentale, esistono
due criticità evidenti, una rappresentata, contrariamente a ciò che avviene per l’handicap, dal
pregiudizio diffuso verso questa tipologia di disagio, l’altra dal significativo incremento del
target, dovuto anche dall’aumento globale della popolazione del Distretto. Se per contrastare le
diverse forme di preclusione sono in atto strategie sociali ad hoc (es. Progetto Integrazione
disabili mentali lievi – CDR F3 DSM) ed una stretta collaborazione con la Consulta
dipartimentale per la salute mentale, per sostenere il cospicuo aumento del target le scelte da
operare sono sicuramente strutturali.
Dati epidemiologici rilevati dal NUVEQ del DSM relativi al C.S.M. F3 01.01.201031.12.2010.
Utenti prevalenti = 783
Utenti incidenti = 551
La suddivisione per gruppi nosografici è:
- Psicosi schizofreniche e schizoaffettive 158
- psicosi affettive 138
- disturbi di personalità 39
- disturbi d’ansia e umore 310
- demenze e ritardo mentale 60
- non psichici 4
Dati forniti dal NUVEQ DEL DSM in riferimento al Distretto F3
14
Il centro Diurno Riabilitativo F3 del Dipartimento di Salute mentale, nell’anno 2010, ha avuto in
carico 42 utenti, che hanno frequentato le attività organizzate per 2.519 volte.
COMUNE DI RESIDENZA
COMUNE
UTENTI
PERCENTUALE
Anguillara S.
7
16,67%
Bracciano
21
50%
Canale M.
3
7,14%
Manziana
7
16,67%
Trevignano R.
4
9,52%
Totale
42
100%
FASCE D’ETA’
18-24 anni
25-34 anni
35-44 anni
45-54 anni
55-64 anni
Oltre 65 anni
UTENZA DIVISA PER FASCE DI ETA’
Utenti
3
4
12
14
5
4
Totale
42
Percentuale
7,14%
9,52%
28,58%
33,34 %
11,9%
9,52%
100%
3.d Area disagio ed esclusione sociale
Come già citato, il disagio generalizzato ed il rischio di esclusione sociale sono legate a
concause che ascrivono ad un concetto di povertà allargato che non riguarda soltanto l’aspetto
economico, ma forse maggiormente una deprivazione culturale ed affettiva che finisce negli
anni per esitare nella marginalità sociale.
E’ importante notare come nell’area del disagio derivante dalla disoccupazione o comunque da
una occupazione precaria e /o saltuaria, non si possa parlare soltanto di fasce deboli in senso
stretto, ma di tutti quei soggetti che, non avendo a disposizione una forte rete parentale e/o
amicale che li sostenga e li assorba lavorativamente, come avveniva fino a pochi anni fa in
queste zone con il favore di una economia relativamente in espansione, oppure in possesso di
uno skill professionale spendibile anche fuori del territorio, subiscono attraverso questa difficoltà
d’inserimento una forte spinta all’esclusione sociale, talvolta accompagnata da livelli di
sussistenza minimi. Si tratta di un fenomeno complesso legato a quella povertà, intesa non
soltanto come difficoltà a produrre reddito, ma soprattutto al mancato accesso ad una
cittadinanza a pieno titolo ed ai diritti ad essa legati.
E’ importante considerare il caso dei giovani appena diplomati, in apparenza con pari
opportunità d’inserimento, ma nella realtà in situazioni in cui si passa spesso per fasi latenti,
che possono durare anche diversi anni, consistenti in: occupazioni stagionali generiche
nell’ambito del turismo e della ristorazione, ricerca non mirata di ulteriore specializzazione
professionale, impieghi a provvigione o con investimenti di fondi propri, lavoro nero.
Un’altra fascia a grave rischio di marginalità e di nuova povertà è rappresentata dai soggetti in
fascia d’età 40 – 45 anni, perdenti posto e/o cassaintegrati, con scarse possibilità di nuova
formazione e di reinserimento lavorativo; per essi il ricorso a lavoro saltuario e/o lavoro in nero è
purtroppo un iter obbligato.
Una problematica importante è quella dell’inserimento sociale e lavorativo dei soggetti affetti da
patologie psichiatriche, anche lievi e ben compensate, e delle persone con disabilità; in merito
si sono già attivati sul distretto interventi atti a promuovere l’integrazione, soprattutto attraverso
la corretta informazione e la realizzazione di eventi pubblici e stage ad utenza mista; inoltre
appare urgente diffondere la buona prassi, sperimentata dai Centri per l’impiego, del bilancio di
15
competenze rivolto a persone con disabilità, al fine di progettare ingressi lavorativi mirati e
forme di tutoring.
3.e Area Immigrati
I bisogni espressi sono quelli relativi alla ricerca abitativa, alla consulenza per la
regolarizzazione del soggiorno e all’area legale in genere, mentre la lingua è spesso appresa
sul posto di lavoro; inoltre inseguito agli incontri avuti in occasione della nuova progettazione a
valere sulla L. 286 e nella consulta per i migranti per il comune di Bracciano si è rilevato un forte
bisogno di politiche strutturate dell’accoglienza e dell’educazione interculturale.
Una locale propensione all’accoglienza unita ad una certa regolarizzazione del flusso
migratorio, hanno fatto sì che i valori della tolleranza e della interculturalità si affermassero
senza crisi sociali rilevanti, si tratta di un modello sociale in evoluzione, in cui prevale la
presenza di temi riguardanti la coesione e l’equilibrio sociale; ciò non significa che non si
assista ad episodi di intolleranza, intemperanza e conflittualità da ambo le parti, tuttavia il
fenomeno è in diminuzione e riguarda isolati casi, accompagnati talvolta da fenomeni di
trasgressione della legge e/o microcriminalità non organizzata.
I paesi di provenienza sono prevalentemente: Romania, Albania, Polonia, Ucraina e Moldavia;
inoltre si assiste di recente ad un significativo incremento di persone immigrate dall’America
Latina (Ecuador, Colombia, Perù e Argentina).
Nel distretto dunque il fenomeno dell’immigrazione sembra essersi sostanzialmente stabilizzato
come tendenza alla stanzialità degli stranieri presenti, molto spesso condotti sul territorio
dall’opportunità di lavori di manovalanza edilizia ed agricola e dalla possibilità, vista la capacità
di accoglienza dei piccoli centri abitati, di ricongiungimento familiare e di inserimento dei minori,
dato confermato da una presenza scolastica in aumento.
Detta tendenza, unitamente al citato aumento dei minori stranieri, ha suggerito possibili
strategie, volte a favorire il processo d’inclusione sociale, che partissero proprio dal
coinvolgimento del target minorile e seguentemente riuscissero a sensibilizzare le famiglie in
ambito culturale e sociale; in questo senso il tavolo tematico, dopo aver rilevato i bisogni del
target, ha dato vita ad una progettazione condivisa (Distretto F3, terzo settore e ass. di cittadini
stranieri) presentata in Provincia a valere sulla L. 286/98.
La recentissima istituzione di un Centro di accoglienza per richiedenti asilo (C.A.R.A.) sul
territorio del Comune di Anguillara S. indica la necessità di fare rete intorno a tale servizio e ha
orientato la progettazione del piano immigrazione 2011.
4. Quadro generale dell’offerta dei servizi socio-assistenziali con indicazione
dell’integrazione tra Comuni e ASL.
Specificare per ciascuna delle Macroaree/Liveas il livello di offerta
SEGRETARIATO SOCIALE
Nel Distretto è presente il Servizio?
- Sì X
- No 16
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C)1.
Bracciano D e C tale
servizio è erogato a
livello distrettuale
attraverso l’Ufficio di
Piano ed il Punto Unico
di Accesso (PUA) *
Anguillara S. C
Canale M. C
Manziana C
Trevignano C
Prestazioni offerte: * si riferiscono al servizio distrettuale
Informazione sulle opportunità offerte dalla rete dei servizi e dalla comunità
-
Sì X
No Consulenza sui problemi familiari e sociali
-
Sì X
No Accoglienza della domanda individuale, collettiva lettura del bisogno, accompagnamento
nell’attivazione nei successivi percorsi di assistenza
-
Sì X
No Raccolta sistematica dei dati e delle informazioni
-
Sì X
No Promozione di reti solidali, anche ai fini della prevenzione dei rischi del disagio sociale
-
Sì No X
Aiuto alla soluzione di problemi che non necessitano di presa in carico da parte di servizi
specifici
-
Sì X
No Mediazione interculturale
- Sì X
- No Destinatari:
Famiglie
-
Sì X
No Anziani
-
Sì X
17
-
No Minori
-
Sì X
No Persone con problematiche psico-sociali (pazienti psichiatrici, persone senza fissa dimora)
-
Sì X
No Disabili
-
Sì X
No Immigrati
-
Sì X
No 18
SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE
Nel Distretto è presente il Servizio?
- Sì X
- No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
Bracciano D e C tale
servizio è erogato a
livello distrettuale
attraverso l’Ufficio di
Piano ed il Punto Unico
di Accesso (PUA) *
Anguillara S. C
Canale M. C
Manziana C
Trevignano C
SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE ED AI GRUPPI SOCIALI
-
Sì X
No Destinatari
Famiglie
- Sì
- No
X
Anziani
- Sì
- No
X
Minori
- Sì
- No
X
Persone con problematiche psico-sociali (pazienti psichiatrici e persone senza fissa dimora)
- Sì
- No
X
Disabili
- Sì
- No
X
Immigrati
- Sì
- No
X
Altro (persone con dipendenze)
AFFIANCAMENTO E AFFIDO FAMILIARE
19
-
Sì No X
Destinatari:
Famiglie
- Sì
- No
X
Minori
- Sì
- No
X
INSERIMENTO LAVORATIVO
- Sì
X
- No
Destinatari
Disabili
- Sì
- No
X
Persone con problematiche psico-sociali (persone con dipendenze)
- Sì
- No
X
Giovani a rischio di devianza
- Sì
- No
X
Immigrati
- Sì
- No
X
Altro (orientamento)
DEFINIZIONE DEL PROGETTO INDIVIDUALE DI ASSISTENZA
- Sì X
- No Destinatari
Disabili
- Sì
- No
X
Anziani
- Sì
- No
X
Persone con problematiche psico-sociali (pazienti psichiatrici, persone senza fissa dimora e/o
con marginalità sociale, persone con dipendenza, nuclei fragili)
- Sì
X
20
- No
Minori
- Sì
- No
X
Immigrati
- Sì
- No
X
21
SERVIZIO DI PRONTO INTERVENTO SOCIALE PER LE SITUAZIONI DI EMERGENZA PERSONALE E FAMILIARE
Nel Distretto è presente il Servizio?
- Sì X
- No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
Bracciano D
Destinatari
Famiglie
- Sì X
- No Anziani
- Sì X
- No Minori
- Sì X
- No Disabili adulti
- Sì X
- No Persone con problematiche psico-sociali (pazienti psichiatrici, persone senza fissa dimora e/o
con marginalità sociale, persone con dipendenza, nuclei fragili ()
- Sì X
- No Immigrati
- Sì X
- No Donne in difficoltà, gestanti o madri
- Sì X
- No 22
SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILIARE
Nel Distretto è presente il Servizio?
- Sì X
- No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
Bracciano D e C
Anguillara S. D e C
Canale M. D e C
Manziana D e C
Trevignano D e C
Tale servizio è erogato
attraverso i servizi
sovracomunali del Piano
di Zona denominati
“Assistenza Domiciliare
sovracomunale” e
Progetto Alzheimer e
anziani con
deterioramento
cognitivo” “Psichiatria –
assistenza domiciliare e
giornate sollievo”
SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE
-
Sì X
No Destinatari
Famiglie
- Sì
- No
X
Minori
- Sì
- No
X
Anziani
- Sì
- No
X
Disabili
- Sì
- No
X
Persone con problematiche psico-sociali (pazienti psichiatrici)
- Sì
- No
X
Persone in condizione di non autosufficienza o ridotta autosufficienza, temporanea o protatta
23
- Sì
- No
X
ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA
-
Sì X in parte, in via di sviluppo la messa a sistema di tale servizio
No Destinatari
Famiglie
- Sì
- No
X
Minori
- Sì
- No
X
Anziani
- Sì
- No
X
Disabili
- Sì
- No
X
Persone con problematiche psico-sociali
- Sì
- No
X
Persone in condizione di non autosufficienza o ridotta autosufficienza, temporanea o protatta
- Sì
- No
X
24
STRUTTURE A CICLO RESIDENZIALE
- Sì X
- No STRUTTURE RESIDENZIALI PER MINORI
- Sì X
- No Nel Distretto è presente il Servizio?
- Sì X
- No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
Bracciano D tale servizio
è erogato a livello
distrettuale attraverso la
Casa Famiglia Minori
sovracomunale
Anguillara S. D
Canale M. D
Manziana D
Trevignano R. D
di cui:
Casa Famiglia
- Sì X
- No Gruppo appartamento
- Sì - No X
Destinatari
Minori
- Sì X
- No Minori disabili
- Sì - No X
STRUTTURE RESIDENZIALI PER DISABILI
- Sì - No X
Nel Distretto è presente il Servizio?
- Sì - No X
STRUTTURE RESIDENZIALI PER ANZIANI
25
- Sì X
- No Nel Distretto è presente il Servizio?
- Sì X
- No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
Bracciano D tale servizio
è erogato a livello
distrettuale attraverso la
Casa Famiglia Anziani
autosufficienti e fragilità
sociali sovracomunale
Bracciano C
Anguillara S. C
Canale M. C
Manziana C
Trevignano R. C
di cui:
Casa Famiglia sovracomunale
- Sì X
- No Comunità alloggio
- Sì - No X
Case di riposo
- Sì X
- No Casa albergo
- Sì X
- No Destinatari
Anziani autosufficienti, soli o in coppia
- Sì X
- No Anziani parzialmente non autosufficienti, soli o in coppia
- Sì X
- No STRUTTURE RESIDENZIALI PER PERSONE CON PROBLEMATICHE PSICO-SOCIALI
- Sì X
- No Nel Distretto è presente il Servizio?
- Sì X
- No 26
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
Bracciano D struttura
residenziale per pazienti
psichiatrici ASL RMF3
di cui:
Casa Famiglia
- Sì - No X
Comunità alloggio
- Sì X
- No Comunità di pronta accoglienza
- Sì - No X
Destinatari
Persone con problematiche psico-sociali (pazienti psichiatrici)
- Sì X
- No 27
STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI
- Sì X
- No STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER ANZIANI
- Sì X
- No Nel Distretto è presente il Servizio?
- Sì X
- No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
Bracciano D tale
servizio è in fase di avvio
e sarà erogato attraverso
il progetto
sovracomunale di Piano
di Zona denominato
“Progetto anziani non
autosufficienti in centro”
di cui:
Centri diurni
- Sì - No X
Centri diurni integrati Alzheimer
- Sì X
- No Destinatari
Anziani parzialmente non autosufficienti con esiti di patologie fisiche e/o sensoriali
- Sì - No X
Anziani parzialmente non autosufficienti affetti da demenza senile e/o Alzheimer
- Sì X
- No STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI
PSICO-SOCIALI
DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER PERSONE CON PROBLEMATICHE
- Sì X
- No Nel Distretto è presente il Servizio?
- Sì X
- No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
Bracciano D
28
di cui:
Strutture semi-residenziali socio-riabilitative
- Sì X
- No Destinatari
Persone con problematiche psico-sociali (pazienti psichiatrici erogato attraverso il centro Diurno
Riabilitativo della ASL RMF3)
- Sì X
- No Destinatari
Persone con problematiche psico-sociali (persone con problematiche di dipendenza)
- Sì X
- No STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER IL DISABILE ADULTO
- Sì X
- No Nel Distretto è presente il Servizio?
- Sì X
- No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
Bracciano D
Anguillara S. C
di cui:
Centri diurni socio-riabilitativi
- Sì X
- No Centri diurni di terapia occupazionale
- Sì - No X
Destinatari
Disabili adulti
- Sì X
- No STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI EDUCATIVE PER MINORI (0-18 anni)
- Sì X
- No Nel Distretto è presente il Servizio?
- Sì X
29
- No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
Bracciano D
Anguillara S. C
Trevignano R. D e C
di cui:
Asili nido
- Sì X
- No Micronidi nei luoghi di lavoro
- Sì - No X
Destinatari
Bambini fino a tre anni
- Sì X
- No Bambini
- Sì X
- No Adolescenti
- Sì X
- No 30
CENTRI DI ACCOGLIENZA RESIDENZIALI O DIURNI A CARATTERE COMUNITARIO
Nel Distretto è presente il Servizio?
- Sì X
- No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
Anguillara S. D (il
servizio è erogato
attraverso il C.A.R.A.
Centro Accoglienza
Richiedenti Asilo)
di cui:
Altro (centro di accoglienza)
- Sì X
- No Destinatari
Immigrati
- Sì X
- No ALTRI SERVIZI
- Sì X
- No CENTRO SOCIALE PER ANZIANI
- Sì X
- No Nel Distretto è presente il Servizio?
- Sì X
- No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
Bracciano C
Anguillara S. C
Canale M. C
Manziana C
Trevignano R. C
LUDOTECHE
- Sì X
- No Nel Distretto è presente il Servizio?
- Sì X
- No 31
Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
Bracciano C
Anguillara S. C
Trevignano R. C
CENTRI DI AGGREGAZIONE PER BAMBINI
- Sì X
- No Nel Distretto è presente il Servizio?
- Sì X
- No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di
utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice
D; se subdistrettuale S; se comunale C).
Bracciano C
Anguillara S. C
Trevignano R. C
In aggiunta a quanto richiesto, si riporta qui di seguito lo schema dei servizi/interventi
erogati a livello comunale da ciascun Comune del Distretto F3, divisi per tipologia di
servizio e corredati della spesa per ciascun servizio e del numero di utenti per target
COMUNE BRACCIANO Dati al 31.12.2010
SERVIZIO
N. UTENTI
COSTO COMPLESSIVO
Assistenza
domiciliare
comunale, trasporto anziani,
48
€ 350.999,54
disabili e AEC
Borse lavoro
17
€ 120.452,00
Rette Casa famiglia minori
3
€ 38.967,00
Contributi econ. continuativi
46
€ 105.308,30
Contributi econom. straordinari
16
€ 22798,48
Borse lavoro per disagio socio3
€ 5.800,00
economico
AEC centro estivo minori
6
€ 11.236,20
Borse lavoro per disabili
13
€ 17.980,00
Borse lavoro per recupero
socio lavorativo (serv. ant.
1
€ 7.313,89
droga)
Borse lavoro persone fragilità
9
€ 12.000,00
sociale contrib. Provincia
Rette RSA
21
€ 268.589,05
Contributo per assunzione
1
€ 1.200,00
terapia specifica
Contributi alle famiglie per
assistenza
e affidamento
1
€ 3.732,00
minori
Integrazione retta frequenza
10
€ 7.800,00
asilo nido
Contributo fondi regionale
52
€ 313.398,40
locazione
Iniziative a favore degli anziani
€ 53.295,51
32
COMUNE CANALE M. Dati al 31.12.2010
SERVIZIO
N. UTENTI
COSTO COMPLESSIVO
Ass. domiciliare comunale
10
€ 20.288,00
Ass. dom. disabili adulti
3
€ 7.000,00
AEC
4
€ 10.800,00
Attività risocializzanti
1
€ 1.000,00
Contrib. Economici straordinari
2
€ 1.000,00
Telesoccorso
15
€ 4.368,00
Centro Anziani
€ 4.500,00
Rette RSA
1
€ 6.766,00
Trasporto sociale
1
€ 4.800,00
Esonero – riduzione mensa
40
€ 10.100,00
COMUNE MANZIANA Dati al 31.12.2010
SERVIZIO
N. UTENTI
COSTO COMPLESSIVO
Assistenza
domiciliare
9
€ 21.656,72
comunale
AEC
12
€ 49.603,17
Alunni non vedenti
1
€ 2.299,70
Borse lavoro persone disabili
7
€ 6.840,00
Contrib. Econom. Persone
1
€ 7.220,00
disabili
Integrazione
buoni
servizi
10
€ 31.990,40
trasp. Persone disabili
Inserimento lavorativo
1
€ 3.200,00
Contributi econom. una tantum
11
€ 2.550,00
Assistenza domiciliare minori
3
€ 4.325,00
Casa famiglia minori
2
€ 10.819,14
Affidamento familiare
1
€ 1.800,00
Telesoccorso
6
€ 2.246,40
Centro anziani
€ 13.850,13
Micronido
18
€ 13.860,00
RSA
9
€ 14.641,44
COMUNE TREVIGNANO R. Dati al 31.12.2010
SERVIZIO
N. UTENTI
COSTO COMPLESSIVO
Ass. domiciliare comunale
16
€ 123.724,66
AEC
3
Borse lavoro
17
€ 66.000,00
Contributi
econom.
10
Continuativi
€ 17.336,80
Contrib. Econ. Straord.
5
Asilo nido comunale
36
€ 166.215,00
Centro anziani
€ 12.019,61
Rette RSA
11
€ 154.000,00
Esonero mensa e trasporto
60
Non quantificabile
33
SERVIZIO
COMUNE ANGUILLARA S. Dati al 31.12.2010
N. UTENTI
COSTO COMPLESSIVO
dati non pervenuti
5. Obiettivi strategici del Piano di Zona 2011
I principali obiettivi strategici del Piano di Zona sono:
-
realizzare servizi/interventi sociali ed assistenziali distrettuali che garantiscano standard
qualitativi omogenei, verificabili e valutabili;
dare attuazione all’integrazione socio-sanitaria, sistematizzando la rete degli interventi
socio-sanitari in procedure formalizzate;
assicurare equità di fruizione a tutte le fasce di utenza, superando i fattori di esclusione;
dare continuità ai servizi/interventi in essere, modulandoli in base al profilo dei bisogni
emergenti;
mettere a sistema un processo di valutazione in itinere che indichi congruità ed
adeguatezza rispetto alle esigenze nuove ed a quelle già in carico;
studiare e progettare forme innovative e flessibili di intervento;
favorire la consapevolezza civile e la partecipazione ai diritti di cittadinanza delle fasce
deboli della popolazione;
ottimizzare le risorse in rapporto ai bisogni, operando azioni di ricerca di fondi aggiuntivi;
facilitare e migliorare il rapporto tra i cittadini e le istituzioni.
5.a Obiettivi Area Minori e Famiglia
-
-
prevenire le situazioni di disagio dei minori, attivando un capillare intervento di rete
locale, che permetta per loro e per le famiglie un accesso privilegiato a servizi di
informazione e couseling sui temi di interesse;
promuovere una cultura dei minori di partecipazione e di coesione sociale, con spazi e
modalità di aggregazione innovativi per il territorio;
favorire l’integrazione dei minori con handicap e/o in difficoltà
favorire l’inserimento nel gruppo dei pari dei minori stranieri;
orientare e sostenere la famiglia nel compito genitoriale, attraverso l’attivazione di spazi
informativi e di ascolto ad hoc, in integrazione ai servizi già esistenti;
supportare le famiglie con difficoltà relazionali e di assunzione del ruolo genitoriale,
attraverso l’attivazione di percorsi di accompagnamento;
monitorare la condizione dei minori e della famiglia, con l’istituzione di un osservatorio
locale permanente sui bisogni e sui modelli culturali ed educativi condivisi;
5.b Obiettivi Area Anziani
34
-
migliorare la qualità della vita di coloro che vivono in condizioni di solitudine ed
isolamento abitativo;
prolungare la permanenza dell’anziano presso il proprio domicilio, supportandone
l’autonomia e le capacità residue;
integrare i vari interventi socio-sanitari in favore degli anziani, attraverso progetti
individualizzati da realizzare in rete di servizi;
ampliare le prestazioni di segretariato sociale;
favorire eventi di partecipazione alla cittadinanza attiva ed al confronto;
approfondire la conoscenza dei bisogni dell’anziano, attraverso una sistematica
ricerca.
5.c Obiettivi Area Persone con disabilità e Salute mentale
-
rafforzare il processo di integrazione sociale;
attivare una gamma di servizi/interventi differenziati a seconda dei bisogni e delle istanze
individuali;
fornire opportunità di inclusione lavorativa e sociale alle persone con disabilità
(handicap e pazienti psichiatrici);
accompagnare il percorso educativo e formativo dei minori disabili e/o in difficoltà;
sostenere le famiglie nel tempo per ciò che riguarda il progetto di vita della persona
disabile.
5.d Obiettivi Area Disagio ed esclusione sociale
implementare tutte le azioni volte all’inserimento lavorativo e sociale di tutte le
fasce deboli e/o a rischio di marginalità, con progetti ad hoc;
- rilevare qualitativamente e quantitativamente i dati relativi all’area del disagio,
collaborando con i servizi referenti per le varie tipologie a rischio;
- contrastare le forme di deprivazione culturale e di mancato esercizio dei diritti di
cittadinanza;
- promuovere informazione sui comportamenti devianti e/o di trasgressione
ed azioni di educazione alla legalità.
-
5.e Obiettivi Area Immigrati
-
facilitare l’accesso ai servizi socio – sanitari, anche a carattere preventivo;
favorire il processo di inclusione nel contesto locale, dei singoli e dei nuclei familiari;
collaborare a sostenere i diritti delle persone immigrate;
collaborare a tutelare i minori immigrati
6. Quali sono le misure adottate per realizzare l’integrazione socio-sanitaria dei
servizi?
- Coinvolgimento del Terzo Settore:
-
consultazione
partecipazione alla stesura del Piano
monitoraggio del Piano
altro (specificare Partecipazione nel Comitato Tecnico
- Organizzazioni di consulte
X
X
x
X
X
- Predisposizione di uffici o coordinamenti di piano per l’integrazione X
- Promozione di percorsi di formazione e aggiornamento tra operatori sociali 35
- Promozione di percorsi di formazione e aggiornamento tra operatori sociali e
sanitari
X
- Specifici protocolli concordati con le Asl
X
Esistono ad oggi i seguenti interventi integrati gestiti da equipe multidisciplinari Servizi Sociali
comunali, Ufficio di Piano, ASL RM/F:
- unità valutativa integrata con il CAD per la valutazione socio-sanitaria per l’accesso alla Casa
Famiglia Anziani autosufficienti e fragilità sociali
- unità valutativa integrata con il CAD per la valutazione socio-sanitaria per l’accesso agli
interventi individualizzati rivolti a persone adulte con disabilità
- unità valutativa integrata con il TSMREE per la valutazione socio-sanitaria per l’accesso agli
interventi individualizzati rivolti a minori con disabilità
- definizione di canali privilegiati per le prestazioni specialistiche per gli ospiti della
Comunità alloggio Anziani autosufficienti;
- collaborazione nella progettazione e verifica in itinere tra i referenti dei vari servizi ASL, i
Servizi sociali comunali e l’Ufficio di Piano, per la casistica di minori, pazienti psichiatrici,
famiglie in difficoltà, tossicodipendenti ecc.;
- progettazione e realizzazione congiunta di interventi volti ad abbattere il pregiudizio
nei confronti dei pazienti psichiatrici e a promuovere la salute mentale (Progetto integrazione
disabili mentali ed adulti “Essere Insieme”; evento divulgativo Prima giornata della salute
mentale equipe mista DSM, Ufficio di Piano, Associazioni);
- partenariato tra i Comuni F3 e la ASL nella progettazione e nella gestione a valere sul Fondo
Nazionale per la lotta alla Droga (Piano Dipendenze).
Si tratta dunque di misure di integrazione che ascrivono al piano tecnico e operativo, che
cominciano a dare risultati tangibili in termini di interventi di rete; esse sono la realizzazione
delle strategie integrate condivise e sostenute da tutti i referenti dell’Accordo di Programma F3,
tuttavia necessitano ancora azioni di sistema e protocolli formali per consolidare il positivo
percorso avviato. Significative sono dunque le azioni previste nel PdZ in questo senso (cfr.
PUA, Assistenza domiciliare sovracomunale Target anziani, integrazione socio-sanitaria)
7. Modalità adottate per realizzare il coordinamento con gli altri organi dello
Stato e con la pluralità dei soggetti locali
In un’ottica di processo finalizzato alla piena realizzazione della L. 328/2000, dopo un lungo
confronto tra i Referenti del Comitato Istituzionale dell’Accordo di Programma, in data
23.02.2010 è stato deliberato (Delibera di Consiglio Comunale n. 6 del 23.02.2010) il nuovo
testo che disciplina l’Accordo di Programma del Distretto F3 tra i cinque Comuni la ASL RM/F e
la Provincia di Roma.
Le Organizzazioni Sindacali partecipano costantemente al Comitato Tecnico.
Dal 2005 a tutt’oggi sono stati istituiti in maniera permanente, con cadenza mensile, i seguenti
tavoli tematici:
- diritti dei minori e responsabilità familiari;
- anziani;
- persone con disabilità;
- esclusione sociale;
- immigrazione;
- dipendenze.
Tuttavia è da registrare nell’ultimo biennio un significativo calo di partecipazione che ha
progressivamente mandato deserti i tavoli, ad eccezione di quelli sulla disabilità, sulle
dipendenze e sull’immigrazione; con un’attenta analisi si è cercato di individuare le cause di tale
criticità, cercando di dare massima divulgazione alle convocazioni anche attraverso la
pubblicazione delle date sul sito del Comune di Bracciano e sugli albi pretori degli altri 4 comuni
36
del distretto F3; inoltre si è invitato i referenti di ciascun tavolo a promuovere la partecipazione
in maniera capillare. Tali misure non hanno ad oggi dato scarsi risultati e si ritiene difficile
riuscire a coinvolgere di nuovo, come negli anni passati, gli stakeholder nel processo di
partecipazione del territorio; una delle possibili cause, unitamente a un diffuso disinvestimento
nella partecipazione registrabile anche a livello nazionale, potrebbe essere ascrivibile al fatto
che il vigente Piano di Zona è una struttura oramai consolidata in servizi e non in progetti.
Per ciò che concerne il coordinamento con le istituzioni scolastiche e la loro partecipazione al
Comitato Tecnico ed ai tavoli tematici, occorre rinnovare l’impegno comune e assicurarne la
presenza dei referenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado, attraverso una sensibilizzazione
specifica; si registra tuttavia una proficua e costante collaborazione delle istituzioni scolastiche
nell’ambito del progetto “Piano dipendenze”, per ciò che riguarda la prevenzione primaria, e nel
progetto “Pianeta Universo” (D.lgs. 286).
Si stanno infine continuando a rendere note alla cittadinanza le competenze e gli ambiti di
azione dell’Accordo di Programma e dell’Ufficio di Piano.
A tal proposito si specifica che il coordinamento con gli altri organi dello stato e con i soggetti
locali è svolto dall’Ufficio di Piano su mandato del Comitato dell’Accordo di Programma (cfr. art.
7), in ambito organizzativo e gestionale, pertanto le funzioni svolte sono le seguenti:
a) mette in atto tutte le azioni necessarie all’attuazione degli indirizzi programmatici
contenuti nell’Accordo di Programma;
b) redige il Piano di Zona, sulla base delle proposte elaborate dal Comitato Tecnico, da
sottoporre all’approvazione del Comitato Istituzionale;
c) predispone gli atti amministrativi, tecnici e contabili necessari all’attivazione e allo
svolgimento dei progetti contenuti nel Piano di Zona;
d) propone la quantificazione degli oneri di partecipazione finanziaria e di personale dei
Comuni e della A.S.L. sulla base dei criteri stabiliti dal Comitato Istituzionale e la
sottoporre allo stesso per la necessaria approvazione;
e) propone azioni per l’implementazione dei fondi a disposizione del Distretto;
f) organizza la raccolta delle informazioni e dei dati al fine della realizzazione del sistema di
monitoraggio e valutazione, in accordo con i Sistemi di monitoraggio e valutazione
provinciali e regionali;
g) effettua il monitoraggio sullo stato dei servizi e sullo stato di attuazione dei progetti e ne
riferisce periodicamente al Comitato Istituzionale e al Comitato Tecnico attraverso la
figura del Responsabile Tecnico del Piano di Zona;
h) predispone la relazione consuntiva per ciascuna annualità di Piano di Zona;
i) elabora le procedure d’accesso ai servizi/progetti (linee guida, disciplinari e regolamenti),
sentito il Comitato Tecnico, da sottoporre all’approvazione del Comitato Istituzionale;
j) si riunisce periodicamente con una commissione formata dai responsabili degli Uffici
Servizi Sociali dei Comuni, la quale collabora alla stesura degli atti amministrativi
fondamentali dell’Accordo di Programma esprimendo pareri non vincolanti.
L’Ufficio di Piano è composto dalle seguenti figure professionali:
- il responsabile tecnico del Piano di Zona e coordinatore dell’Ufficio di Piano;
- l’educatore professionale, figura tecnica nell’ambito del sociale;
- l’ istruttore amministrativo.
Tale struttura è incardinata nell’Area Servizi sociali e Accordo di Programma, Dipartimento
amministrativo del Comune di Bracciano (capofila).
I contratti che vincolano il personale impegnato, ormai da dieci anni senza soluzione di
continuità, sono a tempo determinato a decorrere dal luglio 2010 fino alla scadenza
dell’Accordo di Programma (31.12.2012); tale situazione è stata negoziata pro tempore tra il
Comitato Istituzionale e le OO.SS. nel febbraio 2010, nelle more dell’individuazione e della
realizzazione di forme contrattuali stabili.
37
8. Strumenti di valutazione dei risultati raggiunti (sistema di controllo,
monitoraggio e verifica dei risultati) adottati dall’Ufficio di Piano
Così come già evidenziato nell’aggiornamento del novembre 2010, il Piano di Zona F3 essendo
un sistema di servizi/interventi già portato a regime nel decennio 2001/2010, non prevede
radicali cambiamenti in ambito progettuale, mentre invece assicura continuità nell’erogazione
dei servizi sovracomunali alla persona, che vanno a potenziare quelli comunali.
Si tratta pertanto di operare una attenta analisi di quanto fino ad oggi messo in atto in relazione
ai processi di sistema ed alle procedure di accesso e nello specifico: -a) messa a punto del
piano del monitoraggio e verifica in relazione ai bisogni emersi; - b) realizzazione della
valutazione dei servizi in essere, in termini di costi/benefici visti i previsti tagli dei trasferimenti
dei fondi a livello nazionale - c) messa a sistema delle procedure standardizzate di accesso alla
fruizione dei servizi; - d) potenziamento dei servizi di filiera, al fine di ottimizzare le risorse del
budget di Distretto.
Riguardo alla realizzazione della valutazione dei servizi/interventi in atto è necessario fare una
nota metodologica: vista l’impossibilità di impegnare risorse ad hoc, si è stabilito che la prassi di
valutazione sia svolta da gruppi multidisciplinari di professionisti, che appartengano al Comitato
Tecnico, di provenienza ASL e servizi comunali del distretto F3. Tali gruppi dovranno essere
formati in base alle competenze specifiche in ambito valutativo, alla formazione ed all’auto
formazione in merito alle seguenti pratiche: valutazioni multidisciplinari, bilancio input – output –
outcome, bilancio costi/benefici case-analisys.
A decorrere dal 2009 i tecnici dell’ufficio di piano, quelli dei comuni e quelli dei servizi ASL RMF
hanno elaborato una serie di parametri socio-sanitari da utilizzare nelle unità valutative
multidimensionali per l’elaborazione dei PAI (cfr. scheda per la fruizione dei servizi in allegato).
Tali criteri hanno trovato la piena applicazione nei casi di persone adulte con disabilità, mentre
per ciò che concerne i target anziani, pazienti psichiatrici e minori con disabilità questi sono in
fase di sperimentazione.
Per quanto riguarda l’accesso alla fruizione dei servizi, dopo ampio studio di fattibilità, sia il
Comitato tecnico che il Comitato istituzionale hanno concordato sulla necessità di adire a
pratiche che assicurino equità e trasparenza e pertanto le tre prassi chiave che si intendono
applicare sono: avvisi rivolti all’utenza per l’accesso alla fruizione con i criteri già elaborati dal
Comitato tecnico, creazione di graduatorie a scorrimento per target, applicazione del turn-over
di fruizione, assicurando comunque continuità della riposta integrata alle situazioni di particolare
complessità socio-sanitaria.
Da una approfondita analisi del piano di zona è emerso che è necessario, al fine di ottimizzare
le risorse sia comunali che sovracomunali, potenziare le filiere sui vari target, privilegiando la
continuità dei vari progetti individuali e la globalità della presa in carico.
Ad oggi esiste sul territorio una filiera che riguarda i servizi rivolti a famiglie e minori mentre per
gli altri target è in atto uno studio di fattibilità in considerazione del fatto che è indispensabile
lavorare in un’ottica socio-sanitaria, anche alla luce del costituito PUA territoriale.
Monitoraggio e verifica:
supervisione indiretta sui singoli interventi e P.A.I.;
supervisione su andamento servizio/intervento;
revisione in itinere degli interventi;
verifica degli standard di prestazione previsti in base agli obiettivi prefissati a breve, medio e
lungo termine;
Valutazione dei risultati:
verifica della congruenza tra risultati e obiettivi;
incontri di follow up con l’utenza;
analisi a posteriori di costi/benefici e di criticità emerse nell’intervento;
38
valutazione del cambiamento promosso attraverso un servizio e con i singoli interventi;
report al Comitato Istituzionale dell’Accordo di Programma per valutazione dei servizi/interventi
in relazione al piano delle politiche sociali stabilito;
attivazione di circuiti di qualità su specifici servizi.
Sistema di controllo gestione e raggiungimento obiettivi operativi :
scheda settimanale rilevazione monte ore operatore (quantitativo);
verifica previsione prestazioni/erogazione prestazioni (quantitativo);
relazioni scritte operatori (qualitativo);
riunioni su servizi/interventi specifici (qualitativo);
feedback utenza/operatore.
9. Innovazioni organizzative, operative gestionali e di sistema del Distretto F3
Il Distretto F3, nell’ottica dell’integrazione socio-sanitaria, ha elaborato e realizzato il progetto
PUA locale ed il servizio è stato avviato in via sperimentale a decorrere dal marzo 2011 (cfr.
Progetto e Protocollo d’intesa, in allegato al Piano di Zona).
L’Accordo di Programma tra i cinque comuni del Distretto F3 la ASL e la Provincia di Roma, che
rappresenta l’atto fonte della gestione del sistema dei servizi/interventi del distretto F3, è stato
rinnovato a decorrere dal febbraio 2010 per ulteriori tre anni e scade in data 31/12/2012; in
realtà era stato fatto un ampio studio di fattibilità per la formazione di un Consorzio o di una
Fondazione di partecipazione che però ad oggi non ha trovato ancora riscontro, viste le
problematiche economiche.
A fronte di ciò si è nuovamente insediato il Comitato Tecnico (così come all’art. 9 dell’AdP)
attraverso la seguente procedura: nomina da parte della dirigenza degli Enti pubblici dei
rappresentanti -elezioni pubbliche dei rappresentati del Terzo settore (1 del cooperativismo, 1
dell’associazionismo e 1 del volontariato); il Comitato si è dunque dotato di un disciplinare di
autoregolamentazione, al fine di rassicurare ai lavori dello stesso un buon livello di trasparenza
e condivisione. Tale organismo contribuisce all’elaborazione del Piano di Zona, formulando
proposte di aggiornamento integrazione e indicazioni, rappresentando inoltre lo snodo
informativo sui Comuni del territorio su tutto il sistema dei servizi/interventi sovracomunali.
Ad oggi invece il territorio continua a registrare una significativa mancanza di partecipazione ai
tavoli tematici (art. 10), in quanto laboratori di confronto e di emersione dei bisogni; avendo
portato tale problematica sia all’attenzione del Comitato Tecnico che del Comitato Istituzionale,
si sta attuando una strategia articolata su due fronti: - a livello di Comitato Tecnico, dove sono
stati nominati i referenti dei tavoli tematici, i rappresentanti soprattutto del terzo settore sono
garanti di riallacciare il flusso di comunicazione con la cittadinanza, attraverso un fattivo
rapporto con l’associazionismo e il cooperativismo del territorio - a livello del Comitato
Istituzionale si stanno una serie di incontri aperti alla cittadinanza con focus sulle diverse
tematiche socio-sanitarie. Inoltre si è implementato il livello di informazione/comunicazione
attraverso divulgazione sul sito del Comune di Bracciano (capofila) di tutti gli atti relativi al Piano
di Zona ivi compresi i verbali dei Comitati ed i piani di lavoro aggiornati, nonché le date dei
tavoli tematici e tutte le iniziative emanate dall’Accordo di Programma.
Per ciò che concerne la gestione dell’ufficio di piano, visti i carichi di lavoro e l’ulteriore impegno
del personale nel PUA è stato deciso di ampliare il monte ore a full-time e di continuare lo
studio di fattibilità intrapreso per la stabilizzazione delle tre unità di personale impegnate
nell’UdP, in considerazione del periodo ormai decennale di precariato.
Per ciò che concerne le modalità di affidamento della gestione dei servizi al terzo settore, al fine
di assicurare la massima condivisione progettuale e qualità della gestione dei servizi stessi, da
tempo le commissioni di valutazione sono composte a rotazione da membri tecnici esperti dei
comuni, della ASL e dell’ufficio di piano; è stato altresì proposto la collaborazione in sede di
39
elaborazione del capitolato anche delle Capo Area dei Servizi Sociali dei Comuni del Distretto
F3.
Da un punto di vista operativo, realizzando un’attenta valutazione sull’analisi dei bisogni locali
nel triennio, è risultato necessario ampliare e costruire in forma di filiera servizi/interventi a
favore di due target: “famiglie e minori” e “psichiatria ed esclusione sociale”; l’aumento e la
complessità dei bisogni locali rilevati ha dunque indicato la necessità di implementare i servizi
rivolti a questi target, seguendo del resto il trend rilevato a livello regionale che indica una
crescita della domanda sociale del +127% sulle problematiche psicosociali e + 26% sui minori
(dati: Assessorato alle politiche sociali Regione Lazio settembre 2011).
Per ciò che concerne il target “famiglie e minori” si è rilevato infatti un forte aumento numerico di
famiglie con minori in trasferimento dalla capitale, ma anche un progressivo criticizzarsi delle
situazioni di disagio relazionale e di fragilità delle competenze genitoriali; per ciò che concerne il
target “Psichiatria ed esclusione sociale” è fondamentale sottolineare l’abbassamento dell’età
d’esordio delle patologie e l’importanza di una intercettazione precoce delle stesse, in termini
preventivi e di protezione alla marginalizzazione sociale.
Esistono ad oggi alcuni progetti/servizi complementari al PdZ:
- Progetto “Fattorie sociali” promosso dal Comune di Bracciano in partnership con la ASL
RM/F, la Provincia di Roma, Università Agraria di Bracciano, in fase di avvio; sono state
realizzate le azioni di sistema necessarie.
- Gestione del progetto “Minori maltrattati” (fondo una tantum), progetto di prevenzione
secondaria e monitoraggio dei comportamenti familiari inadeguati ed empowerment delle
competenze genitoriali; tale misura, avendo fatto registrare risultati molto positivi, è
riproposta in altri termini progettuali all’interno del nuovo progetto PdZ denominato
“Tutela dei minori e supporto alle relazioni familiari”
40
Piano di Zona 2011 – Riepilogo progetti; quadro finanziario riassuntivo
interventi in favore degli anziani non autosufficienti (min. 15% budget D.G.R.
307/2011)
Nome progetto
Progetto anziani non autosufficienti in
centro
Costo
complessivo
€ 108.159,45 due
annualità
Quota budget regionale
(D.G.R. 307/2011)
Cofinanziamento (specificare
se comunale, provinciale, ASL,
etc.)
€ 7.000,00 PdZ 2011
€ 33.000,00 fondo non autosuff.
2010 residui
€ 42.195,24 fondo non autosuff.
2009 residui
€ 25.964,21 fondo non autosuff.
2008 residui
Progetto Alzheimer ed anziani con
deterioramento cognitivo
€ 117.000,00
€ 87.000,00 PdZ 2011
€ 30.000,00 fondo non
autosufficienza 2009 residui
Assistenza Domiciliare Sovracomunale
€ 120.040,00
€ 120.040,00 PdZ 2011
Casa Famiglia Anziani autosufficienti e
fragilità sociali
€ 107.000,00
€ 97.000,00 PdZ 2011
€ 10.000,00 quote utenti
€ 452.199,45
€ 442.199,45
€ 10.000,00
Nota: si tratta di parziale
autosufficienza, in quanto il target della
casa famiglia è connotato da varie
fragilità, tra cui l’essere pazienti
psichiatrici anziani compensati
Totali interventi anziani non autosuff.
interventi in favore dell’infanzia e dell’adolescenza. ex L. 285/1997 (min. 9% budget
D.G.R. 307/2011)
41
Casa Famiglia Minori
€ 149.000,00
€ 87.000,00 PdZ 2011
Tutela dei minori e supporto alle
relazioni familiari
€ 87.000,00
€ 47.000,00 PdZ 2011
€ 62.000,00 quote comuni per 5
inserimenti per un anno, al 50% costo
giornaliero
€ 20.000,00 fondo non
autosufficienza 2009 residui
€ 20.000,00 L. 285/97 2009 residui
Sportello Famiglia
€ 50.000,00
€ 50.000,00 PdZ 2011
Centri di aggregazione per minori
€ 18.000,00
€ 18.000,00 fondo L. 285/97 2006
residui Progetto “Crescere
Insieme” per il Comune di
Trevignano R.
€ 63.139,00
Polo distrettuale
€ 9.074,00 Pd Z 2011
€ 54.065,00 fondo l. 285/97 2009
residui
€ 367.139,00
€ 305.139,00
Totali interventi ex L. 285/1997
€ 62.000,00
interventi in favore dei soggetti con handicap grave, ex art. 3, c. 3 L 104/1992 (min.
5% budget D.G.R. 307/2011)
42
7,59% del budget
di distretto come
D.G.R. 965/2009
Interventi individuali a sostegno della
disabilità adulta, in forma in indiretta
€ 296.361,96
€ 110.435,45 PdZ 2011
€ 15.426,51 fondo non
autosufficienza 2009 residui
Psichiatria – Assistenza Domiciliare
giornate sollievo
€ 37.000,00
€ 96.250,00 Contributo Provincia Roma
anno 2011
€ 74.250,00 quote corrisposte ai propri
residenti da parte dei comuni
€ 7.000,00 PdZ 2011
€ 16.196,45 fondo non
autosufficienza 2010 residui
€ 13.803,55 fondo non
autosufficienza 2009 residui
Progetto integrazione “Essere
Insieme” (salute mentale inclusione
sociale pazienti psichiatrici)
€ 47.000,00 due
annualità
L. 162/97 disabilità grave
€ 77.428,00
€ 27.000,00 PdZ 2011
€ 20.000,00 FUN 2011
€ 25.936,00 fondo specifico 2008
residui
€ 25.713,00 fondo specifico 2009
residui
€ 25.779,00 fondo specifico 2010
residui
Totale interventi ex art. 3, c. 3 L
104/1992
€ 457.789,96
€ 287.289,96
€ 170.500,00
Ufficio di Piano, Segretariato Sociale e
PUA (Punto Unico di Accesso)
€ 105.000,00
€ 55.700,00 PdZ 2011
€ 49.300,00 cofinanziamento dei
Comuni del Distretto f3
TOTALI
€ 1.382.128,41
€ 1.090.328,41
€ 291.800,00
a) una somma non inferiore al 15% del budget di Distretto – anziani non autosufficienti – Distretto F3 32,71%;
b) una somma non inferiore al 5% del budget di Distretto – soggetti con handicap grave art. 3 L. 104/92 – Distretto F3 26,56%;
c) una somma non inferiore al 9% del budget di Distretto – infanzia ed adolescenza – Distretto F3 33,14;
43
ELENCO PROGETTI
Target Anziani
Casa Famiglia Anziani autosufficienti e fragilità sociali (LIVEAS)
Progetto Alzheimer e anziani con deterioramento cognitivo (LIVEAS)
Progetto anziani non autosufficienti in centro
Target Anziani, Minori, Responsabilità familiari, Persone Disabili (handicap e paz.
psichiatrici)
Assistenza Domiciliare sovracomunale (LIVEAS)
Target Diritti dei Minori e Responsabilità familiari
Tutela dei minori e supporto alle relazioni familiari
Casa famiglia Minori (LIVEAS)
Centri di aggregazione per minori
Sportello famiglia (LIVEAS)
Target Persone con Disabilità e Salute mentale
Interventi individuali a sostegno della disabilità adulta, in forma indiretta (LIVEAS)
Progetto Integrazione disabili mentali lievi e adulti “Essere Insieme”
Psichiatria- assistenza domiciliare e giornate sollievo (LIVEAS)
L. 162/98 – progetti ad personam, ad esaurimento fondi residui 2008 2009 2010
Popolazione Distretto F3
Ufficio di Piano, Segretariato sociale (LIVEAS) e PUA
44
A fini esplicativi, si riporta il seguente quadro sinottico con ulteriori specifiche relative ai
progetti
QUADRO SINOTTICO DEI PROGETTI SOVRACOMUNALI
PIANO DI ZONA 2011
15 OTTOBRE 2011
TUTELA DEI MINORI E SUPPORTO ALLE RELAZIONI € 87.000,00
FAMILIARI
€ 47.000,00 PdZ 2011
Progetto da avviare gennaio 2012
€ 20.000,00 Fondo non autos. fondo 2009
comprende tre misure: a) tutela dei minori, b) € 20.000,00 L. 285/97 anno 2009
emergenze familiari e sociali, c) supporto alle famiglie
con disabilità
CASA FAMIGLIA MINORI
€ 149.000,00
Progetto avviato settembre 2008
€ 62.000,00 quote Comuni per 5
inserimenti per un anno, al 50% costo
giornaliero
€ 87.000,00 PdZ 2011
SPORTELLO FAMIGLIA
€ 50.000,00
Progetto in essere dal 2004
€ 50.000,00 PdZ 2011
CENTRI DI AGGREGAZIONE PER MINORI
€ 18.000,00 Trevignano R. Fondo L.
Centro “Crescere Insieme” Trevignano R. attivo dal 285/97 anno 2006 residuo
settembre 2011
Centro di aggregazione per adolescenti distrettuale
€ 63.139,00
(Poli da attivare entro dicembre 2011)
€ 54.065,00 Fondo L. 285/97 anno 2009
residuo
€ 9.074,00 PdZ 2011
ASSISTENZA DOMICILIARE SOVRACOMUNALE
€ 120.040,00 PdZ 2011
(anziani,psichiatria e disabili) LIVEAS
Progetto in essere dal 2000
INTERVENTI INDIVIDUALI A SOSTEGNO DELLA € 296.361,96
DISABILITA’ ADULTA, IN FORMA INDIRETTA
€ 125.861,96 fondi sovracomunali di
(Progetto in essere, in altra forma dal luglio 2007)
cui:
Avviato novembre 2008
€ 110.435,45 PdZ 2011
€ 15.426,51 Fondo non
Autosufficienza 2009
€ 96.250,00 Provincia fondo anno 2011
€ 74.250,00 quote corrisposte
direttamente ai propri residenti da parte
dei comuni
PROGETTO ALZHEIMER E ANZIANI CON DETER. € 117.000,00
COGNITIVO
€ 87.000,00 PdZ 2011
Progetto in essere dal 2003
€ 30.000,00 Fondo non autosufficienza
2009
PROGETTO ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI IN € 108.159,45: due annualità
CENTRO
€ 33.000,00 Fondo non autosuff. 2010
Progetto da avviare
€ 42.195,24 Fondo non autosuff. 2009
Progetto sperimentale per il biennio 2011-2013
€ 25.964,21 Fondo non autosuff. 2008
residui
€ 7.000,00 PdZ 2011
CASA FAMIGLIA ANZIANI AUTOSUFFICIENTI E € 107.000,00
FRAGILITA’ SOCIALI
€ 97.000,00 PdZ 2011
Progetto in essere dal 2002
€ 10.000,00 quote utenti
45
PSICHIATRIA - ASSISTENZA
GIORNATE SOLLIEVO
Progetto avviato nel 2010
DOMICILIARE
E € 37.000,00
€ 16.196,45 Fondo non autosufficienza
2010
€ 13.803,55 Fondo non autosufficienza
2009
Residui
€ 7.000,00 PdZ 2011
PROGETTO INTEGRAZIONE “ESSERE INSIEME” € 47.000,00: due annualità
(SALUTE
MENTALE
INCLUSIONE
SOCIALE € 20.000,00 FUN 2010 residuo
PAZIENTI PSICHIATRICI)
€ 27.000,00 PdZ 2011
Progetto in essere dal 2003 con interruzione anno 2007,
riattivato nel 2008
UFFICIO DI PIANO
€ 105.000,00
SEGRETARIATO SOCIALE E PUA
€ 55.700,00 PdZ 2011
In essere dal 2002
€ 49.300,00 cofinanziamento dei Comuni
L. 162/98 DISABILITA’ GRAVE
€ 25.936,00 Fondo specifico anno 2008
Progetto in essere dal 2002 (tale misura è a valere sui residuo
fondi degli anni precedenti, ad esaurimento).
€ 25.713,00 Fondo specifico anno 2009
residuo
€ 25.779,00 Fondo specifico 2010 residuo
* Da specificare:
Il Fondo non autosufficienza non è più erogato a livello nazionale alle Regioni e dunque
non esiste più. Nell’attuale PdZ si lavorano dunque i fondi residui delle annualità
precedenti, fino ad esaurimento degli stessi.
Il budget di Distretto assegnato è dunque minore, ma si possono ancora mantenere i
servizi attivati ed implementarli a valere sui fondi residui così come specificato in ciascun
progetto.
Si sottolinea che nell’ambito del budget assegnato ai singoli Distretti le percentuali delle
somme indicate dalla D.G.R. 307/2011 sono così rispettate (allegato A pg. 11):
• una somma non inferiore al 15% del budget di Distretto – anziani non autosufficienti
– Distretto F3 32,71%;
• una somma non inferiore al 5% del budget di Distretto – soggetti con handicap
grave art. 3 L. 104/92 – Distretto F3 26,56%;
• una somma non inferiore al 9% del budget di Distretto – infanzia ed adolescenza –
Distretto F3 33,14%;
• In osservanza a quanto prescritto dalla D.G.R 965/2009 relativamente al
cofinanziamento da parte dei comuni per il funzionamento dell’Ufficio di Piano, si
evidenzia il rispetto delle quote previste così come indicato nello schema
percentuale del Distretto F3 7,59%.
Si sottolinea inoltre che il personale dell’Ufficio di Piano garantisce il funzionamento del
PUA (Punto Unico d’Accesso), così come previsto nel protocollo d’intesa tra i Comuni
e la ASL RMF mettendo a disposizione numero 1 Assistente sociale, n. 1 educatore
professionale, n. 1 istruttore amministrativo, n.1 borsista (comune di Bracciano).
46
PIANO DI ZONA 2011
15 OTTOBRE 2011
PROGETTI
47
1. TUTELA DEI MINORI E SUPPORTO ALLE RELAZIONI FAMILIARI
2. Nuovo progetto
SI
3. Progetto da avviare
4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia
l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento
Tale progetto si incardina sul territorio F3 nella filiera dei servizi PdZ (es. casa famiglia
minori, sportello famiglia), a favore dei minori in situazione di rischio e di pregiudizio
disabili minori e famiglie che si trovino in situazione di criticità complessa e che
necessitino sia di interventi di emergenza che di supporti sociali più articolati e duraturi;
sono previsti inoltre percorsi di tutela di minori maltrattati e/o deprivati, su singoli progetti.
Tale progetto intende dare continuità a quanto intrapreso sul territorio attraverso: il
progetto “minori maltrattati” (finanziamento annuale ad hoc), “assistenza domiciliare rivolto
a minori disabili” e “Emergenze sociali e familiari”, ad oggi in fase di conclusione e che
invece hanno costituito importanti risposte sul target.
5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es.
casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare,
ADI)
Il progetto si articola in tre misure:
a) tutela dei minori
b) emergenze familiari e sociali
c) supporto alle famiglie di minori con disabilità
che si realizzano attraverso le seguenti attività:
- interventi di tutela di minori con famiglie con ridotte o compromesse
competenze genitoriali
- interventi di sostegno della perdita momentanea dell’autonomia di uno dei
membri della famiglia che si occupa del minore disabile e in cui la rete
parentale e amicale è insufficiente o assente
- interventi di assistenza a famiglie monoparentali, con minori in condizioni
di particolare precarietà economica e fragilità sociale
- interventi socio-economici, educativi e di supporto nelle responsabilità
familiari resi a famiglie in difficoltà in genere
- presa in carico della famiglia e/o dell’utente e del minore, attraverso pacchetto di servizi
contenenti: assistenza educativa e domiciliare, servizi residenziali di emergenza, supporto
alla genitorialità, sostegno psicologico
6. Liveas
Assistenza Domiciliare e pronto intervento sociale per situazioni familiari che presentano
problematiche complesse
7. Macroarea
Minori e Responsabilità familiari
8. Costo del progetto (totale)
€ 87.000,00
8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio
Di cui:
48
€ 47.000,00 PdZ 2011
€ 20.000,00 Fondo non autosuff. Fondo 2009 residuo
€ 20.000,00 L.285/98 2009 residuo
9. Servizi/prestazioni erogati
Presa in carico della situazione temporanea della famiglia e/o dell’utente e del minore,
attraverso pacchetto di servizi contenenti:
- assistenza educativa domiciliare
- servizi residenziali di emergenza
- supporto alla genitorialità, sostegno psicologico e osservazione
partecipante
- pacchetti di sostegno ed emergenza alla quotidianità familiare
- interventi di tipo sociale, sanitario, economico e legale finalizzati alla tutela
di minori e di famiglie fragili.
Il progetto prevede di intervenire nella gestione di situazioni di particolare
urgenza/emergenza a favore di minori e famiglie. Una equipe multidiciplinare provvede
alla pianificazione di interventi che riguardano attivazione di interventi per rispondere a
problemi alloggiativi, attivazione di interventi domiciliari a supporto e di vigilanza a favore
di minori in condizioni di rischio e di pregiudizio; interventi di supporto a famiglie di minori
disabili che presentano condizioni di fragilità, urgenza, emergenza; supporto a famiglie che
per l’improvviso criticizzarsi del menage, richiedano progetti ad hoc.
Le prestazioni fruite vengono definite e pianificate attraverso una valutazione
multidimensionale realizzata da una unità valutativa socio-sanitaria che esamina la
situazione dell’utenza e ne elabora la risposta in termini di pacchetto/interventi, in un’ottica
sistemica
10. Bacino di utenza
- Distrettuale X
11. Tipologia di utenza
Famiglie e minori, famiglie e minori con disabiltà, famiglie in difficoltà e a rischio di
marginalizzazione
12. Obiettivi del progetto
- Intercettare precocemente situazioni di rischio per i minori
- Dare risposte socio-economiche articolate ed in tempo reale a situazioni familiari
complesse
- Promuovere l’empowerment delle competenze genitoriali
- Contribuire a colmare eventuali gap socio-culturali ed evolutivi per i minori con famiglie
fragili
13. Tempi di attuazione (data inizio – data fine)
Inizio febbraio 2012
14. Tipologia di strutture
Numero strutture |_|_|1|
Tipologia struttura
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
- Comunità alloggio
49
- Comunità di pronta accoglienza X
- Casa di riposo
- Casa albergo X
- Strutture semiresidenziali (specificare __________________________)
- Altro (specificare interventi resi presso il domicilio ) X
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |_|_|_|_|
15. Numero utenti nel 2010
nuovo progetto
16. Soggetto che gestisce
- Comune capofila UdP X
- Convenzione con cooperative X
- Convenzione con Associazioni di volontariato
- Altro (specificare ASL RMF) X
Il soggetto gestore del progetto verrà individuato attraverso una procedura di evidenza
pubblica.
17. Utenza annuale prevista |_|_|4|5|
18. Personale coinvolto nel progetto
- Amministrativi |_|_|1|
- Assistenti sociali |_|_|1|
- Sociologi |_|_|1|
- Psicologi |_|_|1|
- Pedagogisti |_|_|0|
- Educatori professionali |_|_|7|
- Operatori socio-sanitari |_|_|_|
- Volontari |_|_|0|
- Mediatori culturali |_|_|0|
- Altre figure (specificare ) |_|_|0|
19. Sede della struttura e/o dell’attività
Attività svolte presso il domicilio ed eventuali strutture di prima accoglienza
20. Liste di attesa
- No X da avviare la ricognizione sui Comuni
Il progetto risponde ad un bisogno presente nel territorio più volte rappresentato dai
servizi sociali e sanitari del Distretto F3.
21. Strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati
- Sì X
L’Ufficio di Piano disporrà le linee programmatiche ed effettuerà il monitoraggio e la
valutazione dell’efficienza del servizio, stabilendo con l’ente affidatario procedure e criteri
per il monitoraggio dei circuiti di qualità.
Si realizzano inoltre incontri periodici con le Assistenti Sociali dei Comuni, i servizi
competenti in materia della ASL, le famiglie e l’ente gestore, finalizzati al monitoraggio
dei progetti individualizzati
22. Copartecipazione da parte degli utenti
- No X
50
23. Modalità di integrazione con la Asl
Attraverso la definizione di una unità valutativa costituita da (Servizi Sociali comunali,
ASL, referente Ufficio di Piano ) si realizza la valutazione multidimensionale del
minore e del suo contesto familiare che tenga conto di tutti gli aspetti: clinico,
autonomia funzionale, psicologica, socio-economica, ambientale e relazionale. Tale
valutazione è finalizzata alla stesura del piano educativo individualizzato. La ASL, di
volta in volta impegna il personale dei servizi di competenza (Consultorio, TSMREE,
DSM, Sert) e collabora anche nelle fasi di monitoraggio e verifica della congruità del
progetto.
51
24. Finanziamenti e cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Finanziamento
regionale
Costo risorse umane
€ 47.000,00 PdZ
2011
Costo di funzionamento e
gestione
€ 20.000,00 Fondo
non autosuff. Fondo
2009 residuo
Cofinanziamento
Provinciale Comunale
Asl
Altro
Totale finanziamento
€ 20.000,00 L.285/98
2009 residuo
Costo di struttura e di
mantenimento
Totale
€ 87.000,00
€ 87.000,00
52
1. PROGETTO CASA FAMIGLIA MINORI
2.
3.
Nuovo progetto
No
X
Progetto già avviato
- Sì
X
Dal 25 agosto 2009
4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia
l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento
L’utenza di riferimento del progetto è rappresentata dai minori residenti nel distretto
che, a causa di problematiche relative al nucleo familiare, vivono un disagio tale da
indicare il temporaneo allontanamento dallo stesso; ad oggi sul territorio del
Distretto F3 non risultano essere presenti strutture pubbliche e/o private rivolte alla
citata tipologia di utenza, con servizi analoghi;
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es.
casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare,
ADI)
Il progetto riguarda una casa famiglia, con un target di minori di età (4 - 8 anni) e di
età (9 – 17 anni); ha una capacità di accoglienza di cinque minori. Si tratta di una
struttura sia di prima accoglienza che di residenza di tipo familiare; il periodo di
permanenza del minore che può variare da uno a ventiquattro mesi, termina con il
reinserimento graduale nella famiglia di origine che abbia superato le proprie
problematiche, oppure esita nell’istituto dell’affidamento o dell’adozione ove
previsto. Nell’ultimo anno è stata orientata l’accoglienza sulla base dei bisogni
emersi per il target “preadolescenti e adolescenti”.
6.
Liveas
Struttura residenziale per minori
7.
Macroarea
Minori e Responsabilità familiari
8.
Costo del progetto (totale)
€ 149.000,00 di cui
€ 62.000,00 quote comuni per 5 inserimenti per un anno, al 50% del costo
giornaliero
8.1.
Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio
€ 87.000,00 PdZ 2011
9.
Servizi/prestazioni erogati
Le prestazioni fruite dai minori ospiti, che coprono l’intero anno, h. 24,
sono:
Struttura - servizio residenziale e gestione della struttura consistente in:
• pulizia ed igienizzazione giornaliera degli ambienti, cambio biancheria
• servizio di lavanderia, stireria e cura del guardaroba
• approvvigionamento generi alimentari e non, gestione dispensa
• preparazione dei pasti
53
•
•
funzionamento struttura (utenze, guasti, lavori di ordinaria manutenzione)
gestione di cassa, preventivo e resoconto delle spese sostenute
Minori - presa in carico e tutela del minore,consistente in:
• accudimento del minore
• accompagnamento e promozione delle attività esterne (sport, assoc.)
• attività didattiche e sostegno nelle attività scolastiche
• attività educative e di socializzazione
• realizzazione del progetto individuale educativo e di crescita
• animazione ed organizzazione eventi ricreativi
• segretariato sociale e svolgimento pratiche riguardanti il minore
• counseling individuale
• supporto nella relazione con il nucleo familiare d’origine
10.
Bacino di utenza
-Distrettuale
X
Con la possibilità di far accedere minori da fuori distretto su richiesta di altri servizi
sociali, solo dopo verifica di copertura del bisogno distrettuale
11.
Tipologia di utenza
Tipologia di utenza: Minori in età compresa tra quattro e diciassette anni, in carico ai
Servizi sociali dei Comuni del Distretto F3, per provvedimenti di allontanamento
temporaneo dalla famiglia. In caso di posti vacanti e di richieste extra – distrettuali esse
potranno essere vagliate in sede di Accordo di Programma.
12.
Obiettivi del progetto
• dare una risposta territoriale alle problematiche legate al fenomeno, in
aumento sul distretto, dei minori in condizioni di forte disagio relative al
nucleo d’origine, tali da indicare l’allontanamento temporaneo dalla famiglia;
• offrire un intervento appropriato in favore dei minori in condizione di
allontanamento dalla famiglia, con contenuti educativi e formativi, oltre a
sopperire ai suoi bisogni primari;
• sostenere la relazione con il contesto di appartenenza e l’inserimento sociale
ed affettivo, mantenendo la presenza del minore sul territorio;
• proteggere il minore da situazioni di sofferenza ed a rischio di devianza;
• sostenere il progetto di vita del minore, promuovendone l’autonomia, la
scolarizzazione e l’educazione;
• monitorare ed assistere, come prescritto nei progetti individuali, le relazione
con il nucleo d’origine;
13.
Tempi di attuazione (data inizio – data fine)
progetto attivo dal 25 agosto 2009
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture
|1|_|_|
Tipologia struttura
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
- Comunità alloggio
- Comunità di pronta accoglienza
- Casa di riposo
- Casa albergo
X
54
- Strutture semiresidenziali (specificare __________________________)
- Altro (specificare __________________________________________)
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |5|_|_|_|
15.
Numero utenti nel 2010
|5|_|_|
16.
Soggetto che gestisce
- Comune
- Convenzione con cooperative
- Convenzione con Associazioni di volontariato
- Altro (specificare ____________________________)
17.
Utenza annuale prevista
X
|5|_|_|_|
18.
Personale coinvolto nel progetto
- Amministrativi
|_|_|_|
- Assistenti sociali
X|_|_|_|
- Sociologi
|_|_|_|
- Psicologi
|_|_|_|
- Pedagogisti
|_|_|_|
- Educatori professionali
X|_|_|_|
- Operatori socio-sanitari
X|_|_|_|
- Volontari
|_|_|_|
- Mediatori culturali
|_|_|_|
- Altre figure (specificare _______________________________) |_|_|_|
19.
20.
Sede della struttura e/o dell’attività
appartamento sito in Bracciano ( indirizzo riservato)
Liste di attesa
X
- No
Sulla base della richiesta del Ministero degli Interni si è data la disponibilità ad
accogliere un minore per favorire interventi umanitari, considerando l’imminente
termine del progetto a favore di un minore residente.
21.
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
- Sì
X
Gli strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati sono quelli relativi alla unità di
programmazione e valutazione del singolo inserimento ogni tre mesi (case-analisys)
valutazione multidisciplinare, schede di rilevazione, bilancio obiettivi/risultati attesi).
Inoltre la struttura stessa riceve supervisione dai referenti dell’Ufficio di Piano e verifica
degli Enti preposti (Tribunale dei minori, Servizi Sociali comunali, ecc.);
22.
Esiste copartecipazione da parte degli utenti?
- No
X
Non esiste copartecipazione economica diretta. I Comuni invianti
partecipano economicamente con le quote di inserimento dei minori, a loro carico.
23.
Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Le modalità di integrazione con la ASL RM/F sono relative alla attivazione di una
equipe composta da consulenti e personale ASL che, a seconda delle competenze
specifiche di ciascun professionista, collabora nella realizzazione del progetto
55
individuale del minore in tutte le fasi, e nella programmazione in itinere di tutte le
azioni riguardanti la struttura stessa. Lo staff indicato dall’Azienda Sanitaria è
composto da specialisti del Dipartimento Materno Infantile, Medico Pediatra,
Dietista. Il livello di integrazione sarà periodicamente verificato dal Comitato
dell’Accordo di Programma e dal Distretto ASL F3.
56
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Finanziamento
regionale
€ 65.000,00
Provinciale
Cofinanziamento
Comunale
Asl
€ 45.000,00
Altro
Totale
finanziamento
€ 110.00,00
Costo risorse umane
€ 22.000,00
€ 17.000,00
€ 39.000,00
€ 87.000,00
€ 62.000,00
€ 149.000,00
Costo di funzionamento e
gestione
Costo di struttura e di
mantenimento
Totale
57
1.
2.
PROGETTO SPORTELLO FAMIGLIA
Nuovo progetto
progetto in corso
3.
Progetto già avviato
Progetto avviato dall’ottobre 2004
4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare
se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento
Il progetto dà continuità al servizio di segretariato sociale, ed è attivo in rete
con tutti i servizi socio- sanitari del distretto F3. Pertanto questo anno del
servizio conferma una funzione di implementazione della rete dei servizi con
relativo ampliamento dell’ambito territoriale e dell’utenza. Considerato
l’afflusso di utenti in continuo aumento, si è previsto un incremento del
monte orario degli operatori.
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal
Progetto (es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di
assistenza domiciliare, ADI)
Sportello di ascolto; mediazione familiare; counseling individuale e
familiare; incontri protetti; progettazione di interventi integrati di tutela a
favore dei minori;
6.
Liveas
Segretariato sociale per informazione e consulenza al singolo ed ai nuclei
familiari
7.
Macroarea
Responsabilità familiari e Diritti dei minori
8.
Costo del progetto (totale)
Costo del progetto: € 50.000,00
8.1.
9.
Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio
€ 50.000,00 PdZ 2011
Servizi/prestazioni erogati
Servizi/prestazioni erogati: primo ascolto – presa in carico della famiglia –
intervento di supporto – colloqui individuali e familiari – incontri protetti eventuali invii ed interventi di rete – interventi a tutela dei minori coinvolti in
dinamiche conflittuali – mediazione familiare – interventi a favore di famiglie
coinvolte in eventi traumatici. Inoltre, sulla base dei dati raccolti nel
quinquennio è stato creato un osservatorio distrettuale permanente sulla
condizione della famiglia, in relazione alle peculiarità ed ai bisogni espressi
ed inespressi.
58
10.
Bacino di utenza
- Distrettuale
X
11.
Tipologia di utenza
nuclei familiari e singoli.
12.
Obiettivi del progetto
- promuovere una cultura di accesso ai servizi di consulenza familiare
- fornire una risposta integrata e di rete alle istanze poste dalle famiglie
- sostenere le famiglie in difficoltà relazionali nel progetto di vita del
nucleo
- supportare le famiglie nel ruolo genitoriale
- tutelare i diritti dei minori.
13.
Tempi di attuazione (data inizio – data fine)
Attivo da ottobre 2004.
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture
|_|_|_|
Tipologia struttura
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
- Comunità alloggio
- Comunità di pronta accoglienza
- Casa di riposo
- Casa albergo
- Strutture semiresidenziali (specificare __________________________)
- Altro (specificare __________________________________________)
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |_|_|_|_|
Strutture comunali, sedi consultoriali ASL RM/F, struttura dell’Ufficio di Piano.
15.
Numero utenti nel 2010
|1|4|3|_|
16.
Soggetto che gestisce
- Comune
- Convenzione con cooperative
- Convenzione con Associazioni di volontariato
- Altro
X
Ufficio di Piano attraverso convenzioni con professionisti (reperita attraverso
bando pubblico)
17.
Utenza annuale prevista
200 prese in carico
18.
Personale coinvolto nel progetto
- Amministrativi
|3|0|0|_| accessi
|_|_|_|
59
-
Assistenti sociali
|1|_|_|
Sociologi
|_|_|_|
Psicologi
|2|_|_|
Pedagogisti
|1|_|_|
Educatori professionali
|_|_|_|
Operatori socio-sanitari
|_|_|_|
Volontari
|_|_|_|
Mediatori culturali
|_|_|_|
Altre figure (specificare _______________________________) |_|_|_|
Personale coinvolto nel progetto
personale dell’Ufficio di Piano per ciò che concerne il coordinamento del
progetto, il flusso delle comunicazioni e la segreteria organizzativa
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
L’equipe multidisciplinare eroga il servizio sui cinque comuni del distretto in
sedi comunali e/o consultoriali.
20.
Liste di attesa
- No
21.
X
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
X
- Sì
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati:
Valutazione delle schede di accesso:
- Incontri di coordinamento con il referente per l’Ufficio di Piano
- Incontri di supervisione settimanali con il Referente dell’Equipe dello
Sportello.
- Relazioni periodiche dell’equipe sull’andamento del servizio
- Osservatorio permanente sulla condizione familiare locale
- Studio di impatto del progetto sulla popolazione
22.
Esiste copartecipazione da parte degli utenti?
- No
il servizio è gratuito
23.
X
Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Le modalità di integrazione con la ASL sono relative alla rete di tutti i
servizi a favore della famiglia e dei minori; in particolare vengono realizzati
progetti integrati socio-sanitari sull’utenza. La ASL mette a disposizione le
sedi consultoriali per lo svolgimento del servizio.
60
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Finanziamento regionale
Provinciale
Cofinanziamento
Comunale
Asl
Altro
Totale
finanziamento
€ 50.000,00 PdZ 2011
Costo risorse umane
Costo di funzionamento e gestione
Costo di struttura e di
mantenimento
€ 50.000,00 PdZ 2011
Totale
€ 50.000,00 PdZ
2011
61
1.
PROGETTO CENTRI DI AGGREGAZIONE PER MINORI
2.
Nuovo progetto
3.
Progetto già avviato
Progetto in fase di avvio
4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare
se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento
Il progetto risponde ad una diversificazione dei bisogni espressi dai Comuni
di Bracciano e Trevignano R. poiché i restanti Comuni ritengono animare
tale attività a livello comunale; tuttavia il comune di Bracciano ha proposto
che il proprio centro sia aperto a tutti i minori del Distretto al fine di
promuovere l’inclusione sociale e la conoscenza del territorio.
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal
Progetto (es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di
assistenza domiciliare, ADI)
Centro di Aggregazione per adolescenti del Distretto- Bracciano:
Servizi/interventi - sportello di informazione e counseling, riservato al
target di riferimento, coordinato anche con le istituzioni scolastiche del
Distretto; animazione di stage formativi ed eventi ricreativi; gestione del
tempo libero con attività di educazione ambientale.
Progetto: “Crescere Insieme” per minori 3-5 anni, attività ludico-ricreative
di cui all’art.3 della 285/97. Servizi/interventi: servizi per un tempo
giornaliero non superiore alle 4 ore, senza servizio di mensa e di riposo
pomeridiano. Attività: laboratori manuali, artistici,
di gioco e di
movimento; uscite sul territorio.
6.
Liveas
Minori, adolescenti e Famiglie
7.
Macroarea
Diritti dei Minori e responsabilità familiari
8.
Costo del progetto (totale)
Centro “Crescere Insieme” € 18.000,00 L.285/97, anno 2006, residuo. €
63.139,00 di cui
€ 54.065,00 fondo L. 285/97 anno 2009 residui
€ 9.074,00 PdZ 2011
8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio
Centro “Crescere Insieme” € 18.000,00 L.285/97, anno 2006, residuo.
Centro di aggregazione adolescenti € 63.139,00 di cui:
€ 54.065,00 fondo L. 285/97 anno 2009 residui
€ 9.074,00 PdZ 2011
62
9.
Servizi/prestazioni erogati
Centro di Aggregazione Adolescenti: sarà aperto in alcuni giorni in fascia
pomeridiana e serale e proporrà almeno 3 diversi servizi/interventi durante
la settimana:
- Sportello di informazione, orientamento scolastico e
counseling;
- Laboratorio multimediale;
- Laboratorio artistico: musica, disegno, rappresentazioni
teatrali, danza;
- Cineforum;
- Uscite per eventi culturali e ricreativi sul distretto e fuori;
- Stage di educazione ambientale e conoscenza del territorio di
appartenenza;
- Attività di integrazione intergenerazionale;
- Feste ed eventi
Centro “Crescere Insieme”: attività quotidiane in fascia mattutina 8 – 12:
- momenti di accoglienza,
- attività e laboratori realizzati nel rispetto dei cicli evolutivi del minore e dello
stesso inserito nella propria comunità
- momenti di gioco libero
- attività di accudimento e igiene dei minori
- percorsi facilitati e progetti ad hoc per inserimenti di minori con particolari
situazioni di disagio certificati e non
- incontri con le famiglie
- feste e gite con le famiglie
10.
Bacino di utenza
- Distrettuale
il centro per adolescenti - Bracciano, realizza un Polo territoriale
X
Progetto “Crescere Insieme” Comune di Trevignano R.;
11.
12.
Tipologia di utenza
Progetto Centro di Aggregazione per adolescenti – Polo di Bracciano minori in fascia d’età: 12 – 17 anni
- Progetto “ Crescere insieme” di Trevignano R. minori in fascia d’età:
3-5 anni
Obiettivi del progetto
prevenzione di situazioni di disagio dei minori, attivando un
capillare intervento di rete locale, che permetta loro un accesso
privilegiato a servizi di informazione e couseling sui temi di loro
interesse;
- educazione al territorio circolazione e condivisione a livello locale
delle iniziative e dei modelli giovanili condivisi
- promozione di una cultura dei minori di partecipazione e di coesione
sociale,
63
13.
con spazi e modalità di aggregazione innovativi per il territorio;
promozione della testimonianza attiva della realtà giovanile del
distretto;
empowerment dei minori ad esprimere le proprie esigenze,
aspettative e volontà, nel rispetto dei diritti di ogni cittadino in crescita;
inclusione nel gruppo dei pari dei minori stranieri;
conoscenza degli stili di vita e dei modelli culturali condivisi.
Tempi di attuazione (data inizio – data fine)
anno 2011 azioni di sistema sia tecniche che amministrative per l’attivazione
dei due centri di aggregazione.
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture |2|_|_|
Tipologia struttura
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
- Comunità alloggio
- Comunità di pronta accoglienza
- Casa di riposo
- Casa albergo
- Strutture semiresidenziali ()
- Altro (Centri diurni - strutture messe a diposizione dal comune di
X
Bracciano e Trevigiano R. )
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |2|5|_|_|
25 minori per centro, definendo laddove esiste la domanda, l’articolazione di
turni ad hoc, che garantiscano la frequenza a tutti i richiedenti
15.
Numero utenti nel 2010
|/|_|_|_|
16.
Soggetto che gestisce
- Comune
- Convenzione con cooperative
- Convenzione con Associazioni di volontariato
- Altro (specificare ____________________________)
X
X
Enti del terzo settore esperti di servizi in oggetto, reperiti attraverso forme di
gara di pubblica evidenza in forma ristretta
17.
Utenza annuale prevista
50 minori per ogni centro.
18.
Personale coinvolto nel progetto
- Amministrativi
- Assistenti sociali
- Sociologi
- Psicologi
|5|0|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
X|_|_|_|
64
-
Pedagogisti
|_|_|_|
Educatori professionali
X|_|_|_|
Operatori socio-sanitari
X|_|_|_|
Volontari
X|_|_|_|
Mediatori culturali
|_|_|_|
Altre figure (specificare _______________________________) |_|_|_|
Personale coinvolto nel Progetto: per le attività di programmazione verifica e
controllo personale dell’Ufficio di Piano, Asl e Comuni.
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
Sedi delle strutture: Per entrambi i progetti saranno messi a disposizione
locali dei Comuni di Bracciano e Trevignano R.
20.
Liste di attesa
- No
X
I tecnici in ordine al concetto di filiera, hanno dato avvio ad una ricognizione
e valutazione sulle diverse problematiche e i bisogni espressi dai minori del
territorio.
21.
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
- Sì
X
- osservatorio permanente, con modelli di rilevazione relativi agli accessi
ed alla tipologia di servizio fruita;
- incontro di equipe mensili tra il coordinatore, il supervisore e tutti gli operatori
del progetto
- relazioni periodiche degli operatori sull’andamento del centro e sulle attività
svolte;
- questionari di follow-up.
22.
Esiste copartecipazione da parte degli utenti?
- No
X
23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Congiuntamente all’ufficio di piano ed ai servizi Sociali dei comuni
verranno elaborate strategie comuni con il D.M.I. per la
progettazione e la verifica dei risultati delle attività; inoltre gli
operatori dell’Azienda sanitaria progetteranno con l’equipe degli enti
gestori i piani individualizzati per l’inserimento di utenza già in carico
ai servizi (T.S.M.R.E.E.).
65
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Finanziamento regionale
Costo risorse umane
Cofinanziamento
Provinc
Comunale
Asl
iale
Totale finanziamento
Altro
€ 18.000,00 progetto “Crescere
Insieme”
Fondo L. 285/97 anno 2006 residuo
(Trevignano R.)
Centro di aggregazione per
adolescenti € 63.139,00 di cui:
€ 54.065,00 fondo L. 285/97 anno
2009 residui
€ 9.074,00 PdZ 2011
Costo di funzionamento e gestione
Costo di struttura e di
mantenimento
Totale
€ 18.000,00 progetto “Crescere
Insieme”
Fondo L. 285/97 anno 2006 residuo
(Trevignano R.)
Centro di aggregazione per
adolescenti € 63.139,00 di cui:
€ 54.065,00 fondo L. 285/97 anno
2009 residui
€ 9.074,00 PdZ 2011
€ 18.000,00 progetto
“Crescere Insieme”
Fondo L. 285/97 anno 2006
residuo (Trevignano R.)
Centri di aggregazione per
adolescenti € 63.139,00 di
cui:
€ 54.065,00 fondo L. 285/97
anno 2009 residui
€ 9.074,00 PdZ 2011
66
1.
PROGETTO SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE SOVRACOMUNALE
2.
Nuovo progetto
- No X
3.
Progetto già avviato
- Sì X
avviato nell’anno 2000
4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se
amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento
Progetto in continuità amplia l’utenza di riferimento conseguente
all’ampliamento di budget previsto per questa annualità
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal
Progetto (es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza
domiciliare, ADI)
Il Servizio di Assistenza Domiciliare Sovracomunale offre attività di
supporto/sostegno alla persona, tramite interventi a domicilio e/o sul domicilio,
attività di segretariato sociale e accompagno presso strutture esterne nell’ambito
del progetto individuale.
Relativamente alla diversa tipologia di utenza sono dunque progettate le
seguenti attività:
- Minori e famiglie: interventi volti alla socializzazione ed all’integrazione
del minore, promozione di attività ludico-ricreative ed a carattere
formativo; sostegno al progetto familiare
- Anziani: interventi socio-assistenziali e volti ad assicurare una risposta
unitaria all’esigenza della persona. Integrazione delle prestazioni
coordinate di carattere sanitario (mediche, infermieristiche,
riabilitative) ed interventi di natura socio-assistenziale (aiuto
domestico, tutela e cura dell’igiene e della salute della persona,
mantenimento delle autonomie, disbrigo pratiche amministrative).
- Disabili: (portatori di handicap).
- supporto nello sviluppo delle autonomie, igiene e cura della persona,
sostegno all’integrazione sociale, segretariato sociale; (utenza
psichiatrica) tutoring nell’integrazione sociale e lavorativa, sostegno
all’autonomia e all’adesione al progetto terapeutico stabilito.
- Interventi a favore di minori con disabilità, finalizzati all’inclusione
sociale ed al sostegno del progetto individuale.
6.
Liveas
Assistenza Domiciliare
7.
Macroarea
Anziani, minori, handicap, disagio psichico, e adulti in difficoltà
8.
Costo del progetto (totale)
€ 120.000,00 PdZ 2011
67
8.1.
9.
Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio
idem
Servizi/prestazioni erogati
Il servizio di assistenza domiciliare integrata è un sistema che prevede
l’integrazione socio-sanitaria per la definizione dei piani di intervento e di
sostegno all’utente per orientarlo nella rete delle risorse offerte dai servizi,
attraverso la presa in carico da parte di unità valutative congiunte, che vanno
ad elaborare PAI con valenza socio-sanitaria e sulla base del bisogno
prevalente e successiva definizione di un case manager sociale o sanitario.
Nella gestione operativa dei progetti individualizzati nell’ anno 2010 le
cooperative
sia sociali, hanno definito
ambiti di collaborazione e
condivisione sviluppando così buone pratiche promosse e coadiuvate
dall’Ufficio di Piano e dal distretto sanitario, finalizzate a stabilire ambiti di
co-gestione degli interventi e delle prestazioni, approfondendo e definendo
inoltre ruoli compiti e funzioni.
Interventi sulla persona: - monitoraggio dello stato di benessere, - interventi e
controllo di igiene e prevenzione sul contesto ambientale - indicazioni ai
familiari e/o al personale addetto all’assistenza diurna, con riguardo alle
peculiarità fisiche e psichiche dell’utente - collaborazione col personale dei
servizi sanitari per la predisposizione e attivazione dei “programmi
individuali” - verifica periodica.
- Interventi di mobilizzazione e stimolazione all’autonomia fisicasomministrazione pasti - interventi di igiene ordinaria e straordinaria sul
domicilio - sostegno nella socializzazione - integrazione e accompagnamento
in luoghi esterni al domicilio - interventi di supporto formativo e didattico.
10.
Bacino di utenza
- Distrettuale
X
Fermo restando il legittimo principio di opportunità di accesso ai servizi e
dovendo assicurare equità nella fruizione, per questo progetto si opera un
regolare turn-over stabilito in base ai criteri definiti da tecnici dei Servizi
Specialistici ( ASL, Servizi Sociali dei Comuni e l’Ufficio di Piano); si prevede
l’accesso al Servizio di Assistenza Domiciliare, attraverso un avviso pubblico
per la realizzazione di una lista a scorrimento al fine di garantire la fruizione a
tutti i cittadini aventi diritto.
Inoltre è previsto che gli utenti, in relazione alla graduatoria, fruiranno del
servizio di assistenza domiciliare per cicli di sei mesi.
11.
Tipologia di utenza
Anziani, persone con disabilità, nuclei familiari in difficoltà, minori,
pazienti psichiatrici.
12.
Obiettivi del progetto
Miglioramento della qualità della vita degli utenti in carico e delle famiglie,
sostenendo le autonomie residue, tutelando l’autodeterminazione della
persona, favorendo la permanenza presso il domicilio.
68
13.
Tempi di attuazione (data inizio – data fine)
Progetto tuttora in essere a decorrere dall’anno 2000.
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture
|_|_|_|
Tipologia struttura
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
- Comunità alloggio
- Comunità di pronta accoglienza
- Casa di riposo
- Casa albergo
- Strutture semiresidenziali
Altro ( presso il domicilio degli utenti )
X
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |||_|_|
15.
Numero utenti nel 2010
|2|9|_|_|
16.
Soggetto che gestisce
- Comune
- Convenzione con cooperative
- Convenzione con Associazioni di volontariato
- Altro (specificare ____________________________)
x
L’Ufficio di Piano dispone le linee programmatiche, opera il monitoraggio e
la valutazione dell’efficienza del servizio, stabilendo con l’organismo
affidatario procedure e criteri per il monitoraggio dei circuiti di qualità.
17.
Utenza annuale prevista
|3|2|_|_|
18.
Personale coinvolto nel progetto
- Amministrativi
|_|_|_|
- Assistenti sociali
|_|_|_|
- Sociologi
|_|_|_|
- Psicologi
|_|_|_|
- Pedagogisti
|_|_|_|
- Educatori professionali
|_|_|_|
- Operatori socio-sanitari
X |_|_|_|
- Volontari
|_|_|_|
- Mediatori culturali
|_|_|_|
- Altre figure (specificare _______________________________) |_|_|_|
Gestione - Personale qualificato dell’organismo affidatario, ( Oss., Adest,
Coord.) Valutazione e Verifica - personale Ufficio di Piano, ASL e Servizi
Sociali Comuni.
69
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
Territorio RM/F. Gli interventi vengono effettuati nel domicilio dell’utente o
all’esterno in base al progetto individuale.
20.
Liste di attesa
- Sì
X
Ad oggi le liste d’attesa sono presenti a livello dell’Ufficio servizio sociale di
ciascun comune del distretto. I tempi di attivazione del servizio: da un
minimo di 2 giorni per i casi di emergenza sociale a un massimo di 15 giorni
in caso di urgenza differibile; turn-over e ingresso nell’accesso del servizio
stabiliti in accordo con i Servizi Sociali dei 5 comuni invianti, in base
all’istruttoria sociale ( per nuove procedure vedi punto 10)
21.
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
X
- Sì
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati.
Verifica del progetto assistenziale individualizzato (PAI) attraverso relazioni
trimestrale scritte e riunioni di equipe e di supervisione settimanali per
ciascun target di riferimento;
- incontri periodici con le Assistenti Sociali dei Comuni, i singoli servizi della
ASL, gli utenti e relative famiglie, l’ente gestore, finalizzati al monitoraggio del
progetto individualizzato.
22.
Esiste copartecipazione da parte degli utenti?
- No
X
Ad oggi non esiste compartecipazione di spesa da parte degli utenti, ma è
stato avviato uno studio di fattibilità sulla compartecipazione ai costi da parte
dell’utenza, basato sulla valutazione congiunta dei regolamenti dei cinque
Comuni e sull’ indicatore ISEE, in ottemperanza alla L. 328/2000
23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Attraverso la definizione di una unità valutativa costituita da (Servizi Sociali
dei comuni, ufficio di piano, ASL ) si realizza la valutazione multidimensionale
dell’utente e del suo contesto familiare che tenga conto di tutti gli aspetti,
clinico, autonomia funzionale, psicologica, socio-economico, ambientale e
relazionale. Tale valutazione è finalizzata alla stesura del piano assistenziale
individualizzato.
Nella gestione operativa dei progetti individualizzati, cfr. 9
Nel mese di settembre 2011 è stata completata la scheda di valutazione
multidimensionale socio-sanitaria elaborata dal Comitato Tecnico
70
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Finanziamento regionale
Provinciale
Cofinanziamento
Comunale
Asl
Altro
Totale
finanziamento
€ 120.040,00 PdZ 2011
Costo risorse umane
Costo di funzionamento e gestione
Costo di struttura e di
mantenimento
€ 120.040,00 PdZ 2011
Totale
€ 120.040,00 PdZ
2011
71
1. INTERVENTI INDIVIDUALI A SOSTEGNO DELLA DISABILITA’ ADULTA, IN
FORMA INDIRETTA.
2.
Nuovo progetto
- No X
3.
Progetto già avviato
- Sì X
Progetto avviato nel novembre 2008, interventi già avviati in altre forme, dal
gennaio 2001.
4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se
amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento
Il Progetto si colloca in continuità con i servizi erogati finora, ampliando le
possibilità di fruizione e differenziando le attività, definendo una modalità di
erogazione di servizi/interventi in forma indiretta, che prevede da parte dei
servizi sociali e sanitari il legittimo ruolo della definizione congiuntamente alla
famiglia del PAI, attraverso dispositivi tecnici e amministrativi distrettuali.
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal
Progetto (es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza
domiciliare, ADI)
Le attività saranno fruite dagli utenti secondo ciascun Piano d’intervento
Individuale (P.A.I.), con la possibilità di realizzazione di “pacchetti” ad hoc,
ampliando in questi ultimi due anni il target dei fruitori.
Le attività previste dal progetto possono essere di assistenza domiciliare e/o
centro diurno.
Le attività di centro diurno dovranno essere svolte nei seguenti ambiti:
a) area motoria
b) area artistico-manuale
c) area mimico- espressiva
d) area ricreativo-culturale
e) orientamento formativo-lavorativo
f) attività esterne
6.
Liveas
Assistenza domiciliare
Centro diurno per persone adulte con disabilità
7.
Macroarea
Persone adulte con disabilità.
8.
Costo del progetto (totale)
€ 296.361,96 di cui
€ 96.250,00 Contributo Provincia di Roma anno 2011
€ 74.250,00 quote comuni per propri fruitori residenti
8.1.
Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio
72
€ 110.435,45 PdZ 2011
€ 15.426,51 fondo non autosufficienza 2009 residuo
9.
Servizi/prestazioni erogati
I servizi di assistenza domiciliare e/o centro diurno sono resi in forma
indiretta, sono pertanto acquistati attraverso dei contributi economici ad
personam, erogati alla persona disabile ed alla sua famiglia, quantificati in
fasce standardizzate attraverso la valutazione multidimensionale di parametri
sociali, sanitari ed economici quali: ISEE, fruizione di altri servizi, situazione,
socio-sanitaria, economica ed abitativa; Il valore economico dei buoni
servizio
è
così quantificato: Buono/Servizio ALTO, € 700,00 –
Buono/Servizio MEDIO-ALTO, € 500,00 – Buono/Servizio MEDIO, € 350,00.
10.
Bacino di utenza
- Distrettuale
X
Fermo restando il legittimo principio di opportunità di accesso ai servizi e dovendo
assicurare equità nella fruizione, per questo progetto si opera un regolare turn-over
stabilito in base ai criteri definiti da tecnici dei Servizi Specialistici ( ASL, Servizi
Sociali dei Comuni e l’Ufficio di Piano); si prevede l’accesso alla fruizione dei
Buoni/Servizio, attraverso un avviso pubblico, sulla base di criteri socio-sanitari e
punteggi prefissati, per la realizzazione di una lista a scorrimento che prevederà il
turn over, al fine di garantire la fruizione a tutti i cittadini aventi diritto, ma
garantendo la continuità della risposta integrata ai bisogni relativi a situazioni
particolari che presentino un alto livello di complessità e criticità socio-sanitaria.
E’ previsto che i Buoni Servizio verranno riconosciuti all’utenza per cicli di sei mesi.
11.
Tipologia di utenza
Persone disabili adulte, con handicap di tipo lieve, medio e grave, residenti
nel Distretto F3.
12.
Obiettivi del progetto
- restituire autonomia e responsabilità nella gestione dei piani di intervento
individuali alle persone disabili ed alle loro famiglie
- offrire alle persone diversamente abili opportunità ricreative e formative
- supportare il percorso di crescita personale e di autonomia delle persone
con
disabilità e favorirne l’autodeterminazione
- aiutare a sviluppare e mantenere le capacità residue
- sostenere le famiglie nella gestione del menage familiare attraverso un
servizio
gestito nei tempi e con le modalità a seconda dei bisogni emersi (PAI)
- favorire l’inclusione sociale dei soggetti diversamente abili
13.
Tempi di attuazione (data inizio – data fine)
Dal Novembre 2008, al fine di dare continuità al servizio a tutt’oggi attivo
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture |_|_|_|
73
Tipologia struttura
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
- Comunità alloggio
- Comunità di pronta accoglienza
- Casa di riposo
- Casa albergo
- Strutture semiresidenziali (centro diurno )
- Altro (domicilio dell’utente)
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |4|6|_|_|
15.
Numero utenti nel 2010
X
X
|40|_|_|_|
persone adulte con disabilità.
16.
Soggetto che gestisce
- Comune
- Convenzione con cooperative
- Convenzione con Associazioni di volontariato
- Altro contributi diretti all’utente/famiglia
X
Soggetti del Terzo settore, Cooperative ed Associazioni che forniscano
prestazioni, secondo la vigente normativa in materia di erogazione di
assistenza domiciliare e/o attività di centro diurno, scelti dalla persona
disabile e dalla sua famiglia
17.
Utenza annuale prevista
persone adulte con disabilità.
|4|6|_|_|
18.
Personale coinvolto nel progetto
- Amministrativi
|_|_|_|
- Assistenti sociali
|_|_|_|
- Sociologi
|_|_|_|
- Psicologi
|_|_|_|
- Pedagogisti
|_|_|_|
- Educatori professionali
X |_|_|_|
- Operatori socio-sanitari
X |_|_|_|
- Volontari
|_|_|_|
- Mediatori culturali
|_|_|_|
- Altre figure (Centro diurno: personale previsto dalla L. 41/2003
|_|_|_|
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
Da indicare secondo la scelta dell’utente: in caso di attività in centro.
Domicilio dell’utente
20.
Liste di attesa
- Sì
X
E’ in atto a livello distrettuale la ricognizione sulle richieste afferite ai servizi
sociali dei comuni.
74
Si sottolinea che negli ultimi due anni il progetto ha garantito risposte in
termini di servizi/interventi, raddoppiando l’utenza in carico.
21.
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
- Sì
X
L’Ufficio di Piano svolge le seguenti funzioni:
- valuta la congruenza dei PAI con i progetti attuati insieme i Servizi sociali
del comune di residenza
- verifica i risultati
- raccoglie ed aggiorna i dati inerenti i diversamente abili del territorio ed i
relativi bisogni.
Il contributo economico richiede verifica e controllo dal punto di vista
amministrativo ed economico: l’utente/cliente deve mensilmente presentare
al proprio comune (servizi sociali) la fatturazione rilasciata dell’ente
erogatore del servizio; inoltre deve dichiarare per iscritto se si verifica
istanza di sospensione e/o trasferimento in altro comune.
22.
Esiste copartecipazione da parte degli utenti?
- No
X
Il buono servizio come misura non prevede eventuali costi aggiuntivi. Le quote
aggiuntive pattuite tra l’ente gestore e l’utenza, riguardanti servizi aggiuntivi, sono
trattati a titolo privato tra i due contraenti in un’ottica di libera scelta e responsabilità
del fruitore/famiglia stessi.
23.
Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
La ASL compartecipa al progetto individuale nell’unità valutativa
multidimensionale congiunta per l’accesso all’intervento. Attraverso la
definizione di una unità valutativa costituita da (Ufficio di Piano,Servizi Sociali
comunali, ASL ) si realizza la valutazione multidimensionale dell’utente e del
suo contesto familiare che tenga conto di tutti gli aspetti, clinico, autonomia
funzionale, psicologica, socio-economico, ambientale e relazionale. Tale
valutazione è finalizzata alla stesura del piano assistenziale individualizzato.
La ASL interviene anche nelle fasi di monitoraggio e verifica della congruità del
progetto, oltre che in fase di studio di fattibilità per l’erogazione di prestazioni
integrate.
Nel mese di settembre 2011 è stata completata la scheda di valutazione
multidimensionale socio-sanitaria elaborata dal Comitato Tecnico
75
76
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Costo risorse umane
Finanziamento
regionale
Provinciale
€ 110.435,45 PdZ
€ 96.250,00
2011
anno 2011
€ 15.426,51 fondo non
autosufficienza 2009
(residuo)
Cofinanziamento
Comunale
Asl
€ 74.250,00
quote che i
comuni
corrispondo ai
propri fruitori
residenti
Altro
Totale
finanziamento
Costo di funzionamento e
gestione
Costo di struttura e di
mantenimento
€ 296.361,96
Totale
€ 296.361,96
77
1. PROGETTO ALZHEIMER E ANZIANI CON DETERIORAMENTO COGNITIVO.
2.
Nuovo progetto
- No X
3.
Progetto già avviato
- Sì X
Nell’anno 2003
4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia
l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento
Il progetto dà continuità al servizio avviato nel 2003 con finanziamento specifico.
Negli anni precedenti è stato garantito con il FUN, FUR e Piano Non Autosufficienza. Il
progetto da una risposta specifica ad una tipologia di utenza di deterioramento cognitivo di
grado moderato/severo.
5 . Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal
Progetto (es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di
assistenza domiciliare, ADI)
Assistenza domiciliare specifica ai pazienti Alzheimer e con deterioramento
cognitivo di altra causa. Sono previsti interventi socio-assistenziali volti ad
assicurare una risposta unitaria all’esigenza della persona. Integrazione con le
prestazioni di carattere sanitario (mediche, infermieristiche, riabilitative),
attraverso interventi a tutela e cura dell’igiene e della salute della persona,
mantenimento delle autonomie, disbrigo di pratiche amministrative.
6.
Liveas
Assistenza domiciliare
7.
Macroarea
pazienti alzheimer ed anziani con deterioramento cognitivo di altra causa,
moderato-severo.
8.
Costo del progetto (totale)
€ 117.000,00
8.1.
Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio
€ 87.000,00 PdZ 2011
€ 30.000,00 fondo non autosufficienza 2009 residui
9.
Servizi/prestazioni erogati
a. Attività di cura ed igiene della persona
b. Assistenza e supporto nel menage familiare
c. Interventi rivolti al mantenimento delle capacità residue dell’utenza
d. Sostegno e supporto alle famiglie
e. Interventi/attività finalizzati alla socializzazione ed all’integrazione
f. Interventi realizzati in integrazione socio-sanitaria
78
10.
Bacino di utenza
- Distrettuale
X
Fermo restando il legittimo principio di opportunità di accesso ai servizi e dovendo
assicurare equità nella fruizione, per questo progetto si opera un regolare turn-over
stabilito in base ai criteri definiti da tecnici dei Servizi Specialistici (ASL, Servizi
Sociali dei Comuni e l’Ufficio di Piano);si prevede l’accesso al servizio, attraverso
un avviso pubblico, per la realizzazione di una lista a scorrimento, al fine di
garantire la fruizione a tutti i cittadini aventi diritto.
Inoltre è previsto che gli utenti, in relazione alla graduatoria, fruiranno del servizio
per cicli di sei mesi.
11.
Tipologia di utenza
Anziani affetti da morbo di Alzheimer e anziani affetti da deterioramento cognitivo
di gravità moderato - severo di varia causa.
12.
Obiettivi del progetto
- Dare assistenza agli utenti presso il proprio domicilio, al fine di non arrecare
ulteriori danni con lo sradicamento dal proprio nucleo familiare
- Ritardare l’ospedalizzazione degli anziani sostenendone le capacità residue
- Supportare le famiglie nell’oneroso compito di assistere il paziente Alzheimer
e l’anziano con deterioramento cognitivo inserito nel nucleo
- Realizzare momenti di socializzazione promuovendo contatti con il proprio
contesto sociale.
Tempi di attuazione (data inizio – data fine)
Progetto già attivo a decorrere dall’ottobre 2003.
13.
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture
|_|_|_|
Tipologia struttura
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
- Comunità alloggio
- Comunità di pronta accoglienza
- Casa di riposo
- Casa albergo
- Strutture semiresidenziali (specificare __________________________)
- Altro (domicilio dell’utente)
X
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |_|_|_|_|
15.
Numero utenti nel 2010
|1|8|_|_|
16.
Soggetto che gestisce
- Comune
- Convenzione con cooperative
- Convenzione con Associazioni di volontariato
- Altro
X
X
Il Progetto di Assistenza Domiciliare a malati di Alzheimer e deterioramento
cognitivo, è gestito dall’ATI Coop. Soc. Quadrifoglio - Omnia Coop. Soc. dal luglio
79
2006; dopo l’espletamento della gara di evidenza pubblica per il successivo
affidamento, da luglio 2011 il servizio è gestito dal medesimo ente.
L’Ufficio di Piano dispone le linee programmatiche, opera il monitoraggio e la
valutazione dell’efficienza del servizio, stabilendo con l’organismo affidatario
procedure e criteri per la gestione del servizio e il monitoraggio dei circuiti di qualità.
17.
Utenza annuale prevista
|2|0|_|_|
18.
Personale coinvolto nel progetto
- Amministrativi
|_|_|_|
- Assistenti sociali
|_|_|_|
- Sociologi
|_|_|_|
- Psicologi
|_|_|_|
- Pedagogisti
|_|_|_|
- Educatori professionali
|_|_|_|
- Operatori socio-sanitari
X|_|_|_|
- Volontari
X |_|_|_|
- Mediatori culturali
|_|_|_|
- Altre figure (specificare _______________________________) |_|_|_|
Inoltre è previsto il coinvolgimento di Volontari esperti nell’ambito.
Valutazione e Verifica - personale Ufficio di Piano, ASL e Servizi Sociali Comuni.
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
Domicilio dell’utente
20.
Liste di attesa
- Sì
X
Ad oggi sono presenti alcune richieste di presa in carico, presso i Servizi Sociali di
ciascun Comune.
21.
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
- Sì
X
Strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati
monitoraggio ogni tre mesi, dei progetti individuali realizzato da equipe
multidisciplinari socio-sanitarie. L’ente gestore del servizio fornirà ogni
tre mesi
relazioni scritte – realizzerà
riunioni di equipe e di
supervisione settimanali; verranno realizzati incontri periodici con gli
Assistenti Sociali dei Comuni, lo psicologo, il personale dell’ente
gestore, le famiglie degli utenti. In ambito del Comitato Tecnico,
verranno definiti nuclei di valutazione del progetto, costituito da varie
figure dei servizi socio-sanitari del distretto F3.
22.
Esiste copartecipazione da parte degli utenti?
- No
X
Ad oggi non esiste compartecipazione da parte degli utenti, ma è stato avviato uno
studio di fattibilità sulla compartecipazione ai costi da parte dell’utenza, basato sulla
80
valutazione congiunta dei regolamenti dei cinque Comuni e sull’ indicatore ISEE, in
ottemperanza alla L. 328/2000.
23.
Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Modalità di integrazione con la ASL
Attraverso la definizione di una unità valutativa costituita da (ente locale, ASL e
Ufficio di Piano) si realizza la valutazione multidimensionale dell’utente e del suo
contesto familiare, che tiene conto di tutti gli aspetti, clinico, autonomia funzionale,
psicologica, socio-economico, ambientale e relazionale, attraverso la Scheda sociosanitaria utilizzata per la definizione del Piano Operativo Assistenziale
Individualizzato
La Asl realizza attività di formazione/supervisione a favore degli operatori sociosanitari che erogano interventi di assistenza domiciliare a favore degli utenti in
carico al servizio.
81
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Costo risorse umane
Finanziamento
regionale
Provinciale
€ 87.000,00 PdZ 2011
€ 30.000,00 fondo non
autosufficienza anno
2009 residui
Cofinanziamento
Comunale
Asl
Altro
Totale
finanziamento
Costo di funzionamento e
gestione
Costo di struttura e di
mantenimento
€ 117.000,00
Totale
€ 117.000,00
82
1. PROGETTO ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI IN CENTRO
2.
-
Nuovo progetto
Sì X
Progetto di implementazione e di differenziazione dei servizi dedicati agli anziani
parzialmente o totalmente non autosufficienti, come previsto dalle linee guida della
Regione Lazio.
3.
-
Progetto già avviato
No X
Si prevede la realizzazione del relativo servizio nell’anno 2012.
4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia
l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento
Il progetto realizza un servizio che dà risposta ad un target di anziani con
deterioramento cognitivo di grado lieve e moderato di varia causa . Tale target
necessita di interventi mirati alla promozione della socializzazione e di attività
finalizzate al mantenimento delle autonomie personali.
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es.
casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
Centro Diurno:
Le attività del progetto sono:
Attività finalizzate al potenziamento o al mantenimento delle capacità residue
dell’anziano con deterioramento cognitivo
Attività di socializzazione
Attività di animazione culturale
6.
Liveas
Assistenza in centro
7.
Macroarea
Anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti con deterioramento cognitivo
di grado lieve/moderato
8.
Costo del progetto (totale)
Costo del progetto: € 108.159,45 su due annualità:
8.1.
Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio
€ 7.000,00 PdZ 2011
€ 33.000,00 fondo non autosuff. 2010
€ 42.195,24 fondo non autosuff. 2009 residui
€ 25.964,21 fondo non autosuff. 2008 residui
83
9.
Servizi/prestazioni erogati
- Attività di cura ed igiene della persona
- Interventi rivolti al mantenimento delle capacità residue dell’utenza
- Attività di terapia occupazionale e laboratori manuali
- Sostegno e supporto alle famiglie
- Interventi/attività finalizzati alla socializzazione ed all’integrazione sociale.
- Potenziamento delle capacità motorie residue
- Somministrazione di farmaci
- Servizio ristorazione
10.
Bacino di utenza
- Distrettuale
X
Bacino di utenza individuato attraverso avviso pubblico per la fruizione del servizio
come
indicato al punto 17.
11.
Tipologia di utenza
Anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti, affetti da deterioramento
cognitivo di grado lieve/ moderato di varia causa.
12.
Obiettivi del progetto
- Ritardare l’ospedalizzazione degli anziani, evitando ricoveri precoci ed
improri.
- Supportare le famiglie nell’oneroso compito di assistere l’anziani
- Promuovere la socializzazione attraverso contatti con il proprio contesto
amicale e parentale.
- Mantenere e valorizzazione le potenzialità presenti negli anziani.
13.
Tempi di attuazione (data inizio – data fine)
Da attivare nell’anno 2012
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture
|1|_|_|
Tipologia struttura
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
- Comunità alloggio
- Comunità di pronta accoglienza
- Casa di riposo
- Casa albergo
- Strutture semiresidenziali / centro diurno
X
- Altro (specificare __________________________________________)
Capacità di accoglienza della struttura (n° 10 post i) ogni turno
15.
Numero utenti nel 2010
|_|_|_|_|
16.
Soggetto che gestisce
- Comune
- Convenzione con cooperative
- Convenzione con Associazioni di volontariato
- Altro
X
84
Il progetto è gestito da un Ente del terzo settore reperito attraverso procedura di gara
ad
evidenza pubblica.
L’Ufficio di Piano disporrà le linee programmatiche, realizzando interventi di
monitoraggio e la
valutazione dell’efficienza e dell’efficacia del servizio, stabilendo con l’organismo
affidatario,
procedure e criteri per il monitoraggio dei circuiti di qualità per la gestione del Centro.
17.
Utenza annuale prevista
|40 anziani |_|_|_|
Accesso previsto attraverso avviso pubblico, che prevede l’applicazione di criteri e
parametri socio-sanitari, formulazione di una lista a scorrimento distrettuale.
Tale servizio verrà erogato attraverso una turnazione di 6 mesi, prevedendo 2 turni
l’anno. Per ogni semestre verranno inseriti presso il centro diurno 20 anziani; a
livello organizzativo, verranno articolati 2 gruppi di 10 anziani che frequenteranno
il centro, turnando all’interno della settimana, ( tre giorni su sette per ciascun
turno).
18.
Personale coinvolto nel progetto
- Amministrativi
- Assistenti sociali
- Sociologi
- Psicologi
- Pedagogisti
- Educatori professionali
- Operatori socio-sanitari
- Volontari
- Mediatori culturali
- Altre figure (terapisti occupazionali,fisioterapisti, infermieri )
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
X|_|_|
X|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
Il Servizio in centro verrà realizzato da operatori qualificati ADEST, OSS, terapista
occupazionale, fisioterapista e nel caso di prestazioni infermieristiche da personale
specializzato.
Inoltre è previsto il coinvolgimento di volontari esperti nell’ambito.
Per il trasporto saranno coinvolte le Associazioni di Volontariato, valutando anche la
possibilità di compartecipazione economica da parte delle famiglie.
Per le attività di Valutazione e Verifica è il coinvolto il personale dell’Ufficio di Piano,
della ASL e dei Servizi Sociali dei Comuni.
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
E’ in essere da parte dei comuni del distretto una ricognizione tra strutture pubbliche
finalizzata alla definizione della sede/sedi per la realizzazione del progetto del Centro
diurno, autorizzate secondo la vigente normativa in merito (L.R. 41/2003), ipotizzando
anche la creazioni di un Polo distrettuale.
20.
Liste di attesa
X
- Sì (specificare i motivi)
Ad oggi esiste una lista d’attesa non definibile quantitativamente poiché è in fase di avvio
la valutazione attraverso i criteri dell’Unità Valutativa multidisciplinare e dell’avviso
pubblico per la fruizione.
85
21.
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
- Sì (specificare quali)
X
Verifica sui dati quantitativi: numero di utenti frequentanti il centro;
Verifica delle attività del centro e dei progetti individuali, (PAI); relazioni quindicinali
scritte e riunioni di equipe e di supervisione settimanali; incontri periodici con gli
Assistenti Sociali dei Comuni, il personale dell’ente gestore e le famiglie degli utenti;
22.
Esiste copartecipazione da parte degli utenti?
- No
X
Ad oggi non esiste compartecipazione da parte degli utenti, ma è stato avviato uno
studio di fattibilità sulla compartecipazione ai costi da parte dell’utenza, basato sulla
valutazione congiunta dei regolamenti dei cinque Comuni e sull’indicatore ISEE, in
ottemperanza alla L. 328/2000; il trasporto da e per il centro è a carico della
famiglia fatto salvo per i casi in cui la rete familiare non sia presente dove si
attiveranno interventi di volontariato e/o mutuo aiuto e/o servizi comunali.
23.
Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Ricognizione del target anziani non autosufficienti di grado lieve/moderato del
distretto.
Rivalutazione dei casi già assistiti.Gli utenti anziani non autosufficienti vengono
segnalati dai Servizi Sociali dei singoli Comuni, dai servizi ASL o dal medico di base,
dall’Ufficio di Piano, da cui si avvia la presa in carico congiunta.
Attraverso la definizione di una unità valutativa costituita da (ente locale, ASL e terzo
settore), si realizza la valutazione multidimensionale dell’utente e del suo contesto
familiare che tenga conto di tutti gli aspetti, clinico, autonomia funzionale, psicologica,
socio-economico, ambientale e relazionale.
Tale valutazione è finalizzata alla stesura di un piano di intervento personalizzato.
86
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Costo risorse umane
Costo di funzionamento e
gestione
Finanziamento
regionale
Provinciale
€ 33.000,00 Fondo non
autosuff. Anno 2010
€ 42.195,24 Fondo non
autosuff. Anno 2009
€ 7.000,00 PdZ 2011
€ 25.964,21 Fondo non
autosuff. Anno 2008
Cofinanziamento
Comunale
Asl
Altro
Totale
finanziamento
Costo di struttura e di
mantenimento
Totale
€ 108.159,45 su due
annualità
€ 108.159,45
87
1.
PROGETTO CASA FAMIGLIA ANZIANI AUTOSUFFICIENTI E FRAGILITA’
SOCIALI
2.
Nuovo progetto
- No X
3.
Progetto già avviato
- Sì X
Nel dicembre 2001
4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia
l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento
L’utenza di riferimento del progetto è rappresentata dagli anziani autosufficienti, di
sesso maschile e femminile; ad oggi sul territorio del Distretto F3 non risultano essere
presenti strutture pubbliche e/o private rivolte alla citata tipologia di utenza, con servizi
analoghi. Inoltre avendo valutato i bisogni del territorio il progetto si amplia al target
“fragilità sociali”, rivolto specificatamente ad anziani pazienti psichiatrici compensati, in
carico al DSM ASL RM/F; la definizione “fragilità sociali” è volutamente generica a
tutela dalla privacy di ciascun utente e intende favorire il processo di inclusione sociale.
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es.
casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
Il progetto riguarda due case famiglia residenziali, con zona notte divisa in maschile e
femminile, mentre gli spazi diurni e ricreativi sono in comune. Esse hanno una capacità
di accoglienza di 3 utenti anziani donne e 7 utenti anziani uomini e constano di cinque
camere da letto, un ampio soggiorno con angolo cottura, tre bagni, un ripostiglio e due
terrazzi (come dal L. 41/2003)
6.
Liveas
Strutture residenziali per soggetti anziani con fragilità sociali
7.
Macroarea
Anziani autosufficienti in situazioni di fragilità sociale
8.
Costo del progetto (totale)
€ 107.000,00 di cui
€ 10.000,00 quote utenti
8.1.
Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio
€ 97.000,00 PdZ 2011
9.
Servizi/prestazioni erogati
I servizi fruiti dagli utenti che coprono tutto l’anno comprese le festività, sono:
• servizio alberghiero, con pulizia ed igienizzazione giornaliera di tutti gli
ambienti, cambio biancheria
• servizio di lavanderia e stireria
• servizio di spesa e preparazione dei pasti
• assistenza domiciliare in alcune ore del giorno, a supporto delle autonomie
88
•
•
•
segretariato sociale
attività di socializzazione ed intrattenimento
consulenza psicologica individuale e di gruppo
10.
Bacino di utenza
Distrettuale
X
11.
Tipologia di utenza
Anziani residenti nei cinque comuni del Distretto F3, con accertata attestazione di
autosufficienza e/o con patologie non acute, trattabili in autonomia presso il domicilio e
anziani pazienti psichiatrici compensati, in carico al DSM ASL RM/F; si sottolinea che
nel corso degli anni l’utenza si è attestata su estreme fragilità sociali (indigenza,
persone senza fissa dimora, assenza di rete parentale)
12.
Obiettivi del progetto
dare risposta alle problematiche legate al fenomeno dell’isolamento e della
marginalizzazione del target, supportandone il progetto di vita e le aspettative
• sostenere la qualità della vita e l’autonomia degli anziani autosufficienti
senza nucleo familiare di riferimento
• dare opportunità di autonomia anche agli anziani autosufficienti con reddito
basso o inesistente
• sensibilizzare il territorio, utilizzando il progetto come sperimentazione, alla
tematica dell’inclusione sociale dell’anziano e del paziente psichiatrico
• contrastare impropri ricoveri ospedalieri ed in R.S.A.
13.
Tempi di attuazione (data inizio – data fine)
Ad oggi la casa famiglia è attiva in modo stabile e continuativo, trattandosi di una
struttura con utenza fissa, che opera turn-over soltanto con l’uscita di un ospite ed il
susseguente ingresso di uno nuovo, attraverso l’iter valutativo previsto;
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture |2|_|_|
Tipologia struttura
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
X
- Comunità alloggio
- Comunità di pronta accoglienza
- Casa di riposo
- Casa albergo
- Strutture semiresidenziali (specificare __________________________)
- Altro (specificare __________________________________________)
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |1|0|_|_|
15.
Numero utenti nel 2010
|1|0|_|_|
16.
Soggetto che gestisce
- Comune
- Convenzione con cooperative
- Convenzione con Associazioni di volontariato
X
89
- Altro (specificare ____________________________)
Ufficio di Piano F3 attraverso le competenze tecniche ed amministrative, per ciò che
concerne l’organizzazione e la supervisione; ATI Coop. Sociale Omnia e Coop. Sociale
Quadrifoglio per quanto riguarda il personale addetto e la gestione organizzativa ed
operativa delle strutture
17.
Utenza annuale prevista
|1|0|_|
18.
Personale coinvolto nel progetto
- Amministrativi
- Assistenti sociali
- Sociologi
- Psicologi
- Pedagogisti
- Educatori professionali
- Operatori socio-sanitari
- Volontari
- Mediatori culturali
- Altre figure (operatori di base)
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
Bracciano due, via di Cinquilla 1
20.
Liste di attesa
- Sì (specificare i motivi)
21.
X
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
- Sì (specificare quali)
X
Gli strumenti di monitoraggio attivati dall’Ufficio di Piano sono: - riunione settimanale di
supervisione con gli operatori della comunità – relazione scritta quindicinale
sull’andamento delle attività visite presso la comunità e colloqui individuali a richiesta
dell’utenza e/o per valutare gli indicatori relativi alla qualità della vita degli ospiti e
problematiche specifiche rilevate;
22.
Esiste copartecipazione da parte degli utenti?
- Sì, parzialmente
Considerato il target che si è definito negli ultimi anni (cfr. 11)
23.
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
X|_|_|_|
|_|_|_|
|_|_|_|
X|_|_|_|
X
Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Le modalità di integrazione con la ASL RM/F sono relative a:
fase valutativa d’ingresso e in itinere: è costituita una unità valutativa socio-sanitaria
formata da Personale ASL CAD (medico geriatra ed infermiera caposala, medici di
medicina generale), Assistente Sociale del Comune inviante, Coordinatore
dell’Ufficio di Piano che, con le specifiche competenze di ciascuno, elabora una
valutazione congiunta in base ai paramentri di idoneità sociosanitari prestabiliti;
inoltre per le prestazioni specialistiche sono istituiti dei canali di accesso rapido,
attraverso il servizio CAD.
Anche i Medici di base di riferimento collaborano in maniera fattiva nella
gestione delle problematiche legate all’ anzianità dell’utenza.
90
24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Finanziamento
regionale
€ 47.000,00 PdZ 2011
Provinciale
Cofinanziamento
Comunale
Asl
Altro
Totale
finanziamento
Costo risorse umane
€ 25.000,00 PdZ 2011
Costo di funzionamento e
gestione
€ 10.000,00
utenza
€ 25.000,00 PdZ 2011
Costo di struttura e di
mantenimento
€ 97.000,00
Totale
€ 107.000,00
91
1. PSICHIATRIA – ASSISTENZA DOMICILIARE E GIORNATE SOLLIEVO
2.
Nuovo progetto
3.
Progetto già avviato
Progetto di implementazione e di differenziazione dei servizi dedicati ai pazienti
psichiatrici.
4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia
l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento
Il progetto dà continuità a servizi/interventi messi a sistema nelle precedenti annualità,
rispondendo in maniera differenziata alle esigenze dei pazienti psichiatrici e le loro
famiglie, definendo progetti diversificati sull’autonomia personale e sociale.
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es.
casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
Attività finalizzate al mantenimento delle autonomie del paziente psichiatrico
Attività di socializzazione e animazione culturale
Servizio ristorazione e alloggio nel caso delle giornate sollievo
6.
Liveas
Assistenza domiciliare e brevi soggiorni e attività diurne
7.
Macroarea
pazienti psichiatrici ed esclusione sociale
8.
Costo del progetto (totale)
€ 37.000,00
8.1.
Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio
€ 7.000,00 PdZ 2011
€ 16.196,45 fondo non autosuffcienza 2010
€ 13.803,55 fondo non autosufficienza 2009 residui
9.
Servizi/prestazioni erogati
- Supporto nelle attività di cura ed igiene della persona
- Interventi rivolti al mantenimento delle capacità residue dell’utenza
- Laboratori manuali
- Sostegno e supporto alle famiglie
- Interventi/attività finalizzati alla socializzazione ed all’integrazione sociale.
10.
Bacino di utenza
- Distrettuale
11.
Tipologia di utenza
Pazienti psichiatrici non autosufficienti e parzialmente autosufficienti.
X
92
12.
13.
Obiettivi del progetto
- Supportare le famiglie nell’oneroso compito di assistere i pazienti
psichiatrici sostenendone le capacità residue
- Realizzare momenti di socializzazione promuovendo contatti con il
contesto territoriale
- Mantenimento e valorizzazione delle potenzialità residue attraverso
l’empowerment delle competenze sociali e dell’orientamento spaziotemporale e della gestione della quotidianità.
Tempi di attuazione (data inizio – data fine)
anno 2012
14. Tipologia di strutture
Assistenza domiciliare
Brevi soggiorni presso strutture di turismo sociale e/o strutture di agriturismo locali
Numero strutture |_|_|_|
Tipologia struttura
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
- Comunità alloggio
- Comunità di pronta accoglienza
- Casa di riposo
- Casa albergo
- Strutture semiresidenziali (specificare __________________________) - Altro ( strutture turismo sociale e domicilio dell’utente)
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |_|_|_|_|
15.
Numero utenti nel 2010
10 utenti
16.
Soggetto che gestisce
- Comune
X
- Convenzione con cooperative
- Convenzione con Associazioni di volontariato
- Altro (Il progetto è gestito da un ente reperito attraverso procedura di gara ad evidenza
pubblica.
L’Ufficio di Piano congiuntamente al servizio ASL referente ( CSM e CDR ASL RMF)
disporranno le linee programmatiche, realizzando interventi di monitoraggio e la
valutazione
dell’efficienza e dell’efficacia del servizio, stabilendo con l’organismo affidatario,
procedure e
criteri per il monitoraggio dei circuiti di qualità per la gestione delle diverse attività che
compongono il Progetto.
17.
Utenza annuale prevista
|_|_|_|_|
Si prevede la presa in carico dei seguenti utenti divisi per tipologie di
servizi/interventi specifici che sono compresi in questo progetto:
- 3 pazienti per interventi domiciliari, pacchetti semestrali con
turn-over, totale 6 pazienti annui
93
- 6 pacchetti residenziali (tre giorni ciascuno), da usufruire in regime di turn-over
previa unità valutativa, con gruppi costituiti da 4 utenti ciascuno.
- 30 pacchetti diurni da usufruire in regime di turn-over previa unità valutativa
multidimensionale, con gruppi costituiti da 4 utenti ciascuno
18.
Personale coinvolto nel progetto
- Amministrativi
|_|_|_|
- Assistenti sociali
|_|_|_|
- Sociologi
|_|_|_
Psicologi
|_|_|_|
- Pedagogisti
|_|_|_|
- Educatori professionali
X|_|_|_|
- Operatori socio-sanitari
X|_|_|_|
- Volontari
|_|_|_|
- Mediatori culturali
|_|_|_|
- Altre figure (specificare ______________________________)
|_|_|_|
Il servizio di assistenza domiciliare verrà erogato da operatori qualificati ADEST, OSS. Le
giornate di sollievo saranno organizzate con educatori professionali e nel caso di
prestazioni infermieristiche da personale specializzato messo a disposizione del DSM
della ASL RMF.
L’ufficio di Piano provvede a tutte le attività relative all’organizzazione, verifica e controllo
del progetto.
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
Strutture idonee allo svolgimento del servizio residenziale e del turismo sociale,
domicilio dell’utente
20.
Liste di attesa
- Sì
X
Presso i Servizi CSM e CDR ASL RMF esiste lista di attesa, che corrisponde
ad oggi ad un’ampia utenza in carico al servizio del DSM, che necessita di
interventi
garantiti dal presente progetto, nell’ottica dell’integrazione socio
sanitaria e della risposta necessariamente integrata.
21.
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
X
- Sì
Verifica delle attività dei servizi e dei progetti individuali, attraverso relazioni
quindicinali, riunioni di equipe e di supervisione settimanale; incontri periodici con la
ASL, l’ufficio di pianole Assistenti Sociali dei Comuni del Distretto, l’ente gestore e
le famiglie degli utenti.
22.
- No
Esiste copartecipazione da parte degli utenti?
X
Ad oggi non esiste compartecipazione da parte degli utenti, ma è stato avviato uno
studio di fattibilità sulla copartecipazione ai costi da parte dell’utenza, basato sulla
94
valutazione congiunta dei regolamenti dei cinque Comuni e sull’indicatore ISEE, in
ottemperanza alla L. 328/2000.
23.
Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Ricognizione del target pazienti psichiatrici da parte del DSM.
Attraverso la definizione di una unità valutativa costituita da (Ufficio di Piano, ente
locale, ASL), si realizza la valutazione multidimensionale dell’utente e del suo
contesto familiare, che tenga conto di tutti gli aspetti, clinico (valutazione DSM),
autonomia funzionale, psicologica, socio-economico, ambientale e relazionale.
Tale valutazione è finalizzata alla stesura di un piano di intervento personalizzato.
95
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Costo risorse umane
Costo di funzionamento e
gestione
Finanziamento
regionale
€ 16.196,45 Fondo
anon autosufficienza
anno 2010 (residui)
€ 10.803,55 fondo non
autosufficienza anno
2009 (residui)
€ 3.000,00 fondo non
autosufficienza anno
2009 (residui)
€ 7.000,00 PdZ 2011
Provinciale
Cofinanziamento
Comunale
Asl
Altro
Totale
finanziamento
Costo di struttura e di
mantenimento
€ 37.000,00
Totale
€ 37.000,00
96
1. PROGETTO INTEGRAZIONE “ESSERE INSIEME”
INCLUSIONE SOCIALE PAZIENTI PSICHIATRICI
(SALUTE
MENTALE,
2. Nuovo progetto
No
3. Progetto già avviato
Progetto già avviato nell’anno 2003
4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia
l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento
Il progetto dà continuità a quello già avviato nel 2003, ampliando inoltre il target con
pazienti psichiatrici di grado medio; inoltre per un sub target verranno predisposti degli
interventi propedeutici all’inserimento lavorativo
5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es.
casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare,
ADI)
Servizi/interventi di centro diurno ed inclusione sociale di pazienti psichiatrici e
cittadinanza del distretto.
Il progetto riguarda varie attività e laboratori rivolti a soggetti con problematiche
psichiatriche e cittadini adulti del distretto F3 e sulla base della definizione della domanda,
degli interessi del target e sulla valutazione della valenza socio riabilitativa delle attività per
i gruppi target individuati annualmente
6. Liveas
Attività di centro diurno rivolte a pazienti psichiatrici
7. Macroarea
Disabilità psichica adulta ed esclusione sociale
8. Costo del progetto (totale)
€ 47.000,00 da impegnare su due annualità
Più risorse impegnate dalla ASL: mezzo di trasporto
8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio
€ 20.000,00 FUN 2010 residuo
€ 27.000,00 PdZ 2011
9. Servizi/prestazioni erogati
• corso di fotografia
• corsi sportivi (vela)
• attività sportive ed equestri
• attività agricole ( orto sociale)
• laboratorio di teatro integrato
alcune attività saranno inoltre volte all’implementazione ed organizzazione di abilità,
finalizzate al passaggio ad ambiti formativi e lavorativi (propedeutiche
all’inserimento lavorativo).
97
10. Bacino di utenza
Distrettuale
Fermo restando il legittimo principio di opportunità di accesso ai servizi e dovendo
assicurare equità nella fruizione, per questo progetto si opera un regolare turn-over
stabilito in base ai criteri definiti da tecnici dei Servizi Specialistici ( ASL, Servizi Sociali dei
Comuni e l’Ufficio di Piano); la presa in carico dell’utenza può avvenire sulla base delle
proposte dell’equipe del DSM, oppure sulla base delle proposte delle AA.SS. dei servizi
sociali dei comuni del distretto. Il servizio del DSM ed i Servizi Sociali condividono il
progetto individuale dell’utente.
11. Tipologia di utenza
Pazienti psichiatrici di grado medio e lieve
Utenti psichiatrici e/o a rischio di esclusione sociale residenti negli comuni del distretto,
con disabilità mentale medio-lieve e cittadini normodotati.
Il target di utenza sarà connotato da un’ampia partecipazione di soggetti giovani che
possano massimamente beneficiare dell’intervento, in un’ottica di integrazione e di
supporto terapeutico.
12. Obiettivi del progetto
- migliorare la qualità della vita sociale dell’utenza di riferimento
- promuovere l’integrazione nel tessuto sociale di appartenenza
- favorire attività propedeutiche alla formazione ed al possibile inserimento in futuri
progetti lavorativi
13. Tempi di attuazione (data inizio – data fine) iniziato anno 2003
Per l’annualità 2012 - il progetto rispetta una calendarizzazione relativa alla
ciclicità dei diversi laboratori ed alle diverse attività proposte, in base alla
definizione dell’utenza e dal gruppo dei cittadini interessati.
14. Tipologia di strutture
Numero strutture |_|_|4_| una per ciascun gruppo/attività messe a disposizione dalle
associazioni in convenzione e una dal CDR DSM
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
- Comunità alloggio
- Comunità di pronta accoglienza
- Casa di riposo
- Casa albergo
- Strutture semiresidenziali ( )
- Altro (Centro diurno- esterna territoriale ed interna CDR DSM ASL RM/F3X )
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |_|_|_|_| variabile 20 persone max a
gruppo
15. Numero utenti nel 2010
|_|6|9|
98
16. Soggetto che gestisce
- Comune capofila X ufficio di piano
- Convenzione con cooperative
- X Convenzione con Associazioni di volontariato
- Altro (specificare ASL RMF CDR X DSM)
17. Utenza annuale prevista |_|_|_8|0_|
18. Personale coinvolto nel progetto
- Amministrativi |_|_|1|
- Assistenti sociali |_|_|1|
- Sociologi |_|_|1|
- Psicologi |_|_|1|
- Pedagogisti |_|_|_|
- Educatori professionali |_|_|1|
- Operatori socio-sanitari |_|_|_|
- Volontari |_|_|_|
- Mediatori culturali |_|_|_|
- Altre figure (specificare Infermieri professionali) |_|_|3|
19. Sede della struttura e/o dell’attività
Sedi esterne territoriali messe a disposizione dalle associazioni ed interna CDR DSM ASL
RM/F3
20. Liste di attesa
- No X
è in atto una ricognizione
21. Strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati
X
- Sì
Commissione mista tra responsabili del DSM CDR ASL, responsabili associazioni,
responsabile Ufficio di Piano, con il compito di valutare i cambiamenti dei componenti dei
gruppi pazienti, attraverso l’osservazione e le interviste, le riunioni mensili con gli operatori
di supervisione e programmazione.
22. Copartecipazione da parte degli utenti
- No X
23. Modalità di integrazione con la Asl
È attiva da anni la collaborazione tra l’Ufficio di Piano e referenti DSM CDR e CSM.
Gestionalmente le attività saranno programmate e verificate dal referente dell’Ufficio di
Piano e da quello del CDR e dai servizi sociali dei Comuni.
99
24. Finanziamenti e cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Finanziamento
regionale
Costo risorse umane
€ 27.000,00
Costo di funzionamento e
gestione
€ 20.000,00
Cofinanziamento
Provinciale Comunale
Asl
Altro
Totale
finanziamento
Costo di struttura e di
mantenimento
Totale
€ 47.000,00
€ 47.000,00
100
1. UFFICIO DI PIANO
2. Nuovo progetto
No
3. Progetto già avviato
Servizio attivo dal 2002
4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia
l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento
L’Ufficio di Piano svolge le attività relative alle azioni alle iniziative ed ai progetti per il
conseguimento degli obiettivi di politica sociale distrettuale indicati dall’Accordo di
Programma (cfr. PdZ), come da art. 22 , L. 328/2000;
inoltre realizza in maniera sistematica il segretariato sociale distrettuale, interventi di
servizio sociale distrettuale e a decorrere dal marzo 2011 il personale collabora nel
servizio PUA .
5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es.
casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare,
ADI)
Ufficio progettuale, gestionale ed operativo distrettuale dei servizi/interventi sociali sovra
comunali del Distretto F3
6. Liveas
Tutti
7. Macroarea
Tutte
8. Costo del progetto (totale)
€ 105.000,00
Di cui € 49.300,00 dai Comuni del distretto
8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio
Di cui € 55.700,00 a valere sul PdZ 2011
9. Servizi/prestazioni erogati
Attività/funzioni specifiche dell’Ufficio di Piano tra cui l’elaborazione del presente
Piano:
- E’ referente per la Regione Lazio del Piano di Zona dei servizi socio-assistenziali
del Distretto F3;
- Riferisce al Comitato Istituzionale dell’Accordo di Programma per l’attuazione degli
indirizzi politico-amministrativi e lo supporta nella gestione del budget di Distretto;
- Collabora con i Referenti della Provincia di Roma per iniziative formative distrettuali
e nella realizzazione della legge 328/2000;
- Collabora con i Referenti della ASL RM/F per la realizzazione dell’integrazione
socio-sanitaria, attraverso la realizzazione di piani di lavoro integrati.
101
Progetta e propone i servizi/interventi socio-assistenziali sovracomunali, in raccordo
con il Comitato Tecnico.
- Organizza i tavoli tematici ed il Comitato Tecnico ne gestisce il flusso di
comunicazione.
- Verifica e controlla i servizi socio-assistenziali sovracomunali in essere
- Svolge funzione di monitoraggio sui bisogni socio-assistenziali del
Distretto F3 per i vari target
- Predispone tutti gli atti amministrativi necessari alla gestione dei servizi
sovracomunali;
- Collabora per competenza sul budget di Distretto con il Comune di
Bracciano capofila, referente contabile amministrativo dell’Accordo di
Programma;
- Co-gestisce insieme al distretto sanitario il servizio di Sportello PUA.
Attività presso il PUA -sportello informativo su tutti i servizi sociali e sanitari del distretto;
servizio di front-office; gestione del flusso delle comunicazioni relative ai servizi sociali
(telefoniche, contatti); attività di back office: ricognizione e aggiornamento della rete sociosanitaria; gestione sito Accordo di Programma;
-
Attività ed interventi di servizio sociale professionale: primo ascolto, presa in carico e
colloqui di consulenza al singolo ed ai nuclei familiari; presa in carico congiunta di utenza
con i servizi socio-sanitari del distretto; relazioni con le istituzioni (es. Tribunale dei Minori),
invii presso altri servizi
10. Bacino di utenza
- Distrettuale X
11. Tipologia di utenza
Cittadinanza del Distretto F3, con particolare riferimento ai target dei servizi socioassistenziali sovracomunali
12. Obiettivi del servizio
Realizzare gli obiettivi del Piano di Zona, gestendo la “cabina di regia” dei servizi
sovracomunali
Assicurare i livelli essenziali delle prestazioni sociali su tutto il territorio distrettuale
13. Tempi di attuazione
Il servizio è attivo a regime dal 2002
14. Tipologia di strutture
Numero strutture |_|_|1_|
Tipologia struttura
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
- Comunità alloggio
- Comunità di pronta accoglienza
- Casa di riposo
- Casa albergo
102
- Strutture semiresidenziali
- Altro (specificare: ufficio operativo e sala riunioni) X
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |_|_|_|_|
15. Numero utenti nel 2010
3900 circa (dato statistico stimato sulla proporzione tra la popolazione distrettuale ed i dati
pubblicati dalla Regione Lazio sui servizi sociali erogati dal Distretto F3, 72 su 1000
abitanti, valutando sia la funzione progettuale che quella operativa e di verifica e controllo
dell’UdP.
16. Soggetto che gestisce
- Comune capofila X
- Convenzione con cooperative
- Convenzione con Associazioni di volontariato
- Altro (specificare )
17. Utenza annuale prevista
3900 circa
18. Personale coinvolto nel progetto
- Amministrativi |_|_|1|
- Assistenti sociali |_|_|1|
- Sociologi |_|_|1|* la coordinatrice è sia sociologa che assistente sociale
- Psicologi |_|_|_|
- Pedagogisti |_|_|_|
- Educatori professionali |_|_|1|
- Operatori socio-sanitari |_|_|_|
- Volontari |_|_|_|
- Mediatori culturali |_|_|_|
- Altre figure (specificare Dirigente medico e infermiere) |_|_|_|
19. Sede della struttura e/o dell’attività
Ufficio di Piano sito presso il Comune capofila Bracciano, Piazza Mazzini 5
20. Liste di attesa
- No X
Ad oggi non sono presenti richieste inevase
21. Strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati
- Sì X
La verifica in itinere dell’operato del team dell’Ufficio di Piano è demandata al Capo Area
Servizi Sociali ed Accordo di Programma del Comune di Bracciano capofila,mentre il
raggiungimento degli obiettivi previsti è valutato annualmente dal Comitato Istituzionale
dell’Accorso di Programma
103
22. Copartecipazione da parte degli utenti
- No X
23. Modalità di integrazione con la Asl
Fin dall’avvio dell’Accordo di Programma del Distretto F3, l’Ufficio di Piano è stato uno dei
principali attori della creazione della rete dei servizi socio-sanitari del distretto e
dell’integrazione socio-sanitaria, come da mandato.
104
24. Finanziamenti e cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Finanziamento
regionale
Costo risorse
Umane
55.700,00
Cofinanziamento
Provinciale Comunale
Asl
Altro
49.300,00
Totale
finanziamento
Costo di
funzionamento
e gestione
Costo di
struttura e di
mantenimento
Totale
€ 55.700,00
49.300,00
€ 105.000,00
105
1.
L. 162/98 Disabilità grave
2.
-
Nuovo progetto
No X
3.
Progetto già avviato
- Sì X
Con finanziamento 2003 e ad esaurimento dei fondi specifici residui.
4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia
l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento
Il progetto, dà continuità ad alcuni interventi di assistenza domiciliare in forma indiretta
in favore dei disabili gravi, anche nei giorni festivi e prefestivi ed a potenziamento degli
interventi già esistenti; ad oggi per questo piano di zona è previsto l’ampliamento
dell’utenza, mettendo a sistema le tre annualità residue (2008-2009-2010), garantendo
un pacchetto di riserva che possa fornire anche in corso di realizzazione del servizio la
possibilità di accesso a situazioni nuove e gravi.
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es.
casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
Servizio di potenziamento di Assistenza domiciliare e supporto in situazione di
emergenza è da intendersi in forma indiretta, (erogazione buono/servizio ad personam)
6.
Liveas
Assistenza Domiciliare Sovracomunale
7.
Macroarea
disabili gravi adulti e minori
8.
Costo del progetto (totale)
€ 77.428,00
8.1.
Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio
€ 25.936,00 fondo specifico anno 2008 residuo
€ 25.713,00 fondo specifico anno 2009 residuo
€ 25.779,00 fondo specifico anno 2010 residuo
9.
Servizi/prestazioni erogati
Servizi/prestazioni erogati, in forma indiretta a seconda del progetto individuale
previsto PAI e condiviso con le famiglie, in giorni feriali e festivi e con procedure di
attivazione anche in casi di urgenza:
- cura, pulizia ed assistenza alla persona
- preparazione e somministrazione pasti
- mobilitazione e accompagnamento
- pulizia ed igienizzazione dell’ambiente
- tutela della sicurezza
- attività di intrattenimento e socializzazione
106
10.
Bacino di utenza
- Distrettuale
X
Bacino di utenza: distrettuale; fermo restando il legittimo principio di opportunità di
accesso ai servizi e dovendo assicurare equità nella fruizione, per questo progetto si
opera un regolare turn over stabilito in base ai criteri definiti da tecnici dei Servizi
specialistici ( ASL, Servizi Sociali dei Comuni e l’Ufficio di Piano); si prevede l’accesso
alla fruizione dei Buoni/Servizio, attraverso un avviso pubblico, sulla base di criteri
socio-sanitari e punteggi prefissati, per la realizzazione di una lista a scorrimento.
11.
Tipologia di utenza
Tipologia di Utenza: Disabili gravi, che abbisognano di interventi specifici come indicato
nei PAI
12.
Obiettivi del progetto
Supportare le famiglie dei disabili gravi durante i periodi festivi e in situazioni di
emergenza e criticità potenziando gli interventi già in essere.
13.
Tempi di attuazione (data inizio – data fine)
Dal 2003 progetto in essere.
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture |_|_|_|
Tipologia struttura
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
- Comunità alloggio
- Comunità di pronta accoglienza
- Casa di riposo
- Casa albergo
- Strutture semiresidenziali (specificare __________________________)
- Altro (domicilio dell’utente)
X
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |_|_|_|_|
15.
Numero utenti nel 2010
|1|0|_|_|
16.
Soggetto che gestisce
- Comune
- Convenzione con cooperative
X
- Convenzione con Associazioni di volontariato
- Altro (specificare ____________________________)
L’Ufficio di Piano (Comune capofila) gestisce l’erogazione dei fondi agli utenti, i
quali da progetto individuale possono fruire del servizio di assistenza in forma
indiretta, come da lista a scorrimento elaborata attraverso un avviso pubblico. La
persona disabile e la sua famiglia, potrà scegliere l’ente gestore tra le diverse realtà
del terzo settore presenti sul territorio che forniscano prestazioni, secondo la
vigente normativa in materia di erogazione di assistenza domiciliare e/o attività di
centro diurno.
107
17.
Utenza annuale prevista
|2|0|_|_|
18.
Personale coinvolto nel progetto
- Amministrativi
|_|_|_|
- Assistenti sociali
|_|_|_|
- Sociologi
|_|_|_|
- Psicologi
|_|_|_|
- Pedagogisti
|_|_|_|
- Educatori professionali
|_|_|_|
- Operatori socio-sanitari
X|_|_|_|
- Volontari
|_|_|_|
- Mediatori culturali
|_|_|_|
- Altre figure (specificare _______________________________) |_|_|_|
Valutazione e Verifica - personale Ufficio di Piano, ASL e Servizi Sociali Comuni.
19. Sede della struttura e/o dell’attività
Domicilio dell’utente
20.
Liste di attesa
- Sì (specificare i motivi)
X
Ad oggi sono presenti dei bisogni rilevati da parte di ciascun Servizio Sociale comunale
21.
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
- Sì (specificare quali)
X
Sono previste schede di rilevazione della qualità e quantità delle
prestazioni erogate; inoltre saranno utilizzati gli schemi di relazione in
dotazione agli operatori A.D.
L’Ufficio di Piano svolge le seguenti funzioni:
- valuta la congruenza dei PAI con i progetti attuati insieme i Servizi sociali del
comune di residenza
- verifica i risultati
- raccoglie ed aggiorna i dati inerenti i diversamente abili del territorio ed i
relativi bisogni.
L’erogazione dei fondi ad personam richiede verifica e controllo dal punto di vista
amministrativo ed economico: l’utente/cliente deve presentare al proprio comune (
servizi
sociali) la fatturazione rilasciata dell’ente erogatore o figura professionale
impegnata;
inoltre deve dichiarare per iscritto se si verifica istanza di sospensione e/o
trasferimento in
altro comune.
22.
Esiste copartecipazione da parte degli utenti?
X
- No
Non è prevista compartecipazione da parte degli utenti, se non per gli oneri assicurativi
e contrattuali dovuti all’operatore, dalla famiglia dell’utente, considerando che si tratta di
interventi di assistenza domiciliare gestiti in forma indiretta
108
23.
Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
Gli operatori ASL di competenza (es. CAD o DMI ) parteciperanno alla progettazione in
itinere ed alla verifica dei risultati
La ASL compartecipa al progetto nell’unità valutativa congiunta per l’accesso al
progetto e laddove necessita alla co-gestione operativa sociale e sanitaria.
Attraverso la definizione di una unità valutativa costituita da (Servizi Sociali comunali,
ASL ) si realizza la valutazione multidimensionale dell’utente e del suo contesto
familiare che tenga conto di tutti gli aspetti, clinico, autonomia funzionale, psicologica,
socio-economico, ambientale e relazionale. Tale valutazione è finalizzata alla stesura
del piano assistenziale individualizzato. La ASL interviene anche nelle fasi di
monitoraggio e verifica della congruità del progetto.
Nel mese di settembre 2011 è stata completata la scheda di valutazione
multidimensionale socio-sanitaria elaborata dal Comitato Tecnico
109
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Finanziamento regionale
Costo risorse umane
Cofinanziamento
Provinciale Comunale
Asl
Altro
Totale
finanziamento
€ 25.936,00 fondo specifico
anno 2008 residuo
€ 25.713,00 fondo specifico
anno 2009 residuo
€ 25.779,00 fondo specifico
anno 2010 residuo
Costo di funzionamento e gestione
Costo di struttura e di
mantenimento
€ 77.428,00
Totale
€ 77.428,00
110
PIANO IMMIGRAZIONO 2011 ALLEGATO AL PIANO DI ZONA
1. Interventi finalizzati al supporto e all’inclusione della popolazione migrante in
particolari condizioni di disagio
2.
Nuovo progetto
- Sì X
elaborato sulla base delle nuove problematiche e fenomeni sociali riguardanti le persone
migranti presenti sul distretto da avviare entro la fine del 2011.
3.
Progetto già avviato
- No X
4.
Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia
l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento
Il progetto risponde alle esigenze della popolazione migrante , considerando i nuovi
flussi
migratori e nuovi bisogni emergenti Infatti da agosto 2011 sul territorio di Anguillara S. è stato
organizzato un centro di accoglienza richiedenti asilo C.A.R.A.; pertanto alla luce di diversificate
istanze sul territorio, tale progetto in continuità ai diversi servizi socio– anitari, (PUA, interventi
nelle scuole: protocollo di accoglienza, attività di formazione per i docenti e attività culturali ), si
integra in un’ottica di filiera, rispondendo in maniera differenziata ai bisogni dei migranti.
5.
Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa
di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)
Servizio itinerante in stretto raccordo con l’Ufficio di Piano e i Servizi sociali dei comuni,
finalizzato alla decodifica e gestione dei nuovi fenomeni sociali riguardanti sia le istanze
presentate dalla popolazione migrante, nel rispetto delle diverse culture, sia le
problematiche e le istanze vissute dalla comunità locale nel far fronte ai processi di
accoglienza e i processi di inclusione sociale; pertanto l’equipe multidisciplinare in
collegamento con la rete dei servizi sociali e sanitari e le diverse Istituzioni quali Forza
Pubblica, polizia municipale, parrocchie, scuole, Questura, etc andranno a garantire le
seguenti attività:
- Interventi finalizzati alla decodifica del bisogno sulla base delle diverse culture di
appartenenza e alla costruzione di sinergie con la comunità locale nella definizione di
risposte ad hoc riguardanti i bisogni delle popolazioni migranti e dei territorio di
accoglienza
- attività di facilitazione circa l’informazione capillare sulle situazioni nuove come il
centro di accoglienza C.A.R.A. circa i diritti/ sociali, sanitari e legali degli aventi diritto
- Interventi educativi e sociali finalizzati ad includere la popolazione migrante
- Interventi di orientamento e informazione e iniziative di incontri finalizzati a
contrastare fenomeni di intolleranza e xenofobia laddove presenti.
- Interventi di promozione di relazioni collaborative tra Amministrazioni e Stranieri con il
fine di favorirne il graduale inserimento sociale.
6.
Liveas
servizi/interventi sul territorio attraverso equipe multidisciplinare
7.
Macroarea
popolazione migrante
8.
Costo del progetto (totale)
€ 18.000,00 fondo specifico finanziamento ad hoc per il Piano Immigrazione.
111
9.
Servizi/prestazioni erogati
Servizi e Prestazioni erogate: interventi e attività di decodifica dei nuovi bisogni e
fenomeni sociali relativi ai migranti; attività di promozione di collegamenti e sinergie tra le
diverse realtà istituzionali per la definizione di interventi mirati di tipo sociale, sanitario,
educativo e di inclusione sociale; attività di informazione e di sensibilizzazione per la
comunità locale; interventi finalizzati a garantire minori migranti in centri ricreativi e di
socializzazione in relazione al target; interventi finalizzati a realizzare negli eventi dei
singoli paese (feste patronali, eventi culturali, eventi ricreativi e sociali etc.), la
partecipazione anche dei popoli migranti con rappresentazioni culturali diverse,
determinando scambio, confronto e valore aggiunto; interventi di sensibilizzazione e di
raccordo con le diverse attività e le parrocchie, le scuole e i servizi del territorio
10.
Bacino di utenza
- Distrettuale
11.
12.
13.
X
Tipologia di utenza
Popolazione migrante con particolare (attenzione a fenomeni di possibile
xenofobia e
intolleranza ) rifugiati politici, donne e minori vittime di tratta, e persone in particolare
condizioni di indigenza.
Obiettivi del progetto
- inclusione sociale per la popolazione migrante
- tutela delle persone migranti richiedenti asilo
Tempi di attuazione (data inizio – data fine)
Giugno 2012
14.
Tipologia di strutture
Numero strutture
|_|_|_|
Tipologia struttura
- Gruppo appartamento
- Casa famiglia
- Comunità alloggio
- Comunità di pronta accoglienza
- Casa di riposo
- Casa albergo
- Strutture semiresidenziali (specificare __________________________)
- Altro (equipe itinerante)
X
Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |_|_|_|_|
15.
Numero utenti nel 2010
|/|_|_|_|
16.
Soggetto che gestisce
- Comune
- Convenzione con cooperative
- Convenzione con Associazioni di volontariato
- Altro (Consulta distrettuale per le Politiche migratorie)
17.
X
X
Utenza annuale prevista
|_|_|_|_|
Incidenza dell’un terzo sulla popolazione straniera del distretto e a ricaduta sull’intero
territorio.
18.
Personale coinvolto nel progetto
- Amministrativi
- Assistenti sociali
|_|_|_|
|_|_|_|
112
-
Sociologi
X |_|_|_|
Psicologi
|_|_|_|
Pedagogisti
|_|_|_|
Educatori professionali
X |_|_|_|
Operatori socio-sanitari
X |_|_|_|
Volontari
X |_|_|_|
Mediatori culturali e linguistici
X |_|_|_|
Altre figure (psicologo specializzato in tematiche etno-antropologiche,
operatori di strada, legali)
X |_|_|_|
19.
Sede della struttura e/o dell’attività
Le sedi verranno reperite nelle strutture pubbliche sociali o sanitarie del territorio per le
diverse attività previste dal progetto. Inoltre le attività sono da intendersi sul territorio dl
distretto: nelle piazze dei comuni, giardini, parrocchie, palestre, scuole etc.
20.
Liste di attesa
- No
X
per questo target non è quantificabile una lista d’attesa, ma sono
presenti dati circa la presenza di nuovi flussi di immigrazione,
presenza dall’agosto
2011 del CARA
21.
Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?
- Sì (specificare quali)
X
Inoltre l’Ufficio di Piano provvede alla programmazione, verifica e controllo, nella fase
preparatoria, nella verifica della sostenibilità del progetto, in itinere relativamente alla messa a
sistema e congruità degli interventi in relazione agli obiettivi a breve e medio termine e nella
fase ex post, per la valutazione finale del progetto verificando che tali risultati abbiano
consolidato processi di inclusione e definito ambiti di scambio nel tessuto sociale, garantendo
situazioni di possibile rischio.
22.
Esiste copartecipazione da parte degli utenti?
- No
X
23.
Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?
La ASL interviene nella gestione di tale progetto per gli interventi
che prevedono attività socio-sanitarie
113
24.
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi
Costo risorse umane
Finanziamento
regionale
€ 18.000,00
finanziamento ad hoc
Provinciale
Cofinanziamento
Comunale
Asl
Altro
Totale
finanziamento
Costo di funzionamento e
gestione
Costo di struttura e di
mantenimento
€ 18.000,00
Totale
€ 18.000,00
114
PIANO DIPENDENZE 2011
D.G.R. 202/2011 Riparto delle risorse per interventi finalizzati a contrastare le dipendenze da
droghe alcool e farmaci ai sensi dell’art. 127 del D.P.R. 9/10/1990 n. 309, come modificato
dalla L. 45 del 18/2 1999 – esercizio finanziario 2011 € 39.579,00.
Il presente piano è stato elaborato dall’Ufficio di Piano in collaborazione con SERT/ ASL RM/F3;
inoltre il percorso progettuale è stato elaborato attraverso la valutazione del precedente piano e la
rilevazione dei bisogni, formulata dagli stakeholder nei tavoli tematici per le tossicodipendenze.
Al fine di creare un continuum logico tra i servizi resi attraverso il Piano di zona (concetto di filiera)
ed ottimizzare le risorse distrettuali a disposizione, il piano per le dipendenze è gestito attraverso le
modalità organizzative distrettuali, ormai condivise e consolidate sul territorio.
In attuazione alle misure citate in oggetto, si è elaborato il seguente Piano d’interventi – anno 2011.
PROGETTO DI PREVENZIONE PRIMARIA E SECONDARIA A FAVORE DEI MINORI IN FASCIA
DI ETA’ ADOLESCENZIALE 12 – 17 ANNI
AREA: Prevenzione
Considerato il buon esito del progetto relativo alla prevenzione primaria del Piano dipendenza
allegati al PdZ attivato nello scorso anno, denominato “Giochiamo con la pubblicità”, si è rilevato il
bisogno diffuso tra i ragazzi di affrontare le tematiche che riguardano la decodifica delle proprie
emozioni, in relazione alla costruzione di idee e del sistema valoriale. Rispetto poi alla possibilità di
mettere in discussione i modelli culturali diffusi, il target minori e giovani sembra necessiti di
strumenti per sviluppare un positivo e propositivo senso critico, riuscendo a interpretare la
complessità della realtà che li riguarda.
Pertanto si rilancia l’idea di intervenire nelle scuole e/o nei diversi punti di aggregazione informale e
formale (es. centro di aggregazione minori – Polo Distrettuale, centri di aggregazione comunali del
territorio). Sulla base di una ricognizione capillare sui diversi comuni, l’idea progettuale riguarda
interventi spot realizzati in sinergia con le sopra citate realtà, al fine di garantire attività mirate di
prevenzione di primo livello.
Inoltre, per ciò che riguarda i fenomeni già presenti di devianza minorile, si propongono in
collaborazione con istituzioni del territorio, scuole, forza pubblica, polizia municipale, parrocchie,
interventi sistemici mirati, sia sui singoli episodi devianti, che sulla comunità locale, che assume a
sé funzione di monitoraggio e di accoglienza dei minori che abitano il territorio che sono portatori
di disagio sociale , in un’ottica di “comunità locale che educa e orienta”.
PROGETTO “SVILUPPA” – RETE PER LA GESTIONE DI PROGETTI D’INCLUSIONE SOCIALE
E LAVORATIVA DI SOGGETTI CON PREGRESSE PROBLEMATICHE DI DIPENDENZA
AREA TEMATICA: Inserimento sociale e lavorativo
Elaborazione e gestione di progetti personalizzati per l’inserimento/reinserimento lavorativo. Si
prevedono n. 5 inserimenti lavorativi, vista la riduzione dei fondi ad hoc e valutati i risultati delle
precedenti annualità, in termini di costi/benefici e di sostenibilità.
La rete già consolidata da anni costituita dall’ufficio di Piano, SERT ASL RMF 3, Servizi Sociali e
terzo settore, si occupa già da tempo con misure similari di reinserimenti sociali e lavorativi, rileva
che ad oggi esiste un target di utenza giovanile che abbisogna di essere orientata e reinserita
attraverso percorsi ad hoc nella vita della collettività e nel mondo del lavoro.
Gli interventi delle equipe multidisciplinari, in ordine a quanto sopra detto definiscono dei progetti
che prevedono una presa in carico differenziata e personalizzata e l’elaborazione di un contratto
terapeutico congiunto.
I suddetti progetti sono allegati al presente documento.
115
PROGETTO di prevenzione primaria e secondaria a favore dei minori in fascia di età
adolescenziale 12 – 17 anni.
•
nuovo progetto
•
Progetto da avviare nell’anno 2012
•
Il Progetto si incardina nei servizi di filiera rivolti ai minori e famiglie del Piano di
Zona e dà continuità a quanto realizzato con le azioni di prevenzione realizzate
nelle scuole nella scorsa annualità
•
Gli interventi del progetto prevedono attività e interventi sulla prevenzione primaria e
secondaria, mirati a modificare comportamenti di visione acritica del messaggi mediatici
e promozione di un atteggiamento attivo e consapevole da parte dei giovani, rispetto ai
media e ad internet. Interventi mirati a promuovere la rete della comunità locale in ordine
alle funzioni di controllo, di protezione ed educative che il territorio con le sue agenzie e
figure privilegiate deve assumere nei confronti dei propri minori, cittadini.
•
Macroarea
Minori e famiglie
•
Costo del progetto
Misura ad hoc € 16.246,00
•
Servizi/prestazioni erogati.
Per la prevenzione primaria: Gli interventi all’interno delle classi di 2° e 3° media inferiore
delle scuole del Distretto F3, prevedono attività che promuovono la visione critica dei
messaggi mediatici, sviluppando la consapevolezza di come la comunicazione mediatica ed
informatica sia in grado di influenzare le scelte dei ragazzi e determinarne comportamenti
standardizzati e talvolta devianti.
Sono inoltre previsti laboratori mirati alla creazione di videoclip di controinformazione, da
pubblicare su blog.
Per la prevenzione secondaria: costituzione di un’ equipe multidiciplinare che promuova,
attraverso azioni di sensibilizzazione delle comunità locali, nei quartieri, nei rioni, località etc.
dei singoli Comuni, la consapevolezza dell’importanza di assumersi, in prima persona, la
responsabilità di monitorare, orientare ed educare al senso civico ed ai comportamenti
“proattivi” i minori che abitano il territorio. Si cercherà pertanto di stimolare nelle comunità
locali un ruolo attivo e consapevole.
•
Tipologia di utenza
Minori in fascia di età 12 – 17 anni.
•
Obiettivi del progetto
Prevenzione primaria: promozione della salute e dello stato di benessere della fascia
giovanile. Promozione della capacità di comprendere l’influenza dei media e di internet,
promuovendo una cultura valoriale di responsabilità e di tutela verso se stessi e gli altri.
116
Prevenzione secondaria: attraverso una equipe multidisciplinare, azioni sistemiche sulla
comunità locale per sensibilizzare e restituire ruolo attivo alla stessa, per poter intervenire
su fenomeni di devianza e abuso di alcol e sostanze psicotrope, condividendo attività
educative, di orientamento, tutela e protezione dei minori che abitano il territorio.
•
Tempi di attuazione
Marzo 2012.
•
Tipologia di strutture
Tale servizio verrà realizzato presso le Scuole medie del distretto F3 e sul territorio dei 5
comuni.
• Numero utenti
I ragazzi che frequentano regolarmente le scuole secondarie, delle classi 2°
e 3° medie risultano essere complessivamente 1.638.
• Soggetto che gestisce
Il progetto verrà gestito da un ente reperito attraverso procedura di gara ad evidenza
pubblica.
L’Ufficio di Piano disporrà le linee programmatiche, realizzando interventi di monitoraggio e
la valutazione dell’efficienza e dell’efficacia del servizio, in collaborazione con il SERT ASL
RM/F3, stabilendo con l’organismo affidatario procedure e criteri per il monitoraggio dei
circuiti di qualità per la gestione del Centro.
• Utenza annuale prevista
Si prevede il coinvolgimento durante l’anno scolastico 2011 - 2012, delle 2° e
3° classi del distretto.
• Personale coinvolto nel progetto
Gestione - Personale qualificato ( educatori professionali, professionista
esperto nel settore pubblicitario e, in genere della comunicazione,
psicopedagogista) dell’organismo affidatario.
Valutazione e Verifica - personale Ufficio di Piano, ASL,
Servizi Sociali dei Comuni.
• Sede della struttura e/o dell’attività
Sedi scolastiche e realtà formali ed informali del Distretto.
• Liste di attesa
Non è prevista la lista d’attesa.
• Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati.
L’Ufficio di Piano, al fine di realizzare una programmazione trasversale e condivisa, chiederà
agli Enti gestori, inseriti nella filiera relativa al target “Minori e Famiglie”, di cooperare per una
buona riuscita del progetto.
Tra le azioni di sistema in itinere sono previsti:
Relazioni mensili scritte e riunioni di equipe e di supervisione settimanali,
per il monitoraggio del servizio;
Schede tecniche per il rilevamento dati, dei soggetti utenti del servizio.
Incontri periodici con gli Assistenti Sociali dei Comuni, Ufficio di Piano e
il SERT
117
•
Non c’è compartecipazione alla spesa da parte degli utenti
• Modalità di integrazione con la ASL
La Asl collabora con l’equipe operativa nella condivisione delle strategie da
attuare e nel monitoraggio del progetto in itinere
24. Tabella costi
Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti:
Fondo Specifico
Costo risorse
umane
Costo di
funzionamento
e gestione
Costo di
struttura e di
mantenimento
Totale
Cofinanziamento
Provinciale Comunale
Asl
Altro
Totale
finanziament
o
€ 14.246,00
€
2.000,00
€ 16.246,00
118
INTERVENTI DI INCLUSIONE SOCIO - LAVORATIVA RIVOLTA A PERSONE IN
SITUAZIONE DI DIPENDENZA, NELLA FASE FINALE DEL PERCORSO TERAPEUTICO
•
Non nuovo progetto
•
Il progetto trova le sue radici teoriche in precedenti esperienze di collaborazione tra i
Comuni, la ASL RM F, gli Enti del privato sociale, le imprese del territorio, i servizi per il
lavoro e gli enti di formazione, quali il progetto RELAIS (reti lavorative per le inclusioni
sociali) anno 2002, RELATIUM anno 2004-2005 e RELABOR anni 2007-2008. Gli elementi
cardine che hanno accomunato i progetti sopra citati possono essere così riepilogati:
messa in opera di inserimenti lavorativi evitando il ricorso solo a forme
assistenziali di inserimento/sussidio, attraverso il potenziamento delle risorse e
delle competenze del soggetto debole ed il collegamento degli inserimenti
lavorativi con le esigenze del sistema imprenditoriale;
creazione ed implementazione di reti integrate tra organismi sanitari, sociali,
formativi e del lavoro per la unificazione di metodi e strumenti in possesso di
tutti coloro che entrano nel processo di presa in carico di assistenza,
orientamento, formazione di inserimento di soggetti deboli.
Il Progetto dà continuità operativa alle attività condotte all’interno della ASL RM F dal progetto
RELABOR (fondi DPR 309/90) che ha visto la costituzione di un ampio parternariato tra la ASL
RMF, i 4 Distretti socio sanitari del territorio e relativi Piani di Zona e 8 Enti del privato sociale
impegnati da tempo nella prevenzione, cura e riabilitazione degli stati di dipendenza.
•
Le attività previste dal progetto sono:
g) Accoglienza e analisi della domanda
h) Orientamento (bilancio delle competenze formativo professionali del soggetto
richiedente)
i) Costruzione per eventuali percorsi formativi
j) Identificazione delle possibilità d’inserimento
k) Inserimento lavorativo
l) Accompagnamento al percorso lavorativo (tutoraggio)
• Liveas
Inserimento sociale e lavorativo
• Macroarea
Dipendenze ed esclusione sociale
• Costo del progetto
Il costo del progetto di “Inserimento lavorativo rivolto a persone in fase finale del percorso
terapeutico”, è pari a € 23.333,00 ed è soggetto in questo piano ad una forte riduzione dei
fondi.
• Servizi prestazioni erogati
- brokering sociale (collegamento con il mondo imprenditoriale, individuazione delle attività
occupazionali)
- individuazione dei soggetti da inserire
- orientamento individuale dei casi selezionati
- progettazione di eventuali corsi formativi
- inserimenti lavorativi di casi inviati e selezionati
- attività di tutoraggio
119
- implementazione e coordinamento della rete di tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti
• Bacino di utenza
Distrettuale
• Tipologia di utenza
Tossicodipendenti, alcolisti e poliassuntori, per i quali l’inserimento lavorativo costituisce
parte integrante del progetto terapeutico multidisciplinare:
a) con percorso ambulatoriale : - in remissione protratta completa
- in fase avanzata di trattamento (almeno un anno)
caratterizzata da inserimento in trattamento integrato,
assenza assunzione di sostanze psicotrope ed alcol da
almeno 6 mesi
b) con percorso residenziale/semiresidenziale:
- in remissione protratta completa
- in fase di reinserimento sociale/lavorativo dopo un
percorso di almeno un anno
• Obiettivi del progetto
- favorire l’inclusione socio lavorativa di persone con esperienze di tossicodipendenza
- supportare il percorso di crescita personale e di autonomia delle persone che stanno
affrontando un percorso di emancipazione dalla tossicodipendenza
- promuovere inserimenti lavorativi non assistenzialistici e temporanei
- promuovere percorsi di orientamento e formazione
- costruire ed implementare un sistema di rete che condivida metodologie e procedure di
lavoro fra tutti gli attori territoriali pubblici e privati coinvolti negli inserimenti lavorativi
- rilevare e monitorare i fabbisogni delle imprese del territorio
• Tempi di attuazione
Marzo 2012
• Tipologia di strutture
Sedi di lavoro idonee alle persone con i requisiti lavorativi richiesti
• Numero di utenti nel 2010
Sono stati realizzati n. 7 inserimenti lavorativi.
• Soggetto che gestisce
L’Ufficio di Piano congiuntamente al SERT del distretto F3, gestiranno l’avvio del progetto, il
suo monitoraggio e la sua valutazione in itinere, affidando la gestione operativa ai soggetti
del terzo settore che operino sul territorio e possano dimostrare una pluriennale esperienza
nel campo della cura, riabilitazione e reinserimento socio lavorativo di soggetti in stato di
dipendenza, come previsto da L. 328/2000.
• Utenza prevista
Si prevede l’inserimento lavorativo di 5 persone.
• Personale con funzioni gestionali operative:
Gestione - Personale qualificato dell’organismo affidatario, Valutazione e
Verifica - personale Ufficio di Piano, ASL , Servizi Sociali Comuni e gli stakeholder del tavolo
tematico sulle dipendenze.
120
• Sedi della struttura e/o delle attività
da designarsi in base al bando
• Liste di attesa
Presso i servizi sociali e del SERT, sono presenti alcune richieste di inserimento lavorativo di
soggetti del target di riferimento.
• Strumenti di monitoraggio e verifica
L’Ufficio di Piano congiuntamente al SERT della ASL svolge le seguenti funzioni:
- verifica periodicamente le attività
- verifica l’aderenza della gestione operativa con le linee guida del progetto
- verifica i risultati
Inoltre viene mantenuto il concetto di rete promuovendo momenti di condivisione
relativamente alle linee programmatiche e strategie condivise coordinate possibilmente a
livello sovradistrettuale.
• Compartecipazione alla spesa da parte degli utenti
Ad oggi non esiste compartecipazione di spesa da parte degli utenti, ma è stato avviato uno
studio di fattibilità sulla compartecipazione ai costi da parte dell’utenza, basato sulla
valutazione congiunta dei regolamenti dei cinque Comuni e sull’ indicatore ISEE, in
ottemperanza alla L. 328/2000
• Modalità di integrazione con la ASL
La ASL congiuntamente all’Ufficio di Piano e all’ente gestore elaborano linee e strategie di
intervento rispetto alle modalità e percorsi di inserimento lavorativo.
Gli utenti segnalati ai Servizi Sociali dei singoli comuni, ai servizi ASL/SERT e al medico di
base e all’Ufficio di Piano, da cui parte la presa in carico congiunta, vengono valutati attraverso
l’Unità valutativa costituita da (Servizi Sociali comunali, ASL e terzo settore), realizzando così
la valutazione multidimensionale dell’utente, che tenga conto di degli aspetti, clinici, autonomia
funzionale, psicologica, socio-economico, ambientale e relazionale. Tale valutazione è
finalizzata alla elaborazione di un bilancio di competenze finalizzato alla stesura del piano
individualizzato, mirato all’inserimento lavorativo.
•
Tabella dei costi
Fondo Specifico
Costi
inserimenti
lavorativi
Costo di
funzionamento
e gestione
Costo di
struttura e di
mantenimento
Totale
Cofinanziamento
Provinciale Comunale
Asl
Altro
Totale
finanzianz.
€ 23.333,00
€ 23.333,00