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1 PIANO DI ZONA 2011 15 OTTOBRE 2011 Accordo di Programma Distretto F3 Comune capofila: Bracciano (Provincia di Roma, Comuni di Anguillara S., Bracciano, Canale M., Manziana, Trevignano R. – ASL RM/F) Bracciano, 15 ottobre 2011 2 INDICE 1. Descrizione del territorio (geografica, urbanistica, produttiva, ecc.) 2. Descrizione del territorio dal punto di vista demografico 3. Quadro territoriale dei bisogni (specificare i disagi più acuti e gli squilibri nelle varie zone del Distretto e, successivamente, articolare i bisogni per macroaree. Per ogni tipologia di disagio indicare l’utenza potenziale e l’utenza effettiva) 4. Quadro generale dell’offerta dei servizi socio-assistenziali indicando dove e in che misura è stata operata una integrazione tra i comuni e le ASL 5. Obiettivi strategici del Piano di Zona e, successivamente, articolarli per macroaree. 6. Misure adottate per realizzare l’integrazione socio-sanitaria dei servizi 7. Modalità adottate finalizzate al coordinamento con gli altri organi dello Stato e con la pluralità dei soggetti locali 8. Strumenti di valutazione dei risultati raggiunti 9. Innovazioni organizzative, operative , gestionali e di sistema del Distretto F3 Piano di Zona 2011: Riepilogo dei progetti; quadro finanziario riassuntivo Elenco dei progetti 3 1. Descrizione del territorio (geografica, urbanistica, produttiva, ecc.) Il territorio del Distretto F3 si estende complessivamente per 304,31 Kmq (cfr. tabella seguente) e comprende cinque Comuni: Anguillara Sabazia, Bracciano, Canale Monterano, Manziana, Trevignano Romano. Esso presenta una configurazione geofisica regolare, in prevalenza collinare e a livello morfologico non ci sono fattori che comportino problematiche di isolamento o difficoltà di comunicazione. I comuni di Anguillara Sabazia, Bracciano e Trevignano Romano sono situati sulle rive del lago di Bracciano, mentre i comuni di Canale M. e Manziana sono situati a nord-ovest, verso il confine con la Provincia di Viterbo. Estensione territoriale dei Comuni del Distretto F3 (esclusa la superficie del lago che misura Kmq 57,00) COMUNI ESTENSIONE TERRITORIALE in Kmq Anguillara S. 74,91 Bracciano 142,51 Canale M. 37,89 Manziana 25,00 Trevignano R. 24,00 Totale superficie Distretto F3 304,31 Sul territorio sono presenti tre parchi naturali: Parco Naturale Regionale Bracciano- Martignano, Monumento Naturale della Caldara di Manziana e Parco Naturale di Monterano. Le principali vie di comunicazione locali e da/verso Roma e Viterbo sono: via Cassia, via Cassia Veientana, Settevene – Palo, Braccianese – Claudia, via Anguillarese. Esse hanno una viabilità media, comunque inadeguata a sostenere il traffico locale, commerciale e turistico, che negli ultimi anni ha subito un significativo incremento, dovuto ad uno sviluppo del settore immobiliare piuttosto evidente ed al seguente flusso di nuovi residenti (cfr. fenomeno pendolarismo). Ad esclusione della Cassia Veientana, che sostiene adeguatamente tutto il traffico, compreso quello di automezzi pesanti, la rete viaria è insufficiente ai bisogni del territorio e necessita di un riassetto sistematico e radicale. La rete ferroviaria Roma – Viterbo garantisce un adeguato servizio di trasporto all’utenza di tre paesi del Distretto (Anguillara S., Bracciano e Manziana); Canale M. e Trevignano R. dispongono di servizio navetta per raggiungere le stazioni, nelle fasce orarie principali; tuttavia l’esponenziale aumento dei passeggeri ha sollecitato la modifica del tratto, facendone prevedere il raddoppio in tempi brevi. E’ attivo un servizio di autobus COTRAL che, oltre ad essere insufficiente a coprire il fabbisogno della popolazione del Distretto, incontra alle porte di Roma le difficoltà legate al traffico su gomma, con conseguenti disagi per i viaggiatori. L’economia locale si basa prevalentemente su: - commercio e turismo - edilizia - agricoltura. La dinamica del settore edilizio e dei conseguenti investimenti finanziari è in espansione, dovuta alla buona domanda di case per vacanze e al nascente fenomeno di nuovi residenti provenienti da Roma, che hanno dato vita ad un consistente fenomeno di pendolarismo (cfr. dati popolazione); tutto ciò è stato favorito dall’accessibilità del mercato immobiliare rispetto alla capitale, sia per l’acquisto che per l’affitto degli immobili. Altra risorsa in via di consolidamento è quella rappresentata dalla piccola imprenditoria, a carattere familiare, che riguarda soprattutto i servizi nell’ambito del turismo e della ristorazione (14% hotel, ristoranti e bar – dato I.S.I.); si tratta di settori che hanno per tradizione rappresentato una importante voce dell’economia locale, che incidono in modo stabile e significativo nel tessuto economico, e che necessitano sempre di più da un lato di competenza imprenditoriale e dall’altro di infrastrutture e di interventi pubblici a sostegno. Negli ultimi anni le 4 amministrazioni locali hanno dunque promosso una serie di iniziative a favore dell’accoglienza turistica specializzata, anche in considerazione dell’elemento di richiamo rappresentato dalla presenza dei parchi naturali e della opportunità di balneazione offerta dal lago; inoltre è stata attivata sul territorio una divulgazione capillare delle opportunità offerte dalla formazione regionale e per l’imprenditoria, soprattutto giovanile e femminile. Anche il commercio, pur seguendo le flessioni nazionali, attraversa una fase di diversificazione ed ampliamento, con l’apertura di nuovi esercizi e offerta specializzata, potenzialmente concorrenziale con quella della capitale. Il tradizionale settore dell’ agricoltura risulta stabile, anche se è cambiata la qualità dell’attività poiché negli ultimi anni si è assistito ad una innovazione delle tecniche colturali e ad una diversificazione della produzione, che sta segnalando alcuni risultati positivi. Il settore della pesca risulta essere in contrazione. 2. Descrizione del territorio dal punto di vista demografico La popolazione residente del Distretto F3 risulta essere di 55263 abitanti (dati forniti dai Servizi anagrafici dei cinque Comuni al 31.12.2010), ripartita per comune e per fasce d’età, secondo le seguenti tabelle: Popolazione residente per comune – Dati al 31/12/2010 COMUNE TOTALE Anguillara Sabazia 19018 Bracciano 18889 Canale Monterano 3966 Manziana 7457 Trevignano Romano 5933 Popolazione residente Distretto F3 55263 INDICE % 34,41 34,18 7,18 13,49 10,74 100 Si rileva un significativo aumento di popolazione, confrontando i dati relativi all’anno 31.12.2009, si tratta di + 1476 residenti in più nell’anno di cui: + 405 Anguillara S. + 295 Bracciano + 58 Canale M. + 682 Manziana + 36 Trevignano R. Pertanto valutando il trend di crescita di ciascun paese nel periodo 2001 – 2010 si evidenziano delle significative percentuali, così come riportato qui di seguito dati rilevati da sito comuni_italiani.it: Anguillara S. + 32,5% Bracciano + 38,9% Canale M. + 19,1% Manziana + 18,7% Trevignano R. + 29% Anguillara S. Bracciano Canale M. Manziana Trevignano R. Totale Popolazione residente per classi d’età 0-14 15-64 65 e oltre 2934 13061 3023 2900 12707 3282 567 2641 758 1013 4995 1449 832 4003 1098 8246 37407 9610 totale 19018 18889 3966 7457 5933 55263 5 Per ciò che concerne le percentuali per fasce d’età esse sono: il 14,92% (0-14 anni) il 67,69% (14-64 anni) ed il 17,39 (65 e oltre). Famiglie per numero di componenti n. Anguillara S. Bracciano comp. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 2305 1636 1564 1399 392 110 54 10 5 3 / / 7478 Anguillara S. Bracciano Canale M. Manziana Trevignano R. 2516 2053 1672 1282 348 104 24 5 4 / / 1 8009 Canale M. Manziana Trevignano R. n. famiglie 633 423 334 294 68 18 1 2 / / / / 1773 1177 827 592 460 113 28 13 3 / / / / 3213 1308 720 528 371 89 20 5 / / / / / 3041 Popolazione straniera residente per classi d’età 0-14 15-64 65 oltre 252 1570 46 338 1953 69 35 218 13 108 563 23 733 4304 151 Totale 7939 5659 4690 3806 1010 280 97 20 9 3 1 23514 Totale 1868 2360 266 694 5188 3. Quadro territoriale dei bisogni Sotto il profilo sociale e demografico, l’insieme dei bisogni è fortemente influenzato dalla tipologia sui generis del territorio, in termini di risorse ed opportunità occupazionali, di offerta di interventi /servizi alla persona che, unitamente a modelli culturali in rapida ed intensa trasformazione, ne determinano la varietà e l’intensità. Come già citato, si tratta di un Distretto mediamente esteso, con due centri (Bracciano ed Anguillara Sabazia) che rappresentano i poli di attrazione delle attività economiche e produttive della zona ed accolgono le sedi della maggior parte dei servizi in dotazione; gli altri tre paesi (Canale Monterano, Manziana e Trevignano Romano) che nel corso degli anni hanno attivato nuovi circuiti in ambito turistico e di accoglienza, presentano delle connotazioni tipiche dell’economia turistica. Per contro, esiste su tutto il distretto una significativa dispersione di popolazione che vive in campagna o in situazioni abitative comunque isolate e lontane dalle infrastrutture (cfr. cap. 1), con caratteri socio-economici ascrivibili ad una residuale economia agricola di sussistenza. Si assiste inoltre ad una intensa mobilità di persone sul territorio e verso Roma con una crescente domanda di servizi, sia in termini di trasporti e viabilità sia in termini socio- sanitari. Per ciò che concerne la fruizione di servizi/interventi socio – sanitari molto forte è la richiesta di decentramento e di incremento, a favore di quelle fasce di popolazione che di fatto quotidianamente risiedono sul territorio. Questo dato assume particolare rilevanza in considerazione del fatto che gran parte della popolazione attiva, capace di risorse proprie e/o di gruppo, svolge la propria attività lavorativa nella capitale o comunque vive la quotidianità fuori 6 del distretto (cfr. fenomeno pendolarismo); ciò significa che sono penalizzati nell’accesso ai servizi proprio coloro che più ne necessitano, cioè le fasce più deboli della popolazione che, a livello sociologico, sono connotate principalmente da scarse risorse, difficoltà di autonomia e mobilità, come ad esempio gli anziani. Emerge inoltre il problema, di portata regionale, che riguarda le differenti velocità a cui viaggiano la domanda e l’offerta di servizi/interventi socio sanitari pubblici; proprio al fine di arginare questo fenomeno, si stanno concretizzando sul distretto F3 alcune azioni, per la realizzazione di interventi di rete che siano in grado di raggiungere la popolazione, in una strategia capillare che prescinda dalla vicinanza o meno alle strutture tradizionalmente preposte, con eguali standard di prestazione in termini di tempi e qualità. La forbice tra i bisogni e le risposte è, ad oggi, ancora molto ampia, soprattutto per ciò che riguarda la fruizione delle prestazioni socio-sanitarie in genere ed in particolare quelle domiciliari e riabilitative; da un punto di vista sociale si rileva una ampia necessità di tutti gli interventi a carattere preventivo. In ambito sociale le problematiche più evidenti, con una distribuzione abbastanza omogenea su tutto il distretto, sono quelle legate alla promozione della qualità della vita degli anziani, spesso al limite dei bisogni primari - il disagio diffuso nei minori e nei giovani, con la conseguente necessità di supportare le famiglie, a diversi livelli d’intervento, nel compito educativo e formativo - l’inserimento sociale e lavorativo dei soggetti svantaggiati, o meglio non “sufficientemente avvantaggiati”. A livello economico si rileva inoltre una evidente sperequazione economica che funge da spartiacque tra un’ampia fascia di popolazione produttiva con redditi medio-alti, composta in prevalenza da liberi professionisti, sia originari della zona che nuovi residenti, piccoli imprenditori, proprietari di terreni ed immobili ed una fascia composta di povertà economiche vecchie e nuove, ambedue di livello critico, rappresentate da coloro che sono espulsi e da coloro che non riescono ad entrare nei circuiti produttivi locali piuttosto esigui e selettivi; il fenomeno è evidente nei tre paesi più piccoli, mentre la cosiddetta middle-class, composta in maggioranza di impiegati pubblici e piccoli commercianti, è più presente nei due centri di Bracciano ed Anguillara S., essendo lì concentrati i servizi ed i pubblici uffici. Ciò significa in termini sociali la coesistenza di stili di vita molto diversi, spesso opposti, che negli ultimi anni ha generato un tessuto culturale e sociale originale. Quanto fin qui esposto sembra non discostarsi molto dalle problematiche relative a numerosi distretti della provincia di Roma in genere, e non assumere una criticità evidente, considerata anche la posizione piuttosto bassa che il distretto F3 occupa nella graduatoria dei distretti laziali, per intensità del disagio socio-economico (cfr.”La povertà nel Lazio - Censis - Regione Lazio - 2002”); tuttavia è proprio il significativo scarto dalla media degli indicatori socioeconomici estremi, con il manifestarsi, ad esempio, di forme estreme di povertà, che sottolinea le criticità e le problematiche urgenti del territorio. Il quadro sociale d’insieme assume un particolare significato sociologico se si analizzano gli effetti dei pattern, cosiddetti di innesto, sui temi culturali originali condivisi sul territorio e come alcuni di essi abbiano dato vita recentemente a veri e propri equilibratori sociali, quali ad esempio quelli inerenti la coesione e la partecipazione sociale, mentre altri abbiano evidenziato ed acuito la conflittualità ed il ricorso al alcune forme di espulsione sociale. A tal proposito avendo intervistato alcuni testimoni privilegiati e considerato quanto emerso da alcune affermazioni dell’utenza afferita ai servizi sociali, si sono evidenziati alcuni profili culturali presenti nel Distretto F3 molto frammentati, rappresentati dai seguenti modelli di orientamento *: a. Sono valorizzati e condivisi i temi riguardanti le capacità e le competenze personali e professionali, si ha fiducia nella pubblica amministrazione e nella legalità, si pratica il volontariato e le altre forme di cittadinanza attiva formalizzate; si hanno competenze nell’educazione dei figli, ma si entra in crisi dalla fase della preadolescenza in poi. 7 b. Sono condivisi i valori della famiglia, anche allargata, del clan e delle radici, si è disorientati e/o sfiduciati nei confronti della pubblica amministrazione, tuttavia si ha fiducia nel singolo personaggio pubblico, si praticano modelli informali di solidarietà e coesione di gruppo; si assolve ad una educazione piuttosto convenzionale dei figli, con serie difficoltà di comunicazione a partire dalla preadolescenza. c. E’ presente una cultura, definibile giovanile, che abbraccia una fascia d’età molto ampia, dalla adolescenza a fino oltre i trenta anni; essa è connotata da scarsa conoscenza ed aderenza alla realtà, presenza di valori individualistici ed utilitaristici, non accettazione del mondo adulto; tuttavia sono presenti delle latenti istanze aggregative ed ultimamente sono emergenti alcune iniziative di partecipazione sociale. d. Esiste una subcultura sovra-generazionale degli esclusi e/o di coloro che sono a rischio di marginalizzazione; è espressa nella sfiducia nelle istituzioni pubbliche e nei servizi, vive un forte pregiudizio di ritorno, ammette talvolta comportamenti trasgressivi a fini utilitaristici; vive significative difficoltà nel crescere ed educare i figli. La breve descrizione fin qui esposta non è certamente esaustiva dei temi culturali condivisi sul territorio, né rappresenta tutte le culture e subculture che convivono e si mescolano con grande rapidità, tuttavia è una sintetica rappresentazione dei principali profili culturali che ispirano la percezione sociale della popolazione del Distretto F3. Sembra importante notare che tre su quattro di questi gruppi abbiano necessità di ritrovare e/o migliorare il rapporto di fiducia nella pratica della cittadinanza e di attivarsi in concrete forme di partecipazione civile che, se adeguatamente supportate e promosse, potrebbero funzionare da volano per un rapporto più proficuo e collaborativo tra cittadini ed istituzioni. Inoltre in tutti i gruppi è presente un marcato gap generazionale, sottolineato da reciproca squalifica e problemi di comunicazione, che vanno ben al di là delle fisiologiche e temporanee crisi di passaggio; da tutto ciò deriva la necessità che tale problematica vada affrontata con iniziative rivolte ai minori ed ai giovani in tutti gli ambiti che li riguardano: famiglia, scuola, tempo libero, orientamento e formazione lavorativi. Qui di seguito si analizzano nello specifico i disagi ed i bisogni espliciti e sommersi delle fasce di popolazione più a rischio. In considerazione del fatto che il contesto sociale del territorio sta subendo il rapido cambiamento descritto, si osserva che alcune situazioni multiproblematiche non sono più ascrivibili ad uno specifico target ed è quindi difficoltoso e riduttivo individuare risposte soltanto attraverso i progetti finora attuati; si osserva inoltre che, a causa i fenomeni socio-economici noti, spesso il limite tra stato di bisogno in senso lato e marginalità è diventato estremamente labile e legato alla possibilità che le istituzioni hanno di intervenire in tempo reale con interventi sociali significativi, attivando tutte le risorse pubbliche e private locali. Il presente piano fin dal 2008 tende dunque ad evolvere, attraverso la prassi di lavoro di rete già avviata, verso la programmazione di interventi per traguardi/azioni che prevedono il passaggio dal binomio “target - progetto” al concetto di target trasversali che fruiscano, in tempo reale e per un tempo determinato di servizi/interventi mirati. In primis è stata avviata una rilettura critica delle esperienze territoriali fin qui fatte e della gestione del sistema dei progetti/servizi socio/assistenziali distrettuali, per promuovere un processo di cambiamento che renda gli interventi sempre più rispondenti ai bisogni rilevati. Tale valutazione, operata partendo dall’apporto degli stakeholder per ciascuna area tematica, ha evidenziato alcuni limiti dell’operare in chiave prevalentemente riparativa e di riduzione del danno; è dunque necessario in un’ ottica di politica sociale integrata, orientare la prassi dal 8 concetto di “target specifico da assistere” a quello di “contesto problematico” su cui attivare la rete dei servizi. E’ stata dunque elaborata una ipotesi teorica che definisca tre macroaree d’intervento in base all’azione strutturale da mettere in atto “qui ed ora”, quando essa interseca il bisogno: prevenzione, sostegno/assistenza, inclusione sociale e lavorativo. *Nota: la presente rappresentazione per gruppi è stata elaborata su un modello di analisi del contesto locale condotta dal dipartimento D3D della ASL di Frosinone e l’Università di Roma 1999 – 2000 3.a Area Minori e Famiglia L’area che rappresenta i bisogni relativi ai minori ed alla famiglia è connotata da una esplicita necessità di supportarne principalmente la comunicazione e tutti quei temi riguardanti la relazione all’interno del nucleo. Si riportano qui di seguito i dati relativi alle attività di consultorio ASL RMF3 al 31.12.2010 nelle sedi di Anguillara S., Manziana e Bracciano. Tali dati rappresentano solo parzialmente il livello della domanda in termini sia di consulenza che di presa in carico sul tema delle relazioni familiari e la genitorialità. Dati relativi alle attività di consulenza psico-sociale consultori ASL RMF3 Consulenze Integrazione Tribunale minori Spazio giovani psico-sociali * socio-sanitaria Cons. Anguillara 444 di cui 68 34 di cui 17 15 / stranieri stranieri Cons. Bracciano 185 di cui 20 87 di cui 8 6 di cui 2 275 di cui 112 stranieri stranieri stranieri stranieri Cons. Manziana 178 di cui 4 49 di cui 1 / / stranieri straniero Totale 807 170 6 290 * si è considerato, ai fini riassuntivi, nella dicitura “consulenze psico-sociali” la consulenza psicologica quella sociale e le prestazioni di psicoterapia. Esiste una forte domanda da parte delle famiglie a ricevere informazione/formazione sulle varie fasi di crescita dei figli e sulle tematiche legate soprattutto alla preadolescenza ed alla adolescenza (cfr. modelli di orientamento); inoltre è urgente una attenta divulgazione territoriale, in termini preventivi e non allarmistici, di informazione sulle principali problematiche del disagio minorile e giovanile. Va inoltre considerato il fatto che spesso una famiglia che deve affrontare una situazione di crisi, sia legata al ruolo genitoriale che coniugale, ha difficoltà ad esplicitare le proprie istanze di ascolto, nella tradizionale convinzione che vuole che “i panni sporchi si lavino in famiglia”; questo pregiudizio sfortunatamente non tiene in considerazione il fatto che non è necessariamente l’inadeguatezza del singolo nucleo ai suoi compiti, ma la complessità della realtà attuale, che richiede sempre più il confronto ed la partecipazione attraverso forme integrate di sostegno. A tal proposito è irrinunciabile garantire una risposta sempre più ampia attraverso opportunità di fruizione di interventi/servizi di rete, con prerogative di : competenza specifica, capacità di presa in carico, facilità di accesso. Una capillare promozione del servizio “Sportello Famiglia” ha permesso, nell’ultimo anno e mezzo, ha permesso di raggiungere un target numericamente importante, gettando le basi della rete territoriale a sostegno della famiglia, i cui punti nodali sono costituiti dai servizi (Servizi sociali, consultorio ASL ecc.). A questo punto risulta necessario potenziare il lavoro svolto in 9 questo senso, coinvolgendo maggiormente i referenti delle scuole e moltiplicando i momenti di confronto e consulenza con le famiglie. Utenza in carico Sportello Famiglia al 31.12.2010 Comune di appartenenza Anguillara S. Bracciano Canale Monteranno Manziana Trevignano R. Utenti residenti fuori distretto Totale Numero utenti 36 54 15 9 21 8 143 Una realtà sempre più presente è quella dei nuclei monoparentali, in cui la madre deve provvedere al sostentamento del nucleo e contemporaneamente adempiere al ruolo genitoriale da sola; ciò implica, opportunità di lavoro certe ed con orario adeguato e presuppone l’esistenza di strutture per minori, soprattutto in età non scolare, che sul territorio di fatto non esistono. Per ciò che concerne i minori nella fascia d’età da 0 a 6 anni, la maggior parte di essi vive una realtà di crescita serena e con opportunità di svolgere diversificate attività ricreative, sportive e di intrattenimento. Il tessuto sociale dei paesi è accogliente e protettivo nei confronti dei piccoli minori, in un concetto non formale di rete affettiva, favorendo inoltre l’integrazione dei minori stranieri. Tuttavia si riscontrano, a partire dal primo ciclo scolastico, sempre più frequenti episodi di bullismo e di sopraffazione, che sono monitorati e trattati in ambito scolastico ed extrascolastico (centri di aggregazione per minori) , anche in partnership con il privato sociale e le associazioni, attraverso specifici progetti attivati. A partire dalla preadolescenza invece, come già citato, si cominciano a rilevare diffuse problematiche relative all’identità di genere, all’appartenenza al gruppo ed alla relazione con gli altri membri della famiglia; si deve chiarificare che esse ascrivono ad una “fatica di crescere” tipica di questa età di passaggio, ma anche ad una forte ed esplicita necessità di modelli educativi di riferimento certi ed adeguati, portatori di valori positivi e significativi. I minori adolescenti presentano caratteristiche simili a quelle dei coetanei che abitano gli altri distretti laziali: sono conformisti e si danno ruoli e regole severe nel gruppo di riferimento, al limite del settarismo, pur seguendo modelli di comportamento velleitari ed utilitaristici; hanno difficoltà nella relazione con gli adulti di riferimento, sia genitori che insegnanti, sono disorientati nelle relazioni tra pari e con l’altro sesso. E’ molto diffusa la cultura dello “sballo leggero” con il consumo di hashish e marijuana, in genere senza la percezione della trasgressione; molto diffusi l’uso e l’abuso di alcool, che viene tollerato anche dalle famiglie, per motivi legati sia alla tradizione locale che alla pubblicizzazione dei mass-media, che lo inserisce in uno stile di vita desiderabile. Una fascia del target fa uso di sostanze psicotrope sintetiche e/o cocaina, ma in genere saltuariamente e per periodi brevi. Sono rilevanti nel target femminile minorile i disturbi dell’alimentazione. A fronte di un scenario così critico, un dato positivo su cui poter basare un piano d’intervento sostanziale, è la crescente consapevolezza dei minori riguardo le proprie difficoltà nel processo di crescita ed una conseguente ricerca di spazi di ascolto e di adulti competenti di riferimento; sia si tratti di “crisi di passaggio” sia di problematiche più complesse, c’è disponibilità ad accettare supporto, una volta entrati in una sana relazione di fiducia (questo quadro è stato rilevato intervistando insegnanti, operatori sociali ASL e del terzo settore, referenti C.I.C.). In conclusione, a fronte di quanto fin qui esposto, sembra necessario un piano d’intervento organico e di rete che, lungi dal “pazientizzare” famiglie e minori, fornisca risposte adeguate a 10 difficoltà che esistono da tempo nella realtà nazionale, agendo con lucidità in un’ottica preventiva e di supporto. Significativo è infine il dato (esposto nella seguente tabella) dei minori assistiti a vario titolo dai servizi sociali comunali: esso sintetizza un disagio familiare spiccato, in considerazione del fatto che esso rappresenta soltanto l’emerso di una realtà critica ben più ampia. Minori assistiti a vario titolo dal servizio sociale comunale MINORI ASSISTITI NEI COMUNI Anguillara Bracciano Canale M. Manziana Trevignano R. Per Provvedimenti Del 41 0 4 19 2 Tribunale dei minori In Affidam. Al Serv. Soc. su 15 8 1 7 1 disposiz. dell’Autorità Giud. Minori collocati in strutture 3 2 0 2 1 Educative Minori sottoposti a provved. 4 6 1 0 2 Del Giudice Tutelare Affidamenti familiari Per assistenza economica Per esoneri contributi scolastici 4 1 0 1 2 207 46 2 8 12 100 81 40 40 60 I Servizi sociali dei cinque Comuni segnalano che il puro dato numerico rilevato non “fotografa” a pieno la realtà inerente quelle famiglie multiproblematiche, che molto spesso presentano gravi carenze nella capacità genitoriale, tali da indicare l’allontanamento (temporaneo o definitivo) del minore dal nucleo; a fronte di ciò il territorio ha aderito al progetto di polo interdistrettuale F3 F4 per l’affidamento familiare, promosso dalla Provincia di Roma, al fine di promuoverne la cultura sul territorio e offrire attraverso questo istituto una valida risorsa. I dati dunque sono necessariamente sottostimati rispetto alla totale casistica epidemiologica ed inoltre si evidenzia che non sono inclusi nella casistica i minori con diagnosi di disturbo specifico di apprendimento e le situazioni di disagio/difficoltà minorile dovute a diverse cause, in carico comunque al servizio; esiste ad esempio una ampia casistica senza certificazione, per vari motivi, comunque in carico al servizio. ( Dati DMI TSMREE ASL RM/F3) 11 Tabella Minori assistiti dal servizio T.S.M.R.E.E. – ASL RM/F Distretto F3 dati al 31.12.2010 borderline cognitivo ritardo psicomotorio disturbo generalizzato di sviluppo ritardo mentale lieve ritardo mentale medio ritardo mentale grave disturbo specifico di linguaggio disturbo specifico di apprendimento disturbi della sfera emozionale sindrome ipercinetica paralisi cerebrale infantile sindrome di Down deficit sensoriale udito deficit sensoriale vista altri disturbi neurologici TOTALE ANGUILLARA BRACCIANO CANALE MANZIANA TREVIGNANO TOTALE 9 8 1 3 21 7 9 1 1 18 5 5 6 1 17 14 10 15 3 42 2 2 4 0 8 1 0 0 0 1 39 37 12 11 99 39 41 24 7 111 45 39 25 18 127 21 15 4 1 41 8 4 0 1 13 4 4 0 1 9 4 4 1 0 9 0 4 1 0 5 5 7 1 0 13 203 189 95 47 534 * I dati su Bracciano sono comprensivi dei minori residenti nel comune e dei frequentanti le scuole medie superiori di Bracciano. ** I dati sono pervenuti così accorpati dal T.S.M.R.E.E. 3.b Area Anziani Una criticità piuttosto emergente si deve alla condizione degli anziani, soprattutto di quelli che abitano nelle campagne e/o in situazioni di isolamento; infatti, se nella realtà dei paesi del Distretto F3 risulta essere molto attiva la rete parentale allargata e quella amicale (massimamente nei tre centri più piccoli) e quindi la condizione degli anziani trova supporto, nelle situazioni di dispersione abitativa è sempre più frequente che la quotidianità dell’anziano entri in crisi e ne sia subito compromessa l’autonomia , per mancanza di supporti minimi ed essenziali; ad una causa facilmente sanabile in presenza di rete, corrispondono così invece degli effetti esponenziali, che inficiano la qualità della vita e possono porla addirittura a rischio. Al fine di sopperire a questa istanza urgente è fondamentale implementare i servizi/interventi di assistenza domiciliare ed in centro, atti a sostenere le capacità residue e la permanenza dell’anziano presso il proprio domicilio. 12 Ciò presuppone anche una intensificazione della rete di rilevazione socio-sanitaria integrata dei bisogni individuali, che permetta di concretizzare interventi efficaci in tempo reale. A tal proposito è necessario, sul modello delle unità valutative congiunte già praticato sul territorio, attivare procedure analoghe per il target anziani. Inoltre, essendo presente sul territorio l’Ospedale Padre Pio è necessario creare un canale di accoglienza sociale in tutte le fasi dell’ospedalizzazione rivolto alle fragilità sociali, in primis dunque agli anziani che spesso presentano deterioramento cognitivo. Proprio in questa ottica, si è rilevata una ulteriore emergenza, data da un forte aumento nella fascia anziani, di pazienti affetti da morbo di Alzheimer (dato 2004 ASL RM/F Progetto Kronos: 170 pazienti seguiti, dato 2003: 120 pazienti); pertanto, attraverso un progetto pilota attivato a livello distrettuale nel 2003 (Progetto Alzheimer) si sta dando una significativa risposta a questa tipologia di utenza che risiede presso il proprio domicilio, attraverso un intervento di assistenza domiciliare ad hoc ed un servizio di centro per le situazioni di grado lieve e moderato. Visto il positivo riscontro di tale iniziativa si è pensato dunque di ampliare il target, inserendovi anche anziani con deterioramento cognitivo di varia origine. Anche l’intervento avviato sul territorio di casa famiglia per anziani autosufficienti e fragilità sociali, con un supporto di accoglienza, sembra essere una ipotesi praticabile e riproducibile, poiché non sradica l’anziano dal territorio e non lo destina anzitempo all’ingresso in strutture sanitarie e/o assistenziali; pertanto si è deciso dal 2008 di ampliare il target anche a pazienti psichiatrici anziani compensati, attivando procedure di valutazione e di sostegno del progetto condivise in ambito socio-sanitario ed alle sempre più diffuse problematiche di fragilità sociali varie (Ufficio di Piano, DSM, Servizi sociali Comuni). 3.c Persone con disabilità e Salute mentale Nel territorio del Distretto F3 si può rilevare un buon grado di integrazione sociale delle persone con disabilità (con handicap psico-fisico di vario grado), in parte dovuto alle strategie delle amministrazioni locali che da anni favoriscono le iniziative in questo ambito, dall’altro alla competenza del terzo settore (cooperative ed associazioni) nel promuovere una cultura della diversa abilità, in una chiave molto innovativa di partecipazione sociale. Pertanto negli ultimi due anni si è aperto un ampio dibattito sulla qualità della vita delle persone con disabilità e sulle reali possibilità di fruizione di servizi offerti sul territorio, che ha trovato una sede istituzionale nel relativo tavolo tematico; dopo ampia trattazione in merito, si è resa dunque indispensabile una ricognizione qualitativa-quantitativa, che comprendesse una ricerca specifica su tale universo partendo dalla rilevazione dei dati in possesso dei Servizi Sociali di ciascun Comune e quelli dei servizi sanitari di competenza (CAD, TSMREE). Le tabelle che seguono sono un primo approccio della ricerca in itinere, che ad oggi mette in luce le criticità relative all’ambito della disabilità: - la rappresentatività numerica molto elevata del target – la complessità dell’universo analizzato, in relazione alle variabili di riferimento (gravità della patologia, età, situazione socio-ambientale presenza di rete ecc.). Ne consegue la necessità di studiare e mettere in atto strategie differenziate che prevedano una gamma di servizi/interventi. I dati (forniti dal CAD Distretto F3) sono relativi a pazienti in carico nell’anno 2010 e sono 1328. COMUNE Anguillara S. Bracciano Canale M. Manziana Trevignano R. UOMINI 91 95 24 89 45 DONNE 282 280 82 191 149 TOTALE 373 375 106 280 194 1328 13 Per ciò che concerne Adulti e minori con disabilità in carico ai Comuni del Distretto: COMUNE ADULTI Anguillara S. 18 Bracciano 40 Canale M. 7 Manziana 30 Trevignano R. 10 TOTALE 105 MINORI 24 26 3 12 5 70 A fronte di quanto evidenziato rimane un elemento imprescindibile la progettazione e l’attuazione di procedure integrate socio-sanitarie per l’elaborazione dei P.A.I. (Piano di assistenza individualizzato), al fine di rispondere in modo mirato alle singole istanze dei cittadini con disabilità e, contemporaneamente, operare una precisa valutazione delle risorse economiche e strutturali necessarie. In attesa della attuazione del competente servizio per persone disabili adulte della ASL RM/F, in un’ottica di integrazione socio-sanitaria, sono state istituite unità valutative multidimensionali congiunte rivolte a questo target, così come per gli anziani, di cui gli operatori hanno già sperimentato alcune buone prassi. Inoltre si rileva la forte necessità di dotare il Distretto F3 di un presidio sanitario locale per la riabilitazione; infine, risulta primario dal tavolo tematico, il bisogno di dare continuità ai soggiorni estivi per persone con disabilità sperimentati quest’anno, (DGR 501/01), sottolineando la valenza formativa dell’esperienza. In relazione all’utenza psichiatrica e, più generalmente alla tutela della salute mentale, esistono due criticità evidenti, una rappresentata, contrariamente a ciò che avviene per l’handicap, dal pregiudizio diffuso verso questa tipologia di disagio, l’altra dal significativo incremento del target, dovuto anche dall’aumento globale della popolazione del Distretto. Se per contrastare le diverse forme di preclusione sono in atto strategie sociali ad hoc (es. Progetto Integrazione disabili mentali lievi – CDR F3 DSM) ed una stretta collaborazione con la Consulta dipartimentale per la salute mentale, per sostenere il cospicuo aumento del target le scelte da operare sono sicuramente strutturali. Dati epidemiologici rilevati dal NUVEQ del DSM relativi al C.S.M. F3 01.01.201031.12.2010. Utenti prevalenti = 783 Utenti incidenti = 551 La suddivisione per gruppi nosografici è: - Psicosi schizofreniche e schizoaffettive 158 - psicosi affettive 138 - disturbi di personalità 39 - disturbi d’ansia e umore 310 - demenze e ritardo mentale 60 - non psichici 4 Dati forniti dal NUVEQ DEL DSM in riferimento al Distretto F3 14 Il centro Diurno Riabilitativo F3 del Dipartimento di Salute mentale, nell’anno 2010, ha avuto in carico 42 utenti, che hanno frequentato le attività organizzate per 2.519 volte. COMUNE DI RESIDENZA COMUNE UTENTI PERCENTUALE Anguillara S. 7 16,67% Bracciano 21 50% Canale M. 3 7,14% Manziana 7 16,67% Trevignano R. 4 9,52% Totale 42 100% FASCE D’ETA’ 18-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni 55-64 anni Oltre 65 anni UTENZA DIVISA PER FASCE DI ETA’ Utenti 3 4 12 14 5 4 Totale 42 Percentuale 7,14% 9,52% 28,58% 33,34 % 11,9% 9,52% 100% 3.d Area disagio ed esclusione sociale Come già citato, il disagio generalizzato ed il rischio di esclusione sociale sono legate a concause che ascrivono ad un concetto di povertà allargato che non riguarda soltanto l’aspetto economico, ma forse maggiormente una deprivazione culturale ed affettiva che finisce negli anni per esitare nella marginalità sociale. E’ importante notare come nell’area del disagio derivante dalla disoccupazione o comunque da una occupazione precaria e /o saltuaria, non si possa parlare soltanto di fasce deboli in senso stretto, ma di tutti quei soggetti che, non avendo a disposizione una forte rete parentale e/o amicale che li sostenga e li assorba lavorativamente, come avveniva fino a pochi anni fa in queste zone con il favore di una economia relativamente in espansione, oppure in possesso di uno skill professionale spendibile anche fuori del territorio, subiscono attraverso questa difficoltà d’inserimento una forte spinta all’esclusione sociale, talvolta accompagnata da livelli di sussistenza minimi. Si tratta di un fenomeno complesso legato a quella povertà, intesa non soltanto come difficoltà a produrre reddito, ma soprattutto al mancato accesso ad una cittadinanza a pieno titolo ed ai diritti ad essa legati. E’ importante considerare il caso dei giovani appena diplomati, in apparenza con pari opportunità d’inserimento, ma nella realtà in situazioni in cui si passa spesso per fasi latenti, che possono durare anche diversi anni, consistenti in: occupazioni stagionali generiche nell’ambito del turismo e della ristorazione, ricerca non mirata di ulteriore specializzazione professionale, impieghi a provvigione o con investimenti di fondi propri, lavoro nero. Un’altra fascia a grave rischio di marginalità e di nuova povertà è rappresentata dai soggetti in fascia d’età 40 – 45 anni, perdenti posto e/o cassaintegrati, con scarse possibilità di nuova formazione e di reinserimento lavorativo; per essi il ricorso a lavoro saltuario e/o lavoro in nero è purtroppo un iter obbligato. Una problematica importante è quella dell’inserimento sociale e lavorativo dei soggetti affetti da patologie psichiatriche, anche lievi e ben compensate, e delle persone con disabilità; in merito si sono già attivati sul distretto interventi atti a promuovere l’integrazione, soprattutto attraverso la corretta informazione e la realizzazione di eventi pubblici e stage ad utenza mista; inoltre appare urgente diffondere la buona prassi, sperimentata dai Centri per l’impiego, del bilancio di 15 competenze rivolto a persone con disabilità, al fine di progettare ingressi lavorativi mirati e forme di tutoring. 3.e Area Immigrati I bisogni espressi sono quelli relativi alla ricerca abitativa, alla consulenza per la regolarizzazione del soggiorno e all’area legale in genere, mentre la lingua è spesso appresa sul posto di lavoro; inoltre inseguito agli incontri avuti in occasione della nuova progettazione a valere sulla L. 286 e nella consulta per i migranti per il comune di Bracciano si è rilevato un forte bisogno di politiche strutturate dell’accoglienza e dell’educazione interculturale. Una locale propensione all’accoglienza unita ad una certa regolarizzazione del flusso migratorio, hanno fatto sì che i valori della tolleranza e della interculturalità si affermassero senza crisi sociali rilevanti, si tratta di un modello sociale in evoluzione, in cui prevale la presenza di temi riguardanti la coesione e l’equilibrio sociale; ciò non significa che non si assista ad episodi di intolleranza, intemperanza e conflittualità da ambo le parti, tuttavia il fenomeno è in diminuzione e riguarda isolati casi, accompagnati talvolta da fenomeni di trasgressione della legge e/o microcriminalità non organizzata. I paesi di provenienza sono prevalentemente: Romania, Albania, Polonia, Ucraina e Moldavia; inoltre si assiste di recente ad un significativo incremento di persone immigrate dall’America Latina (Ecuador, Colombia, Perù e Argentina). Nel distretto dunque il fenomeno dell’immigrazione sembra essersi sostanzialmente stabilizzato come tendenza alla stanzialità degli stranieri presenti, molto spesso condotti sul territorio dall’opportunità di lavori di manovalanza edilizia ed agricola e dalla possibilità, vista la capacità di accoglienza dei piccoli centri abitati, di ricongiungimento familiare e di inserimento dei minori, dato confermato da una presenza scolastica in aumento. Detta tendenza, unitamente al citato aumento dei minori stranieri, ha suggerito possibili strategie, volte a favorire il processo d’inclusione sociale, che partissero proprio dal coinvolgimento del target minorile e seguentemente riuscissero a sensibilizzare le famiglie in ambito culturale e sociale; in questo senso il tavolo tematico, dopo aver rilevato i bisogni del target, ha dato vita ad una progettazione condivisa (Distretto F3, terzo settore e ass. di cittadini stranieri) presentata in Provincia a valere sulla L. 286/98. La recentissima istituzione di un Centro di accoglienza per richiedenti asilo (C.A.R.A.) sul territorio del Comune di Anguillara S. indica la necessità di fare rete intorno a tale servizio e ha orientato la progettazione del piano immigrazione 2011. 4. Quadro generale dell’offerta dei servizi socio-assistenziali con indicazione dell’integrazione tra Comuni e ASL. Specificare per ciascuna delle Macroaree/Liveas il livello di offerta SEGRETARIATO SOCIALE Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì X - No 16 Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C)1. Bracciano D e C tale servizio è erogato a livello distrettuale attraverso l’Ufficio di Piano ed il Punto Unico di Accesso (PUA) * Anguillara S. C Canale M. C Manziana C Trevignano C Prestazioni offerte: * si riferiscono al servizio distrettuale Informazione sulle opportunità offerte dalla rete dei servizi e dalla comunità - Sì X No Consulenza sui problemi familiari e sociali - Sì X No Accoglienza della domanda individuale, collettiva lettura del bisogno, accompagnamento nell’attivazione nei successivi percorsi di assistenza - Sì X No Raccolta sistematica dei dati e delle informazioni - Sì X No Promozione di reti solidali, anche ai fini della prevenzione dei rischi del disagio sociale - Sì No X Aiuto alla soluzione di problemi che non necessitano di presa in carico da parte di servizi specifici - Sì X No Mediazione interculturale - Sì X - No Destinatari: Famiglie - Sì X No Anziani - Sì X 17 - No Minori - Sì X No Persone con problematiche psico-sociali (pazienti psichiatrici, persone senza fissa dimora) - Sì X No Disabili - Sì X No Immigrati - Sì X No 18 SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì X - No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Bracciano D e C tale servizio è erogato a livello distrettuale attraverso l’Ufficio di Piano ed il Punto Unico di Accesso (PUA) * Anguillara S. C Canale M. C Manziana C Trevignano C SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE ED AI GRUPPI SOCIALI - Sì X No Destinatari Famiglie - Sì - No X Anziani - Sì - No X Minori - Sì - No X Persone con problematiche psico-sociali (pazienti psichiatrici e persone senza fissa dimora) - Sì - No X Disabili - Sì - No X Immigrati - Sì - No X Altro (persone con dipendenze) AFFIANCAMENTO E AFFIDO FAMILIARE 19 - Sì No X Destinatari: Famiglie - Sì - No X Minori - Sì - No X INSERIMENTO LAVORATIVO - Sì X - No Destinatari Disabili - Sì - No X Persone con problematiche psico-sociali (persone con dipendenze) - Sì - No X Giovani a rischio di devianza - Sì - No X Immigrati - Sì - No X Altro (orientamento) DEFINIZIONE DEL PROGETTO INDIVIDUALE DI ASSISTENZA - Sì X - No Destinatari Disabili - Sì - No X Anziani - Sì - No X Persone con problematiche psico-sociali (pazienti psichiatrici, persone senza fissa dimora e/o con marginalità sociale, persone con dipendenza, nuclei fragili) - Sì X 20 - No Minori - Sì - No X Immigrati - Sì - No X 21 SERVIZIO DI PRONTO INTERVENTO SOCIALE PER LE SITUAZIONI DI EMERGENZA PERSONALE E FAMILIARE Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì X - No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Bracciano D Destinatari Famiglie - Sì X - No Anziani - Sì X - No Minori - Sì X - No Disabili adulti - Sì X - No Persone con problematiche psico-sociali (pazienti psichiatrici, persone senza fissa dimora e/o con marginalità sociale, persone con dipendenza, nuclei fragili () - Sì X - No Immigrati - Sì X - No Donne in difficoltà, gestanti o madri - Sì X - No 22 SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILIARE Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì X - No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Bracciano D e C Anguillara S. D e C Canale M. D e C Manziana D e C Trevignano D e C Tale servizio è erogato attraverso i servizi sovracomunali del Piano di Zona denominati “Assistenza Domiciliare sovracomunale” e Progetto Alzheimer e anziani con deterioramento cognitivo” “Psichiatria – assistenza domiciliare e giornate sollievo” SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE - Sì X No Destinatari Famiglie - Sì - No X Minori - Sì - No X Anziani - Sì - No X Disabili - Sì - No X Persone con problematiche psico-sociali (pazienti psichiatrici) - Sì - No X Persone in condizione di non autosufficienza o ridotta autosufficienza, temporanea o protatta 23 - Sì - No X ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA - Sì X in parte, in via di sviluppo la messa a sistema di tale servizio No Destinatari Famiglie - Sì - No X Minori - Sì - No X Anziani - Sì - No X Disabili - Sì - No X Persone con problematiche psico-sociali - Sì - No X Persone in condizione di non autosufficienza o ridotta autosufficienza, temporanea o protatta - Sì - No X 24 STRUTTURE A CICLO RESIDENZIALE - Sì X - No STRUTTURE RESIDENZIALI PER MINORI - Sì X - No Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì X - No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Bracciano D tale servizio è erogato a livello distrettuale attraverso la Casa Famiglia Minori sovracomunale Anguillara S. D Canale M. D Manziana D Trevignano R. D di cui: Casa Famiglia - Sì X - No Gruppo appartamento - Sì - No X Destinatari Minori - Sì X - No Minori disabili - Sì - No X STRUTTURE RESIDENZIALI PER DISABILI - Sì - No X Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì - No X STRUTTURE RESIDENZIALI PER ANZIANI 25 - Sì X - No Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì X - No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Bracciano D tale servizio è erogato a livello distrettuale attraverso la Casa Famiglia Anziani autosufficienti e fragilità sociali sovracomunale Bracciano C Anguillara S. C Canale M. C Manziana C Trevignano R. C di cui: Casa Famiglia sovracomunale - Sì X - No Comunità alloggio - Sì - No X Case di riposo - Sì X - No Casa albergo - Sì X - No Destinatari Anziani autosufficienti, soli o in coppia - Sì X - No Anziani parzialmente non autosufficienti, soli o in coppia - Sì X - No STRUTTURE RESIDENZIALI PER PERSONE CON PROBLEMATICHE PSICO-SOCIALI - Sì X - No Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì X - No 26 Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Bracciano D struttura residenziale per pazienti psichiatrici ASL RMF3 di cui: Casa Famiglia - Sì - No X Comunità alloggio - Sì X - No Comunità di pronta accoglienza - Sì - No X Destinatari Persone con problematiche psico-sociali (pazienti psichiatrici) - Sì X - No 27 STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI - Sì X - No STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER ANZIANI - Sì X - No Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì X - No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Bracciano D tale servizio è in fase di avvio e sarà erogato attraverso il progetto sovracomunale di Piano di Zona denominato “Progetto anziani non autosufficienti in centro” di cui: Centri diurni - Sì - No X Centri diurni integrati Alzheimer - Sì X - No Destinatari Anziani parzialmente non autosufficienti con esiti di patologie fisiche e/o sensoriali - Sì - No X Anziani parzialmente non autosufficienti affetti da demenza senile e/o Alzheimer - Sì X - No STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI PSICO-SOCIALI DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER PERSONE CON PROBLEMATICHE - Sì X - No Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì X - No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Bracciano D 28 di cui: Strutture semi-residenziali socio-riabilitative - Sì X - No Destinatari Persone con problematiche psico-sociali (pazienti psichiatrici erogato attraverso il centro Diurno Riabilitativo della ASL RMF3) - Sì X - No Destinatari Persone con problematiche psico-sociali (persone con problematiche di dipendenza) - Sì X - No STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER IL DISABILE ADULTO - Sì X - No Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì X - No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Bracciano D Anguillara S. C di cui: Centri diurni socio-riabilitativi - Sì X - No Centri diurni di terapia occupazionale - Sì - No X Destinatari Disabili adulti - Sì X - No STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI EDUCATIVE PER MINORI (0-18 anni) - Sì X - No Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì X 29 - No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Bracciano D Anguillara S. C Trevignano R. D e C di cui: Asili nido - Sì X - No Micronidi nei luoghi di lavoro - Sì - No X Destinatari Bambini fino a tre anni - Sì X - No Bambini - Sì X - No Adolescenti - Sì X - No 30 CENTRI DI ACCOGLIENZA RESIDENZIALI O DIURNI A CARATTERE COMUNITARIO Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì X - No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Anguillara S. D (il servizio è erogato attraverso il C.A.R.A. Centro Accoglienza Richiedenti Asilo) di cui: Altro (centro di accoglienza) - Sì X - No Destinatari Immigrati - Sì X - No ALTRI SERVIZI - Sì X - No CENTRO SOCIALE PER ANZIANI - Sì X - No Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì X - No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Bracciano C Anguillara S. C Canale M. C Manziana C Trevignano R. C LUDOTECHE - Sì X - No Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì X - No 31 Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Bracciano C Anguillara S. C Trevignano R. C CENTRI DI AGGREGAZIONE PER BAMBINI - Sì X - No Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì X - No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Bracciano C Anguillara S. C Trevignano R. C In aggiunta a quanto richiesto, si riporta qui di seguito lo schema dei servizi/interventi erogati a livello comunale da ciascun Comune del Distretto F3, divisi per tipologia di servizio e corredati della spesa per ciascun servizio e del numero di utenti per target COMUNE BRACCIANO Dati al 31.12.2010 SERVIZIO N. UTENTI COSTO COMPLESSIVO Assistenza domiciliare comunale, trasporto anziani, 48 € 350.999,54 disabili e AEC Borse lavoro 17 € 120.452,00 Rette Casa famiglia minori 3 € 38.967,00 Contributi econ. continuativi 46 € 105.308,30 Contributi econom. straordinari 16 € 22798,48 Borse lavoro per disagio socio3 € 5.800,00 economico AEC centro estivo minori 6 € 11.236,20 Borse lavoro per disabili 13 € 17.980,00 Borse lavoro per recupero socio lavorativo (serv. ant. 1 € 7.313,89 droga) Borse lavoro persone fragilità 9 € 12.000,00 sociale contrib. Provincia Rette RSA 21 € 268.589,05 Contributo per assunzione 1 € 1.200,00 terapia specifica Contributi alle famiglie per assistenza e affidamento 1 € 3.732,00 minori Integrazione retta frequenza 10 € 7.800,00 asilo nido Contributo fondi regionale 52 € 313.398,40 locazione Iniziative a favore degli anziani € 53.295,51 32 COMUNE CANALE M. Dati al 31.12.2010 SERVIZIO N. UTENTI COSTO COMPLESSIVO Ass. domiciliare comunale 10 € 20.288,00 Ass. dom. disabili adulti 3 € 7.000,00 AEC 4 € 10.800,00 Attività risocializzanti 1 € 1.000,00 Contrib. Economici straordinari 2 € 1.000,00 Telesoccorso 15 € 4.368,00 Centro Anziani € 4.500,00 Rette RSA 1 € 6.766,00 Trasporto sociale 1 € 4.800,00 Esonero – riduzione mensa 40 € 10.100,00 COMUNE MANZIANA Dati al 31.12.2010 SERVIZIO N. UTENTI COSTO COMPLESSIVO Assistenza domiciliare 9 € 21.656,72 comunale AEC 12 € 49.603,17 Alunni non vedenti 1 € 2.299,70 Borse lavoro persone disabili 7 € 6.840,00 Contrib. Econom. Persone 1 € 7.220,00 disabili Integrazione buoni servizi 10 € 31.990,40 trasp. Persone disabili Inserimento lavorativo 1 € 3.200,00 Contributi econom. una tantum 11 € 2.550,00 Assistenza domiciliare minori 3 € 4.325,00 Casa famiglia minori 2 € 10.819,14 Affidamento familiare 1 € 1.800,00 Telesoccorso 6 € 2.246,40 Centro anziani € 13.850,13 Micronido 18 € 13.860,00 RSA 9 € 14.641,44 COMUNE TREVIGNANO R. Dati al 31.12.2010 SERVIZIO N. UTENTI COSTO COMPLESSIVO Ass. domiciliare comunale 16 € 123.724,66 AEC 3 Borse lavoro 17 € 66.000,00 Contributi econom. 10 Continuativi € 17.336,80 Contrib. Econ. Straord. 5 Asilo nido comunale 36 € 166.215,00 Centro anziani € 12.019,61 Rette RSA 11 € 154.000,00 Esonero mensa e trasporto 60 Non quantificabile 33 SERVIZIO COMUNE ANGUILLARA S. Dati al 31.12.2010 N. UTENTI COSTO COMPLESSIVO dati non pervenuti 5. Obiettivi strategici del Piano di Zona 2011 I principali obiettivi strategici del Piano di Zona sono: - realizzare servizi/interventi sociali ed assistenziali distrettuali che garantiscano standard qualitativi omogenei, verificabili e valutabili; dare attuazione all’integrazione socio-sanitaria, sistematizzando la rete degli interventi socio-sanitari in procedure formalizzate; assicurare equità di fruizione a tutte le fasce di utenza, superando i fattori di esclusione; dare continuità ai servizi/interventi in essere, modulandoli in base al profilo dei bisogni emergenti; mettere a sistema un processo di valutazione in itinere che indichi congruità ed adeguatezza rispetto alle esigenze nuove ed a quelle già in carico; studiare e progettare forme innovative e flessibili di intervento; favorire la consapevolezza civile e la partecipazione ai diritti di cittadinanza delle fasce deboli della popolazione; ottimizzare le risorse in rapporto ai bisogni, operando azioni di ricerca di fondi aggiuntivi; facilitare e migliorare il rapporto tra i cittadini e le istituzioni. 5.a Obiettivi Area Minori e Famiglia - - prevenire le situazioni di disagio dei minori, attivando un capillare intervento di rete locale, che permetta per loro e per le famiglie un accesso privilegiato a servizi di informazione e couseling sui temi di interesse; promuovere una cultura dei minori di partecipazione e di coesione sociale, con spazi e modalità di aggregazione innovativi per il territorio; favorire l’integrazione dei minori con handicap e/o in difficoltà favorire l’inserimento nel gruppo dei pari dei minori stranieri; orientare e sostenere la famiglia nel compito genitoriale, attraverso l’attivazione di spazi informativi e di ascolto ad hoc, in integrazione ai servizi già esistenti; supportare le famiglie con difficoltà relazionali e di assunzione del ruolo genitoriale, attraverso l’attivazione di percorsi di accompagnamento; monitorare la condizione dei minori e della famiglia, con l’istituzione di un osservatorio locale permanente sui bisogni e sui modelli culturali ed educativi condivisi; 5.b Obiettivi Area Anziani 34 - migliorare la qualità della vita di coloro che vivono in condizioni di solitudine ed isolamento abitativo; prolungare la permanenza dell’anziano presso il proprio domicilio, supportandone l’autonomia e le capacità residue; integrare i vari interventi socio-sanitari in favore degli anziani, attraverso progetti individualizzati da realizzare in rete di servizi; ampliare le prestazioni di segretariato sociale; favorire eventi di partecipazione alla cittadinanza attiva ed al confronto; approfondire la conoscenza dei bisogni dell’anziano, attraverso una sistematica ricerca. 5.c Obiettivi Area Persone con disabilità e Salute mentale - rafforzare il processo di integrazione sociale; attivare una gamma di servizi/interventi differenziati a seconda dei bisogni e delle istanze individuali; fornire opportunità di inclusione lavorativa e sociale alle persone con disabilità (handicap e pazienti psichiatrici); accompagnare il percorso educativo e formativo dei minori disabili e/o in difficoltà; sostenere le famiglie nel tempo per ciò che riguarda il progetto di vita della persona disabile. 5.d Obiettivi Area Disagio ed esclusione sociale implementare tutte le azioni volte all’inserimento lavorativo e sociale di tutte le fasce deboli e/o a rischio di marginalità, con progetti ad hoc; - rilevare qualitativamente e quantitativamente i dati relativi all’area del disagio, collaborando con i servizi referenti per le varie tipologie a rischio; - contrastare le forme di deprivazione culturale e di mancato esercizio dei diritti di cittadinanza; - promuovere informazione sui comportamenti devianti e/o di trasgressione ed azioni di educazione alla legalità. - 5.e Obiettivi Area Immigrati - facilitare l’accesso ai servizi socio – sanitari, anche a carattere preventivo; favorire il processo di inclusione nel contesto locale, dei singoli e dei nuclei familiari; collaborare a sostenere i diritti delle persone immigrate; collaborare a tutelare i minori immigrati 6. Quali sono le misure adottate per realizzare l’integrazione socio-sanitaria dei servizi? - Coinvolgimento del Terzo Settore: - consultazione partecipazione alla stesura del Piano monitoraggio del Piano altro (specificare Partecipazione nel Comitato Tecnico - Organizzazioni di consulte X X x X X - Predisposizione di uffici o coordinamenti di piano per l’integrazione X - Promozione di percorsi di formazione e aggiornamento tra operatori sociali 35 - Promozione di percorsi di formazione e aggiornamento tra operatori sociali e sanitari X - Specifici protocolli concordati con le Asl X Esistono ad oggi i seguenti interventi integrati gestiti da equipe multidisciplinari Servizi Sociali comunali, Ufficio di Piano, ASL RM/F: - unità valutativa integrata con il CAD per la valutazione socio-sanitaria per l’accesso alla Casa Famiglia Anziani autosufficienti e fragilità sociali - unità valutativa integrata con il CAD per la valutazione socio-sanitaria per l’accesso agli interventi individualizzati rivolti a persone adulte con disabilità - unità valutativa integrata con il TSMREE per la valutazione socio-sanitaria per l’accesso agli interventi individualizzati rivolti a minori con disabilità - definizione di canali privilegiati per le prestazioni specialistiche per gli ospiti della Comunità alloggio Anziani autosufficienti; - collaborazione nella progettazione e verifica in itinere tra i referenti dei vari servizi ASL, i Servizi sociali comunali e l’Ufficio di Piano, per la casistica di minori, pazienti psichiatrici, famiglie in difficoltà, tossicodipendenti ecc.; - progettazione e realizzazione congiunta di interventi volti ad abbattere il pregiudizio nei confronti dei pazienti psichiatrici e a promuovere la salute mentale (Progetto integrazione disabili mentali ed adulti “Essere Insieme”; evento divulgativo Prima giornata della salute mentale equipe mista DSM, Ufficio di Piano, Associazioni); - partenariato tra i Comuni F3 e la ASL nella progettazione e nella gestione a valere sul Fondo Nazionale per la lotta alla Droga (Piano Dipendenze). Si tratta dunque di misure di integrazione che ascrivono al piano tecnico e operativo, che cominciano a dare risultati tangibili in termini di interventi di rete; esse sono la realizzazione delle strategie integrate condivise e sostenute da tutti i referenti dell’Accordo di Programma F3, tuttavia necessitano ancora azioni di sistema e protocolli formali per consolidare il positivo percorso avviato. Significative sono dunque le azioni previste nel PdZ in questo senso (cfr. PUA, Assistenza domiciliare sovracomunale Target anziani, integrazione socio-sanitaria) 7. Modalità adottate per realizzare il coordinamento con gli altri organi dello Stato e con la pluralità dei soggetti locali In un’ottica di processo finalizzato alla piena realizzazione della L. 328/2000, dopo un lungo confronto tra i Referenti del Comitato Istituzionale dell’Accordo di Programma, in data 23.02.2010 è stato deliberato (Delibera di Consiglio Comunale n. 6 del 23.02.2010) il nuovo testo che disciplina l’Accordo di Programma del Distretto F3 tra i cinque Comuni la ASL RM/F e la Provincia di Roma. Le Organizzazioni Sindacali partecipano costantemente al Comitato Tecnico. Dal 2005 a tutt’oggi sono stati istituiti in maniera permanente, con cadenza mensile, i seguenti tavoli tematici: - diritti dei minori e responsabilità familiari; - anziani; - persone con disabilità; - esclusione sociale; - immigrazione; - dipendenze. Tuttavia è da registrare nell’ultimo biennio un significativo calo di partecipazione che ha progressivamente mandato deserti i tavoli, ad eccezione di quelli sulla disabilità, sulle dipendenze e sull’immigrazione; con un’attenta analisi si è cercato di individuare le cause di tale criticità, cercando di dare massima divulgazione alle convocazioni anche attraverso la pubblicazione delle date sul sito del Comune di Bracciano e sugli albi pretori degli altri 4 comuni 36 del distretto F3; inoltre si è invitato i referenti di ciascun tavolo a promuovere la partecipazione in maniera capillare. Tali misure non hanno ad oggi dato scarsi risultati e si ritiene difficile riuscire a coinvolgere di nuovo, come negli anni passati, gli stakeholder nel processo di partecipazione del territorio; una delle possibili cause, unitamente a un diffuso disinvestimento nella partecipazione registrabile anche a livello nazionale, potrebbe essere ascrivibile al fatto che il vigente Piano di Zona è una struttura oramai consolidata in servizi e non in progetti. Per ciò che concerne il coordinamento con le istituzioni scolastiche e la loro partecipazione al Comitato Tecnico ed ai tavoli tematici, occorre rinnovare l’impegno comune e assicurarne la presenza dei referenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado, attraverso una sensibilizzazione specifica; si registra tuttavia una proficua e costante collaborazione delle istituzioni scolastiche nell’ambito del progetto “Piano dipendenze”, per ciò che riguarda la prevenzione primaria, e nel progetto “Pianeta Universo” (D.lgs. 286). Si stanno infine continuando a rendere note alla cittadinanza le competenze e gli ambiti di azione dell’Accordo di Programma e dell’Ufficio di Piano. A tal proposito si specifica che il coordinamento con gli altri organi dello stato e con i soggetti locali è svolto dall’Ufficio di Piano su mandato del Comitato dell’Accordo di Programma (cfr. art. 7), in ambito organizzativo e gestionale, pertanto le funzioni svolte sono le seguenti: a) mette in atto tutte le azioni necessarie all’attuazione degli indirizzi programmatici contenuti nell’Accordo di Programma; b) redige il Piano di Zona, sulla base delle proposte elaborate dal Comitato Tecnico, da sottoporre all’approvazione del Comitato Istituzionale; c) predispone gli atti amministrativi, tecnici e contabili necessari all’attivazione e allo svolgimento dei progetti contenuti nel Piano di Zona; d) propone la quantificazione degli oneri di partecipazione finanziaria e di personale dei Comuni e della A.S.L. sulla base dei criteri stabiliti dal Comitato Istituzionale e la sottoporre allo stesso per la necessaria approvazione; e) propone azioni per l’implementazione dei fondi a disposizione del Distretto; f) organizza la raccolta delle informazioni e dei dati al fine della realizzazione del sistema di monitoraggio e valutazione, in accordo con i Sistemi di monitoraggio e valutazione provinciali e regionali; g) effettua il monitoraggio sullo stato dei servizi e sullo stato di attuazione dei progetti e ne riferisce periodicamente al Comitato Istituzionale e al Comitato Tecnico attraverso la figura del Responsabile Tecnico del Piano di Zona; h) predispone la relazione consuntiva per ciascuna annualità di Piano di Zona; i) elabora le procedure d’accesso ai servizi/progetti (linee guida, disciplinari e regolamenti), sentito il Comitato Tecnico, da sottoporre all’approvazione del Comitato Istituzionale; j) si riunisce periodicamente con una commissione formata dai responsabili degli Uffici Servizi Sociali dei Comuni, la quale collabora alla stesura degli atti amministrativi fondamentali dell’Accordo di Programma esprimendo pareri non vincolanti. L’Ufficio di Piano è composto dalle seguenti figure professionali: - il responsabile tecnico del Piano di Zona e coordinatore dell’Ufficio di Piano; - l’educatore professionale, figura tecnica nell’ambito del sociale; - l’ istruttore amministrativo. Tale struttura è incardinata nell’Area Servizi sociali e Accordo di Programma, Dipartimento amministrativo del Comune di Bracciano (capofila). I contratti che vincolano il personale impegnato, ormai da dieci anni senza soluzione di continuità, sono a tempo determinato a decorrere dal luglio 2010 fino alla scadenza dell’Accordo di Programma (31.12.2012); tale situazione è stata negoziata pro tempore tra il Comitato Istituzionale e le OO.SS. nel febbraio 2010, nelle more dell’individuazione e della realizzazione di forme contrattuali stabili. 37 8. Strumenti di valutazione dei risultati raggiunti (sistema di controllo, monitoraggio e verifica dei risultati) adottati dall’Ufficio di Piano Così come già evidenziato nell’aggiornamento del novembre 2010, il Piano di Zona F3 essendo un sistema di servizi/interventi già portato a regime nel decennio 2001/2010, non prevede radicali cambiamenti in ambito progettuale, mentre invece assicura continuità nell’erogazione dei servizi sovracomunali alla persona, che vanno a potenziare quelli comunali. Si tratta pertanto di operare una attenta analisi di quanto fino ad oggi messo in atto in relazione ai processi di sistema ed alle procedure di accesso e nello specifico: -a) messa a punto del piano del monitoraggio e verifica in relazione ai bisogni emersi; - b) realizzazione della valutazione dei servizi in essere, in termini di costi/benefici visti i previsti tagli dei trasferimenti dei fondi a livello nazionale - c) messa a sistema delle procedure standardizzate di accesso alla fruizione dei servizi; - d) potenziamento dei servizi di filiera, al fine di ottimizzare le risorse del budget di Distretto. Riguardo alla realizzazione della valutazione dei servizi/interventi in atto è necessario fare una nota metodologica: vista l’impossibilità di impegnare risorse ad hoc, si è stabilito che la prassi di valutazione sia svolta da gruppi multidisciplinari di professionisti, che appartengano al Comitato Tecnico, di provenienza ASL e servizi comunali del distretto F3. Tali gruppi dovranno essere formati in base alle competenze specifiche in ambito valutativo, alla formazione ed all’auto formazione in merito alle seguenti pratiche: valutazioni multidisciplinari, bilancio input – output – outcome, bilancio costi/benefici case-analisys. A decorrere dal 2009 i tecnici dell’ufficio di piano, quelli dei comuni e quelli dei servizi ASL RMF hanno elaborato una serie di parametri socio-sanitari da utilizzare nelle unità valutative multidimensionali per l’elaborazione dei PAI (cfr. scheda per la fruizione dei servizi in allegato). Tali criteri hanno trovato la piena applicazione nei casi di persone adulte con disabilità, mentre per ciò che concerne i target anziani, pazienti psichiatrici e minori con disabilità questi sono in fase di sperimentazione. Per quanto riguarda l’accesso alla fruizione dei servizi, dopo ampio studio di fattibilità, sia il Comitato tecnico che il Comitato istituzionale hanno concordato sulla necessità di adire a pratiche che assicurino equità e trasparenza e pertanto le tre prassi chiave che si intendono applicare sono: avvisi rivolti all’utenza per l’accesso alla fruizione con i criteri già elaborati dal Comitato tecnico, creazione di graduatorie a scorrimento per target, applicazione del turn-over di fruizione, assicurando comunque continuità della riposta integrata alle situazioni di particolare complessità socio-sanitaria. Da una approfondita analisi del piano di zona è emerso che è necessario, al fine di ottimizzare le risorse sia comunali che sovracomunali, potenziare le filiere sui vari target, privilegiando la continuità dei vari progetti individuali e la globalità della presa in carico. Ad oggi esiste sul territorio una filiera che riguarda i servizi rivolti a famiglie e minori mentre per gli altri target è in atto uno studio di fattibilità in considerazione del fatto che è indispensabile lavorare in un’ottica socio-sanitaria, anche alla luce del costituito PUA territoriale. Monitoraggio e verifica: supervisione indiretta sui singoli interventi e P.A.I.; supervisione su andamento servizio/intervento; revisione in itinere degli interventi; verifica degli standard di prestazione previsti in base agli obiettivi prefissati a breve, medio e lungo termine; Valutazione dei risultati: verifica della congruenza tra risultati e obiettivi; incontri di follow up con l’utenza; analisi a posteriori di costi/benefici e di criticità emerse nell’intervento; 38 valutazione del cambiamento promosso attraverso un servizio e con i singoli interventi; report al Comitato Istituzionale dell’Accordo di Programma per valutazione dei servizi/interventi in relazione al piano delle politiche sociali stabilito; attivazione di circuiti di qualità su specifici servizi. Sistema di controllo gestione e raggiungimento obiettivi operativi : scheda settimanale rilevazione monte ore operatore (quantitativo); verifica previsione prestazioni/erogazione prestazioni (quantitativo); relazioni scritte operatori (qualitativo); riunioni su servizi/interventi specifici (qualitativo); feedback utenza/operatore. 9. Innovazioni organizzative, operative gestionali e di sistema del Distretto F3 Il Distretto F3, nell’ottica dell’integrazione socio-sanitaria, ha elaborato e realizzato il progetto PUA locale ed il servizio è stato avviato in via sperimentale a decorrere dal marzo 2011 (cfr. Progetto e Protocollo d’intesa, in allegato al Piano di Zona). L’Accordo di Programma tra i cinque comuni del Distretto F3 la ASL e la Provincia di Roma, che rappresenta l’atto fonte della gestione del sistema dei servizi/interventi del distretto F3, è stato rinnovato a decorrere dal febbraio 2010 per ulteriori tre anni e scade in data 31/12/2012; in realtà era stato fatto un ampio studio di fattibilità per la formazione di un Consorzio o di una Fondazione di partecipazione che però ad oggi non ha trovato ancora riscontro, viste le problematiche economiche. A fronte di ciò si è nuovamente insediato il Comitato Tecnico (così come all’art. 9 dell’AdP) attraverso la seguente procedura: nomina da parte della dirigenza degli Enti pubblici dei rappresentanti -elezioni pubbliche dei rappresentati del Terzo settore (1 del cooperativismo, 1 dell’associazionismo e 1 del volontariato); il Comitato si è dunque dotato di un disciplinare di autoregolamentazione, al fine di rassicurare ai lavori dello stesso un buon livello di trasparenza e condivisione. Tale organismo contribuisce all’elaborazione del Piano di Zona, formulando proposte di aggiornamento integrazione e indicazioni, rappresentando inoltre lo snodo informativo sui Comuni del territorio su tutto il sistema dei servizi/interventi sovracomunali. Ad oggi invece il territorio continua a registrare una significativa mancanza di partecipazione ai tavoli tematici (art. 10), in quanto laboratori di confronto e di emersione dei bisogni; avendo portato tale problematica sia all’attenzione del Comitato Tecnico che del Comitato Istituzionale, si sta attuando una strategia articolata su due fronti: - a livello di Comitato Tecnico, dove sono stati nominati i referenti dei tavoli tematici, i rappresentanti soprattutto del terzo settore sono garanti di riallacciare il flusso di comunicazione con la cittadinanza, attraverso un fattivo rapporto con l’associazionismo e il cooperativismo del territorio - a livello del Comitato Istituzionale si stanno una serie di incontri aperti alla cittadinanza con focus sulle diverse tematiche socio-sanitarie. Inoltre si è implementato il livello di informazione/comunicazione attraverso divulgazione sul sito del Comune di Bracciano (capofila) di tutti gli atti relativi al Piano di Zona ivi compresi i verbali dei Comitati ed i piani di lavoro aggiornati, nonché le date dei tavoli tematici e tutte le iniziative emanate dall’Accordo di Programma. Per ciò che concerne la gestione dell’ufficio di piano, visti i carichi di lavoro e l’ulteriore impegno del personale nel PUA è stato deciso di ampliare il monte ore a full-time e di continuare lo studio di fattibilità intrapreso per la stabilizzazione delle tre unità di personale impegnate nell’UdP, in considerazione del periodo ormai decennale di precariato. Per ciò che concerne le modalità di affidamento della gestione dei servizi al terzo settore, al fine di assicurare la massima condivisione progettuale e qualità della gestione dei servizi stessi, da tempo le commissioni di valutazione sono composte a rotazione da membri tecnici esperti dei comuni, della ASL e dell’ufficio di piano; è stato altresì proposto la collaborazione in sede di 39 elaborazione del capitolato anche delle Capo Area dei Servizi Sociali dei Comuni del Distretto F3. Da un punto di vista operativo, realizzando un’attenta valutazione sull’analisi dei bisogni locali nel triennio, è risultato necessario ampliare e costruire in forma di filiera servizi/interventi a favore di due target: “famiglie e minori” e “psichiatria ed esclusione sociale”; l’aumento e la complessità dei bisogni locali rilevati ha dunque indicato la necessità di implementare i servizi rivolti a questi target, seguendo del resto il trend rilevato a livello regionale che indica una crescita della domanda sociale del +127% sulle problematiche psicosociali e + 26% sui minori (dati: Assessorato alle politiche sociali Regione Lazio settembre 2011). Per ciò che concerne il target “famiglie e minori” si è rilevato infatti un forte aumento numerico di famiglie con minori in trasferimento dalla capitale, ma anche un progressivo criticizzarsi delle situazioni di disagio relazionale e di fragilità delle competenze genitoriali; per ciò che concerne il target “Psichiatria ed esclusione sociale” è fondamentale sottolineare l’abbassamento dell’età d’esordio delle patologie e l’importanza di una intercettazione precoce delle stesse, in termini preventivi e di protezione alla marginalizzazione sociale. Esistono ad oggi alcuni progetti/servizi complementari al PdZ: - Progetto “Fattorie sociali” promosso dal Comune di Bracciano in partnership con la ASL RM/F, la Provincia di Roma, Università Agraria di Bracciano, in fase di avvio; sono state realizzate le azioni di sistema necessarie. - Gestione del progetto “Minori maltrattati” (fondo una tantum), progetto di prevenzione secondaria e monitoraggio dei comportamenti familiari inadeguati ed empowerment delle competenze genitoriali; tale misura, avendo fatto registrare risultati molto positivi, è riproposta in altri termini progettuali all’interno del nuovo progetto PdZ denominato “Tutela dei minori e supporto alle relazioni familiari” 40 Piano di Zona 2011 – Riepilogo progetti; quadro finanziario riassuntivo interventi in favore degli anziani non autosufficienti (min. 15% budget D.G.R. 307/2011) Nome progetto Progetto anziani non autosufficienti in centro Costo complessivo € 108.159,45 due annualità Quota budget regionale (D.G.R. 307/2011) Cofinanziamento (specificare se comunale, provinciale, ASL, etc.) € 7.000,00 PdZ 2011 € 33.000,00 fondo non autosuff. 2010 residui € 42.195,24 fondo non autosuff. 2009 residui € 25.964,21 fondo non autosuff. 2008 residui Progetto Alzheimer ed anziani con deterioramento cognitivo € 117.000,00 € 87.000,00 PdZ 2011 € 30.000,00 fondo non autosufficienza 2009 residui Assistenza Domiciliare Sovracomunale € 120.040,00 € 120.040,00 PdZ 2011 Casa Famiglia Anziani autosufficienti e fragilità sociali € 107.000,00 € 97.000,00 PdZ 2011 € 10.000,00 quote utenti € 452.199,45 € 442.199,45 € 10.000,00 Nota: si tratta di parziale autosufficienza, in quanto il target della casa famiglia è connotato da varie fragilità, tra cui l’essere pazienti psichiatrici anziani compensati Totali interventi anziani non autosuff. interventi in favore dell’infanzia e dell’adolescenza. ex L. 285/1997 (min. 9% budget D.G.R. 307/2011) 41 Casa Famiglia Minori € 149.000,00 € 87.000,00 PdZ 2011 Tutela dei minori e supporto alle relazioni familiari € 87.000,00 € 47.000,00 PdZ 2011 € 62.000,00 quote comuni per 5 inserimenti per un anno, al 50% costo giornaliero € 20.000,00 fondo non autosufficienza 2009 residui € 20.000,00 L. 285/97 2009 residui Sportello Famiglia € 50.000,00 € 50.000,00 PdZ 2011 Centri di aggregazione per minori € 18.000,00 € 18.000,00 fondo L. 285/97 2006 residui Progetto “Crescere Insieme” per il Comune di Trevignano R. € 63.139,00 Polo distrettuale € 9.074,00 Pd Z 2011 € 54.065,00 fondo l. 285/97 2009 residui € 367.139,00 € 305.139,00 Totali interventi ex L. 285/1997 € 62.000,00 interventi in favore dei soggetti con handicap grave, ex art. 3, c. 3 L 104/1992 (min. 5% budget D.G.R. 307/2011) 42 7,59% del budget di distretto come D.G.R. 965/2009 Interventi individuali a sostegno della disabilità adulta, in forma in indiretta € 296.361,96 € 110.435,45 PdZ 2011 € 15.426,51 fondo non autosufficienza 2009 residui Psichiatria – Assistenza Domiciliare giornate sollievo € 37.000,00 € 96.250,00 Contributo Provincia Roma anno 2011 € 74.250,00 quote corrisposte ai propri residenti da parte dei comuni € 7.000,00 PdZ 2011 € 16.196,45 fondo non autosufficienza 2010 residui € 13.803,55 fondo non autosufficienza 2009 residui Progetto integrazione “Essere Insieme” (salute mentale inclusione sociale pazienti psichiatrici) € 47.000,00 due annualità L. 162/97 disabilità grave € 77.428,00 € 27.000,00 PdZ 2011 € 20.000,00 FUN 2011 € 25.936,00 fondo specifico 2008 residui € 25.713,00 fondo specifico 2009 residui € 25.779,00 fondo specifico 2010 residui Totale interventi ex art. 3, c. 3 L 104/1992 € 457.789,96 € 287.289,96 € 170.500,00 Ufficio di Piano, Segretariato Sociale e PUA (Punto Unico di Accesso) € 105.000,00 € 55.700,00 PdZ 2011 € 49.300,00 cofinanziamento dei Comuni del Distretto f3 TOTALI € 1.382.128,41 € 1.090.328,41 € 291.800,00 a) una somma non inferiore al 15% del budget di Distretto – anziani non autosufficienti – Distretto F3 32,71%; b) una somma non inferiore al 5% del budget di Distretto – soggetti con handicap grave art. 3 L. 104/92 – Distretto F3 26,56%; c) una somma non inferiore al 9% del budget di Distretto – infanzia ed adolescenza – Distretto F3 33,14; 43 ELENCO PROGETTI Target Anziani Casa Famiglia Anziani autosufficienti e fragilità sociali (LIVEAS) Progetto Alzheimer e anziani con deterioramento cognitivo (LIVEAS) Progetto anziani non autosufficienti in centro Target Anziani, Minori, Responsabilità familiari, Persone Disabili (handicap e paz. psichiatrici) Assistenza Domiciliare sovracomunale (LIVEAS) Target Diritti dei Minori e Responsabilità familiari Tutela dei minori e supporto alle relazioni familiari Casa famiglia Minori (LIVEAS) Centri di aggregazione per minori Sportello famiglia (LIVEAS) Target Persone con Disabilità e Salute mentale Interventi individuali a sostegno della disabilità adulta, in forma indiretta (LIVEAS) Progetto Integrazione disabili mentali lievi e adulti “Essere Insieme” Psichiatria- assistenza domiciliare e giornate sollievo (LIVEAS) L. 162/98 – progetti ad personam, ad esaurimento fondi residui 2008 2009 2010 Popolazione Distretto F3 Ufficio di Piano, Segretariato sociale (LIVEAS) e PUA 44 A fini esplicativi, si riporta il seguente quadro sinottico con ulteriori specifiche relative ai progetti QUADRO SINOTTICO DEI PROGETTI SOVRACOMUNALI PIANO DI ZONA 2011 15 OTTOBRE 2011 TUTELA DEI MINORI E SUPPORTO ALLE RELAZIONI € 87.000,00 FAMILIARI € 47.000,00 PdZ 2011 Progetto da avviare gennaio 2012 € 20.000,00 Fondo non autos. fondo 2009 comprende tre misure: a) tutela dei minori, b) € 20.000,00 L. 285/97 anno 2009 emergenze familiari e sociali, c) supporto alle famiglie con disabilità CASA FAMIGLIA MINORI € 149.000,00 Progetto avviato settembre 2008 € 62.000,00 quote Comuni per 5 inserimenti per un anno, al 50% costo giornaliero € 87.000,00 PdZ 2011 SPORTELLO FAMIGLIA € 50.000,00 Progetto in essere dal 2004 € 50.000,00 PdZ 2011 CENTRI DI AGGREGAZIONE PER MINORI € 18.000,00 Trevignano R. Fondo L. Centro “Crescere Insieme” Trevignano R. attivo dal 285/97 anno 2006 residuo settembre 2011 Centro di aggregazione per adolescenti distrettuale € 63.139,00 (Poli da attivare entro dicembre 2011) € 54.065,00 Fondo L. 285/97 anno 2009 residuo € 9.074,00 PdZ 2011 ASSISTENZA DOMICILIARE SOVRACOMUNALE € 120.040,00 PdZ 2011 (anziani,psichiatria e disabili) LIVEAS Progetto in essere dal 2000 INTERVENTI INDIVIDUALI A SOSTEGNO DELLA € 296.361,96 DISABILITA’ ADULTA, IN FORMA INDIRETTA € 125.861,96 fondi sovracomunali di (Progetto in essere, in altra forma dal luglio 2007) cui: Avviato novembre 2008 € 110.435,45 PdZ 2011 € 15.426,51 Fondo non Autosufficienza 2009 € 96.250,00 Provincia fondo anno 2011 € 74.250,00 quote corrisposte direttamente ai propri residenti da parte dei comuni PROGETTO ALZHEIMER E ANZIANI CON DETER. € 117.000,00 COGNITIVO € 87.000,00 PdZ 2011 Progetto in essere dal 2003 € 30.000,00 Fondo non autosufficienza 2009 PROGETTO ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI IN € 108.159,45: due annualità CENTRO € 33.000,00 Fondo non autosuff. 2010 Progetto da avviare € 42.195,24 Fondo non autosuff. 2009 Progetto sperimentale per il biennio 2011-2013 € 25.964,21 Fondo non autosuff. 2008 residui € 7.000,00 PdZ 2011 CASA FAMIGLIA ANZIANI AUTOSUFFICIENTI E € 107.000,00 FRAGILITA’ SOCIALI € 97.000,00 PdZ 2011 Progetto in essere dal 2002 € 10.000,00 quote utenti 45 PSICHIATRIA - ASSISTENZA GIORNATE SOLLIEVO Progetto avviato nel 2010 DOMICILIARE E € 37.000,00 € 16.196,45 Fondo non autosufficienza 2010 € 13.803,55 Fondo non autosufficienza 2009 Residui € 7.000,00 PdZ 2011 PROGETTO INTEGRAZIONE “ESSERE INSIEME” € 47.000,00: due annualità (SALUTE MENTALE INCLUSIONE SOCIALE € 20.000,00 FUN 2010 residuo PAZIENTI PSICHIATRICI) € 27.000,00 PdZ 2011 Progetto in essere dal 2003 con interruzione anno 2007, riattivato nel 2008 UFFICIO DI PIANO € 105.000,00 SEGRETARIATO SOCIALE E PUA € 55.700,00 PdZ 2011 In essere dal 2002 € 49.300,00 cofinanziamento dei Comuni L. 162/98 DISABILITA’ GRAVE € 25.936,00 Fondo specifico anno 2008 Progetto in essere dal 2002 (tale misura è a valere sui residuo fondi degli anni precedenti, ad esaurimento). € 25.713,00 Fondo specifico anno 2009 residuo € 25.779,00 Fondo specifico 2010 residuo * Da specificare: Il Fondo non autosufficienza non è più erogato a livello nazionale alle Regioni e dunque non esiste più. Nell’attuale PdZ si lavorano dunque i fondi residui delle annualità precedenti, fino ad esaurimento degli stessi. Il budget di Distretto assegnato è dunque minore, ma si possono ancora mantenere i servizi attivati ed implementarli a valere sui fondi residui così come specificato in ciascun progetto. Si sottolinea che nell’ambito del budget assegnato ai singoli Distretti le percentuali delle somme indicate dalla D.G.R. 307/2011 sono così rispettate (allegato A pg. 11): • una somma non inferiore al 15% del budget di Distretto – anziani non autosufficienti – Distretto F3 32,71%; • una somma non inferiore al 5% del budget di Distretto – soggetti con handicap grave art. 3 L. 104/92 – Distretto F3 26,56%; • una somma non inferiore al 9% del budget di Distretto – infanzia ed adolescenza – Distretto F3 33,14%; • In osservanza a quanto prescritto dalla D.G.R 965/2009 relativamente al cofinanziamento da parte dei comuni per il funzionamento dell’Ufficio di Piano, si evidenzia il rispetto delle quote previste così come indicato nello schema percentuale del Distretto F3 7,59%. Si sottolinea inoltre che il personale dell’Ufficio di Piano garantisce il funzionamento del PUA (Punto Unico d’Accesso), così come previsto nel protocollo d’intesa tra i Comuni e la ASL RMF mettendo a disposizione numero 1 Assistente sociale, n. 1 educatore professionale, n. 1 istruttore amministrativo, n.1 borsista (comune di Bracciano). 46 PIANO DI ZONA 2011 15 OTTOBRE 2011 PROGETTI 47 1. TUTELA DEI MINORI E SUPPORTO ALLE RELAZIONI FAMILIARI 2. Nuovo progetto SI 3. Progetto da avviare 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento Tale progetto si incardina sul territorio F3 nella filiera dei servizi PdZ (es. casa famiglia minori, sportello famiglia), a favore dei minori in situazione di rischio e di pregiudizio disabili minori e famiglie che si trovino in situazione di criticità complessa e che necessitino sia di interventi di emergenza che di supporti sociali più articolati e duraturi; sono previsti inoltre percorsi di tutela di minori maltrattati e/o deprivati, su singoli progetti. Tale progetto intende dare continuità a quanto intrapreso sul territorio attraverso: il progetto “minori maltrattati” (finanziamento annuale ad hoc), “assistenza domiciliare rivolto a minori disabili” e “Emergenze sociali e familiari”, ad oggi in fase di conclusione e che invece hanno costituito importanti risposte sul target. 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI) Il progetto si articola in tre misure: a) tutela dei minori b) emergenze familiari e sociali c) supporto alle famiglie di minori con disabilità che si realizzano attraverso le seguenti attività: - interventi di tutela di minori con famiglie con ridotte o compromesse competenze genitoriali - interventi di sostegno della perdita momentanea dell’autonomia di uno dei membri della famiglia che si occupa del minore disabile e in cui la rete parentale e amicale è insufficiente o assente - interventi di assistenza a famiglie monoparentali, con minori in condizioni di particolare precarietà economica e fragilità sociale - interventi socio-economici, educativi e di supporto nelle responsabilità familiari resi a famiglie in difficoltà in genere - presa in carico della famiglia e/o dell’utente e del minore, attraverso pacchetto di servizi contenenti: assistenza educativa e domiciliare, servizi residenziali di emergenza, supporto alla genitorialità, sostegno psicologico 6. Liveas Assistenza Domiciliare e pronto intervento sociale per situazioni familiari che presentano problematiche complesse 7. Macroarea Minori e Responsabilità familiari 8. Costo del progetto (totale) € 87.000,00 8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio Di cui: 48 € 47.000,00 PdZ 2011 € 20.000,00 Fondo non autosuff. Fondo 2009 residuo € 20.000,00 L.285/98 2009 residuo 9. Servizi/prestazioni erogati Presa in carico della situazione temporanea della famiglia e/o dell’utente e del minore, attraverso pacchetto di servizi contenenti: - assistenza educativa domiciliare - servizi residenziali di emergenza - supporto alla genitorialità, sostegno psicologico e osservazione partecipante - pacchetti di sostegno ed emergenza alla quotidianità familiare - interventi di tipo sociale, sanitario, economico e legale finalizzati alla tutela di minori e di famiglie fragili. Il progetto prevede di intervenire nella gestione di situazioni di particolare urgenza/emergenza a favore di minori e famiglie. Una equipe multidiciplinare provvede alla pianificazione di interventi che riguardano attivazione di interventi per rispondere a problemi alloggiativi, attivazione di interventi domiciliari a supporto e di vigilanza a favore di minori in condizioni di rischio e di pregiudizio; interventi di supporto a famiglie di minori disabili che presentano condizioni di fragilità, urgenza, emergenza; supporto a famiglie che per l’improvviso criticizzarsi del menage, richiedano progetti ad hoc. Le prestazioni fruite vengono definite e pianificate attraverso una valutazione multidimensionale realizzata da una unità valutativa socio-sanitaria che esamina la situazione dell’utenza e ne elabora la risposta in termini di pacchetto/interventi, in un’ottica sistemica 10. Bacino di utenza - Distrettuale X 11. Tipologia di utenza Famiglie e minori, famiglie e minori con disabiltà, famiglie in difficoltà e a rischio di marginalizzazione 12. Obiettivi del progetto - Intercettare precocemente situazioni di rischio per i minori - Dare risposte socio-economiche articolate ed in tempo reale a situazioni familiari complesse - Promuovere l’empowerment delle competenze genitoriali - Contribuire a colmare eventuali gap socio-culturali ed evolutivi per i minori con famiglie fragili 13. Tempi di attuazione (data inizio – data fine) Inizio febbraio 2012 14. Tipologia di strutture Numero strutture |_|_|1| Tipologia struttura - Gruppo appartamento - Casa famiglia - Comunità alloggio 49 - Comunità di pronta accoglienza X - Casa di riposo - Casa albergo X - Strutture semiresidenziali (specificare __________________________) - Altro (specificare interventi resi presso il domicilio ) X Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |_|_|_|_| 15. Numero utenti nel 2010 nuovo progetto 16. Soggetto che gestisce - Comune capofila UdP X - Convenzione con cooperative X - Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro (specificare ASL RMF) X Il soggetto gestore del progetto verrà individuato attraverso una procedura di evidenza pubblica. 17. Utenza annuale prevista |_|_|4|5| 18. Personale coinvolto nel progetto - Amministrativi |_|_|1| - Assistenti sociali |_|_|1| - Sociologi |_|_|1| - Psicologi |_|_|1| - Pedagogisti |_|_|0| - Educatori professionali |_|_|7| - Operatori socio-sanitari |_|_|_| - Volontari |_|_|0| - Mediatori culturali |_|_|0| - Altre figure (specificare ) |_|_|0| 19. Sede della struttura e/o dell’attività Attività svolte presso il domicilio ed eventuali strutture di prima accoglienza 20. Liste di attesa - No X da avviare la ricognizione sui Comuni Il progetto risponde ad un bisogno presente nel territorio più volte rappresentato dai servizi sociali e sanitari del Distretto F3. 21. Strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati - Sì X L’Ufficio di Piano disporrà le linee programmatiche ed effettuerà il monitoraggio e la valutazione dell’efficienza del servizio, stabilendo con l’ente affidatario procedure e criteri per il monitoraggio dei circuiti di qualità. Si realizzano inoltre incontri periodici con le Assistenti Sociali dei Comuni, i servizi competenti in materia della ASL, le famiglie e l’ente gestore, finalizzati al monitoraggio dei progetti individualizzati 22. Copartecipazione da parte degli utenti - No X 50 23. Modalità di integrazione con la Asl Attraverso la definizione di una unità valutativa costituita da (Servizi Sociali comunali, ASL, referente Ufficio di Piano ) si realizza la valutazione multidimensionale del minore e del suo contesto familiare che tenga conto di tutti gli aspetti: clinico, autonomia funzionale, psicologica, socio-economica, ambientale e relazionale. Tale valutazione è finalizzata alla stesura del piano educativo individualizzato. La ASL, di volta in volta impegna il personale dei servizi di competenza (Consultorio, TSMREE, DSM, Sert) e collabora anche nelle fasi di monitoraggio e verifica della congruità del progetto. 51 24. Finanziamenti e cofinanziamenti previsti: specificare i costi Finanziamento regionale Costo risorse umane € 47.000,00 PdZ 2011 Costo di funzionamento e gestione € 20.000,00 Fondo non autosuff. Fondo 2009 residuo Cofinanziamento Provinciale Comunale Asl Altro Totale finanziamento € 20.000,00 L.285/98 2009 residuo Costo di struttura e di mantenimento Totale € 87.000,00 € 87.000,00 52 1. PROGETTO CASA FAMIGLIA MINORI 2. 3. Nuovo progetto No X Progetto già avviato - Sì X Dal 25 agosto 2009 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento L’utenza di riferimento del progetto è rappresentata dai minori residenti nel distretto che, a causa di problematiche relative al nucleo familiare, vivono un disagio tale da indicare il temporaneo allontanamento dallo stesso; ad oggi sul territorio del Distretto F3 non risultano essere presenti strutture pubbliche e/o private rivolte alla citata tipologia di utenza, con servizi analoghi; 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI) Il progetto riguarda una casa famiglia, con un target di minori di età (4 - 8 anni) e di età (9 – 17 anni); ha una capacità di accoglienza di cinque minori. Si tratta di una struttura sia di prima accoglienza che di residenza di tipo familiare; il periodo di permanenza del minore che può variare da uno a ventiquattro mesi, termina con il reinserimento graduale nella famiglia di origine che abbia superato le proprie problematiche, oppure esita nell’istituto dell’affidamento o dell’adozione ove previsto. Nell’ultimo anno è stata orientata l’accoglienza sulla base dei bisogni emersi per il target “preadolescenti e adolescenti”. 6. Liveas Struttura residenziale per minori 7. Macroarea Minori e Responsabilità familiari 8. Costo del progetto (totale) € 149.000,00 di cui € 62.000,00 quote comuni per 5 inserimenti per un anno, al 50% del costo giornaliero 8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio € 87.000,00 PdZ 2011 9. Servizi/prestazioni erogati Le prestazioni fruite dai minori ospiti, che coprono l’intero anno, h. 24, sono: Struttura - servizio residenziale e gestione della struttura consistente in: • pulizia ed igienizzazione giornaliera degli ambienti, cambio biancheria • servizio di lavanderia, stireria e cura del guardaroba • approvvigionamento generi alimentari e non, gestione dispensa • preparazione dei pasti 53 • • funzionamento struttura (utenze, guasti, lavori di ordinaria manutenzione) gestione di cassa, preventivo e resoconto delle spese sostenute Minori - presa in carico e tutela del minore,consistente in: • accudimento del minore • accompagnamento e promozione delle attività esterne (sport, assoc.) • attività didattiche e sostegno nelle attività scolastiche • attività educative e di socializzazione • realizzazione del progetto individuale educativo e di crescita • animazione ed organizzazione eventi ricreativi • segretariato sociale e svolgimento pratiche riguardanti il minore • counseling individuale • supporto nella relazione con il nucleo familiare d’origine 10. Bacino di utenza -Distrettuale X Con la possibilità di far accedere minori da fuori distretto su richiesta di altri servizi sociali, solo dopo verifica di copertura del bisogno distrettuale 11. Tipologia di utenza Tipologia di utenza: Minori in età compresa tra quattro e diciassette anni, in carico ai Servizi sociali dei Comuni del Distretto F3, per provvedimenti di allontanamento temporaneo dalla famiglia. In caso di posti vacanti e di richieste extra – distrettuali esse potranno essere vagliate in sede di Accordo di Programma. 12. Obiettivi del progetto • dare una risposta territoriale alle problematiche legate al fenomeno, in aumento sul distretto, dei minori in condizioni di forte disagio relative al nucleo d’origine, tali da indicare l’allontanamento temporaneo dalla famiglia; • offrire un intervento appropriato in favore dei minori in condizione di allontanamento dalla famiglia, con contenuti educativi e formativi, oltre a sopperire ai suoi bisogni primari; • sostenere la relazione con il contesto di appartenenza e l’inserimento sociale ed affettivo, mantenendo la presenza del minore sul territorio; • proteggere il minore da situazioni di sofferenza ed a rischio di devianza; • sostenere il progetto di vita del minore, promuovendone l’autonomia, la scolarizzazione e l’educazione; • monitorare ed assistere, come prescritto nei progetti individuali, le relazione con il nucleo d’origine; 13. Tempi di attuazione (data inizio – data fine) progetto attivo dal 25 agosto 2009 14. Tipologia di strutture Numero strutture |1|_|_| Tipologia struttura - Gruppo appartamento - Casa famiglia - Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo - Casa albergo X 54 - Strutture semiresidenziali (specificare __________________________) - Altro (specificare __________________________________________) Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |5|_|_|_| 15. Numero utenti nel 2010 |5|_|_| 16. Soggetto che gestisce - Comune - Convenzione con cooperative - Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro (specificare ____________________________) 17. Utenza annuale prevista X |5|_|_|_| 18. Personale coinvolto nel progetto - Amministrativi |_|_|_| - Assistenti sociali X|_|_|_| - Sociologi |_|_|_| - Psicologi |_|_|_| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali X|_|_|_| - Operatori socio-sanitari X|_|_|_| - Volontari |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure (specificare _______________________________) |_|_|_| 19. 20. Sede della struttura e/o dell’attività appartamento sito in Bracciano ( indirizzo riservato) Liste di attesa X - No Sulla base della richiesta del Ministero degli Interni si è data la disponibilità ad accogliere un minore per favorire interventi umanitari, considerando l’imminente termine del progetto a favore di un minore residente. 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati? - Sì X Gli strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati sono quelli relativi alla unità di programmazione e valutazione del singolo inserimento ogni tre mesi (case-analisys) valutazione multidisciplinare, schede di rilevazione, bilancio obiettivi/risultati attesi). Inoltre la struttura stessa riceve supervisione dai referenti dell’Ufficio di Piano e verifica degli Enti preposti (Tribunale dei minori, Servizi Sociali comunali, ecc.); 22. Esiste copartecipazione da parte degli utenti? - No X Non esiste copartecipazione economica diretta. I Comuni invianti partecipano economicamente con le quote di inserimento dei minori, a loro carico. 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl? Le modalità di integrazione con la ASL RM/F sono relative alla attivazione di una equipe composta da consulenti e personale ASL che, a seconda delle competenze specifiche di ciascun professionista, collabora nella realizzazione del progetto 55 individuale del minore in tutte le fasi, e nella programmazione in itinere di tutte le azioni riguardanti la struttura stessa. Lo staff indicato dall’Azienda Sanitaria è composto da specialisti del Dipartimento Materno Infantile, Medico Pediatra, Dietista. Il livello di integrazione sarà periodicamente verificato dal Comitato dell’Accordo di Programma e dal Distretto ASL F3. 56 24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi Finanziamento regionale € 65.000,00 Provinciale Cofinanziamento Comunale Asl € 45.000,00 Altro Totale finanziamento € 110.00,00 Costo risorse umane € 22.000,00 € 17.000,00 € 39.000,00 € 87.000,00 € 62.000,00 € 149.000,00 Costo di funzionamento e gestione Costo di struttura e di mantenimento Totale 57 1. 2. PROGETTO SPORTELLO FAMIGLIA Nuovo progetto progetto in corso 3. Progetto già avviato Progetto avviato dall’ottobre 2004 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento Il progetto dà continuità al servizio di segretariato sociale, ed è attivo in rete con tutti i servizi socio- sanitari del distretto F3. Pertanto questo anno del servizio conferma una funzione di implementazione della rete dei servizi con relativo ampliamento dell’ambito territoriale e dell’utenza. Considerato l’afflusso di utenti in continuo aumento, si è previsto un incremento del monte orario degli operatori. 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI) Sportello di ascolto; mediazione familiare; counseling individuale e familiare; incontri protetti; progettazione di interventi integrati di tutela a favore dei minori; 6. Liveas Segretariato sociale per informazione e consulenza al singolo ed ai nuclei familiari 7. Macroarea Responsabilità familiari e Diritti dei minori 8. Costo del progetto (totale) Costo del progetto: € 50.000,00 8.1. 9. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio € 50.000,00 PdZ 2011 Servizi/prestazioni erogati Servizi/prestazioni erogati: primo ascolto – presa in carico della famiglia – intervento di supporto – colloqui individuali e familiari – incontri protetti eventuali invii ed interventi di rete – interventi a tutela dei minori coinvolti in dinamiche conflittuali – mediazione familiare – interventi a favore di famiglie coinvolte in eventi traumatici. Inoltre, sulla base dei dati raccolti nel quinquennio è stato creato un osservatorio distrettuale permanente sulla condizione della famiglia, in relazione alle peculiarità ed ai bisogni espressi ed inespressi. 58 10. Bacino di utenza - Distrettuale X 11. Tipologia di utenza nuclei familiari e singoli. 12. Obiettivi del progetto - promuovere una cultura di accesso ai servizi di consulenza familiare - fornire una risposta integrata e di rete alle istanze poste dalle famiglie - sostenere le famiglie in difficoltà relazionali nel progetto di vita del nucleo - supportare le famiglie nel ruolo genitoriale - tutelare i diritti dei minori. 13. Tempi di attuazione (data inizio – data fine) Attivo da ottobre 2004. 14. Tipologia di strutture Numero strutture |_|_|_| Tipologia struttura - Gruppo appartamento - Casa famiglia - Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo - Casa albergo - Strutture semiresidenziali (specificare __________________________) - Altro (specificare __________________________________________) Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |_|_|_|_| Strutture comunali, sedi consultoriali ASL RM/F, struttura dell’Ufficio di Piano. 15. Numero utenti nel 2010 |1|4|3|_| 16. Soggetto che gestisce - Comune - Convenzione con cooperative - Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro X Ufficio di Piano attraverso convenzioni con professionisti (reperita attraverso bando pubblico) 17. Utenza annuale prevista 200 prese in carico 18. Personale coinvolto nel progetto - Amministrativi |3|0|0|_| accessi |_|_|_| 59 - Assistenti sociali |1|_|_| Sociologi |_|_|_| Psicologi |2|_|_| Pedagogisti |1|_|_| Educatori professionali |_|_|_| Operatori socio-sanitari |_|_|_| Volontari |_|_|_| Mediatori culturali |_|_|_| Altre figure (specificare _______________________________) |_|_|_| Personale coinvolto nel progetto personale dell’Ufficio di Piano per ciò che concerne il coordinamento del progetto, il flusso delle comunicazioni e la segreteria organizzativa 19. Sede della struttura e/o dell’attività L’equipe multidisciplinare eroga il servizio sui cinque comuni del distretto in sedi comunali e/o consultoriali. 20. Liste di attesa - No 21. X Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati? X - Sì Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati: Valutazione delle schede di accesso: - Incontri di coordinamento con il referente per l’Ufficio di Piano - Incontri di supervisione settimanali con il Referente dell’Equipe dello Sportello. - Relazioni periodiche dell’equipe sull’andamento del servizio - Osservatorio permanente sulla condizione familiare locale - Studio di impatto del progetto sulla popolazione 22. Esiste copartecipazione da parte degli utenti? - No il servizio è gratuito 23. X Quali sono le modalità di integrazione con la Asl? Le modalità di integrazione con la ASL sono relative alla rete di tutti i servizi a favore della famiglia e dei minori; in particolare vengono realizzati progetti integrati socio-sanitari sull’utenza. La ASL mette a disposizione le sedi consultoriali per lo svolgimento del servizio. 60 24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi Finanziamento regionale Provinciale Cofinanziamento Comunale Asl Altro Totale finanziamento € 50.000,00 PdZ 2011 Costo risorse umane Costo di funzionamento e gestione Costo di struttura e di mantenimento € 50.000,00 PdZ 2011 Totale € 50.000,00 PdZ 2011 61 1. PROGETTO CENTRI DI AGGREGAZIONE PER MINORI 2. Nuovo progetto 3. Progetto già avviato Progetto in fase di avvio 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento Il progetto risponde ad una diversificazione dei bisogni espressi dai Comuni di Bracciano e Trevignano R. poiché i restanti Comuni ritengono animare tale attività a livello comunale; tuttavia il comune di Bracciano ha proposto che il proprio centro sia aperto a tutti i minori del Distretto al fine di promuovere l’inclusione sociale e la conoscenza del territorio. 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI) Centro di Aggregazione per adolescenti del Distretto- Bracciano: Servizi/interventi - sportello di informazione e counseling, riservato al target di riferimento, coordinato anche con le istituzioni scolastiche del Distretto; animazione di stage formativi ed eventi ricreativi; gestione del tempo libero con attività di educazione ambientale. Progetto: “Crescere Insieme” per minori 3-5 anni, attività ludico-ricreative di cui all’art.3 della 285/97. Servizi/interventi: servizi per un tempo giornaliero non superiore alle 4 ore, senza servizio di mensa e di riposo pomeridiano. Attività: laboratori manuali, artistici, di gioco e di movimento; uscite sul territorio. 6. Liveas Minori, adolescenti e Famiglie 7. Macroarea Diritti dei Minori e responsabilità familiari 8. Costo del progetto (totale) Centro “Crescere Insieme” € 18.000,00 L.285/97, anno 2006, residuo. € 63.139,00 di cui € 54.065,00 fondo L. 285/97 anno 2009 residui € 9.074,00 PdZ 2011 8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio Centro “Crescere Insieme” € 18.000,00 L.285/97, anno 2006, residuo. Centro di aggregazione adolescenti € 63.139,00 di cui: € 54.065,00 fondo L. 285/97 anno 2009 residui € 9.074,00 PdZ 2011 62 9. Servizi/prestazioni erogati Centro di Aggregazione Adolescenti: sarà aperto in alcuni giorni in fascia pomeridiana e serale e proporrà almeno 3 diversi servizi/interventi durante la settimana: - Sportello di informazione, orientamento scolastico e counseling; - Laboratorio multimediale; - Laboratorio artistico: musica, disegno, rappresentazioni teatrali, danza; - Cineforum; - Uscite per eventi culturali e ricreativi sul distretto e fuori; - Stage di educazione ambientale e conoscenza del territorio di appartenenza; - Attività di integrazione intergenerazionale; - Feste ed eventi Centro “Crescere Insieme”: attività quotidiane in fascia mattutina 8 – 12: - momenti di accoglienza, - attività e laboratori realizzati nel rispetto dei cicli evolutivi del minore e dello stesso inserito nella propria comunità - momenti di gioco libero - attività di accudimento e igiene dei minori - percorsi facilitati e progetti ad hoc per inserimenti di minori con particolari situazioni di disagio certificati e non - incontri con le famiglie - feste e gite con le famiglie 10. Bacino di utenza - Distrettuale il centro per adolescenti - Bracciano, realizza un Polo territoriale X Progetto “Crescere Insieme” Comune di Trevignano R.; 11. 12. Tipologia di utenza Progetto Centro di Aggregazione per adolescenti – Polo di Bracciano minori in fascia d’età: 12 – 17 anni - Progetto “ Crescere insieme” di Trevignano R. minori in fascia d’età: 3-5 anni Obiettivi del progetto prevenzione di situazioni di disagio dei minori, attivando un capillare intervento di rete locale, che permetta loro un accesso privilegiato a servizi di informazione e couseling sui temi di loro interesse; - educazione al territorio circolazione e condivisione a livello locale delle iniziative e dei modelli giovanili condivisi - promozione di una cultura dei minori di partecipazione e di coesione sociale, 63 13. con spazi e modalità di aggregazione innovativi per il territorio; promozione della testimonianza attiva della realtà giovanile del distretto; empowerment dei minori ad esprimere le proprie esigenze, aspettative e volontà, nel rispetto dei diritti di ogni cittadino in crescita; inclusione nel gruppo dei pari dei minori stranieri; conoscenza degli stili di vita e dei modelli culturali condivisi. Tempi di attuazione (data inizio – data fine) anno 2011 azioni di sistema sia tecniche che amministrative per l’attivazione dei due centri di aggregazione. 14. Tipologia di strutture Numero strutture |2|_|_| Tipologia struttura - Gruppo appartamento - Casa famiglia - Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo - Casa albergo - Strutture semiresidenziali () - Altro (Centri diurni - strutture messe a diposizione dal comune di X Bracciano e Trevigiano R. ) Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |2|5|_|_| 25 minori per centro, definendo laddove esiste la domanda, l’articolazione di turni ad hoc, che garantiscano la frequenza a tutti i richiedenti 15. Numero utenti nel 2010 |/|_|_|_| 16. Soggetto che gestisce - Comune - Convenzione con cooperative - Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro (specificare ____________________________) X X Enti del terzo settore esperti di servizi in oggetto, reperiti attraverso forme di gara di pubblica evidenza in forma ristretta 17. Utenza annuale prevista 50 minori per ogni centro. 18. Personale coinvolto nel progetto - Amministrativi - Assistenti sociali - Sociologi - Psicologi |5|0|_|_| |_|_|_| |_|_|_| |_|_|_| X|_|_|_| 64 - Pedagogisti |_|_|_| Educatori professionali X|_|_|_| Operatori socio-sanitari X|_|_|_| Volontari X|_|_|_| Mediatori culturali |_|_|_| Altre figure (specificare _______________________________) |_|_|_| Personale coinvolto nel Progetto: per le attività di programmazione verifica e controllo personale dell’Ufficio di Piano, Asl e Comuni. 19. Sede della struttura e/o dell’attività Sedi delle strutture: Per entrambi i progetti saranno messi a disposizione locali dei Comuni di Bracciano e Trevignano R. 20. Liste di attesa - No X I tecnici in ordine al concetto di filiera, hanno dato avvio ad una ricognizione e valutazione sulle diverse problematiche e i bisogni espressi dai minori del territorio. 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati? - Sì X - osservatorio permanente, con modelli di rilevazione relativi agli accessi ed alla tipologia di servizio fruita; - incontro di equipe mensili tra il coordinatore, il supervisore e tutti gli operatori del progetto - relazioni periodiche degli operatori sull’andamento del centro e sulle attività svolte; - questionari di follow-up. 22. Esiste copartecipazione da parte degli utenti? - No X 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl? Congiuntamente all’ufficio di piano ed ai servizi Sociali dei comuni verranno elaborate strategie comuni con il D.M.I. per la progettazione e la verifica dei risultati delle attività; inoltre gli operatori dell’Azienda sanitaria progetteranno con l’equipe degli enti gestori i piani individualizzati per l’inserimento di utenza già in carico ai servizi (T.S.M.R.E.E.). 65 24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi Finanziamento regionale Costo risorse umane Cofinanziamento Provinc Comunale Asl iale Totale finanziamento Altro € 18.000,00 progetto “Crescere Insieme” Fondo L. 285/97 anno 2006 residuo (Trevignano R.) Centro di aggregazione per adolescenti € 63.139,00 di cui: € 54.065,00 fondo L. 285/97 anno 2009 residui € 9.074,00 PdZ 2011 Costo di funzionamento e gestione Costo di struttura e di mantenimento Totale € 18.000,00 progetto “Crescere Insieme” Fondo L. 285/97 anno 2006 residuo (Trevignano R.) Centro di aggregazione per adolescenti € 63.139,00 di cui: € 54.065,00 fondo L. 285/97 anno 2009 residui € 9.074,00 PdZ 2011 € 18.000,00 progetto “Crescere Insieme” Fondo L. 285/97 anno 2006 residuo (Trevignano R.) Centri di aggregazione per adolescenti € 63.139,00 di cui: € 54.065,00 fondo L. 285/97 anno 2009 residui € 9.074,00 PdZ 2011 66 1. PROGETTO SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE SOVRACOMUNALE 2. Nuovo progetto - No X 3. Progetto già avviato - Sì X avviato nell’anno 2000 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento Progetto in continuità amplia l’utenza di riferimento conseguente all’ampliamento di budget previsto per questa annualità 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI) Il Servizio di Assistenza Domiciliare Sovracomunale offre attività di supporto/sostegno alla persona, tramite interventi a domicilio e/o sul domicilio, attività di segretariato sociale e accompagno presso strutture esterne nell’ambito del progetto individuale. Relativamente alla diversa tipologia di utenza sono dunque progettate le seguenti attività: - Minori e famiglie: interventi volti alla socializzazione ed all’integrazione del minore, promozione di attività ludico-ricreative ed a carattere formativo; sostegno al progetto familiare - Anziani: interventi socio-assistenziali e volti ad assicurare una risposta unitaria all’esigenza della persona. Integrazione delle prestazioni coordinate di carattere sanitario (mediche, infermieristiche, riabilitative) ed interventi di natura socio-assistenziale (aiuto domestico, tutela e cura dell’igiene e della salute della persona, mantenimento delle autonomie, disbrigo pratiche amministrative). - Disabili: (portatori di handicap). - supporto nello sviluppo delle autonomie, igiene e cura della persona, sostegno all’integrazione sociale, segretariato sociale; (utenza psichiatrica) tutoring nell’integrazione sociale e lavorativa, sostegno all’autonomia e all’adesione al progetto terapeutico stabilito. - Interventi a favore di minori con disabilità, finalizzati all’inclusione sociale ed al sostegno del progetto individuale. 6. Liveas Assistenza Domiciliare 7. Macroarea Anziani, minori, handicap, disagio psichico, e adulti in difficoltà 8. Costo del progetto (totale) € 120.000,00 PdZ 2011 67 8.1. 9. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio idem Servizi/prestazioni erogati Il servizio di assistenza domiciliare integrata è un sistema che prevede l’integrazione socio-sanitaria per la definizione dei piani di intervento e di sostegno all’utente per orientarlo nella rete delle risorse offerte dai servizi, attraverso la presa in carico da parte di unità valutative congiunte, che vanno ad elaborare PAI con valenza socio-sanitaria e sulla base del bisogno prevalente e successiva definizione di un case manager sociale o sanitario. Nella gestione operativa dei progetti individualizzati nell’ anno 2010 le cooperative sia sociali, hanno definito ambiti di collaborazione e condivisione sviluppando così buone pratiche promosse e coadiuvate dall’Ufficio di Piano e dal distretto sanitario, finalizzate a stabilire ambiti di co-gestione degli interventi e delle prestazioni, approfondendo e definendo inoltre ruoli compiti e funzioni. Interventi sulla persona: - monitoraggio dello stato di benessere, - interventi e controllo di igiene e prevenzione sul contesto ambientale - indicazioni ai familiari e/o al personale addetto all’assistenza diurna, con riguardo alle peculiarità fisiche e psichiche dell’utente - collaborazione col personale dei servizi sanitari per la predisposizione e attivazione dei “programmi individuali” - verifica periodica. - Interventi di mobilizzazione e stimolazione all’autonomia fisicasomministrazione pasti - interventi di igiene ordinaria e straordinaria sul domicilio - sostegno nella socializzazione - integrazione e accompagnamento in luoghi esterni al domicilio - interventi di supporto formativo e didattico. 10. Bacino di utenza - Distrettuale X Fermo restando il legittimo principio di opportunità di accesso ai servizi e dovendo assicurare equità nella fruizione, per questo progetto si opera un regolare turn-over stabilito in base ai criteri definiti da tecnici dei Servizi Specialistici ( ASL, Servizi Sociali dei Comuni e l’Ufficio di Piano); si prevede l’accesso al Servizio di Assistenza Domiciliare, attraverso un avviso pubblico per la realizzazione di una lista a scorrimento al fine di garantire la fruizione a tutti i cittadini aventi diritto. Inoltre è previsto che gli utenti, in relazione alla graduatoria, fruiranno del servizio di assistenza domiciliare per cicli di sei mesi. 11. Tipologia di utenza Anziani, persone con disabilità, nuclei familiari in difficoltà, minori, pazienti psichiatrici. 12. Obiettivi del progetto Miglioramento della qualità della vita degli utenti in carico e delle famiglie, sostenendo le autonomie residue, tutelando l’autodeterminazione della persona, favorendo la permanenza presso il domicilio. 68 13. Tempi di attuazione (data inizio – data fine) Progetto tuttora in essere a decorrere dall’anno 2000. 14. Tipologia di strutture Numero strutture |_|_|_| Tipologia struttura - Gruppo appartamento - Casa famiglia - Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo - Casa albergo - Strutture semiresidenziali Altro ( presso il domicilio degli utenti ) X Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |||_|_| 15. Numero utenti nel 2010 |2|9|_|_| 16. Soggetto che gestisce - Comune - Convenzione con cooperative - Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro (specificare ____________________________) x L’Ufficio di Piano dispone le linee programmatiche, opera il monitoraggio e la valutazione dell’efficienza del servizio, stabilendo con l’organismo affidatario procedure e criteri per il monitoraggio dei circuiti di qualità. 17. Utenza annuale prevista |3|2|_|_| 18. Personale coinvolto nel progetto - Amministrativi |_|_|_| - Assistenti sociali |_|_|_| - Sociologi |_|_|_| - Psicologi |_|_|_| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali |_|_|_| - Operatori socio-sanitari X |_|_|_| - Volontari |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure (specificare _______________________________) |_|_|_| Gestione - Personale qualificato dell’organismo affidatario, ( Oss., Adest, Coord.) Valutazione e Verifica - personale Ufficio di Piano, ASL e Servizi Sociali Comuni. 69 19. Sede della struttura e/o dell’attività Territorio RM/F. Gli interventi vengono effettuati nel domicilio dell’utente o all’esterno in base al progetto individuale. 20. Liste di attesa - Sì X Ad oggi le liste d’attesa sono presenti a livello dell’Ufficio servizio sociale di ciascun comune del distretto. I tempi di attivazione del servizio: da un minimo di 2 giorni per i casi di emergenza sociale a un massimo di 15 giorni in caso di urgenza differibile; turn-over e ingresso nell’accesso del servizio stabiliti in accordo con i Servizi Sociali dei 5 comuni invianti, in base all’istruttoria sociale ( per nuove procedure vedi punto 10) 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati? X - Sì Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati. Verifica del progetto assistenziale individualizzato (PAI) attraverso relazioni trimestrale scritte e riunioni di equipe e di supervisione settimanali per ciascun target di riferimento; - incontri periodici con le Assistenti Sociali dei Comuni, i singoli servizi della ASL, gli utenti e relative famiglie, l’ente gestore, finalizzati al monitoraggio del progetto individualizzato. 22. Esiste copartecipazione da parte degli utenti? - No X Ad oggi non esiste compartecipazione di spesa da parte degli utenti, ma è stato avviato uno studio di fattibilità sulla compartecipazione ai costi da parte dell’utenza, basato sulla valutazione congiunta dei regolamenti dei cinque Comuni e sull’ indicatore ISEE, in ottemperanza alla L. 328/2000 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl? Attraverso la definizione di una unità valutativa costituita da (Servizi Sociali dei comuni, ufficio di piano, ASL ) si realizza la valutazione multidimensionale dell’utente e del suo contesto familiare che tenga conto di tutti gli aspetti, clinico, autonomia funzionale, psicologica, socio-economico, ambientale e relazionale. Tale valutazione è finalizzata alla stesura del piano assistenziale individualizzato. Nella gestione operativa dei progetti individualizzati, cfr. 9 Nel mese di settembre 2011 è stata completata la scheda di valutazione multidimensionale socio-sanitaria elaborata dal Comitato Tecnico 70 24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi Finanziamento regionale Provinciale Cofinanziamento Comunale Asl Altro Totale finanziamento € 120.040,00 PdZ 2011 Costo risorse umane Costo di funzionamento e gestione Costo di struttura e di mantenimento € 120.040,00 PdZ 2011 Totale € 120.040,00 PdZ 2011 71 1. INTERVENTI INDIVIDUALI A SOSTEGNO DELLA DISABILITA’ ADULTA, IN FORMA INDIRETTA. 2. Nuovo progetto - No X 3. Progetto già avviato - Sì X Progetto avviato nel novembre 2008, interventi già avviati in altre forme, dal gennaio 2001. 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento Il Progetto si colloca in continuità con i servizi erogati finora, ampliando le possibilità di fruizione e differenziando le attività, definendo una modalità di erogazione di servizi/interventi in forma indiretta, che prevede da parte dei servizi sociali e sanitari il legittimo ruolo della definizione congiuntamente alla famiglia del PAI, attraverso dispositivi tecnici e amministrativi distrettuali. 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI) Le attività saranno fruite dagli utenti secondo ciascun Piano d’intervento Individuale (P.A.I.), con la possibilità di realizzazione di “pacchetti” ad hoc, ampliando in questi ultimi due anni il target dei fruitori. Le attività previste dal progetto possono essere di assistenza domiciliare e/o centro diurno. Le attività di centro diurno dovranno essere svolte nei seguenti ambiti: a) area motoria b) area artistico-manuale c) area mimico- espressiva d) area ricreativo-culturale e) orientamento formativo-lavorativo f) attività esterne 6. Liveas Assistenza domiciliare Centro diurno per persone adulte con disabilità 7. Macroarea Persone adulte con disabilità. 8. Costo del progetto (totale) € 296.361,96 di cui € 96.250,00 Contributo Provincia di Roma anno 2011 € 74.250,00 quote comuni per propri fruitori residenti 8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio 72 € 110.435,45 PdZ 2011 € 15.426,51 fondo non autosufficienza 2009 residuo 9. Servizi/prestazioni erogati I servizi di assistenza domiciliare e/o centro diurno sono resi in forma indiretta, sono pertanto acquistati attraverso dei contributi economici ad personam, erogati alla persona disabile ed alla sua famiglia, quantificati in fasce standardizzate attraverso la valutazione multidimensionale di parametri sociali, sanitari ed economici quali: ISEE, fruizione di altri servizi, situazione, socio-sanitaria, economica ed abitativa; Il valore economico dei buoni servizio è così quantificato: Buono/Servizio ALTO, € 700,00 – Buono/Servizio MEDIO-ALTO, € 500,00 – Buono/Servizio MEDIO, € 350,00. 10. Bacino di utenza - Distrettuale X Fermo restando il legittimo principio di opportunità di accesso ai servizi e dovendo assicurare equità nella fruizione, per questo progetto si opera un regolare turn-over stabilito in base ai criteri definiti da tecnici dei Servizi Specialistici ( ASL, Servizi Sociali dei Comuni e l’Ufficio di Piano); si prevede l’accesso alla fruizione dei Buoni/Servizio, attraverso un avviso pubblico, sulla base di criteri socio-sanitari e punteggi prefissati, per la realizzazione di una lista a scorrimento che prevederà il turn over, al fine di garantire la fruizione a tutti i cittadini aventi diritto, ma garantendo la continuità della risposta integrata ai bisogni relativi a situazioni particolari che presentino un alto livello di complessità e criticità socio-sanitaria. E’ previsto che i Buoni Servizio verranno riconosciuti all’utenza per cicli di sei mesi. 11. Tipologia di utenza Persone disabili adulte, con handicap di tipo lieve, medio e grave, residenti nel Distretto F3. 12. Obiettivi del progetto - restituire autonomia e responsabilità nella gestione dei piani di intervento individuali alle persone disabili ed alle loro famiglie - offrire alle persone diversamente abili opportunità ricreative e formative - supportare il percorso di crescita personale e di autonomia delle persone con disabilità e favorirne l’autodeterminazione - aiutare a sviluppare e mantenere le capacità residue - sostenere le famiglie nella gestione del menage familiare attraverso un servizio gestito nei tempi e con le modalità a seconda dei bisogni emersi (PAI) - favorire l’inclusione sociale dei soggetti diversamente abili 13. Tempi di attuazione (data inizio – data fine) Dal Novembre 2008, al fine di dare continuità al servizio a tutt’oggi attivo 14. Tipologia di strutture Numero strutture |_|_|_| 73 Tipologia struttura - Gruppo appartamento - Casa famiglia - Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo - Casa albergo - Strutture semiresidenziali (centro diurno ) - Altro (domicilio dell’utente) Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |4|6|_|_| 15. Numero utenti nel 2010 X X |40|_|_|_| persone adulte con disabilità. 16. Soggetto che gestisce - Comune - Convenzione con cooperative - Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro contributi diretti all’utente/famiglia X Soggetti del Terzo settore, Cooperative ed Associazioni che forniscano prestazioni, secondo la vigente normativa in materia di erogazione di assistenza domiciliare e/o attività di centro diurno, scelti dalla persona disabile e dalla sua famiglia 17. Utenza annuale prevista persone adulte con disabilità. |4|6|_|_| 18. Personale coinvolto nel progetto - Amministrativi |_|_|_| - Assistenti sociali |_|_|_| - Sociologi |_|_|_| - Psicologi |_|_|_| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali X |_|_|_| - Operatori socio-sanitari X |_|_|_| - Volontari |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure (Centro diurno: personale previsto dalla L. 41/2003 |_|_|_| 19. Sede della struttura e/o dell’attività Da indicare secondo la scelta dell’utente: in caso di attività in centro. Domicilio dell’utente 20. Liste di attesa - Sì X E’ in atto a livello distrettuale la ricognizione sulle richieste afferite ai servizi sociali dei comuni. 74 Si sottolinea che negli ultimi due anni il progetto ha garantito risposte in termini di servizi/interventi, raddoppiando l’utenza in carico. 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati? - Sì X L’Ufficio di Piano svolge le seguenti funzioni: - valuta la congruenza dei PAI con i progetti attuati insieme i Servizi sociali del comune di residenza - verifica i risultati - raccoglie ed aggiorna i dati inerenti i diversamente abili del territorio ed i relativi bisogni. Il contributo economico richiede verifica e controllo dal punto di vista amministrativo ed economico: l’utente/cliente deve mensilmente presentare al proprio comune (servizi sociali) la fatturazione rilasciata dell’ente erogatore del servizio; inoltre deve dichiarare per iscritto se si verifica istanza di sospensione e/o trasferimento in altro comune. 22. Esiste copartecipazione da parte degli utenti? - No X Il buono servizio come misura non prevede eventuali costi aggiuntivi. Le quote aggiuntive pattuite tra l’ente gestore e l’utenza, riguardanti servizi aggiuntivi, sono trattati a titolo privato tra i due contraenti in un’ottica di libera scelta e responsabilità del fruitore/famiglia stessi. 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl? La ASL compartecipa al progetto individuale nell’unità valutativa multidimensionale congiunta per l’accesso all’intervento. Attraverso la definizione di una unità valutativa costituita da (Ufficio di Piano,Servizi Sociali comunali, ASL ) si realizza la valutazione multidimensionale dell’utente e del suo contesto familiare che tenga conto di tutti gli aspetti, clinico, autonomia funzionale, psicologica, socio-economico, ambientale e relazionale. Tale valutazione è finalizzata alla stesura del piano assistenziale individualizzato. La ASL interviene anche nelle fasi di monitoraggio e verifica della congruità del progetto, oltre che in fase di studio di fattibilità per l’erogazione di prestazioni integrate. Nel mese di settembre 2011 è stata completata la scheda di valutazione multidimensionale socio-sanitaria elaborata dal Comitato Tecnico 75 76 24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi Costo risorse umane Finanziamento regionale Provinciale € 110.435,45 PdZ € 96.250,00 2011 anno 2011 € 15.426,51 fondo non autosufficienza 2009 (residuo) Cofinanziamento Comunale Asl € 74.250,00 quote che i comuni corrispondo ai propri fruitori residenti Altro Totale finanziamento Costo di funzionamento e gestione Costo di struttura e di mantenimento € 296.361,96 Totale € 296.361,96 77 1. PROGETTO ALZHEIMER E ANZIANI CON DETERIORAMENTO COGNITIVO. 2. Nuovo progetto - No X 3. Progetto già avviato - Sì X Nell’anno 2003 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento Il progetto dà continuità al servizio avviato nel 2003 con finanziamento specifico. Negli anni precedenti è stato garantito con il FUN, FUR e Piano Non Autosufficienza. Il progetto da una risposta specifica ad una tipologia di utenza di deterioramento cognitivo di grado moderato/severo. 5 . Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI) Assistenza domiciliare specifica ai pazienti Alzheimer e con deterioramento cognitivo di altra causa. Sono previsti interventi socio-assistenziali volti ad assicurare una risposta unitaria all’esigenza della persona. Integrazione con le prestazioni di carattere sanitario (mediche, infermieristiche, riabilitative), attraverso interventi a tutela e cura dell’igiene e della salute della persona, mantenimento delle autonomie, disbrigo di pratiche amministrative. 6. Liveas Assistenza domiciliare 7. Macroarea pazienti alzheimer ed anziani con deterioramento cognitivo di altra causa, moderato-severo. 8. Costo del progetto (totale) € 117.000,00 8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio € 87.000,00 PdZ 2011 € 30.000,00 fondo non autosufficienza 2009 residui 9. Servizi/prestazioni erogati a. Attività di cura ed igiene della persona b. Assistenza e supporto nel menage familiare c. Interventi rivolti al mantenimento delle capacità residue dell’utenza d. Sostegno e supporto alle famiglie e. Interventi/attività finalizzati alla socializzazione ed all’integrazione f. Interventi realizzati in integrazione socio-sanitaria 78 10. Bacino di utenza - Distrettuale X Fermo restando il legittimo principio di opportunità di accesso ai servizi e dovendo assicurare equità nella fruizione, per questo progetto si opera un regolare turn-over stabilito in base ai criteri definiti da tecnici dei Servizi Specialistici (ASL, Servizi Sociali dei Comuni e l’Ufficio di Piano);si prevede l’accesso al servizio, attraverso un avviso pubblico, per la realizzazione di una lista a scorrimento, al fine di garantire la fruizione a tutti i cittadini aventi diritto. Inoltre è previsto che gli utenti, in relazione alla graduatoria, fruiranno del servizio per cicli di sei mesi. 11. Tipologia di utenza Anziani affetti da morbo di Alzheimer e anziani affetti da deterioramento cognitivo di gravità moderato - severo di varia causa. 12. Obiettivi del progetto - Dare assistenza agli utenti presso il proprio domicilio, al fine di non arrecare ulteriori danni con lo sradicamento dal proprio nucleo familiare - Ritardare l’ospedalizzazione degli anziani sostenendone le capacità residue - Supportare le famiglie nell’oneroso compito di assistere il paziente Alzheimer e l’anziano con deterioramento cognitivo inserito nel nucleo - Realizzare momenti di socializzazione promuovendo contatti con il proprio contesto sociale. Tempi di attuazione (data inizio – data fine) Progetto già attivo a decorrere dall’ottobre 2003. 13. 14. Tipologia di strutture Numero strutture |_|_|_| Tipologia struttura - Gruppo appartamento - Casa famiglia - Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo - Casa albergo - Strutture semiresidenziali (specificare __________________________) - Altro (domicilio dell’utente) X Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |_|_|_|_| 15. Numero utenti nel 2010 |1|8|_|_| 16. Soggetto che gestisce - Comune - Convenzione con cooperative - Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro X X Il Progetto di Assistenza Domiciliare a malati di Alzheimer e deterioramento cognitivo, è gestito dall’ATI Coop. Soc. Quadrifoglio - Omnia Coop. Soc. dal luglio 79 2006; dopo l’espletamento della gara di evidenza pubblica per il successivo affidamento, da luglio 2011 il servizio è gestito dal medesimo ente. L’Ufficio di Piano dispone le linee programmatiche, opera il monitoraggio e la valutazione dell’efficienza del servizio, stabilendo con l’organismo affidatario procedure e criteri per la gestione del servizio e il monitoraggio dei circuiti di qualità. 17. Utenza annuale prevista |2|0|_|_| 18. Personale coinvolto nel progetto - Amministrativi |_|_|_| - Assistenti sociali |_|_|_| - Sociologi |_|_|_| - Psicologi |_|_|_| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali |_|_|_| - Operatori socio-sanitari X|_|_|_| - Volontari X |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure (specificare _______________________________) |_|_|_| Inoltre è previsto il coinvolgimento di Volontari esperti nell’ambito. Valutazione e Verifica - personale Ufficio di Piano, ASL e Servizi Sociali Comuni. 19. Sede della struttura e/o dell’attività Domicilio dell’utente 20. Liste di attesa - Sì X Ad oggi sono presenti alcune richieste di presa in carico, presso i Servizi Sociali di ciascun Comune. 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati? - Sì X Strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati monitoraggio ogni tre mesi, dei progetti individuali realizzato da equipe multidisciplinari socio-sanitarie. L’ente gestore del servizio fornirà ogni tre mesi relazioni scritte – realizzerà riunioni di equipe e di supervisione settimanali; verranno realizzati incontri periodici con gli Assistenti Sociali dei Comuni, lo psicologo, il personale dell’ente gestore, le famiglie degli utenti. In ambito del Comitato Tecnico, verranno definiti nuclei di valutazione del progetto, costituito da varie figure dei servizi socio-sanitari del distretto F3. 22. Esiste copartecipazione da parte degli utenti? - No X Ad oggi non esiste compartecipazione da parte degli utenti, ma è stato avviato uno studio di fattibilità sulla compartecipazione ai costi da parte dell’utenza, basato sulla 80 valutazione congiunta dei regolamenti dei cinque Comuni e sull’ indicatore ISEE, in ottemperanza alla L. 328/2000. 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl? Modalità di integrazione con la ASL Attraverso la definizione di una unità valutativa costituita da (ente locale, ASL e Ufficio di Piano) si realizza la valutazione multidimensionale dell’utente e del suo contesto familiare, che tiene conto di tutti gli aspetti, clinico, autonomia funzionale, psicologica, socio-economico, ambientale e relazionale, attraverso la Scheda sociosanitaria utilizzata per la definizione del Piano Operativo Assistenziale Individualizzato La Asl realizza attività di formazione/supervisione a favore degli operatori sociosanitari che erogano interventi di assistenza domiciliare a favore degli utenti in carico al servizio. 81 24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi Costo risorse umane Finanziamento regionale Provinciale € 87.000,00 PdZ 2011 € 30.000,00 fondo non autosufficienza anno 2009 residui Cofinanziamento Comunale Asl Altro Totale finanziamento Costo di funzionamento e gestione Costo di struttura e di mantenimento € 117.000,00 Totale € 117.000,00 82 1. PROGETTO ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI IN CENTRO 2. - Nuovo progetto Sì X Progetto di implementazione e di differenziazione dei servizi dedicati agli anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti, come previsto dalle linee guida della Regione Lazio. 3. - Progetto già avviato No X Si prevede la realizzazione del relativo servizio nell’anno 2012. 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento Il progetto realizza un servizio che dà risposta ad un target di anziani con deterioramento cognitivo di grado lieve e moderato di varia causa . Tale target necessita di interventi mirati alla promozione della socializzazione e di attività finalizzate al mantenimento delle autonomie personali. 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI) Centro Diurno: Le attività del progetto sono: Attività finalizzate al potenziamento o al mantenimento delle capacità residue dell’anziano con deterioramento cognitivo Attività di socializzazione Attività di animazione culturale 6. Liveas Assistenza in centro 7. Macroarea Anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti con deterioramento cognitivo di grado lieve/moderato 8. Costo del progetto (totale) Costo del progetto: € 108.159,45 su due annualità: 8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio € 7.000,00 PdZ 2011 € 33.000,00 fondo non autosuff. 2010 € 42.195,24 fondo non autosuff. 2009 residui € 25.964,21 fondo non autosuff. 2008 residui 83 9. Servizi/prestazioni erogati - Attività di cura ed igiene della persona - Interventi rivolti al mantenimento delle capacità residue dell’utenza - Attività di terapia occupazionale e laboratori manuali - Sostegno e supporto alle famiglie - Interventi/attività finalizzati alla socializzazione ed all’integrazione sociale. - Potenziamento delle capacità motorie residue - Somministrazione di farmaci - Servizio ristorazione 10. Bacino di utenza - Distrettuale X Bacino di utenza individuato attraverso avviso pubblico per la fruizione del servizio come indicato al punto 17. 11. Tipologia di utenza Anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti, affetti da deterioramento cognitivo di grado lieve/ moderato di varia causa. 12. Obiettivi del progetto - Ritardare l’ospedalizzazione degli anziani, evitando ricoveri precoci ed improri. - Supportare le famiglie nell’oneroso compito di assistere l’anziani - Promuovere la socializzazione attraverso contatti con il proprio contesto amicale e parentale. - Mantenere e valorizzazione le potenzialità presenti negli anziani. 13. Tempi di attuazione (data inizio – data fine) Da attivare nell’anno 2012 14. Tipologia di strutture Numero strutture |1|_|_| Tipologia struttura - Gruppo appartamento - Casa famiglia - Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo - Casa albergo - Strutture semiresidenziali / centro diurno X - Altro (specificare __________________________________________) Capacità di accoglienza della struttura (n° 10 post i) ogni turno 15. Numero utenti nel 2010 |_|_|_|_| 16. Soggetto che gestisce - Comune - Convenzione con cooperative - Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro X 84 Il progetto è gestito da un Ente del terzo settore reperito attraverso procedura di gara ad evidenza pubblica. L’Ufficio di Piano disporrà le linee programmatiche, realizzando interventi di monitoraggio e la valutazione dell’efficienza e dell’efficacia del servizio, stabilendo con l’organismo affidatario, procedure e criteri per il monitoraggio dei circuiti di qualità per la gestione del Centro. 17. Utenza annuale prevista |40 anziani |_|_|_| Accesso previsto attraverso avviso pubblico, che prevede l’applicazione di criteri e parametri socio-sanitari, formulazione di una lista a scorrimento distrettuale. Tale servizio verrà erogato attraverso una turnazione di 6 mesi, prevedendo 2 turni l’anno. Per ogni semestre verranno inseriti presso il centro diurno 20 anziani; a livello organizzativo, verranno articolati 2 gruppi di 10 anziani che frequenteranno il centro, turnando all’interno della settimana, ( tre giorni su sette per ciascun turno). 18. Personale coinvolto nel progetto - Amministrativi - Assistenti sociali - Sociologi - Psicologi - Pedagogisti - Educatori professionali - Operatori socio-sanitari - Volontari - Mediatori culturali - Altre figure (terapisti occupazionali,fisioterapisti, infermieri ) |_|_|_| |_|_|_| |_|_|_| |_|_|_| |_|_|_| |_|_|_| X|_|_| X|_|_| |_|_|_| |_|_|_| Il Servizio in centro verrà realizzato da operatori qualificati ADEST, OSS, terapista occupazionale, fisioterapista e nel caso di prestazioni infermieristiche da personale specializzato. Inoltre è previsto il coinvolgimento di volontari esperti nell’ambito. Per il trasporto saranno coinvolte le Associazioni di Volontariato, valutando anche la possibilità di compartecipazione economica da parte delle famiglie. Per le attività di Valutazione e Verifica è il coinvolto il personale dell’Ufficio di Piano, della ASL e dei Servizi Sociali dei Comuni. 19. Sede della struttura e/o dell’attività E’ in essere da parte dei comuni del distretto una ricognizione tra strutture pubbliche finalizzata alla definizione della sede/sedi per la realizzazione del progetto del Centro diurno, autorizzate secondo la vigente normativa in merito (L.R. 41/2003), ipotizzando anche la creazioni di un Polo distrettuale. 20. Liste di attesa X - Sì (specificare i motivi) Ad oggi esiste una lista d’attesa non definibile quantitativamente poiché è in fase di avvio la valutazione attraverso i criteri dell’Unità Valutativa multidisciplinare e dell’avviso pubblico per la fruizione. 85 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati? - Sì (specificare quali) X Verifica sui dati quantitativi: numero di utenti frequentanti il centro; Verifica delle attività del centro e dei progetti individuali, (PAI); relazioni quindicinali scritte e riunioni di equipe e di supervisione settimanali; incontri periodici con gli Assistenti Sociali dei Comuni, il personale dell’ente gestore e le famiglie degli utenti; 22. Esiste copartecipazione da parte degli utenti? - No X Ad oggi non esiste compartecipazione da parte degli utenti, ma è stato avviato uno studio di fattibilità sulla compartecipazione ai costi da parte dell’utenza, basato sulla valutazione congiunta dei regolamenti dei cinque Comuni e sull’indicatore ISEE, in ottemperanza alla L. 328/2000; il trasporto da e per il centro è a carico della famiglia fatto salvo per i casi in cui la rete familiare non sia presente dove si attiveranno interventi di volontariato e/o mutuo aiuto e/o servizi comunali. 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl? Ricognizione del target anziani non autosufficienti di grado lieve/moderato del distretto. Rivalutazione dei casi già assistiti.Gli utenti anziani non autosufficienti vengono segnalati dai Servizi Sociali dei singoli Comuni, dai servizi ASL o dal medico di base, dall’Ufficio di Piano, da cui si avvia la presa in carico congiunta. Attraverso la definizione di una unità valutativa costituita da (ente locale, ASL e terzo settore), si realizza la valutazione multidimensionale dell’utente e del suo contesto familiare che tenga conto di tutti gli aspetti, clinico, autonomia funzionale, psicologica, socio-economico, ambientale e relazionale. Tale valutazione è finalizzata alla stesura di un piano di intervento personalizzato. 86 24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi Costo risorse umane Costo di funzionamento e gestione Finanziamento regionale Provinciale € 33.000,00 Fondo non autosuff. Anno 2010 € 42.195,24 Fondo non autosuff. Anno 2009 € 7.000,00 PdZ 2011 € 25.964,21 Fondo non autosuff. Anno 2008 Cofinanziamento Comunale Asl Altro Totale finanziamento Costo di struttura e di mantenimento Totale € 108.159,45 su due annualità € 108.159,45 87 1. PROGETTO CASA FAMIGLIA ANZIANI AUTOSUFFICIENTI E FRAGILITA’ SOCIALI 2. Nuovo progetto - No X 3. Progetto già avviato - Sì X Nel dicembre 2001 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento L’utenza di riferimento del progetto è rappresentata dagli anziani autosufficienti, di sesso maschile e femminile; ad oggi sul territorio del Distretto F3 non risultano essere presenti strutture pubbliche e/o private rivolte alla citata tipologia di utenza, con servizi analoghi. Inoltre avendo valutato i bisogni del territorio il progetto si amplia al target “fragilità sociali”, rivolto specificatamente ad anziani pazienti psichiatrici compensati, in carico al DSM ASL RM/F; la definizione “fragilità sociali” è volutamente generica a tutela dalla privacy di ciascun utente e intende favorire il processo di inclusione sociale. 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI) Il progetto riguarda due case famiglia residenziali, con zona notte divisa in maschile e femminile, mentre gli spazi diurni e ricreativi sono in comune. Esse hanno una capacità di accoglienza di 3 utenti anziani donne e 7 utenti anziani uomini e constano di cinque camere da letto, un ampio soggiorno con angolo cottura, tre bagni, un ripostiglio e due terrazzi (come dal L. 41/2003) 6. Liveas Strutture residenziali per soggetti anziani con fragilità sociali 7. Macroarea Anziani autosufficienti in situazioni di fragilità sociale 8. Costo del progetto (totale) € 107.000,00 di cui € 10.000,00 quote utenti 8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio € 97.000,00 PdZ 2011 9. Servizi/prestazioni erogati I servizi fruiti dagli utenti che coprono tutto l’anno comprese le festività, sono: • servizio alberghiero, con pulizia ed igienizzazione giornaliera di tutti gli ambienti, cambio biancheria • servizio di lavanderia e stireria • servizio di spesa e preparazione dei pasti • assistenza domiciliare in alcune ore del giorno, a supporto delle autonomie 88 • • • segretariato sociale attività di socializzazione ed intrattenimento consulenza psicologica individuale e di gruppo 10. Bacino di utenza Distrettuale X 11. Tipologia di utenza Anziani residenti nei cinque comuni del Distretto F3, con accertata attestazione di autosufficienza e/o con patologie non acute, trattabili in autonomia presso il domicilio e anziani pazienti psichiatrici compensati, in carico al DSM ASL RM/F; si sottolinea che nel corso degli anni l’utenza si è attestata su estreme fragilità sociali (indigenza, persone senza fissa dimora, assenza di rete parentale) 12. Obiettivi del progetto dare risposta alle problematiche legate al fenomeno dell’isolamento e della marginalizzazione del target, supportandone il progetto di vita e le aspettative • sostenere la qualità della vita e l’autonomia degli anziani autosufficienti senza nucleo familiare di riferimento • dare opportunità di autonomia anche agli anziani autosufficienti con reddito basso o inesistente • sensibilizzare il territorio, utilizzando il progetto come sperimentazione, alla tematica dell’inclusione sociale dell’anziano e del paziente psichiatrico • contrastare impropri ricoveri ospedalieri ed in R.S.A. 13. Tempi di attuazione (data inizio – data fine) Ad oggi la casa famiglia è attiva in modo stabile e continuativo, trattandosi di una struttura con utenza fissa, che opera turn-over soltanto con l’uscita di un ospite ed il susseguente ingresso di uno nuovo, attraverso l’iter valutativo previsto; 14. Tipologia di strutture Numero strutture |2|_|_| Tipologia struttura - Gruppo appartamento - Casa famiglia X - Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo - Casa albergo - Strutture semiresidenziali (specificare __________________________) - Altro (specificare __________________________________________) Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |1|0|_|_| 15. Numero utenti nel 2010 |1|0|_|_| 16. Soggetto che gestisce - Comune - Convenzione con cooperative - Convenzione con Associazioni di volontariato X 89 - Altro (specificare ____________________________) Ufficio di Piano F3 attraverso le competenze tecniche ed amministrative, per ciò che concerne l’organizzazione e la supervisione; ATI Coop. Sociale Omnia e Coop. Sociale Quadrifoglio per quanto riguarda il personale addetto e la gestione organizzativa ed operativa delle strutture 17. Utenza annuale prevista |1|0|_| 18. Personale coinvolto nel progetto - Amministrativi - Assistenti sociali - Sociologi - Psicologi - Pedagogisti - Educatori professionali - Operatori socio-sanitari - Volontari - Mediatori culturali - Altre figure (operatori di base) 19. Sede della struttura e/o dell’attività Bracciano due, via di Cinquilla 1 20. Liste di attesa - Sì (specificare i motivi) 21. X Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati? - Sì (specificare quali) X Gli strumenti di monitoraggio attivati dall’Ufficio di Piano sono: - riunione settimanale di supervisione con gli operatori della comunità – relazione scritta quindicinale sull’andamento delle attività visite presso la comunità e colloqui individuali a richiesta dell’utenza e/o per valutare gli indicatori relativi alla qualità della vita degli ospiti e problematiche specifiche rilevate; 22. Esiste copartecipazione da parte degli utenti? - Sì, parzialmente Considerato il target che si è definito negli ultimi anni (cfr. 11) 23. |_|_|_| |_|_|_| |_|_|_| |_|_|_| |_|_|_| |_|_|_| X|_|_|_| |_|_|_| |_|_|_| X|_|_|_| X Quali sono le modalità di integrazione con la Asl? Le modalità di integrazione con la ASL RM/F sono relative a: fase valutativa d’ingresso e in itinere: è costituita una unità valutativa socio-sanitaria formata da Personale ASL CAD (medico geriatra ed infermiera caposala, medici di medicina generale), Assistente Sociale del Comune inviante, Coordinatore dell’Ufficio di Piano che, con le specifiche competenze di ciascuno, elabora una valutazione congiunta in base ai paramentri di idoneità sociosanitari prestabiliti; inoltre per le prestazioni specialistiche sono istituiti dei canali di accesso rapido, attraverso il servizio CAD. Anche i Medici di base di riferimento collaborano in maniera fattiva nella gestione delle problematiche legate all’ anzianità dell’utenza. 90 24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi Finanziamento regionale € 47.000,00 PdZ 2011 Provinciale Cofinanziamento Comunale Asl Altro Totale finanziamento Costo risorse umane € 25.000,00 PdZ 2011 Costo di funzionamento e gestione € 10.000,00 utenza € 25.000,00 PdZ 2011 Costo di struttura e di mantenimento € 97.000,00 Totale € 107.000,00 91 1. PSICHIATRIA – ASSISTENZA DOMICILIARE E GIORNATE SOLLIEVO 2. Nuovo progetto 3. Progetto già avviato Progetto di implementazione e di differenziazione dei servizi dedicati ai pazienti psichiatrici. 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento Il progetto dà continuità a servizi/interventi messi a sistema nelle precedenti annualità, rispondendo in maniera differenziata alle esigenze dei pazienti psichiatrici e le loro famiglie, definendo progetti diversificati sull’autonomia personale e sociale. 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI) Attività finalizzate al mantenimento delle autonomie del paziente psichiatrico Attività di socializzazione e animazione culturale Servizio ristorazione e alloggio nel caso delle giornate sollievo 6. Liveas Assistenza domiciliare e brevi soggiorni e attività diurne 7. Macroarea pazienti psichiatrici ed esclusione sociale 8. Costo del progetto (totale) € 37.000,00 8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio € 7.000,00 PdZ 2011 € 16.196,45 fondo non autosuffcienza 2010 € 13.803,55 fondo non autosufficienza 2009 residui 9. Servizi/prestazioni erogati - Supporto nelle attività di cura ed igiene della persona - Interventi rivolti al mantenimento delle capacità residue dell’utenza - Laboratori manuali - Sostegno e supporto alle famiglie - Interventi/attività finalizzati alla socializzazione ed all’integrazione sociale. 10. Bacino di utenza - Distrettuale 11. Tipologia di utenza Pazienti psichiatrici non autosufficienti e parzialmente autosufficienti. X 92 12. 13. Obiettivi del progetto - Supportare le famiglie nell’oneroso compito di assistere i pazienti psichiatrici sostenendone le capacità residue - Realizzare momenti di socializzazione promuovendo contatti con il contesto territoriale - Mantenimento e valorizzazione delle potenzialità residue attraverso l’empowerment delle competenze sociali e dell’orientamento spaziotemporale e della gestione della quotidianità. Tempi di attuazione (data inizio – data fine) anno 2012 14. Tipologia di strutture Assistenza domiciliare Brevi soggiorni presso strutture di turismo sociale e/o strutture di agriturismo locali Numero strutture |_|_|_| Tipologia struttura - Gruppo appartamento - Casa famiglia - Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo - Casa albergo - Strutture semiresidenziali (specificare __________________________) - Altro ( strutture turismo sociale e domicilio dell’utente) Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |_|_|_|_| 15. Numero utenti nel 2010 10 utenti 16. Soggetto che gestisce - Comune X - Convenzione con cooperative - Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro (Il progetto è gestito da un ente reperito attraverso procedura di gara ad evidenza pubblica. L’Ufficio di Piano congiuntamente al servizio ASL referente ( CSM e CDR ASL RMF) disporranno le linee programmatiche, realizzando interventi di monitoraggio e la valutazione dell’efficienza e dell’efficacia del servizio, stabilendo con l’organismo affidatario, procedure e criteri per il monitoraggio dei circuiti di qualità per la gestione delle diverse attività che compongono il Progetto. 17. Utenza annuale prevista |_|_|_|_| Si prevede la presa in carico dei seguenti utenti divisi per tipologie di servizi/interventi specifici che sono compresi in questo progetto: - 3 pazienti per interventi domiciliari, pacchetti semestrali con turn-over, totale 6 pazienti annui 93 - 6 pacchetti residenziali (tre giorni ciascuno), da usufruire in regime di turn-over previa unità valutativa, con gruppi costituiti da 4 utenti ciascuno. - 30 pacchetti diurni da usufruire in regime di turn-over previa unità valutativa multidimensionale, con gruppi costituiti da 4 utenti ciascuno 18. Personale coinvolto nel progetto - Amministrativi |_|_|_| - Assistenti sociali |_|_|_| - Sociologi |_|_|_ Psicologi |_|_|_| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali X|_|_|_| - Operatori socio-sanitari X|_|_|_| - Volontari |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure (specificare ______________________________) |_|_|_| Il servizio di assistenza domiciliare verrà erogato da operatori qualificati ADEST, OSS. Le giornate di sollievo saranno organizzate con educatori professionali e nel caso di prestazioni infermieristiche da personale specializzato messo a disposizione del DSM della ASL RMF. L’ufficio di Piano provvede a tutte le attività relative all’organizzazione, verifica e controllo del progetto. 19. Sede della struttura e/o dell’attività Strutture idonee allo svolgimento del servizio residenziale e del turismo sociale, domicilio dell’utente 20. Liste di attesa - Sì X Presso i Servizi CSM e CDR ASL RMF esiste lista di attesa, che corrisponde ad oggi ad un’ampia utenza in carico al servizio del DSM, che necessita di interventi garantiti dal presente progetto, nell’ottica dell’integrazione socio sanitaria e della risposta necessariamente integrata. 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati? X - Sì Verifica delle attività dei servizi e dei progetti individuali, attraverso relazioni quindicinali, riunioni di equipe e di supervisione settimanale; incontri periodici con la ASL, l’ufficio di pianole Assistenti Sociali dei Comuni del Distretto, l’ente gestore e le famiglie degli utenti. 22. - No Esiste copartecipazione da parte degli utenti? X Ad oggi non esiste compartecipazione da parte degli utenti, ma è stato avviato uno studio di fattibilità sulla copartecipazione ai costi da parte dell’utenza, basato sulla 94 valutazione congiunta dei regolamenti dei cinque Comuni e sull’indicatore ISEE, in ottemperanza alla L. 328/2000. 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl? Ricognizione del target pazienti psichiatrici da parte del DSM. Attraverso la definizione di una unità valutativa costituita da (Ufficio di Piano, ente locale, ASL), si realizza la valutazione multidimensionale dell’utente e del suo contesto familiare, che tenga conto di tutti gli aspetti, clinico (valutazione DSM), autonomia funzionale, psicologica, socio-economico, ambientale e relazionale. Tale valutazione è finalizzata alla stesura di un piano di intervento personalizzato. 95 24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi Costo risorse umane Costo di funzionamento e gestione Finanziamento regionale € 16.196,45 Fondo anon autosufficienza anno 2010 (residui) € 10.803,55 fondo non autosufficienza anno 2009 (residui) € 3.000,00 fondo non autosufficienza anno 2009 (residui) € 7.000,00 PdZ 2011 Provinciale Cofinanziamento Comunale Asl Altro Totale finanziamento Costo di struttura e di mantenimento € 37.000,00 Totale € 37.000,00 96 1. PROGETTO INTEGRAZIONE “ESSERE INSIEME” INCLUSIONE SOCIALE PAZIENTI PSICHIATRICI (SALUTE MENTALE, 2. Nuovo progetto No 3. Progetto già avviato Progetto già avviato nell’anno 2003 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento Il progetto dà continuità a quello già avviato nel 2003, ampliando inoltre il target con pazienti psichiatrici di grado medio; inoltre per un sub target verranno predisposti degli interventi propedeutici all’inserimento lavorativo 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI) Servizi/interventi di centro diurno ed inclusione sociale di pazienti psichiatrici e cittadinanza del distretto. Il progetto riguarda varie attività e laboratori rivolti a soggetti con problematiche psichiatriche e cittadini adulti del distretto F3 e sulla base della definizione della domanda, degli interessi del target e sulla valutazione della valenza socio riabilitativa delle attività per i gruppi target individuati annualmente 6. Liveas Attività di centro diurno rivolte a pazienti psichiatrici 7. Macroarea Disabilità psichica adulta ed esclusione sociale 8. Costo del progetto (totale) € 47.000,00 da impegnare su due annualità Più risorse impegnate dalla ASL: mezzo di trasporto 8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio € 20.000,00 FUN 2010 residuo € 27.000,00 PdZ 2011 9. Servizi/prestazioni erogati • corso di fotografia • corsi sportivi (vela) • attività sportive ed equestri • attività agricole ( orto sociale) • laboratorio di teatro integrato alcune attività saranno inoltre volte all’implementazione ed organizzazione di abilità, finalizzate al passaggio ad ambiti formativi e lavorativi (propedeutiche all’inserimento lavorativo). 97 10. Bacino di utenza Distrettuale Fermo restando il legittimo principio di opportunità di accesso ai servizi e dovendo assicurare equità nella fruizione, per questo progetto si opera un regolare turn-over stabilito in base ai criteri definiti da tecnici dei Servizi Specialistici ( ASL, Servizi Sociali dei Comuni e l’Ufficio di Piano); la presa in carico dell’utenza può avvenire sulla base delle proposte dell’equipe del DSM, oppure sulla base delle proposte delle AA.SS. dei servizi sociali dei comuni del distretto. Il servizio del DSM ed i Servizi Sociali condividono il progetto individuale dell’utente. 11. Tipologia di utenza Pazienti psichiatrici di grado medio e lieve Utenti psichiatrici e/o a rischio di esclusione sociale residenti negli comuni del distretto, con disabilità mentale medio-lieve e cittadini normodotati. Il target di utenza sarà connotato da un’ampia partecipazione di soggetti giovani che possano massimamente beneficiare dell’intervento, in un’ottica di integrazione e di supporto terapeutico. 12. Obiettivi del progetto - migliorare la qualità della vita sociale dell’utenza di riferimento - promuovere l’integrazione nel tessuto sociale di appartenenza - favorire attività propedeutiche alla formazione ed al possibile inserimento in futuri progetti lavorativi 13. Tempi di attuazione (data inizio – data fine) iniziato anno 2003 Per l’annualità 2012 - il progetto rispetta una calendarizzazione relativa alla ciclicità dei diversi laboratori ed alle diverse attività proposte, in base alla definizione dell’utenza e dal gruppo dei cittadini interessati. 14. Tipologia di strutture Numero strutture |_|_|4_| una per ciascun gruppo/attività messe a disposizione dalle associazioni in convenzione e una dal CDR DSM - Gruppo appartamento - Casa famiglia - Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo - Casa albergo - Strutture semiresidenziali ( ) - Altro (Centro diurno- esterna territoriale ed interna CDR DSM ASL RM/F3X ) Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |_|_|_|_| variabile 20 persone max a gruppo 15. Numero utenti nel 2010 |_|6|9| 98 16. Soggetto che gestisce - Comune capofila X ufficio di piano - Convenzione con cooperative - X Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro (specificare ASL RMF CDR X DSM) 17. Utenza annuale prevista |_|_|_8|0_| 18. Personale coinvolto nel progetto - Amministrativi |_|_|1| - Assistenti sociali |_|_|1| - Sociologi |_|_|1| - Psicologi |_|_|1| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali |_|_|1| - Operatori socio-sanitari |_|_|_| - Volontari |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure (specificare Infermieri professionali) |_|_|3| 19. Sede della struttura e/o dell’attività Sedi esterne territoriali messe a disposizione dalle associazioni ed interna CDR DSM ASL RM/F3 20. Liste di attesa - No X è in atto una ricognizione 21. Strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati X - Sì Commissione mista tra responsabili del DSM CDR ASL, responsabili associazioni, responsabile Ufficio di Piano, con il compito di valutare i cambiamenti dei componenti dei gruppi pazienti, attraverso l’osservazione e le interviste, le riunioni mensili con gli operatori di supervisione e programmazione. 22. Copartecipazione da parte degli utenti - No X 23. Modalità di integrazione con la Asl È attiva da anni la collaborazione tra l’Ufficio di Piano e referenti DSM CDR e CSM. Gestionalmente le attività saranno programmate e verificate dal referente dell’Ufficio di Piano e da quello del CDR e dai servizi sociali dei Comuni. 99 24. Finanziamenti e cofinanziamenti previsti: specificare i costi Finanziamento regionale Costo risorse umane € 27.000,00 Costo di funzionamento e gestione € 20.000,00 Cofinanziamento Provinciale Comunale Asl Altro Totale finanziamento Costo di struttura e di mantenimento Totale € 47.000,00 € 47.000,00 100 1. UFFICIO DI PIANO 2. Nuovo progetto No 3. Progetto già avviato Servizio attivo dal 2002 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento L’Ufficio di Piano svolge le attività relative alle azioni alle iniziative ed ai progetti per il conseguimento degli obiettivi di politica sociale distrettuale indicati dall’Accordo di Programma (cfr. PdZ), come da art. 22 , L. 328/2000; inoltre realizza in maniera sistematica il segretariato sociale distrettuale, interventi di servizio sociale distrettuale e a decorrere dal marzo 2011 il personale collabora nel servizio PUA . 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI) Ufficio progettuale, gestionale ed operativo distrettuale dei servizi/interventi sociali sovra comunali del Distretto F3 6. Liveas Tutti 7. Macroarea Tutte 8. Costo del progetto (totale) € 105.000,00 Di cui € 49.300,00 dai Comuni del distretto 8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio Di cui € 55.700,00 a valere sul PdZ 2011 9. Servizi/prestazioni erogati Attività/funzioni specifiche dell’Ufficio di Piano tra cui l’elaborazione del presente Piano: - E’ referente per la Regione Lazio del Piano di Zona dei servizi socio-assistenziali del Distretto F3; - Riferisce al Comitato Istituzionale dell’Accordo di Programma per l’attuazione degli indirizzi politico-amministrativi e lo supporta nella gestione del budget di Distretto; - Collabora con i Referenti della Provincia di Roma per iniziative formative distrettuali e nella realizzazione della legge 328/2000; - Collabora con i Referenti della ASL RM/F per la realizzazione dell’integrazione socio-sanitaria, attraverso la realizzazione di piani di lavoro integrati. 101 Progetta e propone i servizi/interventi socio-assistenziali sovracomunali, in raccordo con il Comitato Tecnico. - Organizza i tavoli tematici ed il Comitato Tecnico ne gestisce il flusso di comunicazione. - Verifica e controlla i servizi socio-assistenziali sovracomunali in essere - Svolge funzione di monitoraggio sui bisogni socio-assistenziali del Distretto F3 per i vari target - Predispone tutti gli atti amministrativi necessari alla gestione dei servizi sovracomunali; - Collabora per competenza sul budget di Distretto con il Comune di Bracciano capofila, referente contabile amministrativo dell’Accordo di Programma; - Co-gestisce insieme al distretto sanitario il servizio di Sportello PUA. Attività presso il PUA -sportello informativo su tutti i servizi sociali e sanitari del distretto; servizio di front-office; gestione del flusso delle comunicazioni relative ai servizi sociali (telefoniche, contatti); attività di back office: ricognizione e aggiornamento della rete sociosanitaria; gestione sito Accordo di Programma; - Attività ed interventi di servizio sociale professionale: primo ascolto, presa in carico e colloqui di consulenza al singolo ed ai nuclei familiari; presa in carico congiunta di utenza con i servizi socio-sanitari del distretto; relazioni con le istituzioni (es. Tribunale dei Minori), invii presso altri servizi 10. Bacino di utenza - Distrettuale X 11. Tipologia di utenza Cittadinanza del Distretto F3, con particolare riferimento ai target dei servizi socioassistenziali sovracomunali 12. Obiettivi del servizio Realizzare gli obiettivi del Piano di Zona, gestendo la “cabina di regia” dei servizi sovracomunali Assicurare i livelli essenziali delle prestazioni sociali su tutto il territorio distrettuale 13. Tempi di attuazione Il servizio è attivo a regime dal 2002 14. Tipologia di strutture Numero strutture |_|_|1_| Tipologia struttura - Gruppo appartamento - Casa famiglia - Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo - Casa albergo 102 - Strutture semiresidenziali - Altro (specificare: ufficio operativo e sala riunioni) X Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |_|_|_|_| 15. Numero utenti nel 2010 3900 circa (dato statistico stimato sulla proporzione tra la popolazione distrettuale ed i dati pubblicati dalla Regione Lazio sui servizi sociali erogati dal Distretto F3, 72 su 1000 abitanti, valutando sia la funzione progettuale che quella operativa e di verifica e controllo dell’UdP. 16. Soggetto che gestisce - Comune capofila X - Convenzione con cooperative - Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro (specificare ) 17. Utenza annuale prevista 3900 circa 18. Personale coinvolto nel progetto - Amministrativi |_|_|1| - Assistenti sociali |_|_|1| - Sociologi |_|_|1|* la coordinatrice è sia sociologa che assistente sociale - Psicologi |_|_|_| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali |_|_|1| - Operatori socio-sanitari |_|_|_| - Volontari |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure (specificare Dirigente medico e infermiere) |_|_|_| 19. Sede della struttura e/o dell’attività Ufficio di Piano sito presso il Comune capofila Bracciano, Piazza Mazzini 5 20. Liste di attesa - No X Ad oggi non sono presenti richieste inevase 21. Strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati - Sì X La verifica in itinere dell’operato del team dell’Ufficio di Piano è demandata al Capo Area Servizi Sociali ed Accordo di Programma del Comune di Bracciano capofila,mentre il raggiungimento degli obiettivi previsti è valutato annualmente dal Comitato Istituzionale dell’Accorso di Programma 103 22. Copartecipazione da parte degli utenti - No X 23. Modalità di integrazione con la Asl Fin dall’avvio dell’Accordo di Programma del Distretto F3, l’Ufficio di Piano è stato uno dei principali attori della creazione della rete dei servizi socio-sanitari del distretto e dell’integrazione socio-sanitaria, come da mandato. 104 24. Finanziamenti e cofinanziamenti previsti: specificare i costi Finanziamento regionale Costo risorse Umane 55.700,00 Cofinanziamento Provinciale Comunale Asl Altro 49.300,00 Totale finanziamento Costo di funzionamento e gestione Costo di struttura e di mantenimento Totale € 55.700,00 49.300,00 € 105.000,00 105 1. L. 162/98 Disabilità grave 2. - Nuovo progetto No X 3. Progetto già avviato - Sì X Con finanziamento 2003 e ad esaurimento dei fondi specifici residui. 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento Il progetto, dà continuità ad alcuni interventi di assistenza domiciliare in forma indiretta in favore dei disabili gravi, anche nei giorni festivi e prefestivi ed a potenziamento degli interventi già esistenti; ad oggi per questo piano di zona è previsto l’ampliamento dell’utenza, mettendo a sistema le tre annualità residue (2008-2009-2010), garantendo un pacchetto di riserva che possa fornire anche in corso di realizzazione del servizio la possibilità di accesso a situazioni nuove e gravi. 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI) Servizio di potenziamento di Assistenza domiciliare e supporto in situazione di emergenza è da intendersi in forma indiretta, (erogazione buono/servizio ad personam) 6. Liveas Assistenza Domiciliare Sovracomunale 7. Macroarea disabili gravi adulti e minori 8. Costo del progetto (totale) € 77.428,00 8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio € 25.936,00 fondo specifico anno 2008 residuo € 25.713,00 fondo specifico anno 2009 residuo € 25.779,00 fondo specifico anno 2010 residuo 9. Servizi/prestazioni erogati Servizi/prestazioni erogati, in forma indiretta a seconda del progetto individuale previsto PAI e condiviso con le famiglie, in giorni feriali e festivi e con procedure di attivazione anche in casi di urgenza: - cura, pulizia ed assistenza alla persona - preparazione e somministrazione pasti - mobilitazione e accompagnamento - pulizia ed igienizzazione dell’ambiente - tutela della sicurezza - attività di intrattenimento e socializzazione 106 10. Bacino di utenza - Distrettuale X Bacino di utenza: distrettuale; fermo restando il legittimo principio di opportunità di accesso ai servizi e dovendo assicurare equità nella fruizione, per questo progetto si opera un regolare turn over stabilito in base ai criteri definiti da tecnici dei Servizi specialistici ( ASL, Servizi Sociali dei Comuni e l’Ufficio di Piano); si prevede l’accesso alla fruizione dei Buoni/Servizio, attraverso un avviso pubblico, sulla base di criteri socio-sanitari e punteggi prefissati, per la realizzazione di una lista a scorrimento. 11. Tipologia di utenza Tipologia di Utenza: Disabili gravi, che abbisognano di interventi specifici come indicato nei PAI 12. Obiettivi del progetto Supportare le famiglie dei disabili gravi durante i periodi festivi e in situazioni di emergenza e criticità potenziando gli interventi già in essere. 13. Tempi di attuazione (data inizio – data fine) Dal 2003 progetto in essere. 14. Tipologia di strutture Numero strutture |_|_|_| Tipologia struttura - Gruppo appartamento - Casa famiglia - Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo - Casa albergo - Strutture semiresidenziali (specificare __________________________) - Altro (domicilio dell’utente) X Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |_|_|_|_| 15. Numero utenti nel 2010 |1|0|_|_| 16. Soggetto che gestisce - Comune - Convenzione con cooperative X - Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro (specificare ____________________________) L’Ufficio di Piano (Comune capofila) gestisce l’erogazione dei fondi agli utenti, i quali da progetto individuale possono fruire del servizio di assistenza in forma indiretta, come da lista a scorrimento elaborata attraverso un avviso pubblico. La persona disabile e la sua famiglia, potrà scegliere l’ente gestore tra le diverse realtà del terzo settore presenti sul territorio che forniscano prestazioni, secondo la vigente normativa in materia di erogazione di assistenza domiciliare e/o attività di centro diurno. 107 17. Utenza annuale prevista |2|0|_|_| 18. Personale coinvolto nel progetto - Amministrativi |_|_|_| - Assistenti sociali |_|_|_| - Sociologi |_|_|_| - Psicologi |_|_|_| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali |_|_|_| - Operatori socio-sanitari X|_|_|_| - Volontari |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure (specificare _______________________________) |_|_|_| Valutazione e Verifica - personale Ufficio di Piano, ASL e Servizi Sociali Comuni. 19. Sede della struttura e/o dell’attività Domicilio dell’utente 20. Liste di attesa - Sì (specificare i motivi) X Ad oggi sono presenti dei bisogni rilevati da parte di ciascun Servizio Sociale comunale 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati? - Sì (specificare quali) X Sono previste schede di rilevazione della qualità e quantità delle prestazioni erogate; inoltre saranno utilizzati gli schemi di relazione in dotazione agli operatori A.D. L’Ufficio di Piano svolge le seguenti funzioni: - valuta la congruenza dei PAI con i progetti attuati insieme i Servizi sociali del comune di residenza - verifica i risultati - raccoglie ed aggiorna i dati inerenti i diversamente abili del territorio ed i relativi bisogni. L’erogazione dei fondi ad personam richiede verifica e controllo dal punto di vista amministrativo ed economico: l’utente/cliente deve presentare al proprio comune ( servizi sociali) la fatturazione rilasciata dell’ente erogatore o figura professionale impegnata; inoltre deve dichiarare per iscritto se si verifica istanza di sospensione e/o trasferimento in altro comune. 22. Esiste copartecipazione da parte degli utenti? X - No Non è prevista compartecipazione da parte degli utenti, se non per gli oneri assicurativi e contrattuali dovuti all’operatore, dalla famiglia dell’utente, considerando che si tratta di interventi di assistenza domiciliare gestiti in forma indiretta 108 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl? Gli operatori ASL di competenza (es. CAD o DMI ) parteciperanno alla progettazione in itinere ed alla verifica dei risultati La ASL compartecipa al progetto nell’unità valutativa congiunta per l’accesso al progetto e laddove necessita alla co-gestione operativa sociale e sanitaria. Attraverso la definizione di una unità valutativa costituita da (Servizi Sociali comunali, ASL ) si realizza la valutazione multidimensionale dell’utente e del suo contesto familiare che tenga conto di tutti gli aspetti, clinico, autonomia funzionale, psicologica, socio-economico, ambientale e relazionale. Tale valutazione è finalizzata alla stesura del piano assistenziale individualizzato. La ASL interviene anche nelle fasi di monitoraggio e verifica della congruità del progetto. Nel mese di settembre 2011 è stata completata la scheda di valutazione multidimensionale socio-sanitaria elaborata dal Comitato Tecnico 109 24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi Finanziamento regionale Costo risorse umane Cofinanziamento Provinciale Comunale Asl Altro Totale finanziamento € 25.936,00 fondo specifico anno 2008 residuo € 25.713,00 fondo specifico anno 2009 residuo € 25.779,00 fondo specifico anno 2010 residuo Costo di funzionamento e gestione Costo di struttura e di mantenimento € 77.428,00 Totale € 77.428,00 110 PIANO IMMIGRAZIONO 2011 ALLEGATO AL PIANO DI ZONA 1. Interventi finalizzati al supporto e all’inclusione della popolazione migrante in particolari condizioni di disagio 2. Nuovo progetto - Sì X elaborato sulla base delle nuove problematiche e fenomeni sociali riguardanti le persone migranti presenti sul distretto da avviare entro la fine del 2011. 3. Progetto già avviato - No X 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento Il progetto risponde alle esigenze della popolazione migrante , considerando i nuovi flussi migratori e nuovi bisogni emergenti Infatti da agosto 2011 sul territorio di Anguillara S. è stato organizzato un centro di accoglienza richiedenti asilo C.A.R.A.; pertanto alla luce di diversificate istanze sul territorio, tale progetto in continuità ai diversi servizi socio– anitari, (PUA, interventi nelle scuole: protocollo di accoglienza, attività di formazione per i docenti e attività culturali ), si integra in un’ottica di filiera, rispondendo in maniera differenziata ai bisogni dei migranti. 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI) Servizio itinerante in stretto raccordo con l’Ufficio di Piano e i Servizi sociali dei comuni, finalizzato alla decodifica e gestione dei nuovi fenomeni sociali riguardanti sia le istanze presentate dalla popolazione migrante, nel rispetto delle diverse culture, sia le problematiche e le istanze vissute dalla comunità locale nel far fronte ai processi di accoglienza e i processi di inclusione sociale; pertanto l’equipe multidisciplinare in collegamento con la rete dei servizi sociali e sanitari e le diverse Istituzioni quali Forza Pubblica, polizia municipale, parrocchie, scuole, Questura, etc andranno a garantire le seguenti attività: - Interventi finalizzati alla decodifica del bisogno sulla base delle diverse culture di appartenenza e alla costruzione di sinergie con la comunità locale nella definizione di risposte ad hoc riguardanti i bisogni delle popolazioni migranti e dei territorio di accoglienza - attività di facilitazione circa l’informazione capillare sulle situazioni nuove come il centro di accoglienza C.A.R.A. circa i diritti/ sociali, sanitari e legali degli aventi diritto - Interventi educativi e sociali finalizzati ad includere la popolazione migrante - Interventi di orientamento e informazione e iniziative di incontri finalizzati a contrastare fenomeni di intolleranza e xenofobia laddove presenti. - Interventi di promozione di relazioni collaborative tra Amministrazioni e Stranieri con il fine di favorirne il graduale inserimento sociale. 6. Liveas servizi/interventi sul territorio attraverso equipe multidisciplinare 7. Macroarea popolazione migrante 8. Costo del progetto (totale) € 18.000,00 fondo specifico finanziamento ad hoc per il Piano Immigrazione. 111 9. Servizi/prestazioni erogati Servizi e Prestazioni erogate: interventi e attività di decodifica dei nuovi bisogni e fenomeni sociali relativi ai migranti; attività di promozione di collegamenti e sinergie tra le diverse realtà istituzionali per la definizione di interventi mirati di tipo sociale, sanitario, educativo e di inclusione sociale; attività di informazione e di sensibilizzazione per la comunità locale; interventi finalizzati a garantire minori migranti in centri ricreativi e di socializzazione in relazione al target; interventi finalizzati a realizzare negli eventi dei singoli paese (feste patronali, eventi culturali, eventi ricreativi e sociali etc.), la partecipazione anche dei popoli migranti con rappresentazioni culturali diverse, determinando scambio, confronto e valore aggiunto; interventi di sensibilizzazione e di raccordo con le diverse attività e le parrocchie, le scuole e i servizi del territorio 10. Bacino di utenza - Distrettuale 11. 12. 13. X Tipologia di utenza Popolazione migrante con particolare (attenzione a fenomeni di possibile xenofobia e intolleranza ) rifugiati politici, donne e minori vittime di tratta, e persone in particolare condizioni di indigenza. Obiettivi del progetto - inclusione sociale per la popolazione migrante - tutela delle persone migranti richiedenti asilo Tempi di attuazione (data inizio – data fine) Giugno 2012 14. Tipologia di strutture Numero strutture |_|_|_| Tipologia struttura - Gruppo appartamento - Casa famiglia - Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo - Casa albergo - Strutture semiresidenziali (specificare __________________________) - Altro (equipe itinerante) X Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° pos ti) |_|_|_|_| 15. Numero utenti nel 2010 |/|_|_|_| 16. Soggetto che gestisce - Comune - Convenzione con cooperative - Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro (Consulta distrettuale per le Politiche migratorie) 17. X X Utenza annuale prevista |_|_|_|_| Incidenza dell’un terzo sulla popolazione straniera del distretto e a ricaduta sull’intero territorio. 18. Personale coinvolto nel progetto - Amministrativi - Assistenti sociali |_|_|_| |_|_|_| 112 - Sociologi X |_|_|_| Psicologi |_|_|_| Pedagogisti |_|_|_| Educatori professionali X |_|_|_| Operatori socio-sanitari X |_|_|_| Volontari X |_|_|_| Mediatori culturali e linguistici X |_|_|_| Altre figure (psicologo specializzato in tematiche etno-antropologiche, operatori di strada, legali) X |_|_|_| 19. Sede della struttura e/o dell’attività Le sedi verranno reperite nelle strutture pubbliche sociali o sanitarie del territorio per le diverse attività previste dal progetto. Inoltre le attività sono da intendersi sul territorio dl distretto: nelle piazze dei comuni, giardini, parrocchie, palestre, scuole etc. 20. Liste di attesa - No X per questo target non è quantificabile una lista d’attesa, ma sono presenti dati circa la presenza di nuovi flussi di immigrazione, presenza dall’agosto 2011 del CARA 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati? - Sì (specificare quali) X Inoltre l’Ufficio di Piano provvede alla programmazione, verifica e controllo, nella fase preparatoria, nella verifica della sostenibilità del progetto, in itinere relativamente alla messa a sistema e congruità degli interventi in relazione agli obiettivi a breve e medio termine e nella fase ex post, per la valutazione finale del progetto verificando che tali risultati abbiano consolidato processi di inclusione e definito ambiti di scambio nel tessuto sociale, garantendo situazioni di possibile rischio. 22. Esiste copartecipazione da parte degli utenti? - No X 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl? La ASL interviene nella gestione di tale progetto per gli interventi che prevedono attività socio-sanitarie 113 24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi Costo risorse umane Finanziamento regionale € 18.000,00 finanziamento ad hoc Provinciale Cofinanziamento Comunale Asl Altro Totale finanziamento Costo di funzionamento e gestione Costo di struttura e di mantenimento € 18.000,00 Totale € 18.000,00 114 PIANO DIPENDENZE 2011 D.G.R. 202/2011 Riparto delle risorse per interventi finalizzati a contrastare le dipendenze da droghe alcool e farmaci ai sensi dell’art. 127 del D.P.R. 9/10/1990 n. 309, come modificato dalla L. 45 del 18/2 1999 – esercizio finanziario 2011 € 39.579,00. Il presente piano è stato elaborato dall’Ufficio di Piano in collaborazione con SERT/ ASL RM/F3; inoltre il percorso progettuale è stato elaborato attraverso la valutazione del precedente piano e la rilevazione dei bisogni, formulata dagli stakeholder nei tavoli tematici per le tossicodipendenze. Al fine di creare un continuum logico tra i servizi resi attraverso il Piano di zona (concetto di filiera) ed ottimizzare le risorse distrettuali a disposizione, il piano per le dipendenze è gestito attraverso le modalità organizzative distrettuali, ormai condivise e consolidate sul territorio. In attuazione alle misure citate in oggetto, si è elaborato il seguente Piano d’interventi – anno 2011. PROGETTO DI PREVENZIONE PRIMARIA E SECONDARIA A FAVORE DEI MINORI IN FASCIA DI ETA’ ADOLESCENZIALE 12 – 17 ANNI AREA: Prevenzione Considerato il buon esito del progetto relativo alla prevenzione primaria del Piano dipendenza allegati al PdZ attivato nello scorso anno, denominato “Giochiamo con la pubblicità”, si è rilevato il bisogno diffuso tra i ragazzi di affrontare le tematiche che riguardano la decodifica delle proprie emozioni, in relazione alla costruzione di idee e del sistema valoriale. Rispetto poi alla possibilità di mettere in discussione i modelli culturali diffusi, il target minori e giovani sembra necessiti di strumenti per sviluppare un positivo e propositivo senso critico, riuscendo a interpretare la complessità della realtà che li riguarda. Pertanto si rilancia l’idea di intervenire nelle scuole e/o nei diversi punti di aggregazione informale e formale (es. centro di aggregazione minori – Polo Distrettuale, centri di aggregazione comunali del territorio). Sulla base di una ricognizione capillare sui diversi comuni, l’idea progettuale riguarda interventi spot realizzati in sinergia con le sopra citate realtà, al fine di garantire attività mirate di prevenzione di primo livello. Inoltre, per ciò che riguarda i fenomeni già presenti di devianza minorile, si propongono in collaborazione con istituzioni del territorio, scuole, forza pubblica, polizia municipale, parrocchie, interventi sistemici mirati, sia sui singoli episodi devianti, che sulla comunità locale, che assume a sé funzione di monitoraggio e di accoglienza dei minori che abitano il territorio che sono portatori di disagio sociale , in un’ottica di “comunità locale che educa e orienta”. PROGETTO “SVILUPPA” – RETE PER LA GESTIONE DI PROGETTI D’INCLUSIONE SOCIALE E LAVORATIVA DI SOGGETTI CON PREGRESSE PROBLEMATICHE DI DIPENDENZA AREA TEMATICA: Inserimento sociale e lavorativo Elaborazione e gestione di progetti personalizzati per l’inserimento/reinserimento lavorativo. Si prevedono n. 5 inserimenti lavorativi, vista la riduzione dei fondi ad hoc e valutati i risultati delle precedenti annualità, in termini di costi/benefici e di sostenibilità. La rete già consolidata da anni costituita dall’ufficio di Piano, SERT ASL RMF 3, Servizi Sociali e terzo settore, si occupa già da tempo con misure similari di reinserimenti sociali e lavorativi, rileva che ad oggi esiste un target di utenza giovanile che abbisogna di essere orientata e reinserita attraverso percorsi ad hoc nella vita della collettività e nel mondo del lavoro. Gli interventi delle equipe multidisciplinari, in ordine a quanto sopra detto definiscono dei progetti che prevedono una presa in carico differenziata e personalizzata e l’elaborazione di un contratto terapeutico congiunto. I suddetti progetti sono allegati al presente documento. 115 PROGETTO di prevenzione primaria e secondaria a favore dei minori in fascia di età adolescenziale 12 – 17 anni. • nuovo progetto • Progetto da avviare nell’anno 2012 • Il Progetto si incardina nei servizi di filiera rivolti ai minori e famiglie del Piano di Zona e dà continuità a quanto realizzato con le azioni di prevenzione realizzate nelle scuole nella scorsa annualità • Gli interventi del progetto prevedono attività e interventi sulla prevenzione primaria e secondaria, mirati a modificare comportamenti di visione acritica del messaggi mediatici e promozione di un atteggiamento attivo e consapevole da parte dei giovani, rispetto ai media e ad internet. Interventi mirati a promuovere la rete della comunità locale in ordine alle funzioni di controllo, di protezione ed educative che il territorio con le sue agenzie e figure privilegiate deve assumere nei confronti dei propri minori, cittadini. • Macroarea Minori e famiglie • Costo del progetto Misura ad hoc € 16.246,00 • Servizi/prestazioni erogati. Per la prevenzione primaria: Gli interventi all’interno delle classi di 2° e 3° media inferiore delle scuole del Distretto F3, prevedono attività che promuovono la visione critica dei messaggi mediatici, sviluppando la consapevolezza di come la comunicazione mediatica ed informatica sia in grado di influenzare le scelte dei ragazzi e determinarne comportamenti standardizzati e talvolta devianti. Sono inoltre previsti laboratori mirati alla creazione di videoclip di controinformazione, da pubblicare su blog. Per la prevenzione secondaria: costituzione di un’ equipe multidiciplinare che promuova, attraverso azioni di sensibilizzazione delle comunità locali, nei quartieri, nei rioni, località etc. dei singoli Comuni, la consapevolezza dell’importanza di assumersi, in prima persona, la responsabilità di monitorare, orientare ed educare al senso civico ed ai comportamenti “proattivi” i minori che abitano il territorio. Si cercherà pertanto di stimolare nelle comunità locali un ruolo attivo e consapevole. • Tipologia di utenza Minori in fascia di età 12 – 17 anni. • Obiettivi del progetto Prevenzione primaria: promozione della salute e dello stato di benessere della fascia giovanile. Promozione della capacità di comprendere l’influenza dei media e di internet, promuovendo una cultura valoriale di responsabilità e di tutela verso se stessi e gli altri. 116 Prevenzione secondaria: attraverso una equipe multidisciplinare, azioni sistemiche sulla comunità locale per sensibilizzare e restituire ruolo attivo alla stessa, per poter intervenire su fenomeni di devianza e abuso di alcol e sostanze psicotrope, condividendo attività educative, di orientamento, tutela e protezione dei minori che abitano il territorio. • Tempi di attuazione Marzo 2012. • Tipologia di strutture Tale servizio verrà realizzato presso le Scuole medie del distretto F3 e sul territorio dei 5 comuni. • Numero utenti I ragazzi che frequentano regolarmente le scuole secondarie, delle classi 2° e 3° medie risultano essere complessivamente 1.638. • Soggetto che gestisce Il progetto verrà gestito da un ente reperito attraverso procedura di gara ad evidenza pubblica. L’Ufficio di Piano disporrà le linee programmatiche, realizzando interventi di monitoraggio e la valutazione dell’efficienza e dell’efficacia del servizio, in collaborazione con il SERT ASL RM/F3, stabilendo con l’organismo affidatario procedure e criteri per il monitoraggio dei circuiti di qualità per la gestione del Centro. • Utenza annuale prevista Si prevede il coinvolgimento durante l’anno scolastico 2011 - 2012, delle 2° e 3° classi del distretto. • Personale coinvolto nel progetto Gestione - Personale qualificato ( educatori professionali, professionista esperto nel settore pubblicitario e, in genere della comunicazione, psicopedagogista) dell’organismo affidatario. Valutazione e Verifica - personale Ufficio di Piano, ASL, Servizi Sociali dei Comuni. • Sede della struttura e/o dell’attività Sedi scolastiche e realtà formali ed informali del Distretto. • Liste di attesa Non è prevista la lista d’attesa. • Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati. L’Ufficio di Piano, al fine di realizzare una programmazione trasversale e condivisa, chiederà agli Enti gestori, inseriti nella filiera relativa al target “Minori e Famiglie”, di cooperare per una buona riuscita del progetto. Tra le azioni di sistema in itinere sono previsti: Relazioni mensili scritte e riunioni di equipe e di supervisione settimanali, per il monitoraggio del servizio; Schede tecniche per il rilevamento dati, dei soggetti utenti del servizio. Incontri periodici con gli Assistenti Sociali dei Comuni, Ufficio di Piano e il SERT 117 • Non c’è compartecipazione alla spesa da parte degli utenti • Modalità di integrazione con la ASL La Asl collabora con l’equipe operativa nella condivisione delle strategie da attuare e nel monitoraggio del progetto in itinere 24. Tabella costi Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: Fondo Specifico Costo risorse umane Costo di funzionamento e gestione Costo di struttura e di mantenimento Totale Cofinanziamento Provinciale Comunale Asl Altro Totale finanziament o € 14.246,00 € 2.000,00 € 16.246,00 118 INTERVENTI DI INCLUSIONE SOCIO - LAVORATIVA RIVOLTA A PERSONE IN SITUAZIONE DI DIPENDENZA, NELLA FASE FINALE DEL PERCORSO TERAPEUTICO • Non nuovo progetto • Il progetto trova le sue radici teoriche in precedenti esperienze di collaborazione tra i Comuni, la ASL RM F, gli Enti del privato sociale, le imprese del territorio, i servizi per il lavoro e gli enti di formazione, quali il progetto RELAIS (reti lavorative per le inclusioni sociali) anno 2002, RELATIUM anno 2004-2005 e RELABOR anni 2007-2008. Gli elementi cardine che hanno accomunato i progetti sopra citati possono essere così riepilogati: messa in opera di inserimenti lavorativi evitando il ricorso solo a forme assistenziali di inserimento/sussidio, attraverso il potenziamento delle risorse e delle competenze del soggetto debole ed il collegamento degli inserimenti lavorativi con le esigenze del sistema imprenditoriale; creazione ed implementazione di reti integrate tra organismi sanitari, sociali, formativi e del lavoro per la unificazione di metodi e strumenti in possesso di tutti coloro che entrano nel processo di presa in carico di assistenza, orientamento, formazione di inserimento di soggetti deboli. Il Progetto dà continuità operativa alle attività condotte all’interno della ASL RM F dal progetto RELABOR (fondi DPR 309/90) che ha visto la costituzione di un ampio parternariato tra la ASL RMF, i 4 Distretti socio sanitari del territorio e relativi Piani di Zona e 8 Enti del privato sociale impegnati da tempo nella prevenzione, cura e riabilitazione degli stati di dipendenza. • Le attività previste dal progetto sono: g) Accoglienza e analisi della domanda h) Orientamento (bilancio delle competenze formativo professionali del soggetto richiedente) i) Costruzione per eventuali percorsi formativi j) Identificazione delle possibilità d’inserimento k) Inserimento lavorativo l) Accompagnamento al percorso lavorativo (tutoraggio) • Liveas Inserimento sociale e lavorativo • Macroarea Dipendenze ed esclusione sociale • Costo del progetto Il costo del progetto di “Inserimento lavorativo rivolto a persone in fase finale del percorso terapeutico”, è pari a € 23.333,00 ed è soggetto in questo piano ad una forte riduzione dei fondi. • Servizi prestazioni erogati - brokering sociale (collegamento con il mondo imprenditoriale, individuazione delle attività occupazionali) - individuazione dei soggetti da inserire - orientamento individuale dei casi selezionati - progettazione di eventuali corsi formativi - inserimenti lavorativi di casi inviati e selezionati - attività di tutoraggio 119 - implementazione e coordinamento della rete di tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti • Bacino di utenza Distrettuale • Tipologia di utenza Tossicodipendenti, alcolisti e poliassuntori, per i quali l’inserimento lavorativo costituisce parte integrante del progetto terapeutico multidisciplinare: a) con percorso ambulatoriale : - in remissione protratta completa - in fase avanzata di trattamento (almeno un anno) caratterizzata da inserimento in trattamento integrato, assenza assunzione di sostanze psicotrope ed alcol da almeno 6 mesi b) con percorso residenziale/semiresidenziale: - in remissione protratta completa - in fase di reinserimento sociale/lavorativo dopo un percorso di almeno un anno • Obiettivi del progetto - favorire l’inclusione socio lavorativa di persone con esperienze di tossicodipendenza - supportare il percorso di crescita personale e di autonomia delle persone che stanno affrontando un percorso di emancipazione dalla tossicodipendenza - promuovere inserimenti lavorativi non assistenzialistici e temporanei - promuovere percorsi di orientamento e formazione - costruire ed implementare un sistema di rete che condivida metodologie e procedure di lavoro fra tutti gli attori territoriali pubblici e privati coinvolti negli inserimenti lavorativi - rilevare e monitorare i fabbisogni delle imprese del territorio • Tempi di attuazione Marzo 2012 • Tipologia di strutture Sedi di lavoro idonee alle persone con i requisiti lavorativi richiesti • Numero di utenti nel 2010 Sono stati realizzati n. 7 inserimenti lavorativi. • Soggetto che gestisce L’Ufficio di Piano congiuntamente al SERT del distretto F3, gestiranno l’avvio del progetto, il suo monitoraggio e la sua valutazione in itinere, affidando la gestione operativa ai soggetti del terzo settore che operino sul territorio e possano dimostrare una pluriennale esperienza nel campo della cura, riabilitazione e reinserimento socio lavorativo di soggetti in stato di dipendenza, come previsto da L. 328/2000. • Utenza prevista Si prevede l’inserimento lavorativo di 5 persone. • Personale con funzioni gestionali operative: Gestione - Personale qualificato dell’organismo affidatario, Valutazione e Verifica - personale Ufficio di Piano, ASL , Servizi Sociali Comuni e gli stakeholder del tavolo tematico sulle dipendenze. 120 • Sedi della struttura e/o delle attività da designarsi in base al bando • Liste di attesa Presso i servizi sociali e del SERT, sono presenti alcune richieste di inserimento lavorativo di soggetti del target di riferimento. • Strumenti di monitoraggio e verifica L’Ufficio di Piano congiuntamente al SERT della ASL svolge le seguenti funzioni: - verifica periodicamente le attività - verifica l’aderenza della gestione operativa con le linee guida del progetto - verifica i risultati Inoltre viene mantenuto il concetto di rete promuovendo momenti di condivisione relativamente alle linee programmatiche e strategie condivise coordinate possibilmente a livello sovradistrettuale. • Compartecipazione alla spesa da parte degli utenti Ad oggi non esiste compartecipazione di spesa da parte degli utenti, ma è stato avviato uno studio di fattibilità sulla compartecipazione ai costi da parte dell’utenza, basato sulla valutazione congiunta dei regolamenti dei cinque Comuni e sull’ indicatore ISEE, in ottemperanza alla L. 328/2000 • Modalità di integrazione con la ASL La ASL congiuntamente all’Ufficio di Piano e all’ente gestore elaborano linee e strategie di intervento rispetto alle modalità e percorsi di inserimento lavorativo. Gli utenti segnalati ai Servizi Sociali dei singoli comuni, ai servizi ASL/SERT e al medico di base e all’Ufficio di Piano, da cui parte la presa in carico congiunta, vengono valutati attraverso l’Unità valutativa costituita da (Servizi Sociali comunali, ASL e terzo settore), realizzando così la valutazione multidimensionale dell’utente, che tenga conto di degli aspetti, clinici, autonomia funzionale, psicologica, socio-economico, ambientale e relazionale. Tale valutazione è finalizzata alla elaborazione di un bilancio di competenze finalizzato alla stesura del piano individualizzato, mirato all’inserimento lavorativo. • Tabella dei costi Fondo Specifico Costi inserimenti lavorativi Costo di funzionamento e gestione Costo di struttura e di mantenimento Totale Cofinanziamento Provinciale Comunale Asl Altro Totale finanzianz. € 23.333,00 € 23.333,00