In Polonia ci sono voluti 10 anni, in Ungheria 10 mesi, nella
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In Polonia ci sono voluti 10 anni, in Ungheria 10 mesi, nella
Il decennio di Solidarność In Polonia ci sono voluti 10 anni, in Ungheria 10 mesi, nella Repubblica Democratica Tedesca 10 settimane, e in Cecoslovacchia occorreranno forse 10 giorni… Realizzatori della mostra: Redazione (selezione e cura dei testi): Łukasz Bertram Coordinamento: Maria Krawczyk Ricerche del materiale iconografico: Tomasz Gleb, Mariusz Olczyk, Ewa Sularz Progetto grafico: Danuta Błahut-Biegańska Ricerche del materiale testuale: Agnieszka Dębska, Piotr Głogowski, Dorota Kruk, Małgorzata Kudosz, Marta Markowska, Katarzyna Puchalska, Wojciech Sapiecha, Mateusz Sidor Cura della fotografia: Piotr Janeczek, Piotr Suwiński Ideazione: Zbigniew Gluza Impaginazione: Piotr Janeczek, Piotr Suwiński fot. Stanisław Markowski LA MOSTRA È STATA PREPARATA DA OŚRODEK KARTA (CENTRO KARTA) IN COLLABORAZIONE CON DOM SPOTKAŃ Z HISTORIĄ (CASA DEGLI INCONTRI CON LA STORIA) DI VARSAVIA SU COMMISSIONE DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI. Nowa Huta, 13 ottobre 1982, Dimostrazione dell’opposizione, Timothy Garton Ash Fine degli anni Settanta. Prospettive dell’opposizione Zbigniew Romaszewski (membro del KOR): Negli anni 1976-1979 maturano in Polonia le principali correnti di pensiero e di azione dell'opposizione. All'inizio del 1976 viene fondata Intesa Polacca per l'Indipendenza, la quale, nei vari documenti via via pubblicati, riesce in quegli anni a formulare la via polacca verso la democrazia, l'indipendenza e l'Europa. Nell'autunno del 1976, in reazione alle brutali repressioni contro gli operai che avevano partecipato alle proteste a sfondo economico di giugno, nasce il Comitato di Difesa degli Operai (KOR), che opera pubblicamente in favore dell'auto-organizzazione della società, fedele allo slogan "Invece di bruciare i comitati [del partito], fondate i vostri ". Nel marzo 1977 nasce il Movimento in Difesa dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino (ROPCiO), anch'esso attivo pubblicamente, che introduce nella pratica delle iniziative dell'opposizione forti riferimenti all'indispensabile ripristino dell'indipendenza della Polonia. Volantino pubblicato da ROPCiO nel 60.mo anniversario della riconquista dell'indipendenza. Venne articolato un importante programma. Il programma dei movimenti sociali indipendenti. Di qualsiasi tipo, appunto: allevatori di canarini, di cani… Questo piano di intesa è stato accettato da tutti. Noi dicevamo: "Agisci in modo indipendente, agisci in modo autentico". E questo era l'unico elemento politico che si trovava nel programma del KOR. […]. Incitava a creare iniziative indipendenti, invitava la società a organizzarsi da sola, a contrapporsi al monopolio dello stato. J. Jankowska, Portrety niedokończone... (Ritratti incompiuti…), Varsavia 2003 Raccolte di Ośrodek Karta Andrzej Czuma (membro di ROPCiO) sul periodico clandestino «Opinia»: Dal Programma dell'Intesa Polacca per l'Indipendenza: Ogni autorità deve provenire dalla nazione e rispondere costantemente davanti alla nazione: è infatti al suo servizio, questo è il suo ruolo. I governanti dovrebbero dipendere dai governati, e non viceversa: ecco il fondamento della democrazia. Il governo e gli altri organi del potere esecutivo dovrebbero essere sottomessi al parlamento e agli altri organi del potere legislativo liberamente eletti dalla società. Varsavia, primavera 1976 «Kultura» 7-8, Parigi 1976 Ogni atto di un potere esercitato per mantenere una nazione nella sottomissione a un altro stato non può che consistere nell'imbavagliamento di questa nazione, nella censura della parola e della pubblica informazione, non fosse altro che per impedire che qualcuno scriva o dica pubblicamente la breve frase: "Il totalitarismo sovietico ci ha tolto l'indipendenza". In uno stato simile non può esservi democrazia, perché democrazia significa libertà di parola pubblica. E non è pensabile che la gente in condizioni di libertà di parola non parli di ciò che è più importante per la nazione. Non esiste infatti contraddizione tra democrazia e indipendenza. La democrazia non esiste in un paese schiacciato, in cui ci sono solo apparenze di democrazia. Varsavia «Opinia» 8, 1977 Cracovia, 15 maggio 1977. Corteo funebre dopo la morte di un collaboratore del KOR, lo studente Stanisław Pyjas, assassinato dai servizi di sicurezza. L'avvenimento ispirò la nascita dei Comitati Studenteschi di Solidarietà Fot. Maciej Sochor / PAP/CAF Giugno 1979. Il Papa in Polonia Il primo pellegrinaggio del Papa Giovanni Paolo II in Polonia ha luogo dal 2 al 10 giugno 1979. Il momento più importante è la messa celebrata a Varsavia il primo giorno della visita. Giovanni Paolo II nell'omelia durante la messa in piazza della Vittoria: Varsavia, 2 giugno 1979. Giovanni Paolo II davanti al Castello Reale. Fot. Chris Niedenthal / Forum E grido, io, figlio di terra polacca e insieme io, Giovanni Paolo Il Papa, grido da tutto il profondo di questo millennio, grido alla vigilia di Pentecoste: Scenda il tuo Spirito! Scenda il tuo Spirito! E rinnovi la faccia della terra. Di questa Terra! Varsavia, 2 giugno 1979 Pielgrzymki do Ojczyzny… (Pellegrinaggi in Patria…), Cracovia 2005 Zbigniew Bujak Varsavia, 2 giugno 1979. Giovanni Paolo II nella chiesa di S.Anna. Fot. Teodor Walczak / PAP/CAF (collaboratore del KOR): Quando sono giunto in piazza della Vittoria e ho visto centinaia di migliaia di persone in piedi con perfetta disciplina, mi sono reso conto di quale forza immensa disponga questo paese e ho compreso che in realtà era ormai in macerie tutta quanta l'ideologia del partito. Varsavia, 2 giugno 1979 Solidarność, regia di J.M. Meurice, Ch. Talczewski, G. Meretik, 1990 Varsavia, 2 giugno 1979. Messa in piazza della Vittoria. Fotografia a quel tempo sotto divieto di pubblicazione. Fot. Ireneusz Radkiewicz / ADM/PAP Varsavia, 2 giugno 1979. Messa in piazza della Vittoria. Fot. Chris Niedenthal / Forum Da un articolo sul quotidiano clandestino «Robotnik»: Sono state nove giornate che hanno scosso la Polonia, ci hanno rivelato non soltanto la grandezza della persona del Papa, la maestà del Suo ministero, ma ci hanno mostrato finalmente chi siamo... [...] Dal momento della riconquista dell'indipendenza nel 1918 i polacchi non sono mai stati altrettanto integrati, altrettanto forti interiormente. Varsavia, 10 giugno 1979 «Robotnik» 34, 1979 Agosto 1980. Punto culminante degli scioperi Cantieri Navali di Danzica, agosto 1980. Fot. Ośrodek Karta Con l'inizio del luglio 1980 la Polonia è attraversata da un'ondata di proteste a sfondo economico. A Lublino le autorità intavolano trattative con i comitati di sciopero, dichiarando tra l'altro la sicurezza per gli scioperanti. Il 14 agosto inizia lo sciopero nei Cantieri Navali di Danzica, al quale aderiscono via via altri stabilimenti. Viene creato il Comitato Interaziendale di Sciopero, presieduto da Lech Wałęsa. Il 17 agosto il Comitato presenta una lista di 21 rivendicazioni, esigendo innanzi tutto la creazione di liberi sindacati. Le rivendicazioni vengono fatte proprie dagli scioperanti dell'intero paese. Cantieri Navali di Danzica, agosto 1980. Persone in piedi lungo il recinto dei Cantieri, per "difendere" gli scioperanti. Fot. Bogusław Nieznalski / Ośrodek Karta Regina Dąbrowska (villeggiante) nel diario: Entriamo a Danzica e ciò che vedo mi mozza il fiato. Gente sui muri, alle finestre, sui cancelli, bandiere, striscioni, donne davanti agli stabilimenti consegnano qualcosa ai propri uomini. Calma, ordine, coraggio. Scioperi di proporzioni enormi e, insieme, calma. Una cosa stupefacente, nuova, bellissima. Jerzy Janiszewski (grafico, autore del logo di Solidarność): Volevo creare un simbolo, un logo ben identificabile. [...] L'idea è nata da una somiglianza: come le persone riunite in una folla compatta si appoggiano solidalmente l'una all'altra [...], così le lettere di questa parola devono appoggiarsi anch'esse l'una all'altra. Danzica, 19 agosto 1980 Danzica, agosto 1980 R. Dąbrowska, diario nelle raccolte dell'Archivio dell'Opposizione di Ośrodek Karta A. Kaczyński, Nasz Znak (Il nostro logo), «Tygodnik Solidarność» 1, 1981 Dal Bollettino di Informazione dello Sciopero «Strajkowy Biuletyn Informacyjny»: Siamo diversi innanzi tutto perché, stando insieme, abbiamo smesso di essere impotenti. Siamo diversi perché per gli ultimi 30 anni ci è stato insegnato che le promesse non vengono mantenute. Danzica, 27 agosto 1980 Il logo di Solidarność, aut. Jerzy Janiszewski Archivio dell'Opposizione di Ośrodek Karta Cantieri Navali di Danzica, agosto 1980. Gli operai in sciopero. Fot. A4Photo / Pressfoto 31 agosto 1980. Intesa con il governo Dal verbale dell'intesa stipulata a Danzica tra la Commissione Governativa e il Comitato Interaziendale di Sciopero: In relazione al punto primo, che recita: "Accettazione di liberi sindacati dei lavoratori, indipendenti dal Partito e dai datori di lavoro, risultante dalla Convenzione dell'Organizzazione Mondiale del Lavoro n. 87 in materia di libertà sindacali, ratificata dalla Repubblica Popolare Polacca" si stabilisce: 1. L'attività dei sindacati dei lavoratori nella Repubblica Popolare Polacca non ha soddisfatto le speranze e le aspettative dei lavoratori. Si ritiene opportuna l'istituzione di nuovi sindacati autogestiti che siano un autentico rappresentante della classe lavoratrice. Danzica, 31 agosto 1980 Archivio dell'Opposizione di Ośrodek Karta Cantieri Navali di Danzica, 31 agosto 1980. Lech Wałęsa e il vicepremier Mieczysław Jagielski firmano l'Intesa di Danzica. Fot. Erazm Ciołek Verso la fine dell'agosto 1980 si continua a temere la repressione degli scioperi con la forza, con il ricorso alla milizia e all'esercito, o addirittura alle forze sovietiche. Le autorità optano tuttavia per il compromesso e il 31 agosto Lech Wałęsa e il vicepremier Mieczysław Jagielski firmano un'intesa tra governanti e cittadini senza precedenti nel blocco comunista. Nasce il Sindacato Indipendente Autogestito Solidarność. Cantieri Navali di Danzica, 31 agosto 1980. Persone che ascoltano Lech Wałęsa. Fot. Erazm Ciołek Lech Wałęsa nell'intervento alla conclusione dello sciopero: Abbiamo forse ottenuto tutto ciò che volevamo, ciò che desideriamo, ciò di cui sogniamo? Dico sempre schiettamente e apertamente ciò che penso. Anche adesso lo dirò con sincerità: non tutto, ma tutti sappiamo di avere ottenuto moltissimo. Mi avete dato fiducia per tutto questo tempo, e allora vi chiedo di credere ciò che sto dicendo: abbiamo ottenuto tutto quello che nell'attuale situazione potevamo ottenere. Otterremo anche il resto, perché abbiamo la cosa più importante: i nostri sindacati indipendenti e autogestiti. Questa è la nostra garanzia per il futuro. Danzica, 31 agosto 1980 Gdańsk. Sierpień 1980. Rozmowy (Danzica. Agosto 1980. Conversazioni), Danzica 1990 Krystyna Jagiełło Danzica, 31 agosto 1980. Gioia dopo la firma dell'intesa. Fot. Mirosław ępniak (giornalista): Quando ho lasciato i cantieri navali, una folla di persone davanti al cancello scandiva, salutando gli operai che uscivano: “Dzię-ku-je-my, dzię-ku-je-my” (Grazie. Grazie). Alle mie spalle ho udito la conversazione di due cantieristi: – Siamo liberi, finalmente. – Cosa dici, liberi lo eravamo là dentro – l'uomo mostra con la testa il cancello spalancato dei Cantieri Navali. Danzica, 31 agosto 1980 K. Jagiełło, Krzyż i kotwica (La croce e l'ancora), Parigi 1987 Dicembre 1980. Pericolo di un’invasione sovietica Le autorità sovietiche, allarmate dalle proporzioni delle adesioni a "Solidarność" (quasi 10 milioni) e dalla sua legalizzazione, si preparano all'intervento armato. Le divisioni del Patto di Varsavia vengono dislocate lungo i confini polacchi, la data dell'invasione è l'8 dicembre 1980. Il 3 dicembre 1980 il presidente Jimmy Carter avverte il leader dell'URSS Leonid Brežnev che gli Stati Uniti non sarebbero rimasti indifferenti di fronte a un intervento sovietico in Polonia; il 5 dicembre i sovietici rinunciano al progetto. Gennaio 1981. Il maresciallo Viktor Kulikov (comandante in capo delle truppe del Patto di Varsavia) con il generale Wojciech Jaruzelski. Fot. Ireneusz Sobieszczuk / ADM/WAF Il col. Ryszard Kukliński ("Jack Strong") in un telegramma inviato in Occidente: Erich Honecker (RDT) durante il consiglio dei primi segretari dei partiti comunisti: In complesso le forze di intervento consisteranno inizialmente in 18 divisioni. È stabilito di tenersi pronti ad attraversare i confini della Polonia per la data dell'8 dicembre. Attualmente emissari degli "eserciti fratelli" in civile esaminano i percorsi per l'ingresso dei propri eserciti, le distanze e il terreno delle future operazioni. Il copione delle operazioni per le forze di intervento prevede raggruppamenti di reparti in tutte le principali basi dell'Esercito Polacco con l'obiettivo di manovre a munizioni cariche. In seguito, a seconda dell'evolvere della situazione, tutte le principali città, in particolare i centri industriali, dovranno essere isolate. È difficile ignorare che gli avvenimenti polacchi sono in parte preponderante il risultato di un coordinato piano della controrivoluzione interna ed esterna. Si tratta di un frammento della politica imperialistica dello scontro e dell'intensificato sabotaggio nei confronti dei paesi socialisti. È importante capire che il POUP [partito comunista polacco] si trova in una condizione di scontro con un nemico imprevedibile. [...] Se il potere operaio-contadino è in pericolo, se occorre difenderlo contro le forze della controrivoluzione, che sono pronte a tutto, non rimane altra scelta che quella di usare gli organi di sicurezza dello stato operaio-contadino. Varsavia, inizio dicembre 1980. Mosca, 5 dicembre 1980 Raccolta dei documenti della conferenza internazionale „Poland 1980–1982. Internal Crisis, International Dimension” Raccolta dei documenti... Copertina del settimanale tedesco «Der Spiegel», 8 dicembre 1980, “ In marcia contro la Polonia”, Raccolte Ośrodek Karta RDT, settembre 1980. Esercitazioni militari "Fratellanza delle Armi" delle truppe del Patto di Varsavia. Fot. East News Marzo 1981. La rivolta del Paese In seguito a un provocatorio intervento con la forza contro i dirigenti di Solidarność a Bydgoszcz da parte delle autorità, e come reazione al brutale pestaggio di alcuni sindacalisti, il 27 marzo 1981 Solidarność effettua uno sciopero nazionale di avvertimento. Per un paio d'ore l'intero paese si ferma, mentre il preannuncio di uno sciopero generale significherebbe lo scontro frontale tra società e potere. Lo sciopero generale viene infine revocato. Bydgoszcz, 27 marzo 1981, Sciopero di avvertimento in uno degli stabilimenti, Fot. Krzysztof Pawela / Forum Janusz Onyszkiewicz (membro del Presidio del Consiglio della Regione Mazowsze): Dei preparativi allo sciopero si occuparono proprio tutti durante lo scontro di Bydgoszcz: sia la gente di partito, sia quella senza partito. Lo sciopero di avvertimento fu forse la più splendida manifestazione di unità che conosca la più recente storia polacca. J. Jankowska, Portrety niedokończone (Ritratti incompiuti…) Tomasz Jastrun Varsavia, 28 marzo 1981. Inizio dei colloqui tra i massimi esponenti governativi e sindacali nell'Ufficio del Consiglio dei Ministri. Fot. Zbigniew Matuszewski / PAP/CAF (poeta, partecipante allo sciopero) Servizio d'ordine ai cancelli. Striscioni su cui appare tenacemente la parola libertà. La gente dice: «Se ci sarà bisogno, moriremo. Non si può più aspettare, perché loro ci spareranno con un colpo alla nuca». Varsavia, 27 marzo 1981 T.Jastrun, Zapiski z błędnego koła (Appunti da un circolo vizioso), [Varsavia] 1983 Varsavia, 28 marzo 1981, Dimostrazione davanti all’Ufficio del Consiglio dei Ministri, Fot. Jan Morek / Forum Stanisław Kociołek a una riunione dei dirigenti del Partito Operaio Unificato Polacco: Siamo nella situazione di un'insurrezione non armata contro il potere. Questa atmosfera viene vivamente condivisa dai giovani, trova in loro approvazione. […]Solidarność ottiene successo grazie a una linea distruttiva chiara e coerentemente realizzata. Gode di un appoggio totale per le proprie iniziative. Ha confermato con lo sciopero di oggi l'efficienza organizzativa e propagandistica. Tajne dokumenty Biura Politycznego PZPR a Solidarność 1980-1981 (Documenti riservati dell'Ufficio Politico del POUP e Solidarność 1980-1981), Londra 1992 Autunno 1981. Il primo Convegno Nazionale di Solidarność In due turni, nel settembre e nell'ottobre 1981, si tiene a Danzica il I Convegno Nazionale dei Delegati del Sindacato Indipendente Autogestito Solidarność. Viene deliberato il programma del Sindacato e anche il Messaggio per i lavoratori dell'Europa Orientale, denso di conseguenze Danzica, settembre 1981. I Convegno Nazionale dei Delegati del Sindacato Indipendente Autogestito Solidarność: votazione. Fot. Archivio Centrale del Ministero degli Interni e della P.A. Manifesto del I Convegno Nazionale dei Delegati del Sindacato Indipendente Autogestito Solidarność. Raccolte di Ośrodek Karta Messaggio per i lavoratori dell'Europa Orientale: Zbigniew Romaszewski I delegati riuniti a Danzica al I Convegno dei Delegati del Sindacato Indipendente Autogestito Solidarność salutano ed esprimono il proprio appoggio agli operai di Albania, Bulgaria, Cecoslovacchia, RDT, Romania, Ungheria e di tutte le nazioni dell'URSS. In quanto primo sindacato indipendente nella nostra storia dopo la guerra, sentiamo profondamente la comunanza dei nostri destini. Assicuriamo che, a dispetto delle menzogne diffuse nei Vostri paesi, siamo un'autentica organizzazione di lavoratori con 10 milioni di iscritti, istituita come esito degli scioperi operai. Il nostro fine è la lotta per il miglioramento dell'esistenza di tutti i lavoratori. Appoggiamo quelli che tra Voi si sono decisi a intraprendere la difficile strada della lotta per un movimento sindacale libero. Crediamo fermamente che tra non molto i Vostri e i nostri rappresentanti potranno incontrarsi al fine di scambiare le esperienze sindacali. Il primo parlamento dopo la guerra, quando tutti volevano dire la loro dopo 40 anni di silenzio. E dicevano le cose più diverse, sagge o stupide. Qualche volta si faticava a sopportare qualche sproposito. La cosa curiosa in tutto questo era che, alla fin fine, quando si arrivava alla votazione vinceva il buon senso. Ritengo che le delibere votate a "Olivia" [palazzo dello sport], il programma che vi è stato formulato, diano prova di una preparazione politica, di una certa cultura en masse. (membro della Commissione Nazionale di Solidarność): J. Jankowska, Portrety niedokończone…(Ritratti Incompiuti...) Danzica, 8 settembre 1981 B. Kaliski, „Antysocjalistyczne zbiegowisko”?... ("Assembramento antisocialista"?….), Varsavia 2003 Breslavia, primavera 1981. Marcia in difesa dei prigionieri politici. Fot. Ośrodek Karta 13 dicembre 1981. Proclamazione dello stato di guerra Il 13 dicembre 1981, il capo del partito e dello stato, generale Wojciech Jaruzelski, proclama in Polonia lo stato di guerra. I suoi precedenti appelli ai sovietici per un sostegno militare da est in caso di fallimento dell'intervento interno incontrano il rifiuto del Cremlino. L'esercito riesce tuttavia a tenere sotto controllo il paese, mentre la maggior parte delle libertà civili viene sospesa. Gli attivisti di Solidarność vengono internati a migliaia. Segue una paralisi totale della Polonia. Un giornalista: Quando il generale ha finito con le parole: Connazionali! Davanti all'intera nazione polacca e davanti al mondo intero desidero ripetere queste parole immortali: "La Polonia non è ancora morta, finché noi vivremo" – sono scoppiato a piangere. Era la fine. Avevamo perso. Varsavia, 13 dicembre 1981 Diario anonimo nelle raccolte dell'Archivio dell'Opposizione di Ośrodek Karta. Danzica, 16 dicembre 1981. Reparti dell'esercito e degli ZOMO (reparti speciali della milizia) nel cancello scardinato dei Cantieri Navali di Danzica dopo la pacificazione dello sciopero scoppiato in seguito all'instaurazione dello stato di guerra. Fot. Janusz Rydzewski/ Ośrodek Karta 13 dicembre 1981. Il generale Wojciech Jaruzelski proclama in televisione lo stato di guerra. Fot. Włodzimierz Pniewski / Reporter Il gen. Wojciech Jaruzelski nel discorso a radio e televisione: Mi rivolgo a voi tutti come un soldato che ricorda bene l'orrore della guerra. In questo paese sfinito, che ha già conosciuto tante sventure, tante sofferenze, non scorra neanche una goccia di sangue polacco. Tratteniamo con uno sforzo comune lo spettro della guerra civile! Varsavia, 13 dicembre 1981. Stan wojenny w Polsce… (Lo stato di guerra in Polonia...), Varsavia 2001 Danzica, 16 dicembre 1981. Un miliziano ZOMO colpisce a manganellate un partecipante alla dimostrazione. Fot. Bogusław Nieznalski / Ośrodek Karta Cezary Wiśniewski (membro di Solidarność) nel diario: Non dimenticherò come aspettassimo, quanto aspettassimo che per questa strada arrivasse la classe operaia, che mettesse in moto maestranze di molte migliaia di lavoratori. E invece niente, un movimento irrilevante, passano veloci anche delle silhouette umane, a volte una pattuglia, a volte un mezzo corazzato, qualche macchina, per via Marchlewski qualche raro tram o autobus quasi vuoti. Abbiamo fissato tutto questo a lungo, con il morale sottoterra: quello spettacolo diceva che Solidarność era stata sbaragliata nel giro di poche ore. Varsavia, 14 dicembre 1981 C. Wiśniewski, diario nelle raccolte di Ośrodek Karta. Dopo il 13 dicembre. Il sostegno dell’Occidente L'instaurazione della legge marziale in Polonia suscita lo sdegno dell'opinione pubblica mondiale. Nelle settimane successive si svolgono in molti paesi dimostrazioni di massa in condanna di quella decisione. Il 31 gennaio 1982 le emittenti televisive degli USA e dell'Europa Occidentale programmano il film Żeby Polska była Polską (Affinché la Polonia sia Polonia) con la partecipazione di molti uomini politici e di cultura di rilievo. I paesi occidentali organizzano gli aiuti umanitari per la popolazione polacca. Danzica, intorno al 24 dicembre 1981. Scarico davanti alla chiesa di Santa Brigida dei doni inviati dall'Olanda per la popolazione in Polonia. Fot. Leszek Pękalski / Ośrodek Karta Il re di Norvegia Olaf V nel discorso per il nuovo anno: Sappiamo che la nazione polacca sta soffrendo non soltanto a causa degli avvenimenti politici nel proprio paese, ma anche in conseguenza della mancanza di viveri durante un buio e gelido inverno. In tale situazione dovremmo manifestare ai nostri amici polacchi la nostra condivisione e il nostro sostegno. Abbiamo già iniziato la nostra azione di aiuto. Onore a tutti coloro che hanno dimostrato iniziativa in questa direzione! Faccio il più caldo appello a tutte le donne e a tutti gli uomini norvegesi affinché questa fiamma sia mantenuta accesa per tutto il tempo in cui sarà necessario. Oslo, 31 dicembre 1981 «Kultura» 3, 1982 Parigi Il presidente USA Ronald Reagan nel film Żeby Polska była Polską (Affinché la Polonia sia Polonia): La nazione polacca ha una lunga tradizione di fede e di libertà, che nessuna forza, né interna, né esterna, è in grado di distruggere. Oggi Solidarność, il sindacato indipendente polacco, è simbolo di questo spirito incrollabile. [...] Solidarność è simbolo della lotta dei lavoratori veri in un cosiddetto stato operaio per i fondamentali diritti dell'uomo e dell'economia. Il diritto al lavoro e al godimento dei suoi frutti, il diritto di riunione, di sciopero e di libertà di parola. Gli atti pacifici di Solidarność si sono scontrati con brutali repressioni. È caduta sulla Polonia l'oscura notte della tirannia. Il bersaglio di questa repressione è Solidarność, ma, attaccandola, il potere attacca l'intera nazione. Manifesto svedese "Aiuto!". Raccolte di Ośrodek Karta. «Archiwa Stanu Wojennego» 3, 1999 Stoccolma, 13 dicembre 1981. Dimostrazione contro la legge marziale in Polonia. Fot. Peter Anderson Dopo il 13 dicembre 1981. Solidarność clandestina L'instaurazione della legge marziale, efficace nel distruggere i precedenti processi di democratizzazione della Polonia, non può tuttavia cancellare la resistenza della società nei confronti del regime. I leader di Solidarność che sono riusciti a evitare l'arresto invitano a creare la "società clandestina". Volantino che illustra l'instaurazione della legge marziale. Raccolte di Ośrodek Karta Wiktor Kulerski (vicepresidente in clandestinità del Consiglio di Solidarność Mazowsze) nel testo Trzecia della Regione możliwość (La terza via): Bogdan Lis (uno dei leader di "S" in clandestinità) con il giornale su cui è stato pubblicato il suo mandato di cattura. Fot. Fondazione Centro di Solidarność a Danzica Necessario è non tanto creare uno Stato Clandestino, quanto organizzarsi nella Società Clandestina. E quindi non un punto centrale e la piena disciplina nei suoi confronti, ma un movimento con molti fulcri, decentralizzato, informale, composto di gruppi indipendenti tra loro, liberamente collegati: gruppi, circoli, comitati etc. dotati di grande autonomia e libertà di decisione. Dovrebbero garantire un aiuto stabile ed efficace a tutti coloro che sono perseguitati dal regime, sviluppare la circolazione di un’informazione indipendente e di un pensiero libero, creare una rete di collegamenti sociali e affermare la possibilità di autoformazione e di approfondimento, offrire un sostegno morale e psicologico. Od trzynastego do trzynastego...(Dal tredici al tredici…), Londra1983 Ludmila Niedbalska (regista) nel diario: "Qui la Stazione Radio «Solidarność»!" Su VHF 70,1 MHz alle 21.00, otto minuti – senza interferenze! Una trasmissione con ottima ricezione. Chiedono segnali luminosi: se la ricezione è buona, tre volte; se è media, due volte; se è cattiva, una volta. Poi l'informazione su internati (oltre quattromila), picchiati e vessati e una ballata sui minatori [in sciopero] nella miniera "Piast". Ci siamo preparati prima per ascoltare Radio "S". Abbiamo preparato i registratori, abbiamo verificato cento volte e – gioia straordinaria! Tutti sul nostro piano sentivano bene. E alle finestre – lampeggiano i segnali! La maggioranza delle fitte finestre lampeggia: sono dei nostri! Corriamo dall'altra parte della casa: lampeggiano! Dall'inizio dello stato di guerra, e forse anche da prima, non si vedevano persone tanto felici. È stata una stupenda iniezione di gioia e di speranza. Varsavia, 12 aprile 1982. L. Niedbalska, diario nelle Raccolte dell'Archivio dell'Opposizione di Ośrodek Karta Volantino durante lo stato di guerra. Raccolte di Ośrodek Karta Tipografia clandestina nel periodo dello stato di guerra. I visi sono mascherati al fine di rendere difficile l'identificazione da parte dei servizi di sicurezza. Periodici clandestini stampati durante lo stato di guerra. Raccolte di Ośrodek Karta Grafica – alfabeto le cui lettere si richiamano al logo di Solidarność. Aut. Piotr Młodożeniec / Raccolte di Ośrodek Karta Fot. Piotr Jaxa Kwiatkowski / Forum 31 agosto 1982. Anniversario dell’agosto Lubin, 31 agosto 1982. Tentativo di salvare Michał Adamsowicz, ferito a morte. Fot. Krzysztof Raczkowiak Un abitante di Lubin: Breslavia, 31 agosto 1982. Dimostrazione nel secondo anniversario degli accordi di agosto. Fot. Ośrodek Karta Il 31 agosto 1982, nel secondo anniversario dalla firma degli accordi di Danzica, hanno luogo in tutto il paese violente manifestazioni e scontri con gli ZOMO. Quel giorno la milizia fa uso di armi cariche, uccidendo. Passando vicino alla posta incontrai una pattuglia che procedeva abbastanza tranquilla, senza che nessuno la attaccasse. Quando sentii gli spari, ero convinto che fossero a salve, anche quando udii il grido, quando vidi un uomo che cadeva – pensai ancora che fosse inciampato. Guardavo terrorizzato la camicia tingersi di rosso. Vidi che uno della pattuglia cambiava il caricatore: era stato lui?! Era un omicidio premedito, calcolato a freddo. Lubin, 31 agosto 1982. W stanie. Zbiorowy dziennik stanu wojennego grudzień 1981- sierpień 1982 (Nello stato di guerra. Diario collettivo dello stato di guerra dicembre 1981-agosto 1982), Varsavia 1991 L'8 ottobre 1982, a fronte della debolezza della resistenza sociale, in virtù di una legge del parlamento Solidarność viene sciolta. Zbigniew Bujak: Esistevano quattro varianti della dimostrazione, in dipendenza dal numero di partecipanti, dal livello della loro determinazione e dai successi nel respingere gli ZOMO. L'unica possibilità era che la massa dei dimostranti mettesse in fuga la polizia – e avevamo puntato su questa possibilità. Sapevo […] che il 31 agosto si sarebbero chiarite le sorti del Sindacato. A Varsavia lo stato maggiore delle "forze dell'ordine" riunite del regime stimava che se la sarebbe cavata fino a trentamila persone, ma non al di sopra di quel numero. Purtroppo arrivarono appena quindicimila manifestanti, ossia davvero troppo pochi per salvare Solidarność! Varsavia M. Łopiński, M. Moskit, M. Wilk, Konspira. Rzecz o podziemnej „Solidarności" (Konspira. Solidarność clandestina), Danzica 1989 Varsavia, 31 agosto 1982. I funzionari ZOMO sparano lacrimogeni contro i dimostranti durante la manifestazione in piazza del Castello. Fot. Aleksander Jałosiński / Fot. Ośrodek Karta Cracovia, 23 giugno 1983. Giovanni Paolo II all’aeroporto prima della partenza per il Vaticano. Fot. Stanisław Markowski Giugno 1983. Il secondo pellegrinaggio del Papa Il 16–23 giugno 1983 Giovanni Paolo II svolge il secondo pellegrinaggio in Polonia. La sua visita rafforza un poco i polacchi di fronte all'assurda quotidianità imposta al paese dai comunisti. Cracovia, 22 giugno 1993. Striscione di Solidarność durante la messa del Papa. Fot. Stanisław Markowski Giovanni Paolo II nell'omelia tenuta allo Stadio «X Anno»: Zbigniew Bujak sul settimanale clandestino «Tygodnik Mazowsze»: Si tratta dell’ordine maturo della vita nazionale e di quella dello Stato, nella quale saranno rispettati i fondamentali diritti dell’uomo. Solo una vittoria morale può portare la società fuori della divisione e restituire l’unità. Un tale ordine può essere contemporaneamente vittoria dei governati e dei governanti. Bisogna arrivare ad esso per la via del dialogo reciproco e dell’accordo, l’unica strada che consenta alla Nazione di poter godere della pienezza dei diritti civili. Durante tutto il pellegrinaggio i luoghi degli incontri di milioni di persone con il Papa diventavano oasi di libertà, che rivelavano il vero volto della società polacca. Ovunque, nelle acclamazioni, nei canti e negli striscioni, era presente "Solidarność". Il fatto che, nonostante i molti mesi di persecuzioni e di repressione, Solidarność sia rimasta un simbolo universale degli intendimenti e delle aspirazioni sociali, ha per me un'importanza enorme... Varsavia, 17 giugno 1983 Pielgrzymki do Ojczyzny…(Pellegrinaggi in patria…) Varsavia, 11 luglio 1983 «Tygodnik Mazowsze» 57, 1983 Copertina di «Newsweek», 17 ottobre 1983, Raccolte di Ośrodek Karta Autunno 1983. Il Nobel a Lech Wałęsa Il 5 ottobre 1983 Lech Wałęsa viene insignito del Premio Nobel per la Pace. Per la "società clandestina" polacca si tratta di un'espressione di consenso di enorme importanza, contro cui protesta ufficialmente il governo della Polonia Popolare. Temendo di non essere riammesso in Polonia, Wałęsa rinuncia in dicembre a ritirare personalmente il Premio. Oslo, 10 dicembre 1983. La moglie e un figlio di Lech Wałęsa ritirano in suo nome il Premio Nobel per la Pace. Fot. PAP Teresa Konarska nel diario: Una vera euforia. Si vede la gente sorridere per strada. Nei negozi oggi siamo tornati a parlare tra di noi, cosa che negli ultimi tempi si è fatta rara – perché abbiamo paura l'uno dell'altro, ci guardiamo con sospetto. Adesso nelle code o al mercato la gente si sorride, spesso ammiccando in segno di intesa. Oh, cosa non fa un'unica buona notizia! Dio caro! Quanto abbiamo bisogno di questo pizzico di gioia e di sorriso! Ce ne siamo dimenticati... Si è spento il sole sopra di noi in un tetro 13 dicembre... E oggi – all'improvviso – si è mostrata una fiammella. Varsavia, 5 ottobre 1983 Lech Wałęsa nel discorso per il Nobel letto da Bohdan Cywiński: Accolgo questo premio con pieno rispetto per il suo prestigio e insieme con il sentimento che non io personalmente sono stato insignito, ma che è un premio per Solidarność, per la sua gente e per le cause per le quali abbiamo lottato e lottiamo nello spirito della pace e della giustizia. [...] L'esperienza polacca, messa dal Premio Nobel in piena luce, è un'esperienza difficile, drammatica. Credo tuttavia che è un'esperienza diretta verso il futuro. Oslo, 11 dicembre 1983 L. Biernacki, Kronika „Solidarności” (Cronaca di Solidarność), Sopot 2000 T. Konarska, diario nelle Raccolte dell’Archivio dell’Opposizione di Ośrodek Karta Danzica, 1 maggio 1983. Manifestazione indipendente dispersa dai reparti speciali della milizia (ZOMO), fot. Bogusław Nieznalski / Ośrodek Karta Autunno 1984. Morte del sacerdote Jerzy Popiełuszko Il 19 ottobre 1984 alcuni funzionari dei servizi di sicurezza sequestrano e successivamente assassinano il sacerdote Jerzy Popiełuszko, carismatico cappellano di Solidarność. I suoi funerali il 3 novembre si trasformano in una gigantesca dimostrazione di dissenso nei confronti del terrore comunista. Varsavia, 26 agosto 1984. Il sac. Jerzy Popiełuszko. Fot. Erazm Ciołek Don Jerzy Popiełuszko nell'ultima omelia: Vincere il male con il bene è mantenersi fedeli alla verità. La verità è una proprietà molto delicata del nostro intelletto. La tensione alla verità è stata innestata nell'uomo da Dio stesso. Per questo nell'uomo c'è una naturale tensione alla verità e un'avversione per la menzogna. La verità, come la giustizia, è legata all'amore, e l'amore costa. Il vero amore è sacrificio, per questo deve costare [...]. Obbligo del cristiano è rimanere con la verità, anche se dovesse costare molto, perché per la verità si paga. Solo il loglio non costa niente. Per un granello del frumento della verità bisogna a volte pagare. Andrzej Szczypiorski (scrittore): Una folla incredibile, centinaia di migliaia, centinaia di migliaia... Passando con l'autobus ho visto sulle carreggiate intere colonne di pedoni diretti verso Żoliborz. Oltre il viadotto della Stazione ferroviaria per Danzica l'autobus procedeva con enorme difficoltà. La gente camminava portando gli striscioni di Solidarność, raccolta, silenziosa, piena di determinazione. Varsavia, 3 novembre 1984 A. Szczypiorski, Z notatnika stanu rzeczy (Dagli appunti sullo stato delle cose), Poznań 1989 Bydgoszcz, 19 ottobre 1984 L. Biernacki, Kronika "Solidarności"...(Cronaca di Solidarność...) Varsavia, 3 novembre 1984. Funerali di Jerzy Popiełuszko. Fot. Jerzy Kosnik / Fotonova Varsavia, 2 novembre 1984. Veglia notturna prima dei funerali del sac. Jerzy Popiełuszko presso la chiesa di San Stanislao Kostka. Fot. Maciej Macierzyński / Reporter Settembre 1986. Fine della repressione Bogdan Borusewicz (uno dei dirigenti di Solidarność rilasciato in libertà nel settembre 1986): Quando sentii che c'era l'amnistia, sapevo che il potere stava arretrando. Fu davvero un'amnistia per sedici persone. Vennero fatti uscire tutti i capi della clandestinità. Per me significava che riconoscevano di avere perso politicamente. Perché si erano senz'altro resi conto che avremmo agito. Ritenevo che avessero un piano politico. Ma non ne avevano. L'11 settembre 1986 viene annunciata la decisione di un'amnistia per tutti i detenuti per attività di opposizione cospirativa, tra cui i dirigenti di Solidarność arrestati. Da quel momento, a differenza delle precedenti amnistie seguite al 13 dicembre 1981, non si verificano altri arresti immediati. Solidarność inizia a creare strutture legali E. Szczesiak, Borusewicz. Jak runął mur… (Borusewicz. Com'è crollato il muro....), Varsavia 2005 Bogdan Lis (uno dei dirigenti di Solidarność rilasciato in libertà nel settembre 1986): Varsavia, 12 settembre 1986. Attesa degli amnistiati davanti alla prigione in via Rakowiecka. Fot. Czarek Sokołowski / AP Stiamo iniziando una nuova tappa della transizione, molto rischiosa, dall'attività clandestina alla palese realizzazione di ciò che finora facevamo in clandestinità. Guardo al futuro con riserva. È l'inizio di un processo. Danzica, 30 settembre 1986 J. Jankowska, Portrety niedokończone… (Ritratti incompiuti…) Mural. Fot. NAF Dementi Mieczysław F. Rakowski (membro nel diario: del Comi- tato Centrale del POUP) È stata presa la decisione di liberare tutti i detenuti "non criminali", ossia politici. Quindi anche Bujak, Frasyniuk, Moczulski. Era una mia proposta di quattro mesi fa. Ne avevo parlato con Jaruzelski e con Kiszczak. Lo ritenevo un passo necessario, se vogliamo ammorbidire la dura posizione degli USA che sta bloccando molte questioni, e, inoltre, se vogliamo eliminare dalla propaganda occidentale l'eterno argomento dei prigionieri politici. Ritengo di eccezionale importanza le decisioni prese. Varsavia, 19 settembre 1986. Festeggiamenti in casa di Jacek Kuroń in occasione dell'amnistia, organizzati nel decimo anniversario della nascita del KOR (Comitato in Difesa degli Operai). In primo piano Jacek Kuroń e Aniela Steinsberg. Fot. Erazm Ciołek Varsavia, 11 settembre 1986 M.F. Rakowski, Dzienniki polityczne 1984–1986 (Diari politici 1984-1986), Varsavia 2005 Danzica, 1986. Scritta sul muro che chiede la liberazione di Bogdan Borusewicz, uno dei leader di S, arrestato nel gennaio 1986, Fot. Ośrodek Karta 1987. Alternativa Arancione Nel contesto di una generale inerzia della società, compare nel 1987 – dapprima a Breslavia, poi in altre città polacche – Alternativa Arancione, guidata da Waldemar Fydrych "Maggiore". Mette alla berlina la realtà comunista nella sua assurda forma dell'epilogo. Intensificano la loro attività anche altri gruppi alternativi, tra cui il movimento pacifista–ecologista "Libertà e Pace". Volantino di Alternativa Arancione del 1987. Raccolte di Alternativa Arancione Dalla relazione di un partecipante allo happening: Il Maggiore viene chiuso insieme ad altre sei o sette persone dentro una vettura che qualcuno apre dall'esterno. Il Maggiore salta fuori e lancia caramelle. I miliziani però lo afferrano e lo spingono di nuovo nel furgoncino militare. Vengono riempiti anche altri furgoncini. [...] – Chi è? – chiede un tizio dal comando. – Sono gnomi. [...] – Ma siete diventati matti? – urla al colmo dello sbalordimento la voce dal comando. – No, non siamo diventati matti, per strada ci sono davvero degli gnomi. Li abbiamo fermati. – Sentite, avete bevuto troppo oggi? – No, non abbiamo bevuto per niente. – E perché allora vedete gli gnomi? Breslavia, 1 giugno 1987 Pomarańczowa Alternatywa….(Alternativa Arancione...) Da un volantino di Alternativa Arancione prima dello happening La Vigilia della Rivoluzione di Ottobre: Breslavia, 1 giugno 1988. Uno gnomo sul tettuccio dell'auto della milizia durante uno happening Fot. NAF Dementi Da un volantino di Alternativa Arancione prima dello happening Gli gnomi nella Polonia Popolare: Nella Polonia Popolare gli gnomi non sono un fatto sporadico, fanno spesso apparizione e si potranno vedere a Breslavia in via Świderska vicino all'orologio, alle 15.00, il 1 giugno. Lo gnomo può rivelarsi grande mecenate e amico della II tappa della riforma economica. Qualcuno afferma che lo gnomo può essere una conseguenza di questa riforma. Faranno un figurone. Vieni! Non sei peggio dell'Orfanella Marysia o di Biancaneve. La Polonia ha un futuro. Viva il surrealismo. Fioriscano le forze mondiali della pace all'ombra dell'arte della guerra! Breslavia, maggio 1987 Pomarańczowa Alternatywa. Rewolucja krasnoludków (Alternativa Arancione. La rivoluzione degli gnomi), Varsavia 2007 Compagni, è tempo di infrangere la passività delle masse popolari. Iniziamo a festeggiare la Vigilia della Rivoluzione di Ottobre! [...] Compagno, vèstiti a festa, di rosso. Metti scarpe rosse, berretto rosso, sciarpa rossa. Se non disponi nemmeno di una fascia rossa o di altri elementi del guardaroba rossi, prendi in prestito dalla vicina una borsetta rossa. A malaparata, in caso manchi la bandiera rossa tingiti di rosso la punta delle dita. Se non hai niente di rosso, comprati un panino rosso con il ketchup. Breslavia, autunno 1987 Pomarańczowa Alternatywa….(Alternativa Arancione...) Uno gnomo – simbolo dell'Alternativa Arancione – dipinto su un muro sopra una scritta dell'opposizione che la milizia ha coperto con la vernice. Fot. Tomasz Sikorski Danzica, maggio 1988. Cancello dei Cantieri Navali di Danzica: è visibile il tabellone con le richieste degli operai. Fot. Leszek Biernacki Maggio e agosto 1988. Ondate di scioperi Nel maggio 1988 scoppiano in Polonia scioperi operai a sfondo economico. Una successiva ondata di scioperi, con accenti politici sempre più chiari, attraversa il paese in agosto. Le proporzioni della protesta sono notevolmente più ridotte rispetto al 1980, ma il solo ricordo dell'antica forza di Solidarność induce le autorità a intraprendere trattative. Alojzy Szablewski (presidente di "S" nei Cantieri Navali di Danzica, alla guida dello sciopero di maggio) Lo sciopero di maggio era spontaneo. [...] All'inizio c'erano più o meno quattrocento persone, principalmente giovincelli. Che forza poteva essere?! Pensavo: arriverà la polizia, i giovani riusciranno a scappare, ma prenderanno me, perché non riesco più a correre svelto. [...] Mi passavano per la testa varie cose: a che scopo aderire allo sciopero, non funzionerà, mi arresteranno, mia moglie soffrirà ancora. La ragione dettava: non andare. Ma se non vado, i giovani diranno: predicava bene, ma al momento di passare ai fatti non è venuto. Era una questione di onore. Danzica Nie ma wolności bez „Solidarności” (Non c'è libertà senza "Solidarietà"), Danzica 2008 Cantieri Navali di Danzica, agosto 1988. Operai in sciopero. Fot. NAF / Dementi Jastrzębie, agosto 1988. Durante uno sciopero nella miniera "Manifesto di Luglio". Fot. Wojciech Druszcz. Dalla dichiarazione del Comitato Interaziendale di Sciopero di Stettino: Lo dichiariamo chiaramente: delle conseguenze dello sciopero, economiche, sociali e altre, è responsabile il potere che si definisce operaio, ma che tratta con arroganza e con disprezzo gli operai in sciopero. Eppure gli scioperanti chiedono soltanto il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo e dei lavoratori. [...] Sentendo profondamente la responsabilità per le sorti del paese [...] invitiamo ancora una volta le autorità a intraprendere trattative. Stettino, 23 agosto 1988 «Biuletyn Strajkowy» 6, 1988 Stettino Autunno 1988. La via verso l'intesa Il 31 agosto 1988 prendono il via le consultazioni tra i leader dell'opposizione e il governo. Nei mesi successivi si svolgono trattative a cui partecipano esponenti della Chiesa cattolica in qualità di mediatori. Il 30 novembre 1988 ha luogo il dibattito televisivo tra Lech Wałęsa e il capo dei sindacati di regime (OPZZ) Alfred Miodowicz: è il primo intervento ufficiale del leader di Solidarność dal momento della proclamazione dello stato di guerra. Lech Wałęsa in una dichiarazione dopo un incontro presso il ministro dell'interno gen. Czesław Kiszczak: Nel corso di questo incontro ho mosso il tema più importante nel momento attuale, quello delle strade che conducono alla realizzazione del pluralismo sindacale, ivi compreso il posto di Solidarność. Gli interlocutori hanno dichiarato che tutte le questioni connesse con il movimento sindacale saranno discusse in una Tavola Rotonda. Varsavia, 31 agosto 1988 Tomasz Tabako, Strajk ’88 (Lo sciopero '88), Varsavia 1992 Mieczysław F. Rakowski, nel diario, sul dibattito Wałęsa-Miodowicz: Varsavia, 30 novembre 1988. Il dibattito televisivo tra Lech Wałęsa e Alfred Miodowicz. Fot. Grzegorz Rogiński / Reporter Via via che il tempo passava, si osservava uno schiacciante vantaggio di Wałęsa. Era padrone di sé, parlava abilmente, usava argomentazioni che facevano presa e persuadevano. Miodowicz avrebbe potuto rispondere a molte di esse, ma non l'ha fatto. È stato per tutto il tempo sulla difensiva e in definitiva tornava continuamente a un unico concetto: in uno stabilimento di lavoro deve esserci un unico sindacato. Non c'è dubbio che dopo questo dibattito la posizione di Wałęsa in Polonia si rafforzerà molto. [...] Dopo l'audizione ho telefonato a W[ojciech] J[aruzelski]. Era furibondo. [...] In sostanza Miodowicz ha creato una nuova situazione politica nel paese. Varsavia, 30 novembre 1988 M.F. Rakowski, Dzienniki polityczne 1987–1990 (Diari politici 1987-1990), Varsavia 2005 Magdalenka presso Varsavia. Incontro tra i rappresentanti del governo e l'opposizione. Da sinitra: Lech Kaczyński, Bronisław Geremek, Stanisław Ciosek. Fot. Laski Collection Varsavia. Dimostrazione di Solidarność. Fot. Ośrodek Karta. Febbraio–aprile 1989. La tavola rotonda Tra il 6 febbraio e il 5 aprile 1989 si svolgono a Varsavia le consultazioni della Tavola Rotonda, durante le quali i rappresentanti dell'opposizione e del governo discutono piattaforme per cambiamenti politici, economici e sociali. La decisione più importante è il consenso delle autorità a indire elezioni parlamentari parzialmente libere (35% dei mandati della Camera dei Deputati) e istituire il Senato, per il quale le elezioni saranno totalmente libere. Solidarność viene nuovamente registrata come sindacato legale. Varsavia, 5 aprile 1989. Janusz Reykowski per parte governativa e Bronisław Geremek per parte di Solidarność firmano l'intesa conclusiva in materia di riforme politiche. Fot. Erazm Ciołek Varsavia, 6 febbraio 1989. Tavola Rotonda. Fot. Erazm Ciołek Varsavia, 6 febbraio 1989. Lech Wałęsa e Tadeusz Mazowiecki si dirigono all'apertura delle consultazioni della Tavola Rotonda. Fot. Erazm Ciołek Tomasz Jastrun (poeta): Il generale Kiszczak aspettava in cima alle scale di Palazzo Radziwiłł e salutava coloro che entravano, molti dei quali soltanto il momento prima si erano dati alla latitanza a causa dei mandati di cattura o erano sfuggiti a inseguimenti con la partecipazione di decine di vetture e centinaia di battitori guidati personalmente da quel generale sorridente. [...] E stringeva in effetti con cordialità la mano a chi arrivava via via, accogliendo con particolare calore Jacek Kuroń – cosa che non ha mancato di sottolineare verbalmente. Pare che soltanto Zbyszek Bujak abbia sofferto un vero e proprio dramma interiore. [...] Non porgere la mano era idiota, ma neanche porgerla andava bene; eppure, visto che si era ormai lì... tende quindi la mano, ma a fatica, come sollevando un peso enorme. Lech Wałęsa nel discorso alla conclusione delle consultazioni: Ci rendiamo conto che le consultazioni della Tavola Rotonda non hanno soddisfatto tutte le attese, non potevano soddisfarle. Devo tuttavia sottolineare che per la prima volta ci siamo parlati servendoci della forza degli argomenti e non degli argomenti della forza. Questo è un buon pronostico per il futuro. Ritengo che le consultazioni della Tavola Rotonda possano diventare l'inizio del percorso verso una Polonia democratica e libera. Varsavia, 5 aprile 1989 «Trybuna Ludu» 81, 6 aprile 1989 Dagli accordi della Tavola Rotonda: Il compromesso politico di forze diverse, [...] permette di concretizzare un fine comune: una Polonia indipendente, sovrana, sicura grazie ad alleanze paritarie, democratica e forte economicamente. Varsavia, 6 febbraio 1989. Varsavia, 5 aprile 1989 Witold Charłamp, Dziennik zewnętrzny (Diario esteriore), «Kultura» 5, 1989 Parigi Okrągły Stół. Dokumenty i materiały... (Tavola Rotonda. Documenti e materiali...) Varsavia 2004 Varsavia, 2 giugno 1989. Il primo numero del risorto «Tygodnik Solidarność». Manifesto elettorale di Solidarność con Jane Fonda Jerzy Kośnik / Fotonova Primavera 1989. La campagna elettorale La campagna elettorale del 1989 è uno scontro per una posta molto alta. Iniziano a mostrarsi nella legalità le testate censurate della stampa dell'opposizione, l'intero paese viene coperto di manifesti elettorali con le immagini dei candidati dell'opposizione fotografati con Lech Wałęsa. Fot. Chris Niedenthal / Forum Dal programma elettorale del Comitato Civico "Solidarność": Invitiamo tutti a partecipare alle elezioni perché vediamo il beneficio che la Polonia può trarre dall'ingresso di forze indipendenti in Parlamento e in Senato. È un'opportunità importante per il presente e per il futuro.[...] Affrontando le elezioni, non chiudiamo gli occhi sul carattere tuttora non democratico del sistema di governo del paese e non intendiamo convalidarlo. Vogliamo cambiare questo sistema, realizzando ciò mediante trasformazioni evolutive, utilizzando anche gli strumenti parlamentari. L'apertura della possibilità di una partecipazione limitata al parlamento non è una graziosa concessione da parte delle autorità, ma è una restituzione alla nazione di una parte di ciò che le spetta.[...] Nostro fine è la sovranità della nazione e l'indipendenza del paese, il miglioramento della Repubblica. Hanna Skarżanka Voglio aiutare Solidarność, con la quale mi sono legata fin dagli inizi. [...] Commuovono le persone più anziane che arrivano con la domanda su chi cancellare, per chi votare. [...] La gente ricomincia a sentirsi bene, manifesta reciproca e disinteressata benevolenza. Varsavia, 9 maggio 1989 «Gazeta Wyborcza» 2, 9 maggio 1989 Józefa Radzymińska Varsavia, 10 maggio 1989 J. Radzymińska, diario… Volantino elettorale di Solidarność. Collezione Ośrodek Karta Primavera 1989. In campagna elettorale. Fot. NAF Dementi (scrittrice) nel diario: Nel programma 2 della televisione hanno trasmesso quasi di notte il programma elettorale di Solidarność con splendidi discorsi di Wałęsa e di Geremek. [...] Il programma era in se stesso qualcosa di eccezionale per la libertà di espressione – nella nostra nazione terrorizzata da 45 anni è davvero un portentoso passo in avanti! Varsavia, aprile 1989 Komitet Obywatelski przy Przewodniczącym NSZZ „Solidarność” Lechu Wałęsie... (Il Comitato Civico presso il Presidente del Sindacato Indipendente Autogestito Solidarność Lech Wałęsa...), Varsavia 2006 (attrice): 4 giugno 1989. Le elezioni Le elezioni del 4 giugno 1989 portano alla schiacciante vittoria di Solidarność. L'opposizione conquista l'intera quota "libera" dei mandati alla Dieta e tutti i posti eccetto uno al Senato. Gli elettori rigettano in massa la cosiddetta lista nazionale con i nomi dei massimi politici comunisti. Il POUP, sempre più indebolito, riconosce la propria sconfitta. Lo stesso giorno a Pechino, in piazza Tienanmen, l'esercito massacra i partecipanti alle manifestazioni studentesche che richiedono riforme politiche in Cina. Muoiono alcune migliaia di persone. “Ringraziamo”. Volantino post-elettorale di Solidarność. Zbigniew Ferczyk (membro dell'opposizione): Ci siamo divisi in squadre e dopo la mezzanotte abbiamo iniziato a raccogliere i verbali dei seggi. Le prime notifiche dei dati e... non riuscivamo a crederci. Alle successive era ormai sicuro: enorme vantaggio di Solidarność. Una gioia immensa, eravamo ormai rilassati. Costernazione tra gli avversari. Si sono poi corretti con un sorriso forzato e congratulazioni insincere. Non sapevamo ancora quali fossero i risultati nelle nostre circoscrizioni e nell'intero paese. Poco dopo era ormai chiaro: avevamo vinto tutto il possibile. Era un successo immenso, un'enorme soddisfazione. Nowa Huta, 4-5 giugno 1989 Wybory ‘89 w Krakowie... (Le elezioni dell'89 a Cracovia...), Cracovia 1999 Jerzy Urban Breslavia, 9 giugno 1989. Una scritta per ricordare il massacro di piazza Tienanmen. Fot. Henryk Prykiel / NAF Dementi Raccolte di Ośrodek Karta Bronisław Geremek (uno dei leader dell'opposizione): Le elezioni di giugno hanno dimostrato ciò che era evidente, ma non confermato empiricamente: che i comunisti non hanno nessuna base e li mantiene al potere la loro storica inerzia, puntellata dall'illusione della forza. Gli esiti delle elezioni, registrati per mezzo di numeri reali, hanno segnato una svolta nel pensiero sul futuro dell'Europa, perché hanno permesso di passare da speculazioni più o meno riuscite all'analisi dei fatti. Geremek opowiada, Żakowski pyta. Rok 1989 (Geremek risponde, Żakowski domanda. Il 1989), Varsavia 1990 (portavoce del governo): La mattina dopo le elezioni sono stato invitato a una riunione dell'Ufficio Politico. Czarzasty, la nostra aquila per la campagna elettorale, il quale il giorno prima temeva ancora che la vittoria del POUP fosse troppo schiacciante, ha riferito i risultati: un massacro. Ho scritto su un foglietto la dichiarazione in cui il partito annunciava di avere perso le elezioni e di accettare i loro risultati e ho passato il foglietto a Jaruzelski. Jaruzelski l'ha letto ad alta voce e allora ho vissuto il momento più sconvolgente. Jaruzelski ha chiesto se vi fossero osservazioni, E nessuno ne aveva. La resa del potere è avvenuta quindi senza discussioni. Varsavia, 5 giugno 1989 Teresa Torańska, Byli (Furono), Varsavia 2006 La prima pagina del quotidiano dell'opposizione «Gazeta Wyborcza», 7 giugno 1989. Raccolte Ośrodek Karta New York, 4 giugno 1989. La coda per votare davanti al consolato polacco. Fot. Jerzy Potoczka Il più celebre manifesto elettorale di Solidarność con Gary Cooper nel film Mezzogiorno di fuoco. Aut. Tomasz Sarnecki / Raccolte Ośrodek Karta Il vostro presidente. Il nostro premier Il 19 luglio 1989 il parlamento elegge Wojciech Jaruzelski a presidente della Polonia Popolare. Il 12 settembre viene confermato il governo di Tadeusz Mazowiecki, uno dei leader dell'opposizione più conosciuti e a cui la società tributa maggiore fiducia. Mazowiecki passa alla storia come il primo premier non comunista nella sfera di influenza sovietica. Varsavia, 12 settembre 1989. Il premier Tadeusz Mazowiecki in Parlamento. Fot. Chris Niedenthal / Forum Adam Michnik (oppositore, redattore capo di «Gazeta Wyborcza») nell'articolo Il vostro presidente, il nostro premier. Varsavia, 12 settembre 1989. Il gen. Wojciech Jaruzelski nella loggia presidenziale in Parlamento. Fot. Krzysztof Wójcik / Forum È necessario un nuovo patto, che possa essere condiviso da tutte le maggiori forze politiche. Nuovo, ma che garantisca una continuità. Tale patto può consistere in un'intesa in base a cui sia eletto presidente un candidato scelto del POUP, mentre l'incarico di premier e la missione di formare il governo sia affidata a un candidato di Solidarność. Il presidente garantirà così la continuità del potere, degli accordi internazionali e delle alleanze militari. Il governo avrà il mandato della stragrande maggioranza dei polacchi e garantirà un coerente cambiamento del sistema economico e politico. Varsavia, 3 luglio 1989 «Gazeta Wyborcza» 40, 3 luglio 1989 Varsavia, 30 giugno 1989. Dimostrazione studentesca contro la candidatura del generale Jaruzelski a presidente. Fot. Erazm Ciołek. Ireneusz Sekuła (vicepremier nell'ultimo governo comunista di M. F. Rakowski): Il puntino sulla i è stato apposto dalla nomina in Polonia di un premier non comunista e di un governo di coalizione nel quale il partito non avesse più una partecipazione talmente significativa. Ed è venuto fuori che l'Unione Sovietica, volente o nolente, lo permetteva. È stato un impulso che ha catalizzato gli eventi in altri paesi, ha dato loro una sicurezza, una sorta di garanzia che, visto che non c'era stato un intervento in Polonia, non vi saranno interventi nemmeno altrove. Koniec Epoki. Wywiady Maksymiliana Berezowskiego (Fine di un'epoca. Le interviste di Maksymilian Berezowski), Varsavia 1991 Fine 1989. Ripristino dell'indipendenza La fine del 1989 porta alla Polonia ulteriori cambiamenti a riprova della riconquistata piena indipendenza del paese. Dal 1 gennaio 1990 vengono ripristinati l'antico emblema e l'antica denominazione dello stato, vengono eliminati nel testo della costituzione i passi sul ruolo di guida del POUP e sull'amicizia con l'URSS. Vengono smantellati in tutto il paese i monumenti dei capi comunisti. Tomasz Jastrun: E a Varsavia non c'è più il monumento di Dzierżyński. [...] C'era una folla di gente in attesa dell'evento. Temevo per Feliks il sanguinario, perché ritengo che sia stato l'uomo a meritare un castigo, e non la statua. E sapevo che la sentenza sarebbe stata eseguita da operai, dal popolo di Varsavia, dunque, che in queste situazioni non conosce pietà. L'operatore della gru ha annunciato che lo avrebbe sollevato per la testa. [...] La folla ha cantato l'inno, poi ha lacerato in brandelli come si fa con un vestito le gambe frantumate e le schegge della 'testa di cemento'*. Varsavia, 17 novembre 1989 Witold Charłamp, Dziennik zewnętrzny (Diario esteriore), «Kultura» 3, 1990 Parigi * testa di cemento: definizione per 'comunista ottuso e accanito'. Lech Wałęsa: Varsavia, gennaio 1990. Viene dipinta la corona sull'emblema polacco, da cui era stata eliminata sotto la Repubblica Popolare. Fot. Ireneusz Sobieszczuk, Jan Bogacz / PAP/PAI Era la fine del 1989, anno che qualcuno aveva chiamato Autunno dei Popoli. In Polonia la sua caratteristica ufficiale era espressa dalla modifica del nome dello stato: da Repubblica Popolare Polacca nuovamente a Repubblica Polacca (come prima della seconda guerra). Era stato trasformato anche l'emblema, restituendo all'aquila bianca la corona d'oro. [...] In tal modo sono stati ripristinati uno dopo l'altro quei simboli che nella vita di ogni nazione sono sentiti come fortemente importanti per l'identità e la sovranità della nazione stessa. L. Wałęsa, Droga do wolności... (La strada verso la libertà), Varsavia 1991 Ernest Skalski (giornalista): Stiamo chiudendo un anno che ha inflitto una decisiva benché non definitiva sconfitta al comunismo nel mondo. Seppure non in perfette condizioni, stiamo tornando comunque sulla strada maestra della civiltà, dalla quale siamo stati fatti a forza deviare mezzo secolo fa. La nazione diventa padrona di casa nel proprio paese. «Gazeta Wyborcza» 167, 29 dicembre 1989 – 1 gennaio 1990 Varsavia, 17 novembre 1989. Smantellamento del monumento a Feliks Dzierżyński, creatore dei servizi di sicurezza sovietici. Fot. Janusz Fila / Forum La missione di Solidarność L'esperienza di Solidarnośc diventa dopo la svolta del 1989 ispirazione per coloro che combattono per la libertà e per la democrazia nelle ex repubbliche sovietiche, tra l'altro in Ucraina, durante la Rivoluzione Arancione nel 2004, quando a Kiev, a un comizio dell'opposizione, presenzia Lech Wałęsa. ssssssssssssssssssssssssssssssss Fot. Grzegorz Rogiński / Reporter Dalla lettera dei politici e degli intellettuali ucraini in ringraziamento per il sostegno durante la Rivoluzione Arancione: Ai tempi della Vostra lotta per la libertà sotto le bandiere di Solidarność pregavamo con tutto il cuore per la Vostra vittoria e ripetevamo: “Jeszcze Polska nie zginęła” (La Polonia non è ancora morta)! E il popolo polacco ha vinto! Oggi Voi, in tutta la Polonia, cantate insieme con noi: “Szcze ne wmerła Ukrajina” (L'Ucraina non è ancora morta) e ci augurate la vittoria. Un profondo inchino e sinceri ringraziamenti per il popolo polacco da tutto il popolo ucraino! Continuiamo a lottare per la verità e la democrazia. Kiev, Piazza dell'Indipendenza, 7 dicembre 2004. Stanisław Stępień, Pomarańczowa rewolucja (La Rivoluzione Arancione), Przemyśl 2006 Kiev, 22 novembre 2004. Lech Wałęsa e Wiktor Juščenko a un comizio dell'opposizione. Fot. Robert Kowalewski / Agencja Gazeta Danzica, 12 giugno 1987, corteo con striscioni di Solidarność durante la visita del papa Giovanni Paolo II. Fot. Bernard Bisson / Sygmu / Corbis Logo del movimento di opposizione russo „Solidarność” creato nel 2008, che si ricollega alle esperienze polacche. San Pietroburgo, 14 aprile 2007. Repressione da parte della milizia di una dimostrazione dell'opposizione. Fot. Aleksander Demianchuk / Reuters/ Forum Minsk, 25 marzo 2008. Dimostrazione dell'opposizione nel 90.mo anniversario della dichiarazione dell'indipendenza della Bielorussia. Fot. Ivan Rudnev / Ria Novosti Tatiana Kosinova Aleksander Milinkiewič (membro dell'Associazione russa "Memo- (leader dell'oppo- rial") sizione bielorussa a Lukašenko): Fino a oggi Solidarność è per la nostra intellighenzia una chiave magica che si tiene in tasca e si può sempre tirare fuori per aprire le varie porte che è necessario aprire perché si realizzino le riforme. In Russia la generazione di Solidarność ha raggiunto la maturità: sono persone che avevano nel 1980 19-25 anni. [...] Ma a Pietroburgo due anni fa è nato con questo nome un movimento giovanile. Piccolo, ma si richiama all'Agosto polacco. La gente vuole ricostruire la solidarietà che il potere sovietico ha distrutto. Non confrontiamo la Bielorussia di oggi con l'Ucraina. Da noi non ci sarà una vittoria altrettanto bella e veloce. Io confronto continuamente il nostro paese piuttosto con la Polonia dei tempi di Solidarność. Aspetta anche noi una lunga, difficile lotta. Ma stiamo facendo rapidamente i primi passi. San Pietroburgo, febbraio 2008 «Tygodnik Powszechny» 7, 2008 Minsk, 20 marzo 2006 «Gazeta Wyborcza» 68, 21 marzo 2006