POLIMORFISMI DEL GENE MRP2 NELLA CIRROSI BILIARE
Transcript
POLIMORFISMI DEL GENE MRP2 NELLA CIRROSI BILIARE
POLIMORFISMI DEL GENE MRP2 NELLA CIRROSI BILIARE PRIMITIVA Introduzione: La cirrosi biliare primitiva (CBP) è una malattia cronica del fegato a impronta colestatica, caratterizzata dalla distruzione progressiva dei piccoli dotti biliari intraepatici, infiammazione portale e progressiva fibrosi, che sfocia nell’insufficienza epatica. La patogenesi di questa malattia non è ancora ben chiara. Si tratta di una malattia autoimmune, caratterizzata dalla presenza, nel 95% dei casi,di anticorpi antimitocondrio (AMA), diretti contro la componente E2 del complesso della piruvico-deidrogenasi (PDC-E2). Si ipotizza che diversi meccanismi (agenti infettivi e xenobiotici) possano agire da evento trigger in soggetti predisposti geneticamente. Non è ancora stato chiarito il ruolo dei sali biliari, il cui accumulo intracellulare è in grado di provocare, nei modelli animali, colestasi, apoptosi epatocitaria e danno parenchimale. Un’alterazione genetica di trasportatori che ne regolano l’uptake o la secrezione potrebbe essere responsabile del danno colestatico. Tra i diversi tipi di trasportatori biliari, MRP2 è stato proposto come possibile responsabile di malattia colestatica in modelli animali. Questo trasportatore potrebbe quindi avere un ruolo nella patogenesi, nella clinica e nella risposta alla terapia con acido ursodesossicolico (UDCA), unico farmaco approvato per il trattamento della CBP, che agisce, tra i vari meccanismi, anche stimolando un aumento della densità di MRP2 a livello canalicolare, al fine di eliminare composti tossici. Scopo: La presente tesi è volta allo studio, nell’ambito della CBP, dei polimorfismi genetici di MRP2, con particolare attenzione all’esone 25. Si è trattato di: 1) capire se polimorfismi del gene MRP2 possono rivestire un ruolo nella patogenesi della malattia; 2) stabilire se questi polimorfismi servono a caratterizzare sottogruppi di pazienti con fenotipi particolari (persistenza di prurito e alterata risposta alla terapia con UDCA). Materiali e metodi: Per questo studio sono stati arruolati: - 101 pazienti italiani con CBP (età media 60.75±12.50 anni, 93 femmine e 8 maschi), valutati consecutivamente presso la Divisione di Gastroenterologia di Padova; - 76 pazienti con CBP residenti negli Stati Uniti e valutati presso la State University di New York; - 101 controlli (donatori di sangue) comparabili per sesso, età ed area geografica di residenza alla popolazione di pazienti italiani con CBP. Il DNA genomico è stato estratto da leucociti di sangue venoso periferico secondo le procedure standard (QIAmp Blood Midi Kit-Quiagen S.p.a. Milano, Italia). Si è poi proceduto all’amplificazione dell’esone interessato, alla purificazione ed al sequenziamento. I primers specifici utilizzati sono stati desunti dalla letteratura. Risultati: Abbiamo identificato un nuovo polimorfismo, non descritto precedentemente in letteratura, responsabile di una sostituzione aminoacidica (valina con acido glutammico) (V1188E), a livello dell’esone 25 del gene MRP2. Tale polimorfismo è presente in eterozigosi in 19/101 (18.8%) pazienti italiani, in 5/76 (5.3%) pazienti statunitensi e in 12/101 (11.6%) controlli italiani; la differenza di prevalenza della mutazione tra i casi italiani e quelli statunitensi è significativa (p = 0.02, OR 3.29), mentre non è significativa quella tra i casi ed i controlli italiani (p = 0.21, n.s.). Nei pazienti italiani, V1188E è significativamente associato (p=0.003, OR 4.67) alla presenza di prurito, mentre non correla con la risposta al trattamento con UDCA. Conclusioni: La presenza di V1188E, pur non essendo direttamente responsabile di un danno colestatico nella CBP, potrebbe identificare un particolare sottogruppo di pazienti in cui il sintomo prurito si manifesta con maggior frequenza.