Le nuove angosce

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Le nuove angosce
DOSSIER
Guardiamo in faccia le nostre paure
LO STIAMO VIVENDO TUTTI. È uno stato di timore per la propria
incolumità che sta minando quell’equilibrio psichico faticosamente
costruito durante il cammino individuale. È vero, l’atto terroristico è
imprevedibile, quindi ingovernabile, eppure sta creando lo spazio
in cui misurare se stessi, quindi conoscersi di più
Le nuove angosce
e il
terrorismo
di Aldo Carotenuto
professore di psicologia della personalità
all’Università La Sapienza- Roma
a nostra epoca, giorno dopo
giorno, ci offre costantemente
testimonianze di eventi che si
qualificano per il loro alto grado di
intollerabilità rispetto ai livelli di
saturazione mentale dell’essere
umano. In preda all’incertezza del
vivere, si esperisce una profonda
sensazione di impotenza che sovrasta la propria capacità di controllo. Osservata da questa prospettiva, la minaccia terrorista che
il nostro Paese sta subendo in questo particolare e delicatissimo momento storico, assume le sembianze di un nuovo e spietato persecutore, deciso più che mai a colpire
nel suo fulcro vitale la sicurezza
psicologica interna del singolo. La
paura assume, allora, il posto di
guida nell’individuo, oscurando
così gli strumenti razionali della
L
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capacità di analisi e formulazione
di ipotesi. In tal senso, la paura può
essere considerata un elemento “altamente patogeno”: sebbene si
tratti di una dimensione con la
quale ci confrontiamo quotidianamente, in determinate condizioni
può letteralmente prendere il sopravvento sulle nostre esistenze.
Al di là delle inquietanti notizie
che ci giungono in merito alle nostre città d’arte trasformate in vere
e proprie “sorvegliate speciali” e al
potenziamento dei dispositivi di
sicurezza di tutti quei luoghi che,
oltre a costituire il nostro patrimonio culturale o la meta prescelta
DOSSIER
Guardiamo in faccia le nostre paure
Il terrorismo: un nuovo e
spietato persecutore, deciso più
che mai a colpire nel suo fulcro
vitale la sicurezza psicologica
interna del singolo.
per il nostro tempo libero, possono
a ragione essere considerati “obiettivi sensibili” del terrorismo, sono
altre e più profonde le ragioni che
alimentano le nostre paure a riguardo.
Indifesi e vittime
Ogni volta che precipitiamo nello
stato emotivo della paura è come se
riemergesse una primaria condizione di fragilità, quella stessa che
ci teneva strettamente uniti alla
nostra figura materna. Il sentirsi
indifesi e vittime degli “attacchi”
esterni è un vissuto soggettivo che
ha dominato la fase iniziale della
nostra vita psichica, lasciando una
traccia permanente, indelebile, talvolta persecutoria. Si tratta di una
situazione affettiva che nasce con
l’uomo, con quel suo primitivo bisogno di accudimento necessario
affinché sia salvaguardata la sua
sopravvivenza. Lo “stato naturale”
di necessità in cui versa ogni essere
umano alla nascita, intreccia presto
un legame forte con lo “stato psichico” del timore di essere annientati e travolti da ciò che è più grande di noi.
La presenza di situazioni improvOTTOBRE 2004 YOURSELF 91
DOSSIER
Guardiamo in faccia le nostre paure
vise e minacciose, che escludono ogni forma di gestione diretta da parte dell’individuo, suscitano nel soggetto stesso incontrollabili sensazioni di timore per la
propria incolumità. In tali circostanze, la coscienza si
cristallizza nella riflessione relativa alla labilità della
vita, e alla possibilità che in un solo istante le nostre
traiettorie di guida possano sovvertirsi e cambiare direzione. E proprio su questa dinamica si fonda l’atto
terroristico. La sua imprevedibilità stravolge il nostro
rigore razionale, alterando quell’equilibrio psichico
che faticosamente abbiamo costruito durante il nostro
cammino individuale. Infatti, oltre all’entità e alla portata dell’atto stesso, ciò che fa vacillare la nostra esistenza è la paura di non saper più gestire la propria vita, il timore di essere costantemente minacciati, ovunque in pericolo, privi di protezione ed esposti alla
morte. Il sentimento della paura atterrisce ogni pro-
Bisogna metabolizzare la paura per impedire
che ad essa si sostituisca il terrore
posito individuale, ogni pensiero rivolto al futuro, perché il suo legame col non-essere crea situazioni di panico e disorientamento. La variabile cui dobbiamo far
riferimento come dimensione simbolica e metaforica
della nostra esistenza è l’ignoto, un regno inesplorato
che può nascondere pericoli o serbare gradite sorprese.
È però importante puntualizzare che i pericoli e gli
elementi in grado di suscitare le nostre paure non sono
dei dati oggettivi, uguali per ogni individuo, tutt’altro.
Ognuno, infatti, dovrà affrontare determinati ostacoli,
sfidare mostri e fantasmi proporzionati e dipendenti
da quelle che sono le sue caratteristiche psicologiche.
lo scenario internazionale. Nell’oscurità della paura,
l’unico punto di riferimento è dato da noi stessi e, forse per la prima volta nella nostra vita, siamo costretti a
fronteggiare qualcosa di interno, a riflettere su particolari dimensioni che ci appartengono ma di cui non
sospettavamo l’esistenza.
Sono momenti in cui l’individuo scandisce la sua esistenza lungo un percorso quasi da equilibrista. Si cammina su un filo sottile dove risulta fin troppo facile la
tentazione dello sproposito, l’orrore dell’esagerazione,
del panico, nonché il desiderio delirante di dar voce finalmente alle proprie dinamiche inconsce. E se tutto
questo trova lo spazio giusto e il tempo altrettanto favorevole per realizzarsi sulla scena, si spezza l’equilibrio della maturità psichica, di una forza faticosamente raggiunta attraverso gli anni di vita; e si assiste poi a
una rovinosa, inesorabile, caduta. Si perde la capacità
psicologica di metabolizzare le sensazioni di paura e di
minaccia incombente, una capacità però necessaria
per comprendere l’irrazionale ed evitare comportamenti estremi. Metabolizzare la paura per impedire
che ad essa si sostituisca il terrore e che nella nostra
anima possa fare breccia il fantasma del terrorismo.
È anche vero, però, che la realtà in cui siamo inseriti
offre ben pochi punti di riferimento cui aggrapparci
per combattere le infinite incertezze dell’esistenza.
Spesso si vive la sensazione di essere in balìa degli
eventi, prigionieri delle minacce o, destino ancor peggiore, di promesse di morte. Tuttavia vogliamo e possiamo credere che che esista ancora in noi quella luce
interiore che, di fronte al buio della paura, sappia illuminare di speranza la nostra mente.
Napoleone e i gatti
Angosce assolutamente individuali
Oltre a renderci prigionieri dell’angoscia, tutto ciò implica che anche in presenza di una comune fonte di
paura, come appunto può essere la minaccia terrorista,
il singolo sarà preda di angosce assolutamente individuali. La propria morte o quella dei propri cari, il sovvertimento dell’ordine nella società, l’impossibilità di
continuare a condurre un’esistenza quieta e normale,
la perdita di beni materiali o drammatici spargimenti
di sangue, sono dunque soltanto alcune delle paura
che gli italiani vivono interiormente alla luce degli
episodi che caratterizzano in questo momento storico
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Uno scrittore brasiliano (46 anni, personaggio eclettico e cosmopolita, residente a Recife), Igor Rafailov, ha scritto il primo e finora unico, Dizionario
delle fobie. 1.029 fra paure, ossessioni, ansie e situazioni angoscianti. Una
botta di ottimismo da non perdere. Ad esempio Napoleone soffriva di felinofobia, paura dei gatti. Ma c’è anche chi soffre di puppetfobia, paura delle
bambole. I più sfortunati sono quelli che soffrono di ipomonsteresquipedalofobia, la paura di leggere, scrivere e pronunciare parole lunghe. Si rischia
di morire solo spiegando al dottore la malattia che si ha.
“L’autore di questo libro avverte: la lettura di questa opera produce l’aumento irreversibile della propria cultura”.
160 pagine, vendita attraverso il sito (www.forumdefobias.com).
DOSSIER
Guardiamo in faccia le nostre paure
Le parole
per dirlo
CHI HA PAURA DEI RAGNI,
CHI DEGLI SPAZI VUOTI.
Chi teme sempre di
ammalarsi e chi prova
un’invincibile repulsione per le
bevande alcoliche. Le fobie o
paure sono innumerevoli.
Ognuno trovi la propria...
di Rossana S. Pecorara
DALLA A ALLA X
Ecco un veloce glossario delle fobie (ne
esistono centinaia!), più o meno bizzarre, che sono state studiate e descritte.
ACROFOBIA: terrore delle altezze (quindi
anche paura di volare)
AGORAFOBIA: paura degli spazi aperti,
che include la paura di lasciare la casa,
ma anche di rimanere soli in casa o per
la strada, in piazza, oppure la paura di
viaggiare in auto, autobus o in treno.
AGYROFOBIA: paura delle strade o di attraversare le strade.
ANTROPOFOBIA: paura del contatto con
la gente e con la società in generale.
ARACNOFOBIA: paura dei ragni e degli
«aracnidi» in generale, come gli scorpioni ad esempio.
CLAUSTROFOBIA: è esattamente l’opposto dell’agorafobia. Si tratta infatti della
paura degli spazi chiusi e angusti. Una
manifestazione tipica è il terrore di salire sugli ascensori.
CREMNOFOBIA: paura dei precipizi.
CRYOFOBIA: paura del freddo estremo,
del ghiaccio o anche della brina.
CYBERFOBIA: terrore per i computer, per
i robot e, in generale, per le più avanzate tecnologie.
DERMATOFOBIA: fobia per le lesioni cutanee.
DIPSOFOBIA: repulsione nei confronti
delle bevande alcoliche
DISMORFOFOBIA: paura di essere brutti
ENTOMOFOBIA: paura di tutti gli insetti.
ERITROFOBIA O EREUTOFOBIA: è una
sottoclasse della fobia sociale e letteralmente indica la paura di arrossire in pubblico, alla quale si accompagna la paura
di non riuscire a parlare e, in generale, di
paralizzarsi di fronte a un uditorio. Si può
considerare la variante grave della timidezza.
ELMINTHOFOBIA: paura di essere infestati dai vermi.
EMOFOBIA O EMATOFOBIA: terrore del
sangue.
ETEROFOBIA: paura del sesso opposto.
FARMACOFOBIA: paura di assumere far-
maci e droghe.
FOTOFOBIA: paura delle fonti di luce
GERONTOFOBIA: paura della vecchiaia e
dell’invecchiamento.
IEROFOBIA: repulsione nei confronti dei
preti e degli oggetti sacri.
MISOFOBIA: paura della sporcizia e delle mancanza d’igiene.
NICTOFOBIA: paura della notte, in generale del buio e dell’oscurità.
ODONTOFOBIA: paura del dentista
OMOFOBIA: repulsione nei confronti dell’omosessualità e degli omosessuali.
ONCOFOBIA: paura di tumori
PATOFOBIA: paura delle malattie
STAUROFOBIA: terrore per le croci e i crocifissi.
TAFEFOBIA O TAFOFOBIA: paura di essere sotterrato vivo o anche paura dei cimiteri.
XENOFOBIA: paura dello straniero e, per
estensione, avversione indiscriminata
contro chi non fa parte della propria comunità.
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