www.carmencita.it

Transcript

www.carmencita.it
www.carmencita.it
pagina 1 di 6 - LIBRI
Carmencita
Giuseppe Culicchia
pagina 2 di 6 - ARTE
Metropolitanscape
IX Biennale dell’Avana
Elisabetta Tolosano, Gabriella Lovera
pagina 3 di 6 - CINEMA
I Palloni nella testa
Clode Costa e Albi Cotti
pagina 4 di 6 - STORIE
Vademecum per imbucati
Guido Andruetto
2006, numero 9
pagina 1 di 6 - LIBRI
pagina 5 di 6 - GIOVANI AUTORI
SCRIVONO SUGO
Premio Grinzane Cavour
pagina 6 di 6 - INTERVISTE
AUTOMATICHE
Mao intervista Manuel Agnelli
Informazioni, consigli e segnalazioni • Diffondere e non disperdere nell’ambiente • SUGO è stampata con inchiostri atossici
In Libreria
Gli UFO* non esistono
*Uomini Fedeli Oggi
Sperling & Kupfer Editori
Carmencita oggi è una giornalista ed una
speaker radiofonica, vive con due amiche
e un gatto in una casa bianca, vera
agorà letteraria e culturale del momento.
Questa è la sua prima opera letteraria.
Carmencita: quante volte siamo andati a letto con lei! O meglio, subito
dopo aver visto lei. Anzi, lei e Caballero, che di solito faceva fuori in duello
Western stile “Mezzogiorno di fuoco” torme di banditi e rivali in amore.
La bella Carmencita dalle lunghe trecce corvine era per noi bambini
nati intorno alla metà degli anni Sessanta l’unica vera star del Carosello
mandato in onda dalla Rai, celebre programma dopo cui com’è noto le nostre
mamme ci spedivano a nanna. Il fatto che la ragazza dal profilo per così dire
importante reclamizzasse il caffè Lavazza per noi all’epoca passava a dire
la verità decisamente in secondo piano, anche perché non ci era permesso
di bere simili bevande per adulti.
Al massimo, quando i nostri genitori decidevano chissà perché di abbassare
la guardia, ne assaggiavamo un cucchiaino a fine pasto: ma solo la
domenica, o in occasione di compleanni, onomastici e feste comandate.
Si svolgevano allora rituali anche bizzarri, che prevedevano l’aggiunta di
smisurate quantità di zucchero nella tazzina semivuota della mamma, di
modo che il cucchiaino di caffè zuccherato diventava in realtà un cucchiaino
di zucchero caffeinato: avevamo cinque o sei anni e non avevamo idea di
che cosa fossero robe come il diabete o il colesterolo. Credo che tutti i
bambini italiani, nessuno escluso, desiderassero possedere Carmencita.
Non in senso biblico, va da sé, ma sotto forma di giocattolo, magari insieme
con Caballero, che con la sua pistola a tamburo esercitava un certo fascino
su chi era cresciuto guardando in bianco e nero alla tivù pellicole come
“Ombre rosse”, “Quel treno per Yuma” o “Duello al sole”.
Non sapevamo che i due personaggi fossero frutto della creatività
dell’Agenzia Armando Testa, e nemmeno che il famoso critico letterario
e visagista Paul Lecquerq l’avrebbe definita un giorno “la donna con le
gambe più belle del mondo”. Oggi Carmencita fa la giornalista e la speaker
radiofonica, e vive con due amiche e un gatto in una casa dalle pareti
dipinte di bianco. Inoltre ha appena scritto un libro, “Gli UFO non esistono”,
dove per UFO si intende Uomini Fedeli Oggi. Da parte mia, credo tuttavia di
poter smentire il suo pessimismo. Perché lei, Carmencita, è stata il nostro
primo amore, e le siamo rimasti fedeli eccome: nel senso che malgrado
il trascorrere del tempo non l’abbiamo mai dimenticata. Come avremmo
potuto? Lei, Carmencita, con quel nome così esotico e con quella bocca a
cuore.
Giuseppe Culicchia
Pubblicità su SUGOnews.it? [email protected] Tel. Fax. 011-5692009
Limber Vilorio - Repubblica Domenicana
Hanny El gowely – Egitto
pagina 6 di 6 - INTERVISTE
AUTOMATICHE
Mao intervista Manuel Agnelli
Informazioni, consigli e segnalazioni • Diffondere e non disperdere nell’ambiente • SUGO è stampata con inchiostri atossici
Sue Williamson – Sudafrica
Elisabetta Tolosano
Nata nel 1984 con l’intento di proporre al pubblico una panoramica sugli artisti provenienti dai paesi
definiti del SUD del mondo spesso fuori dai circuiti classici dell’arte occidentale, la nona edizione
della Biennale d’Arte dell’Avana ha indagato il tema della Città focalizzando l’attenzione sul ruolo
dell’arte come antidoto all’esasperato isolamento che l’uomo vive in un mondo con sempre meno
confini strutturali e sempre più muri ideologici. In quest’ottica la Biennale ha proposto accanto a
famosi ed importanti artisti provenienti da Cuba, Argentina, Sud Africa, Venezuela, Canada, Cina,
Brasile il lavoro di alcuni artisti europei di fama internazionale le cui opere indagano sull’esistenza
umana: a rappresentare l’Italia il pittore torinese Daniele Galliano in esposizione alla Fortaleza
San Carlos de la Cabaña. Le grandi tele ad olio di Galliano rompono attraverso l’istinto creativo il
concetto di isolamento rappresentando figure umane sublimi nei loro difetti da risultare familiari
all’occhio di chi guarda.
I contorni sfumati eppure reali, tangibili e riconoscibili delle figure, suscitano una miscellanea di
emozioni contrastanti ma amorevolmente coesistenti. È il pittore stesso, che all’attivo ha molte
partecipazioni internazionali e italiane, a scrivere che siamo esseri spirituali che compiono un
viaggio umano. E sono i suoi stessi personaggi a testimoniarlo, diventando istantanee di sguardi
spettatoriali, specchio e riflesso di una società che è abitata e vissuta anche quando sembra
isolata. Molte inoltre, le iniziative artistiche collaterali alla Biennale: in Plaza de la Revolucion il
collettivo italiano OGI: NO KNAUS
KNAUS, al Museo Nacional de Bellas Artes la personale di Claudio
Parmiggiani “In silenzio a voce alta”, mentre uno fra i più importanti e conosciuti artisti cubani
KCHO ha presentato in Plaza Vieja le performance “Vivi y deja Vivir” firmando i mattoni da lui
realizzati, pezzi unici che ognuno poteva aggiudicarsi per la propria collezione privata.
www.bienalhabana.cult.cu
Gabriella Lovera
L’artista cubano Kcho
durante la performance
“Vive y deja vivir”
alla Plaza Vieja dell’Avana
pagina 5 di 6 - GIOVANI AUTORI
SCRIVONO SUGO
Premio Grinzane Cavour
BGL – Canada
Samuel Fosso – Repubblica Centroafricana
Dione Simpson – Jamaica
John Kotzè – Zimbawe
Lucy Orta - Francia
Liu Guangyung – Cina
Eder Santos – Brasile
Rogerio Canella – Brasile
Federico Gonzales e Ingrid Sinzinger – Argentina
Jaime Castro Orotzegui – Venezuela
Pedro Abascal – Cuba
Mariano Klautau – Brasile
Carlos German Rojas – Venezuela
Cubabrasil – Germania, Brasile, Cuba
pagina 4 di 6 - STORIE
Vademecum per imbucati
Guido Andruetto
Si è conclusa il 27 aprile 2006 la nona Biennale d’Arte dell’Avana a Cuba. 52 paesi invitati e 90
artisti hanno affrontato il tema proposto dal Presidente della Biennale Alejandro Rojas Blaquier
“Dinamica della Cultura Urbana” attraverso installazioni fotografiche, video e pittura.
Alejandro Ramirez – Costa Rica
Belu-Siniu Fainaru – Romania
Territorio Sau Paulo – Brasile
Elisa Strada – Argentina
Moris – Messico
Claudia del Fierro – Cilevv
Rivane Neuenschwander – Brasile
Omer Ali Kazma – Turchia
Luis Enrique Camejo – Cuba
Oscar Bonilla – Uruguay
Andrea Miranda – Perù
North Front Street Project – Belize
Conrad Botes – Sudafrica
Ananas Leki Dago - Costa de Marfil
Josè Guedes – Brasile
pagina 3 di 6 - CINEMA
I Palloni nella testa
Clode Costa e Albi Cotti
Nelle città si abita, si vive, si lavora, si muore, si cresce, si lotta,
si sale, si scende, si parcheggia, si corre, si dorme, si gioisce, si
litiga, si ama, si guarda, si sogna, si pensa al futuro. In una città,
Torino, e in un Palazzo storico, Palazzo Cavour, è di scena lo spazio
metropolitano attraverso lo sguardo di una sessantina dei più noti
artisti internazionali degli ultimi decenni. Metropolitanscape:
il paesaggio urbano nell’arte contemporanea, aperta fino al 2
luglio, è una bella mostra che esplora la dimensione metropolitana
attraverso opere realizzate con vari linguaggi visivi, dalla scultura
di terracotta di Fausto Melotti
agli impacchettamenti d’edifici
di Christo, dalla fotografia dei
tedeschi Andreas Gursky e Thomas
Struth, agli assemblaggi d’oggetti
industriali dell’inglese Tony Cragg.
Gli immaginari urbani ci appaiono
con aspetti contrastanti, dall’ispido
“Mappamondo spinoso”di Michelangelo Pistoletto fatto di carta
di giornale e ferro, alla “Città, felice regno dei fiori” di Nicola De
Maria, un sognante olio su tela con variazioni di giallo e di blu. I
curatori, Marco Di Capua, Giovanni Iovane, Lea Mattarella hanno
individuato alcuni temi: uno, ad esempio, è quello della Torre
che, da Babele al progetto costruttivista di Tattlin e ai grattacieli,
dimostra come l’uomo abbia sempre sentito il desiderio d’elevarsi,
di congiungersi al cielo per sfida, superamento dei limiti terreni o
estremo atto di superbia. Un altro è il tema del paesaggio della
mente, Mindscape, che considera la casa come rifugio, capanna,
ventre, archetipo abitativo rappresentato, dall’ “Igloo” di pietra,
datato 1991, di Mario Merz
Merz, alla tenda della sopravvivenza
dell’olandese Dre’ Wapenaar. Non manca il tema dell’Utopia con
opere di Ilya Kabakov, Matt Mullican e Franco Scognamiglio.
Nel ricco e variegato percorso espositivo viene in luce la doppia
anima della mostra: la denuncia di dolore, distruzione, soprusi e
sofferenza da un lato e la consapevolezza di un’eterna forza di
rinascere dall’altro.
www.palazzocavour.it
pagina 2 di 6 - ARTE
Metropolitanscape
IX Biennale dell’Avana
Elisabetta Tolosano, Gabriella Lovera
Novena Bienal de La Habana 2006
Ottjorg A.C – Germania
Goh Ideta – Giappone
Giuliano Montijio – Brasile
Pablo Siquier – Argentina
Ramon Serrano – Cuba
Alvaro Ricardo Herrera -- Colombia
Ana Tiscornia – Uruguay
Sara Maneiro – Venezuela
Pascale Martine Tayoou – Camerun
Dolores Cáceres – Argentina
Abigail Hadeed – Tobago
Morten Viscum – Norvegia
Eric R. Fajardo – Panama
Jonathan Hernandez – Messico
Akindobe Akinbiyi – Nigeria
Ivan Lozano – Perù
Yennyferth Becera – Cile
Ibrahim Miranda – Cuba
Cinthia Marcelle – Brasile
Edgar Hechavarria – Cuba
Cameron Rudd – Australia
Rodney Glick – Australia
Raquel Schwartz – Bolivia
Daniele Galliano – Italia
Pablo Rivera – Cile
Fanklin Alvarez – Cuba
Lynette Voevodin – Australia
Jonatna Harker – Panama
Sissel Tolaas – Norvegia
Gonçalo Mabunda – Mozambico
Michele Magma – Repubblica Democratica del Congo
Meschac Gaba – Benin
Kan Xuan – Cina
Fuat e Murat Sahinler – Turchia
pagina 1 di 6 - LIBRI
Carmencita
Giuseppe Culicchia
Metropolitanscape
Margarita Pineta – Colombia
Chemi Rosaldo Seijo – Portorico
Javier Camarasa – Spagna
Ryan Od Uber – Aruba
Alejandro Gonzales – Cuba
Sze Tsung Leong – Stati Uniti
Tallur L.N. – India
Jaime Avila Ferrer – Colombia
Roberto Diago – Cuba
Laura Messing – Argentina
Douts Mohamadou N’Doye – Senegal
Amal Saade – Libano
Trinità Session – Sudafrica
Duvier Del Dago – Cuba
Arquivo Brasilia – Germania
Dimitris Tsoublekas – Grecia
Eduardo Srur – Brasile
Jordi Colomer – Spagna
Simon Vega – El Salvador
Mariano Molina – Argentina
2006, numero 9
pagina 2 di 6 - ARTE
Polibio Diaz – Repubblica Domenicana
Miguel Alvear – Ecuador
Michel Najjar – Germania
Rivka Rinn – Israele
Sergio Brito – Spagna
Pubblicità su SUGOnews.it? [email protected] Tel. Fax. 011-5692009
Reduci da una calda Olimpiade, dove non sempre gli sport che abbiamo seguito erano chiari
nei loro dettagli e regolamenti, ora si passerà alle sfide più acclamate di sempre: pane per i
nostri denti. Adesso la palla bisogna buttarla dentro, senza troppe storie.
L’allenatore nel pallone
Regia Sergio Martino.
Con Lino Banfi,
Gigi Sammarchi e Andrea Roncato.
Italia, 1984, 98 minuti. Colore
Pronte le birre, gli amici si radunano, le sfide sono adrenaliniche... Gioca la nazionale! E
quale miglior allenatore di Oronzo Canà? Ci hanno chiesto di scrivere questa recensione in
2500 battute, ma per tante che possano sembrare lui, Lino Banfi alias Oronzo Canà negli anni
d’oro della sua carriera, ne ha pronunciate indubbiabente di più! Quante ne dice? Non siamo
riusciti a contarle e dunque, dato l’avvenimento, vi consigliamo il film pre-mondiale. Perché
è un film mondiale. Un cult di serie trash. Tutto nasce con una candidatura inaspettata per
Oronzo Canà, Lino Banfi, allenatore disoccupato di serie B: si tratta di allenare una squadra
neopromossa in A, la Longobarda. Sua moglie Mara Canà, proprio come la città brasiliana
ma piemontese Doc, non aspettava altro. Finalmente la fama. Parte il campionato, e con lui la
famiglia Canà tutta si trasferisce al Nord. Da questo momento in avanti Oronzo si dimostrerà
l’allenatore più macchietta del campionato: interviste improbabili, tattiche di gioco che tutti
noi vorremo vedere sui campi - la mitica Bi… Bi… Bi-zona - trattative di calcio mercato
emozionali ed internazionali - Maradonna benedetta!!! - e la sua speciale presenza in
panchina. Come non citare la famosa telefonata con sua moglie Mara dallo stadio storico
del Maracanà? O gli insulti al bambino e l’equivoco madornale della partita in beneficenza
per gli ‘handicappeti’? Il film si snoda fra gag, equivoci e doppi sensi nella migliore tradizione della commedia frivola italiana;
senza sottovalutare alcune realtà del mondo del pallone, così per come si presenta ancor oggi, fra imprenditori intrallazzoni e
inciuci economici che inquinano una realtà calcistica fatta anche di passione. Ma cosa vi stiamo raccontando? Avete presente
Banfi? Si tratta di ascoltarlo e di goderselo in buona compagnia con tre amici e un bicchiere di vino rosso.
In conclusione, tutti vorremo alzare al cielo Lippi, così come accade nel film al nostro Oronzo, gridandogli che è un “eroe”. E se
proprio ci urlerà che l’abbiamo “preso per un coglione” significherà che s’è vinto il Mondiale.
Clode Costa e Albi Cotti
Foto: Silvia Pastore
pagina 3 di 6 - CINEMA
I Palloni nella testa
Clode Costa e Albi Cotti
Siete pronti? I mondiali di calcio sono alle porte.
pagina 2 di 6 - ARTE
Metropolitanscape
IX Biennale dell’Avana
Elisabetta Tolosano, Gabriella Lovera
I Palloni nella testa. Mondiali di calcio 2006
pagina 1 di 6 - LIBRI
Carmencita
Giuseppe Culicchia
2006, numero 9
pagina 3 di 6 - CINEMA
pagina 4 di 6 - STORIE
Vademecum per imbucati
Guido Andruetto
pagina 5 di 6 - GIOVANI AUTORI
SCRIVONO SUGO
Premio Grinzane Cavour
pagina 6 di 6 - INTERVISTE
AUTOMATICHE
Mao intervista Manuel Agnelli
Informazioni, consigli e segnalazioni • Diffondere e non disperdere nell’ambiente • SUGO è stampata con inchiostri atossici
©silviapastore
Pubblicità su SUGOnews.it? [email protected] Tel. Fax. 011-5692009
1: un computer, internet, un indirizzo e-mail e una stampante sono
fondamentali. E’ buona regola creare una testata ad hoc, per esempio
funziona benissimo come lasciapassare il classico sito internet/magazine
fittizio, magari dedicato alla vita della città, tipo «Torino on line» oppure
«City area informazione». Andrebbe bene anche «Sugo», ma purtroppo
esiste. 2: informarsi settimanalmente o giornalmente sulle conferenze
stampa in programma a Torino e in Piemonte. Di solito in quelle organizzate
dagli enti pubblici, Comune, Provincia e Regione, non vengono serviti
buffet eccezionali, in compenso non mancano mai vini bianchi o rossi
accompagnati da stuzzichini. Difficilmente vi fermeranno all’ingresso per
verificare chi siate realmente, basterà compilare sei caselle prestampate
inserendo nome, cognome, testata, indirizzo, recapito telefonico e mail (Atrium in Piazza Solferino è l’indirizzo più frequentato
dagli scrocconi perché alla conferenza stampa si accede così). 3: controllare sempre, quotidianamente, gli appuntamenti
degli assessori e le conferenze cui intervengono. Per saperne di più: www.comune.torino.it, www.regione.piemonte.it, www.
provincia.torino.it. 4: nel giro di breve entrerete nell’indirizzario «giornalisti» e saranno gli altri a invitarvi, non voi a chiedere
di essere invitati. E’ comunque importante verificare che sull’invito compaia l’indicazione «segue cocktail» o «segue buffet».
Altrimenti non ne vale la pena, di solito ci si annoia e basta. 5: abbiate pazienza e sprecate un po’ di tempo per realizzare finte
interviste. La fatica verrà ripagata da un lauto banchetto. I migliori catering li offrono i privati o le grandi kermesse, Fiera del
Libro, Salone del Gusto, il mese scorso è toccato per esempio a CioccolaTò. 6: a fine conferenza stampa, evitate di lanciarvi
sui camerieri come se non vedeste cibo da anni. Scegliete la sobrietà, però arraffate quello che potete: gadget, penne, bloc
notes, avanzi di salatini da dare al cane, grissini, mozzarelline, scaglie di parmigiano, bignole, chantilly. Bevete tanto.
Guido Andruetto
Foto: Silvia Pastore
pagina 4 di 6 - STORIE
Vademecum per imbucati
Guido Andruetto
pagina 3 di 6 - CINEMA
I Palloni nella testa
Clode Costa e Albi Cotti
Pranzo gratis tutti i giorni, tutto l’anno. A volte ci scappa pure la cena sotto forma di aperitivo sfizioso che tanto non costa
nulla, perché «gentilmente offerto». Vivere da imbucato a Torino non è poi così male ed è più facile di quanto si pensi.
Immaginate il risparmio alla fine di un anno vissuto così, da scrocconi. Se vi atterrete a queste poche semplici regole, che il
sottoscritto ha messo in pratica e sperimentato sul campo quand’era giovanissimo, inizio «carriera» giornalistica intorno ai
diciannove anni, vi divertirete molto, mangerete e berrete gratis un tot di volte, stringerete relazioni e la vita vi sembrerà più
bella. Oggi gli imbucati di professione sono perlopiù persone anziane, perditempo con pochi soldi in tasca che s’inventano
una testata giornalistica e si riempiono le borse di salatini e fette di torta alle conferenze stampa. Però hanno molto da
insegnare, per fantasia e intraprendenza, ai giovani che oggi si lamentano per un cocktail a 5 euro. Fate come loro (come
me), poi ne riparliamo:
pagina 2 di 6 - ARTE
Metropolitanscape
IX Biennale dell’Avana
Elisabetta Tolosano, Gabriella Lovera
Vademecum per imbucati
pagina 1 di 6 - LIBRI
Carmencita
Giuseppe Culicchia
2006, numero 9
pagina 4 di 6 - STORIE
pagina 5 di 6 - GIOVANI AUTORI
SCRIVONO SUGO
Premio Grinzane Cavour
pagina 6 di 6 - INTERVISTE
AUTOMATICHE
Mao intervista Manuel Agnelli
Informazioni, consigli e segnalazioni • Diffondere e non disperdere nell’ambiente • SUGO è stampata con inchiostri atossici
©silviapastore
Pubblicità su SUGOnews.it? [email protected] Tel. Fax. 011-5692009
2006, numero 9
pagina 5 di 6 - PREMIO GRINZANE CAVOUR
La Pillola del Professor Soria
Giovani autori scrivono SUGO
Il barolo del Premio Grinzane
SUGO inaugura la nuova rubrica Giovani autori scrivono SUGO. Tutta la Redazione dà il benvenuto
Foto: Silvia Pastore
pagina 5 di 6 - GIOVANI AUTORI
SCRIVONO SUGO
Premio Grinzane Cavour
pagina 6 di 6 - INTERVISTE
AUTOMATICHE
Mao intervista Manuel Agnelli
Informazioni, consigli e segnalazioni • Diffondere e non disperdere nell’ambiente • SUGO è stampata con inchiostri atossici
a Alessia Monachello della IVB Linguistico del Liceo Monti di Chieri, giornalista segnalata dal
Giuliano Soria, Presidente del Premio Grinzane Cavour
Installando SoulSeek (un programma che, tramite connessione Internet, consente di scaricare brani altrui e
di immettere in rete i propri), troverete tutte le canzoni di un gruppo “giovane” degli anni Ottanta. A Cambiano,
più di vent’anni fa, tre ragazzi si riunivano per creare una band. Obiettivo? Divertirsi, con la
piccola speranza di diventare famosi. Da un mese uno di quei giovani, ormai quarantenne,
ha messo su SoulSeek i vecchi pezzi composti dal gruppo, che si è sciolto diversi anni fa. I
nomi dei musicisti? Piero Monachello, allora diciottenne, suo fratello Michele, sedici anni, e
l’amico Guido Chiesa, anche lui al bivio dei 18. Inglese il nome della band, “The Technica”,
scelto da Guido, per richiamarne il genere musicale. Tutto iniziò nel garage di Guido. Lì
composero le prime canzoni. Questi ragazzi avevano una passione in comune, la musica
New Wave Electronic, genere poco ascoltato e conosciuto dai giovani d’allora. Piero suonava la tastiera e
scriveva la musica, Michele si occupava della base ritmica, e Guido, la voce solista, pensava alle parole.
Quando ebbero un po’ di materiale, decisero di uscire allo scoperto, mostrandosi ad un pubblico: la prova
più difficile. Applausi? Pochi. La causa dell’insuccesso fu probabilmente
il carattere sperimentale della loro musica. Ma i tre ragazzi non si diedero
per vinti e, nel ‘79, scrissero il loro primo album, intitolato “MIND THE GAP”
GAP”,
che significa ”Fai attenzione allo scalino”. A inventare il titolo, una forma
di avvertimento, rispetto al tipo di musica proposta. Purtroppo l’album non
entrò mai in commercio. Nonostante ciò, si divertivano ugualmente a fare
foto da inserire nella copertina della loro preziosa cassetta. Il loro sogno non
si sarebbe mai realizzato, ma non smisero di suonare, perché lo facevano
per passione. Col tempo il gruppo si sciolse: “Ormai eravamo presi da altri
impegni” racconta oggi Piero. Cosi le loro strade si divisero: Guido è l’unico
che è riuscito a sfondare nel mondo dello spettacolo, diventando un regista,
autore di diversi film, fra cui “Il partigiano Johnny”. L’unico che continua
ancora oggi a comporre musica sulla sua tastiera è Piero. Il rovescio della
medaglia? Il partigiano Johnny cercherebbe ancora un regista.
www.grinzane.it
pagina 4 di 6 - STORIE
Vademecum per imbucati
Guido Andruetto
L’eredità di The Technica. Nel gruppo c’era anche Guido Chiesa
pagina 3 di 6 - CINEMA
I Palloni nella testa
Clode Costa e Albi Cotti
La band camianese è nel programma SoulSeek
pagina 2 di 6 - ARTE
Metropolitanscape
IX Biennale dell’Avana
Elisabetta Tolosano, Gabriella Lovera
Centinaia di produttori seguono l’attività del Premio
e nelle vene del Grinzane scorre il vino della terra di
Langa, del Monferrato e Roero. A metà dell’800, Camillo
Benso fu sindaco del paesino di
Grinzane Cavour e introdusse
l’alta enologia in quella zona.
Oggi il Premio Grinzane gestisce
la vigna storica di Cavour e
da questa produce un numero
limitato di bottiglie selezionate,
che rappresentano l’emblema
di questo territorio e di questo
percorso culturale. La vigna in questi anni è stata
seguita dall’azienda Gigi Rosso e successivamente dai
Fratelli Ceretto. Dal 2006 è in produzione la prima serie
di bottiglie di questo straordinario barolo della vigna
del Premio Grinzane che sono pronte per brindare il 16
giugno - Palazzo Reale di Torino, il 17 giugno - Castello
di Grinzane, e l’11 luglio - Quadrilatero Romano di
Torino ai 25 anni del Grinzane.
Premio Grinzane Cavour nel contesto del progetto “Scrivere il Giornale 2005-2006”.
pagina 1 di 6 - LIBRI
Carmencita
Giuseppe Culicchia
Il Premio Grinzane Cavour è presente da venticinque
anni sulla scena letteraria italiana e internazionale e
valorizza da sempre il discorso della cultura materiale
ed enogastronomica.
Pubblicità su SUGOnews.it? [email protected] Tel. Fax. 011-5692009
Mao: Cominciamo dalla mattina. Di solito in un tour si fa colazione in albergo,
quando ci si riesce a svegliare in tempo prima che chiudano il servizio. Dove ti
sei trovato meglio? Negli alberghi italiani o in quelli americani? Agnelli: Diciamo
che indipendentemente dalla qualità del caffè, che in America fa cagare, agli
americani darei come voto 8 e agli italiani 6. Perché in albergo c’è la cosiddetta
colazione continentale dove puoi trovare di tutto, dai corn flakes alle salsiccie,
dai succhi di frutta al pollo. In America è molto più ricca e di conseguenza più
piacevole, più varia.
Mao: Benissimo, procediamo con il pranzo. In tour a quell’ora si è per strada. Cosa
mi dici degli autogrill? Agnelli: In questo caso non c’è un gran divario. Comunque
la qualità del servizio degli autogrill americani è superiore; forse perché hanno
una tradizione di vita on the road. Trovi veramente di tutto, mille ammennicoli e minchiate varie che ti aiutano a goderti il viaggio.
Però la qualità del cibo, forse perché sono italiano, da noi è superiore. Quindi darei un 7 all’Italia e un 6 agli Stati Uniti.
Mao: E arriviamo alla cena, in quel meraviglioso luogo che si chiama ristorante. Agnelli: Quà gli spacchiamo il cul..
Mao: Perché fino a questo punto gli americani sono in testa! Agnelli: No, va’beh. Diciamo che il punto forte degli americani è il
servizio, che è nettamente superiore al nostro. E’ vero che un cameriere italiano è preparato meglio professionalmente, proprio
perché è abituato a servire molti più tavoli; però in america hanno più personale, che è come se venisse pagato direttamente dal
cliente, attraverso il sistema della mancia che è molto più diffuso che da noi. In questo modo ti può succedere di uscire contento
da un ristorante, anche se hai mangiato male…
Mao: Però!…Agnelli: Certo, per quanto riguarda la qualità del cibo tutt’altra storia. L’unica eccezione è rappresentata dalla carne
che negli Stati Uniti cucinano in molti modi, con tante salse, ma forse anche questa cosa l’hanno imparata dai francesi…Quindi
dovendo concludere con un voto darei un 10 all’Italia e un 7 e mezzo all’America!
Mao
Foto: Silvia Pastore
pagina 4 di 6 - STORIE
Vademecum per imbucati
Guido Andruetto
Ecco un confronto tra Italia e U.S.A. della qualità dei pasti durante un tour di una rock band. A fornirci la sua esperienza è Manuel
Agnelli, leader degli Afterhours, la rock band più internazionale della scena italiana. Il loro ultimo disco si chiama “Ballate per
piccole iene”, come dire dolce e tagliente al tempo stesso. Inoltre da un po’ di tempo a questa parte Manuel Agnelli e soci, hanno
cominciato a viziare il pubblico dei loro concerti ospitando sul palco personaggi della storica scena “grunge” americana, come
Mark Lanegan e Greg Dulli.
pagina 3 di 6 - CINEMA
I Palloni nella testa
Clode Costa e Albi Cotti
Arriva il sole, il mare,
l’estate. E con essi
si apre la nuova
stagione di concerti. Centinaia di bands che
con i loro tour toccano le principali città
italiane. A Torino e provincia apre i battenti
l’ormai famosissimo Chicobum Festival
di Borgaro Torinese dove si alterneranno
decine di gruppi tra i più famosi in Italia e in
Europa. Da ricordare le date del 15 giugno
con il pogo dei Punkreas, il 6 luglio con i
Negrita, l’11 luglio con lo ska dei Persiana
Jones accompagnati dagli Slide. Impossibile
mancare al Festival “Days of the Dead” del
28/29 giugno dove si esibiranno tra i nomi
più noti del Metal core, Rock e Hard Core
(Agnostic Front, Caliban, New York Dolls,
Hardcore superstar ect). Inoltre dal 12 al 16
luglio ritorna il Torino Traffic Festival, 5 giorni
di free events. Non si possono perdere gli
show di Richard Hawley, Baustelle, Franz
Ferdinand e The Strokes. Traffic Village
presenta The Indie Zone, dal 12 al 15 luglio
con programma in via di definizione ma tra i
gruppi confermati si trovano i Giardini di Mirò
e Julie’s Haircut
Haircut. Il 30 giugno ad Avigliana
non si può mancare all’appuntamento con
lo ska infuocato e riottoso dei sette torinesi
Fratelli di Soledad.
www.grigiotorino.it
Mao e le Inteviste Automatiche - Manuel Agnelli
pagina 2 di 6 - ARTE
Metropolitanscape
IX Biennale dell’Avana
Elisabetta Tolosano, Gabriella Lovera
I consigli di Grigio Torino
pagina 1 di 6 - LIBRI
Carmencita
Giuseppe Culicchia
2006, numero 9
pagina 6 di 6 - INTERVISTE
pagina 5 di 6 - GIOVANI AUTORI
SCRIVONO SUGO
Premio Grinzane Cavour
pagina 6 di 6 - INTERVISTE
AUTOMATICHE
Mao intervista Manuel Agnelli
Informazioni, consigli e segnalazioni • Diffondere e non disperdere nell’ambiente • SUGO è stampata con inchiostri atossici
©silviapastore
Pubblicità su SUGOnews.it? [email protected] Tel. Fax. 011-5692009