Global Initiative for Chronic
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I Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease PROGETTO MONDIALE BPCO PER LA DIAGNOSI, IL TRATTAMENTO E LA PREVENZIONE DELLA BRONCOPNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA Aggiornamento 2008 II PROGETTO MONDIA LE BPCO PER LA DIA GNOSI, IL TRATTAMENTO E LA PREVENZIONE DELLA BRONCOPNEUM OPATIA CRONICA OSTRUTTIVA COMITATO ESECUTIVO GOLD* OSSERVATO RI: Roberto Rodriguez Roisin, MD, Presidente Università di Barcellona Barcelona, Spain Alvaro Cruz, MD (Rappresentante dell‘Organizzazione Mondiale della Sanità) Geneva, Switzerland Klaus F. Rabe, MD, PhD, Presidente Leiden University Medical Center Leiden, The Netherlands Mark Woodhead, MD (Rappresentante dell‘ European Respiratory Society) Manchester Royal Infirmary Manchester England, UK Antonio Anzueto, MD (Rappresentante dell‘American Thoracic Society- AT S) University of T exas Health Science Center San Antonio, Texas, USA COMITATO SCIENTIFICO GOLD* Jean Bourdeau, MD McGill University Healt Centre Montreal, Quebec, Canada Peter Calverley, MD University Hospital Aintree Liverpool, UK Peter Calverley, MD University Hospital Aintree Liverpool, UK A. G. Agusti, MD Hospital Universitari Son Dureta Palma de Mallorca, Spain Alejandro Casas, MD (Rappresentante Latin American Thoracic Society) Fundaciòn Neumològica Colombiana Bogotà, Colombia SA Antonio Anzueto, MD University of T exas Health Science Center San Antonio, Texas, USA Peter J. Barnes, MD National Hearth and Lung Institute London, UK Teresita S. deGuia, MD Philippine Heart Center Quezon City, Philippines Marc Decramer, MD University Hospital Leuven, Belgium Yoshinosuke Fukuchi, MD (Rappresentante dell‘Asian Pacific Society for Respirology- APSR) Tokyo, Japan Yoshinosuke Fukuchi, MD Tokyo, Japan David S.C. Hui , MD The Chinese University of Hong Kong Hong Kong , ROC Paul Jones, MD St George's Hospital Medical School London, UK Christine Jenkins, MD Woolcock Institute of Medical Research Sydney, NSW, Australia Fernando Martinez, MD University of Michigan School of Medicine Ann Arbor, Michigan, USA Ali Kocabas, MD Cukurova University School of Medicine Balcali, Adana, T urkey Klaus F. Rabe MD, PhD, vicepresidente Leiden University Medical Center Leiden, The Netherlands Fernando Martinez, MD University of Michigan School of Medicine Ann Arbor, Michigan, USA Roberto Rodriguez Roisin, MD Hospital Clinic Barcelona, Spain Chris van Weel, MD (Rappresentante della World Organization of Family DoctorsWONCA) University of Nijmegen Nijmegen, The Netherlands Jorgen Vestbo, MD Hvidovre University Hospital Hvidovre, Denmark Jorgen Vestbo, MD Hvidovre University Hospital Hvidovre, Denmark Jan Zielinsky, MD Institute of T B and Lung Dideases Warsaw, Poland Ulteriori informazioni riguardo ai membri delle Commissioni GOLD sono reperibili al sito web www.goldcopd.org III AUTO RI CHE HANNO CONTRIBUITO ALLA STESURA DI SINGO LI CAPITO LI LEADERS NAZIO NALI GOLD CHE HANNO SO TTO POSTO COMMENTI Leonardo Fabbri, MD Università di Modena e Reggio Emilia Modena, Italia Lorenzo Corbetta, MD Università di Firenze Firenze, Italia James C. Hogg, MD St. Paul‘s Hospital Vancouver, British Columbia, Canada Maia Gotua, MD, PhD Center of Allergy & Immunology T bilisi, Georgia Christine Jenkins, MD Woolcock Institute of Medical Research Sydney, NSW, Australia Gérard Huchon, MD University of Paris Paris, France Ewa Nizankowska-Mogilnicka, MD University School of Medicine Krakow, Poland Sean Sullivan, MD University of Washington Seattle, Washington, USA Prof. E.M. Irusen South Africa Thoracic Society University of Stellenbosch Cape Town, South Africa Thys van der Molen, MD University of Groningen Groningen, The Netherlands Yousser Mohammad, MD Tishreen University School of Medicine Lattakia, Syria Chris van Weel, MD University of Nijmegen Nijmegen, The Netherlands Jaromir Musil, PhD Stanislav Kos, MD, PhD F. Salajka, PhD Vladimir Vondra, MD, PhD Czech Association Against COPD Prague, Czech Republic REVISO RI Bart Celli, MD Caritas St. Elizabeth's Medical Center Brighton, Massachusetts, USA Vesna Petrovic, MD JUDAH Association for Asthma and COPD Serbia M.W. Elliott, MD St. James's University Hospital West Yorkshire, UK H.A.M. Kerstjens, MD, PhD University Medical Center Groningen Groningen, The Netherlands Peter Lange, MD Hvidovre Hospital Hvidovre, Denmark Carlos M. Luna, MD President, Latin American Thoracic Society-ALAT Buenos Aires, Argentina Dennis Niewoehner, MD University of Minnesota Minneapolis, Minnesota, USA Jim Reid, MD Dunedin School of Medicine University of Otago Dunedin, New Zealand Sanjay Sethi, MD VA Medical Research Buffalo, New York, USA Peter Sterk, MD Leiden University Medical Center Leiden, The Netherlands IV PREFAZIONE La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) rappresenta attualmente uno dei principali problemi d i sanità pubblica. Negli Stati Un iti rappresenta la quarta delle p iù frequenti cause di morb idità cronica e di mortalità, e, secondo uno studio pubblicato dalla World Bank/World Health Organization, è destinata a diventare nel 2020 la quinta causa in tutto il mondo. Tuttavia, sebbene sia stata oggetto un‘attenzione crescente da parte della co munità medica negli ult imi anni, la BPCO rimane ancora relat ivamente sconosciuta o ignorata dalla popolazione generale, dalla sanità pubblica e dai governi. Molti degli Esperti hanno dato inizio a ricerche sulle cause e la prevalenza della BPCO nei loro Paesi ed hanno sviluppato approcci innovativi per la diffusione e l‘imp lementazione delle linee guida. Apprezziamo l‘enorme mole d i lavoro che i Leaders Nazionali GOLD hanno svolto a vantaggio dei lo ro pazienti con BPCO. Nonostante i risultati raggiunti nei cinque anni dalla prima pubblicazione del Rapporto GOLD, tutti noi abbiamo ancora mo lto lavoro davanti se vogliamo porre sotto controllo questo maggiore prob lema di salute pubblica. L‘in iziat iva GOLD continuerà a portare la BPCO all‘attenzione dei governi, degli organis mi di sanità pubblica, degli operatori sanitari e della popolazione generale, ma sarà necessario uno sforzo concertato da parte di tutti coloro che sono coinvolti nella sanità. Nel 1998, nel tentativo di portare maggiore attenzione sulla BPCO, sul suo trattamento e sulla sua prevenzione, un comitato di scien ziat i, incoraggiato dal US National Hearth, Lung and Blood Institute e dall‘Organizzazione Mondiale della Sanità ha dato vita al Progetto Mondiale per la Diagnosi, il Trattamento e la Prevenzione della Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (Global Initiat ive for Chronic Obstructive Lung Disease-GOLD). Fra gli importanti obiett ivi d i GOLD rientrano l‘au mento della consapevolezza della malattia e l‘aiuto ai milioni di persone che soffrono e muoiono prematuramente a causa della BPCO o delle sue complicanze. Desidero ringraziare i membri del Co mitato Scientifico GOLD che hanno realizzato questa versione del Rapporto. Ci auguriamo di portare avanti il nostro lavoro con le organizzazioni interessate ed i GOLD Leaders nazionali per raggiungere gli obiettiv i di questa iniziativa. Siamo mo lto riconoscenti per il contributo educazionale non vincolante dato alla stesura del Rapporto alle aziende: Almirall, AstraZeneca, Boehringer Ingelheim, Chiesi, Dey, Glaxo SmithKline, M itsubishi Tanabe Pharma, Novartis, Nyco med, Pfizer e Shering-Plough che hanno reso possibile la realizzazione di questo rapporto. Il p rimo passo nel programma GOLD è stato stilare un Consensus Report, Strategia Globale per la Diagnosi, il Trattamento e la Prevenzione della Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva che è stato pubblicato nel 2001. Il docu mento è stato redatto da un Gruppo di Esperti presieduto dal belga Professor Romain Pau wels e composto da figure professionali operanti in amb iti diversi della med icina respiratoria, dell‘epidemiologia, alle scienze socioeconomiche, alla sanità pubblica ed alla educazione sanitaria. Gli Esperti hanno revisionato le linee guida esistenti sulla BPCO e le nuove acquisizioni relative ai meccanis mi patogenetici della malattia, co mponendo tutto il materiale nel nuovo documento. Il presente report, riveduto, ricalca il formato dell‘originale ma è stato aggiornato sulla base delle molte pubblicazioni che sono apparse dal 2001. Roberto Rodriguez Roisin, MD Chair, GOLD Executive Co mmittee, 2007-2008 Professor of Medicine Hospital Clinc, Universitat de Barcelona Villaroet, Barcelona, Spain Da quando il consensus report originale è stato pubblicato (anno 2001) si è costituita una rete di esperti internazionali, conosciuti come Leaders Nazionali GOLD, avente l‘obiettivo di imp lementare le raccomandazioni contenute nelle linee guida. Il materiale qui riportato è la traduzione fedele del documento originale internazionale. V Co me è noto, sono state approntate nei vari Paesi delle versioni locali delle Linee Gu ida GOLD, che non solo costituiscono la traduzione in linguaggio locale del documento internazionale ma rappresentano anche l‘adattamento delle Linee Gu ida Internazionali ad ogni singola specifica realtà. In Italia, una versione locale è stata prodotta già da alcuni anni e riassunta in un set di diapositive, aggiornato periodicamente (l‘ult imo aggiornamento risale al marzo 2008), scaricabile dal sito www.goldcopd.it. Da un anno le Linee Guida GOLD afferiscono al progetto italiano LIBRA (Linee Gu ida Italiane per BPCO, Rinite ed Asma) che gestisce, coordina ed implementa le Linee Guida Italiane per l‘As ma, la Rinite Allerg ica e la BPCO. Si ringraziano per l‘ aggiornamento italiano il dott. Tommaso Benedetti, il dott. Pao lo Vivoli e tutti coloro che si stanno impegnando per rendere disponibili nella nostra lingua tutte le risorse realizzate nell‘ambito del Progetto GOLD. Si ringraziano inoltre le seguenti Aziende, che grazie ad un grant educazionale non vincolante, supportano le iniziative del Progetto Mondiale BPCO-Italia nell‘amb ito delle attività del Progetto LIBRA : Almirall, Astrazeneca, Boehringer-Ingelheim, Chiesi, Istituto Gentili, GlaxoSmithKline, Menarini, Merck Sharp & Dohme, Novartis, Nyco med, Pfizer, Sanofi Pasteur MSD, Sig ma-Tau. Prof. Lorenzo Corbetta Delegato Nazionale GOLD Coordinatore Operativo Progetto LIBRA (Linee Guida Italiane per BPCO, Rinite e Asma http://www.progettolibra.it). VI INDICE Metodologia e sommario delle nuove raccomandazioni della strategia globale per la diagnosi, il trattamento e la prevenzione della BPCO: 2008 update Introduzione 1. Definizione Messaggi principali Definizione Limitazione al flusso aereo nella BPCO BPCO e co mo rbidità Storia naturale Classificazione spiro metrica di gravità Stadi della BPCO Scopo del rapporto Asma e BPCO Tubercolosi polmonare e BPCO Bibliografia Stress Ossidativo Squilibrio proteinasi-antiproteinasi Differenze fra l‘Infiammazione della BPCO e dell‘As ma Fisiopatologia Limitazione al Flusso Aereo ed Intrappolamento d‘Aria Anomalie degli Scamb i Gassosi Ipersecrezione Mucosa Ipertensione Polmonare Aspetti Sistemici Riacutizzazioni Bibliografia 2. Impatto della BPCO Messaggi principali Introduzione Ep idemio logia Prevalen za Morb idità Mortalità Impatto socio-economico della BPCO Impatto economico Impatto sociale Bibliografia Paragrafo 1: Valutazione e monitoraggio della malattia Messaggi Principali Diagnosi Iniziale Valutazione dei Sintomi Dispnea Tosse Espettorazione Respiro sibilante e costrizione toracica Caratteristiche addizionali nella malattia grave Anamnesi Esame obiettivo Ispezione Palpazione e percussione Auscultazione Misura della Limitazione al Flusso Aereo Valutazione di g ravità Ulteriori indagini Test di reveribilità con broncodilatatore Radiografia del torace Misura dei gas arteriosi Screening per il deficit di Alfa-1°antitripsina Diagnosi differen ziale Valutazione e Monitoraggio continuo Monitoraggio della Progressione della Malattia e dello Sv iluppo delle Co mplicanze Funzionalità respiratoria Misura dei gas arteriosi Valutazione dell’emodinamica polmonare Diagnosi di insufficienza cardiaca destra o di cuore polmonare TC e scintigrafia ventilatoria e perfusionale Ematocrito Funzionalità dei muscoli respiratori Studio del sonno Test da sforzo 5. Trattamento della BPCO Introduzione 3. Fattori di Rischio Messaggi principali Introduzione Fattori di rischio Geni Esposizioni inalatoria Fumo di tabacco Polveri e sostanze chimiche professionali Inquinamento indoor Inquinamento outdoor Crescita e sviluppo polmonare Stress ossidativo Sesso Infezioni Stato socioeconomico Alimentazione Asma Bibliografia 4. Anatomi a patol ogica, Patogenesi e Fisiopatol ogia Messaggi Principali Introduzione Anatomia Patologica Patogenesi Cellu le Infiammatorie Mediatori Infiammatori VII Monitoraggio della Terap ia Farmacologia e degli altri Trattamenti Med ici Monitoraggio delle Riacutizzazioni Monitoraggio delle Co morbid ità Inquadramento e follow-up Costo economico dei programmi di riabilitazione Ossigenoterapia Considerazioni relative ai costi Uso dell’ossigeno durante i viaggi aerei Ventilazione Terapia chirurgica Bullectomia Riduzione Chirurgica di Volume Polmonare. Trapianto polmonare Considerazioni part icolari La Chirurgia nella BPCO Paragrafo 2: Ri duzione dei Fattori di Rischio Messaggi principali Introduzione Fumo d i tabacco Prevenzione nei confronti del fu mo Sospensione dall‘abitudine tabagica Il ruolo degli operatori sanitari nella sospensione dall’abitudine tabagica Counseling Terapia farmacologia Esposizioni professionali Inquinamento indoor/outdoor Controllo della qualità dell‘aria. Percorso per Operatori Sanitari e Pazienti Paragrafo 4: Gestione delle riacutizzazioni Messaggi principali Introduzione Diagnosi e Valutazione della gravità Anamnesi Valutazione di Gravità Spirometria e PEF Pulsossimetria/gas arteriosi Radiografia del torace ed ECG Altri esami di laboratorio Diagnosi differenziale Trattamento domiciliare Terapia b roncodilatatrice Glucocorticosteroidi Antibiot ici Trattamento ospedaliero Pronto soccorso o Degenza Ord inaria Ossigenoterapia controllata Terapia broncodilatatrice Glucocorticosteroidi Antibiotici Stimolanti del Respiro Ventilazione Altri trattamenti Dimissione dall‘Ospedale e Fo llo w-Up Bibliografia Paragrafo 3: Trattamento della BPCO stabile Messaggi principali Introduzione Educazione Obiettivi e strategie educazionali Co mponenti di un programma di educazione Rapporto Costo/Efficacia dei Programmi Educazionali per i Pazienti Affetti da BPCO Terapia farmacolog ica Panoramica sui Farmaci Broncodilatatori ß2-agonisti Anticolinergici Metilxantin Terapia di combinazione di broncodilatatori Glucocorticosteroidi Glucocorticosteroidi orali: trattamento a breve termine Glucocorticosteroidi orali: trattamento a lungo termine Glucocorticosteroidi inalatori Terapia farmacologica basata sulla gravità della malattia A ltre terapie farmacologiche Vaccini Terapia sostitutiva con Alfa-1 antitripsina Antibiotici Mucolitici Agenti antiossidanti Immunoregolatori Antitussivi Vasodilatatori Narcotici (morfina) Altri presidi Terapia non Farmaco logica Riabilitazione Selezione dei pazienti e disegno del programma Componenti dei programmi di riabilitazione polmonare 6. Imp lementazione delle Racco mandazioni delle Linee Gu ida nel Contesto dell‘Assistenza primaria Messaggi principali Introduzione Diagnosi Sinto mi respiratori Spiro metria Co morbid ità Riduzione dell‘Esposizione ai Fattori d i Rischio Implementazione delle Linee Gu ida per la BPCO Sommario Bibliografia VIII Tutti i memb ri del Co mitato hanno ricevuto un sommario delle citazioni e di tutt i gli abstract . Ciascun abstract viene assegnato a due membri del Co mitato, anche se ad ogni membro v iene lasciata l‘opportunità d i forn ire un'opin ione su ciascun abstract. I membri hanno valutato l‘abstract o , a se l‘ha ritenuto opportuno, la pubblicazione completa, rispondendo per iscritto a specifiche domande di un breve questionario ed indicando se i dati scientifici presentati potessero avere un impatto sulle racco mandazioni del Report GOLD. Qu indi al membro è stato chiesto di specificare le mod ifiche del documento che riteneva necessarie. L‘intero Co mitato Scientifico GOLD si è riunito regolarmente per d iscutere ciascuna pubblicazione che almeno un membro ha indicato avere un impatto sul trattamento della BPCO e per raggiungere il consenso sui cambiamenti da apportare al report. Le controvers ie sono state decise med iante votazione. METODOLOGIA E SOMMARIO DELLE NUOVE RACCOMANDAZIONI DELLA STRATEGIA GLOBALE PER LA DIAGNOSI, IL TRATTAMENTO E LA PREVENZIONE DELLA BPCO: 2008 UPDATE1 Quando Global In itiat ive for Chronic Obstructive Lung Disease (GOLD) fu iniziata nel 1998, l‘obiett ivo era di produrre racco mandazioni per la gestione della Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) basato sulle mig lio ri informazion i scientifiche disponibili. So mmario delle racco mandazioni nel 2008 Update : Tra il 1 luglio 2007 ed il 30 giugno 2008, 226 art icoli sono stati selezionat i attraverso i criteri di ricerca. Dei 138 riv isti, 27 document i sono stati identificat i come avere un impatto sul Report GOLD, che è stato poi pubblicato sul sito Web nel Dicembre 2008: 1) confermando, cioè, aggiungendo o sostituendo una referen za esistente, oppure 2) mod ificando, cioè, camb iando il testo o introducendo un concetto che richiedeva una racco mandazione al Report. Il so mmario (sotto) è stato ripo rtato in tre punti: A) Modifiche nel testo; B) Referen ze che sono state confermate o un aggiornamento d i racco mandazioni precedenti; e C) Camb iamenti al testo per il chiarimento o la correzione degli errori. Il primo Report , Strategia Globale per la Diagnosi, la Gestione e la Prevenzione della BPCO, fu pubblicata nel 2001 e nel 2006 è stata preparata una revisione co mpleta basata su una ricerca pubblicata durante il giugno 2006. Questi Report ed i documenti a loro collegati sono stati distribuit i estesamente e sono stati tradotti in mo lte lingue e possono essere trovati nel sito Web GOLD (www.goldcopd.org). IL Co mitato Scientifico GOLD ha stabilito nel 2002 di rivedere la ricerca pubblicata sul trattamento e la prevenzione della Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, valutandone l‘impatto sulle racco mandazioni nei docu menti GOLD relat ivi al trattamento e alla prevenzione, e nei successivi aggiornamenti nel sito Web GOLD. Questo primo agg iornamento del rapporto del 2006 include l'insieme d i pubblicazioni dal 1 lug lio 2006 al 30 giugno 2007; questo secondo aggiornamento include le pubblicazioni dal p rimo luglio 2007 al 30 giugno 2008. Ev idence reviews: Nella preparazione del Report GOLD, incluso questo aggiornamento 2008, il grado d i eviden za è stato comp letato utilizzando quattro categorie, co me descritto a pagina XI. Tuttavia, la nuova tecnologia GRADE è stata descritta1 ed è amp iamente adottata. Così, durante il 2008, GOLD ha sviluppato un sistema per rendere la transizione verso la tecno logia GRA DE per ind ividuare le principali racco mandazioni che rich iedono valutazion i più approfondite, e di attuare la creazione e la valutazione d i tabelle d i ev idenza. L‘aggio rnamento 2009 in izierà a lavorare su questo. ( vedi sezione D) Metodi: Il processo per produrre questo aggiornamento del 2008 ha incluso una ricerca su Pub Med usando campi di ricerca stabilit i dal Co mitato: 1) C OPD OR chronic bronchitis OR emphysema, Ail Fields, All Adult: 19+ years, only items with abstracts, Clinical Trial, Human ; and 2) COPD OR chronic bronchitis OR emphysema AND systematic, All Fields, only items with abstracts, human. Le pubblicazioni nelle riviste peerreview non ind icizzate su Pub Med potrebbero essere sottoposte ai singoli memb ri del Co mitato Scient ifico , fornendo l‘abstract e l‘intero art icolo in lingua ing lese. A. Modifiche nel testo: Pag 16, Figura 3-1, inserire (dopo infezioni respiratorie): precedente tubercolosi Pag 18, colonna destra, inserire sulla linea 11: ― in pazient i con BPCO severa, la donna, rispetto all‘uo mo , mostra ananto micamente il lu me delle v ie aeree p iù piccolo con pareti delle v ie respiratorie sproporzionatamente più spesse, e l‘enfisema che è meno esteso e caratterizzato da buchi di dimensioni p iù piccole e co involg imento meno periferico 62 .‖ 1 The Global Strategy for Diagnosis, Management and Prevention of COPD (updated 2008), the Executive Summary (updated 2008), the Pocket Guide (updated 2008) and the complete list of references examined by the Committee are available on the GOLD website www.goldcopd.org. tMembers (2007-2008): P. Caiveriey, Chair; A. Agusti, A. Anzueto, P. Barnes, M. Decramer, Y. Fukuchi, P. Jones, K. Rabe, R. RodriguezRoisin, J. Vestbo, J. Zeilinski. Riferi mento bi bli ografico 62 : Mart inez FJ, Cu rt is JL, Sciurba F, Mu mfo rd J, Giard ino ND, Wein mahn G, 1 Kazerooni E, Murray S, Criner GJ, Sin DD, Hogg J, Ries A L, Han M , Fish man A P, Make B, Hoffman EA, Mohsenifar Z, Wise R; Nat ional Emphysema Treat ment Trial Research Group. Sex d ifferences in severe pulmonary emph isema. A m J resp ir Crit Care Med 2007 Aug 1; 176(3): 243-52. Epub 2007 Ap ril 12. Pag 57, colonna destra,linea 14, eliminare “ o l’uso di respirare a labbra aperte.” Alla fine della frase aggiungere.” Ci sono evidenze che suggeriscono che il respirare a labbra aperte può fornire costante miglioramento nella dispnea da sforzo e nella funzione fi sica 427 .” Pag 18, colonna destra, inserire linea 28: ―una storia d i tubercolosi è stata trovata essere associata ad ostruzione delle v ie aeree in adult i con età superio re ai 40 ann i63 . Riferimento bibliografico 63: Menezes AM, Hallal PC, Perz-Padilla R, jardim JR, Muiño A, Lopez MV, Valdivia G, Montes de Oca M, Talamo C, Pertuze J, Victora CG, Latin American Project for the Investigation of Obstructive Lung Disease (PLATINO) Team. Tubercolosis and airflow obstruction: evidence from the PLATINO study in Latin America. Eur Respir J 2007 Dec;30(6):1180-5. Epub 2007 Sep 5. Riferimento bibliografico 427: Nield MA, Soo Hoo GW, Roper JM, Santiago S. Efficacy of pursed-lips breathing: a breathing pattern re training strategy for dispnea reduction. J Card iopulm rehabil Prev. 2007 Jul-Aug;27(4):237-44 Pag 57, colonna destra, linea 35, modificare:”…della debolezza dei muscoli respiratori242 . Al contrario, l’allenamento dei muscoli inspiratori sembra offrire ulteriori vantaggi se usato come parte di un programma di riabilitazione polmonare completo 243.428.429 Riferi mento bi bli ografico 428: Magadle R, McConnell AK, Beckerman M, Weiner P, Inspiratory muscle train ing in pulmonary rehabilitation program in COPD patients. Respir Med. 2007 Jul; 101(7) 1500-5. Epub 2007 Feb 27. Riferi mento bi bli ografico 429:O‘Brien K, geddes EL, Reid WD, Brooks D, Cro we J. Inspiratory muscle t rain ing co mpared with other rehabilitation interventions in chronic obstructive pulmonary disease: a systemic review update. J Cardiopulm Rehabil prev . 2008 Mar-April;28(2):128-41. Pag 52 colonna sinistra inserire linea 25: “Significativo incremento della funzione polmonare può essere raggiunto dopo la somminist razione di broncoldilatatori inalatori anticolinergici più simpatico mimetici persino in pa zienti con BPCO di grado moderato e severo 423 .Il tratta mento con anticolinergici a lunga durata d’ azione au menta l’effi cacia di un trattamento riabilitativo424. Riferi mento bi bli ografico 423: Tashkin DP, Celli B, Decramer M, Liu D, Burkhart D, Cassino C, Kesten S. Broncodilatator responsiveness in patients with COPD. Eur Respir J. 2008 Apr;31(4):742-50. Epub 2008 Feb 6. Riferi mento bi bli ografico 424: Kesten S, Casaburi Kukafka D, Cooper CB. Imp rovement in self-reported exercice part icipation with the comb ination of tiotropiu m and rehabilitative exercice train ing in COPD patients. Int J Chrn Obstruct Pulmon Dis. 2008;3(1): 127-36. Pag 60 colonna sinistra, primo paragrafo, modificare le ultime due linee: ―….la forza, o la qualità d i v ita nei pazienti BPCO con insufficien za respiratoria 282,430 .‖ Riferi mento bi bli ografico 430: Kolod ziej MA, Jensen L, Ro we B, Sin D. Systematic rev iew of noninvasive positive pressure ventilation in severe stableCOPD. Eur Respir J 2007 Aug;30(2):293-306. Epub 2007 Apri 25. Pag 53 colonna sinistra, inserire alla fine del paragrafo 1: “In un ampio studio, la terapia combinata comparata con il tiotropio non ha mostrato differenze nella frequenza delle riesacerbazioni sebbene più pazienti randomizzati per il trattamento combinato hanno completato lo studio425 ” Riferimento bibliografico 425: Wedzicha JA, Calverley PM, Seemungal TA, Hagan G, Ansari Z, Stockley RA; INSPIRE Investigators. The prevention of COPD exacerbations by salmeterol/fluticasone prorpionate or tiotropium bromide. Am J Respir Crit Care Med. 2008 Jan 1;177(1):19-26. Epub 2007 Oct 4. Pag 60 colonna destra linea 20, eliminare “In aggiunta” e modificare la linea 22: “…qualità d i vita 293 , e la chiru rgia ha ridotto la frequenza delle esacerbazioni della BPCO e ha au mentato l‘intervallo d i tempo della successiva esacerbazione 431 .‖ Riferimento bibliografico 431: Washko GR, Fan VS, Ramsey SD, Mohsenifar Z, Martinez F, Make BJ, Sciurba FC, Criner GJ, M inai O, Decamp MM, Reilly JJ; for the National Emphysema Treatment Trial Research Group. The effect of lung volume reduction surgery on chronic obstructive pulmonary disease exacerbations. Am J Respir Crit Care Med. 2008 Jan 15;177(2);164-9, Epub 2007 oct 25. Pag 55 , colonna destra alla fine del paragrafo 1, inserire: “Ci sono evidenze, tuttavia, che in paziente BPCO che non sono stati trattati con steroidi inalatori, il trattamento con mucolitici come ad esempio la carbocisteina può ridurre le esacerbazioni 426 .” Riferi mento bibliogra fico 426:Zheng JP, Kang J, Huang SG, Chen P, Yao WZ, yang L, Bai CX, Wang C, Chen BY, Sh i Y, Liu CT, Ch en O, Li Q, Wang ZS, Huang YJ, Luo ZY, Chen FP, Yuan BT, Qian HP, Zhi RC, Zhong NS. Effects of carbocisteine on acute exacerbation of chronic obstructive pu lmonary d isease. (PEA CE Study) : a rando mised p lacebo-cont rolled study. Lancet. 2008 Jun 14; 371(9629):2013-8. Pag 64 colona destra aggiungere dopo i riferimenti bibliografici 346, 349, 350 “ la terapia con prednisolone orale è preferibile 432 .” Riferimento bibliografico 432: de Jong YP, Uil SM, Grotjohan HP, postma DS, Kerstjens HA, van den Berg JW. Oral or IV prednisolone in the treatment of COPD exacerbations: a randomized, controlled, double-blind study. Chest. 2007 dec;132(6):1741-7. Epub 2007 Jul 23. Pag 68 colonna sinistra, ultimo paragrafo dopo il riferi mento bibliografico 324 aggiungere: nonostante questo, vi è evidenza che ai pazienti, che altrimenti 2 Pag 46: Riferimento bibliografico 421: Harber P, Tashkin DP, Simmons M, Crawford L, Hnzido E, Connett J; Lung Health Study Group. Effect of occupational exposures on decline of lung function in early COPD. Am J Respir Crit Care Med 2007 N ov 15;176(19):994-1000. Epub 2007 Jul 12. potrebbero sopravvivere, può essere negato il ricovero alla terapia intensiva per intubazione a causa dell’ ingiustificato pessimismo prognostico 434 . Riferi mento bi bliografico 434: Wild man MJ, Sanderson C, Grove J, Reeves BC, Ayres J, Harrison D, Young D, Rowan K. Imp licat ions of prognostic pessimism in patiens with COPD or asthma ad mitted to intensive care in the UK within the COPD and asthma out come study (CA OS): mu lt icentre observational co lor study. BMJ2007 Dec1; 335(7630):1132. Epub 2007 Nov 1. Pag 51: Riferimento bibliografico 422: Al-Showair RA, Tarsin W Y, Assi KH, Pearson SB, Chrystyn H. Can all patients with COPD use the correct inhalation flow with all inhalers and does training help? Respir Med. 2007 Nov;101(11):2395-401. Epub 2007 Jul 12. Pag 69, colonna sinistra,terzo paragra fo, dopo i parametri spiro met rici 355 aggiungere: ‖Prima del ricovero ospedaliero, i glucocorticosteroidi orali, l‘ uso di ossigeno terapia a lungo termine, la scarsa salute correlata alla qualità di v ita e la mancanza di attività fisica d i routine sono stati trovati essere predittivi di nuovo ricovero435 ." Riferi mento bi bliografico 435: Bahadori K, Fit zGerald JM. Risk facto rs of hospitalizat ion and read mission of patients with COPD exacerbat ion-systematic review. Int J Chron Obstruct Pulomon Dis 2007;2(3).241-51. Pag 66: Riferimento bibliografico 453: Murphy TF, Brauer A L, Eschberger K, Lobbins P, Grove L, Cai X, Sethi S. Pseudomonas aeruginosa in COPD. Am J Respir Crit Care Med2008 Apr 15;177(8):853-60. Epub 2008 Jan 17. Pag 88 rimuovere l ’ultimo paragrafo dalla pagina 88 alla pagina 87 ed inserire (prima della sezione di attuazione delle linea guide BPCO):‖ Cu ra integrativa nel Trattamento della BPCO. E‘ in au mento l‘ev idenza che un programma di t rattamento di una malattia cronica per i pazienti BPCO che inco rpora una varietà di interventi, che includa la riab ilitazione polmonare,ed è incrementata dalla medicina di base, riduce il nu mero dei ricoveri ospedalieri ed i gio rni d i allettamento 11 . Co mb inando trattament i generali con t rattamenti infermieristici in un unico modello ha avuto un effetto positivo sulla co mpliance del paziente 12 . Un intervento di cure integrate che includa educazione, coord inazione di tutti i mlivelli di cu ra assistenziale ed una mig liore accessibilità, riduce i ricoveri ospedalieri nella BPCO dopo un‘ anno13 . " Riferi mento bi bli ografico 12: Meulepas MA, Jacobs JE, Smeen k FW, Smeele I, Lucas AE, Bottema BJ, Gro l RP. Effect of an integrate primary care model on the management o f midd le-aged and old patients with COPD. Scand J Pri m Healyh Care 2007 Sep; 25(3).186-92. Ri feri mento bi bliografico 13: Garcia-Ay merich J, Hernandez C, A lonso A, Casas A, Rodriguez-Ro isin R, Anto JM, Roca J. Effects of an integrated care intervention on risk factors of COPD read mission. Respir Med 2007 Jul;101(7):1462-9. Epub 2007 Mar 6 . B. Riferimenti b ibliografici che necessitano di conferme o aggiornamenti d i racco mandazioni precedenti: Pag 3: Riferimento bibliografico 25: Fan VS, Rmansey SD, Giardino ND, Make BJ, Emery CF, Diaz PT, Benditt JO, Mosenifar Z, McKenna R Jr, Curt is JL, Fish man AP, Mart inez FJ; Nat ional Emphysema Treat ment Trial (NETT) Research Group. Sex, depression and risk of hospitalization and mortality in COPD. Arch Intern Med. 2007 Nov 26; 167(21):2345-53 3 C. I camb iamenti al testo racco mandati dal Co mitato: Pag 50, Figura 5.3-4: Modifica in entrata per il levalbuterolo includere formulazione MDI Pag 51, Figura 5.3 -5: per chiarire la dicitura “uno o più broncodilatatore long -acting” nella Figura 5.3 -7, modifica re l’ultima fra se nella Figura 5.3-5 a leggere: “ La co mbinazione di broncodilatatori di differenti classi farmacologiche può migliorare l’efficacia e ridurre il rischio d i effetti collaterali rispetto all’incremento della dose di un singolo broncodilatatore” Pag 58: Linea 38: Dopo il ri feri mento bibliografico 261 e 262, aggiungere Evi denza A D. Grado d i Ev iden za: Il docu mento GOLD St rategia Globale per la Diagnosi, il Trattamento e la Preven zione della vuole continuare ad includere il background di info rmazion i e vuole eventualmente includere una serie 1 di racco mandazioni specifiche basate sull‘eviden za (inclusa come un‘appendice al volu me e/o al sito web GOLD). Il comitato scientifico GOLD vuole sviluppare un sistema per identificare le racco mandazioni che sono relativamente controverse una piccola solida base di ev idenza, per assemb lare e analizzare le ev idenze, ed aggiornare d i routine le evidenze. Ci sono tre domande che sono state individuate per in iziare a co mp rendere il lavoro : 1. Dovremmo usare i glucocorticosteroidi ed i beta-agonisti long-acting in un solo inalatore o il beta-agonista longacting da solo nei pazienti con BPCO di grado moderato o severo? 2. Dovremmo usare i glucocorticosteroidi ed i beta-agonisti long-acting in un solo inalatore o non effettuare alcun trattamento nei pazienti con BPCO di grado moderato o severo? 3. Dovremmo usare i glucocorticosteroidi ed i beta-agonisti long-acting in un solo inalatore o i glucocorticosteroidi inalatori da soli nei pazienti con BPCO di grado moderato o severo? L'analisi dei dati provenienti da queste domande è in corso di revisione e sarà disponibile nell‘aggiornamento 2009. Bibliografia 1.Guyatt GH, Oxman AD,Kun z R, et al. Going fro m evidence to recommendations. BMJ 2008;336:1049-51. 4 PROGETTO MONDIALE BPCO PER LA DIAGNOSI, IL TRATTAMENTO E LA PREVENZIONE DELLA BRONCOPNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA INTRODUZIONE Una delle strategie per raggiungere gli obiettivi GOLD è fornire informazioni sullo stato dell‘arte sulla BPCO e specifiche racco mandazioni sulle strategie più appropriate di trattamento e prevenzione agli operatori sanitari, agli amministratori della sanità ed alla popolazione generale. Il documento GOLD, Strategia Globale per la Diagnosi, il Trattamento e la Prevenzione della Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, si basa sui concetti attuali più validati sulla patogenesi della BPCO e sulle ev idenze disponibili riguardo alle strategie più appropriate di trattamento e prevenzione. Il report, sviluppato da esperti sulla ricerca e la cura della BPCO e revisionato da altri esperti della materia, fornisce informazioni sullo stato dell‘arte sulla BPCO per pneumologi ed altri medici interessati. Il documento rappresenta una fonte per la produzione di vari t ipi d i comunicazion i dirette ad altre platee come un Executive Summary, una Guida Tascabile per operatori sanitari e una Gu ida per i Pazienti.2 La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) è una delle principali cause di morbidità cronica e mortalità nel mondo. Molte persone soffrono di questa malattia per anni e muoiono prematuramente a causa della stessa o delle sue complican ze. La BPCO è la quarta fra le principali cause di morte nel mondo 1 e può essere previsto un ulteriore incremento della prevalen za e della mortalità nelle prossime decadi2 . Gli obiettivi dell‘Iniziativa Mondiale per la BPCO (GOLD) sono l‘aumento della consapevolezza nei confronti della malattia e la riduzione della morb idità e della mo rtalità ad essa imputabili. Il progetto GOLD punta a migliorare la prevenzione e la gestione della malattia attraverso uno sforzo coordinato a livello mondiale dei soggetti coinvolti in tutti gli aspetti dell‘assistenza sanitaria e delle polit iche assistenziali e ad incoraggiare la ricerca su questa malattia ad alta prevalenza. In alcuni operatori della sanità continua ad esistere un atteggiamento ―fatalista‖ dovuto a un successo relativamente limitato della prevenzione primaria e secondaria (p.e. evitare i fattori che causano la malattia o la sua progressione), alla convinzione diffusa che la BPCO è una malattia largamente autoinflitta e alla delusione nei confronti dei trattamenti disponibili. Obiettivo importante dell‘in iziat iva GOLD è lavorare per combattere quest‘atteggiamento ―fatalista‖ diffondendo le informazioni sui trattamenti disponibili (farmacologici e non) e, lavorando med iante un gruppo di esperti – i leaders nazionali GOLD - per implementare programmi d i gestione efficaci in armon ia con le pratiche sanitarie locali. Il report non rappresenta un testo esaustivo sulla BPCO ma piuttosto un sommario dello stato delle conoscenze in questo campo. Ciascun capitolo inizia con Messaggi principali che puntualizzano le conoscenze attuali. I capitoli sull‘Impatto della BPCO ed i Fattori di Rischio dimostrano l‘importanza co mplessiva della malattia ed i vari fattori causali coinvolti. Il capitolo sulla Patogenesi, l’Anatomia Patologica e la Fisiopatologia documenta le conoscenze attuali e gli interrogativi aperti sui meccanis mi che portano alla BPCO e sulle alterazioni strutturali e funzionali del polmone che caratterizzano la malattia. Una parte sostanziale del GOLD Workshop Report è dedicata al controllo clinico della BPCO e presenta un protocollo di gestione costituito da quattro componenti: (1) Valutazione e Monitoraggio della Malattia; (2) Riduzione dei Fattori di Rischio; (3) Trattamento della BPCO Stabilizzata; (4) Gestione delle Riacutizzazioni. Il fu mo di tabacco continua ad essere la causa principale della BPCO e d i altre malattie. La riduzione, a livello mondiale, del tabagismo dovrebbe esitare in benefici sostanziali per la salute e la riduzione della prevalen za della BPCO e delle altre malattie legate al fu mo. È urgente migliorare le strategie per ridurre il consumo di tabacco. Il fu mo di tabacco non è comunque l‘unica causa della BPCO e, in alcune parti del mondo, può anche non esserne la principale. Inoltre non tutti i fumatori sviluppano BPCO clin icamente significativa, il che suggerisce che esistano fattori in grado di influenzare la suscettibilità indiv iduale alla malattia. Quindi, gli studi sui fattori di rischio della BPCO, sulle vie per ridurre l‘esposizione ad essi e sui meccanis mi mo lecolari e cellulari coinvolti nella patogenesi continuano ad essere aree di ricerca importanti per sviluppare trattamenti più efficaci che rallentino o arrestino il corso della malattia. Le raccomandazioni per il trattamento vengono presentate in accordo alla gravità della malattia, usando una classificazione semplificata che facilita l‘imp lementazione pratica delle opzioni di trattamento disponibili. Dove appropriato, sono incluse informazioni sull‘educazione sanitaria dei pazienti. Un capitolo nuovo tratta le questioni pratiche relative all‘adattamento delle Linee Gu ida per la BPCO nel contesto dell‘assistenza primaria. 5 Un amp io segmento della popolazione mondiale vive in aree con inadeguati servizi sanitari e insufficienti risorse finanziarie e, in molte Nazioni, linee guida fisse e protocolli scientifici rig idi non possono essere applicati. Per questo motivo le raccomandazioni che si trovano in questo report devono essere adattate alle situazioni locali e alla disponibilità delle risorse assistenziali. Tutti i memb ri del Co mitato hanno ricevuto un sommario delle citazioni e tutti gli abstract. Ciascun abstract viene assegnato a due membri del Co mitato (i memb ri non ricevono articoli di cui sono autori) anche se a ciascuno viene lasciata l‘opportunità di dare un‘opinione su ciascun abstract. Ciascun membro ha valutato gli abstract assegnati o, se lo ha ritenuto necessario, il testo completo degli articoli, rispondendo per iscritto alle do mande specifiche di un breve questionario e indicando se i dati scientifici presentati possono avere un impatto sulle racco mandazioni del Report GOLD. Nel qual caso al membro viene chiesto di specificare le modifiche del documento che ritiene necessarie. Il Co mitato Scientifico GOLD si è riunito regolarmente per d iscutere ciascuna pubblicazione che almeno un membro ha indicato avere un impatto sul trattamento della BPCO e per raggiungere il consenso sui cambiamenti da apportare al report. Le controversie sono state decise mediante votazione. Via v ia che i partecipanti GOLD svilupperanno il loro lavoro, verrà fatto ogni tentativo per interagire con gruppi di pazienti e di medici sia a livello nazionale che distrettuale e locale ed in diversi contesti sanitari allo scopo di esaminare in modo continuativo approcci nuovi ed innovativi volti ad assicurare la distribuzione delle migliori cure possibili ai pazienti con BPCO e l‘inizio di programmi per la d iagnosi precoce e la prevenzione di questa malattia. GOLD è partner di un programma lanciato nel marzo 2006 dall‘Organizzazione Mondiale della Sanità, la Global Alliance Against Chronic Respiratory Diseases (GA RD). Attraverso il lavoro dei co mitati GOLD e la cooperazione con le iniziative GARD, nel prossimo decennio dovrebbero essere evidenti i progressi per il miglioramento dell‘assistenza a tutti i pazienti con BPCO. Le pubblicazioni selezionate attraverso i criteri di ricerca in ciascun aggiornamento annuale (da 100 a 200 articoli all‘anno) riguardano principalmente il capitolo 5, ‗Trattamento della BPCO‘. Le liste degli articoli che il Co mitato Scientifico ha selezionato ogni anno ed il report annuale aggiornato vengono pubblicati sul sito web: www.goldcopd.org. METODOLOGIA B. Preparazi one del Nuovo Report 2006: nel gennaio 2005 il Co mitato Scientifico GOLD ha iniziato una revisione completa del report GOLD. Durante un incontro di due giorni il co mitato ha stabilito che la struttura del report doveva rimanere la stessa del documento del 2001 ma che ciascun capitolo avrebbe dovuto essere attentamente revisionato e modificato in accordo con la letteratura più recente. Il Co mitato si è riunito in maggio ed in settembre 2005 per valutare il lavoro in corso e per raggiungere un accordo sui messaggi da fornire in ogni capitolo. Attraverso questo lavoro, il Co mitato si è prefisso di sviluppare un documento che raggiunga una platea mondiale, si basi sulla letteratura scientifica più attuale e sia il più conciso possibile, pur riconoscendo, allo stesso tempo, che uno dei valori del Report GOLD è stato quello di fornire le informazioni d i base sulla gestione della BPCO ed i principi scientifici sui quali si fondano le raccomandazioni. A. Preparazione degli aggiornamenti annuali. Immediatamente dopo la pubblicazione del Report del 2001 il Co mitato Esecutivo GOLD ha incaricato un Co mitato Scientifico di tener aggiornati i docu menti GOLD revisionando le ricerche pubblicate e valutandone l‘impatto sulle racco mandazion i per il trattamento contenute nel documento e di pubblicare gli aggiornamenti annualmente sul sito Web GOLD. Il primo aggiornamento è stato pubblicato nel luglio 2003 e si basava sull‘analisi degli articoli pubblicati fra il gennaio 2001 e il dicemb re 2002. Un secondo aggiornamento è stato pubblicato nel luglio 2004 e un terzo in luglio 2005. Ciascuno di essi includeva le novità degli artico li pubblicati fra il gennaio ed il dicembre dell‘anno precedente. La redazione degli aggiornamenti annuali in izia con una ricerca bib liografica su PubMed (http://www.nlm.nih.gov), usando campi di ricerca stabiliti dal Co mitato Scientifico : 1) COPD OR chronic bronchitis OR emphysema, All Fields, All Adult, 19+ years, only items with abstracts, Clinical Trial, Human, sorted by Authors; and 2) C OPD OR chronic bronchitis OR emphysema AND systematic, All Fields, All Adult, 19+ years, only items with abstracts, Human, sorted by Author. Inoltre, le pubblicazion i su riviste peer-reviewed non indicizzate su Pub-Med, potrebbero essere sottoposte ai singoli memb ri del Co mitato Scientifico fornendo l‘abstract e l‘art icolo intero in lingua inglese. Nel gennaio 2006, il Co mitato Scientifico si è incontrato con il Co mitato Esecutivo in una sessione di due giornate durante le quali ciascun capitolo è stato sottoposto ad un‘ulteriore e profonda analisi. In questa riunione i memb ri dei Co mitati hanno riesaminato la letteratura del 2005 – utilizzando gli stessi criteri impiegati nel processo di aggiornamento. La lista delle pubblicazioni è pubblicata sul sito Web GOLD. Durante il meet ing di Gennaio il co mitato, rendendosi conto che il lavoro poteva essere concluso entro l‘estate del 2006, ha chiesto che gli artico li del 2006 con potenziale impatto sulle racco mandazioni GOLD, 6 fossero revisionati attentamente via via che venivano pubblicati. Durante l‘incontro successivo, a maggio 2006, sono stati esaminati ed inclusi, qualora appropriati, gli articoli selezionati in base ai criteri di ricerca nelle bo zze dei capitoli. Nel settembre 2006 si è tenuta una riunione finale durante la quale il Co mitato ha analizzato e selezionato le comunicazioni apparse prima del 31 lug lio. broncodilatatore VEM S/CVF < 0.7 per defin ire la limitazione al flusso aereo. L‘uso del rapporto fisso (VEM S/CVF) è partico larmente problemat ico nei pazienti anziani con ostruzione lieve dato che il normale processo d‘invecchiamento interessa anche i volumi polmonari. È necessario individuare urgentemente i valori d i riferimento post-broncodilatatore in questa popolazione per evitare di sovrastimare la diagnosi di BPCO. Period icamente, fra l‘inizio e la fine della preparazione del report (a maggio ed a settembre 2005 ed a maggio ed a settembre 2006), i rappresentanti del Co mitato Scientifico GOLD si sono incontrati con i Leader Nazionali GOLD per discutere sul trattamento della BPCO e su argomenti specifici degli altri capito li. I Leader Nazionali GOLD sono rappresentanti di oltre 50 Nazioni e mo lti hanno partecipato attivamente a queste riunioni intermed ie. I Leaders Nazionali GOLD sono stati inoltre invitati a fornire commenti sulla bozza del documento nel corso dell‘estate 2006; i loro commenti sono stati valutati dal Co mitato. Al comp letamento dei lavori mo lti altri esperti sono stati invitati, come revisori, ad inviare i loro comment i sul documento. I nomi dei revisori e dei Leaders Nazionali che hanno proposto commenti si trovano all‘inizio del report. 5. Il capitolo 2, Impatto della BPCO, forn isce le referen ze dei dati pubblicati da studi di prevalenza di mo lti Paesi che stimano che circa un quarto degli adulti di 40 anni ed oltre presentano una limitazione al flusso aereo classificabile in Stadio 1: Lieve o in Stadi superiori e che la prevalenza della BPCO (in Stadio 1: Lieve o superiori) è apprezzabilmente superiore nei fumatori e negli ex fu matori che nei soggetti che non hanno mai fu mato, nei soggetti di età superiore a 40 anni rispetto a quelli di età inferiore e nei maschi che nelle femmine. Il capitolo mostra anche dati nuovi sulla morb idità e sulla mortalità. 6. Il fu mo di sigaretta rappresenta il principale fattore di rischio per la BPCO e l‘eliminazione di questo fattore di rischio è una parte importante della prevenzione e del controllo della malattia. Co munque devono essere tenuti in considerazione alt ri fattori d i rischio come polveri e sostanze chimiche professionali e inquinamento indoor da combustione di biomasse utilizzate per la cucina ed il riscaldamento in abitazioni poco ventilate – quest‘ultimo specialmente nelle donne dei Paesi in via d i sviluppo. NUOVI ARGOMENTI PRES ENTATI IN QUES TO REPORT 1. Viene sottolineato che la BPCO è caratterizzata da una limitazione cronica al flusso aereo e da una varietà di alterazioni anato mo-patologiche polmonari, da significativi effetti ext rapolmonari e importanti comorbid ità che possono contribuire alla gravità della malattia nei singoli pazienti. 7. Il Cap itolo 4, Anatomia Patologica, Patogenesi, Et ipatogenesi, pone ancora l‘accento sul dato che l‘inalazione del fu mo di sigaretta e di altre part icelle nocive causa infiammazione polmonare, una risposta normale, amp lificata nei pa zienti che sviluppano BPCO. Il cap itolo è stato significativamente rivisto ed aggiornato. 2. Nella definizione di BPCO è stata aggiunta la frase ―prevenibile e trattabile‖ in seguito alle raccomandazioni ATS/ ERS d i riconoscere la necessità di fornire una prospettiva positiva ai pazienti, di incoraggiare la co munità sanitaria ad acquisire un ruolo più attivo nello sviluppo di programmi per la prevenzione della BPCO e di stimolare programmi efficaci d i trattamento per i pazienti. 8. Il Trattamento della BPCO è ancora suddiviso in quattro parti: 1) Valutazione e Monitoraggio della Malattia, 2) Ridu zione dei Fattori di Rischio; 3) Trattamento della BPCO Stabile 4 ) Gestione delle Riacutizzazioni. Tutte le part i sono stati aggiornate sulla base della letteratura recente. Tutto il documento enfatizza il concetto che l‘approccio co mplessivo al trattamento della BPCO stabile dovrebbe essere personalizzato sulla base dei sintomi e finalizzato al miglioramento della qualità della vita. 3. La classificazione spiro metrica di grav ità della BPCO attualmente include quattro stadi. Stadio I: Lieve; Stadio II: Moderata; Stadio III: Grave; e Stadio IV: Molto Grave. Una quinta categoria ―Stadio 0: A Rischio‖ presente nel documento del 2001 non è più inclusa come stadio della BPCO perché non vi sono sufficienti evidenze che g li individui classificati co me ―A Rischio‖ (tosse cronica ed espettorazione con spirometria normale) necessariamente progrediscano verso lo Stadio I. Tuttavia, l‘importanza del messaggio per la salute pubblica che la tosse cronica e l‘espettorazione non sono normali resta valida. 9. Nel paragrafo 4, Gestione delle Riacutizzazioni, una riacutizzazione di BPCO è definita co me: un evento nel decorso naturale della malattia caratterizzato da un peggioramento dei sintomi di base del paziente, dispnea, tosse, e/o espettorazione di entità superiore alla normale variab ilità giornaliera con esordio acuto e che 4. La classificazione spiro metrica di grav ità continua a raccomandare l‘uso del rapporto fisso post- 7 può richiedere un cambiamento nella terapia regolare in un paziente con BPCO. Nel Cap itolo 5, Trattamento della BPCO, sono stati assegnati, quando appropriato, livelli d‘evidenza alle raccomandazioni. 10. E‘ universalmente riconosciuto che è richiesto un amp io spettro di figure professionali per assicurare una diagnosi accurata della BPCO ed un trattamento efficace dei soggetti affetti da questa malattia. L‘identificazione di team sanitari efficaci dipenderà dal sistema sanitario locale e resta ancora molto da fare per capire co me meglio possano essere costituite tali squadre. Nel testo è stato incluso anche un capitolo sui programmi per l‘implementazione per la BPCO ed argomenti di pratica clinica che resta un campo che richiede considerevole attenzione. I livelli vengono indicati in grassetto tra parentesi, dopo le relative racco mandazioni – per esemp io ( Evi denza A ). Sono stati attentamente considerati gli argo menti metodologici concernenti l‘utilizzo di evidenze che derivano da meta-analisi3 . La Tabella A che schematizza i livelli di Evidenza è stata utilizzata sia nei precedenti report GOLD che per la preparazione di questo documento. Il Co mitato Scientifico GOLD ha recentemente valutato un nuovo approccio ai livelli d‘evidenza 4 e ha pianificato di riesaminare e considerarne la possibile introduzione nei report futuri. LIVELLI DI EVIDENZA Figura A. Descrizione dei Li velli di Evi denza Categoria di Evi denza A B C D Fonte Definizione L‘evidenza deriva dagli obiettivi di RCT ben disegnati che forniscono un corpo consistente di Trials randomizzati controllati rilievi nella popolazione per la quale vengono redatte le raccomandazioni. (RCT ). La categoria A richiede un numero sostanziale di studi che coinvolgano un numero sostanziale di Elevato numero di studi. partecipanti. L‘evidenza deriva dagli obiettivi di studi di intervento che includono solo un numero limitato di Trials randomizzati, controllati pazienti, di analisi posthoc o di sottogruppi di RCT o di metanalisi di RCT. In generale la Categoria (RCT ). B pertiene ai casi in cui esistano pochi trials randomizzati, che essi siano di dimensioni limitate, che Scarso numero di studi. siano stati condotti su una popolazione diversa da quella destinataria della raccomandazione o che i risultati siano in qualche misura inconsistenti. Trials non randomizzati. L‘evidenza è il risultato di trials non controllati, non randomizzati o di studi osservazionali Studi osservazionali. Questa categoria viene utilizzata solo nei casi in cui le indicazioni fornite siano ritenute Giudizio di un Gruppo di significative, ma non adeguatamente supportate dalla letteratura clinica da giustificarne Esperti l‘inserimento in una delle altre categorie. Il Giudizio di un Gruppo di Esperti si basa sull‘esperienza clinica o conoscenze che non soddisfino i criteri sopra-elencati. Bibliografia 3. Jadad AR, Moher M, Browman GP, Booker L, Sigouin C, Fuentes M, et al. Systematic rev iews and meta-analyses on treatment of asthma: critical evaluation. BMJ 2000; 320(7234):537-40. 4. Guyatt G, Vist G, Falck-Ytter Y, Kunz R, Magrini N, Schunemann H. An emerging consensus on grading recommendations? ACP J Club 2006;144(1):A8-9. Available fro m URL: http://www.evidencebasedmedicine.co m. 1. World Health Report. Geneva: World Health Organization. Available fro m URL: http://www.who.int/whr/2000/en/statistics.htm; 2000. 2. Lopez AD, Sh ibuya K, Rao C, Mathers CD, Hansell AL, Held LS, et al. Ch ronic obstructive pulmonary disease: current burden and future projections. Eur Respir J 2006; 27(2):397-412. 8 CAPITOLO 1 DEFINIZIONE 9 CAPITOLO 1: DEFINIZIONE MESSAGGI PRINCIPALI Le sigarette sono il principale fattore di rischio per la BPCO a livello mondiale sebbene, in molt i Paesi, anche l‘inquinamento che deriva dalla combustione del legno e di altre b io masse combustibili sia stato identificato come fattore di rischio. La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) è una malattia prevenib ile e trattabile con significativi effetti ext ra-polmonari che possono contribuire alla gravità della malattia nei singoli pazienti. La sua componente polmonare è caratterizzata da una limitazione al flusso aereo che non è completamente reversibile. La limitazione al flusso è generalmente progressiva e associata ad una risposta infiammatoria polmonare ano mala a part icelle nocive o gas. La limitazione cronica al flusso aereo caratteristica della BPCO è causata dalla concomitanza di una malattia delle piccole vie aeree (bronchiolite ostruttiva) e della distruzione del parenchima polmonare (enfisema), il contributo relat ivo dei quali differisce da paziente a paziente. La BPCO ha una storia naturale variabile e non tutti gli indiv idui seguono lo stesso decorso. Co munque è generalmente una malattia progressiva, specialmente quando l‘esposizione del paziente agli agenti patogeni perdura. L‘impatto della BPCO su ciascun paziente dipende non soltanto dal grado di limitazione al flusso aereo, ma anche dalla gravità dei sinto mi (in particolare dalla d ispnea e dalla ridotta tolleran za allo sforzo) dagli effetti sistemici e dalle co morbid ità che il paziente può presentare. Li mitazione al flusso delle vie aeree. La cronica limitazione al flusso aereo caratteristica della BPCO è causata in parte dalle alterazioni a carico delle piccole vie aeree (bronchiolite ostruttiva) ed in parte dalla d istruzione parenchimale (enfisema); il contributo di ciascuna di queste due componenti varia da un individuo all‘alt ro (Figura 1-1). L‘in fiammazione cronica causa cambiamenti strutturali ed il restringimento delle piccole v ie aeree. La d istruzione del parenchima polmonare, determinata anche dai processi infiammatori, porta alla perdita degli attacchi alveolari alle piccole vie aeree ed alla riduzione della forza di retrazione elastica polmonare; queste alterazioni, a loro volta, diminuiscono la capacità delle vie aeree di mantenersi pervie durante la fase espiratoria. Figura 1.1 - Meccanismi responsabili della limitazione al flusso aereo nella BPCO INFIAMMAZIONE DEFINIZIONE La Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è una malattia caratterizzata da limitazione cronica al flusso aereo e da una varietà di alterazioni patologiche nel polmone, da alcuni significativ i effetti extrapolmonari e da importanti comorbid ità che possono contribuire alla gravità della malattia nei singoli pazienti. Perciò la BPCO dovrebbe essere considerata una malattia polmonare, ma queste significative co morbid ità devono essere tenute in considerazione per una valutazione complessiva di gravità e al fine di scegliere il trattamento appropriato. In base alle attuali conoscenze, una definizione operativa è: La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) è una malattia prevenibile e trattabile con significativi effetti extra-polmonari che possono contribuire alla gravità della malattia nei singoli pazienti. La sua componente polmonare è caratterizzata da una limitazione al flusso aereo che non è completamente reversibile. La limitazione al flusso è generalmente progressiva e associata ad una risposta infiammatoria polmonare anomala a particelle nocive o gas. Malattia delle piccole vie aeree Infiammazione delle vie aeree Rimodellamento delle vie aeree Distruzione parenchimale Perdita degli attacchi alveolari Riduzione del ritorno elastico LIMITAZIO NE AL FLUSSO AEREO Il modo mig lio re per misurare l‘entità della limitazione al flusso aereo è la spirometria , che rappresenta il test di funzionalità polmonare p iù diffuso e riproducibile. Definizioni precedenti della BPCO hanno enfatizzato i termin i ―enfisema‖ e ―bronchite cronica‖, i quali non sono più compresi nella definizione usata in questo e nel precedente documento GOLD. Enfisema, distruzione delle superfici di scambio dei gas del 10 polmone (alveoli), è una termine anatomopatologico che è spesso utilizzato (imp ropriamente) in ambito clin ico ed esprime solo una delle diverse alterazioni morfologiche che si osservano nella BPCO. Il termine bronchite cronica, presenza di tosse ed espettorazione per almeno tre mesi l‘anno per due anni consecutivi, rimane utile sia in amb ito clin ico che epidemio logico. Esso comunque non riflette il ruolo prevalente della limitazione al flusso aereo su mortalità e morbilità nel paziente affetto da BPCO. È anche importante la consapavolezza che la tosse e l‘espettorazione possono precedere lo sviluppo della limitazione al flusso aereo; d‘altro canto, alcuni pazienti sviluppano un‘importante riduzione al flusso aereo, in assenza di tosse cronica e da espettorazione. continuo. Il trattamento della BPCO può ridurre la sintomatologia, mig liorare la qualità di vita, ridurre le riacutizzazion i e forse ridurre la mortalità nei pazienti. Classificazione spirometrica di gravità. Per ragioni d idattiche si raccomanda una semplice classificazione di gravità in 4 stadi (Figura 1-2). La spirometria è essenziale per la diagnosi e fornisce un‘utile misura della gravità delle alterazioni patologiche nella BPCO. Figura 1-2. Classificazione s pirometrica di gravi tà della BPCO basata sul VEMS post-broncodil atatore I: Lieve BPCO e Comorbidità Dato che la BPCO spesso si sviluppa in soggetti di età med ia che fumano da molto tempo, i pazienti presentano frequentemente comorbid ità correlate al fumo o all‘invecchiamento 1 . La stessa BPCO ha effetti extrapolmonari (sistemici) significativ i che portano a condizioni di co morb idità 2 . Dati racco lti in Olanda mostrano che fino al 25% della popolazione di 65 anni ed oltre soffre di due condizioni patologiche contemporaneamente e fino al 17% ne ha tre3 . La perdita di peso, i disturbi nutrizionali e le disfunzioni dei muscoli scheletrici sono effetti extrapolmonari ben riconosciuti della BPCO ed i pazienti hanno un rischio aumentato d‘infarto miocardico, di angina, di osteoporosi, di infezioni respiratorie, di fratture ossee, di depressione, di diabete, di disordini del sonno, di anemia e d i g laucoma 4 . L‘esistenza della BPCO può inoltre aumentare il rischio di altre malattie: ciò è particolarmente vero per BPCO e carcino ma polmonare 5-8 . Non è chiaro se quest‘associazione sia dovuta a fattori di rischio comuni (p.es. fumo di sigaretta), alla presenza di geni di suscettibilità o ad una alterata clearance dei carcinogeni. Per queste ragioni la BPCO dovrebbe essere accuratamente trattata con attenzione particolare alle co morbid ità ed ai loro effetti sulla qualità d i vita dei pazienti. Un‘attenta diagnosi differenziale e la valutazione co mplessiva di gravità delle co morb idità dovrebbero essere condotte in ciacun paziente che presenti una riduzione cronica al flusso aereo. II: Moderata III: Grave IV: Molto Grave • VEMS/CVF < 0.70 • VEMS ≥ 80% del predetto • VEMS/CVF < 0.70 • 50% < VEMS < 80% del predetto • VEMS/CVF < 0.70 • 30% < VEMS < 50% del predetto • VEMS/CVF < 0.70 • VEMS < 30% del predetto o VEMS < 50% del predetto con insufficienza respiratoria cronica VEMS: volume espiratorio massimo in un secondo; CVF: capacità vitale forzata; insufficienza respiratoria: pressione parziale arteriosa dell‘ossigeno (P aO 2) inferiore a 8.0 kP a (60 mm Hg) con o senza pressione parziale arteriosa di CO 2 (P aCO 2) maggiore di 6.7 kP a (50 mm Hg) a livello del mare . Per rag ioni di semplicità vengono utilizzati specifici valori d i riferimento (per esemp io un rapporto postbroncodilatatore VEM S/ CVF < 0.70 o un VEM S < 80, 50, 30% del predetto): tali valori non sono stati validati in ambito clinico. Uno studio effettuato su un campione random di popolazione ha trovato che il rapporto VEMS/ CVF supera 0.70 in tutti i gruppi d‘età, supportando l‘uso di tale rapporto fisso9 . Comunque, dato che l‘invecchiamento influisce sui volumi polmonari, l‘uso di questo valore fisso può portare ad una sovrastima della diagnosi di BPCO nell‘anziano, specialmente della malattia lieve. L‘utilizzo del Limite Inferiore di Normalità (Lo wer Limit of Normal-LLN values) per il VEMS/ CVF, che si basa sulle curve di distribuzione normali che classificano il 5% della popolazione sana al limite inferio re co me anormale, è un modo per min imizzare i potenziali erro ri d i classificazione. In teoria tutti gli spirometri programmab ili potrebbero eseguire questo calcolo se fossero disponibili le equazioni di riferimento del LLN del rapporto. Co munque sono necessarie con urgenza le equazioni di riferimento che utilizzino il valore d i VEMS post-broncodilatatore e studi longitudinali per validare l‘uso di LLN. STORIA NATURALE La BPCO ha una storia naturale variabile e non tutti i soggetti seguono lo stesso decorso. Tuttavia, la BPCO è di solito una patologia progressiva, soprattutto se l‘esposizione del paziente agli agenti tossici continua. Tuttavia, interro mpere l‘esposizione agli agenti nocivi, anche dopo la comparsa di una significativa limitazione al flusso aereo, può determinare un miglioramento della funzionalità polmonare e rallentare o anche fermare la progressione della malattia. Co munque, una volta che si sia sviluppata, la BPCO e le sue comorbid ità non guariscono e ciò comporta la necessità di un trattamento La spiro metria dovrebbe essere effettuata dopo la sommin istrazione di una dose adeguata di broncodilatatore (per es. 400 g di salbutamolo)10 allo scopo di ridurre al min imo la variab ilità. In uno studio condotto su una popolazione randomizzata per determinare i valori spiro metrici di riferimento, i dati post-broncodilatazione differivano in modo marcato da 11 quelli pre -broncodilatazione 9 . Inoltre il test della funzione polmonare post-broncodilatazione in una popolazione generale si è dimostrato un metodo efficace nell‘identificazione di soggetti affetti da BPCO11 . espettorazione. Sebbene la BPCO sia definita sulla base della limitazione del flusso aereo, in pratica la decisione di ricorrere all‘aiuto del med ico (e permettere così che sia fatta la diagnosi) dipende dall‘impatto che particolari sinto mi hanno sulla qualità d i vita del paziente. Perciò la BPCO può essere diagnosticata a qualunque stadio del suo decorso. Mentre la misura del VEMS/ CVF e del VEMS postbroncodilatatore è raccomandata per la diagnosi e la valutazione di gravità della BPCO, il grado di reversibilità della limitazione al flusso aereo ( per es. VEMS dopo sommin istrazione di broncodilatatori o glucocorticosteroidi) non è più raccomandato per la diagnosi di BPCO, per la diagnosi differenziale con l‘as ma, o per prevedere la risposta del trattamento a lungo termine con broncodilatori o g lucocorticosteroidi. Stadio I: BPCO Lieve: caratterizzato da una lieve limitazione al flusso aereo (VEMS/ CVF < 0.70; VEM S > 80% del predetto). La tosse cronica e l‘espettorazione possono essere presenti o meno. A questo stadio in genere il soggetto non è consapevole di avere un‘alterazione della fun zionalità polmonare. Stadio II: BPC O Moderata: caratterizzato dal peggioramento della limitazione al flusso aereo (VEM S/CVF < 0.70; 50% VEM S <80% del predetto) con dispnea tipicamente da sforzo e tosse ed espettorazione talora presenti. Si tratta dello stadio in cui tipicamente il paziente richiede l‘intervento del med ico, a causa dei sintomi respiratori cronici o per una riacutizzazione della malattia. Stadi della BPCO L‘impatto della malattia sul singolo paziente non dipende soltanto dal grado di limitazione al flusso aereo, ma anche dalla gravità dei sintomi (in particolare dalla dispnea e dalla ridotta tolleranza allo sforzo). Non c‘è una perfetta correlazione tra il grado di limitazione al flusso aereo e la presenza dei sintomi. La stadiazione spirometrica costituisce dunque un approccio pragmatico finalizzato all‘uso pratico e dovrebbe essere considerato solo come uno strumento didattico ed un indicatore generale per l‘approccio terapeutico iniziale. Stadio III: BPC O Grave: caratterizzata da un ulteriore peggioramento della limitazione al flusso aereo (VEM S/CVF < 0.70; 30% VEM S < 50% del predetto), con dispnea maggiore, ridotta tolleranza allo sforzo, facile affaticab ilità, e ripetute riacutizzazioni che quasi sempre influ iscono sulla qualità di vita dei pazienti. I sintomi caratteristici della BPCO sono la dispnea cronica e progressiva, la tosse e l‘espettorazione. La tosse cronica e l‘espettorazione possono precedere di mo lti anni lo sviluppo della limitazione al flusso aereo. Questo pattern offre un‘opportunità unica di individuare i fu matori ed altri soggetti a rischio di BPCO (figura 13) e di intervenire quando la malattia non è ancora un problema maggiore per la salute. Stadio IV: BPCO Molto Grave: Caratterizzato da una grave limitazione al flusso aereo(VEM S/CVF < 0.70; VEMS < 30% del predetto o VEMS <50% del predetto con insufficienza respiratoria cronica). L‘insufficien za respiratoria è defin ita da una pressione parziale arteriosa di ossigeno (PaO2 ) in feriore a 8.0 kPa (60 mm Hg) con o senza una pressione parziale arteriosa di CO2 (PaCO2 ) maggiore d i 6.7 kPa (50 mm Hg) a livello del mare. L‘insufficien za respiratoria può avere conseguenze anche a livello card iaco quali il cuore polmonare cronico (insufficienza cardiaca destra). I segni clin ici d i cuore polmonare sono l‘aumento della pressione venosa giugulare e gli edemi declivi. I pazienti possono essere in Stadio IV - BPC O Molto Grave anche se con VEM S > 30% del predetto, nei casi in cui siano presenti tali complicazioni. In questo stadio la qualità di vita è notevolmente compro messa e le riacutizzazioni possono minacciare la vita del paziente. D‘altro canto, una significat iva limitazione al flusso aereo può svilupparsi in assenza di tosse cronica ed Figura 1-3. “ A rischio di BPCO” Uno dei principali obiettivi di GOLD è quello di aumentare la consapevolezza del significato dei sintomi della BPCO fra gli operatori sanitari e la popolazione generale. La classificazione di gravità della BPCO attualmente include quattro stadi identificat i sulla base della Spiro metria - Stadio I: BPCO Lieve; Stadio II: BPCO Moderata; Stadio III: BPCO Grave; Stadio IV: BPCO Molto Grave. Una quinta categoria-―Stadio 0: A Rischio‖- presente nel documento del 2001 non è attualmente inclusa come stadio della BPCO dal mo mento che vi sono evidenze solo incomp lete che gli individui che rientrano nella defin izione ―A Rischio‖ (tosse cronica, espettorazione, spirometria normale) necessariamente progrediscano verso lo stadio I: BPCO Lieve. Tuttavia, l‘importanza del messaggio per la salute pubblica che la tosse cronica e l‘espettorazione non sono normali resta valida e la presenza di questi sintomi dovrebbe essere motivo di ricerca delle/a cause/a sottostanti. La nozione comune che soltanto dal 15 al 20% dei fumatori sviluppa una BPCO c linicamente significativa è ingannevole 12 . Una proporzione mo lto più alta di essi può sviluppare alterazioni della funzionalità polmonare ad un certo punto della vita se continua a fumare 13 . Non tutti gli individui con BPCO seguono il classico decorso lineare descritto nel diagramma d i Fletcher e Peto che in realtà rappresenta la media dei decorsi di molt i individui14 . 12 Le principali cause di morte nei pazienti con BPCO sono rappresentate dalle malatt ie cardiovascolari, dal carcino ma polmonare e, in quelli con BPCO avanzata, dall‘insufficienza respiratoria 15 . Figura 1-4 - As ma e BPCO SCOPO DEL RAPPORTO Lo scopo di questo rapporto non è quello di fornire un quadro esaustivo della storia naturale delle co morb idità associate alla BPCO ma d i mettere a fuoco soprattutto la limitazione al flusso aereo causata da particelle e gas inalati, la p iù comune fonte dei quali, in tutto il mondo, è il fu mo d i sigaretta. La limitazione al flusso aereo può comunque svilupparsi anche in soggetti non fumatori che si presentano con sintomi simili e può associarsi ad altre malattie, quali per esempio, l‘as ma, l‘insufficien za cardiaca congestizia, il carcinoma polmonare, le bronchiectasie, la tubercolosi polmonare, la bronchiolite obliterante e le malattie interstiziali del polmone. La riduzione scarsamente reversibile del flusso aereo che accompagna queste condizioni non è inclusa nella trattazione, se non nella misura in cui queste non si sovrappongano alla BPCO. ASMA BPCO Agente sensibilizzante Agente nocivo Infiammazione bronchiale Linfociti T CD4+ Eosinofili Completamente reversibile Infiammazione bronchiale Linfociti nellaT CD8+ ne Macrofagi Neutrofili LIMITA ZIONE AL FLUSSO AEREO Non completamente reversibile trascurata. Pertanto in tutti i soggetti con sintomi di BPCO dovrebbe sempre essere presa in considerazione anche la diagnosi di tubercolosi, specialmente in quelle aree geografiche in cui è noto che la tubercolosi ha una prevalenza elevata 23 . BIB LIOGRAFIA 1. So riano JB, Visick GT, Muellerova H, Payvandi N, Hansell AL. Patterns of comorbidit ies in newly diagnosed COPD and asthma in primary care. Chest 2005; 128(4):2099-107. 2. Agusti AG. Systemic effects of chronic obstructive pulmonary disease. Proc Am Thorac Soc 2005; 2(4):367-70. 3. van Weel C. Ch ronic diseases in general practice: the longitudinal dimension. Eur J Gen Pract 1996; 2:17-21. 4. van Weel C, Schellevis FG. Co morb idity and guidelines: conflict ing interests. 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Asma e BPCO La BPCO può coesistere con l‘asma, l‘altra p rincipale patologia ostruttiva cronica caratterizzata da un‘infiammazione delle vie aeree. La flogosi cronica delle v ie aeree d ifferisce significativamente in queste due malattie (Figura 1-4). Co munque i soggetti affetti da asma che sono esposti ad agenti nocivi, in particolare il fu mo di sigaretta 16 , possono anche sviluppare una limitazione fissa al flusso aereo ed un quadro misto flogosi ―tipo-asma‖ e ―tipo-BPCO‖. Vi è inoltre evidenza epidemiologica che l‘asma di lunga durata conduca di per sé a limitazione fissa al flusso aereo17 . Alcuni pazienti con BPCO possono mostrare caratteristiche asmatiche, come un pattern infiammatorio misto con aumento degli eosinofili18 . Perciò sebbene l‘asma possa essere di solito facilmente distinta dalla BPCO, rimane difficile differenziare le due malattie negli individui con sintomi respiratori cronici e limitazione fissa al flusso aereo. Alcuni studi di popolazione 19,20 hanno documentato che la limitazione cronica al flusso aereo può comparire fino al 10% dei soggetti di 40 anni d‘età o superiore che non hanno mai fu mato; le cause di limitazione al flusso aereo nei non fumatori necessitano di ulteriore approfondimento. Tubercol osi pol monare e BPCO In molt i Paesi in via di sviluppo sia la tubercolosi polmonare che la BPCO sono patologie comuni21 . Nei Paesi nei quali la tubercolosi è mo lto frequente, qualsiasi anomalia respiratoria può essere troppo facilmente attribuita a questa malattia 22 . Al contrario, nei Paesi in cui il tasso di tubercolosi si è notevolmente ridotto, la d iagnosi di questa malattia v iene talvolta 13 10. Pellegrino R, Vieg i G, Brusasco V, Crapo RO, Burgos F, Casaburi R, et al. Interpretative strategies for lung function tests. Eur Respir J 2005; 26(5):948-68. 11. Johannessen A, Omenaas ER, Bakke PS, Gu lsvik A. Implications of reversibility testing on prevalence and risk factors for chronic obstructive pulmonary disease: a community study. Thorax 2005; 60(10):842-7. 12. Rennard S, Vestbo J. COPD: the dangerous underestimate of 15%. Lancet 2006; 367:1216-9. 13. Lo kke A, Lange P, Scharling H, Fabricius P, Vestbo J. Developing COPD - a 25 years follow-up study of the general population. Thorax 2006; 61:935-9. 14. Fletcher C, Peto R. The natural history of chronic airflo w obstruction. BMJ 1977; 1(6077):1645-8. 15. Mannino DM, Doherty DE, Sonia Bu ist A. Global Initiat ive on Obstructive Lung Disease (GOLD) classification of lung disease and mortality: findings fro m the Atherosclerosis Risk in Co mmun ities (ARIC) study. Respir Med 2006; 100(1):115-22. 16. Thomson NC, Chaudhuri R, Liv ingston E. Asthma and cigarette smoking. Eur Respir J 2004; 24(5):82233. 17. Lange P, Parner J, Vestbo J, Schnohr P, Jensen G. A 15-year follow-up study of ventilatory function in adults with asthma. 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Arch Intern Med 2007 Nov 26; 167(21):2345-53. 14 CAPITOLO 2 IMPATTO DELLA BPCO 15 CAPITOLO 2: IMPATTO DELLA BPCO MESSAGGI PRINCIPALI : Sono disponibili d iverse fonti d‘informazione sull‘impatto della BPCO: pubblicazioni co me l‘European Lung White Book2 2003, ed siti Web internazionali quali il World Health Organizat ion WHO (http://www.who.int) ed il World Bank/WHO Global Burden of Disease Study (http://www.who.int/topics/global_burden_of_disease), e siti Web nazionali specifici co me lo US Center for Disease Control and Prevention (http://www.cdc.gov) e lo UK Health Survey for England (http://www.doh.gov.uk) (ndr. Istat http://www.istat.it/sanita/Health/). La BPCO è una delle principali cause di morbid ità e mortalità nel mondo e comporta un costo economico e sociale che è consistente e in aumento. La prevalenza, la mo rbidità e la mortalità della BPCO variano fra i diversi Paesi e tra diversi gruppi nell‘amb ito di una stessa Nazione, ma in genere sono direttamente correlate alla prevalenza dell‘ab itudine tabagica, sebbene in molt i Paesi un fattore di rischio importante sia rappresentato anche dall‘inquinamento da combustibili co me legno o altre bio masse. Si prevede che la prevalenza e l‘impatto della BPCO nelle prossime decadi au mentino a causa del perdurare dell‘esposizione ai fattori di rischio ed al camb iamento della struttura di età della popolazione mondiale. La BPCO è una malattia economicamente onerosa, con costi diretti (valore delle risorse sanitarie deputate alla diagnosi ed al controllo della malattia) e indiretti (conseguenze economiche delle disabilità, perdita del lavoro, mortalità prematura e costi dell‘assistenza sanitaria domiciliare e familiari) Prevalenza I dati disponibili sulla prevalen za della BPCO mostrano una notevole variabilità imputabile alle differen ze nei metodi d‘indagine, nei criteri diagnostici e negli approcci analit ici usati per rilevarli3, 4 . I metodi d ‘indagine sono rappresentati da: Casi riportati da singoli med ici di diagnosi diBPCO o equivalenti; Spiro metria con o senza test di broncodilatazione Questionari volti a rilevare la presenza d i sintomi respiratori INTRODUZIONE Le stime più basse della prevalenza sono di solito quelle che si basano sui casi riportati dai singoli medici di diagnosi di BPCO o equivalenti. Per esemp io la maggior parte dei dati nazionali mostra che a meno del 6% delle popolazione è stata diagnosticata la BPCO3 . Ciò verosimilmente riflette sia il diffuso e inadeguato riconoscimento e la sottodiagnosi della BPCO5 , che il fatto che i pazienti in Stadio I : BPCO Lieve possono non avere sintomi o , che alcuni sinto mi (co me la tosse e l‘espettorazione) non vengono percepiti dall‘indiv iduo o dagli operatori sanitari come ano mali e forse indicativi di BPCO in iziale 5 . Questi dati possiedono comunque la loro importanza in quanto riflettono con la massima accuratezza l‘impatto delle forme clinicamente rilevanti, cioè di gravità tale da accedere ai servizi sanitari, e quindi verosimilmente quelle responsabili dei costi diretti ed indiretti significat ivi. La BPCO è una delle principali cause di mo rbidità e mortalità nel mondo e comporta un costo economico e sociale che è consistente e in aumento. La prevalenza, la morb idità e la mortalità della BPCO variano fra i d iversi Paesi e tra diversi gruppi nell‘ambito di una stessa Nazione, ma in genere sono direttamente correlate alla prevalenza dell‘ab itudine tabagica, sebbene in molt i Paesi un fattore di rischio importante sia rappresentato anche dall‘inquinamento da combustibili co me legno o altre bio masse. Si prevede che la prevalenza e l‘impatto della BPCO nelle prossime decadi aumentino a causa del perdurare dell‘esposizione ai fattori di rischio ed all‘invecchiamento della popolazione mondiale (con un aumento dell‘età media e quindi del nu mero di soggetti in cui si sviluppa solitamente la BPCO). EPIDEMIOLOGIA Le imp recise e variabili definizioni della BPCO usate nel passato hanno reso difficile la quantificazione della prevalenza, della morb idità e della mo rtalità della BPCO. Inolt re la scarsa sensibilità nei confronti della malattia e la conseguente sottodiagnosi porta ad una significativa sottostima della casistica. L‘entità di tale sottostima varia fra i diversi Paesi e dipende dalla consapevolezza e dal livello di co mprensione della BPCO del personale sanitario, dall‘organizzazione dei servizi sanitari nella gestione delle malattie croniche e dalla disponibilità di farmaci per il trattamento della BPCO1 . D‘altro canto i dati raccolti in vari Paesi con studi di prevalenza basati su metodi standardizzati e che includono la spirometria, stimano che fino ad un quarto degli adulti d i 40 anni ed oltre presenta limitazione al flusso aereo classificata co me Stadio I : BPCO Lieve o stadi superiori6-9 . A causa dell‘ampio divario fra la prevalenza della BPCO definita dalla presenza di limitazione al flusso aereo o dalla prevalen za di malattia clin icamente evidente, continua ancora il dibattito su quale delle due sia meg lio usare per stimare l‘impatto della BPCO. La diagnosi e l‘intervento precoce possono essere d‘aiuto nel tentativo di identificare il numero di 16 maggiori città dell‘A merica Lat ina, ciascuna in una diversa Nazione - Brasile, Cile, Messico, Uruguay e Venezuela. In tutti i Paesi la prevalenza dello Stadio I: BPCO Lieve e superiori) è au mentata rip idamente all‘au mentare dell‘età (figura 2-1) con il valore massimo fra i soggetti di età superiore ai 60 anni, oscillante fra la bassa percentuale del 18.4% di Città del Messico (Messico) e l‘alta, del 32.1% di Montevideo (Uruguay). In tutte le città e Paesi, la prevalen za è risultata significativamente più alta negli uomini che nelle donne. Le ragioni delle differenze della prevalen za fra le cinque città Latino-A mericane sono ancora da chiarire6 . soggetti la cui malattia progredisce verso uno stadio clin icamente evidente, ma mancano al mo mento evidenze sufficienti per racco mandare uno screening spirometrico di massa per la BPCO10 . Differenti criteri diagnostici forniscono inoltre stime diverse e c‘è poco consenso riguardo ai criteri più appropriati nei differenti amb iti (per es. studi epidemiologici, d iagnosi clinica) o sulla forza o sulla debolezza degli stessi. E‘ universalmente riconosciuto che definire un‘ostruzione irreversibile delle vie aeree sulla base di un rapporto VEMS/ CVF < 0.70 postbroncodilatatore, porta potenzialmente ad errori della classificazione, con sottostima della diagnosi negli adulti più giovani (falsi negativi) e sovrastima (falsi positivi ) nei soggetti di età maggiore di 50 anni11-13 . Ciò ha portato alla raccomandazione di usare il Limite Inferiore di Normalità (Lo wer Limit of Normal-LLN) del rapporto VEMS/ CVF post-broncodilatatore piuttosto che del rapporto fisso per definire l‘ostruzione irreversibile al flusso delle vie aeree (14,15 ). Co munque sono necessari ulteriori informazioni da studi longitudinali d i popolazione per determinare l‘evolu zione dei soggetti classificati in base all‘uno od all‘alt ro criterio. Uno studio che ha usato un modello per la stima della prevalenza, condotto in 12 Paesi e reg ioni dell‘area Asiatica-Pacifica ha riscontrato un tasso medio di prevalenza del 6.3% d i BPCO da moderata a severa fra soggetti di 30 anni ed oltre. I tassi variavano anche di due volte fra i 12 Paesi con un range variabile da un minimo del 3.5% (Hong Kong e Singapore) ad un massimo del 6.7% (Vietnam) 18 . Morbi di tà Tradizionalmente le misure della morb idità includono le visite mediche, g li accessi al Pronto Soccorso e le ospedalizzazioni. Sebbene i dati relativ i a questi indici siano meno facilmente disponibili e di solito meno attendibili d i quelli di mortalità, i pochi dati disponibili indicano che la morbidità da BPCO au menta con l‘età ed è maggiore negli uomini rispetto alle donne 19-21 . In queste indagini, comunque, la BPCO, nei suoi stadi precoci (Stadio I: BPCO Lieve e Stadio II: BPCO Moderata), può non essere inclusa come d iagnosi nella cartella med ica del paziente perché di solito non riconosciuta o diagnosticata o trattata. La stima della prevalenza della BPCO è influenzata da mo lte altre fonti di variab ilità come i metodi di camp ionamento, i tassi di risposta degli intervistati, il controllo di qualità della spiro metria e se si considera la spirometria pre o post-broncodilatatore. Campioni non di popolazione generale e bassi tassi di risposta possono generare errori della stima della prevalenza con direzioni dell‘errore talvolta difficili da determinare. Un‘espirazione inco mpleta durante le manovre spirometriche è comune e porta ad un rapporto VEMS/ CVF artificiosamente alto e perciò a sottostima della prevalen za della BPCO. Il non usare i valori postbroncodilatatore piuttosto che quelli pre broncodilatatore porta a sovrastimare la limitazione irreversibile al flusso aereo. Gli studi di prevalen za futuri dovrebbero utilizzare la spiromet ria postbroncodilatatore per confermare la d iagnosi16 . La morbid ità per BPCO può essere influenzata da altre condizioni co morbid ità croniche 22 (p.es. malattie muscolo-scheletriche, diabete mellito) non direttamente correlate alla BPCO ma che possono avere un impatto sullo stato di salute del paziente o possono interferire negativamente con il trattamento della malattia. Nei soggetti con stadi più avanzati della malattia (Stadio III: BPCO Grave e Stadio IV: BPCO Molto Grave) la morb idità della BPCO può essere attribuita erroneamente ad un‘ altra malattia conco mitante. Malgrado tali co mplessità i dati emergenti permettono di trarre conclusioni sulla prevalenza della BPCO. Una revisione sistematica e la metanalisi degli studi condotti in 28 Paesi fra il 1990 ed il 2004 3 ed uno studio giapponese 17 forniscono evidenze che la prevalenza della BPCO (Stadio I: BPCO Lieve e superiori) è significativamente più elevata nei fu matori e negli exfumatori che nei non fumatori, nei soggetti di 40 anni e più rispetto a quelli d i età inferiore a 40 e più alta negli uomin i che nelle donne. I dati sulla mo rbidità sono fortemente influenzati anche dalla d isponibilità d i risorse (per esempio i tassi di ospedalizzazione dipendono molto dalla disponibilità dei letti) e perciò devono essere interpretati con cautela e con una chiara comprensione dei possibili errori insiti nel set di dati. Il Latin A merican Project fo r the Investigation of Obstructive Lung Disease (PLATINO) ha valutato la prevalenza della limitazione al flusso aereo postbroncodilatatore (Stadio I: BPCO Lieve o superiori) fra soggetti di età superiore ai 40 anni nelle cinque 17 Figura 2-1: Prevalenza della B PCO in base all’età in cinque città Latino-Americane 6 35 P r e v a l e n z a % 30 25 San P aolo Brasile Santiago Cile 20 Città del Messico Messico 15 Montevideo Uruguay Caracas Venezuela 10 5 0 40 – 49 50 – 59 ≥ 60 Età < 0.70 (Stadio I: BPC O Lieve o superiori) Prevalenza post-broncodilatatore = VEMS/CVF Nonostante i limiti dei dati sulla BPCO l‘ European White Book fornisce informazioni attendibili sul numero med io di consulenze per malattie respiratorie maggiori in 19 Paesi della Co munità Europea 2 . Nella maggior parte dei Paesi, le consulenze per BPCO superano in grande misura quelle per asma, polmonite, tumore polmonare e tracheale e tubercolosi. Negli Stati Uniti, nel 2000, ci sono state 8 milioni di viste ambulatoriali/ospedaliere per BPCO, 1.5 milioni d i accessi al Pronto Soccorso e 673000 ricoveri 23 . progressivamente gli altri in mo lt i ma non in tutti i Paesi rendendo molto difficile il confronto dei dati d i mortalità per la BPCO fra le diverse Nazioni. Tuttavia, la situazione è migliorata con l‘introduzione della nona e della decima revisione dell‘ICD, nelle quali le mort i dovute a BPCO o ad ostruzione cronica delle vie aeree sono comprese nell‘ampia categoria della ―BPCO e condizioni affini‖ (codici 490-496 nell‘ICD-9 e J42-46 per l‘ICD-10). Un altro metodo per stimare la morbid ità della malattia è il calcolo degli Years of Living with Disability (YLD), (numero di anni di vita con disabilità). Il Global Burden of Disease Study stima che la BPCO determina 1.68 YLD ogni 1000 soggetti, essendo così responsabile dello 1.8% di tutti gli YLD; con un maggior impatto nell'uo mo rispetto alla donna (1.93% vs. 1.42%)8, 24, 25 . Perciò il problema della codifica è stato parzialmente risolto, ma il mancato riconoscimento e la sottostima della diagnosi di BPCO affliggono ancora l‘accuratezza dei dati di mortalità per la malattia. Sebbene la BPCO sia spesso una causa primaria di morte, è mo lto più facile che sia elencata co me causa contribuente alla morte o che sia totalmente o messa dal certificato e che il decesso sia attribuito ad un'altra patologia, co me una malattia cardiovascolare. Mortalità' L‘OMS pubblica ogni anno le statistiche di mortalità per causa di morte per tutte le regioni in cui opera; ulteriori informazioni sono disponibili presso l‘Ev idence for Health Po licy Depart ment dell‘OMS (http://www.who.int/evidence). I dati devono essere tuttavia interpretati con cautela a causa dell‘uso incoerente della terminologia per la BPCO. Prima del 1968 circa e dell‘ottavo aggiornamento dell‘ICD (International Classification of Diseases) i termin i ―bronchite cronica‖ ed ―enfisema‖ venivano amp iamente utilizzati. Negli anni Settanta, il termine BPCO (BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva) sostituì Nonostante i problemi riguardanti l'accuratezza dei dati sulla mortalità per BPCO, è chiaro che la BPCO è una delle p iù impo rtanti cause di morte nella maggior parte dei Paesi. Il Global Burden of Disease Study 8, 24, 25 ha previsto che la BPCO, che nel 1990 occupava il sesto posto come causa di morte, d iverrà la terza causa di morte a livello mondiale nel 2020. Tale au mento di mortalità dipende da due fattori: l‘espansione dell‘ep idemia tabagica ed i cambiamenti demografici che si verificano in mo lti Paesi, caratterizzat i dall‘au mento dell‘età media. Dei due fattori, i camb iamenti demografici sono i maggiori responsabili 18 dell‘andamento descritto. un‘accelerazione negli anni 90 ed è previsto che presto superino quelli nell‘uomo 21 . Negli Stati Unit i i decessi per BPCO sono aumentati progressivamente fra le donne a partire dagli anni ‗70. Nel 2000, negli USA, il numero di mo rti per BPCO nelle donne è stato maggiore di quello degli uomin i (59936 vs 59118), sebbene i tassi di mo rtalità fra le donne rimangano moderatamente più bassi che fra gli uo mini27 . Le tendenze di mo rtalità in funzione del tempo forniscono ulteriori importanti informazioni ma, d i nuovo, queste statistiche sono ancora enormemente influenzate dalla terminologia, dalla consapevolezza della malattia, e dai potenziali errori d i attribuzione nella d iagnosi. L‘andamento dei tassi di mortalità per BPCO generalmente segue di mo lte decadi l‘andamento dell‘ab itudine tabagica. Le tendenze dei tassi di mortalità standardizzati per l‘età per le 6 principali cause di morte negli USAdal 1970 al 2002 indicano che mentre la mo rtalità per mo lte d i queste condizioni croniche è diminuita nel periodo di osservazione quella per BPCO è aumentata 26 (Figura 2-2). In Canada i tassi di mo rtalità sia negli uomin i che nelle donne sono aumentati a partire dal 1997. In Europa la tendenza è diversa, con una riduzione della mortalità per BPCO già registrata in mo lti Paesi7 . Non ci sono ragioni chiare che giustifichino tale differen za fra Nord A merica ed Europa sebbene, presumib ilmente contribuiscano fattori quali la consapevolezza della malattia, il camb iamento nella terminologia e le misclassificazioni. A livello mondiale, il recente aumento delle morti da BPCO è verosimilmente destinato a continuare. Il Global Burden of Disease Study 8, 24, 25 ha fatto una proiezione di base ottimistica ed una pessimistica per la mortalità da BPCO dal 1990 al 2020 che tengono conto dell‘invecchiamento della popolazione mondiale, dell‘au mento previsto dei tassi di fu mo di tabacco e del declino previsto di altre cause di morte come le malattie legate alla diarrea ed all'HIV. IMPATTO ECONOMICO ESOCIALE DELLA BPCO Impatto economico La BPCO è una malattia costosa, con costi diretti (valore delle risorse dell'assistenza sanitaria volte alla diagnosi ed al controllo della malattia) ed indiretti (conseguenze economiche della disabilità, perdita di lavoro, mortalità prematura e costi per l'assistenza domiciliare o familiare)2 . Nei Paesi sviluppati le riacutizzazion i della BPCO rappresentano l‘onere maggiore per il servizio sanitario. In Europa i costi diretti co mp lessivi delle malattie respiratorie ammontano a circa il 6% del budget sanitario totale, con la BPCO responsabile del 56% (38.6 miliardi d i euro) di esso2 . Negli Stati Un iti, nel 2002 i costi diretti per BPCO sono stati di 18 miliard i di dollari ed i costi indiretti di 14.1 miliardi di dollari28 . I costi per paziente varieranno da Paese a Paese giacché dipendono dal modo con cui le cure vengono fornite pagate7 . Figure 2-2 Trend dei tassi di mortalità standardizzati per età per le sei cause principali di morte negli USA nel periodo 1970-200226 Non sorprende che esista una relazione forte fra la gravità della BPCO ed il costo delle cure ad essa devolute29 e che la distribuzione dei costi cambi con il progredire della malattia. Per esemp io i costi dell‘ospedalizzazione e quelli dell‘ossigeno-terapia aumentano all‘au mentare della g ravità della BPCO come mostrano i dati Svedesi illustrati nella Figura 2-3. La presenza della BPCO au menta significativamente il costo totale delle cure per i pazienti, specie di quelli ospedalizzat i. In uno studio statunitense sui costi delle malattie correlate alla BPCO basato sui ris ultati del National Medical Expenditure Survey del 1987, si rilevava che le spese pro-capite per i pazienti ospedalizzat i per BPCO erano 2.7 vo lte più alte rispetto a quelle dei pazienti che non soffrivano di BPCO (5.409 dollari vs. 2.001 dollari)30 . In uno studio del 1992 di Medicare, il programma assicurativo sanitario del governo statunitense per gli individui di età superiore ai 65 anni, le spese pro-capite annuali per persone con Da Jemal A, Ward E, Hao Y, Thun M. Trends in the leading causes of death in the United States, 1970-2002. JAMA 2005;294(1 0):125 5-9. con il permesso di JAMa I trend di mortalità per BPCO sono stati particolarmente impressionanti nelle donne. In Canada i tassi di mortalità per BPCO nelle donne hanno subito 19 BPCO (8.482 dollari) sono risultate circa 2.5 volte più alte delle spese annuali per i soggetti senza BPCO (3.511 dollari)31 . vissuti in condizione di invalidità, aggiustata secondo la gravità della stessa. Nel 1990 la BPCO era la 12° delle principali cause di DALY persi nel mondo, responsabile del 2.1% del totale. In base alle proiezioni , nel 2020 la BPCO sarà la 5° causa di DALY persi nel mondo, dopo la malattia ischemica del miocardio, la depressione maggiore, gli incidenti stradali e le malattie cerebrovascolari. Tale sostanziale incremento nell‘impatto globale della BPCO proiettato per i prossimi 20 anni è il risultato, in gran parte, del consumo di tabacco ancora alto in molti Paesi e dell‘au mento dell‘età med ia nei Paesi in via di sviluppo. Figure 2-3 Distribuzi one dei costi diretti della BPCO per la gravità 29 Bibliografia 1. 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Poiché le strutture sanitarie possono non fornire servizi d i cura di supporto a lungo termine per i pazienti gravemente invalidi, la BPCO può essere motivo di abbandono del lavoro per due individui– il malato ed un componente della famiglia che deve accudire il familiare invalido. Poiché il capitale umano è spesso la principale risorsa per i Paesi in via di sviluppo, i costi indiretti della BPCO possono rappresentare una seria minaccia per le loro economie. Impatto sociale Poiché la mortalità rappresenta un indicatore limitato dell‘impatto di una malattia sull‘uomo, è auspicabile identificare altri indicatori, che siano coerenti e misurabili nei vari Paesi. Gli Autori del Global Burden of Disease hanno disegnato un metodo per stimare la quota di mortalità, di invalidità attribuibili alle malattie ed agli infortuni principali, utilizzando una misura composita, dell‘impatto di ciascun problema sanitario, il Disability-Adjusted Life Year (DALY: anni di vita persi a causa della disabilità) 8, 24, 25 . I DALY per una specifica condizione corrispondono alla somma degli anni persi a causa della mo rtalità prematura e degli anni 20 12. Roberts SD, Farber MO, Kno x KS, Ph illips GS, Bhatt NY, Mastronarde JG, et al. FEV1/FVC ratio of 70% misclassifies patients with obstruction at the extremes of age. Chest 2006; 130:200-6. 13. Celli BR, Halbert RJ, Isonaka S, Schau B. Population impact of different definitions of airway obstruction. Eur Respir J 2003; 22(2):268-73. 14. Pellegrino R, Vieg i G, Brusasco V, Crapo RO, Burgos F, Casaburi R, et al. Interpretative strategies for lung function tests. Eur Respir J 2005; 26(5):948-68. 15. 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Per esempio, il sesso può influenzare il fatto che una persona cominci a fu mare o sia esposta a determinati inquinanti professionali od amb ientali; lo stato socioeconomico può correlarsi al peso del bambino alla nascita e questo a sua volta influisce sulla crescita e sullo sviluppo polmonare; e una più lunga aspettativa di vita permette una maggiore esposizione ai fattori di rischio. La comprensione delle relazioni e delle interazioni fra i vari fattori di rischio richiede u lterio ri investigazioni. MESSAGGI PRINCIPALI: Il fu mo di sigaretta è il fattore di rischio più frequentemente riscontrato a livello mondiale Il fattore di rischio genetico meg lio docu mentato è un deficit ered itario grave di alfa-1 antitripsina. Esso fornisce un modello di co me altri fattori di rischio genetici potrebbero contribuire alla BPCO Dei molt i agenti inalanti a cui possiamo essere esposti durante la vita, solamente il fu mo di tabacco, le polveri e gli agenti chimici p rofessionali (vapori, irritanti e fumi) sono noti come causa della BPCO di per se. Molti altri dati sono necessari per esplorare il ruolo causale degli altri fattori di rischio. L‘inquinamento indoor, specialmente quello che deriva dalla co mbustione di combustibili di biomassa si associa all‘au mento di rischio per la BPCO, nei paesi in via di sviluppo, e più frequentemente nelle donne Figure 3-1. Fattori di Rischio per BPCO. Geni Esposizione a part icelle Fumo d i tabacco Polveri organiche e inorganiche professionali Inquinamento indoor causato dal riscaldamento e dalla cottura con biomasse nelle ab itazioni scarsamente ventilate. Inquinamento degli amb ienti esterni Crescita e sviluppo polmonare Stress ossidativo Sesso Età Infezioni respiratorie Stato socioeconomico Nutrizione Co morbid ità INTRODUZIONE L‘identificazione dei fattori di rischio costituisce un‘importante fase dello sviluppo delle strategie di prevenzione e di trattamento delle malattie . L‘identificazione del fumo di s igaretta come importante fattore di rischio ha portato a considerare i programmi di cessazione dell‘abitudine al fu mo , un elemento essenziale nella preven zione della BPCO, olt re che un intervento indispensabile per i pazienti che hanno già sviluppato la ma lattia. Sebbene il fu mo sia il fattore di rischio meglio studiato, non si tratta certamente dell‘unico fattore in gioco e vari studi indicano in man iera evidente che anche i non fumatori possono sviluppare un‘ostruzione cronica delle v ie aeree 1,2 . La maggior parte delle evidenze che riguardano i fattori di rischio per la BPCO deriva da studi epidemiologici trasversali, che identificano un‘associazione piuttosto che un rapporto di causa-effetto. Nonostante diversi studi longitudinali sulla BPCO (in grado di rilevare una relazione causale) abbiano seguito per periodi fino a 20 anni gruppi e popolazioni3 , nessuno di essi ha monitorato la progressione della malattia per il suo intero decorso o ha incluso i periodi pre e perinatali che possono essere importanti nella determinazione del rischio futuro individuale d i BPCO. Le conoscenze attuali relative ai fattori di rischio della BPCO sono tuttora piuttosto incomplete. Geni La BPCO è una malattia poligenica ed un classico esempio dell'interazione gene-amb iente. Il fattore di rischio genetico meglio documentato è il deficit ereditario grave di alfa-1 antitripsina 4 , un importante inibitore delle serin-p roteasi. Questo raro tratto recessivo è più comune negli individui di origine Nord Europea5 . Lo sviluppo pre maturo ed accelerato di enfisema panlobulare ed il declino della fun zionalità respiratoria co mpaiono sia in soggetti fumatori che non fumatori con deficien za grave dell‘enzima, sebbene il fumo au menti considerevolmente il rischio. Vi è una considerevole variab ilità, fra gli individui, nell‘estensione e nella gravità dell‘enfisema e nel rit mo del declino della funzionalità polmonare. Sebbene il deficit di alfa-1 antitripsina sia rilevante solo per una piccola parte della popolazione mondiale, esso illustra l‘interazione tra i geni e l‘esposizione ambientale che FATTORI DI RISCHIO Via via che la co mprensione dell‘importanza dei fattori di rischio (Figura 3-1) per la BPCO è cresciuta si è 23 nell‘incrementare il rischio d‘insorgenza della BPCO. Co munque ciò può riflettere l‘inadeguatezza dei dati sulle popolazioni che sono esposte ad altri fattori di rischio come le pesanti esposizioni ag li inquinanti indoor, in ambienti scarsamente ventilati, che derivano dalla co mbustione di bio masse per cucinare e riscaldare. conducono alla BPCO. In questo modo fornisce un modello di co me si rit iene che altri fattori genetici possano contribuire all‘insorgenza della BPCO. Un rischio familiare significat ivo di ostruzione al flusso aereo è stato osservato nei fratelli fu matori di pazienti affetti da BPCO grave 6 suggerendo che i fattori genetici potrebbero influenzare questa suscettibilità. Attraverso analisi d i lin kage sono state individuate varie regioni del genoma che contengono verosimilmente dei geni di suscettibilità per la BPCO7 , che includono il cromosoma 2q. Studi d‘associazione coinvolgono vari geni nella patogenesi della BPCO, come transforming growth factor beta 1 (TGF 1)8 , microsomal epoxide hydrolase (mEPHX1)9 ed il tumo r necrosis factor alpha (TNF )10 . Co munque i risultati di questi studi d‘associazione genetici sono largamente inconsistenti e le varianti genetiche funzionali che influenzano lo sviluppo delle BPCO (diverse dalla deficien za di alfa-1 anti-tripsina) non sono state definitivamente identificate7 . Fumo di tabacco. Il fu mo di tabacco rappresenta di gran lunga il fattore di rischio per la BPCO che si incontra più frequentemente. I fu matori di sigaretta presentano una maggior prevalen za di sintomi respiratori e d‘alterazioni della fun zionalità polmonare, un maggior tasso annuale di ridu zione del VEM S ed un più alto tasso di mortalità per BPCO rispetto ai non fumatori. I fu matori di pipa e di sigari presentano tassi di mo rbidità e mortalità maggiori rispetto ai non fumatori, nonostante i loro tassi siano inferio ri rispetto ai fu matori di sigaretta 11 . Altre modalità di fu mo di tabacco, diffuse in vari paesi, costituiscono fattori di rischio per la BPCO17-18 , sebbene non sia stato riportato il rischio relativo rispetto al fu mo di sigaretta. Il rischio di sviluppare la BPCO nei fu matori è correlato alla dose12 . L‘età alla quale si inizia a fu mare, il numero di sigarette fumate in pack-years fumate e lo stato corrente di fu matore sono predittivi per la mortalità da BPCO. Non tutti i fumatori sviluppano una BPCO clinicamente evidente, il che suggerisce che i fattori genetici siano in grado di modificare il rischio individuale d i malattia 9 . Es posizioni Inalatorie Dato che, nell‘arco della lo ro vita gli indiv idui possono essere esposti a vari tipi di particelle inalabili, è utile pensare in termini di quantità totale di particelle inalate. Ciascun tipo di particella, a seconda della sua misura e composizione, può contribuire al rischio con un diverso peso, e il rischio totale dipenderà dall‘integrale delle esposizioni inalatorie (Figura 3-2). Delle nu merose esposizioni inalatorie che possono ess ere incontrate durante la vita, solo il fu mo di tabacco 11-12 e L‘esposizione al fumo passivo (conosciuta anche come Environmental Tobacco Smoke o ETS) può contribuire alla sintomatologia respiratoria 19 ed alla malattia 20 , aumentando il carico globale di particelle e gas inalati dal polmone 21-22 . Fumare durante la gravidanza può rappresentare un rischio per il feto, in quanto condiziona la crescita e lo sviluppo del polmone in utero e forse anche lo sviluppo del sistema immunitario 23-24 . Figura 3-2. Il rischio di s viluppare l a BPCO è correlato al carico totale di particelle inalate Esposizioni professionali a polveri e ad agenti chimici. Le esposizioni professionali sono fattori di rischio sottostimati per la BPCO14-16,25 . Queste esposizioni includono le polveri o rganiche ed inorganiche, gli agenti chimici ed i fu mi. Lo studio epidemiologico NHA NES III su un'ampia popolazione statunitense di circa 10000 adulti d i età co mpresa fra 30 e 75 anni che includeva test di funzionalità polmonare ha stimato che la frazione di BPCO attribuibile al lavoro era in totale del 19,2% e fra coloro che non avevano mai fu mato, del 31,1%16 . Queste stime erano conformi ad un rapporto dell'A merican Thoracic Society che concludeva che l'esposizione professionale è responsabile del 10-20% dei sintomi e del deterioramento funzionale presenti nella BPCO26 . l‘esposizione alle polveri e alle sostanze chimiche (vapori, irritanti e fu mi) in amb iente professionale 13-16 Inquinamento indoor. Legno, escrementi an imali, avanzi delle coltivazioni e carbone, tipicamente bruciati in fuochi aperti e stufe malfunzionanti, possono condurre ad elevati livelli d‘inquinamento indoor. La dimostrazione che l‘inquinamento amb ientale da sono riconosciuti in grado di causare, da soli, la BPCO. L‘esposizione al fu mo d i tabacco e l‘esposizione professionale sembra agiscano anche in modo additivo 24 biomasse per cucinare e riscaldare in abitazioni scarsamente ventilate è un fattore di rischio importante per la BPCO, (specialmente fra le donne dei paesi in via di sviluppo), continua a crescere27-33 , grazie anche alla disponibilità di studi casi-controllo 34,35 ed altri studi ben disegnati attualmente disponibili. Almeno tre miliard i di persone al mondo utilizzano bio masse e carbone come fonte principale d ‘energia per cucinare, riscaldare e per altre necessità della casa cosicché la popolazione a rischio nel mondo è molto alta. In queste comunita‘ l‘inquinamento indoor è responsabile del rischio di sviluppare la BPCO per una frazione maggiore di quello dovuto alle emissioni di SO2 o d i partico lati dei veico li a motore, anche in città densamente popolate da persone ed auto. I combustibili a bio masse utilizzati dalle donne per cucinare rendono conto dell‘alta prevalenza della BPCO fra donne che non fumano in parte del Medio Oriente dell‘Africa e dell‘Asia 34,35 . L‘inquinamento indoor che dipende dalla combustione del legno o di altri co mbustibili a b io massa si stima uccida due milioni di donne e bambin i all‘anno 36 . polmonari sono protette contro questo stimolo ossidativo da ben sviluppati sistemi, sia enzimat ici che non enzimat ici. Quando il bilancio ossidantiantiossidanti si sposta a favore dei primi – per esempio per un eccesso di ossidanti o per la diminuzione degli antiossidanti - compare lo stress ossidativo. Lo stress ossidativo non soltanto produce effetti lesivi diretti sul polmone ma attiva anche meccanis mi moleco lari che stimolano flogosi polmonare. Perciò, uno sbilanciamento fra ossidanti ed antiossidanti può giocare un ruolo nella patogenesi della BPCO43 . Sesso Il ruolo del sesso come fattore di rischio della BPCO non è chiaro 44 . In passato, la maggioran za degli studi ha mostrato che la prevalenza e la mortalità della BPCO era maggiore negli uo min i che nelle donne. Studi condotti in paesi sviluppati45,46 mostrano che la prevalenza della malattia, adesso, è all‘incirca uguale negli uo min i e nelle donne, cosa che probabilmente riflette i camb iamenti nelle abitudini al fu mo di tabacco. Alcuni studi infatti suggeriscono che le donne sono più suscettibili degli uo mini ag li effetti del fu mo d i tabacco44, 47, 48 . Questo è un‘interrogativo importante dato l‘aumento delle donne che fumano sia nei paesi sviluppati che in via d i sviluppo. Inquinamento atmosferico. Elevati livelli d i inquinamento urbano sono dannosi per soggetti cardiopatici o con patologia respiratoria. Il ruolo dell‘inquinamento ambientale nel determinis mo della BPCO non è chiaro, ma sembra essere piccolo rispetto al fu mo di sigaretta. È stato difficile anche stabilire gli effetti dei singoli contaminanti nelle esposizioni di lunga durata all‘inquinamento atmosferico. Co munque, l‘inquinamento da combustibili fossili, in primo luogo quello delle emissioni dei veicoli a motore nelle città, è associato alla ridu zione della funzionalità respiratoria 37 . Gli effetti relativi d i brevi esposizioni ad alti p icchi d‘inquinamento e quelli di esposizioni di lunga durata a bassi livelli di inquinamento sono una questione ancora da risolvere. Infezioni Le infezioni (virali e batteriche) possono contribuire alla patogenesi ed alla progressione della BPCO49 , e alla colonizzazione batterica associata con l‘infiammazione delle v ie aeree 50 e possono giocare un ruolo significativo anche nelle riacutizzazioni51 . Un‘anamnesi positiva per gravi infezioni respiratorie infantili è stata posta in relazione con una riduzione della fun zionalità polmonare e con l‘aumento dei sintomi respiratori nell‘adulto 38,41,52 . Vi sono parecchie possibili spiegazioni per tale associazione (le quali non si escludono a vicenda). Ci può essere un aumento della diagnosi di infezioni gravi nei bambini che presentano iperresponsività bronchiale di fondo considerabile essa stessa un fattore di rischio per la BPCO. La suscettibilità alle infezioni virali può essere correlata ad un altro fattore, come il peso alla nascita, a sua volta correlato con la BPCO. È stato dimostrato che l‘infezione da HIV accelera l‘insorgenza dell‘enfisema fumo -correlato; l‘in fiammazione polmonare indotta dall‘HIV può giocare un ruolo in questo processo 53 . Crescita e s viluppo polmonare La crescita polmonare è correlata ai processi che accompagnano la gravidanza, la nascita ed alle esposizioni durante l‘infan zia 38-40 . Una ridotta funzionalità polmonare massima raggiunta (misurata con metodica spirometrica) può identificare gli individui che presentano un aumento del rischio di sviluppare la BPCO41 . Ciascun fattore che coinvolge la crescita polmonare durante la gestazione e l'infanzia ha la capacità di aumentare il rischio individuale di sviluppare la BPCO. Per esempio un ampio studio e una metanalisi hanno confermato l‘associazione positiva fra il peso alla nascita e il VEM S negli adulti 42 . Stato socioeconomico Vi è evidenza che il rischio di sviluppare la BPCO è inversamente correlato allo stato s ocioeconomico 54 . Non è comunque chiaro se ciò rifletta l‘inquinamento degli ambienti indoor ed esterno, l‘affollamento, l‘alimentazione insufficiente o altri fattori correlati al basso livello socioeconomico 55, 56 . Nutrizione Il ruolo della nutrizione come fattore di rischio indipendente per lo sviluppo della BPCO non è chiaro. La malnutrizione e la perdita di peso possono ridurre la Stress ossidati vo I polmoni vengono esposti continuamente a sostanze ossidanti, sia di produzione endogena, a partire dai fagociti e da altri tip i di cellule, che esogena, come da inquinanti ambientali o dal fumo di sigaretta. Inoltre, gli ossidanti intracellu lari, co me quelli che derivano dal trasporto degli elettroni nei mitocondri, sono coinvolti in molte vie cellulari di trasporto del segnale. Le cellu le 25 forza e la resistenza dei muscoli respiratori, apparentemente riducendo sia la massa che la forza delle fibre muscolari residue 57 . L‘associazione fra ipoalimentazione e stato anabolico/catabolico con lo sviluppo di enfisema è stata dimostrata in studi sperimentali sugli animali 58 . La TC polmonare d i donne con malnutrizione cronica per anoressia nervosa mostra reperti simili all‘enfisema 59 . 10. Huang SL, Su CH, Chang SC. Tumo r necrosis factor-alpha gene poly morphism in chronic bronchitis. Am J Respir Crit Care Med 1997;156(5):1436-9. 11. US Surgeon General. The health consequences of smoking: chronic obstructive pulmonary disease. Washington, D.C.: US Depart ment of Health and Hu man Serv ices; 1984. 12. Burrows B, Knudson RJ, Cline M G, Lebowit z MD. Quantitative relationships between cigarette smoking and ventilatory function. Am Rev Respir Dis 1977;115(2):195-205. 13. Becklake M R. Occupational exposures: evidence for a causal association with chronic obstructive pulmonary disease. Am Rev Respir Dis 1989; 140(3 Pt 2):S85-91. 14. Trupin L, Earnest G, San Pedro M, Balmes JR, Eisner MD, Yelin E, et al. 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Epub 2007 Sep 5. 28 CAPITOLO 4 ANATOMIA PATOLOGICA, PATOGENESI E FISIOPATOLOGIA 29 CAPITOLO 4: ANATOMIA PATOLOGICA, PATOGENESI E FISIOPATOLOGIA anomala può indurre distruzione del tessuto parenchimale (che determina enfisema) e distruggere i normali meccanis mi di difesa e di ripara zione, (conducendo alla fibrosi delle piccole vie aeree polmonari). Questi cambiamenti anatomo-patologici portano all'intrappolamento aereo e ad una progressiva limitazione al flusso aereo. Segue una breve descrizione delle alterazion i anatomo-patologiche nella BPCO, dei loro meccanis mi cellulari e mo lecolari e d i co me questi agiscano da substrato alle anomalie fisiopatologiche ed ai sintomi caratteristici della malattia.1 MESSA GGI PRINCIPALI: Le alterazioni anato mo-patologiche caratteristiche della BPCO interessano le vie aeree prossimali, le vie aeree periferiche, il parenchima polmonare e le strutture vascolari del polmone. Tali alterazioni includono flogosi cronica e cambiamenti strutturali come conseguenza di ripetuti danni e riparazioni. Il fu mo di sigaretta inalato ed altre particelle nocive causano infiammazione polmonare, una risposta normale che appare amp lificata nei pazienti che sviluppano BPCO. C'è un pattern infiammatorio caratteristico nei polmoni dei pazienti affetti da BPCO con un aumento dei neutrofili (nel lu me delle vie aeree), dei macrofagi (nel lu me e nella parete delle vie aeree e nel parenchima) e dei lin fociti CD8+ (nella parete delle vie aeree e nel parenchima). Il pattern è diverso da quello riscontrabile nell'asma. La flogosi polmonare è ulteriormente amp lificata dallo stress ossidativo e da un eccesso di proteasi polmonari. Le alterazioni fisio lopatologiche caratteristiche della malatt ia includono l‘ipersecrezione mucosa, la limitazione al flusso delle vie aeree, l‘intrappolamento aereo (che porta all‘iperinsufflazione), le anomalie degli scambi gassosi ed il cuore polmonare. Le caratteristiche sistemiche della BPCO, in particolare nei pazienti con malattia grave, includono la cachessia, l‘atrofia dei muscoli scheletrici, un maggior rischio cardiovascolare, l‘anemia, l‘osteoporosi e la depressione. Le riacutizzazion i, rappresentano una ulteriore amp lificazione della risposta infiammatoria nelle vie aeree dei pazienti con BPCO e possono essere innescate da infezion i batteriche o virali o da inquinanti ambientali. ANATOMIA PATOLOGICA Le alterazioni anato mo-patologiche caratteristiche della BPCO sono reperibili nelle vie aeree prossimali e periferiche, nel parenchima e nei vasi polmonari2 (figura 4-1). Le alterazioni anatomo -patologiche comprendono l‘infiammazione cronica, con au mento del numero di specifiche cellule infiammatorie in varie parti del polmone ed alterazioni strutturali causate da ripetuti danni e tentativi d i riparazione. INTRODUZIONE Il fu mo di sigaretta inalato ed altre particelle nocive causano infiammazione polmonare, una risposta normale che appare amplificata nei pazienti che sviluppano BPCO. Questa reazione infiammatoria 30 In generale l‘infiammazione e le alterazioni strutturali delle vie aeree aumentano con la gravità della malattia e persistono dopo la cessazione del fu mo. Figura 4-1 . Alterazioni Anatomo-Patologiche nella BPCO Vie aeree prossimali (trachea, bronchi di diametro interno > 2 mm) Cellule infiammatorie: macrofagi, linfociti T CD8+ (citotossici); pochi neutrofili o eosinofili. Alterazioni strutturali: cellule caliciformi, ingrandimento delle ghiandole sottomucose (entrambi causa di ipersecrezione mucosa), metaplasia squamosa dell'epitelio3 Vie aeree periferiche ( bronchioli < 2 mm d.i. ). Cellule infiammatorie: macrofagi, linfociti T (CD8+>CD4+), linfociti B, follicoli linfoidi, fibroblasti, pochi neutrofili o eosinofili. Alterazioni strutturali: ispessimento della parete delle vie aeree, fibrosi peribronchiale essudato infiammatorio luminale, restringimento delle vie aeree (bronchiolite ostruttiva), aumento della risposta infiammatoria e dell'essudato proporzionali alla gravità della malattia. 4 Parenchima polmonare (bronchioli respiratori ed alveoli ) Cellule infiammatorie: macrofagi, linfociti CD8+ Alterazioni strutturali: distruzione della parete alveolare, apoptosi delle cellule epiteliali ed endoteliali5 enfisema centrolobulare: dilatazione e distruzione dei bronchioli respiratori: il pattern più frequente nei fumatori -enfisema panacinare: distruzione dei sacchi alveolari e dei bronchioli respiratori: il pattern più frequente nel deficit di alfa 1antitripsina. Vasi polmonari Cellule infiammatorie: macrofagi, linfociti T Alterazioni strutturali: ispessimento dell'intima, disfunzione delle cellule endoteliali, muscolatura liscia ipertensione polmonare6 PATOGENESI L‘infiammazione dell‘albero respiratorio nel paziente con BPCO appare un‘amplificazione della risposta infiammatoria normale ad agenti irritanti cronici co me il fumo di sigaretta. Il meccanis mo alla base di tale amp lificazione non è ancora noto ma si presume che sia geneticamente determinato. Alcuni pazienti sviluppano la BPCO senza aver mai fu mato ma non è nota la natura della risposta infiammatoria in questi casi7 . L‘infiammazione polmonare è ulteriormente amplificata dallo stress ossidativo e da un eccesso di proteinasi nel polmone. Insieme questi fattori portano alle alterazioni anatomo-patologiche caratteristiche della BPCO (Figura 4-2 ). Figura 4-2. Patogenesi della BPCO Approfondimenti di molti degli argomenti trattati in questo capitolo possono esser reperiti sul sito web : http//ww w.goldcopd.org Stress ossidati vo Lo stress ossidativo può essere un importante meccanis mo di amp lificazione nella BPCO 11 . I marcatori bio logici dello stress ossidativo (per es. perossido d'idrogeno, 8-isoprostano) sono aumentati nel condensato, nell'escreato e nella circo lazione sistemica dei pazienti con BPCO. Lo stress ossidativo aumenta ulteriormente nelle riacutizzazioni. Gli ossidanti vengono prodotti in seguito all'inalazione del fu mo di sigaretta e di altri part icolati e rilasciati dalle cellule infiammatorie attivate come i macro fagi ed i neutrofili12 . Cellule infiammatorie La BPCO è caratterizzata da un pattern infiammatorio specifico, che coinvolge neutrofili, macrofag i e lin fociti1 (Figure 4-3). Queste cellule liberano med iatori dell'infiammazione ed interagiscono con le cellu le strutturali delle vie aeree e del parenchima polmonare. Nei pazienti affetti da BPCO può coesistere anche una riduzione degli antiossidanti endogeni. Nel polmone lo stress ossidativo ha numerose conseguenze negative che includono attivazione dei geni dell‘infiammazione, inattivazione di antiproteasi, stimolazione della secrezione di muco ed aumento dell‘essudazione plasmatica. Mediatori i nfiammatori La grande varietà di mediatori dell'infiammazione, che sono stati dimostrati au mentare nei pazienti con BPCO,10 attrae le cellu le infiammatorie dall'albero circolatorio (fattori chemiotattici), amplifica i processi infiammatori (citochine proinfiammatorie) e induce camb iamenti strutturali (fattori d i crescita). Esemp i di ciascun tipo di mediatore sono elencati in Figura 4-4. Figura 4-3. Cellule infi ammatorie nella BPCO 31 somiglian ze fra l‘infiammazione polmonare nell‘as ma grave e nella BPCO. A lcuni pazienti con BPCO mostrano le caratteristiche dell‘as ma ed hanno un pattern infiammatorio misto con aumento degli eosinofili. Infine gli asmatici che fumano sviluppano caratteristiche simili alla BPCO14 . Figura 4-3. Cellule infi ammatorie nella BPCO Neutrofili: nell'escreato dei fumatori normali. ulteriormente nella BPCO ed in relazione alla gravità della malattia. Nei tessuti si trovano pochi neutrofili. Queste cellule possono svolgere un ruolo importante nei meccanismi di ipersecrezione mucosa ed attraverso il rilascio di proteasi. 8 Macrofagi: notevolmente di numero nel lume delle vie aeree, nel parenchima polmonare e nei fluido di lavaggio broncoalveolare. Derivano dai monociti ematici che si differenziano nel tessuto polmonare. Responsabili dell'aumento dei mediatori infiammatori e delle proteasi nei pazienti con BPCO in risposta al fumo di sigaretta e possono mostrare fagocitosi difettosa. 9 Linfociti T: sia le cellule CD4+ che CD8+ aumentano nella parete delle vie aeree e nel parenchima polmonare, con del rapporto CD8+/CD4+. le cellule T CD8+ (Tc1) e Th1 che secernono interferone-gamma ed esprimono il recettore per le chemochine CXCR3. 9 I linfociti CD8+ possono esercitare effetto citotossico sulle cellule alveolari, contribuendo alla loro distruzione. Linfociti B : nelle vie aeree periferiche e nei follicoli linfoidi, probabilmente in risposta alla colonizzazione cronica ed all'infezione delle vie aeree 4 . Eosinofili: le proteine eosinofile nell'escreato e gli eosinofili nella parete delle vie aeree durante le riacutizzazioni Cellule e piteliali: possono essere attivate dal fumo di sigaretta a produrre mediatori dell'infiammazione FISIOPATOLOGIA Oggi comp rendiamo bene come il processo di malattia conduca alle alterazioni fisiopatologiche caratteristiche ed allo sviluppo dei sintomi. Per esempio la diminu zione del VEMS è la conseguenza in primo luogo dell‘infiammazione e del restringimento delle v ie aeree periferiche mentre la diminu zione degli scamb i gassosi deriva prevalentemente dalla d istruzione parenchimale caratteristica dell‘enfisema. Li mitazione al flusso aereo e intrappolamento dell'aria L‘estensione del processo infiammatorio, della f ibrosi e Figura 4-4: Medi atori infiammatori nella BPCO Molti di questi effetti sono mediati dal perossido di azoto che si forma dall'interazione fra g li an ioni superossido e l'ossido nitrico. A sua volta l‘ossido nitrico è generato dalla ossido nitrico sintetasi inducibile espressa nelle vie aeree periferiche e nel parenchima polmonare dei pazienti con BPCO. Lo stress ossidativo può spiegare anche la riduzione dell'attiv ità deacetilasi istonica nel tessuto polmonare di pazienti con BPCO, che può portare all'au mento dell'espressione dei geni infiammatori ed anche alla riduzione dell‘azione antinfiammatoria dei glucocorticosteroidi13 . Fattori chemiotattici Mediatori lipidici: per es. il Leucotriene B4 (LT B4 ) esercita azione chemoattrattante sui neutrofili e sui linfociti T Chemochine: per es. l‘interleuchina-8 (IL-8) esercita azione chemoattrattante sui neutrofili e sui monociti. Citochine proinfiammatorie : per es. il tumor necrosis factor- (TNF- ), l‘IL-1 e l‘IL-6 amplificano il processo infiammatorio e possono contribuire ad alcuni degli effetti sistemici della BPCO. Fattori di crescita: per es. il transforming growth factor(T GF- può indurre fibrosi delle piccole vie aeree dell‘essudato endoluminale nelle piccole v ie aeree correla con la ridu zione del VEMS e del rapporto VEMS/ CVF e probabilmente con il declino accelerato del VEMS caratteristico della malattia.4 Tale ostruzione delle vie aeree periferiche intrappola progressivamente l'aria durante l'espirazione e determina iperinsufflazione. Sebbene l‘enfisema sia associato più alle ano malie degli scamb i gassosi che alla riduzione del VEMS, esso può contribuire all‘intrappolamento dell‘aria durante l‘espirazione. Ciò si verifica in particolare quando gli attacchi alveolari alle piccole v ie aeree sono distrutti, allorché la malattia diventa più grave. L'iperinsufflazione riduce la capacità inspiratoria giacché la capacità funzionale residua aumenta, particolarmente durante l'esercizio (iperinsufflazione dinamica) e ciò ha come risultati la comparsa di dispnea e la riduzione della capacità d'esercizio. Attualmente si rit iene che l‘iperinsufflazione si sviluppi precocemente nel corso della malatt ia e che essa sia il meccan ismo principale della dispnea da sforzo.15 I broncodilatatori agendo sulle vie aeree periferiche riducono l'intrappolamento dell'aria, riducendo così i volumi e migliorando i sintomi e la tolleran za all'esercizio. Alterazi one del bilancio proteasi-anti proteasi. Esiste convincente evidenza di uno sbilanciamento, nel polmone dei pazienti con BPCO, fra le proteasi che distruggono le componenti del tessuto connettivo e le antiproteasi che lo proteggono nei confronti di esse. Nu merose proteasi, derivate dalle cellule infiammatorie e da quelle epiteliali, au mentano nei pazienti con BPCO. Crescenti evidenze indicano che esse possono interagire l'una con l'altra (figura 4-5). La d istruzione dell‘elastina med iata dalle proteasi, uno dei componenti principali del connettivo nel parenchima polmonare, è una caratteristica importante dell‘enfisema ed è verosimilmente irreversibile. Differenze fra l’infi ammazione flog osi della BPCO e quella dell’asma Sebbene sia la BPCO che l'asma si associno ad infiammazione cronica del t ratto respiratorio, vi sono marcate differenze nelle cellule e nei mediatori dell'infiammazione coinvolti nelle due malattie che, d‘altro canto, spiegano le differen ze negli aspetti fisiopatologici, nei sintomi e nella risposta alla terapia (Figura 4-6, Figura 4-7). Ci sono comunque maggiori 32 ghiandole sottomucose in risposta all'irritazione cronica delle vie aeree da parte del fu mo di sigaretta o di altri agenti nocivi. Anomalie degli scambi g assosi. Le alterazioni degli scamb i gassosi determinano l‘insorgenza di ipossiemia ed ipercapnia e riconoscono meccanis mi diversi nella BPCO. In generale il transfer dei gas peggiora con il progredire della malattia. La gravità dell‘enfisema correla con la pO2 arteriosa e con altri segni di alterazione dell‘equilibrio ventilazioneperfusione (VA /Q). Anche l'ostruzione delle v ie aeree periferiche determina lo sbilanciamento del rapporto ventilazione/perfusione (Va/Q) e comb inandosi con le alterazioni fun zionali dei muscoli respiratori, nella malattia grave, riduce la ventilazione e porta alla ritenzione di an idride carbonica. Le anomalie della ventilazione alveolare e la riduzione del letto vascolare polmonare aggravano le alterazion i del rapporto Va/Q. Figura 4-5. proteasi ed anti proteasi coinvolte nella BPCO Proteasi aumentate Antiproteinasi ridotte Serina-proteasi Alfa1-antitripsina Elastasi Neutrofila Alfa1-antichimotripsina Catepsina G Inibitori secretorie Proteinasi 3 Catepsine B, K, L, S Metalloproteinasi matrice (MMPs) della MMP-8, MMP-9, MMP-12 Figura 4-7. Patogenesi della BPCO 33 leucoproteasi Elafina Cisteina-proteinasi Ipersecrezione mucosa. L'ipersecrezione mucosa, che determina la co mparsa di tosse cronica produttiva, è un aspetto tipico della bronchite cronica e non è necessariamente associata alla limitazione al flusso aereo. D‘altro canto, non tutti i pazienti con BPCO mostrano un'ipersecrezione mucosa sintomatica. Quando presente, deriva dalla metaplasia mucosa con aumento del numero delle cellu le caliciformi ed incremento delle dimensioni delle delle Cistatina Inibitore tissutale delle MMP 1-4 (T IMP1-4) Figura 4-6. Differenze della fl ogosi pol monare fra BPCO ed As ma BPCO Asma Asma severo Cellule Neutrofili ++ Macrofagi+++ Linfociti T CD8+ (Tc1) Eosinofili++ Macrofagi+ Linfociti T CD4+ (Th2) Neutrofili+ Macrofagi Linfociti T CD4+ (Th2), linfociti T CD8+ (T c1) Mediatori chiave IL-8, TNF- , IL1- , IL-6 NO+ Eotassina IL-4, IL-5, IL-13 NO+++ IL-8 IL-5, IL-13 NO++ +++ + +++ Vie aeree prossimali Vie aeree prossimali Vie aeree periferiche Stress ossidativo Localizzazione malattia della Vie aeree periferiche Parenchima polmonare Vasi polmonari Conseguenze Metaplasia squamosa Metaplasia mucosa Fibrosi delle piccole vie aeree Distruzione parenchimale Rimodellamento dei vasi polmonari Fragilità dell‘epitelio Metaplasia mucosa Aumento della membrana basale Broncocostrizione Risposta alla terapia Ridotta risposta ai b/d Scarsa risposta agli steroidi Ampia risposta ai b/d Buona risposta agli steroidi NO= ossido nitrico; b/d= broncodilatatori 34 Minore risposta ai b/d Ridotta risposta agli steroidi Nu merosi med iatori e proteasi stimolano l'ipersecrezione mucosa e molt i di questi esercitano i loro effetti attraverso l‘attivazione dell' epidermal growth factor receptor (EGFR).16 RIACUTIZZAZIONI Le riacutizzazioni rappresentano un‘ulteriore amp lificazione della risposta infiammatoria nelle v ie aeree dei pazienti con BPCO e possono essere innescate da infezion i batteriche, virali o da inquinanti ambientali. Esiste una relativa mancanza di informazioni circa i meccanis mi infiammatori coinvolti nelle riacutizzazioni della BPCO. Nelle riacutizzazioni lievi e moderate c‘è un aumento dei neutrofili e alcuni studi dimostrano anche un aumento degli eosinofili, sia nell'escreato che nella parete delle vie aeree 22 . Ciò si associa all'au mento di alcuni mediatori, inclusi TNF - , LTB4 e IL-8 e all'au mento dei marcatori dello stress ossidativo. Ancora meno si sa riguardo alle riacutizzazioni gravi, uno studio ha mostrato un marcato au mento di neutrofili nella parete delle vie aeree ed un incremento dell'espressione delle chemochine.23 In corso di riacutizzazione c‘è un aumento dell‘iperisufflazione e dell‘intrappolamento d‘aria con riduzione del flusso espiratorio, che spiegano l‘aggravamento della dispnea24 . Si assiste anche ad un peggioramento delle alterazioni del rapporto Va/Q che determina ipossiemia grave. Ipertensione pol monare Tardivamente nel corso della BPCO si può sviluppare ipertensione polmonare da lieve a moderata. Essa è dovuta alla vasocostrizione ipossica delle piccole arterie polmonari, che può determinare cambiamenti strutturali che includono iperplasia intimale e più tardi, ipertrofia/iperplasia della muscolatura liscia 17 . Nei vasi c'è una risposta infiammatoria simile a quella riscontrabile nelle v ie respiratorie ed evidenza d i disfunzione delle cellule endoteliali. Nell'enfisema la perdita del letto capillare polmonare può anche contribuire all'au mento della pressione nella circolazione polmonare. L'ipertensione polmonare progressiva può condurre all'ipertrofia ventricolare destra ed eventualmente all‘insufficienza cardiaca destra (cuore polmonare). Effetti sistemici E‘ ormai universalmente riconosciuto che la BPCO ha mo lti effetti extrapolmonari, soprattutto nei pazienti con malattia grave e che essi hanno un impatto primario sulla sopravvivenza e sulle altre malattie eventualmente presenti18,19 (Figura 4-8). La cachessia si riscontra frequentemente nei pazienti con BPCO grave. Ci possono essere perdita della massa muscolare scheletrica e debolezza, co me risultato di un aumento dell'apoptosi e/o dell‘ipoattività muscolare. I pazienti con BPCO hanno anche una maggior probabilità d‘avere osteoporosi, depressione e anemia cronica20 . Le aumentate concentrazioni dei mediatori dell'infiammazione, incluso il TNF- , l'IL-6 ed i radicali liberi dell‘ossigeno possono med iare alcuni d i questi effetti sistemici. Esiste un aumento di rischio per malattie cardiovascolari che correla con l‘au mento della REFERENCES 1. Barnes PJ, Shapiro SD, Pauwels RA. Chronic obstructive pulmonary disease: molecular and cellular mechanisms. 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Eur Respir J 2005;26(3):420-8. 36 CAPITOLO 5 TRATTAMENTO DELLA BPCO 37 CAPITOLO 5: TRATTAMENTO DELLA BPCO INTRODUZIONE Un efficace piano di gestione del trattamento della BPCO si articola in quattro punti: (1) Valutazione e monitoraggio della malattia; (2) Ridu zione dei fattori d i rischio; (3) Trattamento della BPCO stabile; (4) Trattamento delle riacutizzazioni. Il trattamento della BPC O lieve o moderata (Stadio I e II) co mporta l‘eliminazione dei fattori di rischio al fine di prevenire la progressione della malattia, e la terapia farmacologica necessaria per controllare i sintomi. La BPCO grave (Stadio III) e mo lto grave (Stadio IV) spesso richiede l‘imp iego di mo lte discipline diverse, una varietà d‘approcci terapeutici ed una costante disponibilità del med ico per il supporto continuo del paziente man mano che la malattia progredisce. Oltre all‘educazione del paziente, ai consigli medici ed alla terapia farmaco logica, i pazienti con BPCO possono richiedere consulenze specifiche relative alla sospensione dell‘abitudine tabagica, istruzioni per l‘esercizio fisico, consigli nutrizionali ed assistenza infermieristica continua. Non tutti gli approcci sono necessari per ciascun paziente ed una stima del potenziale beneficio di ciascuno di essi ad ogni stadio della malatt ia, rappresenta un aspetto fondamentale per un trattamento efficace. Fino a che punto questi obiettivi possono essere raggiunti varia con ciascun individuo ed alcune terapie produrranno effetti benefici a più di un‘area. Nella scelta di un programma di trattamento dovranno essere considerati i benefici e i rischi individuali, i costi, diretti ed indiretti, per la persona, la sua famiglia e per la società. I pazienti devono essere individuati il più precocemente possibile nel corso della malattia, e certamente prima dello stadio terminale, quando l‘invalidità è avanzata. L‘accesso alla spirometria gioca un ruolo chiave per la diagnosi e dovrebbe essere disponibile agli operatori sanitari che assistono i pazienti con BPCO. Co munque non sono ancora chiari i benefici dello screenin g spirometrico sia nella popolazione generale che nei fumatori. Insegnare ai pazienti, ai medici ed alla popolazione a riconoscere che la tosse, l‘espettorazione e specialmente la dispnea non sono sintomi banali, costituisce un aspetto essenziale della assistenza sanitaria pubblica per questa malattia. La riduzione della terapia una volta raggiunto il controllo della sintomatologia non è normalmente possibile nella BPCO. Un ulteriore deterioramento della funzione polmonare richiede di solito la progressiva introduzione di p iù terapie, sia farmacologiche che non farmacologiche, nel tentativo di limitare l‘impatto di tali camb iamenti. Le riacutizzazion i dei segni e della sintomatologia, una caratteristica della BPCO, peggiorano sia la qualità d i vita che lo stato di salute dei pazienti. Si dovrebbero pertanto istituire, appena possibile, adeguati trattamenti e accorgimenti per prevenire u lterio ri riacutizzazioni. Esistono significative differen ze fra i vari Paesi nell‘approccio alle malattie croniche come la BPCO, così come nella accettabilità e nella disponibilità di particolari forme di terapia. Differenze etniche nel metabolismo dei farmaci, specialmente quando assunti per via orale, possono risultare in preferenze dei pazienti diverse nelle diverse società. Sono scarse le conoscenze di questi importanti problemi in rapporto con la BPCO. Mentre la prevenzione della malatt ia è lo scopo finale, una volta che la BPCO è stata diagnosticata, una gestione efficace dovrebbe essere mirata ai seguenti obiettivi: • M iglioramento della sintomatologia • Prevenzione dell‘evoluzione della malattia • M iglioramento della tolleranza allo sforzo • M iglioramento dello stato di salute • Prevenzione e trattamento delle co mplicanze • Prevenzione e trattamento delle riacutizzazioni • Riduzione della mo rtalità Questi obiettivi dovrebbero essere raggiunti con trascurabili effetti collaterali della terapia, una sfida particolare nei pazienti con BPCO dato che pres entano comunemente comorb idità. 38 PARAGRAFO 1: VALUTAZIONE E MONITORAGGIO DELLA MALATTIA MESSAGGI PRINCIPALI Figura 5.1-1 - Indicatori chiave per consi derare l a di agnosi di BPCO La d iagnosi clinica della BPCO dovrebbe essere presa in considerazione in tutti i pazienti che presentano dispnea, tosse cronica o espettorazione e/o una storia d‘esposizione ai fattori di rischio per la malattia. La diagnosi dovrebbe essere confermata dalla spiro metria. Per la diagnosi e la valutazione della BPCO la spirometria rappresenta il gold standard dato che è il test più riproducibile meg lio standardizzato, ed obiettivo per misurare la limitazione al flusso aereo. La presenza di un VEMS/ CVF < 0,70 postbroncodilatatore e un VEMS < 80% del predetto conferma la presenza di una limitazione al flusso aereo non completamente reversibile. Gli operatori sanitari coinvolti nella diagnosi e nel trattamento dei pazienti con BPCO dovrebbero avere un facile accesso alla spiro metria. La stima di grav ità della BPCO s i basa sull‘entità dei sintomi del paziente, la gravità delle alterazioni spiro metriche e la presenza di complicanze. L‘emogasanalisi arteriosa dovrebbe essere considerata in tutti i pazienti con un VEM S <50% del predetto o con segni clinici indicativi d‘insufficienza respiratoria o di scompenso cardiaco destro. La BPCO è una malattia solitamente progressiva in cui la funzione polmonare tende a peggiorare nel tempo anche con le migliori cure disponibili. I sintomi e le misure oggettive della limitazione al flusso aereo dovrebbero essere monitorizzate per determinare quando modificare la terapia e identificare eventuali co mp lican ze che si possano sviluppare. Le co morbid ità sono comuni nella BPCO e dovrebbero essere attivamente identificate. Le comorbid ità spesso complicano la gestione della BPCO e v iceversa. Considerare la diagnosi di BPCO ed eseguire la spirometria se uno dei seguenti indicatori è presente in un individuo di età superiore a 40 anni. Questi indicatori non sono diagnostici di per sé, ma la presenza di più indicatori chiave aumenta la probabilità della diagnosi di BPCO. La spirometria rappresenta un elemento necessario nel confermare la diagnosi di BPCO. Dispnea che è: Progressiva (peggiora nel tempo) Peggiora solitamente con lo sforzo Persistente (presente ogni giorno) Descritta dal paziente come un ―aumentato sforzo per respirare‖, ―pesantezza‖ ―fame d‘aria‖ o ―boccheggiamento‖ Tosse ronica: Può essere produttiva Produzione cronica di escreato: Qualsiasi tipo di espettorazione cronica può indicare la presenza di BPCO Storia di esposizione ai fattori di rischio specialmente: Fumo di tabacco, polveri e agenti chimici in ambito profes-sionale, fumo proveniente dalla cucina e da combus-tibili per riscaldamento intermittente e non della progressione dei sintomi nella BPCO è ben definito. I sintomi principali in soggetti allo Stadio I: BPCO lieve sono la tosse cronica e la produzione di escreato. Questi sintomi possono essere presenti per mo lti anni prima che compaia la limitazione al flusso aereo e sono spesso ignorati o tenuti in scarsa considerazione dai pazienti e attribuit i all‘invecchiamento od alla ridu zione della forma fisica. Con il peggioramento della limitazione al flusso aereo nello Stadio II: BPCO Moderata, i pazienti accusano dispnea che può interferire con le loro attività quotidiane 1 . Questo è tipicamente lo stadio al quale essi richiedono il parere del medico e può essere diagnosticata la BPCO. Alcuni pazienti, co munque, non vanno incontro alla tosse, all‘escreato ed alla dispnea nello Stadio I: BPCO Lieve o nello Stadio II: BPCO Moderata e non giungono all‘attenzione del medico fino al mo mento in cui la limitazione al flusso aereo diviene grave o la lo ro funzione polmonare peggiora acutamente per un‘infezione del tratto respiratorio. Al mo mento in cui la limitazione del flusso aereo peggiora ed il paziente entra nello Stadio III: BPCO Grave i sintomi della tosse e la produzione di escreato tipicamente persistono, la dispnea peggiora e si possono sviluppare ulteriori sintomi che preannunciano possibili complicanze (co me l‘insufficien za respiratoria, l‘insufficienza cardiaca destra, la perd ita di peso e l‘ipossemia arteriosa). È importante considerare, visto che la BPCO può essere diagnosticata a qualunque stadio, che alcuni dei sintomi descritti in seguito possono essere presenti in un soggetto che si presenta DIAGNOSI INIZIALE La d iagnosi clinica della BPCO dovrebbe essere presa in considerazione in tutti i pazienti che presentano dispnea, tosse cronica o espettorazione e/o una storia d‘esposizione ai fattori di rischio per la malattia (Figura 5.1-1). La diagnosi dovrebbe essere confermata dalla spirometria. La presenza di un VEM S/CVF < 0.70 postbroncodilatatore e un VEMS < 80% del predetto conferma la presenza di una limitazione al flusso aereo non completamente reversibile. Valutazione dei sintomi Sebbene siano possibili eccezioni, lo schema generale 39 Figura 5.1.2 – Questionario Medical Research Council modificato per l a val utazione di gravità della dispnea4 per la prima volta. Dispnea. La d ispnea, il sintomo chiave della BPCO, è la motivazione per la quale la maggioran za dei pazienti richiede l‘intervento del medico ed è la causa principale di invalidità ed ansia legata alla malattia. Il t ipico paziento affetto da BPCO descrive la dispnea come una sensazione di aumentata fatica a respirare, di pesantezza, di fame d‘aria o di boccheggiamento 2 . Co munque i termini impiegati per descrivere la dispnea variano, sia fra g li indiv idui che in base alla loro cultura3 . E‘ spesso possibile distinguere la dispnea della BPCO da quella determinata da altre cause, in base ai termin i utilizzati, sebbene sussista una certa sovrapposizione con le descrizioni utilizzate nell‘as ma bronchiale. Un modo semplice per misurare l‘impatto della dispnea sullo stato di salute di un paziente è il questionario del British Medical Research Council (MRC) (Figura 5.1-2). Il questionario correla bene con altri metodi di misura dello stato di salute4 e predice il rischio futuro di mo rtalità 5 . PER FAVORE SPUNTARE LA CASELLA CORRISPONDE DI PIU‘ AL VOST RO CASO (RISPONDERE AD UNA SOLA DOMANDA) La dispnea nella BPCO è caratteristicamente persistente e progressiva. Anche nei ―giorni buoni‖, i pazienti avvertono dispnea da sforzo per livelli di sforzi fisici minori rispetto ai soggetti non affetti della stessa età. All‘in izio la dispnea viene avvertita solo per sforzi eccezionali (per esemp io, camminando o salendo rapidamente una rampa di scale) e può essere completamente evitata da appropriate correzioni comportamentali (per esempio utilizzando un ascensore). Con il deterioramento della fun zionalità respiratoria, la dispnea si aggrava ed i pazienti si rendono conto di essere incapaci a camminare alla stessa velocità di altre persone della stessa età o a svolgere attività che richiedano l‘uso dei muscoli respiratori accessori (per esempio, portare le borse della spesa)6 . Talvolta, la dispnea è presente durante le attività quotidiane (per esempio, vestirsi, lavarsi) od a riposo, lasciando il paziente confinato a casa. CHE Presento solo dispnea da sforzo Presento dispnea solo quando cammino in fretta in pianura o su una piccola salita Cammino più lentamente rispetto agli altri coetanei, su tragitti in piano, a causa della dispnea oppure mi devo fermare a prender fiato quando cammino normalmente in p iano Mi fermo perché faccio fatica a respirare dopo circa 100 metri o dopo pochi minuti di cammino normale in piano Non esco di casa perché mi manca il respiro o presento dispnea quando mi vesto o mi spoglio Figura 5.1-3 - Cause di tosse cronica con radiografia del torace normale Intratoraciche • Bronconeumopatia cronica ostruttiva • Asma b ronchiale • Carcino ma bronchiale centrale • Tubercolosi endobronchiale • Bronchiectasie • Sco mpenso cardiaco congestizio sin istro • Interstiziopatia • Fibrosi cistica Extratoraciche • Rinorrea posteriore • Reflusso gastro-esofageo • Farmaci (ad esempio A CE inib itori) Tosse. La tosse cronica, di solito il primo sintomo che insorge in corso di BPCO7 , è spesso data per scontata dal paziente, come conseguenza attesa dell‘esposizione al fu mo e/o a fattori ambientali. All‘inizio la tosse può presentarsi saltuariamente, ma in seguito si presenta quotidianamente, spesso dall‘inizio alla fine della giornata. La tosse cronica nella BPCO può essere non produttiva 8 . In alcuni casi una limitazione significativa al flusso aereo può comparire in assenza di tosse. La Figura 5.1-3 elenca alcune delle altre cause di tosse cronica in soggetti che presentano una radiografia del torace normale. Iperproduzione di espettorato. I pazienti con BPCO presentano comunemente piccole quantità di escreato estremamente denso dopo accessi di tosse. La regolare produzione di escreato per 3 o più mesi per 2 anni consecutivi (in assenza di altre cause che la poss ano spiegare) rappresenta la definizione epidemio logica di bronchite cronica 9 ; ma questa è una definizione alquanto arbitraria che non riflette le variazioni dell‘escreato nei pazienti con BPCO. E‘ spesso difficile quantificare la produzione di escreato, perché i pazienti possono deglutirlo piuttosto che espettorarlo, abitudine soggetta a significative differenze culturali e legata al sesso. I pazienti che producono grandi quantità d‘escreato possono avere delle bronchiectasie sottostanti. La presenza d‘espettorato purulento riflette l'au mento di mediatori della flogosi10 e la sua comparsa 40 può identificare l‘in izio d i una riacutizzazione 11 . Una storia di riacutizzazioni e di precedenti ricoveri per disturbi respiratori: i pazienti possono essere consapevoli del periodico peggioramento dei sintomi, anche se questi episodi non vengono identificati come riacutizzazioni della BPCO. Respiro sibilante e costrizione toracica. Il respiro sibilante e la costrizione toracica sono sintomi non specifici, che possono variare a seconda delle giornate o nel corso della giornata stessa. Questi sintomi possono essere presenti nello Stadio I: BPCO lieve, ma sono più caratteristici dell‘asma o dello Stadio III :BPC O grave o dello Stadio IV: BPCO molto grave. Il respiro sibilante udibile può provenire dalla laringe e non necessariamente essere accompagnato da anormalità auscultatorie. In alternativa, i sibili inspiratori ed espiratori diffusi possono essere presenti all‘auscultazione del torace. La costrizione toracica spesso compare a seguito di esercizio, è scarsamente localizzata, ha carattere muscolare e può derivare dalla contrazione isometrica dei muscoli intercostali. L‘assenza di respiro sibilante e di costrizione toracica non esclude la diagnosi di BPCO né conferma la diagnosi di as ma. Presenza di patologie concomitanti come le patologie cardiache, le neoplasie, l‘osteoporosi e le malattie muscolo-scheletriche che possono anche contribuire alla limitazione delle attiv ità 15 . L’appropriatezza delle terapie farmacologiche in atto. Per esempio i -bloccanti co munemente prescritti per curare le malattie card iache, sono solitamente controindicati in pazienti con BPCO. L’impatto della malattia sulla vita del paziente, che comporta una limitazione delle attiv ità quotidiane, la perdita di giornate di lavoro ed il conseguente impatto economico, le conseguenze sulla quotidianità familiare, la co mparsa di depressione ed ansia. La disponibilità di sostegno sociale e familiare. Le possibilità di ridurre l’esposizione ai fattori di rischio, in particolare la sospensione dell’abitudine tabagica. Ulteriori sintomi nella malattia grave. Calo ponderale ed anoressia sono problemi co muni nella BPCO avanzata12 . Essi sono prognosticamente importanti13 , possono anche essere un segno di altre malattie (per esempio, tubercolosi, tumori bronchiali) e la loro presenza dovrebbe sempre essere approfondita. La sincope che consegue alla tosse è dovuta all‘au mento rapido della pressione intratoracica durante gli accessi tussigeni. Gli attacchi di tosse possono anche causare fratture costali che talvolta sono asintomatiche. Gli edemi declivi possono rappresentare l‘unico indicatore sintomatico dell‘insorgenza di cuore polmonare. Infine, la morbidità psichiatrica, specialmente i sintomi di depressione e/o d‘ansia, è comune nei pazienti con BPCO14 avanzata e merita una ricerca specifica nella storia clin ica. Es ame Obietti vo Ritienuto un mo mento importante nell‘assistenza del paziente, l‘esame fisico è tuttavia raramente diagnostico nella BPCO. Segni obiettiv i di limitazione al flusso aereo sono di solito assenti, fino a quando la funzione polmonare non è significat ivamente alterata 16,17 , ed il loro riscontro presenta una sensibilità ed una specificità relativamente basse. Alcuni segni obiettivi possono essere presenti nella BPCO, ma la loro assenza non esclude tale diagnosi. Ispezione Può essere presente la cianosi centrale, o un colore bluastro delle mucose, ma è difficile da rilevare in presenza di luce artificiale ed in mo lt i gruppi razziali. Alterazioni co muni della parete toracica, che riflettono l‘iperdistensione polmonare caratteristica della BPCO, co mprendono una relativa orizzontalizzazione delle coste, il ―torace a botte‖ e l‘addome globoso. L‘appiattimento degli emidiaframmi può essere associato con il rientramento paradosso della parte inferiore della gabbia toracica durante l‘inspirazione e l‘allargamento dell‘angolo xifosternale. La frequenza respiratoria a riposo è spesso aumentata oltre i 20 atti respiratori al minuto e la respirazione può essere relativamente superficiale 17 . I pazienti presentano solitamente una respirazione a labbra increspate che può essere utile a rallentare il flusso espiratorio e permettere così uno svuotamento toracico più efficace 18 . I soggetti con BPCO presentano spesso un‘attivazione muscolare a riposo mentre giacciono supini. L‘utilizzo dei muscoli scaleni e Anamnesi L‘anamnesi dettagliata di un nuovo paziente in cui è nota o si sospetta la diagnosi di BPCO dovrebbe valutare: L’esposizione del paziente a fattori di rischio, in particolare il fu mo d i sigaretta e le esposizioni amb ientale o professionale. L’anamnesi patologica remota, che deve approfondire la p resenza di as ma, allerg ie, sinusite o polipi nasali, infezioni respiratorie nell‘infan zia, altre patologie respiratorie. Una storia familiare di BPCO o di altre malattie respiratorie croniche. Il tipo di sintomi sviluppati: la BPCO si sviluppa tipicamente durante la vita adulta e la maggior parte dei soggetti è consapevole dell‘aggravamento della dispnea, dell‘au mentata frequenza di ―raffreddori invernali‖ e di alcune limitazioni sociali per un certo numero di anni, p rima di richiedere l‘intervento med ico. 41 sono messi a confronto con valori di riferimento 20 calcolati in base all‘età, all‘altezza, al sesso ed alla razza (per l‘uso di appropriati valori di riferimento consultare la voce bibliografica 20). sternocleidomastoidei è un ulteriore indice d i difficoltà respiratoria. La presenza di edemi alle cavig lie o alla parte distale degli art i inferiori può costituire un segno di scompenso cardiaco destro. La Figura 5.1-5 mostra un tracciato spirometrico normale ed uno tipico di un paziente con BPCO lievemoderata. Normalmente, i pazienti con BPCO presentano una riduzione tanto del VEMS quanto della CVF ma con maggior riduzione del VEM S per cui il rapporto VEMS/ CVF risulta ridotto rispetto al teorico. L‘entità dell‘anormalità spiro metrica riflette Palpazione e percussione Spesso non sono di alcuna utilità nei pazienti con BPCO. L‘indiv iduazione dell‘itto della punta può essere difficile a causa dell‘iperdistensione polmonare. L‘iperd istensione determina anche una dislocazione del fegato verso il basso, aumentando così la possibilità di palparlo, senza che esso sia aumentato di volu me. Figura 5.1-4 - Considerazioni utili per l’esecuzione della spirometria Preparazione • Lo spiro metro deve essere regolarmente calibrato • Lo spiro metro deve permettere la visualizzazione del tracciato per verificare eventuali erro ri tecnici o avere un indicazione automatica dei tests insoddisfacenti e delle cause di ciò • Il supervisore del test ha bisogno di un adeguato addestramento per l‘esecuzione accurata del test • L‘esecuzione del test richiede il massimo impegno da parte del paziente per evitare errori diagnostici e terapeutici Esecuzi one • La spiro metria deve essere eseguita usando tecniche standardizzate 24 • I tracciati del espiratori volu me/tempo devono essere uniformi e privi di irregolarità • La registrazione dovrebbe proseguire abbastanza a lungo da raggiungere un plateau del volume, e può richiedere anche più di 15 secondi nella malattia grave • CVF e VEMS sono rappresentate dal valore più alto ottenuto da una di 3 curve flusso/volume correttamente eseguite e i valori di CVF e VEMS in queste tre curve non dovrebbero variare p iù del 5% o 100 ml, qualunque sia il valore maggiore • Il rapporto VEM S/CVF dovrebbe essere quello ottenuto dalla curva migliore che ha la somma maggiore di CVF e VEMS Valutazione • I risultati spiro metrici vengono valutati in base ad appropriati valori di riferimento che tengono conto dell‘età, della statura, del sesso e della razza (vedi riferimento bibliog. n°20) • Un VEMS < 80% del predetto dopo broncodilatatore e un VEMS/ CVF < 0.7 conferma la presenza di una limitazione al flusso aereo non completamente reversibile Auscultazi one Nei soggetti con BPCO spesso si ausculta una riduzione dei ru mori respiratori, ma questo dato non è sufficientemente caratteristico per permettere la diagnosi19 . La presenza di sibili durante la respirazione tranquilla è un utile indice di limitazione al flusso aereo. Co munque il respiro sibilante, che si apprezza solo dopo l‘espirazione forzata, non è stato convalidato come test diagnostico per la BPCO. Rantoli inspiratori si apprezzano in alcuni soggetti con BPCO ma sono di modesta utilità ai fin i diagnostici. I suoni cardiaci sono meg lio apprezzabili sopra l‘area xifoidea. Misura della limitazione del flusso aereo (spirometria)1 La spiro metria dovrebbe essere eseguita in tutti quei pazienti nei quali si sospetta la BPCO. È necessario che la diagnosi di BPCO sia confermata e che siano escluse altre malattie che possono presentarsi con la stessa sintomatologia. Sebbene la spiro metria non esprima pienamente l‘impatto della BPCO sullo stato di salute del paziente, essa rimane il gold standar per diagnosticare la malattia e monitorare la sua evoluzione. E‘ la misura più standardizzata, riproducibile ed obiettiva disponibile della limitazione al flusso aereo. Dato che è possibile eseguire spiro metrie di qualità tutti gli operatori sanitari che si occupano dei pazienti affetti da BPCO dovrebbero potervi aver facile accesso. La Figura 5.1-4 riassume alcuni dei fattori necessari per poter eseguire spiro metrie di livello accurato. La spirometria per la diagnosi della BPCO: inserto della guida tascabile GOLD disponibile all’indirizzo: http://www.goldcopd.it La spiro metria dovrebbe misurare il volume di aria forzata espirata a partire da un‘inspirazione massima(capacità vitale forzata, CVF) ed il volu me d i aria espirato durante il primo secondo di questa manovra (volu me espiratorio massimo in un secondo, VEMS); dovrebbe poi essere calcolato il rapporto fra queste due misure (VEM S/CVF). I valori spirometrici generalmente la gravità della BPCO (Figura 1-2). La presenza di limitazione del flusso aereo viene definita da un VEM S/CVF < 0.70 post-broncodilatatore. Questo è un modo pragmatico di definire la limitazione al flusso aereo, in virtù del fatto che non sono disponibili 42 valori di riferimento per VEMS e CVF universalmente applicabili. La spiro metria dovrebbe essere eseguita dopo sommin istrazione per via inalatoria di una dose adeguata di broncodilatatore a breve durata d‘azione (per esempio 400 g di salbutamolo) per min imizzare la variabilità. Dove possibile i valori dovrebbero essere comparati ai valori normali per età al fine di evitare una sovradiagnosi di BPCO nel paziente anziano 21 . concetti hanno rappresentato la base di un dibattito relativo all‘utilizzo della spiro metria, quale metodica di screening dello stato di salute generale di un individuo 25.. Non vi sono tuttavia dati che indichino che lo screening spirometrico sia efficace nell‘indirizzare le decisioni relative al trattamento o nel migliorare la prognosi della BPCO nei pazienti identificati prima dello sviluppo di sintomi significat ivi26 . Valutazione di gravità La valutazione di gravità della BPCO si basa sull‘entità dei sintomi dei pazienti, sulla gravità delle alterazioni spirometriche (Figura 1-2) e sulla presenza di complicanze, quali insufficien za respiratoria e scompenso cardiaco destro, la perdita di peso e l‘ipossiemia arteriosa. L‘uso del rapporto fisso (VEMS/ CVF) è particolarmente problemat ico negli an ziani dato che declina con l‘età e porta potenzialmente alla possibilità di etichettare adulti an zian i sani come affetti da BPCO. In questa popolazione sono necess ari valori di riferimento post-broncodilatatore per evitare una potenziale sovrastima della diagnosi. Il picco di flusso espiratorio è talvolta utilizzato per misurare la limitazione al flusso aereo, ma nella BPCO può sottostimare il grado di ostruzione delle vie aeree 22 . Alcuni risultati dello studio National Health and Nutrit ion Examination Survey suggeriscono che il picco di flusso espiratorio ha una buona sensibilità, riuscendo ad identificare o ltre il 90% dei casi di BPCO che possono essere diagnosticati con la spirometria, ma dato che la sua specificità è bassa non è affidabile co me unico test diagnostico 23 . Sebbene la limitazione al flusso aereo rappresenti un punto essenziale nella valutazione della gravità della BPCO, in una prospettiva di sanità pubblica risulta estremamente utile identificare i soggetti a rischio di malattia p rima che si sviluppi l‘ostruzione al flusso aereo (Figura 1-3). Co me identificato in amp i studi, la maggioran za dei soggetti che presentavano una BPCO in fase iniziale, lamentava almeno un sintomo respiratorio co me tosse, produzione di escreato, respiro sibilante o dispnea 27,28 . Questi sintomi possono essere presenti quando le alterazioni spiro metriche sono minime od inesistenti. Mentre non tutti i soggetti che presentano questi sintomi svilupperanno la malattia 29 , la loro presenza dovrebbe aiutare a definire una popolazione ad alto rischio sulla quale eseguire interventi di prevenzione. Molto dipende dalla capacità di convincere sia tali soggetti che gli operatori sanitari che anche modesti sintomi respiratori non sono normali e possono costituire ―markers‖ di malattia in futuro. Figura 5.1-5 S pirometria Normae Tracciato Sirometrico Toèico di Pazienti con BPCO Leve o Moderata* Nella fase di valutazione di un paziente sintomatico che si rivolge al medico, gli elementi più importanti che determinano lo stato di salute sono la gravità dei sintomi ed il grado con cui peggiorano la qualità della vita piuttosto che la gravità dell'ostruzione delle v ie aeree30 . La gravità della dispnea del paziente è un dato importante e può essere misurata con la scala MRC (Figura 5.1-2 ). A ltre forme di punteggio della gravità dei sintomi non sono state ancora validate nelle d iverse popolazioni e di solito si basano sul giudizio clinico individuale, sebbene un questionario sulla BPCO sia stato validato in medicina generale 31 . La misurazione obiettiva della limitazione all‘esercizio, valutata attraverso la riduzione autodeterminata della distanza di cammino che un paziente riesce a percorrere 32 o durante una prova di esercizio incrementale in laboratorio 33 è un potente indice dell‘alterazione dello stato di salute e predice la prognosi30 . Anche il rapporto fra la capacità inspiratoria e la capacità polmonare totale, determinati con plet ismografo, è utile nella valutazione prognostica 34 . Allo stesso modo la perdita di peso e la riduzione della tensione d'ossigeno arteriosa *Per la diagnosi e la valutazione di gravità della BPCO si raccomanda la misura del VEMS post -broncodilatatore Il ruolo della spiro metria quale metodo di screening nella popolazione generale o in quella a rischio di BPCO è controverso. Sia il VEMS che la CVF possono predire la mo rtalità per tutte le cause indipendenti dal fumo d i tabacco, e le alterazioni della fun zionalità ventilatoria identificano un sottogruppo di fumatori con un aumentato rischio di cancro del polmone. Questi 43 identificano i pazienti con un aumentato rischio di mortalità 35,36 . È stato proposto un approccio relativamente semplice per identificare la g ravità della malattia usando una combinazione della magg ior parte di queste variabili. Il metodo BODE dà un punteggio composito (Body mass index, Ostruzione, Dispnea ed Esercizio) che risulta essere un indicatore di sopravvivenza mig lio re di ciascuno degli indici che lo co mpongono presi singolarmente37 e le sue proprietà come sistema d i misura sono attualmente sotto studio. Figura 5.1.6 - Test di reversi bilità con broncodil atatore nella BPCO Preparazione • Il test non dovrebbe essere eseguito quando il paziente è clin icamente stabile e in assenza di infezioni respiratorie • Il paziente non dovrebbe aver assunto broncodilatatori a breve durata d‘azione nelle 6 ore precedenti l‘esame, broncodilatatori a lunga durata nelle precedenti 12 ore o teofillinici a lento rilascio nelle 24 ore precedenti il test Ul teriori indagini Per soggetti con Stadio II: BPCO Moderata ed oltre possono essere considerate le seguenti indagini: Spirometria • Il VEMS dovrebbe essere misurato prima del broncodilatatore • Il broncodilatatore dovrebbe essere sommin istrato med iante un inalatore predosato attraverso un distanziatore o un nebulizzatore per essere certi che sia stato inalato. • La dose del broncodilatatore dovrebbe essere selezionata sulla parte alta della curva dose/risposta • Protocolli di dosaggio possibili sono: 400 g di ß 2 agonista, fino a 160 g anticolinerg ico o la combinazione dei due. Il VEMS dovrebbe essere ripetuto dopo 10-15 min dalla somministrazione di broncodilatatore a breve durata d‘azione; 30-45 minuti dall‘inalazione di una co mbinazione Risultati • Un au mento del VEMS maggiore di 200 ml e al di sopra del 12% del valore pre -broncodilatatore è considerato significat ivo. Solitamente, per fissare il miglioramento nel contesto clinico è utile descrivere sia i camb iamenti assoluti che la percentuale di variazione rispetto al valore di base Test di reversibilità con broncodilatatori. Contrariamente alle primissime speranze, né i test di reversibilità ai broncodilatatori né ai glucocorticosteroidi orali predicono la progressione della malattia, se giudicati dal declino del VEM S, dal deterioramento dello stato di salute o dalla frequenza delle riacutizzazioni38,39 , nei pazienti con diagnosi clin ica di BPCO e spiro metria anormale 39 . Piccoli camb iamenti nel VEM S (p.es. <200 ml) dopo la sommin istrazione di un broncodilatatore non identificano con certezza la risposta dei pazienti al trattamento (p.es i cambiament i nella tolleran za all'esercizio fisico 40 ). Variazioni minori del calibro iniziale delle vie aeree possono condurre ad una diversa classificazione dello stato di reversibilità in rapporto al giorno del test 39 , e minore è il valore d i base prebroncodilatatore del VEM S, maggiore la possibilità che il paziente venga classificato come reversibile anche quando viene incluso il criterio dei 200 ml. In alcuni casi, ( ad es. un paziente con un‘anamnesi atipica d‘asma nell‘infan zia o che si alza regolarmente la notte con tosse e sibilo) il clin ico può desiderare condurre un test di reversibiltà ai broncodilatatori e/o ai glucocorticosteroidi e un possibile protocollo viene suggerito in Figura 5.1-6. Radiografia del torace. La radiografia del torace è raramente di rilevanza diagnostica nella BPCO, a meno che non sia presente una patologia bollosa evidente ma riveste un ruolo fondamentale nella diagnosi differenziale per altre patologie respiratorie e per stabilire la presenza di comorb ilità significat ive come lo scompenso cardiaco. Le alterazioni radiologiche associate alla BPCO co mprendono segni di iperdistensione (appiattimento del diaframma nella proiezione latero-laterale ed un aumento di volu me dello spazio retrosternale), l‘ipertrasparenza polmonare ed un rapida riduzione della trama vascolare. La Tomografia Co mputerizzata (TC) del torace non è consigliata quale indagine di routine. Tuttavia in presenza di un dubbio circa la diagnosi di BPCO, la tomografia co mputerizzata ad alta risoluzione (HRCT) potrebbe aiutare nella d iagnosi differenziale. Inoltre, se viene considerata l‘evenienza d‘intervenire chirurgicamente, co me per una riduzione del volume polmonare, la tomografia co mputerizzata si rende necessaria in quanto la distribuzione dell'enfisema è una delle variabili più importanti sulla base della quale decidere l'intervento 41 . 44 Determinazione dei gas ematici. Nelle fo rme d i BPCO avanzata la determinazione dei gas ematici durante la respirazione è particolarmente importante. Questo test dovrebbe essere eseguito in pazienti stabili con valori di VEMS < 50% del predetto o con segni clin ici suggestivi di insufficienza respiratoria o di scompenso cardiaco destro. Per assicurare che il test sia accurato devono essere fatte varie considerazioni. La concentrazione dell‘ossigeno inspirato (FiO2 – normalmente del 21% a livello del mare) dovrebbe essere registrata, specialmente nei pazienti che usano un nebulizzatore a flusso d‘ossigeno. I camb iamenti della pressione parziale arteriosa dei gas ematici necessitano di tempo per manifestarsi, specialmente nella malattia grave. Per questo motivo dovrebbero trascorrere dai 20 ai 30 minuti prima di rivalutare le pressioni parziali dei gas dopo aver modificato la FiO2, ad esempio nella valutazione dell‘ossigenoterapia domiciliare. Per evitare ecchimosi dolorose nel punto del prelievo arterioso dovrebbe essere applicata una pressione adeguata per circa un minuto. Screening per il deficit di alfa-1 antitripsina. Nei pazienti di origine caucasica che presentano la BPCO in giovane età (< 45 anni) o che presentano una forte storia familiare per questa malattia, può essere utile determinare la coesistenza di un deficit di alpha-1 antitripsina. Questo può portare ad eseguire lo screening sulla famiglia o fornire un adeguato counseling. Una concentrazione di alfa-1 antitripsina nel siero inferiore al 15-20% dei valori normali è altamente suggestiva per un deficit o mo zigote di alfa-1 antitripsina. Monitoraggio della progressione della malattia e dello s viluppo di complicanze La BPCO è una malattia solitamente progressiva. La funzione polmonare tende a peggiorare nel tempo anche con le mig liori cure disponibili. I sintomi e le misure oggettive della limitazione al flusso aereo dovrebbe essere monitorizzate per determinare quando modificare la terapia e identificare eventuali co mplicanze che si possano sviluppare. Co me al mo mento della valutazione iniziale, le visite di controllo, dovrebbero includere l‘esame ob iettivo e un approfondimento dei sintomi con il paziente, in particolare la co mparsa di nuovi od il peggioramento di quelli esistenti. Diagnosi di fferenziale In alcuni pazienti con asma cronico, non è possibile una chiara distinzione dalla BPCO, utilizzando le tecniche per immagin i ed i test funzionali attuali, e si considera che in questi pazienti l‘as ma e la BPCO coesistano. In questi casi il trattamento corrente è simile a quello dell‘as ma. Alt re potenziali diagnosi sono solitamente più facili da distinguere dalla BPCO (Figura 5.1 -7). VALUTAZIONE E MONITORAGGIO Le v isite presso le strutture sanitarie au mentano via via che la BPCO progredisce. La tipologia degli operatori sanitari consultati e la frequenza delle v isite dipenderà dal tipo di sistema sanitario. Il monitoraggio e la valutazione nella BPCO assicurano che gli obiettivi del trattamento siano raggiunti, e dovrebbero includere la valutazione di: (1) l‘esposizione ai fattori di rischio, in particolare il fu mo di tabacco; (2) la progressione della malattia e la co mparsa di co mplicanze; (3) la terapia farmacologica e le altre terap ie; (4) la storia delle riacutizzazion i; (5) le co morb idità. Nella Figura 5.1-8 sono suggerite le do mande da porre alle v isite di controllo. La strada migliore per scoprire i camb iamenti dei sinto mi e lo stato di salute generale consiste nel rivolgere al paziente, ad ogni visita, le stesse domande. 45 Funzionalità respiratoria. La riduzione della funzionalità respiratoria di un paziente è seguita meglio attraverso l‘esecuzione periodica di spirometrie sebbene sia improbabile che l‘esecuzione di p iù di una spirometria all‘anno fornisca informazion i utili circa la riduzione della funzionalità respiratoria. La spirometria dovrebbe essere eseguita se un paziente riferisce un sostanziale incremento dei sintomi od una complicanza. Altri test di funzionalità respiratoria quali le curve flusso/volume, le misure della capacità diffusiva (DLCO ), della capacità inspiratoria e la misura dei volu mi polmonari non sono necessari nella valutazione routinaria, ma possono fornire informazioni sull‘impatto globale della malattia ed essere preziose per risolvere incertezze d iagnostiche e valutare i pazienti da sottoporre a trattamenti chirurgici. Figura 5.1-7: Diag nosi Differenziale dell a BPCO Diagnosi BPCO Elementi Distintivi* Esordio in età media Sintomi lentamente progressivi Lunga storia di fumo di tabacco Dispnea da sforzo Limitazione al flusso aereo scarsamente o affatto reversibile Asma Bronchiale Esordio precoce (spesso nell‘infanzia) Sintomatologia variabile a seconda dei giorni Frequenti sintomi notturni o nelle prime ore del mattino Spesso presenti allergia, rinite e/o eczema Storia familiare di asma Limitazione al flusso aereo ampiamente reversibile Scompenso Cardiaco Fini rantoli crepitanti basali Congestizio all‘auscultazione del torace La radiografia del torace mostra aumento dell‘ombra cardiaca, edema polmonare Le prove di funzionalità respiratoria mostrano una sindrome restrittiva e non ostruttiva Bronchiectasie Espettorato abbondante e purulento Comunemente associate ad infezioni batteriche Rantoli grossolani/clubbing all‘auscultazione La radiografia/TC del torace mostrano dilatazioni bronchiali ispessimento delle pareti bronchiali T ubercolosi Esordio in qualunque età La radiografia del torace mostra un infiltrato polmonare o lesioni nodulari Esami microbiologici di conferma Elevata prevalenza locale di malattia Bronchiolite Esordio in età giovanile, in soggetti non Obliterante fumatori Può essere presente una storia di artrite reumatoide o d‘esposizione a fumi La T C del torace in espirio mostra aree ipodense Panbronchiolite La maggior parte dei pazienti sono maschi e Diffusa non fumatori Quasi tutti i pazienti presentano sinusite cronica La radiografia del torace e la HRCT mostrano piccole opacità nodulari centrolobulari diffuse ed iperinflazione Questi fattori tendono ad essere caratteristici delle varie patologie, ma non sono presenti in ogni caso. Per esempio, una persona che non ha mai fumato può sviluppare BPCO (specialmente nei pa esi sottosviluppati, dove altri fattori di rischio sono più importanti dell’abitudine tabagica); l’asma può svilupparsi in pazienti adulti e anche nei pazienti anziani. Misura dei gas ematici. Lo sviluppo di un‘insufficien za respiratoria è indicato da una PaO2 arteriosa < 8.0 kPa (60 mm Hg) con o senza una PaCO2 arteriosa > 6.7 kPa (50 mm Hg) durante la respirazione in at mosfera standard al livello del mare. Lo screening dei pazienti attraverso il pulsossimetro, ed il controllo dei gas arteriosi in coloro che presentano una saturazione percentuale dell‘ossigeno (SaO2 ) < 92%, è un‘utile metodo per selezionare i pazienti da sottoporre ad emogasanalisi 42 . Il pulsossimetro non fornisce tuttavia Figura 5.1-8 - Questionario da somministrare durante le visite del follow-up* Monitoraggio dell’esposizione a fattori di rischio: • La tua esposizione ai fattori di rischio è cambiata dall‘ultima visita? • Rispetto all‘ultimo controllo hai smesso o stai ancora fumando? • Se si, quante sigarette al giorno fumi? • Hai intenzione di smettere di fumare? • Hai cambiato ambiente di lavoro? Monitoraggio della progressione della malattia e sviluppo di complicanze: Quante cose puoi fare prima di accusare dispnea? (usare un esempio di tutti i giorni come: quando sali una rampa di scale, percorri una salita o una strada piana) • La dispnea è migliorata, peggiorata o rimasta uguale dall‘ultima visita? • Hai ridotto la tua attività per la dispnea o per altri sintomi? • Qualche sintomo è peggiorato dall‘ultima visita? • Sono comparsi nuovi sintomi dall‘ultima visita? • Il sonno è disturbato dalla dispnea o da altri sintomi toracici ? • Dall‘ultima visita, hai perso ore di lavoro per questa malattia/hai contattato un medico per i sintomi della malattia? Monitoraggio della te rapia farmacologica e non: • Quali farmaci stai assumendo? • Qual è la frequenza di assunzione di ciascun farmaco? • Qual è il dosaggio? • Hai interrotto o sospeso l‘assunzione della terapia per qualsiasi motivo? • Hai avuto problemi a procurarti i farmaci (per es., per ragioni economiche, non nel prontuario)? • Mi fai vedere come usi l‘inalatore? • Hai provato altri farmaci o rimedi ? • La terapia che assumi controlla i sintomi? • La terapia che assumi causa problemi? Monitoraggio delle riacutizzazioni : • Dall‘ultima visita, c‘è stato qualche episodio/volte di peggioramento della sintomatologia? • Se così, quanto è/sono durato/i? Cosa ritieni l‘abbia causato/i? Cosa hai fatto per controllare i sintomi? *Questo questionario è un esempio e non rappresenta uno strumento di valutazione standardizzato. La validità ed affidabilità del questionario non sono ancora state validate. informazioni circa la pressione parziale della CO2 . I segni clin ici d i insufficienza respiratoria o di insufficien za card iaca destra comprendono la cianosi centrale, gli edemi delle cavig lie ed un aumento della pressione venosa giugulare. I segni clinici determinati dall‘ipercapnia sono estremamente aspecifici al d i fuori delle riacutizzazioni. Valutazione dell’emodinamica polmonare. L‘ipertensione polmonare lieve e moderata (pressione arteriosa polmonare media ≥ 30 mmHg) è 46 probabilmente importante solo in pazienti che presentano insufficien za respiratoria. La misura della pressione in arteria polmonare non è racco mandata nella pratica clinica, in quanto non aggiunge ulteriori informazioni oltre a quelle fornite dalla pressione parziale della PaO2 . quando il paziente riferisce sintomi che inducono a pensare alla presenza di una sindrome delle apnee durante il sonno. Test da sforzo. Sono disponibili vari test per misurare la tolleran za allo sforzo, ad esempio tapis roulant e cicloergo metro in laboratorio, il test dei sei minuti e lo six minute and shuttle walking tests ma questi vengono principalmente impiegati assieme ai programmi d i riabilitazione. Diagnosi di insufficienza cardiaca destra o di cuore polmonare. L‘au mento della pressione venosa giugulare e la presenza d‘edemi alle caviglie sono spesso i segni obiettivi più suggestivi di cuore polmonare in ambito clin ico. Tuttavia, nei pazienti con BPCO è spesso difficile valutare la pressione venosa giugulare, per le amp ie oscillazioni della pressione intratoracica. Una diagnosi certa di cuore polmonare può essere formulata attraverso una serie d‘indagini, che comprendono la radiografia, l‘elettrocardiogramma, l‘ecocardiogramma, l‘indagine scintigrafica con rad ionuclidi e la risonanza magnetica nucleare. Tuttavia tutte queste misure implicano inesattezze inerenti la diagnosi. Monitoraggio dell a terapi a farmacol ogica e degli altri trattamenti medici Per adeguare la terapia all‘aggravarsi della malattia, ogni visita di controllo dovrebbe comprendere una valutazione relativa al regime terapeutico prescritto. I l dosaggio dei vari farmaci, l‘osservanza del regime terapeutico, le modalità d i sommin istrazione dei farmaci per via inalatoria, l‘efficacia delle terapie assunte nel controllare i sintomi, gli effetti co llaterali delle terap ie. Monitoraggio dell’evol uzione delle riacutizzazioni Durante le periodiche valutazioni dei pazienti, gli operatori sanitari dovrebbero interrogare il paziente e valutare gli effetti delle riacutizzazioni, sia quelle trattate dal paziente senza rivolgersi al medico sia quelle risoltesi con l‘intervento di altri operatori sanitari. Dovrebbero essere valutate la frequenza, la grav ità e le probabili cause di riacutizzazione. Si dovrebbe tenere conto dell‘au mento del volume d i escreato, del peggioramento acuto della dispnea, e della presenza di espettorazione purulenta. Potrebbero essere inoltre d‘aiuto indagini specifiche sul ricorso a visite non programmate, l‘assistenza telefonica, ed il ricorso a strutture sanitarie d‘emergen za. La gravità può essere stimata basandosi sull‘aumento del ricorso a farmaci broncodilatatori o glucocorticosteroidi o dalla necessità di terapie antibiotiche. E‘ inoltre necessario documentare tutti i ricoveri includendo il tipo di struttura in cui sono avvenuti, il tempo di degenza ed ogni ricorso a terapia intensiva od a intubazione. Il med ico può inoltre richiedere una traccia di tutte le cure ricevute per facilitare la continuità della cura. TC e scintigrafia ventilatoria e perfusionale. Nonostante la capacità di delineare l‘anatomia patologica, l‘esecuzione di routine della tomografia computerizzata e della scintigrafia ventilatoria e perfusionale è correntemente limitata alla valutazione dei pazienti con BPCO da sottoporre a trattamento chirurgico. Il ruolo della TC ad alta risoluzione come metodica per visualizzare più precisamente le alterazioni bronchiali e parenchimali è tuttora oggetto di studio. Ematocrito. La policitemia può insorgere in presenza di ipossiemia arteriosa, specialmente in quei pazienti che continuano a fumare 43 e può essere identificata da un ematocrito > 55%. La prevalenza dell‘anemia è maggiore d i quanto si pensasse precedentemente e coinvolge quasi un quarto dei pazienti con BPCO di una serie di ospedali44 . Un ematocrito basso indica una prognosi peggiore nei pazienti sottoposti a ossigenoterapia a lungo termine 45 . Funzionalità dei muscoli respiratori. La fun zionalità dei muscoli respiratori è solitamente misurata dalla registrazione delle massime pressioni inspiratorie ed espiratorie alla bocca. Misurazioni più co mplesse sono riservate ai laboratori di ricerca. La misura della forza dei muscoli inspiratori è utile nella valutazione di pazienti quando la dispnea o l‘ipercapnia non sono immed iatamente spiegabili dai test di fun zionalità ventilatoria o quando si sospetti la debolezza dei muscoli periferici. Tale misura può migliorare nei pazienti con BPCO quando altri indici della meccanica polmonare non lo fanno (per esempio dopo riabilitazione respiratoria) 48, 49 . Monitoraggio delle comorbi dità Le co morb idità sono comuni nella BPCO. A lcune possono essere un risultato indiretto della BPCO, sorgere indipendentemente da essa ma, più verosimilmente, comparire quando la BPCO è presente, per esempio la cardiopatia ischemica, il carcino ma bronchiale, l‘osteoporosi. Altre co morb idità possono coesistere con la BPCO perchè diventano prevalenti per il processo d‘invecchiamento, per es. artrite, diabete e esofagite da reflusso. Tutte queste condizioni comorbose diventano difficili da gestire quando è presente la BPCO sia perchè la BPCO si somma al livello d i disabilità totale sia perchè la terapia della BPCO ha effetti avversi sulla malattia concomitante. Tutte le comorbidità amplificano le disabilità associate alla BPCO e possono potenzialmente co mplicare la sua Studio del sonno. Vi può essere indicazione allo studio del sonno, quando compaiono ipossiemia od insufficien za card iaca destra, in presenza di una riduzione del flusso espiratorio relativamente lieve o 47 gestione. Finché non saranno disponibili indicazioni più integrate per la gestione della malattia con specifiche comorbid ità, dovremmo focalizzarci sull‘identificazione e sulla gestione dei singoli problemi in accordo all‘orientamento locale del trattamento. 48 PARAGRAFO 2: RIDUZIONE DEI FATTORI DI RIS CHIO MESSAGGI PRINCIPALI centri di assistenza sanitaria, i centri di rit rovo, le scuole, la radio, la televisione e la stampa. Dovrebbero essere attuate campagne nazionali e locali per ridurre le esposizione al fu mo nei ritrovi pubblici. E‘ dimostrato che tali div ieti sono praticabili e che portano vantaggi misurabili per la salute respiratoria 48 . Leggi che liberino dal fu mo le scuole, le strutture pubbliche e gli amb ienti di lavoro dovrebbero essere sviluppate ed imp lementate da parte dei governi e degli operatori sanitari pubblici ed incoraggiate dalla popolazione generale. I programmi d i prevenzione del fu mo di sigaretta dovrebbero essere destinati agli ind ividui di tutte le età, bambin i, adolescenti, giovani adulti e gestanti. Interventi volti a prevenire il fu mo ed a massimizzarne la cessazione dovrebbero essere imp lementati ad ogni livello sanitario. I medici ed i funzionari della sanità pubblica dovrebbero incoraggiare a non fumare in casa. La riduzione dell‘esposizione personale complessiva al fumo di tabacco, alle polveri ed alle sostanze chimiche professionali e agli inquinanti indoor ed outdoor sono obiettivi importanti per la prevenzione dell‘insorgenza e della progressione della BPCO. La cessazione dell‘ab itudine tabagica è la singola misura più efficace ed economicamente vantaggiosa per la maggior parte delle persone per ridurre il rischio di sviluppare BPCO e per rallentarne la progressione. (Evi denza A) Politiche finalizzate al controllo del fu mo e programmi con messaggi chiari, coerenti e ripetuti in favore della dissuasione dall‘abitudine tabagica dovrebbero essere divulgati attraverso tutti i canali disponibili. I tentativi di ridurre il fu mo di sigaretta attraverso iniziative pubbliche dovrebbero focalizzarsi anche sul fumo passivo per minimizzare i rischi per i non fumatori. Molte malattie respiratorie pro fessionali possono essere ridotte o controllate attraverso una serie di strategie volte alla riduzione del carico totale d i particelle e gas inalat i. La riduzione del rischio da inquinanti indoor ed outdoor è possibile e richiede una combinazione di politiche pubbliche e co mportamenti protettivi assunti dai pazienti stessi. Un passo importante in direzione di una risposta collettiva internazionale alle mo rti ed alle malattie da fumo è stato compiuto nel 1996 dal W HO con l‘imp lementazione dell‘ International Framework Convention on Tabacco Control (Figura 5.2-1). Figura 5.2-1. Organizzazione Mondi ale della Sanità: International Framework Convention on Tabacco Control Nel maggio 1996, per combattere la pandemia mondiale di fumo di tabacco, la 49° World Health Assembly ha richiesto al Direttore Generale dell‘OMS di iniziare lo sviluppo di una rete internazionale per il controllo del fumo. Dell‘iniziativa fa parte una strategia per incoraggiare gli Stati Membri a muoversi progressivamente verso politiche globali di controllo del fumo e ad affrontare aspetti dello stesso che travalicano i confini Nazionali. INTRODUZIONE Informazioni sul lavoro del programma sul controllo del fumo dell‘OMS sono disponibili all‘indirizzo: http://www.who.int/tobacco /resources/publications/ftct/en/index.html L‘identificazione, la ridu zione ed il controllo dei fattori di rischio sono fattori importanti per la prevenzione ed il trattamento di ogni malattia. Nel caso della BPCO, tali fattori includono il fu mo di tabacco, le esposizioni professionali, l‘inquinamento indoor ed outdoor e le sostanze irritanti. Dato che il fu mo di sigaretta è il fattore di rischio per la BPCO più comune a livello mondiale, dovrebbero essere implementati p rogrammi di controllo (prevenzione del fu mo ) dell‘uso di tabacco e programmi per la cessazione del fu mo dovrebbero essere prontamente disponibili ed incoraggiati a favore di tutti i fu matori. Anche la ridu zione dell‘esposizione individuale comp lessiva alle polveri ai fu mi ed ai gas professionali ed agli inquinanti indoor ed outdoor è un obiettivo importante per prevenire l‘insorgenza e la progressione della BPCO. FUMO DI TABACCO Anche il fu mo passivo rappresenta una causa importante di sintomi respiratori e di au mento di rischio per BPCO, specialmente per i partners e per i figli d i fumatori49 . L‘esposizione indoor di lunga durata, combinata con condizioni di sovraffo llamento in case poco ventilate si aggiunge al carico totale dell‘esposizione alle particelle e au menta il rischio di sviluppare la BPCO50 . I tentativi d i ridurre il fu mo attraverso iniziative pubbliche dovrebbe incentrarsi anche sul fumo passivo per minimizzare i rischi per i non fumatori. I partners ed i genitori non dovrebbero fumare nelle immed iate vicinanze di non fumatori o di bambin i nè in spazi chiusi, co me le auto o le stanze poco ventilate, che espongono gli altri ad un maggior rischio. Prevenzione del Fumo Politiche finalizzate al controllo del fu mo e p rogrammi con messaggi chiari, coerenti e ripetuti in favore della dissuasione dall‘abitudine tabagica dovrebbero essere divulgati attraverso tutti i canali d isponibili, inclusi i La p rima esposizione al fu mo può iniziare in utero quando il feto viene esposto a metaboliti ematici matern i51 . L‘educazione per ridurre i rischi in utero per il feto riveste grande importanza anche nella prevenzione degli effetti del fu mo materno sulla 49 riduzione della crescita polmonare e sulla genesi della malattia delle vie aeree precocemente e tard ivamente nella vita52, 53 . I neonati ed i bambini possono essere esposti al fu mo di tabacco anche in casa se un membro della famiglia fu ma . I bambini di età inferiore ai due anni esposti passivamente al fumo di sigaretta hanno un aumento della prevalen za di infezioni respiratorie ed un maggior rischio di sviluppare sintomi respiratori cronici più tardi nella v ita 53, 54 . anche coloro che si rivolgono ai servizi sanitari per ragioni non correlate e che non presentano sintomi di BPCO, evidenza di limitazione al flusso aereo o altre malattie legate al fu mo. Linee guida per la cessazione del fu mo, intitolate “Trattare l’Uso Tabagico e la Dipendenza: Linee Guida Pratiche per il Clinico” sono state pubblicate dal U.S. Public Health Serv ice 60 . I messaggi principali sono riassunti nella (Figura 5.22G). Le Linee Guida del Public Health Service raccomandano un programma d‘intervento in cinque parti (Figura 5.2-3), che fornisce una strategia utile agli operatori sanitari che intendono aiutare i loro pazienti a smettere di fu mare 60-63 . Cessazione del fumo La cessazione dell‘abitudine tabagica è la singola misura più efficace ed economicamente vantaggiosa per ridurre l‘esposizione ai fattori di rischio per la BPCO. La cessazione dell‘ab itudine tabagica può prevenire o ritardare lo sviluppo della limitazione al flusso aereo o ridurre la sua progressione55 e può avere un effetto sostanziale sulla mortalità 56 . A tutti i fu matori – sia quelli a rischio per BPCO sia quelli che hanno già la malattia - dovrebbero essere proposti programmi d i cessazione dall‘abitudine tabagica più intensi possibile. Gli interventi volti alla cessazione dal fu mo sono efficaci in entramb i i sessi, in tutti i gruppi razziali ed etnici e nelle gestanti. L‘età influenza il tasso di sospensione ma nonostante questi programmi possano essere efficaci in tutte le età, i giovani hanno meno probabilità di smettere di fu mare. I dati internazionali sull‘impatto economico della cessazione dal fu mo sono fortemente uniformi: l’investimento di risorse nei programmi per la cessazione del fumo è vantaggioso da un punto di vista di rapporto costo-beneficio in termini di costi sanitari e sociali per ogni anno di vita guadagnato. Gli interventi efficaci sono rappresentati da: sostituzione nicotinica con cerotti transdermici, gomme e spray nasali, counseling da parte di med ici ed altre figure sanitarie (con o senza terapia sostitutiva con nicotina), programmi di auto-aiuto e di gruppo e politiche anti-fu mo. La revisione di dati da diversi Paesi ha stimato un costo sociale medio dei vari interventi per la cessazione del fu mo dai 990 ai 13.000 dollari american i per anno di vita guadagnato57 . I programmi per la cessazione del fumo costituiscono un risultato eccellente per il Servizio Sanitario britannico con un costo variabile fra 212 e 873 sterline (equivalenti a 3201.400 dollari americani) per anno di v ita guadagnato. 58 Le Linee Guida enfatizzano il concetto che la dipendenza dal tabacco è una malattia cronica ( Figura 5.2-4) 60 ed esortano i medici a riconoscere che la ricaduta è frequente e riflette la natura cronica della dipendenza e dell‘assuefazione, non il fallimento loro o dei pazienti. La maggior parte degli individui passa attraverso diverse fasi prima di s mettere di fu mare (Figura 5.2-5).59 E‘ spesso utile per il clin ico valutare il grado di predisposizione a s mettere del paziente, per Figure 5.2-2 - Rapporto del U.S. Public Heal th Service: “Trattamento dell’Uso Tabagico e della Dipendenza: Linee Guida Pratiche per il Clinico” . Osservazioni principali e raccomandazioni60 1. La dipendenza tabagica è una condizione cronica che giustifica 2. 3. 4. 5. 6. 7. Il ruolo degli operatori sanitari nella cessazione dell’abitudine al fumo. Una strategia di successo per la cessazione del fu mo richiede un approccio sfaccettato, che comprenda norme pubbliche, programmi d i divulgazione dell‘informazione ed educazione sanitaria attraverso i med ia e le scuole 59 . Comunque gli operatori sanitari, inclusi i medici, gli infermieri, i dentisti, gli psicologi, i farmacisti ed altri operatori sanitari, sono figure chiave per la trasmissione dei messaggi finalizzati alla cessazione del fu mo e per la messa in atto degli interventi necessari. Il co involgimento di quanti più individui appartenenti a tali categorie è sicuramente di aiuto. Gli operatori sanitari dovrebbero incoraggiare tutti i pazienti che fu mano a smettere, 8. trattamenti ripetuti finché sia raggiunta l‘astinenza a lungo termine o permanente. Trattamenti efficaci della dipendenza dal tabacco esistono e dovrebbero essere proposti a tutti i fumatori. I medici e le strutture che offrono servizi sanitari devono istituzionalizzare in modo uniforme l‘identificazione, la registrazione ed il trattamento di ciascun fumatore ad ogni visita. Un breve counseling per la cessazione del fumo è efficace e ad ogni fumatore ad ogni contatto sanitario dovrebbero essere dati tali consigli. Vi è una forte relazione dose-risposta fra l‘intensità del counseling e la sua efficacia. Tre tipi di counseling si sono dimostrati particolarmente efficaci: consigli pratici, sostegno sociale come parte del trattamento e al di fuori del trattamento I cinque farmaci di prima linea per la disassuefazione dal fumo, il bupropione a lento rilascio, la gomma, gli inalatori, lo spray nasale ed i cerotti transdermici con nicotina, sono efficaci ed almeno uno di essi dovrebbe essere prescritto in assenza di controindicazioni. I trattamenti della dipendenza da fumo hanno un buon rapporto costo-beneficio rispetto ad altri interventi medici e di prevenzione di malattia scegliere l‘intervento più efficace in quel mo mento. Il clin ico dovrebbe iniziare il trattamento se il paziente è pronto a smettere. Per un pa ziente non ancora pronto il med ico dovrebbe esercitare un intervento breve finalizzato a pro muovere la motivazione a s mettere. Counseling. Il consiglo fornito dal med ico o da altre figure professionali è più efficace nell‘ottenere la cessazione del fu mo delle strategie autonome 64 . Anche un breve (3 minuti) counseling per spingere un fumatore 50 a smettere determina tassi di sospensione del 5 -10%.65 Almeno questo tipo di intervento dovrebbe essere attuato per ogni fumatore ad ogni contatto sanitario 65, 66 . La formazione sul mig lio r modo con cui offrire informazioni e supporto per l‘astensione dal fumo dovrebbe essere un elemento obbligatorio nei curricula dei sanitari. problem solving e sostegno psicosociale) i tassi possono raggiungere il 20-30%68 .In un trial clinico controllato mu lticentrico, la co mbinazione dei consigli del med ico, del sostegno di gruppo, dell‘addestramento pratico e della terap ia sostitutiva con nicotina ha raggiunto un tasso di cessazione del 35% ad un anno, mantenuto nel 22% dei casi per 5 anni55 . Sia il counseling individuale che quello di g ruppo sono modalità efficaci nei programmi d i ces sazione del fu mo. Vi sono diversi argomenti che sembrano essere particolarmente efficaci, tra cui le strategie di problem solving, l‘addestramento pratico generale e la fornitura di supporto all‘interno del trattamento 59, 60 . Gli argomenti co munemente trattati nei programmi d i successo di problem solving ed addestramento comprendono: Figura 5.2-3: Brevi Strategie per Aiutare il Paziente Desideroso di Smettere di Fumare 60-63 1. Domandare : Identificare sistematicamente tutti i fumatori ad ogni visita. Implementare un sistema che garantisca che, per TUTTI i pazienti in TUTTE le visite, la condizione di fumatore sia indagata e documentata. 2. Informare: Invitare con insistenza tutti i fumatori a smettere. In un modo chiaro, deciso, e personalizzato invitare con insistenza tutti i fumatori a smettere. 3. Valutare: Valutare la volontà di fare un tentativo di smettere. Domandare ad ogni fumatore se ha la volontà al momento di fare un tentativo di smettere di fumare (ad esempio entro i successivi 30 giorni). 4. Assistere: Aiutare il paziente a smettere. Aiutare il paziente con un programma di cessazione; fornire consigli pratici; supporto sociale all’interno del programma di trattamento; aiutare il paziente ad ottenere supporto sociale al di fuori del programma di trattamento; prescrivere una terapia farmacologica validata se appropriata; fornire materiale supplementare. 5. Organizzare: Programmare visite di follow-up. Programmare contatti di follow-up sia attraverso incontri che telefonicamente. Il Riconoscimento dei segnali di pericolo, verosimilmente associati con il rischio di ricadute, come l‘essere a contatto con altri fu matori, lo stress psicosociale, essere s otto pressione dal punto di vista del tempo, lit igare, bere alcolici o avere umore depressivo. Aumento delle abilità necessarie per gestire queste situazioni, per esempio, imparare a prevenire, trattare ed evitare un particolare stress. Informazioni di base sul fumo e sul sistema per smettere, quali la natura e la durata dei sintomi di astinenza, la natura di dipendenza del fu mo, ed il fatto che fumare di nuovo, anche una sola boccata, aumenta la p robabilità di ricaduta. Vi è una relazione dose-risposta molto forte fra l‘intensità del counseling e la cessazione dell‘abitudine tabagic18,19 a. Le vie per intensificare il trattamento sono rappresentate dall‘allungamento delle sedute, dall‘au mento del loro numero e del numero di settimane durante le quali tale trattamento viene sommin istrato. Tassi di cessazione sostenuti, del 10.9 % a 6 mesi, sono stati raggiunti quando i tutorial clinici ed il feed-back sono stati affidati al counseling 67 . Con interventi più Programmi sistematici per mantenere la cessazione del fumo dovrebbero essere implementati negli ambit i sanitari17 . Terapia farmacologica. Sono oggi disponibili d iverse terapie farmacologiche efficaci per la cessazione dell‘ab itudine tabagica 59-61 , e la farmacoterapia è raccomandata quando il counseling non è sufficiente ad aiutare i pazienti a smettere di fu mare.Particolare attenzione deve essere posta sull‘utilizzo della terapia farmacologia in particolari gruppi d i soggetti: pazienti con controindicazioni mediche, fu matori moderati (meno di 10 sigarette al g iorno), donne in gravidan za e adolescenti. Figura 5.2-4 - Di pendenza dal tabacco come malattia cronica10 Per la maggior parte dei fumatori la dipendenza dal tabacco risulta in una vera dipendenza da sostanza paragonabile a quella da oppiacei, amfetamine e cocaina. La dipendenza dal tabacco è quasi sempre una condizione cronica che necessita di interventi clinici a lungo termine, al pari di altri disturbi da dipendenza. Se non tiene in considerazione la natura cronica della dipendenza dal fumo, il medico può essere demotivato ad effettuare un trattamento costante a lungo termine. I medici devono comprendere che la dipendenza dal fumo è una condizione cronica, che richiede uno sforzo sostenuto finalizzato a fornire semplice counseling, supporto, t erapia farmacologia appropriata, supporto a chi ha recentemente smesso di fumare per prevenire le recidive. Le ricadute sono frequenti, il che riflette la natura della dipendenza e non il fallimento del medico o del paziente. Prodotti sostitutivi della nicotina. Nu merosi studi indicano che la terapia sostitutiva con nicotina, sommin istrata in qualunque forma (go mme da masticare, inalatori, spray nasali, cerotti transdermici, compresse sublinguali e pastiglie), determina in modo affidabile un aumento dei tassi di astinenza dal fumo a lungo termine 60, 69 . La terapia sostitutiva con nicotina si è dimostrata più efficace quando somministrata in associazione con il ―counseling‖ e con la terapia comportamentale 70 , sebbene i cerotti o le gomme alla nicotina aumentino i tassi di cessazione dell‘abitudine tabagica, indipendentemente dal livello degli interventi complessi (per esempio trials clinici controllati che comprendano addestramento pratico, strategie di 51 tabagica a lungo termine 59, 69, 74 ma dovrebbero sempre essere utilizzati come uno degli elementi dei programmi di supporto piuttosto che da soli. Nonostante siano necessari ulteriori studi su questi farmaci, un trial clinico controllato randomizzato con consulenza e supporto ha mostrato tassi di sospensione a un anno del 30%, con il bupropione a lento rilascio da solo e del 35% con i cerotti a lento rilascio di bupropione e nicotina. L‘uso dell‘antipertensivo clonidina è limitata dagl73 i effetti collaterali69 . comportamentali o psicosociali aggiuntivi. Le controindicazioni med iche alla terapia sostitutiva con nicotina comp rendono la coronaropatia instabile, l‘u lcera peptica non trattata, l‘infarto del miocardio o l‘ictus cerebrale recenti59 . Gli studi specifici non supportano la terapia sostitutiva con nicotina oltre le otto settimane, nonostante alcuni pazienti possano richiederne un uso più prolungato per prevenire le ricadute e, in alcuni studi, l‘impiego di modalità sostitutive mult iple di nicotina ha di mostrato una maggior efficacia rispetto alla modalità singola 60, 71 . La varen iclina, un agonista parziale del recettore nicotinico per l‘acet ilco lina che aiuta la cessazione del fumo riducendo i sintomi da astinenza da nicotina e diminuendo l‘appagamento derivante dalla sostanza, si è dimostrata sicura ed efficace 75-77 . Tutte le forme di terapia sostitutiva con nicotina sono signicaticamente più efficaci del placebo. Deve esser fatto ogni tentativo per individualizzare la terapia sostitutiva in base al livello culturale ed allo stile di vita di ciascun soggetto per migliorarne l‘aderen za al trattamento. In genere, il cerotto è preferito alla gomma da masticare, poiché richiede meno addestramento per il suo corretto uso e presenta minori problemi d i compliance. Non sono disponibili dati che aiutino i clin ici nella formulazione dei regimi terapeutici con cerotti in funzione del numero di sigarette fumate. In ogni caso, generalmente si ritiene appropriato iniziare con i cerotti al dosaggio più alto. Con la maggior parte dei cerotti, che sono disponibili in 3 diversi dosaggi, i pazienti dovrebbero utilizzare il dosaggio più alto per le prime quattro settimane e diminuire progressivamente in un periodo di 8 settimane. Ove siano disponibili solo due dosaggi, quello più alto dovrebbe essere utilizzato nelle prime quattro settimane ed il p iù basso nelle quattro seguenti. ESPOSIZIONI PROFESSIONALI E‘ stato stimato che, negli Stati Un iti, fino al 19% dei casi di BPCO nei fu matori ed al 31% dei casi nei non fumatori possono essere attribuite alla esposizione a polveri e fu mi in amb iente di lavoro 78-81 e l‘impatto può essere maggiore nei Paesi nei quali è p iù alta l‘esposizione a particelle inalab ili, fu mi e gas. Molti lavori si sono dimostrati associati ad un aumentato rischio di sviluppo della BPCO, particolarmente quelli che coinvolgono l‘esposizione a fumi e polveri minerali e biologiche. Sebbene non sia noto il numero di soggetti esposti al rischio professionale per BP CO nei Paesi sviluppati e nei Paesi in via di sviluppo, mo lte malattie professionali possono essere evitate o controllate attraverso varie strategie volte a ridurre il carico di particelle e gas inalat i.82-84 Quando si prescrive la gomma alla nicotina è necessario informare il paziente che l‘assorbimento avviene attraverso la mucosa orale. Per questo motivo si deve consigliare al paziente di masticare la gomma per un po‘ di tempo e poi appoggiarla all‘interno delle guance, per permettere l‘assorbimento e prolungare il rilascio della nicotina. La masticazione continua determina la produzione di saliva che viene deglutita piuttosto che assorbita attraverso la mucosa buccale col risultato di ridurre l‘assorbimento e causare nausea. Le bevande acide, in particolare caffè, succo di frutta e drink leggeri, interferiscono con l‘assorbimento di n icotina. Quindi il soggetto deve essere informato di evitare di mangiare o bere, con la sola eccezione dell‘acqua, nei 15 minuti che precedono la masticazione e durante la stessa. Nonostante la nicotina rappresenti un trattamento efficace per la cessazione dal fumo, sono emersi problemi relat ivi alla co mp liance, alla facilità d‘uso, all‘accettabilità sociale, al rischio di sviluppare sintomi a carico dell‘art icolazione temporo-mandibolare ed al gusto sgradevole. Nei fumatori con alto grado di dipendenza, la go mma da 4 mg risulta più efficace rispetto a quella da 2 mg 72 . Attuare, monitorare ed imporre uno stretto controllo, obbligatorio per legge, dell‘esposizione a polveri volatili nell‘ambito lavorativo. Iniziare un‘intensa e continua formazione dei lavoratori esposti, dei manager dell‘industria, degli operatori sanitari, dei med ici di base e dei legislatori. Educare i datori d i lavoro, i lavoratori ed i responsabili d i direzione su come il fu mo di sigaretta aggrava le patologie polmonari professionali e sul perchè sia importante ridurre il fu mo dove esistano tali pericoli. L‘attenzione principale dovrebbe essere rivolta alla prevenzione primaria, che si ottiene principalmente con l‘eliminazione o la riduzione dell‘esposizione a varie sostanze in ambito lavorativo. Anche la prevenzione secondaria, attraverso la sorveglianza e l‘indiv iduazione precoce dei casi, riveste grande importanza. Entramb i gli approcci sono necessari per migliorare la situazione l‘attuale e ridurre l‘impatto delle patologie respiratorie. Nonostante non siano ancora stati fatti studi per dimostrare la riduzione dell‘impatto della malattia, questa è la conseguenza logica delle strategie efficaci che riducono l‘esposizione sui luoghi di lavoro all‘inalazione di irritanti e tossici respiratori Altre terapie farmaco logiche. Anche gli antidepressivi bupropione73 e nortriptilina si sono dimostrati in grado di aumentare i tassi di cessazione dell‘abitudine 52 sul grado del loro rischio di sviluppare la BPCO. Se vengono utilizzati vari combustibili solid i per cucinare o per riscaldarsi, dovrebbe essere consigliata una ventilazione adeguata. Sono stati prodotti equipaggiamenti per la protezione dell‘apparato respiratorio nei luoghi di lavoro per ridurre al minimo l‘esposizione a gas e particelle tossiche. Nella maggior parte delle circostanze, per ridurre l‘esposizione, più che usare dispositivi protettivi dovrebbero essere fatti energici tentativi per min imizzare le emissioni ed aumentare la ventilazione degli amb ienti. La ventilazione e gli interventi volti a mantenere sicuri gli standard qualitativi dell‘aria nell‘amb iente di lavoro offrono la mig lior opportunità di ridurre l‘esposizione dei lavoratori ad inquinanti atmosferici noti e riducono il rischio di sviluppare la BPCO sebbene fino ad ora non siano stati condotti studi che quantifichino tali benefici. INQUINAMENTO INDOOR ED OUTDOOR Gli indiv idui vivono in ambienti indoor ed outdoor diversi durante la giornata, ciascuno dei quali presenta specifici contaminanti e particolat i aerei che hanno effetti dannosi sulla funzione polmonare 80 . Nonostante l‘inquinamento indoor e quello outdoor siano generalmente considerati separatamente il concetto di esposizione individuale totale può essere più rilevante per la BPCO. Ridurre il rischio dall‘inquinamento indoor ed outdoor è possibile e richiede una combinazione di strategie pubbliche e di misure protettive prese da ciascun paziente. La riduzione dell‘esposizione al fu mo proveniente da biomasse combustibili, in particolare delle donne e dei bambin i, è un obiettivo cruciale per ridurre la prevalenza della BPCO nel mondo. Sebbene siano oggi disponibili stufe efficienti e non inquinanti, la loro adozione trova un ostacolo nei costumi sociali e nei costi. Pazienti in cui è stata diagnosticata la BPCO: Soggetti con BPCO grave dovrebbero seguire gli annunci pubblici sulla qualità dell‘aria ed essere avvisati che rimanere al ch iuso quando la sua qualità è scarsa può ridurre i sinto mi. I farmaci dovrebbero essere utilizzat i in conformità alle indicazioni cliniche; i regimi terapeutici non dovrebbero essere modificat i in caso di episodi di inquinamento, senza un peggioramento dei sintomi o dei dati di funzionalità respiratoria. Chi è ad alto rischio dovrebbe evitare di fare esercizio fisico pesante all‘aria aperta durante episodi d‘inquinamento at mosferico acuto. I depuratori d‘aria non mostrano effetti benefici sulla salute, sia quelli per inquinanti prodotti da sorgenti interni che quelli per g li inquinanti d i provenienza esterna. Regolazi one della qualità dell’ari a. A livello nazionale, dovrebbe essere prioritario raggiungere un determinato livello d i qualità dell‘aria; tale obiettivo richiede l‘intervento del legislatore. I dettagli relativ i alla determinazione ed al mantenimento di questi obiettivi esulano dagli scopi di questo documento ma le polit iche pubbliche volte a ridurre le emissioni dei veicoli e quelle industriali a livelli sicuri è un obiettivo prioritario e urgente per ridurre lo sviluppo della BPCO, i sintomi, le riacutizzazioni ed i ricoveri ospedalieri dei soggetti affetti dalla malattia. La comprensione dei rischi per la salute determinati da fonti di inquinamento aereo locali può essere difficoltoso e richiede competenze di igiene comunitaria, tossicologia ed epidemio logia. I medici del luogo possono essere coinvolti per i problemi che riguardano la salute dei loro pazienti o come d ifensori dell‘amb iente della co munità. Impegni per gli operatori sanitari ed i pazienti Gli operatori sanitari dovrebbero considerare i fattori di rischio, quali storia di fu mo, storia familiare, esposizione ad inquinanti indoor ed outdoor e lo stato socio-economico per ciascun paziente. Alcuni passi importanti: Soggetti a rischio per BPCO: I pazienti dovrebbero essere informati sulla natura e 53 PARAGRAFO 3:TRATTAMENTO DELLA BPCO STABILE MESSAGGI PRINCIPALI incremento della terapia in relazione alla grav ità ed allo stato clinico del paziente. L‘approccio step-down, usato nel trattamento cronico dell‘asma non è applicabile alla BPCO, g iacché questa è una malattia stabile e molto spesso progressiva. Il trattamento della BPCO ha d iversi obiettivi (vedi Capitolo 5: Introduzione) che dovrebbero essere raggiunti con i minimi effetti collaterali. Esso è dunque basato su di una valutazione individuale della gravità (Figura 5.3-1) e della risposta alle d iverse terapie. L‘approccio globale al trattamento della BPCO stabile dovrebbe essere personalizzato per la gestione dei sintomi e per il mig lioramento alla qualità di v ita del paziente. Per i pazienti affetti da BPCO l‘educazione alla salute gioca un ruolo importante nella cessazione del fumo (Evi denza A) e può migliorare la conoscenza e la capacità di gestire la malattia e lo stato di salute in generale. Nessuno dei farmaci d isponibili al mo mento attuale si è dimostrato in grado di modificare il declino a lungo termine della funzionalità polmonare, che rappresenta la principale caratteristica della BPCO (Evi denza A). Co munque la terapia farmacologica si è dimostrata efficace nel ridurre i sintomi e/o le co mplicanze. I broncodilatatori svolgono un ruolo centrale nella gestione dei sintomi (Evi denza A). Si sommin istrano al bisogno o in terapia regolare per prevenire o ridurre i sintomi e le riacutizzazioni. I principali farmaci broncodilatatori sono i β 2 agonisti, gli anticolinergici e le metilxantine, usati da soli o in terap ie di co mbinazione(Evi denza A). La terapia regolare con broncodilatatori a lunga durata d‘azione è p iù efficace e comoda del trattamento con broncodilatatori a breve durata d‘azione (Evi denza A). L‘aggiunta alla terapia broncodilatatrice di un trattamento regolare con glucocorticosteroidi inalatori è appropriato nei pazienti sintomatici con VEMS < 50% del predetto (Stadio III: BPCO Grave e Stadio IV: Molto Grave) e riacutizzazioni ripetute(Evi denza A). Il trattamento cronico con corticosteroidi sistemici dovrebbe essere evitato a causa di un rapporto costo beneficio sfavorevole (Evi denza A). Il vaccino anti-influenzale riduce l‘incidenza di malattie grav i (Evi denza A). Il vaccino polisaccarid ico anti-pneumococcico è raccomandato nei pazienti con BPCO dell‘età d i 65 anni o più anziani e nei soggetti di età inferio re a 65 anni con VEMS < 40% del predetto(Evi denza B). Tutti i pazienti affetti da BPCO traggono beneficio da programmi di riabilitazione di ricondizionamento fisico che mig liora la tolleran za allo sforzo, la dispnea e l‘affat icabilità (Evi denza A). L‘ossigeno-terapia a lungo termine (>15 ore al giorno) aumenta la sopravvivenza dei pazienti con insufficien za respiratoria cronica(Evi denza A). Figura 5.3-1 - Fattori che Influenzano l a Gravi tà della BPCO • Gravità dei sintomi • Gravità della limitazione al flusso aereo • Frequenza e grav ità delle riacutizzazioni • Presenza di una o più co mp lican ze • Presenza di insufficienza respiratoria • Co morbid ità • Stato di salute generale • Nu mero di farmaci per trattare la malattia La classificazione di gravità della BPCO stabile comprende, nel programma di gestione globale della malattia, una valutazione individuale della gravità e della risposta alla terapia. Il grado di limitazione al flusso aereo (Figura 1-2) rappresenta una guida generale all‘impostazione del trattamento ma la scelta della terapia è determinata principalmente dai sintomi e dal quadro clinico del paziente. La scelta dipende anche dal livello educazionale del paziente e dalla sua capacità di seguire le racco mandazioni, dall‘amb iente sociale e culturale in cui eg li vive e dalla d isponibilità di farmaci. EDUCAZIONE Sebbene l‘educazione del paziente sia considerata in generale una parte essenziale del trattamento di qualunque malattia cronica, il suo ruolo nella ges tione della BPCO è stato poco studiato. La valutazione del valore dell‘educazione nella BPCO può essere resa difficile dal tempo relativamente lungo necessario per ottenere miglioramenti nelle misure obiettive di funzionalità polmonare. L‘educazione del pa ziente da sola non migliora la capacità di esercizio o la funzione polmonare85-88 (Evi denza B) ma può giocare un ruolo nell‘au mentare le sue competenze e la capacità di gestire la malattia e lo stato di salute in generale 89 . Questi outcomes non sono tradizionalmente misurati nei trials clinici ma possono essere fondamentali nella BPCO, dove perfino gli interventi farmacologici generalmente danno solo un piccolo beneficio in termin i di funzionalità polmonare. L‘educazione del paziente riguardo alla cessazione dell‘abitudine tabagica è la misura più efficace nell‘in fluenzare la storia naturale INTRODUZIONE L‘approccio globale al trattamento della BPCO stabile dovrebbe essere caratterizzato da un progressivo 54 della malattia. La valutazione degli effetti della cessazione del fumo in uno studio multicentrico a lungo termine, indica che se si dedicano a questo obiettivo risorse e tempo sufficienti si mantengono i risultati nel 25% dei casi55 (Evi denza A). L‘educazione migliora anche la risposta dei pazienti alle riacutizzazion i90,91 (Evi denza B). La co municazione con il paziente sulle fasi terminali di malattia può aiutare la comprensione delle decisioni terapeutiche prese in queste circostanze 92 (Evi denza B ). riacutizzazion i, la gestione delle fasi terminali della malattia. (Figura 5.3 -2) L‘educazione dovrebbe essere parte degli incontri con gli operatori sanitari a partire dalla prima valutazione e proseguire ad ogni successiva visita di fo llo w-up. L‘intensità ed il contenuto di questi messaggi educazionali dovrebbero essere calib rati in base alla gravità della malattia. In pratica, il paziente pone spesso una serie di quesiti al med ico ( Figura 5.33). E‘ di fondamentale importanza rispondervi in modo esaustivo e chiaro; dato che ciò può aiutare a rendere il trattamento più efficace. Idealmente i messaggi educazionali dovrebbero aver spazio in tutti gli aspetti della gestione della BPCO ed in molt i contesti clinici: colloqui con il curante o altri operatori sanitari, interventi di cura domiciliare o nella fase di dimissione, interventi globali di riabilitazione polmonare. Figura 5.3-2 – Aree dell’Educazi one del Paziente Per tutti i pazienti: • In formazioni e consigli per ridurre i fattori di rischio Per i pazienti in stadio da I: BPCO lieve a III:BPC O grave Argomenti di cui sopra, più: • In formazioni relative alla natura della malattia • Istruzioni su come utilizzare i farmaci inalatori ed altri trattamenti • Riconoscimento e trattamento delle riacutizzazioni • St rategie per ridurre al minimo la dispnea Obietti vi e strategie educazionali È d i fondamentale impo rtanza per i pazienti con BPCO comprendere la natura della loro malatt ia, i fattori d i rischio in grado di favorirne la progressione, il loro ruolo e quello degli operatori sanitari nel raggiungere una gestione ottimale e gli outcomes di salute. Gli interventi educazionali dovrebbero essere adattati alle necessità ed all‘amb iente del paziente, interattivi, diretti a migliorare la qualità di vita, semplici da seguire, pratici ed appropriati al livello culturale e sociale del paziente e di coloro che lo assistono. Stadio IV: BPC O molto grave. Argomenti di cui sopra, più: • In formazioni relative alle co mplicanze • In formazioni relative alla ossigenoterapia •Istruzioni per il prossimo futuro e decisioni sulla fase terminale Nella gestione della BPCO una comunicazione aperta fra paziente e medico è essenziale. Oltre ad essere empatici, attenti e co municativ i, g li operatori sanitar i dovrebbero prestare attenzione alle paure ed alle apprensioni del paziente, focalizzarsi sugli obiettivi educazionali, adattare le terapie al singolo individuo, anticipare gli effetti del declino funzionale ed ottimizzare le ab ilità pratiche del paziente. Figura 5.3-3 – Esempi di Domande del paziente • Cos‘è la BPCO? • Quali sono le cause della BPCO? • In che modo ne sarò influenzato? • Può essere trattata? • Che succede se la malattia peggiora? • Che succede se devo farmi ricoverare? •Co me saprò avrò bisogno di ossigenoterapia domiciliare? • E se non volessi essere ricoverato in terapia intensiva per la ventilazione meccanica? Diverse specifiche strategie di educazione si sono dimostrate efficaci nel migliorare l‘aderen za al trattamento ed ai regimi di gestione della malattia. Nella BPCO l‘aderen za non è riferita soltanto semplicemente al fatto che il paziente assuma o meno correttamente la terapia. Essa riguarda anche una serie di interventi non farmacologici, quali il mantenimento di un programma di esercizio dopo la riabilitazione polmonare, la cessazione del fumo ed il suo mantenimento e l‘uso corretto dei devices (nebulizzatori, distanziatori ed erogatori di ossigeno). Le risposte a queste domande possono essere ricavate da questo documento e dipendono dalle condizioni locali. In tutti i casi é comunque importante che le risposte siano chiare e la terminologia comprensibile al paziente. Elementi di un programma d’educazione Le aree che rappresentano l‘oggetto più appropriato di un programma educazionale sono: la cessazione del fumo, le informazioni d i base riguardo alla BPCO ed alla sua fisiopatologia, l‘approccio generale al trattamento ed aspetti specifici della terap ia, la capacità di autogestione del paziente, le strategie per ridurre al minimo la dispnea, i consigli su quando chiedere aiuto, l‘autogestione ed i processi decisionali nelle Vi sono diversi tipi di programmi educazionali: dalla semplice distribuzione di materiale cartaceo, a sessioni d‘insegnamento per fornire informazioni sulla BPCO, a workshop per preparare i pazienti su tematiche specifiche (ad esemp io: auto-gestione). In generale gli approcci individuali ai problemi med ici sono stati piuttosto deludenti93 . Comunque i pazienti reclutati in un programma educazionale globale in Canada sono 55 stati significativamente meno soggetti alle riacutizzazion i ed alle ospedalizzazioni ed hanno usato meno risorse sanitarie94 . Tali incoraggianti risultati richiedono conferma in altri sistemi sanitari e gruppi d i pazienti. farmaci disponibili al mo mento attuale si è dimostrato in grado di modificare il declino a lungo termine della funzionalità polmonare, che rappresenta il tratto caratteristico della BPCO55, 98-100 (Evi denza A). Ciò comunque non dovrebbe precludere ogni sforzo nell‘imp iegare i farmaci al fine d i gestire i sintomi. Essendo la BPCO generalmente progressiva, le indicazioni al trattamento farmacologico seguono i seguenti principi generali: Sebbene il materiale cartaceo possa essere utile in aggiunta ad altri messaggi educazionali, la sola diffusione erogativa di informazioni affidata a tale mezzo non migliora le co mpetenze né gli outcomes di salute. L‘educazione è più efficace quando è interattiva e condotta su piccoli gruppi88 (Evi denza B ), concepita per migliorare sia le conoscenze che le abilità. Gli approcci comportamentali co me la terap ia cognitiva e quella co mportamentale portano ad una capacità di autotrattamento più efficace ed alla partecipazione mantenuta nel tempo ai programmi di esercizio. Il trattamento tende ad essere cumulativo aumentando il numero di farmaci in terapia man mano che la malattia peggiora. E‘ necessario mantenere un trattamento regolare allo stesso livello per lunghi periodi di tempo fino a quando non compaiano effetti co llaterali o la malattia non peggiori. Rapporto costo-efficaci a dei programmi educazi onali per i pazienti affetti da B PCO Il rapporto costo-efficacia dei progra mmi educazionali per i pazienti affetti da BPCO dipende fortemente da fattori locali che influenzano il costo dell‘accesso ai servizi sanitari; tale contesto varia sostanzialmente da Paese e Paese. In un‘analisi del rapporto costo-beneficio di programmi educazionali volti ai pazienti ricoverati95 la somministrazione di un pacchetto educativo è risultata efficace nell‘au mentare la conoscenza della malattia e nel ridurre l‘uso di risorse sanitarie, inclusi il numero dei ricoveri ospedalieri e le consultazioni del med ico di famiglia. Tali programmi educazionali coinvolgevano la preparazione dei pazienti finalizzata a migliorare la conoscenza della malattia, dell‘uso dei farmaci, delle precauzioni nei confronti delle riacutizzazion i, delle tecniche di misurazione del picco di flusso espiratorio. Tuttavia lo studio era stato condotto su un gruppo eterogeneo di pazienti, di cui il 65% fu matori e l‘88% ritenuti avere una componente asmatica. I risultati non possono essere quindi automaticamente trasferiti ad una popolazione di BPCO ―puri‖. In uno studio su pazienti ambu latoriali con BPCO da lieve a moderata, un programma educazionale consistente in una sessione di gruppo di 4 ore seguita da una o due sessioni individuali con un infermiere ed un fisioterapista, si è dimostrato efficace nel migliorare gli outcomes relativi ai pazienti e nel ridurre i costi in un follow-up di 12 mesi96 . La risposta al trattamento e gli effetti co llaterali variano da individuo ad individuo. E‘ necessario un monitoraggio attento per un periodo sufficiente ad assicurare che lo specifico risultato atteso dall‘introduzione di un farmaco sia stato raggiunto senza un prezzo inaccettabile per il paziente. L'effetto della terapia, nella BPCO, si verifica più precocemente di quanto si pensasse dopo trattamento con broncodilatatori e con glucocorticosteroidi inalatori101 , al momento tuttavia non è possibile prevedere se il trattamento ridurrà o no le riacutizzazioni. I farmaci vengono presentati nell‘ ordine in cui normalmente sono introdotti in terapia, in base al livello di gravità di malattia e dei sintomi. Tuttavia, ogni regime terapeutico deve essere personalizzato, giacché la relazione fra la gravità dei sintomi e la grav ità della limitazione al flusso aereo è influenzata da altri fattori, come la frequenza e la gravità delle riacutizzazioni, la presenza di una o più co mplicanze, di insufficien za respiratoria, di co morbid ità (malattie card iovascolari, disturbi del sonno, ecc.) e lo stato di salute generale. Le classi di farmaci ut ilizzate comunemente nel trattamento della BPCO sono mostrate in figura 5.3-4. All‘interno di ciascuna classe la scelta dipende dalla disponibilità del farmaco e dalla risposta del paziente. Sebbene uno stile di vita salutare sia importante e debba essere incoraggiato, sono necessari studi ulteriori per identificare i co mponenti specifici dei programmi d i autogestione che siano veramente efficaci97 . Broncodilatatori I farmaci che aumentano il VEM S o modificano altri parametri spiro metrici, di solito agendo sul tono della muscolatura liscia bronchiale sono denominati broncodilatatori102 , poiché il miglioramento del flusso espiratorio è riconducibile alla dilatazione delle v ie aeree piuttosto che a modificazioni del ritorno elastico polmonare. Questi farmaci mig liorano lo svuotamento dei polmoni, tendono a ridurre l‘iperinflazione dinamica a riposo e durante lo sforzo 103 , e mig lio rano la performance durante l‘esercizio. TERAPIA FARMACOLOGICA Generalità sui farmaci La terapia farmacologica è volta a prevenire ed a gestire i sintomi, a ridurre la frequenza e la gravità delle riacutizzazion i, a migliorare lo stato di salute ed ad aumentare la tolleranza all‘esercizio. Nessuno dei 56 Figura 5.3-4- Farmaci comunemente utilizzati nel trattamento della BPCO Farmaco a Inalatorie Soluzioni per Orale predosato Nebulizzatori (mcg) (mg/ml) -agonisti: 2 A bre ve durata d’azione Fenoterolo 100, 200 (MDI) Levalbuterolo Salbutamolo (Albuterolo) b 45-90 (MDI) 100, 200 (MDI & DPI) Terbutalina 400, 500 (DPI) A lunga durata d’azione Formoterolo Arformoterolo Salmeterolo Anticolinergici A bre ve durata d’azione Ipratropio bromuro 0.1 0.21,0.42 Fiale per iniezione (mg) 0.5 mg/ml (sciroppo) 4-6 6-8 5 2, 5 mg (compresse) 0.024 mg/ml (sciroppo) 0.1, 0.5 4-6 - 2.5, 5 (compresse) 0.2, 0.25 4-6 4.5, 12 (MDI& DPI) 12+ 12+ 0.0075 25, 50 (MDI& DPI) 20, 40 (MDI) Durata d’azione (ore) 12+ 0.25-0.5 6-8 1.5 7-9 Oxitropio bromuro A lunga durata d’azione Tiotropio 18 (DPI) Combinazione di -agonisti a breve durata d’azione e anticolinergici in un unico inalatore 2 Fenoterolo/Ipratropio 100/40,200/80 (MDI) 1.25/0.5 Salbutamolo/Ipratropio 75/15 (MDI) 0.75/4.5 Metixantine 200, 600 mg Aminofillina (compresse) 100, 200, 400, 600 Teofillina (LR) mg (compresse) Glucocorticosteroidi inalatori 50, 100, 400 Beclometasone (MDI & DPI) 0.2, 0.4 100, 200, 400 Budesonide (DPI) 0.2, 0.25, 0.5 250 Flunisolide (MDI) 0.5, 1 50, 100, 250, 500 Fluticasone (MDI & DPI) 100 Triamcinolone (MPI) 40 24+ 6-8 6-8 Variabile, fino 24 ore 240 Variabile, fino 24 ore 40 -agonisti a lunga durata d’azione e glucocorticosteroidi in un unico inalatore 2 Formoterolo/Budesonide 4.5/160, 9/320 (DPI) Salmeterolo/Fluticasone 50/100, 250, 500 (DPI) 25/50, 125, 250 (MDI) Glucocorticoidi sistemici Combinazione di Prednisone Metil-prednisolone 5, 25, 60 mg (compresse) 4, 8, 16 mg (compresse) MDI== metered dose inhaler; DPI= dry powder inhaler; LR= lento rilascio a: Non tutte le specialità medicinali sono disponibili in tu tti i Paesi b: Le specialità medicinali scritte fra parentesi fanno riferimento a prodotti disponibili in Nord America 57 Tutte le classi di broncodilatatori migliorano la tolleran za allo sforzo nella BPCO, senza necessariamente produrre camb iamenti significativ i del VEMS115-118 (Evi denza A). Il trattamento regolare con broncodilatatori a lunga durata d‘azione è più efficace e comodo di quello con broncodilatatori a breve durata d‘azione119-122 (Evi denza A). L‘entità di questi miglioramenti, specie nella malattia più avanzata, non è direttamente correlabile al miglioramento del VEMS104,105 . La broncodilatazione regolare con farmaci che agiscono principalmente sulla muscolatura liscia bronchiale non modifica il declino funzionale nello Stadio I: BPCO lieve o, per inferenza, la prognosi della malatti6 (Evi denza B ). Figura 5.3-5 I broncodilatatori nella BPCO stabile I broncodilatatori svolgono un ruolo centrale nella gestione dei sintomi La terap ia inalatoria è preferibile. La scelta fra anticolinergici, 2 –agonisti, met ilxantine e terapia di combinazione dipende dalla disponibilità dei farmaci e dalla risposta individuale del paziente in termin i d i sintomi ed effetti collaterali. Si somministrano al b isogno od in terapia regolare per prevenire o ridurre i sintomi. La terapia regolare con broncodilatatori a lunga durata d‘azione è più efficace ed comoda del trattamento con broncodilatatori a breve durata d‘azione. Co mbinare broncodilatatori d i classi diverse può migliorarne l‘efficacia e ridurre il rischio di effetti collaterali rispetto alla strategia di aumentare la dose di un singolo broncodilatatore. I broncodilatatori svolgono un ruolo centrale nella gestione dei sintomi106-101 (Evi denza A) (figura 5.3-5). Si sommin istrano al bisogno per combattere i sintomi o il loro aggravamento o in terapia regolare per prevenirli o ridurli. Gli effetti collaterali dei broncodilatatori sono prevedibili e dose-dipendenti. Essi sono meno frequenti e si risolvono più rapidamente dopo la sospensione del trattamento con la terapia inalatoria piuttosto che con quella orale. Tuttavia i pazienti con BPCO sono in genere più anziani degli asmat ici e più frequentemente affetti da comorbidità perciò il rischio di effetti collaterali è senz‘altro maggiore. Quando si sommin istra una terapia per via inalatoria è essenziale accertarsi della corretta sommin istrazione del farmaco ed addestrare il paziente alla tecnica inalatoria. La scelta del dispositivo per inalazione (device) dipende dalla disponibilità, dal costo, dalle preferen ze del med ico prescrittore e dalle abilità del paziente. I pazienti affetti da BPCO possono avere più problemi d i coordinazione e trovare p iù difficile l‘uso di un semplice inalatore predosato (pMDI: metered dose inhaler) rispetto ad un volontario sano o ad un asmatico più giovane. E‘ essenziale assicurarsi che la tecnica inalatoria sia corretta e riverificarla ad ogni v isita. L‘uso regolare di un 2 -agonista a lunga durata d‘azione120 o di un anticolinerg ico, a breve o a lunga durata d‘azione, migliora lo stato di s alute.119-121 Il trattamento con un farmaco anticolinergico a lunga durata d‘azione riduce la frequenza delle riacutizzazion i123 ed aumenta l‘efficacia della riabilitazione polmonare 124 . La teofillina è efficace nei pazienti con BPCO, ma a causa della sua potenziale tossicità, si preferiscono i broncodilatatori inalatori quando disponibili. Tutti gli studi che hanno mostrato l‘efficacia della teofillina nei pazienti con BPCO, hanno utilizzato preparazioni a lento rilascio. Sono disponibili device diversi attivati dal respiro o distanziatori per la maggior parte delle formu lazioni. Gli inalatori d i polveri secche (DPIs) possono essere più comodi, probabilmente permettono una migliore deposizione del farmaco, sebbene questo non sia stato ancora dimostrato nella BPCO. In genere, la deposizione delle particelle tende ad essere più centrale con la limitazione flusso aereo persistente e la riduzione dei flussi inspiratori caratteristiche della BCPO110,111 . I nebulizzatori per aerosol non sono raccomandati per il trattamento regolare perchè sono più costosi e richiedono una manutenzione appropriata 112 . 2 -agonisti. L‘azione principale dei 2 -agonisti è rilassamento della muscolatura liscia delle vie aeree med iante la stimolazione dei recettori β2-adrenergici, che aumenta l‘AMP ciclico e determina un antagonismo funzionale alla broncocostrizione. La sommin istrazione orale determina un esordio più lento dell‘effetto ed un maggior numero di effetti collaterali rispetto a quella inalatoria 125 (Evi denza A). Le curve dose-risposta, studiate usando il VEMS co me outcome, sono piatte per tutte le categorie di broncodilatatori106-109 . La tossicità è dose dipendente. Aumentare la dose di un 2 -agonista o di un anticolinergico d i un ordine di grandezza, specialmente quando somministrati con aerosol sembra dare un beneficio soggettivo negli episodi acuti113 . (Evi denza B) ma non sempre è utile nella malattia stabile114 (Evi denza C). Con i 2 -agonisti inalatori la broncodilatazione ha un esordio relativamente rapido, anche se probabilmente più lento nei pazienti affetti da BPCO rispetto agli asmatici. Gli effetti broncodilatatori dei 2 -agonisti a breve durata d‘azione di solito si esauriscono in 4-6 ore 126-127 (Evi denza A). Per l‘uso in singola dose al bisogno non sembrano esserci vantaggi del levalbuterolo rispetto ai broncodilatatori nebulizzat i 58 fauci. 21 giorn i d'inalazione di tiotropio, 18 μg/die in polvere, non ritardano la clearance del muco dai polmoni140 . Nonostante siano stati riportati occasionalmente disturbi prostatici, non vi sono dati che provino una vera relazione causale. Alcuni pazienti che usano l‘ipratropio riferiscono un sapore amaro e metallico. In pazienti con BPCO trattati regolarmente con ipratropio bro muro è stato osservato un inatteso, lieve incremento di eventi cardiovascolari, che necessita di ulteriore approfondimento 141 . convenzionali128 . I 2 -agonisti a lunga durata d‘azione, quali il salmetero lo ed il formotero lo, mostrano una durata di effetto di 12 ore o p iù senza perdita di efficacia durante la notte o con l‘uso regolare 129-132 (Evi denza A). Effetti collaterali. La stimolazione dei recettori 2 adrenergici può dare tachicardia sinusale a riposo ed ha la potenzialità di indurre alterazioni del rit mo cardiaco in pazienti mo lto suscettibili, sebbene ciò si verifichi mo lto raramente con la terapia inalatoria. Nei soggetti più anziani trattati con alte dosi di 2 -agonisti può comparire un tremore eccessivo che crea problemi, indipendentemente dalla modalità di somministrazione, limitando così la dose tollerata. Sebbene possa insorgere ipokaliemia, specialmente quando è associato in terapia un diuretico tiazidico 133 , e possa aumentare il consumo di ossigeno in condizioni di riposo 134 , questi effetti metabolici a differen za degli effett i broncodilatatori, sono soggetti a tachifilassi. Modeste cadute nella PO2 arteriosa insorgono dopo somministrazione di 2 agonisti sia a breve che a lunga durata d‘azione 135 , ma il significato clin ico di queste variazioni è dubbio. Nonostante le preoccupazioni sollevate alcuni anni fa, studi ulteriori, dettagliati non hanno trovato correlazioni fra l‘uso dei 2 -agonisti, e l‘accelerato declino della funzionalità respiratoria o l‘au mento della mortalità nella BPCO. E‘ riportato che l‘uso di soluzioni erogate in aerosol con maschera facciale ha indotto l‘aggravamento di quadri di glauco ma acuto, probabilmente per un effetto diretto della soluzione sull‘occhio. La clearance muco-ciliare non è influenzata da questi farmaci, così co me non aumenta la frequenza d i infezion i respiratorie. Metilxanthine. Gli effetti precisi dei derivati xantinici sono ancora oggetto di discussione. Essi possono agire come inib itori non selettivi delle fosfodiesterasi, ma è stato riportato anche che possiedono una serie di effetti non broncodilatatori, il cui significato è ancora oggetto di discussione 142-146 . Nella BPCO i dati sulla durata d‘azione delle xantine nelle preparazioni convenzionali ed in quelle a lento rilascio sono scarsi. In pazienti trattati con teofillina si sono osservati cambiamenti della fun zionalità dei muscoli inspiratori142 , ma non è chiaro se questi riflettano cambiamenti nei volu mi polmonari dinamici o un effetto primitivo sulla muscolatura (Evi denza B). Tutti gli studi che hanno mostrato l‘efficacia della teofillina nella BPCO sono stati eseguiti con preparazioni a lento rilascio. La teofillina è un farmaco efficace nella BPCO ma, data la sua potenziale tossicità vengono preferiti, quando disponibili, i broncodilatatori inalatori. Anticolinergici. Il più importante effetto dei farmaci anticolinergici, co me l‘ipratropio, l‘o xitrop io ed il tiotropio bromuro, nei pazienti con BPCO , sembra essere il blocco degli effetti dell‘acetilcolina sui recettori M3. I farmaci a breve durata d'azione attualmente in uso bloccano anche i recettori M2 e modificano la trasmissione a livello pregangliare, anche se tali effetti semb rano avere un ruolo minore nella BPCO136 . Il tiotropio, anticolinergico a lunga durata d‘azione, possiede selettività per i recettori M3 ed M1137 . Gli effetti b roncodilatatori degli anticolinergico inalatori a breve durata d‘azione persistono più a lungo di quelli dei 2 -agonisti a breve durata d‘azione, con un effetto broncodilatatore che dura generalmente fino ad 8 ore dalla loro sommin istrazione 126 (Evi denza A). Il tiotropio ha una durata d'azione superiore a 24 ore119,138,139 (Evi denza A). Sign ificativo incremento della funzione polmonare può essere raggiunto dopo la sommin istrazione di broncoldilatatori inalatori anticolinergici più simpatico mimetici persino in pazienti con BPCO d i grado moderato e severo 423 .Il trattamento con anticolinergici a lunga durata d‘ azione aumenta l‘efficacia di un trattamento riabilitativo 424. Effetti collaterali. La tossicità è dose-dipendente, e questo costituisce un problema con i derivati delle xantine poiché il loro indice terapeutico è basso e la maggior parte dei benefici co mpare solo con la sommin istrazione di dosi prossime a quelle tossiche 144, 145 (Evi denza A). Le metilxant ine sono inibitori non specifici di tutte le sottoclassi di enzimi fosfodiesterasici e ciò spiega l‘amp ia varietà degli effetti tossici. I problemi includono lo sviluppo di arit mie atriali e ventrico lari (che possono risultare fatali) attacchi epilettici, tipo ―grande male‖ (che possono comparire a prescindere da una precedente storia di epilessia). Effetti co llaterali più comun i ma meno drammatici sono la cefalea, l‘insonnia, la nausea e l‘epigastralgia, che possono insorgere anche quando la teofillina nel siero è in range. A d ifferenza delle altre classi di broncodilatatori, i derivati delle xantine sono soggetti a rischio di sovradosaggio (intenzionale o accidentale). Effetti collaterali. I farmaci anticolinergici sono scarsamente assorbiti, il che limita l‘insorgenza di effetti co llaterali sistemici impo rtanti, co me quelli che si osservano con l‘atropina. L‘uso esteso di questa classe di farmaci inalatori, a dosaggi diversi ed in contesti clin ici d iversi, ha dimostrato che essi sono molto sicuri. L‘effetto collaterale principale è la secchezza delle La teofillina, la metilxantina più frequentemente usata, è metabolizzata dal citocro mo P450. L‘eliminazione del farmaco diminuisce con l‘età. Molte altre variabili 59 Glucocorticoidi inalatori. Il trattamento regolare con corticosteroidi inalatori non modifica il declino a lungo termine del VEMS nei pazienti con BPCO98-100,161 . Tuttavia, il regolare trattamento con glucocorticosteroidi inalatori ha mostrato di ridurre la frequenza delle esacerbazioni mig lio rando così lo stato di salute 140 in pazienti sintomatici con VEMS < 50% del predetto (stadio III: BPC O Grave e Stadio IV: BPCO Molto Grave) e frequenti riacutizzazioni (per esempio, tre negli ult imi tre anni)162-165 (Evi denza A). d‘altro canto in alcuni pazienti l'interru zione del trattamento può portare alla co mparsa di riacutizzazion i166 . Il trattamento con glucocorticosteroidi inalatori au menta il rischio di polmonite e non ridurre la mortalità globale 411 . fisiologiche e mo lti farmaci modificano il metabolismo della teofillina; alcune delle interazioni potenzialmente importanti sono elencate nella Figura 5.3-6. Terapia di combinazione. Co mb inare broncodilatatori con diverso meccanismo e durata d‘azione può aumentare l‘entità della broncodilatazione, a parità o con meno effetti collaterali. Per esempio l‘associazione di un 2 -agonista a breve durata d‘azione e di un anticolinergico determina un incremento maggiore e più prolungato del VEMS rispetto a ciascuno dei due farmaci assunti singolarmente e non determina evidenza di tachifilassi dopo 90 giorni di trattamento 126,147,148 (Evi denza A). In un amp io studio, la terapia comb inata comparata con il tiotropio non ha mostrato differen ze nella frequenza delle riesacerbazioni sebbene più pazienti rando mizzat i per il trattamento combinato hanno completato lo studio 425 . Non sono ancora note la relazione dose-risposta e la sicurezza a lungo termine dei glucocorticosteroidi nella BPCO. Nei trial clinici condotti per lunghi periodi di tempo sono stati utilizzati solo dosaggi med i od elevati. Due studi hanno mostrato un‘aumentata incidenza di ecchimosi in una piccola percentuale di pazienti con BPCO98,100 . Uno studio a lungo termine non ha mostrato effetti della budesonide sulla densità ossea né sull‘incidenza di fratture 98,170 , mentre il t rattamento con triamcinolone acetonide si è dimostrato associato in un altro studio a riduzione della densità ossea161 . Nell‘as ma l‘efficacia e g li effetti collaterali dei glucocorticosteroidi inalatori dipendono dalla dose e dal tipo di farmaco. 171 E‘ verosimile che ciò sia vero anche nella BPCO ma è necessaria una conferma. Il trattamento con glucocorticosteroidi inalatori può essere consigliato a pazienti con malattia in fase più avanzata e con ripetute riacutizzazioni. L‘associazione di un 2 -agonista, di un anticolinergico e/o di teofillina può produrre un ulteriore mig lioramento del quadro funzionale respiratorio 126,146-151 e dello stato di salute126,152 . L‘au mentare il numero di farmaci d i solito comporta un aumento dei costi ed un beneficio equivalente si può ottenere aumentando la dose di un singolo broncodilatatore, quando gli effetti collaterali non rappresentino un fattore limitante. Non sono state condotte valutazioni dettagliate di questo approccio. Figura 5.3-6 - Farmaci e Condizi oni Fisiologiche che Interferiscono con il Metabolismo della Teofillina nella BPCO Aumento • Fu mo d i tabacco • Farmaci anticonvulsivanti • Rifamp icina • Alcool Dimi nuzione • Età avanzata • Ipossiemia arteriosa (PaO2 < 6.0 kPa, 45 mmHg ) • Acidosi respiratoria • Sco mpenso cardiaco congestizio • Cirrosi epatica • Eritro micina • Chinolonici • Cimetid ina (non ranit idina) • In fezioni v irali • Rimedi erboristici (St. John‘s Wort) Terapi a combi nata di glucocorticosteroi di inalatori e broncodil atatori: La co mbinazione di un glucocorticosteroide inalatorio con un ß2 -agonista a lunga durata d‘azione è più efficace del trattamento con i singoli co mponenti nel ridurre le riacutizzazion i , nel migliorare la funzione polmonare e lo stato di salute 162,164,165,168,169,411.422 (Evi denza A). La terapia di comb inazione aumenta il rischio di polmonite ed un amp io studio clinico prospettico non è riuscito a dimostrare gli effetti statisticamente significativ i sulla mortalità411 . Glucocorticosteroidi orali – Trattamento a breve termine. Molte linee guida sulla BPCO racco mandano l‘uso di un breve ciclo (2 settimane) di glucocorticosteroidi orali per identificare quei soggetti che possono beneficiare di un trattamento a lungo termine con tali farmaci sommin istrati per via orale od inalatoria. Questa raccomandazione si basa sull‘ev idenza 153 che gli effetti a breve termine predicono quelli a lungo termine dei glucocorticosteroidi orali sul VEMS e che i pazienti asmatici con limitazione al flusso aereo possono non rispondere in acuto ad un broncodilatatore inalatorio ma Gl ucocorticosteroi di Gli effetti dei glucocorticosteroidi, orali o inalatori, sono molto meno spiccati nella BPCO che nell‘asma ed il loro ruolo nella BPCO stabile è limitato a specifiche indicazioni. L‘utilizzo dei glucocorticosteroidi per il trattamento delle riacutizzazioni acute della malattia viene descritto nel Paragrafo 4: Gestione delle riacutizzazioni. 60 hanno una risposta significativa dopo un breve ciclo di glucocorticosteroidi orali. Un effetto collaterale del trattamento a lungo termine con corticosteroidi per via sistemica è la miopatia da steroidi156-158 , che contribuisce alla debolezza muscolare, alla ridu zione della funzionalità ed all‘insufficien za respiratoria nei soggetti con BPCO avanzata. A causa della ben nota tossicità del trattamento a lungo termine con glucocorticosteroidi orali, gli studi prospettici sugli effetti a lungo termine di questi farmaci nella BPCO sono limitati 159,160 . Vi sono tuttavia crescenti evidenze che nella BPCO un breve ciclo di terap ia con glucocorticoidi orali abbia un valore scarsamente predittivo della risposta a lungo termine ai glucocorticosteroidi per via inalatoria 38-100 . Per questa ragione, non ci sono evidenze sufficienti per consigliare un ciclo di glucocorticosteroidi orali in pazienti con BPCO allo Stadio II: BPC O Moderata, allo Stadio III: BPCO Grave od allo Stadio IV: BPCO Molto Grave e scarsa risposta al broncodilatatore inalatorio. Pertanto sulla base della mancanza di evidenze relative all‘efficacia e d‘altro canto del gran numero di evidenze di effetti collaterali, non è raccomandabile il trattamento a lungo termine con i glucocorticosteroidi orali nella BPCO (Evi denza A). Glucocorticoidi orali – Trattamento a lungo termine. Due studi retrospettivi154,155 hanno analizzato le variazioni del VEMS dopo trattamento a lungo termine con corticosteroidi per via orale in pazienti con BPCO di grado da moderato a mo lto grave. La natura retrospettiva degli studi, la mancanza di veri gruppi di controllo ed il loro basarsi su una definizione imprecisa di BPCO, invitano ad una interpretazione cauta dei dati e delle conclusioni. Figura 5.3-7. Terapia della BPCO ad ogni stadio I: Lieve II: Moderata III: Grave IV: Molto Grave VEMS/CVF < 0.70 VEMS < 30% VEMS/CVF < 0.70 VEMS/CVF < 0.70 VEMS > 80% 50% < VEMS < 80% del predetto VEMS/CVF < 0.70 30% < VEMS < 50% del predetto del predetto del predetto o VEMS < 50% del predetto pi ù insufficienza respiratoria cronica Riduzione attiv a dei fattori di rischio ; vaccinazione antininfluenzale Aggiungere broncodilatatori a breve durata d’azione (quando necessario) Aggiungere un trattamento regolare con uno o più broncodilatatori a lunga durata d’azione (quando necessario); Aggiungere riabilitazione Aggiungere glucocorticosteroidi inalatori in caso di ripetute riacutizzazzioni Aggiungere ossigenoterapia a lungo termine in caso di insufficienza respiratoria . Prendere in considerazione la terapia chirurgica * Per la di agnosi e la valutazi one di gravi tà della BPCO si raccomanda l’uso del VEMS post-broncodil atatore Terapia farmacologica basata sulla gravità della malattia. 61 raccomandato l‘imp iego di vaccini contenenti virus uccisi o attenuati175 , più efficaci nei pazienti più anzian i con BPCO176 . I ceppi sono modificati ogni anno, la sommin istrazione dovrebbe avvenire una volta all‘anno 177 . Il vaccino polisaccaridico antipneumococcico è raccomandato nei pazienti con BPCO dell‘età di 65 anni più anziani178,179 ; riduce l‘incidenza delle polmonit i acquisite in co munità nei soggetti di età inferiore a 65 anni con VEM S<40% del predetto 180 (Evi denza B ). La Figura 5.3-7 fornisce una sintesi dei trattamenti raccomandati in ogni stadio della BPCO. Per i pazienti con pochi sintomi o sintomi intermittenti (Stadio I: BPCO lieve) è sufficiente una terapia al bisogno con un broncodilatatore a breve durata d‘azione per controllare la dispnea. Se non sono disponibili broncodilatatori per via inalatoria, è opportuno considerare un trattamento regolare con teofillina a lento rilascio. Per i pazienti con malattia da Stadio II: BPCO Moderata a Stadio IV: BPCO Molto Grave, la cui dispnea durante le attività giornaliere non è alleviata dal trattamento al bisogno con broncodilatatori a breve durata d‘azione, è racco mandata la sommin istrazione regolare di b roncodilatatori inalatori a lunga durata d‘azione (Evi denza A). La terapia regolare con broncodilatatori a lunga durata d‘azione è più efficace e comoda del trattamento con broncodilatatori a breve durata d‘azione. (Evi denza A). Non ci sono evidenze sufficienti a favore d i un broncodilatatore a lunga durata d‘azione rispetto agli alt ri. Nei pazienti in terapia regolare con broncodilatatori a lunga durata d‘azione che richiedono un maggiore controllo dei sinto mi, l‘aggiunta di teofillina può portare benefici ulteriori (Evi denza B ). Terapia sostitutiva con alfa 1 -antitripsina I pazienti giovani con deficit severo ereditario di alfa 1 -antitripsina ed enfisema accertato possono essere candidati alla terapia sostitutiva. Questa è tuttavia molto costosa, non è disponibile in mo lti Paesi e non è indicata nei pazienti in cui la malattia non sia correlata ad un deficit di alfa 1 antitripsina (Evi denza C). Antibiotici. L‘uso preventivo continuo di antibiotici non ha mostrato effetti sulla frequenza delle riacutizzazion i181-183 ed uno studio che ha valutato l‘efficacia della chemioprofilassi invernale per un periodo di cinque anni non ha dimostrato nessun beneficio 184 . Non vi è al mo mento nessuna evidenza che l‘imp iego degli antibiotici sia di utilità al di fuori delle riacutizzazion i su base infettiva e di altre infezioni batteriche185, 186 (Evi denza A). I pazienti con malattia da Stadio II: BPCO Moderata a Stadio IV: BPCO Molto Grave che assumono regolarmente terapia con broncodilatatori a breve o a lunga durata d‘azione, possono anche utilizzare broncodilatatori a breve durata d‘azione al bisogno. Alcuni pazienti possono richiedere un trattamento regolare con alte dosi di broncodilatatori erogati con nebulizzatore, specie se hanno avuto benefici soggettivi da tale terapia durante una riacutizzazione. Non sono disponibili tuttavia evidenze scientifiche chiare per questo approccio ma un suggerimento è quello di esaminare le variazion i del picco di flusso espiratorio med io giornaliero registrato per 2 settimane d i trattamento a domicilio continuando con la terapia aerosolica se si osservano variazioni s ignificative112 . In generale, nel paziente stabile non è necessaria tale terapia, a meno che non si sia dimostrata più efficace di quella con gli inalatori predosati convenzionali. Farmaci Mucolitici (Mucocinetici, Mucoregolatori) (ambro xo l, erdosteina, carbocisteina, glicerolo iodato). L‘uso regolare di mucolitici è stato valutato in numerosi studi a lungo termine che hanno dato risultati contrastanti187-189 . Sebbene alcuni pazienti con escreato mo lto denso possano trarre beneficio dall‘uso di mucolitici190,191 il vantaggio complessivo è minimo e pertanto il loro largo imp iego non è raccomandato (Evi denza D). Agenti antiossidanti Gli antiossidanti, in particolare la N-acetilcisteina, hanno dimostrato, in un nu mero limitato di studi, di ridurre la frequenza delle riacutizzazion i facendo prefigurare un ruolo di questi farmaci nel trattamento dei pazienti con riacutizzazioni frequenti192-195 (Evi denza B). Tuttavia un trial randomizzato controllato non ha dimostrato effetti dell‘N-acetilcisteina sulla frequenza delle riacutizzazion i ad eccezione dei pazienti non trattati con steroidi inalatori196 . Nei pazienti con VEM S post-broncodilatatore <50 % del predetto (Stadio III: BPCO Grave e Stadio IV: BPCO Molto Grave) ed una storia di ripetute riacutizzazion i (per esempio 3 negli u ltimi 3 anni) il trattamento regolare con glucocorticosteroidi inalatori riduce la frequenza delle riacutizzazioni e migliora lo stato di salute. In questi pazienti tale terapia dovrebbe essere aggiunta al trattamento regolare con broncodilatatori inalatori. Il t rattamento cronico con glucocorticosteroidi orali dovrebbe essere evitato. Immunoregolatori (Immunostimolanti,Immunomodulatori): Studi con un farmaco immunoregolatore hanno mostrato una riduzione della gravità e della frequenza delle riacutizzazioni197,198 . Ciononostante sono necessari ulteriori studi sugli effetti a lungo termine di questa terapia prima di racco mandarne un uso regolare 199 . Altre terapie farmacologiche Vaccini. Il vaccino anti-influenzale riduce l‘incidenza di malattie gravi172 e la mortalità nei pazienti affetti da BPCO nella misura del 50% 173,174 . (Evi denza A). E‘ Antitussivi Nonostante la tosse sia talvolta un sintomo fastidioso, ha un significativo protettivo200 . Per questo 62 l‘uso regolare di antitussivi non è raccomandato nella BPCO stabile (Evi denza D). riabilitazione polmonare è stato redatto da ATS/ERS. 209 . Vasodilatatori L‘osservazione che l‘ipertensione polmonare nella BPCO è associata a cattiva prognosi ha indotto molti tentativi di ridurre il post-carico ventricolare destro, aumentare la gittata cardiaca e migliorare il rilascio di ossigeno e l‘ossigenazione tissutale. Sono state sperimentate molte molecole, compreso l‘ossido nitrico, ma i risultati sono stati uniformemente deludenti. Nei pazienti con BPCO, nei quali l‘ipossiemia è essenzialmente determinata da un‘alterazione del rapporto ventilazione/perfusione, piuttosto che da un aumento degli shunt intrapolmonari (come avviene nell‘edema polmonare non cardiogeno), l‘inalazione di ossido nitrico può peggiorare lo scambio dei gas a causa di un‘alterazione del meccanismo di regolazione ipossica del rapporto ventilazione/ perfusione201,202 . Perciò, basandosi sulle evidenze disponibili, la somministrazione di ossido nitrico in pazienti con BPCO stabile è controindicata. La riabilitazione polmonare è stata valutata in un ampio numero di trial clin ici; i vari vantaggi sono sintetizzat i nella Figura 5.3 -10 89,210-220 . In media la riabilitazione aumenta il picco del carico di lavoro del 18%, quello del consumo d'ossigeno dell‘11% ed il tempo di endurance dell'87% rispetto al basale. Ciò si traduce in un aumento di 49 mt della d istanza percorsa nel test del cammino (6 minutes walking test) 221 . La riabilitazione mostra almeno effetti addittiv i con altre forme d i trattamento quali la terapia con broncodilatatori124 . Selezione dei pazienti e Programma. Sebbene siano necessarie maggiori conoscenze relative ai criteri di selezione dei pazienti da sottoporre a programmi d i riabilitazione polmonare, i pazienti con BPCO in tutti gli stadi semb rano beneficiarne, i programmi d i allenamento all‘esercizio migliorano la tolleran za allo sforzo, la d ispnea e l‘affat icabilità 222 (Evi denza A). I dati suggeriscono che questi vantaggi possono essere mantenuti anche dopo un singolo ciclo di riabilitazione 223-225 . Narcotici (morfina) La somministrazione per via orale o parenterale di oppioidi è efficace nel trattamento della dispnea nei pazienti con BPCO con malattia avanzata. Ci sono dati insufficienti per concludere se gli oppioid i per via inalatoria siano efficaci203 . Tuttavia alcuni studi clin ici suggeriscono che la mo rfina, usata per controllare la dispnea può avere gravi effetti collaterali ed i benefici potrebbero essere limitati solo a pochi soggetti sensibili204-208 . Figura 5.3-9. Ciclo delle conseguenze fisiche, sociali e psicosociali della BPCO Perd ita dell‘attività fisica Altri. Il nedocromile, gli antileukotrieni ed i metodi di cura alternativi (per esempio rimedi erboristici, l‘agopuntura e l‘o meopatia) non sono stati adeguatamente sperimentati in soggetti con BPCO ed il loro utilizzo non può pertanto essere al mo mento raccomandato. BPCO Dispnea Depressione Immobilità Isolamento sociale TERAPIA NON FARMACOLOGICA Figura 5.3-10 - Effetti positivi della Riab ilitazione Respiratoria nella BPCO Riabilitazione Gli obiettivi principali della riab ilitazione sono la riduzione dei sinto mi, il mig lioramento della qualità della vita e l‘au mento della partecipazione fisica e psichica alle attiv ità quotidiane. Per realizzare tali obiettivi, la riab ilitazione polmonare è diretta ad una serie di problemi di ambito non respiratorio, che non possono essere trattati adeguatamente con la terapia med ica. Questi problemi, che interessano soprattutto soggetti con malattia in Stadio II: BPCO Moderata, in Stadio III: BPCO Grave ed in stadio IV: BPCO Molto Grave, co mprendono il decondizionamento all‘esercizio fisico, l‘isolamento sociale, le alterazioni dell‘u more (in particolare la depressione), il deterioramento muscolare ed il calo ponderale. Questi aspetti mostrano interazioni complesse ed il mig lioramento di uno di essi può, nella BPCO, interro mpere un ―circolo vizioso‖ con tutta una serie di conseguenze positive nella gestione della malattia (Figura 5.3-9). Uno statement globale sulla • Migliora la tolleranza all‘esercizio fisico (Evidenza A) • Riduce la percezione della dispnea (Evidenza A) • Migliora la qualità della vita in relazione allo stato di salute (Evidenza A) • Riduce il numero delle ospedalizzazioni e i giorni di degenza ospedaliera (Evidenza A) • Riduce l‘ansia e la depressione associate alla BPCO (Evidenza A) • L‘allenamento alla forza ed all‘endurance degli arti superiori migliora la funzione delle braccia (Evidenza B) • I benefici si protraggono ben oltre l‘immediato periodo di allenamento (Evidenza B). • Aumenta la sopravvivenza (Evidenza B) • L‘allenamento dei muscoli respiratori ha effetti vantaggiosi, specialmente quando è associato ad allenamento ed esercizio fisico generale (Evidenza C) • Importante risulta il supporto psicosociale (Evidenza C ) I risultati ottenuti diminuiscono dopo la cessazione della riabilitazione ma, se il paziente continua l‘allenamento a domicilio, il suo stato di salute rimarrà ad un livello 63 superiore a quello pre-riab ilitazione (Evi denza B ). A tutt‘oggi non vi è accordo sul fatto che ripetuti cicli di riabilitazione permettano ai pazienti d i mantenere i risultati ottenuti nel ciclo iniziale. (come il test del cammino, 6-minutes walking test). Questi esami richiedono almeno una prova pratica prima di poter interpretare correttamente i risultati. Gli ―shuttle walking test‖ rappresentano un buon compro messo, in quanto forniscono informazioni più complete rispetto al test del cammino ma sono più semplici da eseguire rispetto al test con tapis roulant 228 . Idealmente la riabilitazione polmonare dovrebbe coinvolgere diverse figure professionali. Benefici significativ i possono essere ottenuti anche con un minor numero di personale, purché i pro fessionisti siano consapevoli dei bisogni di ciascun individuo. Risultati positivi sono stati ottenuti in vari programmi d i riabilitazione condotti su pazienti ricoverati, ambulatoriali e do miciliari214, 215, 226 . Le considerazioni relative ai costi ed alle risorse determinano più spesso la scelta dell‘ambito riabilitativo. Le fasi di educazione e di allenamento all‘esercizio sono normalmente condotte in gruppi, d i solito di 6 o 8 persone (Evi denza D). Le sedute possono essere giornaliere o settimanali, di durata compresa fra 10 e 45 minuti per sessione, di intensità dal 50% del consumo massimo di ossigeno (VO2 max) al massimo tollerato 229 . La durata ottimale di un programma di esercizio non è stata valutata in trials randomizzat i e controllati, ma la maggioranza degli studi che prevedono meno di 28 sedute danno risultati inferiori rispetto ai trattamenti più prolungati221 . In pratica la durata dipende dalle risorse disponibili e varia dalle 4 alle 10 settimane, con i programmi di durata maggiore che danno risultati migliori213 . I seguenti punti sintetizzano le conoscenze attuali relative alla selezione dei pazienti: I partecipanti sono spesso stimolat i a raggiungere una frequenza cardiaca predeterminata 230 ma questo obiettivo può avere dei limit i nella BPCO. In molt i programmi, in particolare quelli che usano semplici esercizi di marcia in un corridoio, il paziente viene invitato a camminare fino al limite massimo consentito dai sintomi, successivamente a riposarsi e quindi riprendere a camminare sino a comp letare 20 minuti d i esercizio. Quando possibile si preferiscono esercizi di endurance fino al 60-80% del carico massimo sopportato dal paziente prima che co mpaiano i sinto mi. L'allenamento alla endurance si ottiene con programmi d‘esercizio continuativo o ad intervalli. Questi ultimi sono costituiti da esercizi ad alta intensità ma divisi in periodi di tempo più brevi, in cui il paziente esegue lo stesso lavoro totale, sono utili quando la performance è limitata dalla presenza di co mo rbidità 231,232 . L'uso di un semplice tutore mobile per la deambulazione sembra aumentare la distanza percorribile e ridurre la dispnea i pazienti disabilità grave 233-235 (Evi dence C). Altri approcci per mig lio rare i risultati, co me la sommin istrazione di ossigeno durante l'esercizio 236 , la sommin istrazione di miscele di elio 237 , lo scaricamento dei muscoli respiratori durante l‘allenamento o l'adozione da parte del paziente di un respiro a labbra socchiuse, rimangono al mo mento sperimentali. I benefici degli esercizi specifici finalizzati all‘au mento della forza rimangono indefiniti co me quelli della sommin istrazione di steroidi anabolizzanti e della stimolazione elettrica neuro muscolare. Stato funzionale. Si sono ottenuti risultati in pazienti con diversi tipi e gradi di invalidità, sebbene sembra improbabile che i pazienti costretti su una sedia rispondano perfino a programmi di visita domiciliare227 (Evi denza A). Severità della dispnea. La stratificazione in base all‘entità della dispnea, misurata con il questionario MRC (Tabella 5.1-3 ), può essere utile nel selezionare i pazienti che più probabilmente trarrebbero beneficio dalla riabilitazione. Quelli con dispnea di grado 5 secondo l‘MRC possono non avere benefici227 (Evi denza B ). Motivazione La scelta di soggetti molto motivati è importante, in part icolare nel caso di programmi rivolt i a pazienti ambulatoriali224 . Stato di fu matore. Non vi sono evidenze che i fu matori rispondano peggio dei non fumatori, ma molt i medici sono convinti che l‘inclusione di un fumatore in un programma di riabilitazione dovrebbe essere condizionato dalla sua partecipazione ad un programma di disassuefazione dal fu mo. A lcuni dati indicano che è meno probabile che coloro che continuano a fumare complet ino i programmi di riab ilitazione polmonare rispetto a chi smette 224 (Evi denza B). Componenti dei programmi di riabilitazione polmonare Le componenti di un intervento riab ilitativo variano amp iamente fra i diversi programmi ma un approccio globale dovrebbe includere: l‘allenamento all‘esercizio, consigli nutrizionali ed educazione. La durata min ima d i un programma riabilitativo efficace è di sei settimane; maggio re è la durata, migliori saranno i risultati (Evi denza B) 238-240 . Non sono stati tuttavia ancora sviluppati programmi per mantenere i risultati nel tempo 241 . Molti med ici consigliano ai pazienti che non sono in grado di partecipare a programmi strutturati, di fare esercizio per conto loro (per esempio, camminando per 20 minuti al g iorno). I vantaggi di questi consigli non sono stati analizzat i ma è Esercizio fisico La tolleranza all‘esercizio può essere valutata con il cicloergo metro o il tapis roulant, med iante la rilevazione di parametri fisiologici fra i quali il consumo massimo di ossigeno, la frequenza cardiaca massima ed il massimo lavoro eseguito. Un approccio meno complicato è rappresentato dall‘utilizzo di un test di marcia autorit mata di durata prestabilita 64 ragionevole fornirli quando non siano disponibili programmi formali. Educazione La maggio r parte dei programmi d i riabilitazione comprende una componente educazionale ma i contributi specifici di questa nei risultati finali non sono chiari. Alcuni programmi co mprendono anche esercizi per gli arti superiori, che di solito si avvalgono di un ergometro adatto o di un allenamento di resistenza con pesi. Non sono disponibili studi clinici randomizzat i che sostengano l‘inclusione routinaria di questi esercizi nei programmi di riabilitazione, ma essi possono essere utili in pazienti con co morbidità che impediscano l‘esecuzione di altri t ipi d i esercizi e in coloro che mostrano un‘evidente debolezza dei muscoli respiratori242, 243 . L‘aggiunta di esercizi per gli art i superiori o di altre forme di allenamento per l‘au mento della forza all‘esercizio aerobico è efficace nell‘au mentare la forza stessa ma non migliora la qualità di vita del paziente o la tolleran za all‘esercizio 244 . Valutazione e follow-up. L‘inquadramento di base e la valutazione degli outcomes in ciascun partecipante ad un programma riabilitativo dovrebbe essere finalizzato a quantificare gli obiettivi raggiunti e le aree che necessitano di ulteriori interventi. L‘inquadramento dovrebbe includere: Anamnesi dettagliata ed esame obiettivo Spiro metria prima e dopo broncodilatazione Valutazione della capacità di esercizio Misura dello stato di salute e dell‘impatto della dispnea Valutazione della forza dei muscoli inspiratori ed espiratori e degli arti inferiori (per esempio i quadricipiti) in pazienti con atrofia muscolare Consigli alimentari Nella BPCO lo stato nutrizionale è un fattore determinante dei sintomi, dell‘invalidità e della prognosi; sia il sovrappeso che il sottopeso possono rappresentare un problema. Le raccomandazioni nutrizionali specifiche si basano sull‘opinione di esperti e su trials randomizzat i di piccole dimensioni209 . Circa il 25% dei pazienti dallo Stadio II: BPCO Moderata allo Stadio IV: BPCO Molto Grave presentano riduzione dell‘indice di massa corporea (body mass index) e ridu zione di massa magra12, 245, 246 . Nei pazienti con BPCO la riduzione dell‘indice di massa corporea rappresenta un fattore di rischio indipendente di mortalità 13, 247, 248 (Evi denza A). Gli operatori sanitari dovrebbero identificare e correggere le cause della ridotta assunzione di calorie nei soggetti affetti da BPCO. I pazienti che divengono dispnoici durante i pasti, dovrebbero essere consigliati a mangiare poco e spesso. Dovrebbero essere curate le patologie odontostomatologiche e le co morbid ità (sepsi polmonare, tu mori polmonari, ecc) dovrebbero essere adeguatamente trattate. Migliorare lo stato nutrizionale dei pazienti che tendono a perdere peso, può aumentare la forza dei muscoli respiratori249-251 . E‘ tuttavia controverso se questo sforzo ulteriore sia vantaggioso nel rapporto costo-beneficio 249, 250 . I primi due interventi sono importanti per stabilire l‘idoneità e lo stato di base ma non si usano nella valutazione degli outcomes. Gli ultimi tre sono misure dello stato basale e degli outcomes. Sono attualmente disponibili d iversi questionari per valutare la qualità della vita inclusi alcuni specificamente concepiti per pazienti con patologie respiratorie (per esempio, il Chronic Respiratory Disease Questionnaire 152 , il St. George Respiratory Questionnaire256 ) e aumentano le evidenze che questi siano utili in ambito clinico. Lo stato di salute può essere valutato anche avvalendosi di questionari generici, co me il Medical Outcomes Study Short Form (SF36) 257 , che permette il confronto della qualità di vita in malattie diverse. La Hospital An xiety and Depression Scale (HA DS) è stato utilizzata per aumentare il riconoscimento e mig liorare il trattamento dei pazienti ansiosi e depressi258 . Costo economico dei programmi di riabilitazione. Uno studio canadese che ha rilevato un mig lioramento statisticamente significativo di dispnea, astenia, stato emotivo e padronanza in seguito ad un programma d i riabilitazione polmonare, ha calcolato un costo aggiuntivo di 11.597 dollari canadesi per persona 259 . Uno studio britannico ha dimostrato che un programma di riabilitazione intensiva mu ltid isciplinare (6 settimane, 18 v isite) è efficace nel ridurre l‘utilizzazione da parte dei pazienti dei servizi sanitari225 (Evi denza B). Sebbene non vi fossero differenze nel nu mero d i ricoveri fra i pazienti con BPCO invalidante del gruppo di controllo e quelli che avevano partecipato al programma d i riab ilitazione, la durata delle degenze è risultata significat ivamente più bassa nel gruppo di studio. Il gruppo sottoposto a riabilitazione aveva afferito con maggior frequenza all‘ambu latorio del med ico di base, ma aveva richiesto un numero minore di visite ambu latoriali. Il gruppo di studio ha inoltre dimostrato un aumento della tolleran za al cammino ed Le ev idenze attuali suggeriscono che la semplice supplementazione nutrizionale può non essere sufficiente. Risulta più vantaggioso associare all‘au mentata assunzione calorica l‘es ercizio fisico, che possiede un‘azione anabolizzante aspecifica , e vi sono evidenze che ciò aiuti anche nel caso di pazienti senza grave deplezione nutrizionale 252 . Supplementi nutrizionali specifici (per es. la creatina) possono migliorare la co mposizione corporea, ma prima d i raccomandarne l‘uso routinario, sono necessari ulteriori studi su un maggior nu mero d i soggetti253 . Nei pazienti con calo ponderale, gli steroidi anabolizzanti au mentano il peso corporeo ed incrementano la massa magra ma hanno poco o nessun effetto sulla capacità di esercizio 254,255 . 65 un mig lioramento della qualità della v ita generale e di quella relativa alla malattia. L'ossigeno viene comunemente somministrato med iante una maschera facciale con flussi inspiratori appropriati che variano dal 24% al 35%. La maschera facciale permette un'adeguata titolazione dell'ossigeno che è particolarmente importante nei pazienti inclin i alla ritenzione di CO2 . Tuttavia le maschere facciali si dislocano facilmente ed ostacolano l'alimentazione e la conversazione, motivo per cui mo lti pazienti preferiscono la cannula nasale. Il rilascio di ossigeno con questa via richiede la misura dei gas arteriosi per verificarne la sufficien za e può richiedere una titolazione indiv iduale. A ltri metodi, più specialistici d i sommin istrazione (per esemp io trans-tracheale) sono disponibili ma dovrebbero essere utilizzati in centri specializzati con familiarità con le loro indicazioni e possibili co mplicanze. Ossigenoterapi a L‘ossigenoterapia, una delle principali presid i non farmacologici per i pazienti in Stadio IV: BPCO Molto Grave190, 260 , può essere somministrata in tre modalità: terapia continua a lungo termine, durante l‘esercizio e per alleviare la dispnea acuta. L‘obiettivo primario è aumentare la PaO2 di base ad almeno 8.0 kPa (60 mm Hg) a livello del mare a riposo, e/o produrre una SaO2 di almeno 90%, che preserva la funzione degli organi vitali assicurando un adeguato rilascio di ossigeno. L‘ossigenoterapia a lungo termine (>15 ore al giorno) a pazienti con insufficien za respiratoria cronica ha dimostrato di incrementarne la sopravvivenza 261, 262 . Può avere effetti benefici sull‘emodinamica polmonare, sul profilo ematologico, sulla capacità di esercizio, sulla meccanica polmonare e sullo stato mentale 263 . L‘ossigeno-terapia continua ha dimostrato di ridurre la pressione arteriosa polmonare a riposo in uno s tudio 261 ma il dato non è stato confermato da un altro studio 262 . Studi prospettici hanno dimostrato che l‘effetto emodinamico principale dell‘ossigenoterapia è la prevenzione della progressione dell‘ipertensione polmonare264,265 . L‘ossigenoterapia a lungo termine migliora la vigilanza, la velocità dei mov imenti e la capacità di presa, i dati sono meno chiari riguardo alla capacità di migliorare la qualità di v ita e lo stato emotivo. La possibilità di assumere ossigeno durante la marcia può essere utile per migliorare l‘allenamento fisico ed avere un‘influenza benefica sul profilo psicologico del paziente 266 . La terapia a lungo termine si effettua mediante un concentratore di ossigeno fisso che permette al paziente, con una cannula di plastica, di usare il gas nell'amb iente casalingo e a letto. La somministrazione dovrebbe durare almeno 15 ore al giorno e preferibilmente più a lungo. Oltre ad essa, il paziente dovrebbe disporre di una scorta di ossigeno che permetta lo svolgimento delle attiv ità al d i fuori dell'ab itazione per un appropriato periodo di tempo e che permetta sforzi che non determinino una riduzione della saturazione al di sotto del 90%. Alcuni studi fisiologici hanno dimostrato che la sommin istrazione dell'ossigeno durante lo sforzo può aumentare la durata degli esercizi di endurance e/o ridurre l'entità della dispnea alla fine dello sforzo stesso 267, 268 (Evi denza A). Questoriflette la riduzione della frequenza respiratoria alla quale compare l‘iperinsufflazione dinamica, che può essere secondaria alla documentata ridu zione della rich iesta ventilatoria e dell‘attivazione dei chemocettori durante l‘esercizio con assunzione di ossigeno269,270 . Questi cambiamenti compaiono indipendentemente dal fatto che il paziente sia ipossiemico a riposo e possono tradursi in un miglioramento dello stato di salute se il trattamento viene utilizzato co me in un paziente ambulatoriale 271 . Co munque al mo mento mancano dati consistenti circa l‘uso ambulatoriale dell‘ossigeno in popolazioni d i pazienti rappresentative, anche se un piccolo trial randomizzato ha suggerito che la co mpliance non è alta272 . I pazienti devono essere incoraggiati a capire come e quando usare l‘ossigeno in ambulatorio e superare lo stato d‘ansia o di preoccupazione riguardo a questo trattamento più impegnativo. L‘ossigeno-terapia a lungo termine è generalmente introdotta nello Stadio IV: BPCO Molto Grave per pazienti che presentano: • PaO2 ≤ 7.3 kPa (55 mm Hg) o SaO2 ≤ 88%, con o senza ipercapnia (Evi denza B ); oppure • PaO2 compresa fra 7.3 kPa (55 mm Hg) e 8.0 kPa (60 mm Hg), o una SaO2 = 88%, se vi è evidenza di ipertensione polmonare, di edemi periferici che suggeriscano la presenza di scompenso cardiaco congestizio o policitemia (ematocrito > 55%) (Evi denza D). La decisione di instaurare l‘ossigenoterapia a lungo termine dovrebbe essere presa sulla base dei valori d i PaO2 durante la veglia. La prescrizione dovrebbe sempre specificare la fonte d‘erogazione dell‘ossigeno (gassoso o liquido), la modalità di erogazione, la durata della terapia, il flusso di ossigeno a riposo, durante lo sforzo, e durante il sonno. Sul sito http://www.thoracic.o rg è disponibile una revisione dettagliata degli usi dell‘oss igeno nella BPCO, degli algorit mi di valutazione e delle informazioni sui metodi di somministrazione. L‘ossigenoterapia riduce il consumo di ossigeno durante la respirazione e la ventilazione/minuto, meccan ismo che, sebbene ancora discusso, aiuta a min imizzare la sensazione di dispnea. Questa osservazione ha portato all‘utilizzo di una terapia estemporanea per controllare la dispnea grave, come quella che compare nel salire le scale. Co munque non ci sono benefici con l'uso dell'ossigenoterapia estemporanea per il sollievo 66 sintomatico prima e dopo l'esercizio 273, 274 (Evi denza B). raccomandata per il trattamento di routine dei pazienti con insufficienza respiratoria cronica da BPCO, la sua combinazione con l‘ossigenoterapia a lungo termine può essere utile in un sottogruppo di pazienti selezionati, partico larmente in quelli con ipercapnia diurna importante 285 . Considerazioni rel ati ve ai costi. L‘ossigenoterapia domiciliare rappresenta in genere la terap ia più costosa per i pazienti ambu latoriali con BPCO275 . Studi relativ i al rapporto costo/efficacia, in rela zione alle d iverse modalità di erogazione negli Stati Unit i ed in Europa, evidenziano che il concentratore di ossigeno rappresenta un mezzo p iù economico rispetto a sistemi d i erogazione in bombola 276, 277 . Terapia Chirurgica Bullectomia. La bullectomia è la più vecchia terapia chirurgica per l‘enfisema bolloso. La rimozione di una grande bolla che non contribuisce agli scambi gassosi, determina la decomp ressione del parenchima polmonare adiacente. La p rocedura può essere eseguita in corso di toracoscopia. In pazienti accuratamente selezionati, questa tecnica risulta efficace nel ridurre la dispnea e migliorare la fun zionalità respiratoria 286 (Evi denza C). Utilizzo dell’ossigeno durante i viaggi aerei. Sebbene i viaggi in aereo siano sicuri per la maggior parte dei pazienti con insufficien za respiratoria cronica in ossigenoterapia a lungo termine, essi dovrebbero essere istruiti ad au mentare il flusso di 1-2 litri al minuto durante il volo 278 . La situazione ideale sarebbe che i pazienti riuscissero a mantenere una PO2 di almeno 6.7 kPa (50 mm Hg). Alcuni studi indicano ciò si può ottenere nei pazienti con ipossiemia moderata o grave a livello del mare, con un flusso supplementare di ossigeno di 3l/ minuto con cannula nasale o con maschera di Venturi al 31% 279 .Coloro che presentano a livello del mare una PaO2 a riposo > 9.3 kPa (70 mm Hg) possono ragionevolmente volare senza ossigenoterapia 278,280 , nonostante sia importante sottolineare che una PaO2 a riposo > 9.3 kPa (70 mm Hg) a livello del mare non esclude l‘insorgenza di un‘ipossiemia grave durante il viaggio in aereo (Evi denza C). Dovrebbe essere ricercata attentamente la presenza di ogni co morbid ità che possa alterare la cessione di ossigeno ai tessuti (per esempio cardiopatie, anemia). Anche camminare nel corridoio dell‘aereo può aggravare significativamente l‘ipossiemia 281 . La rimo zione delle bolle può essere utile per curare disturbi locali quali emottisi, infezioni o dolore toracico e per consentire la riespansione di regioni polmonari compresse. Questa è l‘indicazione classica all‘intervento nei pazienti con BPCO. Nel valutare il possibile beneficio della bullecto mia è fondamentale considerare gli effetti della bolla sul polmone e la funzionalità del parenchima sano. È essenziale eseguire una TC del torace, un‘emogasanalisi arteriosa e le prove di funzionalità respiratoria comp lete prima di decidere la resezione chirurgica della bolla. Una capacità di diffusione normale o modestamente ridotta, l‘assenza di significativa ipossiemia e l‘eviden za di ipoperfusione distrettuale con buona perfusione del rimanente parenchima ind icano che il paziente beneficerà dell‘intervento chirurgico 287 . L‘ipertensione polmonare, l‘ipercapnia e l‘enfisema grave non rappresentano comunque controindicazioni assolute alla bullecto mia. Alcuni Autori ritengono che la bullecto mia debba essere eseguita solo nel caso in cui la bolla occupi oltre il 50% dell‘emitorace e determin i un evidente spostamento del polmone adiacente 288 . Ventilazi one Meccanica La ventilazione meccanica non invasiva (con ventilatori a pressione negativa o positiva) viene adesso amp iamente utilizzata per trattare le riacutizzazioni della BPCO (vedere paragrafo 4). La ventilazione a pressione negativa non è indicata per il trattamento cronico dei pazienti in Stadio VI: BPCO Molto Grave con o senza ipercapnia. In corposi trial rando mizzat i su pazienti con BPCO con insufficien za respiratoria cronica, è stato dimostrato che essa non ha effetto sulla dispnea, sulla tolleranza allo sforzo, sui gas arteriosi, sulla forza dei muscoli respiratori o sulla qualità di vita282 . Ri duzione chirurgica del volume pol monare (LVRS ) E‘ una procedura chirurgica nel corso della quale viene eseguita la resezione di parte del parenchima polmonare per ridurne l‘iperinsufflazione 289 , intervento che rende i muscoli respiratori maggiormente capaci di generare pressione, mig lio rando la loro efficien za meccanica (relazione lunghezza/tensione, curvatura del diaframma e area di apposizione) 290, 291 . Inoltre la LVRS au menta il ritorno elastico polmonare, diminuendo così il flusso espiratorio 292 . Sebbene alcuni studi preliminari suggeriscano che la combinazione della ventilazione intermittente a pressione positiva (NIPPV) con l‘ossigenoterapia a lungo termine possa mig liorare alcuni outcomes, non ci sono dati che ne supportino l‘uso nella routine 283 . Co munque, paragonata alla sola ossigenoterapia a lungo termine, l‘aggiunta della NIPPV può ridurre la ritenzione di CO2 e mig liorare la dispnea in alcuni pazienti284 . Quindi, sebbene la ventilazione intermittente a pressione positiva (NIPPV) non possa essere Un amp io studio multicentrico che ha comparato LVRS e terapia medica su 1200 pazienti ha mostrato che dopo follow-up medio di 4.3 anni i pazienti con enfisema del lobo superiore e ridotta tolleranza allo sforzo sottoposti a intervento chirurgico presentavano un tasso di sopravvivenza maggiore di quelli in condizioni simili sottoposti a terapia medica (54% vs 39.7%)293 . Inoltre i pazienti sottoposti all‘intervento chirurgico presentavano un incremento maggiore della capacità di 67 esercizio massimale ed un maggiore mig lioramento dello stato di salute. Il vantaggio della terapia chirurgica su quella medica risultava meno significativo nei pazienti con diversa distribuzione dell‘enfisema o maggiore capacità di esercizio prima del trattamento. Chirurgia nella BPCO. Le co mp lican ze polmonari postoperatorie sono tanto importanti e comuni quanto quelle card iache e, di conseguenza, un elemento chiave nell'au mento del rischio chirurgico nei pazienti affetti da BPCO. I fattori principali che contribuiscono al rischio sono il fumo di sigaretta, uno stato di salute generale compro messo, l'età, l'obesità e la gravità della BPCO. Una definizione comprensiva delle complicazioni polmonari postoperatorie dovrebbe includere solamente le co mplicanze respiratorie polmonari maggiori, in part icolare le infezioni polmonari, le atelectasie e/o l'au mento dell‘ostruzione delle vie aeree, tutte potenzialmente risultanti in insufficien za respiratoria acuta ed aggravamento della BPCO d i base 306-311 . In uno studio su 52 pazienti arruolat i consecutivamente i costi ospedalieri imputabili alla LVRS variavano da 11.712 a 121.829 dollari294 . In un altro studio su 23 pazienti consecutivi i costi legati alla degenza erano compresi fra 20.032 e 75.561 dollari con un costo med io di 26.669 dollari (US) 295 . Per un piccolo numero di pazienti si erano rese necessarie spese straordinarie legate all‘insorgenza di co mplicanze. L‘età avanzata ha comportato una spesa ospedaliera p iù alta rispetto a quella attesa. L'incidenza dell'incremento del rischio della comparsa di comp lican ze polmonari postoperatorie nei pazienti con BPCO può variare a seconda della definizione delle complicanze polmonari postoperatorie e alla gravità della BPCO, nell‘ord ine di 2.7-4.7306 . Sebbene i risultati di questo studio fossero molto a favore della terapia chirurgica in un gruppo selezionato di pazienti41,293 la LVRS è una procedura chirurgica palliativa costosa e può essere raccomandata solo in pazienti attentamente selezionati. La zona dell'intervento è il fattore predittivo più importante ed il rischio aumenta via via che l'incisione si avvicina al d iaframma. Il rischio maggiore è a carico della chirurg ia dell'addome superiore e del torace e diminu isce più che ci si allontana dal torace e dall'addo me. Per quanto riguarda l'anestesia, la maggioran za degli studi indica che l'epidurale e la spinale mostrano un rischio più basso dell'anestesia generale, tuttavia i risultati non sono completamente uniformi. Trapianto polmonare. In pazienti adeguatamente selezionati con BPCO molto avanzata, il trap ianto polmonare si è dimostrato in grado di migliorare la qualità della vita e la funzionalità respiratoria 296-299 . (Evi denza C), sebbene il Joint United Network for Organ Sharing nel 1998 ha rilevato che il trap ianto polmonare non conferisce un beneficio in termin i di sopravvivenza ai pazienti con BPCO in fase terminale dopo due anni298 . I criteri d i idoneità al trapianto polmonare sono: FEV1 < 35% del p redetto, PaO2 < 7.38.0 kPa (55-60 mm Hg), PaCO2 > 6.7 kPa (50 mm Hg) ed ipertensione polmonare secondaria 300, 301 . I fattori di rischio individuali si identificano con un'anamnesi accurata, l'esame obiettivo, la radiografia del torace ed i tests di funzionalità polmonare. Sebbene il valore dei test di funzionalità polmonare sia da precisare, c'è consenso che tutti i soggetti con BPCO candidati alla resezione polmonare vengano sottoposti ad una batteria completa di test che includa la spirometria forzata con test di broncodilatazione, i volumi polmonari statici, la capacità di diffusione e la misura dei gas arteriosi a riposo. Il razionale che giustifica la misura della funzionalità polmonare è la possibilità d'identificare i pazienti con un rischio tale da sconsigliare l'intervento. Il trapianto è limitato dallo scarso numero di donatori di organi che ha indotto alcuni Centri ad applicare la tecnica del trapianto di polmone singolo. Le complicanze più frequentemente osservate nei pazienti con BPCO dopo trapianto polmonare, oltre alla mortalità operatoria, sono il rigetto, la bronchiolite obliterante, l‘infezione da CMV o da altri microorganis mi opportunisti (Candida, Aspergillo, Criptococcus, Pn. Carin ii) o da batteri (Pseudomonas e Stafilococchi), le malattie linfopro liferative e i lin fo mi297 . Molti studi su pazienti con BPCO ad alto rischio suggeriscono che vi sia una soglia oltre la quale il rischio chirurg ico risulta proibit ivo. I pazienti con un VEMS < 2 lt o al 50% del predetto e/o una DLCO < 50% del predetto rischiano, dopo la pneumectomia, lo sviluppo di insufficien za respiratoria 310 . I pazienti ad alto rischio dovuto a ridotta funzionalità polmonare dovrebbero essere sottoposti ad ulteriori valutazioni funzionali, per esemp io valutazione della distribuzione regionale della perfusione, e test di tolleranza allo sforzo 311 . Per prevenire le co mplican ze polmonari postoperatorie, i pazienti con BPCO stabile clin icamente sintomatici e/o con una ridotta tolleran za Un‘alt ro limite è rappresentato dai costi. Negli Stati Uniti, i costi di ospedalizzazione di pazienti sottoposti a trapianto polmonare oscillano fra 110.000 e i 200.000 dollari. Le spese rimangono elevate per mesi o anni dopo l‘intervento chirurgico a causa dell‘elevato costo di eventuali comp licanze e dei regimi immunosoppressori302-305 che devono essere iniziat i nel periodo immediatamente successivo all‘intervento chirurgico. Considerazioni s peciali 68 allo sforzo dovrebbero essere intensivamente trattati, prima dell'intervento, con tutte le misure già ben stabilite per i pazienti con malattia stabile ma che non necessita di intervento chirurgico. La presenza di una riacutizzazione consiglia di procastinare l‘intervento. Nei pazienti affetti da BPCO la chirurgia generale merita considerazioni diverse da quella finalizzata a migliorare la funzionalità polmonare ed i sinto mi d i malattia, rappresentata da bullectomia, ridu zione del volume polmonare e trap ianto polmonare 311 . PARAGRAFO 4: TRATTAMENTO DELLE RIACUTIZZAZIONI MESSAGGI PRINCIPALI INTRODUZIONE Una riacutizzazione di BPCO si defin isce come un evento nel decorso naturale della malattia caratterizzato da una variazione dei sintomi di base del paziente, dispnea, tosse, e/o espettorazione di entità superiore alla normale variabilità giornaliera con esordio acuto e che può richiedere un camb iamento nella terapia regolare in un paziente con BPCO. La BPCO è spesso associata a riacutizzazione della sintomatologia 312-316 . Una riacutizzazione di BPCO si definisce come un evento nel decorso naturale della malattia caratterizzato da una variazione dei sintomi di base del paziente, dispnea, tosse, e/o espettorazione di entità superiore alla normale variabilità giornaliera con esordio acuto e che può richiedere un cambiamento nella terapia regolare in un paziente con BPCO 317, 318 . Le riacutizzazioni sono classificate sia in termini d i presentazione clin ica (nu mero di sinto mi)314 che di utilizzo di risorse sanitarie 317 . L‘impatto delle riacutizzazion i è significativo e sia la sintomatologia del paziente che la funzionalità polmonare possono richiedere varie settimane per tornare ai livelli d i base319 . Le cause più frequenti delle riacutizzazion i sono le infezioni dell‘albero tracheo-bronchiale e l‘inquinamento atmosferico ma in circa un terzo dei casi di riacutizzazioni grav i non si identifica la causa (Evi denza B ). I broncodilatatori somministrati per via inalatoria (in particolare β2-agonisti con o senza anticolinergici), ed i glucocorticosteroidi orali sono trattamenti efficaci delle riacutizzazioni della BPCO (Evi denza A). Le riacutizzazioni hanno un impatto sulla qualità di vita e sulla prognosi dei pazienti con BPCO. La mortalità ospedaliera di pazienti ricoverati per una riacutizzazione con ipercapnia, è circa del 10% e la prognosi a lungo termine è scadente 320 . La mortalità raggiunge il 40% a distanza di un anno nei casi che necessitano di supporto ventilatorio e la mortalità da tutte le cause è perfino più alta (fino al 49%) 3 anni dopo il ricovero per riacutizzazione di BPCO316,320-325 . Inoltre, le riacutizzazion i hanno un importante impatto negativo sulla qualità di vita del paziente 140 , sulla fun zionalità polmonare 326, 327 e sui costi socio-economici325 . Perciò la prevenzione, la d iagnosi precoce ed una terapia sollecita delle riacutizzazioni possono agire sulla loro progressione clinica dominuendone gli effetti sulla qualità di vita e riducendo al minimo il rischio di ospedalizzazione 328 . I pazienti che presentano riacutizzazioni con segni clin ici di infezione delle vie aeree (per esemp io aumento della purulenza dell‘escreato) possono trarre beneficio da un trattamento antibiotico (Evi denza B ). La ventilazione meccanica non invasiva nelle riacutizzazion i riduce l‘acidosi, aumenta il pH, riduce la necessità di intubazione tracheale, riduce la PaCO2, la frequenza respiratoria, la gravità della dispnea, la durata della degenza ospedaliera e la mortalità (Evi denza A). I farmaci e l‘educazione per la prevenzione di successive riacutizzazioni dovrebbero essere considerate come parte del follow-up poiché che le riacutizzazion i hanno un impatto importante sulla qualità della vita e sulla prognosi dei pazienti con BPCO. Le cause più comuni di riacutizzazione sono le infezioni dell'albero tracheobronchiale e l'inquinamento atmosferico 329 , ma la causa di circa un terzo delle riacutizzazion i gravi non può essere identificata. Il ruolo delle infezioni batteriche è controverso ma recenti studi 69 di laboratorio (Figura 5.4-1). Sono necessarie informazioni specifiche sulla frequenza e sulla gravità degli attacchi di dispnea e di tosse, sul volume e sul colore dell‘escreato e sulla limitazione delle attività quotidiane. Quando disponibili, le misure precedenti dei gas arteriosi sono estremamente utili per confrontare i valori con quelli dell‘episodio acuto, in quanto un camb iamento acuto di tali parametri è più importante del loro valore assoluto. Per questo, ove possibile, i med ici dovrebbero istruire i pazienti a portare con sé la documentazione della loro ultima valutazione quando si recano in ospedale per una riacutizzazione. In pazienti in Stadio IV: BPCO Molto Grave il segno più importante di riacutizzazione grave è un‘alterazione dello stato mentale, che necessita di una valutazione ospedaliera immed iata. Figura 5.4-1 - Valutazi one delle riacutizzazioni nella BPCO: anamnesi e segni di gravità Anamnesi Gravità del VEM S Durata del peggioramento o comparsa di nuovi sintomi Numero degli episodi precedenti (riacutizzazioni/ospedalizza zioni) Presenza di comorbidità Attuale regime terapeutico Segni di gravità Utilizzo dei muscoli respiratori accessori M ovimenti paradossi della parete toracica Peggioramento od insorgenza di cianosi centrale Sviluppo di edemi periferici Instabilità emodinamica Segni di scompenso cardiaco destro Alterazione dello stato di vigilanza Spirometria e PEF. Per un paziente in fase acuta può essere difficoltosa la corretta esecuzione anche di una semplice spirometria. Queste misure non sono accurate durante una riacutizzazione: per cui il lo ro uso routinario non è racco mandato. che hanno impiegato nuove tecniche hanno iniziato a dare informazioni importanti. Indagini broncoscopiche hanno dimostrato che almeno il 50% dei pazienti ha alte concentrazion i di batteri nelle basse vie aeree durante le riacutizzazion i330-332 . Co munque una parte significativa di questi pazienti presenta una colonizzazione batterica delle basse vie aeree anche nella fase stabile della malattia. Pulsossimetria e Gas del sangue arterioso. La pulsossimetria può essere utilizzata per valutare la saturazione d‘ossigeno e la necessità di ossigenoterapia supplementare. Per i pazienti che necessitano del ricovero, la misurazione dei gas arteriosi è importante per valutare la gravità della riacutizzazione. Una PaO2 < 8.0 kPa (60 mm Hg) e/o una SaO2 < 90%, con o senza una PaCO2 > 6.7 kPa (50 mmHg) in aria amb iente indicano la presenza d‘insufficien za respiratoria. Inoltre un‘acidosi da moderata a severa (pH < 7.36) con ipercapnia (PaCO2 > 6– 8 kPa 45–60 mmHg) in un paziente con insufficien za respiratoria è un‘indicazione alla ventilazione meccanica 311,337 . Ci sono alcune indicazioni che la carica batterica aumenti durante le riacutizzazioni 330 e che l'infezione da parte di ceppi batterici nuovi si associ alle stesse 332 . Lo sviluppo di risposte immunitarie specifiche verso i ceppi batterici infettanti e l‘associazione di infiammazione neutrofila con le riacutizzazioni batteriche supportano il ruolo causale dei batteri in una certa parte di riacutizzazioni333-336 . DIAGNOSI E VALUTAZIONE DI GRAVITA’ Radiografia del torace ed ECG. Le radiografie del torace (postero-anteriore e laterale) sono utili nell‘identificare d iagnosi alternative che possono simu lare una riacutizzazione di BPCO. Quando l‘anamnesi e l‘esame obiettivo possano essere non chiarificatori, specie quando l‘iperinflazione polmonare maschera gli eventuali segni cardiaci coesistenti, l‘Rx del torace e l‘ECG risolvono la maggior parte dei problemi diagnostici. Un ECG aiuta nella d iagnosi di ipertrofia cardiaca destra, arit mie o episodi ischemici. L‘embolia polmonare può essere mo lto difficile da distinguere da una riacutizzazione, soprattutto nella BPCO grave in quanto l‘ipertrofia del ventricolo destro e la dilatazione delle arterie polmonari danno risultati ECG e radiografici confondenti. Una bassa pressione arteriosa sistolica e l‘impossibilità di au mentare la PaO2 sopra gli 8.0 kPa (60 mm Hg), nonostante la sommin istrazione di elevati flussi di ossigeno, suggeriscono la diagnosi di embo lia polmonare. Se v i è un forte sospetto di embolia polmonare è meglio instaurare un trattamento per questa in aggiunta a quello per la riacutizzazione. Anamnesi Il peggioramento della dispnea, il principale sintomo d i una riacutizzazione, è spesso accompagnato da respiro sibilante, senso di costrizione toracica, au mento della tosse e dell‘espettorazione, viraggio del colo re e/o della viscosità dell‘escreato e febbre. Le riacutizzazioni possono essere accompagnate anche da sintomi non specifici quali tachicardia, tachipnea, malessere, insonnia, sonnolenza, affaticabilità, depressione e confusione. Una riduzione della tolleranza allo sforzo, la febbre e/o alterazioni rad iologiche di recente comparsa, suggestive di patologia polmonare possono annunciare una riacutizzazione. Un incremento del volume e della purulenza dell‘espettorato suggeriscono una causa batterica, così come un‘anamnesi d i espettorazione cronica 314,336 . Valutazione di gravità La valutazione della gravità di una riacutizzazione di BPCO si basa sulla storia del paziente, sulla preesistenza di como rbidità, sui sintomi, sull‘esame obiettivo, sulla misura dei gas arteriosi e su altri esami 70 congestizio e permette di distinguerli dai pazienti con riacutizzazione di BPCO339,340 . Figura 5.4-2. Algoritmo per il trattamento a casa delle riacutizzazi oni di BPCO (adattato da 346 ). I criteri esatti per il trattamento domiciliare, rispetto a quello ospedaliero, rimangono indefiniti e possono variare a seconda del contesto sanitario. Se è appurato che la cura possa essere iniziata a domicilio ,questo algoritmo fornisce un approccio terapeutico graduale. TRATTAMENTO DOMICILIARE Vi è un crescente interesse per la terapia domiciliare dei pazienti con BPCO allo stadio terminale, nonostante gli studi economici del trattamento domiciliare abbiano fornito risultati contrastanti. Quattro trial clinici randomizzat i hanno dimostrato che l‘assistenza sanitaria infermieristica do miciliare (conosciuta anche come ―L‘ospedale a casa‖) rappresenta un‘ alternativa efficace e pratica all‘ospedalizzazione in pazienti selezionati senza insufficien za respiratoria con acidosi. Tuttavia i criteri p recisi per questo approccio rispetto a quello ospedaliero, rimangono indefiniti e possono variare a seconda del contesto sanitario 341-344 . L‘algorit mo riportato nella Figura 5.4-2 può essere d‘ausilio nella gestione domiciliare d i una riacutizzazione; è raccomandato un approccio terapeutico graduale 190, 311, 345 . Terapia broncodilatatrice Il t rattamento domiciliare delle riacutizzazioni della BPCO co mporta un aumento della dose e/o della frequenza di sommin istrazione della terapia broncodilatatrice a breve durata d'azione già in atto, preferibilmente con un β 2 -agonista (Evi denza A). Non c‘è comunque evidenza sufficiente che dimostri differenze nell‘efficacia tra le diverse classi di broncodilatatori a breve durata d‘azione 347 o che indichi vantaggi aggiuntivi da comb inazioni di broncodilatatori a breve durata d‘azione 348 . Comunque , se non ancora utilizzato, può essere aggiunto un anticolinergico fino al miglioramento della sinto matologia. Non ci sono differenze nella risposta clinica fra la terapia broncodilatatrice somministrata con MDI con distanziatore o con nebulizzatore portatile. Altri esami di laboratorio. L‘esame emocro mocito metrico può identificare una policitemia (ematocrito > 55%) o un sanguinamento. La conta dei globuli bianchi non è di solito molto utile. La presenza di un espettorato purulento, durante una riacutizzazione dei sintomi, è un‘indicazione sufficiente ad iniziare un trattamento antibiotico empirico 33 . Lo Streptococcus pneumoniae, l‘Haemophilis Influenzae e la Moraxella catarrhalis sono batteri più co munemente coinvolti in corso di riacutizzazione di BPCO. Se una riacutizzazione in fettiva non risponde al trattamento antibiotico in iziale, dovrebbero essere eseguiti un esame colturale dell‘espettorato ed un antibiogramma. Alterazioni d i para met ri biochimici possono essere associate ad una riacutizzazione, esse includono alterazioni elettrolitiche (p.es. iponatriemia, ipokaliemia, ecc.), alterato controllo glicid ico, alterazione dell‘equilib rio acido-base. Queste anomalie possono anche essere dovute a comorbidità associate (vedi sotto ―Diagnosi Differen ziale‖). Gl ucocorticosteroi di I glucocorticosteroidi per via sistemica sono efficaci nel trattamento delle riacutizzazioni di BPCO. Essi accelerano la guarigione, migliorano la funzionalità respiratoria (VEMS) e l‘ipossiemia (PaO2 ) 349-352 (Evi denza A) e possono ridurre il rischio di recidive precoci, di fallimento della terapia e la lunghezza della degenza353 . Essi dovrebbero essere aggiunti ai broncodilatatori se il paziente ha un VEM S di base <50% del predetto. Si raccomanda una dose giornaliera di 30-40 mg di prednisolone per 7-10 giorn i346, 349, 350 . Un ampio studio indica che la budesonide inalatoria può essere un‘alternativa (sebbene più costosa) ai glucocorticosteroidi orali nel trattamento delle riacutizzazion i senza acidosi351 . Non sono disponibili trial clin ici randomizzati in pazienti ambulatoriali. Diagnosi Differenzi ale Dal 10 al 30% dei pazienti con una chiara riacutizzazione non risponde al trattamento 319,338 . Questi casi dovrebbero essere rivalutati per altre condizioni morbose che possono aggravare i sintomi o mimare le riacutizzazion i190 . In particolare, polmonite, scompenso cardiaco congestizio, pneumotorace, versamento pleurico, embolia polmonare e arit mie card iache. Anche la scarsa aderenza al regime terapeutico prescritto può causare un aumento dei sintomi che può essere confuso con una vera riacutizzazione. Elevati livelli sierici del brain-type natriuretic peptide (BNP) insieme ad altre informazioni cliniche, identificano i pazienti con dispnea acuta secondaria a scompenso cardiaco Anti bi otici 71 *E‘ necessario considerare le risorse locali L‘uso degli antibiotici nel controllo delle riacutizzazioni della BPCO è discusso successivamente nella sezione riguardante la valutazione di grav ità e nella sezione della gestione ospedaliera. Figura 5.4-4 – Indicazi oni al ricovero in Unità di Terapia Intensiva in corso di riacutizzazi one di BPCO*. Dispnea grave che risponde inadeguatamente alla terapia d‘emergen za iniziale Camb iamenti dello stato mentale (confusione, letargia, co ma). Ipossiemia persistente o ingravescente (PaO2 < 5.3 kPa, 40 mm Hg), e/o ipercapnia grave/ingravescente (PaCO2 > 8.0 kPa, 60 mm Hg ), e/o acidosi respiratoria grave/ingravescente (pH < 7.25) nonostante la somministrazione di ossigeno e la ventilazione non invasiva Necessità di ventilazione meccanica invasiva Instabilità emodinamica – necessità di vasopressori TRATTAMENTO OSPEDALIERO La mo rtalità in corso di riacutizzazione di BPCO è strettamente correlata all‘insorgenza di acidosi respiratoria, alla presenza di co morb idità significative ed alla necessità di ventilazione assistita320 . I pazienti che non presentano queste caratteristiche non sono a rischio di mo rte, ma quelli con BPCO di base grave necessitano spesso comunque dell‘ospedalizzazione. I tentativi di gestire tali pazienti interamente a domicilio hanno avuto scarso successo354 mentre la dimissione seguita da un aumento del sostegno sociale e da un programma di assistenza medica monitorizzata dopo un‘iniziale valutazione nel d ipartimento di emergenza ha avuto molto più successo 355 . I costi necessari per mantenere un team d‘assistenza domiciliare sono controbilanciati dal risparmio delle spese d‘ospedalizzazione 356 . Si attendono tuttavia dettagliate analisi costo-beneficio di questo approccio. *E‘ necessario considerare le risorse locali Ossigenoterapia controllata. L‘ossigenoterapia rappresenta il caposaldo del trattamento ospedaliero di una riacutizzazione di BPCO. L‘ossigenoterapia dovrebbe essere basata sul livello di ipossiemia. Adeguati livelli di ossigenazione (PaO2 > 8.0 kPa , 60 mm Hg, o SaO2 > 90%) sono facili da raggiungere nelle riacutizzazion i non complicate, ma la ritenzione di CO2 può comparire insidiosamente con modeste variazioni sintomatologiche. A distanza di 30‘-60‘ dall‘inizio dell‘ossigenoterapia deve essere eseguita un‘emogasanalisi per assicurare livelli d‘ossigenazione soddisfacenti senza che vi sia ritenzione di CO 2 od acidosi. La maschera di Venturi (dispositivi ad alto flusso) offre un rilascio di ossigeno controllato più accurato rispetto agli occhialini nasali, ma è meno tollerata dal paziente 311 . Nella Figura 5.4-3 sono elencati i criteri per la valutazione/ricovero ospedaliero in caso di riacutizzazione di BPCO. A lcuni pazienti richiedono l‘immediato ricovero in terapia intensiva (Figura 5.44). Il ricovero dei pazienti con riacutizzazione grave di BPCO nelle unità di assistenza respiratoria subintensiva può essere utile se sono disponibili personale, competenze, ed attrezzature idonei ad identificare e gestire efficacemente l‘insufficienza respiratoria acuta. Pronto Soccorso o Degenza Ordi nari a La prima cosa da fare quando un paziente giunge al pronto soccorso è somministrare ossigenoterapia supplementare e capire se il paziente è a rischio di vita (Figura 5.4-4). In tal caso il paziente deve essere ricoverato immed iatamente in Terapia Intensiva. Altriment i può essere trattato in Pronto Soccorso o in degenza ordinaria come indicato in Figura 5.4-5). Terapia broncodilatatrice. I β2 -agonisti a breve durata d‘azione sono solitamente i broncodilatator i preferiti nel trattamento delle riacutizzazioni della BPCO 190,311,357 (Evi denza A). Se non vi è una pronta risposta a tali farmaci, è consigliata l‘aggiunta di un anticolinerg ico, anche se l‘evidenza a supporto dell‘efficacia di questa combinazione è controversa. Figura 5.4-3 - Indicazioni per la val utazione o ricovero os pedaliero in corso di riacutizzazione di BPCO* Marcato incremento di intensità dei sintomi, come improvvisa insorgenza di d ispnea a riposo Presenza di BPCO grave Insorgenza di segni nuovi (per esempio cianosi od edemi periferici) Assenza di risposta al trattamento medico iniziale Co morbid ità importanti Riacutizzazioni frequenti Arit mie cardiache d i recente insorgenza Incertezza diagnostica Età avanzata Insufficiente supporto familiare Figura 5.4-5 Trattamento delle Riacutizzazi oni Gravi , ma senza pericolo di vita in Pronto Soccorso od i n Degenza Ordinaria346 * Valutare la gravità dei sintomi, la misura dei gas arteriosi la rad iografia del torace Sommin istrare ossigenoterapia controllata e ripetere l‘emogasanalisi dopo 30‘-60‘ Broncodilatatori: o Aumentare la dose e/o la frequenza di sommin istrazione o Associare β2- agonisti ed anticolinergici o Usare distanziatori o nebulizzatori attivati dal flusso aereo o Aggiungere metilxantine per v ia endovenosa, 72 Uno studio su pazienti non ricoverati ha dimos trato una relazione fra la puru lenza dell‘escreato e la presenza d i batteri11 , suggerendo che tali soggetti dovrebbero essere trattati con antibiotici qualora presentino anche uno solo degli altri due segni (dispnea o volume dell‘escreato). Tali criteri non sono stati comunque convalidati da altri studi. Uno studio su pazienti che avevano richiesto ventilazione meccanica (invasiva e non invasiva) ha indicato che il non sommin istrare antibiotici era associato all‘aumento della mortalità e ad una maggior incidenza d i polmonite nosocomiale secondaria 366 . Secondo quanto indicano le evidenze correnti disponibili311, 62 , la terapia antibiotica dovrebbe essere sommin istrata a: Pazienti con riacutizzazione con i tre seguenti segni/sintomi cardinali: aumento della dispnea, aumento del volume dell‘escreato e aumento della purulenza dell‘escreato (Evi denza B). Pazienti con riacutizzazione con due segni/sintomi card inali, uno dei quali sia l‘au mento della purulen za dell‘escreato (Evi denza C). Pazienti con riacutizzazione grave che richiedano ventilazione meccanica (invasiva e non invasiva) (Evi denza B). se necessario Aggiungere corticosteroidi orali o endovenosi Considerare l‘opportunità di aggiungere antibiotici (orali o, occasionalmente, per via endovenosa) quando presenti segni di infezione batterica, Considerare l‘opportunità di ventilazione meccanica non invasiva In tutti i mo menti: o Monitorizzare il bilancio idro-elettrolit ico e nutrizionale o Considerare la possibilità di somministrare eparina sottocute o Identificare e trattare altre condizion i associate (scompenso cardiaco, arit mie, ecc) Monitorizzare strettamente le condizioni del paziente *E‘ necessario considerare le risorse locali Nonostante la diffusione nella pratica clinica, il ruolo delle metilxant ine nel trattamento delle riacutizzazioni di BPCO rimane dubbio. Le metilxantine (teofillina e aminofillina) sono considerate attualmente una terapia di seconda scelta, da somministrare in infusione endovenosa, utilizzata quando la risposta ai broncodilatatori a breve durata d'azione è inadeguata o insufficiente 358-362 (Evi denz a B). I possibili effetti benefici in termin i di fun zionalità polmonare e di outcomes clinici sono modesti e inconsistenti mentre gli effetti collaterali sono significat ivamente aumentati363,364 . Non sono disponibili studi clinici che abbiano valutato l‘utilizzo dei broncodilatatori inalatori a lunga durata d'azione (sia β 2 -agonisti che anticolinergici) con o senza glucocorticosteroidi inalatori durante riacutizzazioni acute. Gli agenti infettiv i nelle riacutizzazioni della BPCO possono essere virali o batterici177, 367 . I batteri più frequentemente isolati dalle v ie aeree inferiori dei pazienti con BPCO riacutizzata sono l’H. influenzae, lo S. pneumonie, la M. catarrhalis177, 330, 331, 368 . I cosiddetti patogeni atipici co me, il Mycoplasma pneumoniae e la Chlamydia pneumoniae 368, 369, sono stati identificat i in pazienti con riacutizzazione della BPCO, ma a causa di limit i diagnostici non è nota la prevalenza reale d i tali infezioni. Glucocorticosteroidi. I glucocorticosteroidi sommin istrati per via orale o parenterale sono raccomandati in aggiunta ad altre terapie nel trattamento ospedaliero delle riacutizzazioni della BPCO350,351 (Evi denza A). La dose esatta che dovrebbe essere raccomandata non è nota ma alte dosi sono associate con un rischio significat ivo di effetti co llaterali. Una dose giornaliera co mpresa fra 30 e 40 mg di prednisolone per 7-10 giorn i è efficace e sicura (Evi denza C). Un trattamento più prolungato non ha maggiore efficacia ed aumenta il rischio di effetti collaterali (p. es. iperg licemia ed atrofia muscolare). Studi in pazienti con BPCO grave di fondo che richiedono ventilazione meccanica 370, 371 hanno mostrato che altri microrganismi co me i bacilli gram-negativi enterici e P. aeruginosa possono essere più frequenti. Altri lavori hanno dimostrato che la gravità della BPCO è un determinante importante del tipo di micro rganismo coinvolto 372, 373 . Nei pazienti con riacutizzazioni di BPCO lieve predomina lo S. pneumoniae. Al declinare del VEMS e quando i pazienti presentano riacutizzazion i più frequenti e/o comorbidità, l‘ H. influenzae e il M. catarrhalis, divengono più frequenti mentre P. aeruginosa può comparire in pazienti con grave limitazione al flusso aereo (Figura 5.4-6) 177, 311 . I fattori di rischio per le infezioni da P. aeruginosa sono ricoveri recenti, frequente sommin is-trazione di antibiotici (4 cicli nell‘u ltimo anno), riacutizzazioni d i BPCO grave ed isolamento di P. aeruginosa durante una precedente riacu-tizzazione o colonizzazione da parte del batterio durante un periodo di stabilità 372, 373 . Antibiotici. Studi randomizzati verso placebo del trattamento antibiotico nelle riacutizzazioni hanno dimostrato piccoli effetti benefici sulla fun zionalità polmonare365 ed un trial rando mizzato controllato ha fornito l‘evidenza di un significativo effetto benefico degli antibiot ici, nei pazienti con BPCO che presentavano un peggioramento di tutti e tre i sintomi cardinali: d ispnea, volume e purulenza dell‘escreato 314 . Qualche beneficio si è dimostrato anche in quei pazienti con peggioramento di solo due dei tre sintomi cardinali. La Figura 5.4 -7 177, 311, 332 elenca i t rattamenti antibiotici raccomandati per le riacutizzazioni, sebbene debba essere puntualizzato che la maggioranza degli studi 73 Figure 5.4-6: Stratificazione dei pazienti con BPCO riacutizzata per il trattamento anti bi otico ed il microrg anismo potenzial mente coinvolto in ciascun gruppo 177, 311 . Gruppo Definitionea Figure 5.4-7: Trattamento antibiotico nella riacutizzazioni di BPCO a,b (ref. 177,311, 332) Microrganismi Trattamento orale (senza particolare ordine) Gruppo A Riacutizzazione lieve: nessun fattore di rischio per esito infausto Gruppo B Riacutizzazione moderata con uno o più fattori di rischio per esito infausto Gruppo C Riacutizzazione grave con fattori di rischio per infezione da P. aeruginosa H. influenzae S. pneumoniae M. catarrhalis Chlamydia pneumoniae Virus Gruppo A Gruppo A più microrganismi resistenti (produttori di -lattamasi, S. pneumoniae penicillina resistenti), Enterobacteriaceae (K. pneumoniae, E. coli, Proteus, Enterobacter, ecc.) Gruppo B più P. aeruginosa I pazienti con un unico sintomo cardinalec non dovrebbero essere trattati con antibiotici Se vi è indicazione: lattamici (Penicillina, Ampicillina/ Amoxicillinad) Tetracicline Trimetoprim/ Sulfametossazol o Gruppo B a . Fattori di rischio per esito infausto in pazienti con riacutizzazione di BPCO: presenza di comorbidità, BPCO grave, frequenti riacutizzazioni (>3/anno) e terapia antibiotica negli ultimi tre mesi 177,311,372 . lattamici/ inibitori delle lattamasi (Amoxicillina/ Ac. Clavulanico) Trattamento orale alternativo (senza Trattamento parenterale particolare ordine) (senza particolare ordine) lattamici/inibi tori delle lattamasi (Amoxicillina/A c. Clavulanico) Macrolidi (Azitromicina, Claritromicina, Roxitromicinae) Cefalosporine di 2° o 3° generazione Ketolidi (telitromicina) Fluorochinolonicie (Gemifloxacina, Levofloxacina, Moxifloxacina) lattamici/ inibitori delle lattamasi (Amoxicillina/ Ac. Clavulanico, Ampicillina/ Sulbactam) Cefalosporine di 2° o 3° generazione Fluorochinolonici e (Levofloxacina, Moxifloxacina) pubblicati sull‘uso degli antib iotici sono stati condotti in pazienti con bronchite cronica. La via di sommin istrazione (orale o endovenosa) dipende dalla capacità di alimentarsi del paziente e dalla farmacocinetica dell‘antib iotico. La via orale è preferibile; se deve essere usata la via endovenosa è raccomandabile tornare alla via orale quando la stabilità della condizione clin ica lo permette. Basandosi sugli studi sulla durata della terapia antib iotica nella bronchite cronica 374-376 , il trattamento antibiotico nei pazienti con riacutiz-zazione della BPCO potrebbe essere sommin istrato per 3-7 gio rni (Evi denza D). Gruppo C Stimol anti del respiro Gli stimo lanti del respiro non sono raccomandati nell'insufficienza respiratoria acuta 357 . L'uso del doxapram, uno stimolante del respiro aspecifico ma piuttosto sicuro, disponibile in alcune Nazioni per la sommin istrazione endovenosa, dovrebbe avvenire solamente quando la ventilazione non invasiva intermittente non è disponibile o non è racco mandata 377 . a. Tutti i pazienti con BPCO riacutizzata dovrebbero essere trattati anche con broncodilatatori ± glucocorticosteroidi. b. Vengono riportate le classi diantibiotici(con gliagenti specifici fra parentesi). Nei paesicon alta incidenza di S. pneumoniae resistente alla penicillina si raccomandano alti dosaggi di Amoxicillina o Amoxicillina/Ac. Clavulanico. (Vedere la figura 5.4-6 per la definizione dei Gruppi A,B e C). c. I sintomi cardinali sono l’aumento della dispnea, del volume e della purulenza dell’escreato d. L‘uso di questo antibiotico non è appropriato nelle aree dove è alta la prevalenza di H.infuenzae produttori di lattamasie diM.catarrhalise/o S. pneumoniae resistentialla penicillina. e.Non disponibile in tutte le aree del mondo. f.La dose efficace contro lo P.aeruginosa è 750mg. Ventilazione assistita I principali obiettivi della ventilazione meccan ica in pazienti con BPCO in fase di riacutizzazione sono rappresentati dalla riduzione della mortalità e della morb idità e dal mig lioramento dei sintomi. Il supporto ventilatorio co mprende sia la ventilazione non invasiva intermittente, che si avvale di strumenti a pressione negativa o positiva, che quella invasiva (convenzionale) con intubazione oro-tracheale o tracheostomia. In pazienti a rischio per infezioni da Pseudomonas: Fluorochinoloni cie (Ciprofloxacina Levofloxacina ad alte dosif) Fluorochinolonic ie (Ciprofloxacina Levofloxacina ad alte dosif) o lattamici con attività su P.aeruginosa Ventilazione Meccanica non Invasiva. L‘uso della ventilazione non invasiva intermittente (NIV) nell'insufficienza respiratoria acuta è stata studiato in mo lti trial randomizzati controllati che hanno dato risultati positivi consistenti con tassi di successo di circa l‘80-85% 285, 378-380 . Questi studi forniscono l‘evidenza che la NIV riduce l‘acidosi respiratoria (au menta il pH e 74 riduce la PaCO2 ), la frequenza respiratoria, la gravità clin ica. I rischi maggiori sono la polmonite da ventilatore (specialmente quando abbiano alta prevalenza le infezioni da micro rganismi mu ltiresistenti), il barotrau ma e l‘impossibilità di svezzare il paziente. Figura 5.4-8. Indicazioni e Controi ndicazi oni Relati ve per la NIV 311. 378, 384, 385 Criteri di selezione Dispnea di grado moderato o grave con utilizzo dei muscoli accessori e mov imento addominale paradosso Acidosi da moderata a grave (pH ≤ 7.35) e/o ipercapnia (PaCO2 > 6.0 kPa, 45 mm Hg )386 Frequenza respiratoria > 25 att i respiratori/ minuto Contrariamente all‘opinione di alcuni, la mortalità acuta per insufficien za respiratoria fra i pazienti con BPCO è più bassa di quella dei pazienti ventilati per altre patologie 324 . Lo studio di un elevato numero d i pazienti affetti da BPCO con insufficien za respiratoria acuta ha rilevato una mortalità ospedaliera del 17-49% 316 . Ulterio ri decessi sono stati riportati nei 12 mesi successivi, in particolare fra i pazienti che presentavano una funzione respiratoria scadente prima della ventilazione (VEMS < 30% del predetto), avevano comorbid ità non respiratorie o che erano costretti a casa. I pazienti senza precedenti diagnosi di comorbid ità, con insufficienza respiratoria dovuta ad una causa potenzialmente reversibile (co me un‘infezione) o relativamente attivi o che non necessitavano di ossigenoterapia a lungo termine, recuperavano sorprendentemente bene con la ventilazione. Criteri di esclusione (qualunque può essere presente) Arresto respiratorio Instabilità cardiovascolare (ipotensione, arit mie, infarto del miocardio) Camb iamenti dello stato mentale: paziente non collaborante Alto rischio di aspirazione Secrezioni viscose o abbondanti Chirurgia faciale o gastroesofagea recenti Trau ma cranio -faciale Alterazioni stabili del rinofaringe Ustioni Marcata obesità Figura 5.4-9. - Indicazi oni alla Ventilazione Meccanica Invasi va • Incapacità d i tollerare la Ventilazione Meccanica Non Invasiva o suo fallimento (per i criteri di esclusione consulta la Figura 5.4-8) • Dispnea grave con utilizzo dei muscoli accessori e movimento addominale paradosso • Frequenza respiratoria > 35 atti/ minuto • Ipossiemia a rischio di vita • Acidosi grave (p H < 7.25) e/o ipercapnia (PaCO2 > 8.0 kPa, 60 mm Hg) • Arresto respiratorio • Sonnolenza, deterioramento dello stato mentale • Co mplicanze cardiovascolari (ipotensione, shock) • Altre co mplicanze (alterazioni metaboliche, sepsi, polmonite, embolia polmonare, barotrau ma, versamento pleurico massivo) della dispnea e la durata della degenza ospedaliera (Evi denza A). Dato ancora più importante è che la mortalità – o un parametro simile quale la frequenza d i intubazioni – si riducono con questo intervento380-383 . Tuttavia, la NIV non è adatta a tutti i pazienti, co me illustrato in Figura 5.4-8 285 . Ventilazione Meccanica Invasiva. Durante le riacutizzazion i di BPCO g li eventi che hanno luogo nel polmone includono broncocostrizione, infiammazione delle v ie aeree, au mentata secrezione di muco e perdita del ritorno elastico polmonare, tutti fattori che impediscono all‘apparato respiratorio di raggiungere la capacità funzionale residua passiva al termine dell‘espirazione au mentando così l‘iperinsufflazione dinamica ed il lavoro ventilatorio 387, 388 . Le indicazioni ad iniziare la ventilazione meccanica invasiva durante una riacutizzazione di BPCO sono mostrate nella Figura 5.4-9 ed includono il fallimento di un tentativo iniziale con NIV389 . Con l‘aumentare dell‘esperien za dovuta alll‘uso generalizzato della NIV nella BPCO, molte delle indicazioni per la ventilazione meccanica invasiva vengono trattate con successo. La Figura 5.4-10 elenca altri fattori che determinano l‘uso della ventilazione invasiva. Lo svezzamento o l‘interru zione della ventilazione meccanica possono essere particolarmente difficili e rischiosi in pazienti con BPCO. Il fattore che influenza maggiormente la dipendenza dalla ventilazione meccanica in questi pazienti è l‘equilibrio fra il carico respiratorio e la capacità dei muscoli respiratori d i farv i fronte390 . Per contro, lo scambio gassoso polmonare di per sé non è un problema maggiore nei pazienti con BPCO391-393 . Lo svezzamento dei pazienti dal L‘imp iego della ventilazione invasiva in pazienti con BPCO allo stadio terminale è condizionato dalla verosimile reversib ilità dei fattori precipitanti, dalla volontà del paziente e dalla disponibilità di servizi di terapia intensiva. Quando possibile una dichiarazione chiara sulla volontà del paziente riguardo alle scelte terapeutiche in fase critica può facilitare la decisione 75 Figura 5-4-10 - Fattori che influenzano l a decisione di i niziare una ventilazione meccanica invasi va • Atteggiamento verso l‘invalid ità cronica • Aspettative dalla terap ia • Risorse economiche (in particolare disponibilità di servizi di terapia intensiva) • Probabilità percepita di recupero • Pratica medica consueta • Vo lontà del paziente, se conosciute ventilatore può essere una procedura molto difficile e lunga ed il metodo mig liore (supporto pressorio o un trial con tubo a T) è ancora dibattuto394-399 . Nei pazienti con BPCO in cu i l‘estubazione non riesce, la ventilazione non invasiva facilita lo svezzamento e previene la reintubazione ma non riduce la mortalità89,92 . Un lavoro che includeva pazienti BPCO e non BPCO ha mostrato che la ventilazione meccanica non invasiva, nei casi in cui l‘estubazione non era riuscita, non era efficace nell‘evitare la necessità di pazienti che sviluppano una riacutizzazione della BPCO 312, 398, 399 . Il consenso generale e dei dati limitati supportano i criteri di dimissione elencati nella Figura 5.4-11. La Figura 5.4-12 mostra gli indici d i valutazione da includere nel follow up a 4-6 settimane dalla d imissione ospedaliera. Dopo tale periodo il programma d i follow-up è uguale a quella dei pazienti con BPCO stabile e co mprende la sorveglianza relativa alla sospensione dell‘abitudine tabagica, il monitoraggio dell‘efficacia dei vari trattamenti farmacologici e delle variazioni dei parametri spiro metrici355 . Figura 5.4-11 - Criteri di Di missione per Pazienti con Riacutizzazi one di BPCO • La terapia con β 2 -agonisti inalatori è richiesta ad intervalli non inferiori alle 4 o re • Il paziente, se in precedenza seguito ambulatorialmente, è in grado di camminare nella stanza. • Il paziente è capace di mangiare e d i dormire senza interruzioni frequenti causate della dispnea • Il paziente è clin icamente stabile da 12-24 ore • La misura dei gas arteriosi è stabile da 12-24 ore • Il paziente (o chi lo assiste a casa) ha capito perfettamente l‘uso corretto dei farmaci • La programmazione del follow-up e l‘allestimento del domicilio per la cura stati co mpletati (per esempio visite infermieristiche, scorte di ossigeno, provviste di cibo) • Il paziente, i familiari ed il medico sono fiduciosi del fatto che egli possa essere trattato con successo a casa. Le v isite domiciliari di infermieri del territorio consentono la dimissione precoce dei pazienti ricoverati con riacutizzazione di BPCO, senza au mentare il numero delle riammissioni 190, 400-402 . Nei pazienti ipossiemici in corso di riacutizzazione di BPCO, dovrebbero essere eseguite prima della dimissione e nei tre mesi successivi la misura dei gas arteriosi e/o la pulsossimetria. Se il paziente rimane ipossiemico può essere necessaria l‘ossigenoterapia a lungo termine. Prima della dimissione dovrebbero essere rivedute le opportunità di prevenzione di future riacutizzazioni, con particolare attenzione alla cessazione del fu mo, alle vaccinazioni d isponibili (per esempio anti-influenzale ed anti-pneumococcica), alla conoscenza sulla terapia in corso, inclusa le tecnica inalatoria 32, 403, 404 , sul riconoscimento dei sinto mi delle riacutizzazioni. Figura 5.4-12 – Elementi da valutare nelle v isite di follow-up a 4-6 settimane dalla dimissione ospedaliera per riacutizzazione di BPCO Capacità di vivere nell‘ambiente abituale Misura del VEM S Rivalutazione della tecnica inalatoria Co mprensione dei reg imi di trattamento racco mandati Necessità di ossigenoterapia a lungo termine e/o nebulizzatore domiciliare per pazienti con Stadio IV: BPCO molto grave) reintubazione e non riduceva la mortalità 397 . Altri provvedimenti Ulteriori trattamenti che possono essere utilizzati in ospedale comprendono: la sommin istrazione di liquidi (è essenziale un accurato monitoraggio dell‘equilibrio idro-elettrolitico; la nutrizione (supplementare quando necessario); la profilassi della trombosi venosa profonda (device meccanici, eparina ecc.) in pazienti allettati, policitemici, d isidratati con o senza storia di malattia tromboembolica; la clearance dell‘escreato (med iante stimolazione della la tosse ed espirazioni forzate a bassi volumi co me nel trattamento domiciliare). La percussione toracica manuale o meccanica ed il drenaggio posturale possono essere utili in pazienti che producono un volume di escreato > 25 mL/die o con atelettasia lobare. Non ci sono dati che supportino l‘uso routinario dell‘N-acetilcisteina per via inalatoria od qualsiasi altra misura che aumenti la clearance del muco. La riabilitazione polmonare di per sé non ha indicazioni nelle riacutizzazioni della BPCO ma può essere utile nei pazienti dopo il ricovero per un evento acuto. Dovrebbero essere presi in considerazione i farmaci che si sa essere in grado di ridurre il nu mero d i riacutizzazion i e di ricoveri e di allungare il tempo del primo o dei successivi ricoveri, quali i broncodilatatori inalatori a lunga durata d‘azione, i glucocorticosteroidi inalatori e le combinazioni per via inalatoria. La riabilitazione polmonare precoce ambulatoriale dopo una ospedalizzazione per riacutizzazione è sicura ed esita in miglioramenti significat ivi della capacità di esercizio e dello stato di salute a 3 mesi405 . Se il paziente ha una disabilità persistente, vanno affrontati i relativ i problemi sociali ed identificati g li operatori sanitari in grado di assisterlo. Dimissione os pedaliera e Follow-Up Non sono disponibili dati clin ici sufficienti per stabilire la durata ottimale della ospedalizzazione nei singoli 76 Bibliografia 14. Calverley PMA. Neuropsychological deficits in chronic obstructive pulmonary disease. [editorial]. Monaldi Arch Chest Dis 1996;51(1):5-6. 15. Holguin F, Folch E, Redd SC, Mannino DM. Co morbid ity and mortality in COPD-related hospitalizations in the United States, 1979 to 2001. Chest 2005; 128(4):2005-11. 16. Kesten S, Chapman KR. Physician perceptions and management of COPD. Chest 1993; 104(1):254-8. 17. Loveridge B, West P, Kryger M H, Anthonisen NR. Alteration in breathing pattern with progression of chronic obstructive pulmonary disease. Am Rev Respir Dis 1986;134(5):930-4. 18. Bianchi R, Gigliotti F, Ro magnoli I, Lanin i B, Castellani C, Grazzin i M, et al. Chest wall kinemat ics and breathlessness during pursed-lip breathing in patients with COPD. Chest 2004;125(2):459-65. 19. 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Tali argo menti sono d‘importanza primaria e riceveranno maggiore attenzione negli anni a venire. Messaggi principali Vi sono evi denze i mportanti che la gestione della BPCO non è condotta general mente in accordo alle linee gui da correnti. Sono urgenti qui ndi una migliore di ffusione delle stesse ed una loro implementazi one efficace nei vari ambi ti sanitari. In molte Nazioni i medici di medicina generale assistono la maggioranza dei pazienti con BPCO e possono essere atti vamente coinvol ti in campagne sanitarie pubbliche e nella di vulgazi one dei messaggi volti a ri durre l’esposizione ai fattori di rischio sia per i pazienti che per l a popolazi one. La conferma spirometrica è una componente chiave della di agnosi di BPCO ed i medici di base dovrebbero poter dis porre di una s pirometri a di qualità. I pazienti più anziani hanno frequentemente molteplici condizioni patol ogiche croniche. Le comorbi dità possono aumentare l’i mpatto della BPCO sullo stato di salute e rendere pi ù complesso il trattamento della malatti a. DIAGNOSI La diagnosi precoce e l‘instaurarsi del trattamento – in particolar modo la cessazione del fu mo – hanno dimostrato di prevenire o ritardare la co mparsa della limitazione al flusso aereo o di ridurne la progressione. Nel perseguire una diagnosi precoce, è consigliabile adottare una politica che permetta di individuare i pazienti ad alto rischio, seguita da un‘attenta sorveglianza degli stessi. Sintomi respiratori Dei sinto mi cronici caratteristici della BPCO (dispnea, tosse ed escreato), la dispnea è il sintomo che interferisce di più con le attività quotidiane e lo stato di salute del paziente. Durante la racco lta dell‘anamnesi è quindi necessario esplorare l‘impatto della dispnea e di altri sinto mi sulle attività quotidiane, sul lavoro e sulle attività sociali e forn ire il t rattamento di conseguenza. L‘anamnesi va raccolta sia ascoltando il paziente che ponendogli domande, un ascolto attivo spesso rivelerà l‘impatto che i segni o i sintomi hanno sullo stato di salute. Se in questo modo non si ottengono informazioni sufficientemente chiare, può essere d‘aiuto usare un breve questionario, come il Brit ish Medical Research Council (M RC) questionnaire,1 che misura l‘impatto della dispnea sulle attività quotidiane, o il Clinical COPD Questionnaire (CCQ),2 che misura i sintomi correlati alla BPCO, lo stato funzionale e mentale o l‘International Primary Care Airways Group Questionnaire.(IPA G) che misura i sintomi correlati alla BPCO ed i fattori di rischio (http://www.ipag.org) . INTRODUZIONE Le raccomandazioni fornite nei capitoli dall‘ 1 al 5 definiscono – dal punto di vista della malattia – le condotte mig liori nella diagnosi, nel monitoraggio ed nel trattamento della BPCO. Co munque l‘assistenza sanitaria di base si fonda su un rapporto di fiducia con i pazienti che determina il successo o il fallimento del perseguimento della ―best practice‖. Per tale motivo la pratica medica richiede un adattamento delle raccomandazioni specifiche per la malattia alle condizioni del singolo paziente, alla comunità in cui vive, al sistema sanitario da cui riceve l‘assistenza med ica. Questo capitolo riassume i fattori chiave nella applicazione delle racco mandazioni nella pratica clin ica, in partico lare nell‘assistenza primaria. Questi fattori avranno un ruolo preminente nel determinare il successo dell‘imp lementazione delle direttive proposte da GOLD. Spirometria La BPCO è sia sottodiagnosticata che sovradiagnosticata nella maggioran za delle Nazioni. Per evitare queste condizioni si dovrebbero incoraggiare l‘utilizzo e la disponibilità della spiro metria d i alta qualità. La spirometria di alta qualità nell‘assistenza di base è possibile 3,4 , a patto che vengano forniti un adeguato corso di formazione ed un programma d i controllo continuo della qualità. L‘alternativa è quella d i garantire che la spiro metria di alta qualità sia disponibile nella società, per esempio all‘interno della stessa assistenza di base, in un ambulatorio di medici di base o in un contesto ospedaliero, a seconda della struttura del sistema sanitario locale 5 . Il controllo di qualità può essere assicurato anche dalla collaborazione continua fra le unità di assistenza primaria e quelle specialistiche respiratorie. Si riconosce che lo scopo di questo capitolo è limitato. Esso non copre l‘ampio range di operatori sanitari che coinvolti nell‘assistenza ai malat i con BPCO né la sempre crescente necessità di sviluppare curricula educazionali che porteranno ad una maggiore competenza nella d iagnosi e nella gestione della BPCO, né tratta il ruolo essenziale delle Società Mediche regionali/nazionali di mo lte discipline che lavorano insieme ed in collaborazione con gli amministratori della sanità pubblica per coordinare le iniziative chiave per aumentare la consapevolezza della BPCO e ridurre Sebbene la conferma della diagnosi della BPCO e la valutazione della gravità di malattia debbano essere 96 effettuate con la spirometria, in mo lte Nazioni, i medici di base diagnosticano la malattia solo su di un piano clin ico 6 . Di questa situazione sono responsabili molt i fattori come lo scarso riconoscimento del ruolo essenziale della spiro metria per la d iagnosi di BPCO e la mancanza d i un training adeguato per la sua esecuzione ed interpretazione 6-8 . C‘è una chiara necessità di iniziative format ive ulteriori destinate a tutti i med ici di base correggere questi fattori. In molte aree , comunque, gli operatori non hanno accesso alla spirometria, specialmente a quella di qualità. In queste condizioni non è possibile applicare completamente le racco mandazioni di questo report e la diagnosi di BPCO deve essere fatta con i mezzi a disposizione. Può essere preso in considerazione l‘utilizzo dei misuratori del picco di flusso a patto che si sia consapevoli del loro valore predittivo (positivo e negativo) per la diagnosi di BPCO. Un basso valore di picco di flusso è compatibile con la diagnosi di BPCO ma ha una bassa specificità dato che può essere causato da altre malattie polmonari o da una cattiva performance. L‘uso del picco di flusso non dovrebbe impedire l‘implementazione della spiro metria. Comorbidità intercorrenti: malattie acute che possono avere un impatto più grave in pazienti con una malattia cronica. Per esemp io le infezioni del tratto respiratorio superiore sono il problema sanitario più frequente in tutti i gruppi d‘età ma possono avere un impatto più grave o richiedere un trattamento diverso nei pazienti affetti da BPCO. RIDUZIONE DELL’ESPOSIZIONE FATTORI DI RISCHIO AI La riduzione dell‘esposizione personale totale al fu mo di tabacco, alle polveri ed alle sostanze chimiche in amb iente lavorativo ed agli inquinanti indoor e outdoor, incluso il fu mo derivante dall‘uso di co mbustibili da biomasse usati per cucinare, sono obiettivi importanti per prevenire l‘in izio e la progressione della BPCO. In mo lti sistemi sanitari i med ici di base possono essere attivamente coinvolti nelle campagne sanitarie e possono avere una parte importante nel veicolare i messaggi volti a ridurre l‘esposizione ai fattori d i rischio per i pazienti ed il pubblico. I med ici di base possono anche giocare un ruolo importante nel ribadire i pericoli derivanti dal fu mo passivo e l‘impo rtanza della costruzione di ambienti liberi dal fu mo. COMORBIDITA’ I pazienti p iù anziani frequentemente presentano diverse malattie croniche. Si stima che nel mondo il 25% della popolazione al di sopra di 65 anni p resenti da due a cinque delle più co muni malattie croniche (inclusa la BPCO) e che il 10% ne presenti tre o più. Queste cifre salgono al 40% ed al 25% rispettivamente in soggetti di 75 anni o più d i età 9 . La gravità delle co morbidità ed il loro impatto sullo stato di salute varierà da paziente a paziente e nello stesso paziente nel tempo. Per facilitare una miglior co mprensione del lo ro impatto sul paziente e sulla gestione della BPCO le co morbid ità possono essere classificate in vari mod i10 : Abolizione del fu mo di tabacco: l‘abolizione del fu mo di tabacco è l‘intervento più efficace per ridurre il rischio di sviluppare la BPCO ed i semplici consigli da parte degli operatori sanitari fanno i pazienti più disponibili a smettere d i fu mare. I medici d i base vedono spesso i pazienti, cosa che fornisce loro l‘opportunità di parlare dell‘abolizione dal fu mo, di stimolare i pazienti a smettere ed di rilevare la necessità di un trattamento farmacologico d i supporto. E‘ molto importante allineare i consigli dei singoli med ici con le campagne sanitarie pubbliche allo scopo di fornire al pubblico un messaggio coerente. Comorbidità con pathway comune: malattie con comuni meccanis mi fisiopatologici – per esempio, nel caso della BPCO, alt re malattie legate al fu mo, co me la cardiopatia ischemica e il cancro del polmone. IMPLEMENTAZIONE GUIDA PER LA BPCO DELLE LINEE GOLD ha sviluppato una rete di individui, i Leader Nazionali GOLD, che stanno giocando un ruolo essenziale nella disseminazione dell‘in formazione sulla prevenzione, la diagnosi precoce ed il trattamento della BPCO nei sistemi sanitari d i tutto il mondo. Una delle attività principali del programma GOLD che ha aiutato a collegare i team sanitari locali è la Gio rnata Mondiale della BPCO (World COPD Day-WCD), che si tiene il terzo merco ledì di Novembre di ogni anno (http://www.goldcopd.org/WCDIndex.asp). I Leader Nazionali GOLD, spesso di concerto con i medici locali, gli infermieri e gli ammin istratori sanitari, hanno ospitato varie tipi d i attività per au mentare la consapevolezza della BPCO. Anche la W ONCA (World Organization of Family Doctors) collabora attivamente all‘organizzazione delle attività del World COPD Day. Comorbidità aggravanti: condizioni che insorgono come co mplicazione di una malattia specifica preesistente – nel caso della BPCO, l‘ipertensione polmonare e la conseguente insufficien za card iaca. L‘intervento precoce è diretto a prevenire le complicanze, e la sua efficacia dovrebbe essere continuamente monitorizzata. Comorbidità coincidentali: condizioni croniche coesistenti non correlate dal punto di vista patogenetico. In particolare in malattie come la BPCO legate all‘invecchiamento, c‘è un‘alta probabilità di comorbid ità di questo tipo, come tu mori intestinali o della prostata, depressione, diabete mellito, malattia d i Parkinson, demenza e artrite. Tali condizioni possono rendere più difficile la gestione della BPCO. 97 L‘au mentata partecipazione di un‘ampia varietà di professionisti nel campo della salute alle attività del World COPD Day potrebbe aiutare a migliorare la consapevolezza della BPCO in mo lti Paesi. validity and responsiveness of the Clinical COPD Questionnaire. Health Qual Life Outcomes 2003;1(1):13. 3. Eaton T, Withy S, Garrett JE, Mercer J, Whitlock RM, Rea HH. Spiro metry in primary care practice: the importance of quality assurance and the impact of spirometry workshops. Chest 1999;116(2):416-23. 4. Schermer TR, Jacobs JE, Chavannes NH, Hart man J, Folgering HT, Bottema BJ, et al. Valid ity of spiro metric testing in a general practice population of patients with chronic obstructive pulmonary disease (COPD). Thorax 2003;58(10):861-6. 5. Schermer T, Eaton T, Pauwels R, van Weel C. Spiro metry in primary care: is it good enough to face demands like World COPD Day? Eur Respir J 2003;22(5):725-7. 6. 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A chronic disease management programme can reduce days in hospital for patients with chronic obstructive pulmonary disease. Intern Med J 200 GOLD è partner di un programma lanciato nel Marzo 2006 dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, la Global Alliance Against Chronic Respiratory Disease (GA RD). L‘obiettivo del programma è quello di aumentare la consapevolezza dell‘impatto delle malattie respiratorie croniche in tutti i Paesi del mondo e di diffondere e imp lementare le racco mandazioni delle linee guida internazionali. Info rmazioni sul programma GA RD possono essere reperite al sito : http://www.who.int/respiratory/gard/en. Sebbene la conoscenza e la diffusione delle Linee Gu ida siano obiettivi importanti, sarà importante perseguire l‘imp lementazione reale d i un sistema sanitario omnico mp rensivo nel quale coordinare gestione della BPCO. È semp re più evidente che un programma di gestione di malattia cronica per i pazienti con BPCO che preveda una varietà di interventi, includa la riabilitazione polmonare e sia imp lementato nell‘assistenza di base riduce il nu mero dei ricoveri ed i giorn i di degenza. Elementi chiave sono la partecipazione dei pazienti e la condivisione dell‘informazione fra g li operatori sanitari11 . Bibliografia 1. Bestall JC, Paul EA, Garrod R, Garnham R, Jones PW, Wedzicha JA. Usefulness of the Medical Research Council (M RC) dyspnoea scale as a measure of disability in patients with chronic obstructive pulmonary d isease. Thorax1999;54(7):581-6. 2. Van Der Mo len T, Willemse BW, Schokker S, Ten Hacken NH, Postma DS, Juniper EF. Develop ment, 4;34(11):608-14. 98 99