Il Corriere della Sera - "E. Mattei"
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Fondazione agnelli Eduscopio, il primo cannocchiale per trovare la scuola superiore «giusta» Una piattaforma digitale che valuta gli istituti in base ai risultati dei diplomati nel primo anno di università. L’exploit delle scuole di provincia e dei tecnici di Gianna Fregonara Orsola Riva Ogni anno, di questi giorni, genitori e figli affrontano insieme un rito di passaggio delicatissimo: la scelta della scuola superiore. Un passo decisivo, destinato a condizionare anche il futuro lavorativo dei nostri ragazzi. Quale scuola può dare a mio figlio maggiori opportunità future, tanto più in un momento di crisi come questo, dove la qualità del singolo istituto diventa davvero fondamentale? Proprio per rispondere a questa domanda diffusa la Fondazione Giovanni Agnelli ha elaborato Eduscopio, una banca dati in cui ha confrontato e valutato oltre 4.000 scuole. Il criterio Il criterio scelto? I risultati al primo anno di università di 700 mila diplomati italiani (voti agli esami e crediti): un «metro» obiettivo, il primo, per consentire alle famiglie di compiere una scelta consapevole. Un sistema semplice e trasparente, «democratico» perché aperto a tutti, mentre finora la scelta spesso era guidata dal tam tam fra conoscenti che funziona per chi ha già più strumenti culturali ed entrature sociali , mentre le famiglie più svantaggiate (pensiamo agli immigrati) finiscono per scegliere al buio. Naturalmente Eduscopio ha dei limiti, soprattutto nella portata: restano infatti esclusi sia gli istituti professionali (che non hanno come sbocco il proseguimento degli studi) sia i licei artistici che in genere traghettano i ragazzi verso le accademie di Belle Arti. Da Milano a Roma: i licei migliori Come funziona la navigazione? Ogni ragazzo/genitore indica quale scuola/indirizzo ha scelto e seleziona il suo comune di residenza. A quel punto schiaccia il pulsante «cerca» e ottiene una lista delle scuole migliori dell’area circostante. Sei di Milano? Allora devi sapere che il miglior classico (GUARDA LA MAPPA) è il Sacro Cuore (della Compagnia delle Opere): con il suo indice di 92.64/100 passa davanti anche a tre licei statali di lunga tradizione come il Carducci (89.49), il Berchet (89.15) e il Parini. (84.38). Quinto il Faes Monforte (dell’Opus Dei), sesto il Beccaria, settimo il Leone XIII (dei Gesuiti). Per chi vuol fare lo scientifico invece il Sacro Cuore è «solo» secondo (90.47), superato dal liceo statale Alessandro Volta (93.5); terzo il «grande vecchio» Leonardo Da Vinci con 88.86. Male invece i vecchi istituti di suore un tempo destinati alle ragazze della buona borghesia meneghina come per esempio le Orsoline (63.07) e le Marcelline (47.19). A Roma invece sono sempre gli istituti pubblici con una solida storia alle spalle a disputarsi la vetta della classifica. Per il classico (GUARDA LA MAPPA) l’indice migliore è del Tasso (89.77) seguito dal Kant (88.04) e dal Mamiani (87.96), il Visconti è sesto, il Virgilio dodicesimo, il Giulio Cesare quattordicesimo e il Massimo ventesimo. Scorrendo la classifica dello Scientifico il primo posto è del Virgilio (90.41), seguito dal Mamiani (89.57) e dal Righi (88.58) . E i peggiori: i diplomifici privati A Milano come a Roma e un po’ in tutta Italia si conferma il fallimento educativo, ma meglio sarebbe dire la «truffa», dei cosiddetti diplomifici privati che in cambio di una lauta retta regalano un foglio di carta agli studenti respinti dalle altre scuole, ma evidentemente non forniscono loro né gli strumenti culturali né soprattutto l’attitudine allo studio per poter poi «funzionare» bene all’università. Quasi inqualificabili alcuni licei privati romani come il classico Santa Giuliana Falconieri (29.94) e lo scientifico Magnum (scientifico 25.77), solo per citare due piè di lista. Se la provincia batte le metropoli Un altro dato interessante è quello sulle scuole di provincia che battono quelle delle grandi città. Due i fattori determinanti: realtà più protette in cui le famiglie esercitano un controllo più serrato sugli studi dei propri figli e poi pesa anche il fatto che chi abita fuori dai grandi centri urbani deve fare le valigie per iscriversi all’università e chiede dunque alle famiglie un impegno economico non indifferente che lo responsabilizza maggiormente. Il combinato disposto fa sì che spesso i ragazzi diplomati in queste scuole di provincia ci diano dentro fin dal primo anno per restare in corso e avere un libretto con una media alta. Solo per stare nei dintorni di Milano, in Brianza ci sono due eccellenze quasi assolute: il classico Ettore Majorana di Desio con i suoi 96.92 punti supera tutti i migliori licei all’ombra della Madonnina. Idem per lo scientifico Paolo Frisi di Monza (93.65). Anche se il top dei top sta in quel di Morbegno (Sondrio): parliamo dello scientifico Pierluigi Nervi che svetta su tutti con i suoi 96.53 punti. I tecnici d’eccellenza del Nordest Lo stesso vale per gli istituti tecnici, che però mandano meno ragazzi all’università in proporzione ai licei. Le scuole di vecchia tradizione di Milano sono staccate di diverse leghe da autentici fenomeni come il Jean Monnet di Mariano Comense (92.47) e il Greppi di Monticello Brianza (93.05). Anche se per i tecnici , il primato assoluto resta al Nordest, come già certificato dai test Pisa sulle competenze dei quindicenni nell’area Ocse. In particolare, a Pergine Valsugana, in provincia di Trento, è nascosto un vero e proprio fuoriclasse: il tecnico-tecnologico Marie Curie,che totalizza il punteggio record di 95.63 punti. Al Sud un futuro con la valigia Nel Sud generalmente il tasso di riuscita dei diplomati all’Università è un po’ più basso rispetto alla grandi città e al Nord. Svettano alcuni licei classici come il Francesco Maurolico di Messina (85.34) , il Gulli e Pennisi di Acireale (82.71) e il Giuseppe Tarantino di Gravina in Puglia (81.28) e, fra gli scientifici, il Giuseppe Mercalli di Napoli (84.18), e il Majorana Laterza di Putignano, in provincia di Taranto (83.23) , il Gian Tommaso Giordani a Monte Sant’Angelo, in provincia di Foggia (82.86). Il dato che accomuna queste scuole è che più di un terzo dei diplomati poi continuerà gli studi in Università lontane da casa e dal Sud. Tratto da: http://www.corriere.it/scuola/secondaria/14_novembre_27/eduscopio-primo-canocchiale-trovare-scuola-superiore-giusta-d87af8ac761e-11e4-8593-6ac58034c3d7.shtml (02/12/2014)