Uso del Territorio, Inquinamento e Servizi Ecosistemici
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Uso del Territorio, Inquinamento e Servizi Ecosistemici
Uso del Territorio, Inquinamento e Servizi Ecosistemici elisa anna fano [email protected] Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie Premessa Dalla Costituzione dello Stato Italiano (promulgata il 27 dicembre 1947 con entrata in vigore dal 1° gennaio 1948) Art. 9: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” Art. 44: “Al fine di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e di stabilire equi rapporti sociali, la legge impone obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata, fissa limiti alla sua estensione secondo le regioni e le zone agrarie, promuove ed impone la bonifica delle terre […]” Art. 117: “[…] Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: […] tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali […]” Nel sistema italiano le nozioni giuridiche di tutela del «paesaggio» e dell’«ambiente» sono ampiamente sovrapposte, e sono a loro volta interconnesse con quella di tutela del patrimonio culturale. Tale sovrapposizione è vera anche in ambito culturale e sociale. Un po’ di storia… • Per anni, almeno dagli anni ’60 agli anni ‘90, si è assistito alla dicotomia fra mondo «scientifico accademico» e mondo della «governance ambientale», basti pensare a come è stato accolto dalle «Autorità» il libro di Rachel Carson «Silent Spring» nel 1962 • Il mondo dell’ambientalismo, non accademico, si è spesso trovato «dall’altra parte della barricata» rispetto al mondo socio-politico-gestionale e questi due mondi occupavano posizioni non solo contrapposte ma spesso totalmente incompatibili • «l’accademia», tranne pochissimi casi per lo più personali, è stata per molti anni a guardare… Bisogna arrivare al marzo 1992 quando sulla rivista Conservation Biology viene pubblicato il lavoro dal titolo “Natural Capital and Sustainable Development” a nome di Robert Costanza ed Herman Daly perchè sia vista possibile la commistione fra mondo accademico e mondo della gestione socio-politica del territorio inteso anche come Capitale Naturale. Herman Daly Robert Costanza Nel febbraio 1997 Eugene P. Odum, uno dei padri della moderna Ecologia, pubblica un libro dal titolo Ecology : a bridge between science and society Nel libro sintetizza la “filosofia” che sta alla base della Ecologia dei nostri giorni: Eugene Pleasants Odum 1913-2002 • capire il funzionamento degli ecosistemi naturali, • determinare le cause di «malfunzionamento» quando indotte dall’uomo, • ripristinare una corretta funzionalità ecosistemica Tutto questo al fine «utilitaristico di servirsi», anche se in modo ecologicamente corretto, del Capitale Naturale. • La consacrazione del possibile e necessario «connubio» fra mondo scientifico e mondo politico-gestionale avviene nel maggio 1997 quando esce sulla rivista Nature l’articolo “The value of the world's ecosystem services and natural capital” a nome Robert Costanza et al. e si spalanca una finestra su un nuovo modo di gestire gli ecosistemi, come Capitale Naturale che genera beni e servizi e il cui mantenimento in buona qualità garantisce la produzione di questi, con vantaggi economici per la Società umana • Da questo momento in poi, sempre più di frequente nel mondo e soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, la ricerca scientifica è stata chiamata in causa per indirizzare le scelte dei «Gestori del Capitale Naturale» Perché parlare di Capitale Naturale Il capitale naturale è la base dell’economia, della società e del benessere umano. Il termine “capitale” è generalmente usato dagli economisti per descrivere un insieme che ha la capacità di generare un flusso (normalmente di beni e servizi) che porta beneficio alle persone e ha un valore per esse. L’emergere del concetto di capitale naturale negli ultimi decenni riflette la presa di coscienza che i sistemi ambientali hanno un ruolo fondamentale nel determinare il prodotto economico e il benessere umano, fornendo risorse e servizi e assorbendo emissioni e rifiuti. Perché parlare di Servizi Ecosistemici Il flusso creato dal capitale naturale ci arriva sotto forma di «beni» direttamente forniti (i.e. aria che respiriamo) e in forma di «servizi ecosistemici» che sono le funzioni svolte dagli ecosistemi (i.e. l’aria ripulita dalle polveri sottili da un parco urbano). Quindi i servizi ecosistemici sono un concetto unificante nella valutazione delle relazioni tra • risorse ambientali • analisi economiche • azioni di governance Ecosystem Services. From Concept to Practice. Ed. Bouma, van Beukering, Cambridge University Press, 2015 Supporting NUTRIENT CYCLING SOIL FORMATION PRIMARY PRODUCTION… Secondo il Millennium Ecosystem Assessment (2005) i SE possono essere classificati in quattro categorie principali quali: i servizi di supporto (formazione del suolo, fotosintesi, cicli biogeochimici) Provisioning FOOD FRESH WATER WOOD AND FIBER FUEL ... i servizi di regolazione (regolazione di condizioni climatiche, assimilazione dei rifiuti, diffusione delle malattie); Millennium Ecosystem Assessment Global Assessment Reports, Vol. 1: Current State & Trends, 2005 i servizi di approvvigionamento (fornitura di cibo, acqua, legname e fibre); Regulating CLIMATE REGULATION FLOOD REGULATION DISEASE REGULATION WATER PURIFICATION ... i servizi culturali (relativi alla bellezza, all'ispirazione e allo svago, contribuendo al benessere spirituale); Cultural AESTHETIC SPIRITUAL EDUCATIONAL RECREATIONAL ... La visione dell’Ambiente che ha l’Unione Europea “entro il 2050 vivremo bene entro i limiti ecologici del nostro pianeta... le risorse naturali saranno gestite in modo sostenibile e la biodiversità sarà protetta, valorizzata e ripristinata in modo tale da rafforzare la resilienza della nostra società”. La resilienza si riferisce all’abilità di adattarsi o tollerare un disturbo senza collassare in uno stato qualitativamente diverso. Migliorare la resilienza della società sarà possibile solo mantenendo e migliorando la resilienza dell’ecosistema, perché la sostenibilità sociale, economica ed ecologica sono interdipendenti. Quando miniamo la resilienza dell’ecosistema, riduciamo la capacità della natura di fornire servizi essenziali, aumentando la pressione sugli individui e sulla società. Al contrario, la sostenibilità ecologica dipende da fattori sociali e decisioni che proteggono l’ambiente. Nell’ultimo rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) (2 marzo 2015) Per raggiungere la "visione" dell’ambiente prospettata dall’Europa per il 2050 bisogna concentrare le attività in tre settori chiave: • proteggere il capitale naturale che sostiene la prosperità economica e il benessere umano; • stimolare uno sviluppo economico e sociale efficiente nell’uso delle risorse e a basse emissioni di carbonio; • salvaguardare le persone dai rischi ambientali per la salute. EEA, 2015, The European environment — state and outlook 2015: Synthesis report, European Environment Agency, Copenhagen. 212 pp E ancora… Il capitale naturale dell’Europa non ha ancora raggiunto livelli di protezione, conservazione e rafforzamento in linea con le ambizioni del 7° Programma d’azione europeo per l’ambiente. La riduzione dell’inquinamento ha migliorato significativamente la qualità dell’aria e delle acque europee, ma la perdita delle funzioni ecologiche del suolo, il degrado del paesaggio e i cambiamenti climatici continuano a destare preoccupazione perché minacciano i flussi di beni e servizi ambientali alla base della produzione economica e del benessere dell’Europa. In conclusione (High-Level Conference on Mapping and Assessment of Ecosystems and their Services (MAES) in Europe - 22 May 2014 – Brussels) • Il soggetto anche giuridico è il Capitale Naturale • L’inquinamento non è più una emergenza… • I nuovi driver che determinano perdita di servizi e beni forniti gratuitamente dagli ecosistemi, sono a. la perdita delle funzioni ecologiche del suolo b. il degrado del paesaggio con conseguente perdita di biodiversità c. i cambiamenti climatici Conviene quindi mantenere in buona qualità il Capitale Naturale ed utilizzare in modo «sostenibile» ed «ecologicamente corretto» quanto in termini di beni e servizi da esso viene prodotto Un caso di studio italiano Diminuzione di servizi ecosistemici forniti in relazione alla perdita di «aree naturali» nelle provincie italiane e corrispondente perdita economica (periodo di analisi 2005-2009). Facciamo uno zoom per la Emilia Romagna EVALUATING THE IMPACT OF RECENT LAND USE CHANGES ON NATURAL CAPITAL AND NATURAL ECOSYSTEM SERVICES IN ITALY (2015). Aschonitis V.G., Gaglio M., Castaldelli G., Fano E.A. FE FE Tasso annuale di perdita di terreni ad uso naturale, per provincia, espresso come valore percentuale (colonna di sinistra) e come valore economico dei servizi ecosistemici offerti (colonna di destra) Un caso di studio nella Provincia di Rovigo: I terreni utilizzati per la produzione di biocombustibili Il 28 aprile 2015, il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva un progetto di legge che limita l'utilizzo nei trasporti dei biocombustibili dannosi. In effetti, la crescita della domanda per i biocombustibili ha causato la conversione di un'elevata quantità di terre fertili alla produzione di biocarburanti invece che di cibo. Ciò ha causato la trasformazione di ulteriore terreno non coltivato, anche tramite deforestazione, in terreno agricolo: un processo conosciuto come Indirect Land Use Change o ILUC (cambiamento indiretto nell'uso dei terreni). Questo processo, rimuovendo la vegetazione preesistente, provoca un aumento della CO2 nell'atmosfera, nonché conseguenze negative su ecosistemi, biodiversità e anche sulle comunità locali. Il paradosso è che in questo modo la produzione di biocombustibili può addirittura essere dannosa per l'ambiente e produrre maggiori emissioni di CO2. Gaglio et al. 2015 - Sustainable energy potential from biomass through Ecosystem Services Trade-off Analysis: the case of the Province of Rovigo (Veneto Region, Italy) Impianti a Biogas nella provincia di Rovigo Filiera N. Potenza impianti (MWe) Colture dedicate Colture + reflui zootecnici 8 7,24 11 9,628 Totale 19 16,868 COLTURA RESA s.s. DEDICATA (insilato) (t/ha) Ha per MWe Mais 19,00* 297,24 Frumento Barbabietola da zucchero 5,41 1.963,57 16,21 289 Riso 4,97 3.996,00 Orzo 5,63 1.958,91 Sorgo 5,85 1.508,11 * D'Imporzano et al. 2010 Colture dedicate (Energy Crops) Consumo di terreno agricolo Colture dedicate Area coltivata a mais (ha) % di terreno coltivato 3.580,04 2,62% Copre l’8,7% della domanda energetica provinciale… per coprire tutte le necessità servirebbero circa 41.000 ha su un territorio provinciale di un po’ meno di 182.000 ha (il 22,5% circa). In più Definiamo il «consumo di suolo» come quel processo antropogenico che prevede la progressiva trasformazione di territori naturali o agricoli mediante la realizzazione di costruzioni ed infrastrutture, e dove si presuppone che il ripristino dello stato ambientale preesistente sia molto difficile, se non impossibile. Se dal territorio provinciale togliamo le zone urbane, le zone produttive industriali e non, le zone deputate alla produzione di biomasse per fini energetici, le infrastrutture per il trasporto quali autostrade, strade e canali, ecc., quanto rimane naturale e dedicato alla agricoltura per l’alimentazione umana? Il Veneto, dopo la Lombardia e prima della Campania, è la seconda regione italiana per consumo di suolo. L’Emilia Romagna è quinta, dopo la Puglia. Il consumo di suolo in Italia, Ispra n. 218. Maggio 2015 La sfida In conclusione, la natura complessa del degrado degli ecosistemi (cause multiple, percorsi ed effetti difficili da districare) rende difficile tradurre il concetto di resilienza ecologica (capacità di recupero dopo un evento di disturbo) in politica. Le iniziative giuridico-politiche hanno fin qui cercato di superare queste sfide usando concetti come “buono stato ecologico” e “buono stato ambientale” per i corpi d’acqua, o “stato di conservazione favorevole” per habitat e specie. Questo non basta! Il rapporto tra resilienza dell’ecosistema, diminuzione delle pressioni ambientali e miglioramento nell’efficienza di uso delle risorse è spesso mal definita, ma deve trovare posto anche nel mondo giuridico e della governance. Che cosa si potrebbe fare in pratica Ad esempio per evitare un aumento della perdita delle funzioni del suolo, potrebbero essere utili (Consumo di Suolo in Italia, 218/2015 – Ispra) • istituire incentivi al riciclo del territorio (Disegno di legge: "Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato" (2039) in corso di esame in Commissione alla Camera) • istituire incentivi per uno sviluppo urbano compatto: compact city/sprawl city • adottare una prospettiva di paesaggio che incrementi le infrastrutture verdi prendendo in considerazione le caratteristiche fisiche di una zona e i servizi ecosistemici che essa fornisce Queste misure potrebbe contribuire a contrastare la frammentazione del territorio ed incrementarne la biodiversità. I settori politici dell’agricoltura e della pianificazione territoriale sono particolarmente adatti ad un’integrazione del genere, poiché ci sono forti interazioni tra l’uso agricolo del territorio e i processi ambientali europei e globali. Il percorso futuro Il declino della biodiversità e il degrado degli ecosistemi riducono la resilienza ecologica di questi ultimi. La gestione integrata del capitale naturale può aumentare la resilienza degli ecosistemi con conseguenti vantaggi sociali ed economici per la società umana. Questioni aperte…in campo normativo su temi ambientali • Che cosa succederà alla luce del D. Lgs. 28/2015 del 16 marzo 2015 sulle « Disposizioni in materia di non punibilità per particolare tenuità del fatto, a norma dell'articolo 1, comma 1, lettera m, della legge 28 aprile 2014, n. 67.» ? • Che cosa succede alla proposta di legge su «Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente (AS 1345)» visto che per un emendamento alla Camera dei Deputati il 5 maggio 2015 è tornata di nuovo al Senato ? Claude Monet, Le dejeneur sur l’herbe, 1865 Grazie per l’attenzione Visto che purtroppo «motu proprio» la Natura alcune volte è matrigna, dovendo scegliere preferisco Monet invece che il Doganiere…, in modo da rendere per me la Natura amena, senza che sia resa horrida dal mio agire … Henri Rousseau, Surpris, 1891 I «giovani esperti» dove si possono posizionare nel futuro descritto ? Economisti Giuristi Umanisti … Giuristi Politici Umanisti … Ecologi Geologi Biologi … Fisici Ingegneri Chimici Ecologi …