Diapositiva 1 - parchilazio.it

Transcript

Diapositiva 1 - parchilazio.it
Workshop
Valutazione economica ambientale e sviluppo
sostenibile nelle Aree Naturali Protette della
Regione Lazio
I Servizi ecosistemici come strumento
per una nuova perequazione
ecologico-territoriale
Riccardo Santolini
Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo " (DiSTeVA)
ecoman, via Ceresio, 11 -
00199 Roma
[email protected]
perequazione
Il termine
viene usato in diversi rami del diritto (in
particolare nel campo pensionistico e urbanistico), per indicare un atto o un'azione che
abbia lo scopo di eliminare le discriminazioni o sanare eventuali svantaggi subiti.
La p. urbanistica è un istituto del diritto amministrativo che consente di indennizzare un
soggetto espropriato con il diritto a edificare in un’altra area.
Pareggiamento, distribuzione più equa. Treccani.it
La politica agricola comunitaria da quasi trent'anni mostra una particolare attenzione per
le aree agricole più svantaggiate e meno competitive con l'obiettivo di garantire un
reddito degli agricoltori, paragonabile con quello delle aree più vocate, ma anche per
favorire il presidio del territorio ed evitare lo spopolamento delle aree interne.
Si tratta di una porzione significativa del territorio nazionale (vi rientrano totalmente o
parzialmente circa il 58% dei comuni italiani e circa il 30% della Sau nazionale)
ricadente in una delle tre tipologie previste dalla normativa comunitaria:
(a) zone montane;
(b) zone soggette a vincoli naturali significativi (dette anche aree "intermedie");
(c) altre zone soggette a vincoli specifici (di norma di natura ambientale).
In un’accezione estensiva, nelle aree svantaggiate ricadono le aree marginali, quelle
strutturalmente svantaggiate, quelle con criticità nella economia agricola ed infine
quelle periferiche ad agricoltura povera
Atlante Nazionale del territorio Rurale, Mipaf 2010
STATO DI FATTO
Superficie agricola coltivata
2000 15.000.000 ha
OGGI 12.700.000
Aziende agricole
2000 2.300.000 n. aziende
OGGI 1.680.000
Aziende biologico
2000 41.613 n. aziende
OGGI 48.509
Redditi -7%
Costi produzione +4%
Produzione -2%
Prezzi -3%
SITUAZIONE TERRITORIALE
1990 => 2000 superficie agricola persa ha 1.839.000 (veneto)
Abbandono
Impermeabilizzazione (umbria), + 10-20% di interazione
ecologica
Tratto di costa Fano Senigallia
Perdita di suolo agricolo
STATO DI FATTO
Ogni anno in Italia vengono consumati
oltre 100.000 ha di suolo agricolo
Aree agricole urbanizzate dal 1990 al 2000 (Eurostat)
3000
(ha * 1000)
2500
2000
1500
1000
500
0
Italia
Germania
Francia
La situazione
attuale
complessive dolci
Rapporto tra prelievo e disponibilità
Variazione
della
disponibilità
d’acqua
DISTROFIA = perdita di funzioni
La specializzazione porta alla
perdita di funzione
IL CONTESTO ATTUALE TERRITORIALE
negli ultimi 50 anni sono
stati spesi più di 16
miliardi di euro per
sopperire solo ai danni
derivanti da fenomeni
alluvionali.
APPROCCIO INDUSTRIALE/AZIENDALE
PIL
2000 2,5%
2009 1,6%
L’AGRICOLTURA CONSIDERATA COME QUALSIASI ELEMENTO
DEL CAPITALE ANTROPICO
anconetano
I motivi dei SE: IL CONTESTO ECOLOGICO-ECONOMICO
LO SVILUPPO SOSTENIBILE E DUREVOLE:
DAL CAPITALE AI CAPITALI
Neutral based landscape
Capitale
sociale
Capitale
naturale
Capitale
naturale
critico
Capitale
costruito
dall’uomo
Capitale
economico
Servizi
ecosistemici
Tempi brevi
Tempi lunghi
Santolini 2008
I motivi dei SE: IL CONTESTO ECOLOGICO-ECONOMICO
trasferimento di lasciti di capitale.
Questa generazione deve essere certa di lasciare alla prossima uno stock di capitale non inferiore a quello che possiede ora,
intendendo come capitale la possibilità di raggiungere un certo benessere attraverso la creazione di beni e di servizi dai quali
dipende il genere umano. Di fatto, secondo questo punto di vista, il livello di risorse e di capacità produttiva dovrebbe essere il
medesimo rispetto ad ogni altra generazione, ma il benessere di ognuna può essere diverso in relazione al tipo di uso del proprio
stock di risorse. Come definito da Pasek (1992), descrivendo lo standard di Locke, ogni generazione dovrebbe lasciare alle altre “una
quantità di risorse sufficiente e di buona qualità”.
Tuttavia, l'interpretazione dello stock di risorse ha indotto l'elaborazione di diversi modelli di sviluppo sostenibile (Turner et al., 1996),
i più rappresentativi dei quali sono quello cosiddetto debole (SSD) e quello denominato forte (SSF).
Per il primo, il Capitale Naturale non necessita di trattamenti particolari dal momento che esso è equiparato alle altre forme di
capitale. In sostanza, alle nuove generazioni basta il trasferimento di uno stock di “capitale aggregato” non inferiore a quello che
esiste ora, assumendo che ogni tipo di capitale presenta una sostituibilità perfetta. Al contrario, la sostenibilità di tipo forte assume
che gli elementi dello stock di Capitale Naturale non possono essere sostituiti dal capitale costruito dall'uomo. Infatti, alcune delle
funzioni e dei servizi degli ecosistemi sono essenziali per la vita del genere umano in quanto elementi determinanti la sopravvivenza
della vita stessa (ad esempio i cicli biogeochimici, il paesaggio, lo spazio vitale). Di conseguenza, gli ecosistemi che generano tali
servizi vengono definiti Capitale Naturale critico non sostituibile e perciò bisognoso di varie forme di tutela.
I capitali
La figura 1 (Santolini, 2008) mostra come i capitali sviluppino diversi livelli di interazione formando le varie forme di paesaggio. I
capitali dipendono da tempi di resilienza molto diversi tra loro, che esplicitano le ragioni della loro non scambiabilità, e sono
caratterizzati dai problemi esposti di seguito.
Problema dei tempi. Le dinamiche di generazione, crescita e ricostituzione del Capitale Naturale sono notevolmente sempre più
lunghe che non per gli altri capitali;
Problema dello spazio. Il capitale antropico occupa molto meno spazio che il Capitale Naturale, ma incide molto di più sugli equilibri
ecologici e sull’espressione di molte funzioni ecologiche/servizi ecosistemici.
Problema dei costi. I capitali non naturali sono contenuti in ambiti che dipendono da funzioni naturali. Ad esempio, il costo di
un’alterazione ad un certo livello di scala si ripercuote a scale superiori incrementando i costi di risanamento.
Da queste considerazioni emerge la necessità di valutare con attenzione le soglie di vulnerabilità del sistema territoriale caratterizzato
dai diversi capitali e da un proprio paesaggio rispetto alle funzioni ecologiche chiave che gli ecosistemi del Capitale Naturale possono
esprimere. Fino a che punto è possibile permettersi delle trasformazioni che assumono un peso più o meno forte, cioè che possono
arrivare ad una soglia critica della Capacità Portante nel territorio in oggetto? Qual è il limite vero dello Sviluppo Sostenibile e
Durevole di un territorio?
I motivi dei SE: IL CONTESTO ECOLOGICO-ECONOMICO
Il TEV
L’economia ecologica individua un nuovo approccio per pesare le risorse di un territorio e per riequilibrare i sistemi economici. Dal
Capitale viene enucleato il Capitale Naturale che fornisce naturalmente servizi mantenendo la stabilità ecologica dei sistemi. La
contabilità ambientale che si basa su criteri “nuovi” (Daily, 1977, 1996) dovrebbe valutare il loro ammontare e specialmente la loro
dinamica per supportare strategie di sostenibilità, anche a fronte di variazioni climatiche nel breve, medio e lungo periodo.
È importante quindi valutare il Valore Economico Totale (TEV) (Freeman, 1993; Merlo e Croitoru, 2005; Dziegielewska et al., 2010)
delle risorse e dei servizi considerati come beni pubblici senza mercato e che quindi non vengono tenuti in considerazione nelle
analisi costi-benefici e spesso nelle valutazioni del danno ambientale.
Il concetto di Valore Economico Totale costituisce il background metodologico delle valutazioni monetarie dei beni ambientali. Alla
sua base c’è l’idea di distinguere fra due grandi categorie di benefici che una risorsa naturale offre: i valori d’uso e i valori di non-uso.
I primi sono associati alla fruizione/utilizzazione della risorsa, mentre i secondi includono tutte le valenze non riferibili ad un uso
diretto o indiretto. Conoscere il valore economico totale delle risorse e dei beni ambientali è importante per verificare la razionalità
delle scelte di sviluppo e per dare un valore alle politiche di tutela dell’ambiente. Spesso la difficoltà nell’assegnare un valore fa
diminuire l’attenzione verso i beni ambientali nelle scelte della collettività.
Occorre quindi innescare dei meccanismi di riconoscimento economico di questi servizi in modo che vengano pesati nel bilancio
economico complessivo mediante un sistema metrico comune che faciliti le analisi. Esistono numerosi tentativi di valutazione delle
funzioni ecosistemiche e quindi dei servizi.
Tale valore economico deriva dalla somma di valori che trovano riscontro più o meno diretto nel mercato, e di valori che possono
essere riportati ad una “formula monetaria” solo con l'uso di tecniche che misurano il "prezzo" implicitamente attribuito alle risorse.
“Uno sviluppo economico che non si ponga il problema del rapporto con l’ambiente naturale, non solo rischia di non poter essere
mantenuto, ma perde qualità e quindi perde valore” (Musu 2008).
2005
1997
Beni come risorse alimentari,
acqua, aria, suolo, materie
prime, risorse genetiche ecc.,
le loro relazioni funzionali
(fissazione di CO2,
regolazione dei gas in
atmosfera, depurazione,
conservazione suolo ecc.) che,
combinati con i manufatti ed
i servizi del capitale umano,
permettono all’uomo di
raggiungere e mantenere
una condizione di benessere
(Costanza et al., 1997).
Livelli di funzionalità
ecosistemica
CLC 2006
CLC 2006
Biodiversità e funzionalità ecologica.
Negli ultimi anni numerose iniziative sono state messe in campo strategie di conservazione e gestione per le future scelte di pianificazione che
hanno al centro la valutazione della biodiversità e delle funzioni ecologiche (TEEB, The Economics of Ecosystems and Biodiversity,
www.teebweb.org; COPI, Cost of Policy Inaction, http://ec.europa.eu/environment/nature/ biodiversity/economics/teeb.en.htm; IPBES,
Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services, http://ipbes.net).
Se la diversità di specie di un ecosistema corrisponde alla complessità delle interazioni tra queste, cioè al numero delle vie lungo le quali
l’energia può attraversare una comunità, l’alterazione della biodiversità (modifica dei parametri di popolazione e comunità, determinata da
fattori diretti ed indiretti e indotta anche dalle trasformazioni del paesaggio) causa cambiamenti nella stabilità dei processi ecosistemici. Hooper
et al. (2005) affermano che certe combinazioni di specie sono complementari nei loro modelli di utilizzo delle risorse e possono aumentare i
tassi medi di produttività e di ritenzione di nutrienti. La complementarità è una delle proprietà emergenti espresse dalla comunità: i rapporti di
nicchia tra le specie che non interferiscono tra di loro nello spazio o nel tempo permettono di utilizzare una gamma più ampia di risorse o
quando le interazioni inter-specifiche migliorano le modalità di acquisizione collettiva della risorsa rispetto ad un comportamento isolato
(Cardinale et al, 2007; Hooper, 1998). La diversità delle caratteristiche funzionali delle specie che costituiscono una comunità è uno dei
controlli chiave delle proprietà di un ecosistema e le variazioni funzionali di un ecosistema possono essere spiegata in parte dalla differenza di
specie o della composizione funzionale della comunità (Hooper et al., 2005).
In considerazione di quanto affermato, la ricchezza specifica ed il ruolo funzionale delle specie è importante per mantenere la funzionalità degli
ecosistemi ed è ancor più importante quando esistono relazioni complementari tra le specie e tra particolari guild (o gruppi di specie
ecologicamente affini) con proprietà o capacità caratteristiche. Dal momento che le specie partecipano a diverse funzioni ecosistemiche ed
incidono sulla loro qualità, sono necessarie più specie per mantenere un ecosistema pienamente attivo in modo multifunzionale. Di
conseguenza, se si prende in considerazione un singolo processo, si rischia di sottovalutare i livelli di biodiversità necessari a mantenere la
multifunzionalità dell’ecosistema (Santolini, 2010) ed anche di aumentare la vulnerabilità degli ecosistemi stessi rispetto, ad esempio, ai
cambiamenti climatici. Se le specie di un certo gruppo funzionale operano a scale diverse, esse contribuiscono a rinforzare la resilienza di
funzione e riducono parallelamente la competizione entro la stessa funzione: in questo modo l’effetto di resilienza tra scale completa quello
entro scala dovuto alla sovrapposizione parziale delle nicchie ecologiche delle specie che vivono allo stesso livello di scala (Peterson et al.,
1998). Dobbiamo constatare quindi, che la combinazione tra la ridondanza funzionale tra scale diverse, determina un rafforzamento della
resilienza ecologica.
La biodiversità quindi, ha effetti positivi sull’efficacia delle funzioni ecologiche (Balvanera et al., 2006). Per esempio in zone umide, non solo
l’aumento della diversità floristica migliorare la produttività, ma favorisce anche la ritenzione di fosforo nel sistema, facilitando così il servizio di
depurazione dell'acqua. Di conseguenza, individuare determinate unità funzionali di sistema attraverso gruppi di specie che identificano
funzioni ecologiche specifiche (Gardner et al., 1992; Pereria e Daily, 2006), vuol dire definire ecosistemi altamente resilienti e quindi
dinamicamente stabili ed ecologicamente importanti, interpretando così la relazione che esiste tra funzioni ecosistemiche e ricchezza. Questo è
tanto più importante quanto più il fattore alterante agisce sulle caratteristiche spaziali dell’uso del suolo che genera il servizio ecosistemico,
poiché ci sono servizi che sono classificabili in relazione alle loro caratteristiche spaziali e corologiche (Costanza, 2008) cioè legati ad una
tessera dell’ecomosaico (e.g. wood raw material) oppure ad un’area di riferimento geografico (water catchment). Di conseguenza, le
caratteristiche di ogni tipologia del land mosaic ha una propria capacità potenziale nel fornire una serie di servizi ecosistemici; pertanto
variazioni negli usi del suolo possono comportare in alcuni casi diminuzione della performance nella fornitura di servizi ecosistemici (Burkhard
et al., 2012, Scolozzi et al., 2012).
Paesaggio, Capitale Naturale, Sociale e Culturale
proprietà, funzioni e processi propri degli ecosistemi che determinano benefici essenziali
per l’uomo, permettendo di conservare la risorsa, cioè il capitale naturale
Value mapping... Spatial monetary assessment (at multiple scale)
CONFRONTO
TRA I SERVIZI
ECOSISTEMICI
categoria
servizio
ecosistemico
metodo di
valutazione
acqua
regolazione del
ciclo dell'acqua
Costo di
ripristino
costo di 1 m3 di acqua*superfici
Xue e Tisdell, 2001;
forestali*(precipitazioni-evapotraspirazione) Hao et al., 2008
protezione del
suolo
Costo di
ripristino
perdita di suolo stimata dalla differenza di
erosione tra aree boscate e aree non
boscate*superfici forestali*costo per il
ripristino di terreno vegetale comprensivo di
trasporto*densità del suolo
Hao et al., 2008
fissazione della
co2
Prezzo dei
permessi di
emissione di
CO2
capacità di fissazione della CO2 di diverse
tipologie forestali*prezzo permessi di
emissione di CO2 (20€/tCO2)
Xue e Tisdell, 2001;
Guo, 2001;
APAT, 2000;
Goio et al., 2008;
Notaro et al., 2008
suolo
co2
formula
bibliografia
Ripartizione degli ESs nei bacini idrografici
e valore economico per ha
Fiume Marecchia
Fiume Foglia
439
324
USO DEL SUOLO BIOHAB 3d
AREA 015
1978
015
1978
0,21
URB_NON 0,92
URB_VEG 0,00
URB_GRA
0,01
URB_TRE 0,04
CUL_SPA
0,00
CUL_CRO 20,31
CUL_WOC 1,02
SPV_AQU 0,00
SPV_TER
4,67
TRS_SCH 12,03
TRS_LPH
1,39
TRS_MPH
1,42
TRS_TPH
0,13
TRS_FPH 20,69
HER_CHE 37,16
HER_THE 0,00
HER_GEO 0,00
URB_ART
2003
0,18
1,29
0,01
0,00
0,01
0,00
44,87
0,00
0,11
0,07
0,12
8,51
2,45
2,12
22,09
16,61
1,81
0,00
∆
-0,03
0,38
0,01
-0,01
-0,03
0,00
24,56
-1,02
0,11
-4,60
-11,91
7,12
1,03
2,00
1,41
-20,55
1,81
0,00
Variazioni
2003
Sostituzione erbaceo –coltivato
Diminuzione IVN
Diminuzione Servizi Ecosistemici
Aumento frammentazione
1978
015
IVN
1978
0,55
Servizi
Ecosistemi 1905,8
ci
2003
0,47
∆
-0,09
2003
1623,2
-282,7
INTERPOLAZIONE SPLINE 3d
1.
Tasse, diritti di segreteria, pagamenti di
sanzioni
a.
i.
ii.
iii.
iv.
2.
Pagamenti per attività da autorizzare
Permessi di pesca (PNALM, PNVG, PNDB, PNM)
Raccolta dei tartufi (PNM)
Fida pascolo (PNP)
Riscossione di sanzioni amministrative (PNALM)
Donazioni volontarie
i.
ii.
4.
5.
5 per mille (PNGP)
“Sostieni il parco diventa un patron” (NL DHVNP)
Progettazione e partnership
a. Partecipazione a bandi nazionali ed europei
i.
LIFE (PNALM, PNGSL, PNCVD, PNP)
ii.
FESR (PN Sibillini)
iii.
Interreg (PNVG)
iv.
Leader (PNDB)
v.
POR (PNCVD, PNV)
vi.
PIRAP (PNCVD, PNV)
vii.
Leonardo da Vinci (PNCVD)
viii.
Cooperazione Internazionale (PNV)
ix.
MIUR (PNGSL)
b. Partecipazione a bandi delle Fondazioni bancarie
(PNVG, PNM, AP Ossola)
c. Partecipazione a bandi della Fondazione
TelecomItalia (PNM)
d. Raccolta ed utilizzo della lana “sucida” (PNGSL,
PNAM)
e. Costituzione Consorzio forestale (PNRT)
Coinvolgimento in Lotteria nazionale (UK NFNP)
Realizzazioni di strutture ciclabili (UK NFNP)
Attuazione di programmi di volontariato
a
Vigilanza volontaria organizzata (PNMSan Rossore,
RNVMincio)
6.
Attività commerciali e vendita
a. Vendita gadget e prodotti di merchandising
i.
Centri visita e Shop online (PNMS, PNALM, PNGP,
PNAL)
ii.
Photobook del parco personalizzati (PNAM)
b. Creazione di una società per la gestione di attività
c. Esternalizzazione del merchandising (PN Sibillini)
d. Vendita servizi per la fruizione dell’AP
i.
Affidamento dei servizi di carattere turisticonaturalistico di accesso, fruizione e valorizzazione (UK
NFNP, PN5T)
Pagamenti dei fruitori
a. Biglietti di ingresso in aree o strutture organizzate
i.
Accesso al Parco o al sentiero, a piedi (PNV)
ii.
Accesso al Parco in auto o moto (NL DHVNP)
iii.
Accesso al Parco, con trasporto fornito
1. in autobus (PRM)
2. in autobus, trenino, carrozza (PNAB)
iv.
Card, carta servizi del parco (PN5T, PNAB)
v.
Centri visita (PNALM)
b. Tariffe
i.
Sosta auto nei parcheggi gestiti (PRM, PNV, PNAB,
PNAM)
ii.
Utilizzo foresterie, aree camper, aree picnic (PNDB)
Rete noleggio biciclette (PNAM)
iii.
c. Attività didattica con le scuole (PNAB)
d. Quote dei partecipanti ad escursioni o altre iniziative
i.
direttamente organizzate (PNALM)
Coinvolgendo associazioni e APT (PNAB, PNAM)
ii.
iii.
Centro servizi territoriali (PNRBeigua)
iv.
A cavallo o in carrozza (PRM)
v.
Workshop fotografici (PNAB)
e. Gestione della fauna
i.
Gestione ungulati (PRM)
ii.
Prelievo selettivo del cinghiale (PNCVD)
Trasporto e macellazione cinghiali (PNAM)
iii.
3.
f.
g.
7.
Licenze d’uso dei marchi
a.
i.
ii.
iii.
b.
i.
c.
d.
Marchio dell’AP su prodotti commerciali
PNALM, PNGSL,
Acqua Nerea (PN Sibillini)
Paniere del Parco (PNG)
Marchio dell’AP per servizi turistici (PNALM)
Esercizi consigliati dal Parco (PRM, PNRBeigua)
Marchio di qualità del parco (PNGP, PN5T, PNAB)
Sponsorizzazioni (PN Sibillini, PNGSL, UK NFNP)
Gli schemi di
autofinanziamento
maggiormente
applicati
CHE COSA SONO I PES?
Il meccanismo dei PES si basa sulla
creazione di convenienze
economiche per gli operatori che
potenzialmente possono offrire,
mantenere o valorizzare specifici SE,
tali da spingerli verso l’adesione
volontaria ai meccanismi di
incentivazioni proposti da una certa
istituzione competente, riallineando
in tal modo l’interesse pubblico con
quello privato.
Payment for Environmental Services – PES
Il meccanismo dei PES si basa sulla creazione di convenienze economiche per gli
operatori che potenzialmente possono offrire, mantenere o valorizzare specifici SE, tali
da spingerli verso l’adesione volontaria ai meccanismi di incentivazioni proposti da una
certa istituzione competente, riallineando in tal modo l’interesse pubblico con quello
privato.
- 1. individuazione di uno o più servizi ambientali oggetto di
«scambio»
- 2. è acquistato da almeno un acquirente del servizio (buyer)
- 3. è fornito da almeno un service provider,
- 4. Transazione volontaria in cui un servizio (ESs) definito o
un tipo di land-use che garantisca la fornitura di quel
servizio
- 5. solo se il service provider assicura la fornitura del servizio
nel tempo (condizionalità)
(Wunder, 2005)
Come definire i livelli di remunerazione per i PES?
Minimo ammissibile: compensazione per il mancato reddito = costo di
opportunità
Pagiola e Platais, 2006 mod. – World Bank
Importante: ripetitività annuale e
continuità negli impegni assunti
PAGAMENTI IN BACINO IDROGRAFICO
SCHEMI DI PES ESISTENTI
Organisation for Economic Co-operation
and Development (OECD)
Alcuni esempi
New York
accordo sottoscritto tra l’azienda municipalizzata per la fornitura dei servizi idrici e i
proprietari forestali del bacino di captazione. In base all’accordo liberamente sottoscritto i
proprietari si sono impegnati a gestire i propri boschi secondo un programma che prevede
pratiche di gestione forestale aventi effetti positivi sulla costanza qualitativa e quantitativa
del deflusso idrico. La compensazione per i servizi ecosistemici svolti viene corrisposta
attraverso un’addizionale sulla tariffa idrica,pagata dagli utenti finali.
L’implementazione del programma ha permesso un parziale risparmio di spesa sui 6-9
miliardi di dollari necessari per realizzare impianti di depurazione,
un costo che avrebbe comunque gravato sui cittadini, mentre
i proprietari forestali hanno potuto contare su un flusso annuo e
costante di reddito
(Landell-Mills e Porras, 2002).
Vittel-Francia
Vittel (Nestlé Waters), azienda produttrice di acqua minerale, era preoccupata della
contaminazione da nitrati causata dall’intensificazione delle attività agricole e ha
quindi iniziato a pagare gli agricoltori del proprio bacino idrografico affinché
adottassero pratiche più sostenibili.
L’azienda ha inoltre finanziato tutte le modifiche tecnologiche necessarie, senza esborsi
da parte degli agricoltori. Vittel ha collaborato strettamente con gli agricoltori per
identificare pratiche sostenibili alternative e incentivi reciprocamente accettabili.
L’azienda ha calcolato che finanziare questi programmi risultava meno costoso che
costruire degli impianti di depurazione (Johnson et al., 2001) (L’economia degli ecosistemi e
della biodiversità, Comunità Europee, 2008).
Accordi trentennali con gli agricoltori per
ridurre i fertilizzanti azotati e modificare le
pratiche agricole Ca. 25 M € spesi da Vittel
per:
1) Compensazioni di circa 200 € / ha/a
per mancati redditi
• Tutti gli
agricoltori hanno
adottato le Best
Practices
• 92% dei
2) Fino a 150.000 € di contributo a fondo sottobacini sono
perduto ad azienda per nuovi investimenti stati protetti e si è
ridotto
3) Fornitura di manodopera aziendale
l’inquinamento da
gratuita per le concimazioni organiche
nitrati
4)
Assistenza tecnica gratuita
Dal principio
di sussistenza (compensazione statica)
cioè ti pago perché non ti sviluppi
interno
costa
…al principio di riconoscimento del capitale naturale:
ti pago ciò che produci (compensazione dinamica) =
servizi ecosistemici
L'uomo stolto cerca la felicità lontano,
il saggio la fa crescere sotto i propri piedi.
J. Robert Oppenheimer
SIAMO CONSCI DI
ESSERE SEDUTI SOPRA
UNA GRANDE
RICCHEZZA?
…E QUESTA GRANDE
RICCHEZZA E’
IL PAESAGGIO
CON TUTTE LE SUE
FUNZIONI E LE
ATTIVITA’
ANTROPICHE
COMPATIBILI CHE LO
CARATTERIZZANO
LE OPPORTUNITA’
PRIP – E.R.
Misure
agroambientali
Piano Rurale Integrato
Provinciale
Misure PSR
Accordi
Agroambientali
Regione Marche
Accordi
agroambientali
Accordo
agroambientale
d’area (Marche)
Accordo
agroambientale
Locale (E.R.)
Strumenti
vigenti
Canoni idrici
Canoni e
Royalties
Investimenti
ambientali
compensativi
compensazione dei
prelievi a uso agricolo,
industriale e
domestico
Misure compensative
di riequilibrio
ambientale
Sovracanoni Enti
Rivieraschi
Sovracanoni BIM
Accordo
ambientale
- Contratto di
Fiume,
- Rete
ecologica,
- Green
Infrastructure
- Contratti
d’Area e di
Sistema
(Accordo Quadro di
Sviluppo Territoriale AQST)-
Conclusioni
1. Azioni di sistema
Riqualificare un ecosistema, vuol dire monitoraggio delle
funzioni/servizi ed agire in maniera sistemica, non rattoppare
l’evento per risolvere il problema contingente
2. Bilancio economico delle azioni di valutazione (incidenza,
VIA, VAS ) e pianificazione/progettazione che comprendano la
valutazione economica dei servizi ecosistemici = BENE
COMUNE
3. Pianificazione innovativa programmazione negoziata e
condivisa del territorio tesa al raggiungimento di un assetto
duraturo nel tempo
I Contratti di fiume nella gestione e recupero delle zone umide
I Contratti di sistema (bacino), d’area, di rete
4. Inserire criteri di perequazione territoriale su base
economico-ecologica (es. PAC/PSR, PES), cioè riconoscere
€ a chi tutela e gestisce risorse (es. AGRICOLTORI) da parte
di chi le risorse le consuma, soprattutto nelle aree protette
Quando si prendono
decisioni che influenzano
direttamente o
indirettamente, un
ecosistema,
una priorità è garantire che
vengano considerate le
informazioni su tutta la
gamma dei valori e dei
benefici forniti dai diversi
servizi.
(Millennium Ecosystem
Assessment , 2005).
... Ai servizi ecosistemici viene dato troppo spesso poco peso nelle decisioni politiche.
In ultima analisi, questa negligenza può compromettere la sostenibilità degli esseri
umani nella biosfera
(Costanza et al. 1997).