Pagina del 22.12.2010

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Pagina del 22.12.2010
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Carissimi Presidenti, Allenatori, Dirigenti, Atleti, Arbitri, Operatori delle varie Commissioni Tecniche e Disciplinari, Impiegati
del Centro Sportivo Italiano di Cesena, in occasione delle imminenti feste, desidero formulare a Voi e alle Vostre famiglie i
più cordiali auguri del S. Natale e di un felicissimo 2011.
Stiamo vivendo in questi giorni la gioia piena della venuta del vescovo Douglas nella nostra Diocesi. Vorrei che uno
dei pensieri di riflessione che ci porta questo Natale fosse di profonda gratitudine e immensa riconoscenza verso il Signore
che ancora una volta riversa sul suo popolo grazia su grazia.
Noi, a volte, diamo per scontato che accadano certe cose: il dono del vescovo, dei sacerdoti, degli educatori, dei
politici onesti, di associazioni (come la nostra) che si preoccupano delle varie problematiche che investono la nostra società,
ecc., ma in realtà, io credo non ci sia nulla di scontato anzi…, se non teniamo alta la guardia attraverso l’impegno personale,
l’esempio con la testimonianza continua della nostra fede e la preghiera, rischiamo veramente di non ricevere più queste
grandi grazie da Dio.
E allora gli auguri che ci scambiamo per questo S. Natale e l’ anno nuovo ormai alle porte siano caratterizzati da una
accoglienza gioiosa di Cristo in mezzo a noi e una risposta fedele e generosa da parte nostra fatta di partecipazione e
responsabilità.
Il Presidente C.S.I. Cesena
Luciano Morosi
di Luciano Morosi
Anche quest’anno, da venerdì 3 fino a domenica 5
dicembre scorsi, si è svolto il tradizionale Meeting di
Assisi riservato ai più svariati operatori del Centro
Sportivo Italiano. Dai Presidenti territoriali agli
Allenatori, dai Consulenti ecclesiastici agli Arbitri,
dai Dirigenti di qualsiasi livello al più comune
collaboratore dell’ Associazione. Circa 600 i
delegati provenienti da tutta Italia che hanno dato
volto, vita ed entusiasmo a questa bellissima
convention la quale è stata arricchita anche dalla
partecipazione di numerosi ospiti illustri: Luca
Pancalli, Presidente del Comitato Italiano
Paraolimpico; Andrea Zorzi, campionissimo della
pallavolo; Gianni Rivera, campione del Milan e
della Nazionale; Felice Pulici, portierone della
Lazio campione d’Italia; Manuela Di Centa,
campionessa di sci e oggi deputata e membro del
CIO; Andrea Bartali, figlio del grande Ginettaccio
campione ciclista degli anni quaranta e cinquanta.
E poi: Don Alessio Albertini, padre Kevin Lixey,
Mons. Domenico Pompili, sottosegretario della CEI
e Responsabile dell’ Ufficio Comunicazioni Sociali,
Don Claudio Paganini, Consulente Nazionale del
C.S.I. che ha animato tutti i momenti di preghiera;
Mons. Vittorio Pieri, Vicario Episcopale della diocesi
di Assisi e presidente nazionale dell’ UAC (Unione
Apostolica del Clero) il quale ha presieduto la
celebrazione Eucaristica svoltasi nella Basilica
inferiore di S. Francesco dopo la tradizionale
fiaccolata; Maria Grazia Pastore, docente di
anatomia e fisiologia del corpo umano e fondatrice
dell’ Associazione “Nordic Walking Smile”; Antonio
Mastropasqua, Presidente dell’ INPS; Michele Uva
membro della Federcalcio e naturalmente tutta la
Presidenza Nazionale della nostra Associazione.
Da segnalare anche i saluti del Presidente del
CONI, Gianni Petrucci e del Segretario generale
della CEI, Mons. Mariano Crociata a sottolineare
l’attenzione e la vicinanza al Centro Sportivo
Italiano del mondo istituzionale dello sport e della
Chiesa. Numerosi anche i partecipanti del Comitato
C.S.I. di Cesena: il sottoscritto Luciano Morosi,
Presidente; Mauro Armuzzi, Direttore Area
Formazione; Adriano Flamminj, Consigliere,
accompagnato dalla moglie Silvia; Gino Guidi,
addetto stampa. Sono stati molti i momenti intensi
ed emozionanti che hanno caratterizzato il Meeting:
io ne vorrei ricordare solo tre particolarmente
significativi per me. Innanzitutto l’intervento di Don
Alessio Albertini. Egli con la solita semplicità ma
anche con la profondità derivante dalla sua grande
preparazione, ha trattato un tema alto e complesso
quale: i giovani, il loro futuro “l’emergenza
educativa”. Tema di grande attualità che implica
una profonda riflessione su aspettative,
comportamenti e relative conseguenze del rapporto
giovani-adulti. L’universo giovanile è sempre
rientrato in una sfera interpretativa negativa,
esordiva Don Alessio, lo dimostrano scritti riportati
su una tavoletta di argilla assiro-babilonese del
1000 a.c. o le considerazioni di Pietro l’Eremita nel
1905: egoismo, superficialità, mancanza di rispetto.
Ma quanta responsabilità assegnare a geni
caratteriali tipici dell’età e quanta invece agli adulti
chiamati “a preparare il mondo da abitare?” Questo
il seme lanciato da Don Albertini al Convegno di
Assisi indicando poi il terreno sul quale farlo
germogliare con buoni frutti: quello della convinta
speranza di un mondo diverso attraverso l’impegno
di ciascuno, fiducia nel cambiamento, passione per
la vita. Più in particolare, la Chiesa ha bisogno oggi
di genitori quanto di dirigenti che si riconoscano nei
valori del Vangelo ed inoltre bisogna abituarsi a
vivere la vita negli ambienti dove essa si svolge,
senza giudicare un uomo meramente secondo
criteri di efficienza. In questo passaggio è risultato
per me molto bello e azzeccato il riferimento a
Marta sorella di Maria allorquando Gesù andò a
trovarle a casa loro. Dice infatti Don Albertini:
vorrei si rivalutasse il ruolo di Marta indaffarata
nelle faccende domestiche non sganciate però
dalla contemplazione e dalla preghiera ma, insieme
ad esse, formidabile connubio del vivere “pieno” e
coerente del cristiano. Continuando ancora, il Don
asseriva: … lo stesso C.S.I. deve liberarsi del “tarlo
della ripetitività” insito nella pur necessaria
burocrazia per privilegiare l’insostituibile rapporto
personale. I giovani attendono solo di essere
chiamati, accolti, amati nel rispetto della loro libertà.
Il secondo momento per me molto toccante è stato
quello dedicato a Gino Bartali. L’omaggio al mitico
“Ginettaccio” nazionale è vissuto attraverso la
mostra allestita all’interno della Domus Pacis, a
cura della società Gagliarda Sambenedettese e,
attraverso il narrato, le suggestioni video e le ricche
pagine di umanità di un libro dal titolo ossimorico:
“Un diavolo di campione, un angelo di uomo”. Il
tutto presentato dall’autore del libro Paolo Alberti
(ciclista e scrittore) e dal primogenito di Gino,
Andrea Bartali. In tandem i due hanno pedalato tra i
ricordi, le testimonianze, le storie quotidiane di quel
grande atleta della fede, uomo complesso e molto
semplice, campione infinito che al di là degli
ossimori e senza contraddizioni, ha saputo essere
grande benefattore, generoso tanto in sella, quanto
più nella vita. Medaglia d’oro al merito civile, con la
motivazione di avere salvato più di 800 cittadini
ebrei, conferitagli nel 2005 dal Presidente Ciampi
che lo menziona come “mirabile esempio di grande
sacrificio e di umana solidarietà”.
Infine, un altro momento suggestivo, intimo, molto
toccante per me non poteva essere altro che la
fiaccolata-pellegrinaggio attraverso i sentieri
francescani. Tra luci, canti, calore e preghiere, il
gruppo, guidato da Don Claudio Paganini, dalla
Porziuncola in S. Maria degli Angeli, ha raggiunto la
Basilica inferiore di S. Francesco, dove è stata
concelebrata la S. Messa dal vescovo e da cinque
sacerdoti. La S. Messa è la S. Messa per carità, ma
per me quelle partecipate in quella Basilica e in
quel contesto assumono un fascino particolare.
Ogni anno mi capita la stessa cosa.
E’ difficile spiegare, pensando alla stratosferica
figura di S. Francesco, come in quei momenti mi
pervada una sorta di “nudità”interiore, di
imbarazzante consapevolezza nel constatare la
pochezza del mio essere cristiano. Sembra quasi
che la vita vissuta fino ad ora sia stata tutto un
fallimento se confrontata a quella del Santo.
Per fortuna, Dio non fa paragoni e non ragiona
come me! Qualcuno potrebbe domandarsi perché
il C.S.I. organizza sistematicamente e direi quasi
ossessivamente momenti come il meeting di Assisi.
La risposta si potrebbe trovare nelle parole di Don
Claudio Paganini quando, all’inizio di questa
decima edizione della Convention presentando il
“girasole” quale simbolo del meeting ha detto: …“i
girasoli sono fiori particolari, si staccano dagli altri e
sono rivolti verso l’alto, seguono il sole e nella
conformazione, quasi si identificano in esso. Per
noi sono un incitamento a orientare il nostro
sguardo verso l’alto, verso i valori”. E ha
sottolineato come questo atteggiamento possa
significare “rinunciare al superfluo, scegliendo le
cose importanti”. E di valori veri al meeting di Assisi
2010 se ne sono trovati davvero tanti.
Vorrei chiudere questa mia modesta cronaca
ricordando
anche “ GemellarCsi” ovvero
l’evoluzione dei
“primi gemellaggi” avvenuti
nell’edizione del 2008. GemellarCsi è la nuova
formula per legare ulteriormente tra di loro i
Comitati del CSI che toccano l’Italia dal nord al sud
e avvicinano, facendo collaborare fattivamente tra
loro, realtà geograficamente anche molto lontane.
Esso parte da un gioco: proverbi e detti popolari
sono stati divisi in due parti; ogni comitato per
mano del suo presidente, ne pesca una e chi trova
la seconda parte della frase è virtualmente
gemellato. Starà poi ai due comitati, una volta
incontratisi, decidere se provare realmente a
percorrere un pezzo di strada insieme.
Ideatore dell’iniziativa, che non elimina ma si
affianca ai gemellaggi già operativi , (ricordo che il
Comitato di Cesena è già gemellato con quello di
Macerata) è il consigliere nazionale Salvatore
Maturo. Io ho pescato “Dio vede e …..” e il
presidente di Cava dei Tirreni invece: “provvede”.
Ci siamo incontrati e conosciuti. Con un po’ di
emozione e molto entusiasmo abbiamo detto “SI”.
Luciano Morosi
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