Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno

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Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 09/08/2015
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INDICE
IN PRIMO PIANO
Il capitolo non contiene articoli
SANITÀ NAZIONALE
09/08/2015 Corriere della Sera - Nazionale
I sei miliardi di spese in più
5
09/08/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Il dramma del padre di Andrea: chiesi il Tso, non me lo perdono
7
09/08/2015 Il Sole 24 Ore
Ciak! Si gira la psicoanalisi
9
09/08/2015 La Repubblica - Nazionale
Una campagna sulla fecondazione per ricordarci la generosità
11
09/08/2015 La Repubblica - Nazionale
Morto durante il Tso quattro indagati "Soffocato dal vigile"
13
09/08/2015 La Stampa - Nazionale
Vivere con i malati in casa "Invisibili fino alla tragedia"
14
09/08/2015 Il Fatto Quotidiano
IL MANTRA " FARE LE RIFORME " NUOVO MARCHIO DEL POTERE
15
09/08/2015 Avvenire - Nazionale
Fecondazione eterologa arrivano i primi paletti
16
09/08/2015 Avvenire - Nazionale
Il professor Soccorsi nuovo medico del Papa
17
09/08/2015 Avvenire - Nazionale
La ricerca di Genenta Science per le terapie antitumorali
18
09/08/2015 Avvenire - Nazionale
Daltech, contro gli odori usiamo i batteri «buoni»
19
09/08/2015 Avvenire - Nazionale
Innovazione biotech Occupazione sicura
20
09/08/2015 Libero - Nazionale
Il ministero fa la campagna per la donazione dei gameti
21
09/08/2015 Libero - Nazionale
MALATA DI CUORE
22
09/08/2015 Il Tempo - Nazionale
Ogni 5 minuti un negozio svaligiato
24
09/08/2015 Il Tempo - Nazionale
Finti corrieri «svuotano» i negozi
25
VITA IN FARMACIA
09/08/2015 La Repubblica - Firenze
Il paziente perse l'occhio: processo
27
09/08/2015 La Repubblica - Firenze
Rivoluzione Saccardi via l'uomo che sfidò le aziende dei farmaci
28
09/08/2015 La Repubblica - Torino
La pattuglia "Pegaso 6" e il medico
30
09/08/2015 La Stampa - Aosta
"Ma mancano farmacie e discoteche"
32
09/08/2015 Il Messaggero - Ancona
Medusa manda bambino all'ospedale
33
09/08/2015 Il Secolo XIX - Genova
Sempre pi ù furti nei negozi, record in Emilia e Liguria
34
09/08/2015 Il Secolo XIX - Genova
Eterologa, il ministero vara il regolamento: paletti per l'et à
35
PROFESSIONI
Il capitolo non contiene articoli
PERSONAGGI
09/08/2015 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Nazionale
Sud, il «piano promesso» suscita più perplessità che consensi
37
SANITÀ NAZIONALE
16 articoli
09/08/2015
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il bilancio e il riciclaggio
I sei miliardi di spese in più
Mario Sensinia pagina 6
ROMA Non solo le pensioni, con l'imprevisto della sentenza della Consulta, costata 3 miliardi di euro. Lo
Stato, quest'anno, spenderà di più anche per la sicurezza, la scuola, la disoccupazione, le calamità naturali, e
soprattutto per fronteggiare l'immigrazione. La spesa cresce, e se i conti pubblici quest'anno riusciranno a
chiudere meglio del previsto sarà, nei fatti, solo per la diminuzione degli interessi sui titoli di Stato.
Il bilancio di assestamento 2015 all'esame del Senato indica un aumento della spesa di 12 miliardi rispetto
agli stanziamenti iniziali dell'anno, un calo degli esborsi per gli interessi su Bot, Btp e conti di Tesoreria per
quasi 8 miliardi, con la sostanziale stabilità della spesa in conto capitale. Dall'altra parte c'è un aumento
nominale delle entrate di 6,6 miliardi. In realtà è cambiato il modo di contabilizzare i rimborsi fiscali, per cui
bisogna sottrarre 7,3 miliardi sia alle spese che alle entrate. E il risultato non cambia: il miglioramento dei
conti pubblici resta di 1,3 miliardi. Come rimane evidente l'aumento reale della spesa, pari ad almeno 5-6
miliardi di euro rispetto alla legge di Bilancio del 2015.
Più fondi per i migranti
Il «Budget rivisto», appena messo a punto dalla Ragioneria dello Stato, prevede per i soli ministeri un
aumento degli stanziamenti, rispetto a gennaio, di 4,5 miliardi di euro. Il grosso riguarda le pensioni: il
rimborso parziale della mancata indicizzazione, dopo la sentenza della Consulta, determina maggiori uscite di
3 miliardi per le Politiche Sociali. Cresce di 700 milioni di euro, però, anche il bilancio di previsione del
ministero dell'Interno. In questo caso, a determinare la maggior spesa, sono i trasferimenti agli enti locali (251
milioni), e soprattutto l'assistenza agli immigrati, per la quale quest'anno servono 410 milioni in più. Cresce
anche il budget della sicurezza e la tutela dell'ordine pubblico, di 61 milioni.
I nuovi conti della Difesa registrano i maggiori costi per 450 milioni delle missioni di pace all'estero,
rifinanziate nel corso dell'anno. Il ministero dell'Istruzione vede crescere il proprio budget di 194 milioni, in
gran parte per i maggiori costi sostenuti per gli insegnanti di sostegno a seguito della sentenza della Consulta
del 2010. Lo Sviluppo Economico può contare su 177 milioni in più, 153 dei quali destinati agli incentivi al
sistema produttivo.
Il budget della Giustizia registra una riduzione di 212 milioni: la spesa prevista per farsi carico dei Tribunali,
prima sulle spalle dei Comuni, era sovrastimata ed è stata rivista. Taglio vero, invece, per Trasporti e
Infrastrutture: ci sono 194 milioni in più per le opere strategiche, anche a fronte delle calamità naturali, ma
268 in meno sullo sviluppo e la sicurezza della mobilità locale e 70 in meno a strade ed autostrade. Si riduce
di 9 milioni, rispetto alle dotazioni iniziali, anche la spesa dei Beni Culturali.
Tagli ai contributi Ue
Il bilancio del ministero dell'Economia, che è il più consistente, non presenta grandi variazioni. Nominalmente
c'è un taglio di 15 miliardi ai fondi destinati alle autonomie locali, ma anche in questo caso si tratta di una
partita contabile, perché la stessa cifra rispunta fuori, col segno meno, sullo stato di previsione delle entrate.
Si segnalano, invece, la riduzione dei contributi al bilancio della Ue, che vale un miliardo di euro tondo,
l'aumento degli stanziamenti a favore della Protezione civile per 446 milioni di euro, 285 milioni in meno da
spendere per le opere pubbliche, 220 in più per le politiche sociali e, infine, una sforbiciata da 100 milioni di
euro al capitolo dei Rapporti con le confessioni religiose.
Non ci sono solo le esigenze impreviste dell'economia a cui far fronte. Tirano più del previsto anche la spesa
per il personale dei ministeri, e quella per gli acquisti. Il costo del personale (76,8 miliardi) sale di 206 milioni
rispetto allo stanziamento di inizio anno, e di 1,6 miliardi rispetto al consuntivo 2014, quasi la metà dei quali
imputabili al personale della scuola. Crescono, però, anche le retribuzioni delle forze di Polizia e della
Guardia di Finanza, con lo sblocco degli scatti d'anzianità. Il costo medio delle retribuzioni per il personale
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impiegato dai ministeri è di 43.063 euro, in aumento rispetto ai 42.401 del 2014. Il più alto si registra al
ministero della Salute (62.643 euro in media), il più basso al ministero dell'Istruzione, con una media di
39.430 euro. Nella fascia bassa anche i dipendenti dei Beni Culturali, con 39.336 euro, in quella più alta il
personale in servizio alla Giustizia (56.737 euro) e all'Ambiente (55.568 euro). Sopra la media anche i costi
per il personale dell'Economia e degli Esteri.
Sale, infine, la spesa per l'acquisto di beni di consumo: in questo caso, a far crescere il conto (100 milioni),
sono le divise delle forze dell'ordine e il materiale tecnico-specialistico necessario agli Interni.
Mario Sensini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La radiografia I conti dello Stato. In miliardi di euro Le modifiche del bilancio di assestamento 2015 Fonte:
Ragioneria generale dello Stato Corriere della Sera Spese iniziali assestate differenza Correnti 444,7 457,6
+11,9 Interessi 87,4 79,5 -7,9 C/capitale 38,2 38,4 +0,2 TOTALE spese +4,2 Entrate 516,7 523,3 +6,6 Saldo
+1,4 I costi per le ambasciate. In milioni di euro 2015 2014 Ambasciata Rappresentanza 5,8 6,6 Onu Ginevra
12 12,1 Onu New York 16,9 18,3 Ue Bruxelles 5,5 6,1 Buenos Aires 6 6,2 Parigi 6,4 6,6 Madrid 6,4 6,6 Tel
Aviv 7,7 8,1 Berlino 7,8 8,1 Il Cairo 8 8,2 Tokyo 10,2 9,8 Mosca 12,3 13 Pechino 13 12,8 Washington Il
budget dei ministeri Maggiori uscite rispetto allo stanziamento iniziale 2015, dati in milioni di euro Ambiente
Giustizia Politiche Soc. Trasporti Inf. Agricoltura Salute Sviluppo Ec. Difesa Interno Istruzione Esteri +142,7
+1 -212 +3.071 -32 +18 +34 +177 +450 +699 +194,2
La parola
legge di stabilità
Con la legge di Stabilità il governo ha la facoltà di introdurre innovazioni normative in materia di entrate e di
spesa, fissando anche il tetto dell'indebitamento dello Stato.
Deve essere presentata dall'esecutivo al Parlamento entro il 15 ottobre (in passato
era il 30 settembre). Il Parlamento ha tempo di esaminarla, emendarla e approvarla
entro il 31 dicembre, ultima data possibile.
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La vicenda
La spesa pubblica reale sta crescendo nel 2015 di circa 5 miliardi rispetto agli stanziamenti di inizio anno Il
bilancio di assestamento 2015 all'esame del Senato corregge questi andamenti, riducendo il saldo netto da
finanziare di 1,3 miliardi di euro Per migliorare i conti è decisiva la minor spesa per interessi, pari a circa 7,9
miliardi di euro, di cui oltre 5 per gli interessi sui titoli di Stato in circolazione Il budget di spesa del 2015 quasi
tutti i ministeri è stato rivisto al rialzo dalla Ragioneria dello Stato Oltre che per le pensioni si spende di più
per gli immigrati, la sicurezza, la scuola, il sostegno alle famiglie, le calamità naturali
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/08/2015
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Il dramma del padre di Andrea: chiesi il Tso, non me lo perdono
Torino, indagati vigili e psichiatra. La relazione: «Preso al petto, non al collo»
Giusi Fasano
DALLA NOSTRA INVIATA
TORINO « Non si trattano così nemmeno le bestie da portare al macello. Se ripenso a quella scena mi viene
da piangere. Io ho portato la divisa per una vita, so cos'è il senso del dovere e dello Stato. E l'altro giorno, mi
creda, il senso dello Stato qui non c'era». Sebastiano Pischedda, 76 anni, è un ex carabiniere in pensione e
mercoledì pomeriggio guardava piazza Umbria dalla finestra di casa sua. Ha visto Andrea Soldi seduto sulla
solita panchina, ha visto gente che si agitava attorno a lui e poi ha visto «quello che si è messo dietro di lui e
gli ha stretto il braccio attorno al collo. E che non mi si venga a dire che non è vero, so distinguere un collo da
un petto».
Andrea aveva 45 anni e quelli erano i suoi ultimi minuti di vita. Dovevano ricoverarlo per un Tso, trattamento
sanitario obbligatorio. Un intervento quasi di routine per lui, già sottoposto ad altri Tso e in cura psichiatrica
da molto tempo. Ogni tanto smetteva di prendere i farmaci e bisognava costringerlo a ricominciare. Per farlo
erano arrivati lo psichiatra, un infermiere e tre agenti della polizia municipale. Si doveva soltanto portarlo in
ospedale, anche contro la sua volontà. «E invece l'hanno caricato sulla lettiga che non si muoveva più dopo
averlo tenuto per terra a faccia in giù e ammanettato con le braccia dietro la schiena» si arrabbia Pinuccia, la
moglie dell'ex carabiniere. «Abbiamo scattato una fotografia con il telefonino (adesso nelle mani degli
inquirenti, ndr ). Povero Andrea. Era una presenza fissa, non ha mai dato fastidio a nessuno. Ci mancherà
quel verso che faceva... lo sentivamo al mattino e dicevamo: ecco, è arrivato Andrea».
Ululava come fanno i lupi, Andrea. Lo sapevano i bambini del quartiere, che correvano davanti a lui a imitarlo
con il consenso divertito delle mamme tutte in lutto, ieri, davanti alla sua panchina piena di fiori. Maria, Rosa,
Giovanna, Rita, Roberta... improvvisano capannelli, lasciano biglietti per il «tenero lupo mannaro»,
maledicono persone che non conoscono. I vigili urbani, soprattutto. Eppure è ancora tutto da scrivere il
capitolo della responsabilità di questa storia. Chi ha sbagliato? Se davvero l'agente ha stretto il suo braccio al
collo di Andrea com'è possibile che lo psichiatra, che a quanto pare sarebbe il responsabile dell'esecuzione
del Tso, non abbia ordinato di interrompere l'operazione davanti a un uso eccesivo della forza? Più di un
testimone racconta di Andrea «con il volto cianotico» e il medico, oppure l'infermiere, non l'hanno notato?
Ieri il sostituto procuratore Raffaele Guariniello ha indagato i tre agenti municipali e il medico. Domani
l'autopsia proverà a chiarire la dinamica dei fatti e poi si valuteranno le relazioni presentate in procura dallo
psichiatra e dai vigili. Nel documento degli agenti si racconta che Andrea è stato afferrato non per il collo ma
«nella parte superiore del busto», si dice che era «renitente alla somministrazione delle cure», si parla del
suo «stato di delirio» e si ricostruisce anche il viaggio in ambulanza verso l'ospedale (uno degli agenti è salito
con l'infermiere): nessuno, spiegano i vigili, ha detto che il paziente stava andando sotto i parametri vitali né
sono state messe in moto procedure di urgenza. Insomma: una strada che porta dritto verso un rimpallo delle
responsabilità fra vigili e azienda sanitaria.
Tutto questo mentre il padre di Andrea, Renato, dice a chi gli sta vicino che «non mi perdonerò mai di aver
chiesto io stesso il Tso...» e mentre l'avvocato della famiglia (che è anche cugino), Giovanni Maria Andrea, si
dice «commosso dall'aiuto che stiamo ricevendo». La barista cinese della piazza, i romeni che lì bivaccano, la
gente che abita nei palazzi accanto, quelli che mercoledì pomeriggio erano di passaggio o i pensionati che ci
passano ore: tutti sono andati a testimoniare «in onore di Andrea». Tutti l'hanno descritto «buono, innocuo,
sempre gentile e sempre lì, sulla sua panchina, da mattina a sera, estate e inverno». E tutti invocano una
sola cosa: giustizia.
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/08/2015
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09/08/2015
Pag. 21
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Era buono e innocuo, sempre gentile e sorridente, passava le giornate sulla sua panchina, sia
d'estate che d'inverno
Quello in divisa che si è messo dietro di lui gli ha stretto un braccio attorno al collo. Non mi si venga a dire
che non è vero
Nessuno ci ha detto che il paziente stava andando sotto i parametri vitali, né sono state messe in atto le
procedure d'urgenza
La vicenda
Andrea Soldi (nella foto) , 45 anni, torinese, persona affetta da disturbi mentali ma ritenuta inoffensiva,
mercoledì viene sotto-posta a un trattamento sanitario obbligatorio (Tso). Durante l'operazione Andrea muore
Per l'episodio la procura di Torino ha iscritto al registro degli indagati i tre vigili urbani che hanno tentato di
eseguire il ricovero e lo psichiatra che lo aveva disposto.
Il reato ipotizzato dal pm Guariniello
è omicidio colposo
Foto: Sulla piazza Fiori e candele portate dagli amici sulla panchina dove Andrea trascorreva le giornate
Foto: Il ricordo Il biglietto lasciato ieri sulla panchina di Andrea e che ricorda la sua abitudine di fare il verso
del lupo, che divertiva i bambini
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/08/2015
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DOMENICA
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alfred hitchcock (1899-1980)
Ciak! Si gira la psicoanalisi
Vittorio Lingiardi
Perché da un feuilleton gotico che ispira un film non del tutto risolto nasce una delle storie più belle, più note,
più amate del cinema? La risposta è tutta negli ingredienti: Hitchcock, il trauma e la psicoanalisi. Il romanzo è
The House of Dr. Edwardes di Francis Beeding (pseudonimo degli scrittori inglesi Saunders e Palmer)
pubblicato nel 1928 e oggi proposto dal Saggiatore nella collana "La letteratura secondo Hitchcock" (già usciti
Psycho di Robert Bloch e Marnie di Winston Graham). Il film, lo sapete, è Spellbound, noto in Italia come Io ti
salverò. Nella celebre intervista a Truffaut, Hitchcock dice: «Era tutto nel romanzo. Una storia
melodrammatica e folle, in cui un pazzo si impadroniva di una clinica psichiatrica. Perfino le infermiere erano
pazze. La mia idea era molto più ragionevole, quello che mi interessava era girare il primo film sulla
psicoanalisi». Fu un successo enorme. Grazie alle due star (Ingrid Bergman e Gregory Peck), certo, ma
anche a una seducente semplificazione della psicoanalisi e dei suoi elementi chiave: il trauma, la rimozione,
lo psicoanalista come archeologoe investigatore, il transfert, il sogno, la matrice ipnotica e la catarsi finale.
Piegare la psicoanalisi al cinema e non fare un cinema psicoanalitico: questo lo spirito con cui Hitchcock ha
girato i suoi film «psicoanalitici». Fino a dire che Io ti salverò è «una storia di caccia all'uomo in confezione
pseudopsicoanalitica». Lo stesso vale per La donna che visse due volte (il doppio e lo specchio), Psycho
(Edipo e psicosi), Marnie (trauma infantile). Meno per Gli uccelli, il più propriamente psicoanalitico perché il
più insaturo, il meno rassicurante, il meno «spiegabile». È il 1944. Hitchcock viene a sapere che il suo
produttore, David O. Selznick, è in cerca di una trama sulle possibilità curative della psicoanalisi.
Anticipandone le mosse, compra i diritti di The House of Dr. Edwardes per poi proporlo al produttore. Selznick
accetta entusiasta. Porta più volte sul set la sua analista, May E. Romm, come consulente scientifico.
Un'invasione di campo mal tollerata dal regista che, all'ennesima critica, liquida così la dottoressa: «Mia cara,
ma è solo un film!». La collaborazione con il co-sceneggiatore Ben Hecht è fruttuosa e affiatata. Insieme
trasformano la possessione demoniaca del dottor Murchison di Beeding in un tormento della colpa. «Sono
posseduto (spellbound) - dice Gregory Peck - ma non so da cosa». Inizialmente il film doveva essere un
adattamento fedele del libro, ma Hitchcock stravolge trama e personaggi: dove il romanzo racconta di un
paziente psicopaticoe satanista che prende il posto del medico curante, cercando di coinvolgere in un sabba
delirante tutta la clinica, il film è invece la storia di un giovane medico che assume la direzione di una clinica
psichiatrica. Presto si scopre che è un «impostore amnesico», probabile assassino del vero dottore. Ma una
psicoanalista, Constance, si innamora di lui e crede nella sua innocenza. I due fuggono insieme e alla fine la
dottoressa riuscirà a curarlo e a provare la sua innocenza, dunque a «salvarlo». Anche nel film il dottore
protagonista è un «ladro di identità», ma non ha croci tatuate sotto i piedi o il carisma sulfureo Murchison.
Piuttosto, ha i comportamenti imprevedibili del grave traumatizzato. Quanto a Constance, nel romanzo è un
personaggio piuttosto semplice, che cede al fascino del diabolico dottore. Hitchcock, invece, disegna con
Ingrid Bergman l'evoluzione dalla rigida dottoressa alla donna travolta dalla passione. Indimenticabile, per
Truffaut, la sequenza delle porte che si aprono dopo il primo bacio con Ballantyne/Peck. Quella di
Constance/Bergman non è un'infatuazione, è un amore capace di più sfumature: un pericoloso
controtransfert d'amore. Che, al di là di un setting reso rocambolesco dalle necessità della «caccia all'uomo»,
comprende anche sentimenti materni. Nel romanzo, la pazzia dello pseudoMurchison, come quella degli altri
pazienti, è una forza oscura, satanica. Nel film, il mistero e lo sdoppiamento sono legati al trauma, evocato da
immagini che si impongono alla mente del protagonista: una forchetta che traccia righe sul bianco di una
tovaglia, una vestaglia a righe bianche e nere, le linee parallele delle rotaie, il solco degli sci su una pista
innevata. Se dovessimo tentare una diagnosi, il disturbo di Ballantyne ricadrebbe probabilmente nella sfera
nei disturbi dissociativi di origine traumatica. Compresi i bruschi cambiamenti dell'umore, disturbi del sonno,
attacchi di panico, flashback, stati allucinatori, amnesie, vuoti temporali, episodi di depersonalizzazione. Nel
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/08/2015
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Pag. 30
DOMENICA
diffusione:334076
tiratura:405061
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/08/2015
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romanzo la follia di Murchison è più «semplice», più schematica. La sua doppiezza è al servizio di «stelle»
oscure e spaventose, che richiedono il sacrificio di anime innocenti. Nel film, l'elemento perturbante diventa
interiore e può essere affrontato e risolto con gli strumenti della cura psicoanalitica. Non è un caso che il film
si apra con questa citazione dal Giulio Cesare shakespeariano: «La colpa, caro Bruto, non è nelle stelle, ma
in noi stessi». Ciò che nel romanzo era attribuito al diavolo, ora trova casa nella mente. Una mente fatta a
pezzi perché colpita dal trauma. Una mente che può essere guardata, curata e persino amata. Il modo in cui
la psicoterapia viene rappresentata al cinema è un esempio di come la società considera la psicoterapia
stessa. L'interesse del grande schermo per le terapie, infatti, non nasce dal desiderio di raccontare ciò che
accade realmente nella situazione analitica, bensì dall'idea che queste possano comunicare qualcosa sui miti
e le fantasie collettive relativi alla malattia mentale e la sua cura. Lo psichiatra Irving Schneider ha classificato
le rappresentazioni cinematografiche degli psichiatri in tre macrocategorie: il dottor Dippy, sciocco,
paradossale, incompetente e innocuo (l'esempio per antonomasia è il protagonista del film muto del 1906, Dr.
Dippy's Sanitarium ); il dottor Evil, punitivo, criminale, più disturbato dei suoi pazienti/vittime (tipici il dottor
Caligario Hannibal Lecter); il dottor Wonderful, sensibile, spiritoso, capace di dare buoni consigli e operare
guarigioni «miracolose». Lo psichiatra Brulov di Io ti salverò è un tipico dottor Wonderful. Tra le battute
migliori: «Buonanotte e sogni d'oro...che analizzeremo domattina a colazione!», «Vi auguro di avere bambini
e non fobie!». Dietro ai suoi occhialini, pipa e accento straniero (l'attore è Michail echov, nipote di Anton) non
è difficile cogliere un omaggio di Hitch al vecchio Freud. Trasformando un romanzo avvincente in storia
paradigmatica, iconizzata dalla fotografia di George Barnes, dai disegni di Salvador Dalì e dalla musica di
Miklòs Ròzsa (geniale l'idea di usare il theremin a commento delle psicosi), Hitchcock, portando a Hollywood
«per la prima volta» la psicoanalisi, stabilisce i canoni del thriller psicologico.
Foto: icona Alfred Hitchcock in una scena di «Gli uccelli» del 1963
Foto: Frances Beeding, Io ti salverò, Traduzione di Lorenza Di Lella e Sonia Scognamiglio, Il Saggiatore,
Milano, pagg. 280,€ 16,00
09/08/2015
Pag. 1
diffusione:556325
tiratura:710716
Una campagna sulla fecondazione per ricordarci la generosità
MICHELA MARZANO
A PAGINA 23 TURISMO procreativo? Si pensava che non ce ne sarebbe stato più bisogno dopo la decisione
della Corte costituzionale che, il 9 aprile 2014, ha definitivamente cancellato il divieto di inseminazione
eterologa. E invece niente. Invece, ci risiamo. Non più perché la legge proibisce l'accesso a questa tecnica
riproduttiva bensì perché - ora che finalmente si può, e che il ministero ha anche definito in maniera
dettagliata le Linee Guida da seguire nei centri e negli ospedali pubblici - mancano le donazioni di gameti,
soprattutto quelle di ovociti. Al punto che il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin, dopo che negli ultimi mesi,
e in numerose regioni, gli ospedali avevano cominciato a importare gameti dall'estero, si è vista costretto ad
annunciare l'avvio di una grande campagna di promozione. Come già nel caso del dono di organi e di tessuti
del corpo umano, l'altruismo non sembra dare alcun frutto. Da un lato, ci sono le battaglie di principio;
dall'altro, c'è la realtà. Da un lato, c'è sempre chi è disposto a difendere l'autonomia e la libertà individuale;
dall'altro, c'è la difficoltà di mettersi direttamente in gioco. Certo, nel caso della fecondazione eterologa, la
realtà è complessa e impegnativa - soprattutto quando si parla di un dono di ovociti, visto che le eventuali
donatrici devono accettare non solo di donare una parte di sé, ma anche di sottoporsi a stimolazioni ormonali
e svariati trattamenti invasivi. Ma è proprio questa realtà che ci permette di misurare il divario che, da sempre,
esiste tra l'altruismo astratto e i doni concreti. Quei doni che «sono sempre un sacrificio, altrimenti che doni
sarebbero?», come diceva il protagonista di uno dei film più belli di Andrej Tarkovkij. Ma che cosa si dona
esattamente quando si donano i propri gameti? Con quali finalità o obiettivi si dona? Perché lo si fa o lo si
dovrebbe fare? In Francia, dove la fecondazione eterologa è legale già dal 1994 e dove il dono di gameti è
organizzato, come oggi anche in Italia, sulla base dei principi di gratuità e di anonimato, le ricerche condotte
sulla popolazione dei donatori e delle donatrici mostrano bene come questi doni non siano mai del tutto
disinteressati. Non si tratta né di altruismo puro né di interesse economico, bensì di gesti motivati dalla
consapevolezza della sofferenza di chi non riesce spontaneamente ad avere figli. Chi dona, lo fa perché ha
vissuto da vicino il dramma della sterilità.
Chi dona, lo fa perché conosce personalmente un fratello o un'amica che vorrebbero tanto diventare genitori
ma che, per uno scherzo del destino o della natura, non ne hanno la capacità biologica. Chi dona non si
accontenta di donare perché è un bel gesto, perché così facendo ci si sente buoni e generosi, perché
l'altruismo fa parte dei principi chiave della propria esistenza. Chi dona, dona perché ha compassione. Decide
di farlo perché sa quello che si vive quando si è sterili, è cosciente di essere una persona privilegiata, è
capace di mettersi al posto di chi è meno fortunato e, soprattutto, evita di giudicare. Il dono di gameti è il
simbolo stesso del dono della vita. Ma è possibile farlo solo quando si è emotivamente coinvolti dalla vita
altrui.
Nessun dono, d'altronde, è completamente scevro di motivazioni e di interessi. Solo un filosofo come
Jacques Derrida, che ha fatto della decostruzione il cardine del proprio pensiero, poteva arrivare al
paradosso di sostenere che un dono è possibile se, e solamente se, chi dona non sa di donare e chi riceve
non è consapevole di ricevere. Prima di concludere che il dono è impossibile, anzi, è "l'impossibile" per
eccellenza. Nella realtà però, che è appunto sempre più complessa della teoria, l'altruismo del dono non
implica affatto l'assenza di finalità. Si tratta solo di non aspettarsi niente in ritorno, una volta che si è donato.
E quindi smetterla di immaginare che si dia per ricevere, o che si regali solo per poi ottenere qualcosa in
cambio. Si dona, punto e basta.
Magari perché si immagina che, trovandosi al posto di quella persona che aspetta un dono, il proprio sogno
si sarebbe potuto realizzare grazie alla generosità di qualcun altro. Se però mancano le motivazioni, o anche
solo la compassione, come si fa a immaginare di donare qualcosa di sé, che si tratti di un organo o dei
gameti? Se per anni si è sentito ripetere che la fecondazione eterologa era solo una tecnica procreativa
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/08/2015
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LA POLEMICA
09/08/2015
Pag. 1
diffusione:556325
tiratura:710716
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/08/2015
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finalizzata a soddisfare capricci ed egoismi, come si fa poi a non restare indifferenti di fronte al dramma di chi
ha bisogno di un dono per poter diventare padre o madre? Ben venga, allora, questa grande campagna di
promozione annunciata dal ministero della Sanità per sensibilizzare al dono dei gameti. Anche se nessuna
campagna potrà mai stimolare la generosità di chi, incapace di immedesimarsi negli altrui dolori, continuerà a
pensare che è meglio difendere in maniera incondizionata alcuni principi che confrontarsi con le
contraddizioni della realtà.
09/08/2015
Pag. 16
diffusione:556325
tiratura:710716
Morto durante il Tso quattro indagati "Soffocato dal vigile"
Torino, avvisi di garanzia ai tre agenti e allo psichiatra "Per Andrea fatale la stretta al collo durata 5 minuti"
Lunedì l'autopsia poi gli interrogatori dopo la consulenza del medico legale
OTTAVIA GIUSTETTI DIEGO LONGHIN
TORINO. C'è chi è già pronto a battezzare come un nuovo caso Aldrovandi, chi lo definisce solo un tragico
incidente, quello di Andrea Soldi, il 45enne torinese, malato psichiatrico, morto durante un tragico ricovero
mercoledì scorso a Torino. Andrea era seduto sotto un albero dei giardinetti dove spesso trascorreva le sue
giornate. Era tranquillo. Quando il medico e i tre agenti si sono avvicinati per convincerlo a seguirli in
ospedale si è aggrappato con tutte le sue forze allo schienale della panchina. Non voleva curarsi.
Erano stati il padre e la sorella a chiedere l'intervento dei medici perché fosse costretto a riprendere la
terapia. Ma giurano che Andrea non era stato mai violento. Diceva che i matti erano loro e si rifiutava di
spronfodare il quel torpore che gli davano i medicinali, quel sonno costante. Un'ora e mezza dopo quel primo
incontro, sotto gli occhi di decine di testimoni, il corpo di Andrea veniva scaricato dall'ambulanza in pronto
soccorso, e i medici constatavano la sua morte per arresto cardiaco. Cresce, ora dopo ora, il sospetto che i
tre agenti del reparto servizi mirati dei vigili, insieme al medico psichiatra che lo seguiva da tempo, abbiano
esercitato la forza in maniera spropositata. Tanto che la procura di Torino ha notificato loro quattro avvisi di
garanzia in relazione alla morte di Andrea, in attesa che l'autopsia chiarisca quale è stata la causa e quando
è avvenuta esattamente.
«Ho capito come l'avevano ucciso», raccontava venerdì la sorella di Andrea, Cristina, dopo aver descritto la
drammatica immagine di suo fratello all'obitorio. «Aveva le orecchie nere, tre cicatrici sul volto, attorno al collo
una collana di lividi, dei segni bianchi tutt'attorno ai polsi. Mio fratello è stato messo in croce, è morto
soffocato, con la testa in giù, e batteva le gambe». Solo quattro delle nove persone che hanno preso parte al
ricovero forzato sono state indagate dal procuratore Raffaele Guariniello: lo psichiatra Pier Carlo Della Porta,
che ha chiesto l'intervento dei vigili e che seguiva da tempo Andrea Soldi; e i tre agenti Enri Botturi, Stefano
Delmonaco - che ha preso Soldi da dietro all'altezza del busto per immobilizzarlo - e Manuel Vair. Anche
Della Porta avrebbe collaborato ad ammanettare l'uomo nei cinque minuti concitati prima di caricarlo
sull'ambulanza. Soldi è stato messo a terra, faccia in giù, ed è stato trasportato prono in ospedale.
Lì, secondo i medici, era già in arresto cardiaco.
I testimoni raccontano di aver visto un agente aggredirlo alle spalle e stringerlo alla gola con il braccio per
minuti. Un uomo che abita nella piazza e che ha scattato con il telefonino ha ritratto Andrea Soldi riverso con
il volto schiacciato a terra e con le manette ai polsi.
Il procuratore Guariniello e i Nas di Torino hanno ascoltato in queste ore tutte le possibili ricostruzioni: quelle
dei barellieri e dell'autista dell'ambulanza che è stata chiamata dallo psichiatra per portare il paziente in
ospedale, e quelle dell'infermiere, Andrea Campassi, che ha viaggiato sull'ambulanza insieme a Delmonaco.
Gli investigatori interrogheranno i vigili e lo psichiatra la prossima settimana dopo che il medico legale avrà
presentato la sua consulenza sull'autopsia.
Intanto due relazioni sono sotto esame, quella dei vigili e quella del 118, che in alcuni passaggi riferiscono
dettagli diversi e si smentiscono a vicenda. torino.repubblica.it PER SAPERNE DI PIÙ IL TRATTAMENTO
Mercoledì è richiesto un Tso per Andrea Soldi.
Arrivano tre vigili che lo caricano sull'ambulanza, ammanettato contro la sua volontà.
All'ospedale il paziente arriva in arresto cardiaco LE TAPPE LE TESTIMONIANZE Chi ha assistito alla scena
in piazzetta Umbria giovedì denuncia le maniere forti usate dagli agenti per caricare l'uomo sul mezzo di
soccorso. Il padre e la sorella della vittima chiedono la massima trasparenza LE ACCUSE Dopo due giorni di
indagini e verifiche delle testimonianze il pm Guariniello ha indagato 4 delle 9 persone che hanno partecipato
al Tso: lo psichiatra e i tre vigili. Lunedì ci sarà l'autopsia sul cadavere di Soldi
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/08/2015
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L'inchiesta
09/08/2015
Pag. 17
diffusione:309253
tiratura:418328
Vivere con i malati in casa "Invisibili fino alla tragedia"
La presidente delle famiglie romane con pazienti psichici
GRAZIA LONGO ROMA
Le parole hanno sempre un peso specifico e un valore non trascurabile. Ma ci sono storie in cui assumono un
contorno ancora più nitido e aprono a mondi non facili da attraversare. Come avviene per coloro che tempo fa
venivano definiti matti, poi malati di mente, poi ancora pazienti psichiatrici, infine utenti. Cambiano le parole,
ma dolore e difficoltà restano immutati. Per i diretti interessati, ma anche per i loro parenti. «Quando hai un
figlio schizofrenico diventi allergico sia alla pietà, sia ai toni scandalistici. Abbiamo bisogno di comprensione,
condivisione, cure adeguate da parte di un servizio socio - sanitario latitante». Marina Cornacchia ha 66 anni,
un figlio di 42 che dall'età di 6 combatte con la schizofrenia, e un equilibrio calibrato sulla volontà e sull'amore
che le consente di ricoprire l'incarico di presidente della Consulta cittadina dei familiari dei pazienti
psichiatrici. Ostacoli quotidiani «Ogni malato di mente ha un vissuto particolare tutto suo, una sua complessa
individualità distinta da quella di altri pazienti - prosegue - . Ma ci tengo a sottolineare che la storia mia e di
mio figlio assomiglia a quella delle tante altre famiglie, 40 mila per l'esattezza, che io rappresento a Ro m a .
S o p rat t u t t o p e r gl i ostacoli che dobbiamo affront a r e q u o t i d i a n a m e n t e » . L'elenco è lungo:
«Dalla carenza di organici tra medici, assistenti sociali, educatori e infermieri, fino alla riduzione e
all'inadeguatezza dei Centri di salute mentale, dei Centri diurni, dei corsi facilitare l'integrazione e
l'inserimento sociale dei nostri figli». Ma soprattutto c'è la questione dei pregiudizi e della diffidenza della
gente che spesso ha paura del «diverso» e tende quindi ad emarginarlo, a trattarlo in modo non consono.
Certo anche noi possiamo avere paura dei nostri stessi figli. Ma è una paura che si può contenere e gestire:
basta poter prevenire situazioni estreme, tipo quelle crisi che fanno da anticamera all'esigenza di un Tso
(trattamento sanitario obbligatorio, ndr)». Affinchè ciò sia possibile è pero necessario che le strutture sociosanitario funzionino. Troppa burocrazia «Non possiamo essere abbandonati a noi stessi e invece purtroppo è
questa la condizione in cui ci troviamo. C'è un'eccessiva burocratizzazione delle cure e la conseguenza è che
mio figlio, e chi come lui soffre di un disturbo mentale, diventa un numero, una pratica. Non una persona
quale invece è». Anche Marina Cornacchia ha dovuto fare i conti con la drammatica esperienza del Tso. «E'
stato tremendo. Per mio figlio, ma anche per me: un distacco violento e traumatico reso necessario dal rifiuto
di mio figlio a sottoporsi alle cure. Ma non certo per fare dispetto a sé o a noi. Quello che molti non capiscono
è che un'adeguata prevenzione, una cura farmacologica e un'assistenza adattata alla peculiare soggettività
del paziente, possono scongiurare il rischio del Tso che è solo un modo brutale per arginare, più che
risolvere, un'emergenza». Altro aspetto che non va trascurato è l'indifferenza. «I nostri figli sono invisibili.
Fantasmi che si palesano solo quando si verificano tragedie come quella torinese. Altrimenti nessuno parla di
loro. Nessuno si rende conto che sono come diamanti grezzi: è difficile arrivare al nucleo e hanno tante
sfaccettature diverse, ma con la cura giusta, come avviene con il taglio dei diamanti, possono brillare e
risplendere del loro valore».
40 mila Le famiglie con pazienti psichiatrici nella sola Roma, denunciano la troppa burocrazia e l'isolamento
dei loro cari malati
Foto: Nebbie Migliaia di famiglie protagoniste ogni giorno del dramma di vivere assieme ad un parente afflitto
da malattie psichiche
Foto: Numeri C'è un'eccessiva burocratizzazione delle cure e la conseguenza è che chi soffre di un disturbo
mentale, diventa un numero, una pratica. Non una persona
Foto: QUINN PALMER/DEMOTIX/CORBIS
Foto: Cure Un'adeguata prevenzione, una cura farmacologica e un'assistenza adattata alla peculiare
soggettività del paziente, possono scongiurare il rischio del Tso
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La storia
09/08/2015
Pag. 1
tiratura:100000
FURIO COLOMBO
A PAG. 11 Le riforme. Ci dicono che sono necessarie, ma anche immediate. La trovata di questo governo
italiano, che nessuno ha scelto o votato, è stata di gridare ininterrottamente due ordini: correre. E non
discutere. Ogni discussione fa male all ' Italia. Piagnisteo. Fare, non dire, ti ripetono. Eppure i cittadini
continuano a non capire che cosa sta accadendo e per chi, continuano a non vedere, nella loro vita
quotidiana, i cambiamenti che vengono prima annunciati, poi, in pochi giorni e senza dibattiti, approvati, e
subito celebrati come l ' inizio del nuovo mondo. EPPURE ci sono molte cose che non sappiamo. Non
sappiamo chi è Renzi e chi lo ha mandato, non sappiamo da dove venga, e preparata con chi, o da chi, la
lista che ogni tanto estrae per dirci che cosa è fatto e che cosa c ' è da fare. Non sappiamo le cifre giuste di
nulla perché, come ci ha avvertito l ' Istat, ci dicono i numeri che hanno previsto, non quelli che hanno
ottenuto. Elenchi di persone sconosciute passano sui video e in Rete con l ' assicurazione che si tratta del
meglio del meglio e vanno a occupare posti che non sono stati riformati, come la Rai, e dove quindi non
possono cambiare nulla, ma possono allargare il potere. Nascono i titolari di strani compiti, come quello di
responsabile unico della spesa di tutto il Paese, dalla Polizia Forestale (abolita) alla tac e alla risonanza
magnetica, riservata a pochi morenti. Infatti non tocca più al medico prescrivere. Tocca al contabile, che è un
politico. Ma prendiamo la riforma della Sanità, e guardiamoci dentro per capire. Primo, non l ' ha fatta il
ministro della Sanità, competente o non competente che sia. L ' ha fatta l ' esperto di tagli. Secondo, la
riforma ha un fine, che non è migliorare la tua e la mia assistenza medica pubblica in caso di necessità. È
fare tagli immensi (2 miliardi subito, e di più il prossimo anno) che non hanno niente a che fare con i malati,
ma con una esigenza del presidente del Consiglio: vuole per sé il merito di aver tagliato le tasse, e ha
bisogno di fondi. Li prende dai malati. La riduzione delle tasse riguarda poco chi vive di lavoro e di pensioni.
Ma è un grande passo per gli abbienti, un passo gigantesco per i ricchi. È tutta gente che sa dire grazie e
possiede strumenti per farlo. Per questo, per la prima volta, sentiamo annunciare, nell ' I ta li a della
corruzione dilagante, che se un medico prescrive una tac " non appropriata in base alla documentazione
scientifica " , sarà punito. Ma attenzione al percorso: riformare, attraverso tagli brutali, la sanità, non ha niente
a che fare con la Sanità. Servono fondi per una operazione e politica, e si prendono dove i soldi ci sono.
Riformare la Scuola non ha niente a che fare con la Scuola. Punta a rafforzare l ' idea di un uomo solo al
comando (in questo caso l ' arbitraria autorità del preside). La stessa idea domina la " riforma " della Pubblica
amministrazione. Non sappiamo che Stato vogliamo. Ma vogliamo sapere chi comanda, e quanto ampia è l '
a rb it rarietà e il potere di chi comanda sui sottoposti. Ha scritto nei giorni scorsi Michele Ainis, ricordando
anche l ' al tra " grande riforma " che si continua a non sapere quando, perché e da chi sia stata prescritta (l '
abolizione del Senato elettivo) che " l ' epopea riformatrice si può riassumere in tre paroline: verticalizzazione,
unificazione, p er s o na l i zz a z io n e " (Corriere della Sera , 7 agosto). DUNQUE non stiamo parlando dell '
Italia, stiamo parlando del Potere. Per capire ci serve un rapido confronto con le riforme della presidenza
Obama. Ne cito alcune: riforma sanitaria (in modo da renderla accessibile a tutti i cittadini); innalzamento del
salario minimo per i lavoratori e fine della vasta amnistia fiscale voluta da Reagan e dai Bush che avevano
voluto un rovinoso taglio delle tasse ai ricchi; visita alla prigione federale dell ' Oklahoma, una delle più rigide,
per affermare i diritti dei carcerati (non c ' è in Usa un Partito Radicale che si batta per questi diritti);
concessione del diritto di cittadinanza a cinque milioni di immigrati che vivono e lavorano illegalmente negli
Stati Uniti. Come vedete, non una di queste riforme serve per gli applausi. Ma tutte servono alle persone che
sono o diventeranno americane. Praticamente l ' opposto di quelle che in Italia ci annunciano come "
rivoluzioni copernicane " e che sono poste a carico dei cittadini. È attesa, a giorni, una riforma dell ' Istat, per
smetterla con questa storia dei dati veri che guastano ogni volta la festa al capo della rivoluzione.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/08/2015
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IL MANTRA " FARE LE RIFORME " NUOVO MARCHIO DEL POTERE
09/08/2015
Pag. 9
diffusione:105812
tiratura:151233
All'esame delle Regioni il regolamento del Governo Età minima e massima dei donatori, anonimato ed «egg
sharing» Niente compenso per chi vende i gameti
FRANCESCO OGNIBENE
Per la fecondazione eterologa - ovvero con gameti in tutto o in parte estranei alla coppia - è finalmente
all'orizzonte una mappa di regole certe. Un anno esatto dopo la rinuncia da parte del Governo di provvedere
con decreto a rimediare al "buco" creato dalla Corte Costituzionale con la sentenza che nell'aprile 2014
faceva cadere il divieto di eterologa, arriva ora all'esame della Conferenza Stato-Regioni la bozza di
regolamento che dovrebbe recepire la direttiva europea 39 del 2012 sul trattamento di tessuti e cellule umani.
Significa che, in attesa di una legge in materia, il regolamento detterebbe i punti fermi in materia di donatori e
donazione di gameti adottando i criteri europei, che tanto per cominciare escludono sia qualunque tipo di
compenso sia la selezione di chi offre seme e ovociti sulla base delle caratteristiche somatiche o genetiche
preferite. Niente commercio sulla vita umana, e niente eugenetica, dunque. Ma siamo solo a metà del
percorso: il testo predisposto dal Ministero della Salute ha già passato l'esame di Consiglio superiore di
sanità e Garante per la privacy, e attende dopo le Regioni anche il via libera di Consiglio di Stato e
Commissioni parlamentari competenti. Cinque i temi sui quali il regolamento detta i punti fermi per l'Italia: l'età
di chi dona i gameti, il numero massimo di nati per ciascun donatore, la selezione su base clinica, la tutela
della riservatezza e dell'anonimato, la condivisione di seme od ovociti (il cosiddetto egg o sperm sharing ).
Quanto all'età, varia tra uomini e donne in funzione del differente sviluppo dell'apparato sessuale: tra i 18 e i
40 anni per i primi, tra i 20 e i 35 per le seconde. È confermato che ogni donatore potrà consentire di
generare con le proprie cellule riproduttive fino a un massimo di 10 bambini, limite derogabile solo se una
coppia che abbia già un "figlio dell'eterologa" voglia un altro bambino e chieda di ricorrere ai gameti dello
stesso donatore. Come unico criterio per selezionare chi dona ovociti o sperma il regolamento prevede poi
un'anamnesi sanitaria e medica, tramite questionario e colloquio personale con specialisti abilitati per la
scelta, essenzialmente per evitare che la donazione si traduca in un rischio sanitario - dall'Hiv all'epatite -,
come già drammaticamente accaduto in casi come il donatore danese che negli anni scorsi ha diffuso in
mezzo mondo il gene della neurofibromatosi della quale era portatore inconsapevole, con l'assenza di limiti
che ha consentito di generare col suo seme un centinaio di figli. Quanto alla privacy, alla coppia ricevente
sarà consegnata un'informativa sugli esami clinici del donatore del quale però non potrà conoscere l'identità.
Il regolamento affronta il fenomeno che si è affacciato anche in Italia dell' egg o sperm sharing, che consiste
nella donazione a coppie sterili di gameti "avanzati" a chi ha fatto ricorso alla donazione omologa (con ovociti
e seme cioè appartenenti alla coppia): si estendono infatti anche a questa pratica i criteri di selezione sin qui
enunciati, come peraltro già previsto dalle nuove linee guida per la legge 40 firmate dal ministro Lorenzin a
inizio luglio. Il regolamento mette dunque nero su bianco quel sistema di norme del quale si parla da un anno
ma che i formidabili interessi delle cliniche private (che coprono la metà del mercato) e la tentazione
permanente di avere mano libera sulla manipolazione della vita avevano impedito di considerare come una
priorità. Perché se lo Stato non detta le regole, ci pensa l'incontro tra domanda e offerta. E di solito su quel
terreno vige il principio del far west, come già accadeva prima del varo della tanto vituperata legge 40.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/08/2015
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Fecondazione eterologa arrivano i primi paletti
09/08/2015
Pag. 14
diffusione:105812
tiratura:151233
Il professor Fabrizio Soccorsi è il nuovo medico personale del Papa. Lo ha nominato lo stesso Francesco.
Nato a Roma il 2 febbraio 1942, Soccorsi dopo essersi laureato in medicina e chirurgia all'Università «La
Sapienza» di Roma nel 1968 ha svolto un'ampia attività professionale e di docenza, fino agli incarichi di
primario di epatologia e di direttore del Dipartimento malattie del fegato, apparato digerente e nutrizione e del
Dipartimento medicina interna e specialistica dell'ospedale San Camillo Forlanini di Roma. Ha insegnato
immunologia presso la Scuola medica ospedaliera di Roma e della Regione Lazio, tenuto corsi di
aggiornamento sulle patologie del fegato presso l'ospedale San Camillo ed è stato titolare di cattedra di
medicina clinica e farmacologia presso la facoltà di medicina e chirurgia dell'Università «La Sapienza». È
inoltre consulente della Direzione di sanità ed igiene del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e
perito della Consulta medica della Congregazione delle cause dei santi.
Foto: Francesco Soccorsi
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/08/2015
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Il professor Soccorsi nuovo medico del Papa
09/08/2015
Pag. 18
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La ricerca di Genenta Science per le terapie antitumorali
(D.Gar.)
Quando i grandi operatori del venture capital fanno una scommessa da 10 milioni di euro su una start up,
vuol dire che le prospettive sono davvero rosee: è il caso di Genenta Science, la nuova società biotech
fondata dall'ospedale San Raffaele di Milano insieme a Pierluigi Paracchi, chairman e Ceo e dagli scienziati
Luigi Naldini, direttore del Tiget di Milano e Bernhard Gentner, ematologo e ricercatore nello stesso San
Raffaele-Telethon. In meno di un anno la start up ha chiuso con successo due round di finanziamento, con
l'obiettivo di sostenere la fase pre-clinica di ricerca per una nuova terapia genica contro i tumori. «Nello
specifico, la nostra società si propone di sviluppare una cura basata sull'inserimento di un gene terapeutico
nelle cellule staminali indifferenziate del midollo osseo, in grado di indurre, nella progenie di cellule
differenziate che infiltra i tumori (monociti e macrofagi), la produzione di una proteina, l'interferone», spiega
Paracchi. Costituita solo nel luglio 2014, Genenta Science è tra le imprese biotecnologiche innovative che
hanno ottenuto più capitali italiani dal 2000 a oggi. «Da settembre abbiamo raccolto quasi 32 volte
l'investimento medio di una start up», aggiunge Paracchi, venture capitalist con successi alle spalle tra cui
quello di Eos (Ethical Oncology Science), società biofarmaceutica milanese ceduta nel novembre 2013 a
Clovis Oncology, azienda biotech statunitense quotata al Nasdaq, per 420 milioni di dollari. Intorno all'idea
imprenditoriale di Genenta Science si erano raccolti nomi di spicco del settore. Oltre a Naldini, volto di
Telethon e noto per occuparsi di malattie rare, nel Cda compaiono altre figure come Roger Abravanel,
consigliere di amministrazione della multinazionale farmaceutica Teva, e Gabriella Camboni, fondatrice di
Eos. Con l'ingresso dei nuovi soci, la società potrà completare la fase di studio pre-clinico e progredire nella
preparazione della fase clinica del proprio protocollo terapeutico antitumorale.
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La storia/2
09/08/2015
Pag. 18
diffusione:105812
tiratura:151233
Daltech, contro gli odori usiamo i batteri «buoni»
(D.Gar.)
C'è chi riesce a fare business biotecnologico con i batteri: è il caso della milanese Daltech, azienda fondata
da Lorenzo Altheimer nel '97, per la ricerca e la produzione di attivatori biologici e neutralizzanti di odori,
necessari per il disinquinamento delle acque e il trattamento dei rifiuti che provengono dagli impianti
industriali, zootecnici, municipali e domestici. «Da sempre formuliamo prodotti per la depurazione e la
deodorizzazione di scarichi e fosse biologiche, utilizzando batteri "buoni", cioè non patogeni per l'uomo o gli
animali. Negli ultimi anni abbiamo depositato a livello mondiale diversi brevetti, che mettiamo a disposizione
della consociata Bba Biotech, fondata insieme a Matteo Benedusi, per lo sviluppo industriale e commerciale
delle nostre soluzioni». Così Daltech ha via via messo a punto prodotti che riducono l'impatto delle attività
umane sull'ambiente. Un esempio è la tecnologia Batp® (Biologic active tissue paper), già utilizzata con il
marchio Papernet dal gruppo italiano Sofidel, il secondo maggior produttore europeo di carta igienica: «La
nostra innovazione riguarda l'irrorazione di ceppi batterici sulla carta igienica, tramite l'inserimento di un
dispositivo spray nelle linee converting per la produzione dei rotoli», spiega Altheimer. I vantaggi del nuovo
sistema sono notevoli: il costante rilascio di batteri negli scarichi sanitari, nella tubazioni e nelle fosse,
consente di mantenere puliti e depurati gli impianti, migliorandone la gestione igienico-sanitaria e ambientale.
L'altra innovazione è la biotecnologia Bacp® (Biological active compost paper), protetta da brevetto
internazionale, che consente di realizzare nuovi bio-sacchetti compostabili destinati alla raccolta di rifiuti
organici domestici. Tra le novità appena "sfornate" ci sono anche MasterBioCH4, ceppo di batteri selezionati
per l'aumento della produzione di biogas negli impianti di valorizzazione energetica delle biomasse e
MasterBioLarvex, antagonista biologico naturale alla proliferazione delle zanzare.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/08/2015
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La storia/1
09/08/2015
Pag. 18
diffusione:105812
tiratura:151233
DANIELE GARAVAGLIA
"Investire nell'innovazione biotecnologica per tornare a crescere, creare occupazione qualificata e competere
nei mercati internazionali»; è questo il messaggio che arriva dall'assemblea annuale di Assobiotec,
l'Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che riunisce, nell'ambito di Federchimica, più di
140 associati tra imprese e parchi scientifici e tecnologici. «Uno studio dell'Università di Berkeley - dichiara
Alessandro Sidoli, presidente di Assobiotec - dimostra come investire in innovazione abbia importanti ricadute
a livello occupazionale: per ogni nuovo posto di lavoro creato nei settori innovativi, se ne generano 5
nell'indotto, a fronte di un rapporto di 1 a 1,6 nei settori tradizionali». Nel fare il punto sullo stato del settore,
Sidoli ha ricordato che «esiste in Italia una realtà industriale biotech estremamente dinamica e competitiva,
che si è dimostrata capace di crescere nonostante la crisi globale», come evidenziato nel BioInItaly Report
2015: 384 imprese (di cui 225 a capitale interamente italiano) attive nei diversi segmenti della salute (red
biotech), dell'agroalimentare (green biotech) e dell'industria (white biotech), oltre 7,7 miliardi di euro di
fatturato, investimenti in ricerca e sviluppo superiori a 1,5 miliardi di euro con impiego diretto di 7.300 addetti.
Come negli altri Paesi, anche in Italia a trainare l'intero comparto è il segmento delle biotecnologie della
salute (red biotech), in cui opera la grande maggioranza delle imprese (72%) e che rappresenta, da solo, una
quota preponderante degli investimenti dell'intero comparto (94%), alimentando un numero crescente di
progetti. È recente l'autorizzazione all'immissione in commercio concessa dalla Commissione europea a tre
progetti di ricerca biotecnologica italiana: un salvavita sviluppato da Gentium per il trattamento della malattia
veno-occlusiva epatica grave; un farmaco prodotto da Newron Pharmaceuticals per la terapia di pazienti
affetti da malattia di Parkinson in stadio medio-avanzato, e il primo prodotto di terapia a base di cellule
staminali autologhe approvato e registrato nel mondo occidentale, sviluppato da Holostem Terapie Avanzate
per la cura di gravi ustioni della cornea. Nel settore del biotech green l'introduzione delle nuove tecniche di
ingegneria genetica ha drasticamente cambiato la prospettiva di migliorare la produttività e la qualità di molte
varietà vegetali. E le white biotech? In un'Europa che produce il 75% degli enzimi utilizzati dall'industria
chimica, alimentare, cartaria, tessile e dell'energia, le biotecnologie industriali giocano un ruolo di primo piano
nella trasformazione dei processi convenzionali. In quest'ottica l'industria italiana è protagonista avendo
inaugurato la prima bioraffineria avanzata, in grado di produrre bioetanolo da residui agricoli. E punta alla
bioeconomia, un modello di crescita basato sull'uso di risorse biologiche rinnovabili, che in termini di
produzione vale oggi più di 240 miliardi di euro.
i numeri
384
IMPRESE BIOTECH (+1,6%)
7,7
MILIARDI FATTURATO (+4,2%)
1,5 miliardi
IN RICERCA E SVILUPPO (+4,5%)
7.300 addetti
NELLA R&S (+2,8%)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/08/2015
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Innovazione biotech Occupazione sicura
09/08/2015
Pag. 15
diffusione:125215
tiratura:224026
Il ministero fa la campagna per la donazione dei gameti
È pronto il Regolamento sulla fecondazione eterologa. Ora il ministero della Salute - che sta preparando una
grande campagna per promuovere la donazione dei gameti - lo ha trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni
per l'approvazione. Un iter che porterà a definire regole certe per i Centri di procreazione. Il provvedimento
completa il recepimento delle normative europee e definisce ulteriori dettagli: l'età dei donatori di gameti (tra i
18 e i 40 anni per i maschi e tra 20 e 35 per le donne), il numero massimo di nati per donatore (10). Si tratta
di limiti di età decisi in base a criteri di efficacia e sicurezza (aumentando l'età aumentano i fattori di rischio di
tipo genetico e diminuisce la fertilità, soprattutto per le donne); la differenza è dovuta anche al diverso
sviluppo dell'apparato sessuale in uomini e donne. Viene anche stabilito un limite per ridurre i rischi di unioni
inconsapevoli tra consanguinei. È poi prevista una deroga per le coppie che hanno già avuto un bambino con
l'eterologa, perché possano avere fratelli biologici. Il Registro nazionale dei donatori consentirà di contare le
nascite e bloccare i gameti del donatore. Il Regolamento, che completa il recepimento di normative europee
su cellule e tessuti, definisce alcune prescrizioni tecniche relative agli esami da effettuare in generale su
cellule e tessuti umani, e in particolare sulle cellule riproduttive donate da persone diverse dal partner per la
fecondazione eterologa. Tutti i donatori debbono comunque sottoporsi al test della fibrosi cistica. Se il
donatore viene a sapere di avere una patologia ereditaria dopo aver effettuato la donazione, dovrà informare
subito il Centro di donazione. È vietata la donazione di gameti fra parenti fino al quarto grado, per i quali c'è
rischio maggiore di trasmissione di eventuali patologie genetiche. La coppia che accede alla fecondazione
eterologa, riceverà un'informazione completa sugli esami fatti dal donatore, nel rispetto della riservatezza
della sua identità, ma dovrà anche essere consapevole che nessuna procedura di selezione del donatore
potrà garantire l'assenza di patologie nel nascituro.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/08/2015
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Le direttive per la fecondazione eterologa
09/08/2015
Pag. 17
diffusione:125215
tiratura:224026
MALATA DI CUORE
Delusa per amore, sono corsa dai medici. Ma sono uomini anche loro...
VALERIA POGGI LONGOSTREVI
Pubblichiamo a puntate «Uomini on demand. Storie di vita vissuta», romanzo di Valeria Poggi Longostrevi.
Brevi storie, alcune hot ma non hard. Di seguito l'ultima parte di «Non vedo alternative, così ricorro agli psyco
idiot». -Quando i muscoli riprendono a lavorare in modo simmetrico significa che sistema nervoso riapprende
capacità di gestire positivo lo stress. Occorre poi sottoporsi alle sedute, diciotto per ciclo. Right? Così si
elimina sintomo generato da stress evitando l'uso indiscriminato di farmaci. Capito?!-Okei.- Dico io... -Ma se
io vedo che dopo quattro terapie sto meglio, tipo: collo, mascella sbloccata, allora si può smettere, no?-E no
no no no cara signora, diciotto è il numero e diciotto deve farne per avere risultati definitivi. Right?! Non me lo
sono inventato io il numero diciotto.Ma perché dovevo fare diciotto sedute, con quello che costavano poi!
Andavo avanti e indietro in treno per diciotto volte Francoforte Milano? Se dopo due o tre sedute io stavo già
meglio non potevo smettere?! Dopo il medico tedesco provai a sentire il parere di un altro camice bianco
svizzero. -Si sieda signora.-Come? Oh...grazie.Io dovevo capire, sapete? Capire se c'era rimasto qualcosa di
buono in me, e far sparire quell'angoscia che mi mordeva lo stomaco, perché di ominidi al pistacchio e alla
carta vetrata, di «uomini per modo di dire» e profittatori di bassa lega non ne potevo più. Allora mi chiedevo
se prima di tutto potevo stare bene da sola, con me stessa. Se potevo fare a meno del gregge di adulatori
profittatori, soliti intrufolarsi sotto le mie lenzuola. I sintomi riscontrati dalla diagnosi preliminare, raccolti dal
sofisticato convogliatore di radianza modulante alias Radio Electric Asymmetric Conveyer confermavano le
ambasce del mio claustrofobico mondo interiore. Per questo chiedo al dottore: -Ma sono grave?Sempre nei
momenti meno opportuni squilla il cellulare. -...Monica sei tu? Ah, Veronica, no, sai, no vedi, no guarda, no
scusa...non è proprio il momento...baci, no, son qui dal medico; ...ah, sabato andate in Corsica, ma sulla
barca di Dado o di Gigi?.. Ah, in motoscafo...beh poi ti dirò se vengo. Baci... Scusi sa, dottore, è la mia amica
Veronica...- Sorrido. -Dalla prima analisi emerge che lei è disconnessa. La connessione cervello collo
mascella è sofferente. Capisce?-Lo sapevo! Me l'hanno già detto.-Uno dei risultati della terapia è la ripresa
delle corretta capacità di gestire lo stress. Badi signora, per favore, il termine «stress» non è da intendersi
comunemente come «nervosismo» o «frenesia» ma come ogni mutamento che porta l'organismo a disorganizzarsi. Non so se mi spiego?! La malattia, in questo caso è la disorganizzazione dei meccanismi di
controllo degliorgani e delle funzioni. La Terapia REAC-CRM aiuta l'organismo a «ripristinarsi» in modo
positivo, inducendolo a una corretta capacità di risposta andata smarrita.- Parlava come un libro stampato. Grazie dottore, quanto le devo?- Gli sparo addosso. E questo quasi mi fulmina perché non si deve mai
chiedere: quanto fa? personalmente ai dottori, ma alle assistenti che sibilano con nonchalance, e, quasi
infastidite, una botta di soldi da farti passare ogni malessere all'istante. Ma io volevo che le mie rotule si
riallineassero. E poi ero stanca di digrignare i denti. Senza darmi per vinta ne cercai un altro. L'ominide dal
camice bianco suggeritomi da Veronica chiede: -Signora, ha la copia degli esami che ha fatto in precedenza
per favore?-Oh l'ho dimenticata in macchina! Vado a prenderla.-Beh, non importa. Mia cara signora, questa
metodologia recentissima è frutto dello studio di tre ricercatori che meriterebbero ben tre premi Nobel, per
Chimica,Fisica e Biologia. NATURE, che non è come lei sa, propriamente una rivista per nudisti, ha
pubblicato servizi su questo tipo di terapia, confermandone l'efficacia. Sono ancora pochi i centri di cura ad
averla adottata, la terapia è nuovissima.-Ma c'è qualche rischio?- Chiedo, dubbiosa. -Assolutamente
innocua.- Dice lui. -Terapia di magia, ma non da cartomante, sia chiaro, non quel tipo di magia, ma dal
Latino: MAGIA=conoscenza della natura! Comprende?BOH BOH BOH! Penso io. Ma questo per chi mi ha
preso? Adesso mi dà lezioni di latino. Quasi quasi gli faccio un grugnito. -Leonardo da Vinci; lei cara signora,
ovviamente sa chi era Leonardo da Vinci.- Dice infilandomi un sondino nel padiglione auricolare. Vorrei dirgli
che l'ho già fatta quella roba, che se vuole faccio un salto in macchina a recuperare l'esito del primo esame.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/08/2015
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Romanzo a puntate/«Uomini on demand»
09/08/2015
Pag. 17
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tiratura:224026
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/08/2015
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BOH! -Un mago, un grande mago, Leonardo da Vinci.- Continua il medico, -un mago che ha studiato la
natura per mezzo della sua conoscenza tecnologica.-Ma lei, scusi, fa anche sedute di ipnosi regressiva?- Gli
chiedo tanto per non addormentarmi. -E poi vorrei anche smettere di digrignare i denti di notte.Non ricordo la
sua risposta ma rammento il congedo avvenuto senza troppi entusiasmi reciproci. Di pazienti come me gli
ominidi camici bianchi ne facevano a meno. Insomma, un altro buco nell'acqua! Fffanculo REAC! (32.
Continua)
Foto: Un principe degli Emirati Arabi fermato in autostrada su una golf car tra Rimini Sud e Riccione
[LaPresse]
09/08/2015
Pag. 12
diffusione:50651
tiratura:76264
I dati della Cgia di Mestre: distributori e farmacia in cima alla «classifica» Il 77 per cento di questi reati resta
impunito. La rabbia dei commercianti
Marzio Laghi
Si ruba di più. In un decennio i furti in negozi e botteghe artigiane sono aumentati del 165,5 per cento. Nel
2013, ultimo anno per cui sono disponibili le statistiche, le denunce hanno superato le 104.000 unità: tra furti
e «spaccate», si sono verificati mediamente 286 reati di questo tipo al giorno; praticamente uno ogni 5 minuti.
E non è da escludere che nell'ultimo anno e mezzo la situazione sia peggiorata ulteriormente. A lanciare
l'allarme sicurezza nei negozi è l'Ufficio studi della Cgia che ha elaborato i dati Ministero dell'Interno
Dipartimento della Pubblica Sicurezza e Istat. Se nel 2004 il numero di furti presso le attività commercialiartigianali è stato di poco superiore alle 39.300 unità, nel 2007 ha toccato il picco massimo di questo ultimo
decennio: 107.500. Nel biennio 2008-2009, invece, il numero di denunce ha registrato una leggera caduta,
anche se dal 2010 questo reato ha ripreso ad aumentare costantemente, fermandosi, nel 2013, a quota
104.393. Le regioni più colpite sono quelle del Centro-Nord: sia in termini assoluti sia in rapporto alla
popolazione residente, l'Emilia Romagna, la Liguria, la Toscana, la Lombardia, il Piemonte, il Lazio e il
Veneto sono state le realtà più colpite da questo reato. Nonostante i furti siano in crescita anche nel
Mezzogiorno, il fenomeno al Sud presenta una dimensione meno preoccupante che nel resto del Paese. Se
nel 2013 in Puglia si sono verificati 95,1 furti ogni 100 mila abitanti, in Sicilia se ne sono registrati 88,3, in
Campania 80,8 e in Calabria 68,9. Nulla a che vedere con i risultati fatti segnare dalla Lombardia (235,9 ogni
100 mila abitanti), dalla Toscana (238,2), dalla Liguria (263,6) e, soprattutto, dall'Emilia Romagna che,
purtroppo, guida questa speciale graduatoria con 268 furti ogni 100 mila abitanti. Un problema, quello della
sicurezza, che non risparmia alcuna categoria merceologica: dai negozi di alimentari ai ferramenta, dalle
edicole ai parrucchieri. Ovviamente, sottolinea la CGIA, le attività più a rischio rimangono i distributori di
carburante, le farmacie, gli esercizi pubblici (bar, ristoranti, sale giochi, etc.), le gioiellerie e le tabaccherie.
«L'installazione dei sistemi di videosorveglianza, delle inferriate, delle porte blindate, degli impianti di antifurto
e il ricorso sempre più massiccio agli istituti di vigilanza hanno trasformato i nostri negozi in piccoli fortini segnala Paolo Zabeo della CGIA - nonostante ciò, le statistiche ci dicono che le attività di prevenzione e di
contrasto ai furti non sono sufficienti a scoraggiare i malintenzionati». E a preoccupare gli artigiani e i piccoli
imprenditori di Mestre c'è anche un altro aspetto. «Nonostante la capillare ed encomiabile azione condotta sul
territorio dalle forze dell'ordine - conclude Zabeo - il 77 per cento dei furti nei negozi rimane impunito. Vuol
dire che solo nel 23 per cento dei casi denunciati, i responsabili vengono consegnati all'Autorità giudiziaria.
Un dato sconfortante che, purtroppo, ha contribuito a gettare nello sconforto molti operatori economici. In
particolar modo quelli che hanno subito queste scorribande più di una volta».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/08/2015
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Ogni 5 minuti un negozio svaligiato
09/08/2015
Pag. 14
diffusione:50651
tiratura:76264
Finti corrieri «svuotano» i negozi
Commercianti e farmacisti truffati con la scusa di un errore di recapito La coppia del Ducato bianco I
carabinieri arrestano 52enne Denunciato il complice
Grazia Maria Coletti [email protected]
«Ci sono cascato anch'io». Allarga le braccia sorpreso il pizzicagnolo di via dei Banchi Vecchi a Piazza
Navona, truffato dal duo del "Ducato" bianco, il furgone guidato dai due falsi corrieri che ritiravano la merce
appena consegnata dai corrieri veri. Cassette di vini e birre. Bottiglie d'olio e formaggi. Persino medicinali e
creme di bellezza destinati ai banconi delle farmacie. La coppia di falsi corrieri hanno truffato decine di
commercianti del centro storico. Come? Con la scusa di un «errore di recapito». Tutti hanno abboccato.
Persino i farmacisti. Perché il trucchetto era ben congegnato, eccome. I due banditi, sul furgone, pedinavano i
corrieri veri. E non appena avveniva la consegna al negoziante entravano in azione. Dopo essersi procurati il
numero di telefono dell'attività dove era appena avvenuta la consegna, contattavano l'incaricato o il titolare e
spacciandosi per un incaricato della società che aveva appena effettuato la consegna, lo avvisavano che
c'era stato un errore nell'invio della merce appena consegnata e che sarebbe stata a breve ritirata. Chissà
per quanto tempo ancora sarebbero andati avanti, sicuri del fatto loro, se non fossero stati sorpresi nel bel
mezzo della truffa dai carabineri della Stazione Roma Piazza Farnese. I militari hanno arrestato un 52enne
italiano e denunciato un complice di 42 anni. È andata così. La pattuglia ha notato il furgone Fiat Ducato
bianco con alla guida un uomo che corrispondeva alla descrizione fornita dalle decine di vittime che avevano
sporto denuncia in un solo mese e lo hanno seguito. Il veicolo dopo aver effettuato numerosi transiti, alla
ricerca dell'obiettivo da «colpire» si è fermato nei pressi di un negozio di alimentari di via dei Banchi Vecchi
dietro Piazza Navona e dopo aver preannunciato il ritiro della merce appena consegnata, è entrato nel
negozio prelevando un bancale con varia merce. Questa volta però ad attenderlo all'uscita, c'erano i
carabinieri che hanno bloccato ed arrestato il finto corriere, 42enne, mentre il complice 52enne è riuscito a
dileguarsi. Ritrovato il magazzino in uso ai due truffatori dove veniva stoccata la merce rubata. Dentro una
parte della refurtiva del valore di oltre 20 mila euro, poi sequestrata in attesa di essere riconsegnata ai
proprietari.
Foto: La merce recuperata Era stipata in un magazzino. Sarà riconsegnata ai proprietati
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/08/2015
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Piazza Navona Pedinavano i veri addetti e ritiravano i pacchi appena consegnati
VITA IN FARMACIA
7 articoli
09/08/2015
Pag. 4 Ed. Firenze
diffusione:556325
tiratura:710716
Il paziente perse l'occhio: processo
(mi.bo.)
PERSE un occhio nel 2010 a causa di un'infezione provocata dall'iniezione di un farmaco per la maculopatia.
A febbraio dell'anno prossimo si svolgerà il processo per chiarire se il responsabile della lesione è l'oculista
che l'ha avuto in cura.
L'imputato è Silvio Zuccarini, professionista molto noto di Villa Donatello. Secondo la procura ha causato a
Mario Guidetti, all'epoca sessantatreenne, una lesione "consistente nella perdita della funzione visiva
dell'occhio destro e pertanto lesione gravissima perché insanabile". Secondo il pm, Zuccarini "pur avendo
appropriatamente diagnosticato la sofferta degenerazione maculare e scelto correttamente la terapia, non
poneva in essere condotte igieniche necessarie a scongiurare il pericolo di infezione batterica generata dalla
iniezione intravitreale del farmaco denominato avastina". Si tratta del medicinale al centro di un caso finito
all'antitrust, perché ha gli stessi effetti di un prodotto molto più costoso di un'altra azienda farmaceutica ma di
solito non viene usato. Secondo la procura la confezione del farmaco usato su quel paziente il 31 maggio
2010 era la stessa destinata ad altri malati. Il problema sarebbe sorto perché più siringhe sarebbero state
riempite dallo stesso contenitore, cosa che avrebbe provocato una contaminazione. L'Avastin è nato per
curare il cancro e la Roche, che lo produce, non ha mai chiesto l'estensione delle indicazioni alla
maculopatia. Per questo si presenta solo in fiale grandi e deve essere "sporzionato", operazione che di solito
svolgono le farmacie ospedaliere. Nel caso in questione evidentemente questo non è avvenuto.
«Aspetto fiducioso il processo», commenta Silvio Zuccarini, che sottolinea come già i consulenti del gip
durante l'incidente probatorio abbiano escluso sue responsabilità.
«Quel paziente mi è stato mandato da un collega, vedeva molto poco a causa della patologia - dice il
professionista - non si è presentato alla visita di controllo nel giorno fissato, malgrado io avessi provato anche
a contattarlo. È arrivato il giorno dopo ed aveva l'infezione. L'ho operato ma era troppo tardi».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: SOTTO ACCUSA L'imputato è Silvio Zuccarini, professionista noto di Villa Donatello Avrebbe provocato
una lesione
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/08/2015
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L'INCHIESTA INFEZIONE DURANTE LA CURA, A GIUDIZIO L'OCULISTA
09/08/2015
Pag. 4 Ed. Firenze
diffusione:556325
tiratura:710716
Rivoluzione Saccardi via l'uomo che sfidò le aziende dei farmaci
Giorni sostenne i generici e denunciò la manovra Pfizer Ha deciso di andarsene, altre nomine in assessorato
Dalla Asl di Lucca arriva Roti, mentre Mechi lascia la direzione sanitaria di Careggi e si occuperà di ospedali
al dipartimento
MICHELE BOCCI
L'UOMO che ha guidato la farmaceutica della Regione Toscana negli ultimi anni, portando tra l'altro il sistema
a fare risparmi ingenti, dal primo di settembre sarà in servizio all'assessorato alla Salute in Piemonte.
Loredano Giorni va via e con lui si conclude la rivoluzione del dipartimento di via Taddeo Alderotti. Il neo
assessore Stefania Saccardi ha cambiato buona parte dei dirigenti chiave, applicando una sorta di "spoil
system" rispetto alla gestione Rossi. Nomi nuovi significano anche maggiore autonomia di azione in un
settore che il presidente conosce molto bene.
E dopo l'avvicendamento al vertice del dipartimento, dove Valtere Giovannini, legatissimo a Rossi, ha
lasciato il posto a Monica Piovi, adesso si conoscono anche gli altri nomi. Ad occuparsi di territorio arriverà
Lorenzo Roti, già direttore sanitario della Asl di Lucca, che era stato in Regione con l'assessore Scaramuccia.
È previsto anche un altro ritorno, quello di Maria Teresa Mechi, che sarebbe destinata a lasciare la direzione
sanitaria di Careggi, dove non godeva di grande autonomia, per rientrare in dipartimento e occuparsi di
ospedale. L'assessore Saccardi punta ad aumentare le competenze dei vari dirigenti, per diminuirne il
numero. Al posto di Giorni arriverà da Pisa Tiberio Corona.
Il dipartimento inoltre parteciperà alla riduzione di spesa a cui sono obbligate anche le varie aziende per
chiudere l'anno in pareggio. L'idea è quella di fare maggiore attenzione nel finanziare i vari progetti di singoli
professionisti che fino ad ora si presentavano in assessorato a chiedere soldi, e anche di lavorare sui fondi
destinati alle università. Da qui alla fine dell'anno tutte queste voci impegnano circa 100 milioni e Saccardi
spera di risparmiarne un 10-20%.
Tra tutti i cambiamenti di queste settimane il più clamoroso è per certi versi quello di Giorni. Negli anni il
dirigente ha condotto una battaglia per abbattere la spesa, promuovendo per primo in Italia l'uso dei generici,
verificando le prescrizioni dei medici, puntando per certe patologie sui medicinali meno cari, lavorando sui bio
similari, e promuovendo la distribuzione diretta da parte delle Asl. Tutte idee copiate poi dalle altre Regioni.
Giorni ha sempre avuto rapporti complessi con l'industria, è stato lui a denunciare con Rossi la manovra di
acluni anni fa con cui Pfizer voleva denigrare la Toscana. Ha denunciato il sistema degli "extra sconti", è stato
ascoltato per l'inchiesta sulla casa farmaceutica Menarini. Per anni è stato in Aifa, a rappresentare le Regioni,
ed ha seguito il caso dei farmaci contro l'epatite C, scatenando le ire dell'agenzia stessa e dell'industria
quando la Toscana ha deciso di fare una gara da sola. E proprio il mese scorso, quando c'erano da rinnovare
gli incarichi delle Regioni in Aifa, la Toscana ha deciso di non puntare più su Giorni. Cosa che ha portato ad
una rottura di rapporti. In particolare sembra esserci il presidente Rossi dietro la scelta di non lasciare a
Roma Giorni. La battaglia per il farmaco contro l'epatite C continua senza il protagonista di questi anni, un
nome di certo non gradito all'industria del farmaco. Il tecnico, che in passato aveva collaborato anche con la
Sicilia e con il Lazio, ha deciso di trovarsi un posto in un'altra regione, ed ha partecipato a un concorso
indetto dall'assessorato del Piemonte.
I NOMI VALZER DEGLI ADDII Dopo Valtere Giovannini se ne va un altro fedelissimo dirigente di Rossi L'era
Saccardi porta una nuova squadra nell'assessorato alla Salute della Toscana IL TERRITORIO Ad occuparsi
di questo settore sarà Luca Roti d occuparsi di territorio arriverà Lorenzo Roti, che è stato direttore sanitario
della Asl di Lucca QUALCUNO TORNA È previsto anche un altro ritorno, quello di quello di Maria Teresa
Mechi, che sarebbe destinata a lasciare la direzione sanitaria di Careggi per rientrare in dipartimento
www.regione.toscana.it PER SAPERNE DI PIÙ
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/08/2015
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La sanità
09/08/2015
Pag. 4 Ed. Firenze
diffusione:556325
tiratura:710716
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Foto: SANITÀ Con l'arrivo in Regione del nuovo assessore cambia la squadra di vertice
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/08/2015
29
09/08/2015
Pag. 1 Ed. Torino
diffusione:556325
tiratura:710716
La pattuglia "Pegaso 6" e il medico
DIEGO LONGHIN JACOPO RICCA
TESTIMONIANZE, relazioni e immagini scattate con gli smatphone hanno permesso agli investigatori di
restringere il cerchio da nove a quattro persone. I carabinieri del Nas hanno cercato di ricostruire ciò che è
avvenuto tra le 14.20 e le 15.18 in piazzetta Umbria, mettendo insieme i primi tasselli, in attesa dell'autopsia,
e dividendo gli attori tra protagonisti e comparse del tragico Tso.
Dai primi accertamenti gli agenti Botturi e Vair mercoledì pomeriggio intorno alle 15 si sono messi accanto al
paziente sulla panchina per bloccare le braccia, mentre il collega Delmonaco lo avrebbe afferrato alle spalle
all'altezza del collo. Una manovra per cercare di somministrare del calmante a Soldi per caricarlo, da sedato,
sull'ambulanza. Manovra inutile: da tutti i rapporti emerge che Soldi continuava ad opporre resistenza al
trattamento. Tanto che non gli è stata fatta nessuna iniezione e lo psichiatra e gli agenti decidono di utilizzare
le manette.
Per farlo è necessario coricare a terra e a faccia in giù l'uomo che si era avvinghiato alla panchina e che
continuava a ribellarsi con i suoi 120 chili di stazza. Momenti concitati nei quali la stretta di Delmonaco
potrebbe essere stata inconsapevolmente fatale. Tutti i quattro, anche lo psichiatra, partecipano per cercare
di ammanettare a terra Soldi. Non è chiaro se il paziente fosse ancora cosciente o se l'azione dei quattro ne
avesse già compromesso la respirazione.
L'uomo viene caricato di peso e a faccia in giù sulla barella, mentre gli operatori del 118, due ragazze che
sono state ascoltate ieri dai carabinieri, e l'infermiere del centro di salute mentale dell'Asl To 2 Andrea
Campassi, ascoltato giovedì dagli inquirenti, verificavano le pulsazioni di Soldi che risultavano rallentate.
Anche la scelta di trasportare l'uomo prono e ammanettato potrebbe aver ulteriormente aggravato le
condizioni, forse già compromesse, di Soldi. Una scelta che secondo gli agenti sarebbe stata avallata dallo
psichiatra che non è salito a bordo del mezzo della Cri.
Ha preferito raggiungere con la propria auto l'ospedale.
Il fatto, però, che nè i tre operatori del mezzo Beinasco 291 nè Campassi siano stati raggiunti dall'avviso di
garanzia potrebbe avere un significato preciso da un punto di vista delle indagini. Sarebbe stato l'intervento
dei quattro in piazzetta Umbria ad essere fatale per Soldi e non il viaggio di sette minuti in ambulanza. Verso
il Maria Vittoria, dove è arrivato in arresto cardiaco, l'uomo era assistito dall'infermiere Campassi e dall'agente
Delmonaco, salito su richiesta dei sanitari del 118. I due tentano, a fatica, di applicargli la maschera
dell'ossigeno vista la difficoltà respiratoria e le manette vengono allentate.
Esiste anche un nono protagonista della tragica vicenda, del tutto marginale. Un altro psichiatra, Roberto
Messaglia, chiamato da Della Porta per controfirmare il trattamento sanitario obbligatorio come richiesto dai
tre agenti della polizia municipale che, in base alla legge, ritenevano insufficiente per intervenire una
domanda siglata da un solo medico. Messaglia è arrivato ai giardinetti poco prima delle 15 e dopo aver
scambiato due parole con il paziente ha subito autorizzato il Tso.
L'autopsia servirà a chiarire se la morte di Soldi sia dovuta al comportamento dei quattro oppure se la fine
del "gigante buono" sia stata solo una fatalità.
I PUNTI
IL TSO È stato chiesto dal suo medico psichiatra: Andrea Soldi sarebbe dovuto andare in ospedale per la
terapia mensile L'INTERVENTO Tre vigili hanno tentato di immobilizzare l'uomo che, su una panchina, si
rifiutava di salire sull'ambulanza IL TRASPORTO Andrea viene caricato a forza sull'ambulanza, a faccia in
giù.
All'ospedale Maria Vittoria arriva ormai cadavere
Foto: Fiori sulla panchina di Andrea
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/08/2015
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IL RETROSCENA
09/08/2015
Pag. 1 Ed. Torino
diffusione:556325
tiratura:710716
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Foto: AVEVA 45 ANNI Andrea Soldi qui in una foto di qualche anno fa E' morto durante un Tso
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/08/2015
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09/08/2015
Pag. 40 Ed. Aosta
diffusione:309253
tiratura:418328
Il caldo aiuta anche Pila, come conferma Giovanni Albanese del bar ristorante Lo Yeti: «Si lavora bene - dice
- e abbiamo un buonissimo riscontro per la nostra piscina che l'anno scorso non abbiamo neanche aperto.
Con nove dipendenti era stato difficile arrivare a settembre. È la prima volta, in 25 anni che ho il locale, che si
sta bene a mangiare fuori la sera. Chi non lavora quest'anno è perché non ha voglia, noi abbiamo clienti
anche in settimana». Ma non mancano le polemiche: «Riceviamo tante lamentele - racconta - sul fatto che a
Pila non ci sia niente. La farmacia apre solo ad agosto e tanti ci chiedono aspirine o tachipirine, così quando
scendiamo ad Aosta ne facciamo scorta perché metà la diamo ai turisti. Una volta c'erano quattro negozi, ora
uno, e discoteche per i ragazzini non ce ne sono. Le persone ci sono, trovare aperto invoglia di più».
Richiesta di servizi
La conferma arriva anche dai milanesi Paola Caldarelli ed Emilio Riondato: «Abbiamo una seconda casa qui
dal 1978, veniamo perché si è creata una comitiva di amici e la conca ha un panorama fantastico ed è molto
tranquillo, anche troppo. Pila offre poco, è un peccato, se hai bisogno non c'è neanche l'ambulatorio aperto.
Le telecabina chiude alle 17,30 anche d'estate, invece di tenere aperto almeno fino alle 20. Basterebbe un
pullman che copra quelle fasce orarie, per poter cenare ad Aosta o per chi, come nostro figlio, ha 14 anni e
vuole passare una serata diversa, perché quassù per i ragazzi non c'è niente». Non è dello stesso avviso
Pasqualina Stabile dell'Hotel Chacaril: «A chi ripete che non ci sono tutti i servizi di un paese, ricordo che Pila
è una frazione, il resto è a Gressan o Aosta». [h. c.]
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/08/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
"Ma mancano farmacie e discoteche"
09/08/2015
Pag. 40 Ed. Ancona
diffusione:210842
tiratura:295190
Paura in spiaggia ieri mattina per un bambino di sette anni che è stato raggiunto a un occhio dal
liquido urticante schizzato da una medusa gigante. E' stata la madre ad accompagnarlo in farmacia
per chiedere un medicinale che potesse calmare il bruciore nell'occhio arrossato del figlio. La
farmacista ha però suggerito, in considerazione della giovanissima età, di portarlo al Pronto soccorso
per una visita più accurata. Consiglio che la madre ha seguito. A prendere la medusa, ancora viva al
largo della costa del lungomare Alighieri, è stato un ragazzo che, una volta raggiunta la spiaggia, per
fare uno scherzo l'ha lanciata. L'animale, come arma di difesa, ha spruzzato del liquido urticante finito
anche nell'occhio del bimbo. Il minore, dopo la visita e una appropriata terapia, è stato dimesso. Non
rischia nulla e dovrebbe riprendersi totalmente in poco tempo. Viste le alte temperature, potrebbe
invece esplodere la proliferazione delle meduse.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/08/2015
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Medusa manda bambino all'ospedale
09/08/2015
Pag. 6 Ed. Genova
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tiratura:127026
Sempre pi ù furti nei negozi, record in Emilia e Liguria
E il 77% dei ladri rimane impunito
È IL BENGODI l'Italia per i ladri che razziano a piene mani nei negozi e nelle botteghe artigiane, e che in gran
parte non vengono né individuati né puniti. E la Liguria è tra le regioni più colpite: 263,6 furti ogni centomila
abitanti. Peggio solo l'Emilia Romagna con 268. E i ladri restano perlopiù impuniti: solo il 23% è stato preso
negli ultimi 10 anni, mentre il 77% resta ignoto; intanto, l'incremento nei furti è stato del 165,5%. A dare il
quadro della situazione è la Cgia di Mestre che ha elaborato dati del Ministero degli Interni. Le regioni più
colpite sono state quelle del Centro-Nord: sia in termini assoluti sia in rapporto alla popolazione residente,
l'Emilia Romagna, la Liguria, la Toscana, la Lombardia, il Piemonte, il Lazio e il Veneto. Nel 2004 sono stati
39.300 i furti alle attività commerciali/artigianali, tre anni dopo 107.500. Nel biennio 2008-2009 il numero di
denunce ha registrato una leggera caduta, anche se dal 2010 questo reato ha ripreso ad aumentare
costantemente, fermandosi, nel 2013, a quota 104.393. Nonostante i furti siano in salita anche nel
Mezzogiorno, il fenomeno al Sud presenta una dimensione, in termini assoluti, meno preoccupante che nel
resto del Paese. Se nel 2013 in Puglia ci sono stati 95,1 furti ogni 100 mila abitanti, in Sicilia se ne sono
registrati 88,3, in Campania 80,8 e in Calabria 68,9. Nulla a che vedere con i casi rilevati in Lombardia (235,9
ogni 100 mila abitanti), in Toscana (238,2), in Liguria e soprattutto in Emilia Romagna, che registra il record
negativo. Un problema, quello della sicurezza nel settore commerciale, che ha coinvolto centinaia e centinaia
di migliaia di attività. Dalle edicole ai panifici, dai negozi di telefonia a quelli di abbigliamento. I più "gettonati" i
distributori di benzina, le farmacie, gli esercizi pubblici , le gioiellerie e le tabaccherie. «L'installazione dei
sistemi di videosorveglianza, delle inferriate, delle porte blindate, degli impianti di antifurto e il ricorso sempre
più massiccio agli istituti di vigilanza hanno trasformato i negozi in piccoli fortini - segnala Paolo Zabeo della
Cgia - nonostante ciò, le statistiche ci dicono che le attività di prevenzione non sono sufficienti a scoraggiare i
malintenzionati». E a preoccupare c'è anche un altro aspetto. Il numero esiguo dei ladri acciuffati. Le regioni
dove polizia e carabinieri hanno ottenuto i risultati migliori sono Veneto, Liguria e, in particolar modo,
Sardegna e Trentino Alto Adige.
Foto: La vetrina di un negozio mandata in frantimi dai ladri
Foto: PIUMETTI
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/08/2015
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ALLARME DELLA CGIA DI MESTRE: PIÙ 165% IN DIECI ANNI
09/08/2015
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Eterologa, il ministero vara il regolamento: paletti per l'et à
ROMA . Paletti per l'età e per il numero dei nati da ciascun donatore, ma anche un elenco dettagliato degli
esami ai quali sottoporsi prima della donazione dei gameti: è pronto il Regolamento sulla fecondazione
eterologa, che il ministero della Salute ha ora trasmesso alla Conferenza StatoRegioni. Un passo ulteriore
dell'iter che porterà a definire regole certe per i Centri di procreazione, mentre si prevede anche l'avvio di una
grande campagna del ministero per promuovere la donazione dei gameti, come già avviene nel caso della
donazione di organi e tessuti. Il provvedimento completa il recepimento delle normative europee riguardanti
cellule e tessuti e fissa, appunto, una serie di "paletti", alcuni dei quali già indicati nelle linee guida sulla
fecondazione eterologa approvate dalla Conferenza delle Regioni nel settembre 2014. Primo limite è quello
dell'età dei donatori: è fissata tra 18 e 40 anni per gli uomini e tra 20 e 35 anni per le donne. Si tratta di limiti
di età decisi in base a criteri di efficacia e sicurezza: aumentando l'età, infatti, aumentano i fattori di rischio di
tipo genetico e diminuisce la fertilità, soprattutto per le donne. Fissato anche il numero massimo di nati per
ogni donatore: dieci, per ridurre al minimo il rischio di unioni inconsapevoli fra consanguinei nati da eterologa.
È però prevista una deroga per quelle coppie che, avendo già avuto un bambino da eterologa, chiedono lo
stesso donatore perché i nati siano comunque fratelli biologici. Il registro Nazionale dei Donatori, previsto con
la Legge di stabilità, consentirà di contare le nascite e bloccare i gameti del donatore - tranne che per
eventuali deroghe quando il numero massimo previsto delle nascite sarà raggiunto. Regole precise, poi, per
la selezione del donatore: è previsto un colloquio individuale e la compilazione di un questionario a cura del
medico responsabile della selezione; si procede quindi con gli esami per patologie di tipo infettivo (come Hiv
e epatite), che prevedono una tempistica diversa nei prelievi di sangue per donatori di eterologa rispetto alla
fecondazione omologa (nel primo caso si effettuano prelievi a ogni donazione). Quanto allo screening per
valutare il rischio di patologie genetiche, è obbligatoria una consulenza genetica scritta e, tenendo anche
conto del contesto etnico del donatore, si possono prevedere ulteriori esami, inclusa la mappa cromosomica
(cariotipo) per ridurre al minimo il rischio di trasmissione di patologie ereditarie. Nel Regolamento viene anche
fissato un criterio numerico per stabilire quando si può parlare di «prevalenza» di una certa patologia nel
contesto etnico del donatore.
Foto: Lorenzin
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LIMITI ALLE DONAZIONI
PERSONAGGI
1 articolo
09/08/2015
Pag. 3
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tiratura:63756
Sud, il «piano promesso» suscita più perplessità che consensi
Il centrosinistra attende decisioni concrete a settembre. Il centrodestra parla di «soliti» annunci del premier
Continua il dibattito dopo le dichiarazioni del presidente Renzi alla Direzione nazionale del Pd Capone (Pd):
questione nazionale. Vitali (FI): stop improperi. D'Ambrosio: dimenticati
. L AVO R O È la grande emergenza del Mezzogiorno. Un dramma che colpisce soprattutto i più giovani l
BARI. Il masterplan di Renzi per il Sud, annunciato alla Direzione del Pd, suscita il dibattito politico in questi
giorni caldi di a gosto. Ha detto bene il presidente Renzi in direzione nazionale. Loredana Capone ,
assessore allo Sviluppo economico afferma che: «Ha detto bene il presidente Renzi: "Se il Mezzogiorno non
parte, l'Italia non sarà mai un player europeo e internazionale". Perché l'Italia è nord, centro e sud insieme e
finché questi tre lembi di terra non si saranno perfettamente integrati, allora, tutti noi non potremo fare altro
che limitare i danni. In Puglia, in questi anni, abbiamo provato a colmare le differenze con le nostre forze
cercando di favorire nuove opportunità di sviluppo per l'economia del territorio. Dall'investimento sulla Banda
Ultra Larga, agli incentivi ai grandi player che abbiamo attratto per investire da noi, ai bandi per le imprese
innovative e le piccole e medie imprese che abbiamo stimolato a innovare. Abbiamo provato a immaginare
interventi che potessero sfruttare le grandi potenzialità di questo tempo valorizzando, al contempo, le
caratteristiche straordinarie delle nostre imprese. Giudizio negativo, invece, da parte di Luigi Vitali , segretario
regionale di FI: «La campagna pubblicitaria di Renzi continua, ma il Sud è stanco di ascoltare i suoi
improperi: non c'è nessun vittimismo meridionale da rottamare, ma solo la sfacciataggine di chi sottrae risorse
per il Mezzogiorno e poi tenta di raccontarci altre balle che, certamente, i cittadini non si berranno più».
Aggiunge che «il governo Pd ha già prelevato tre miliardi e mezzo di euro dalle casse delle Regioni del Sud e
230 milioni alla Regione Puglia per finanziare il jobs act, riprogrammando le risorse del Piano di Azione e
Coesione. Poi, ha difeso strenuamente il suo piano "buona scuola", tanto 'buonà da scatenare le proteste di
tutto il settore, che costringerà i precari meridionali a fare le valigie verso il Nord». Per Luigi D'Ambrosio
Lettieri (CR) «Più che rottamare il piagnisteo del Sud, Renzi dovrebbe rottamare se stesso e il suo governo
che neanche per sbaglio ha inserito nella sua agenda un piano per il Mezzogiorno, né ha mai fatto della
questione meridionale una questione nazionale, tantomeno ha saputo resistere alla tentazione di discriminare
sistematicamente u n'area del Paese che invece è assolutamente strategica per sviluppo e competitività.
Anzi, appena ha potuto, ha saccheggiato senza pudore risorse destinate a colmare i gap». Aggiunge che
«sarebbe quanto mai utile che, lasciata la propaganda fuori dalla porta, Renzi anteponesse alla retorica dello
spot e dell'annuncio, gli interessi degli italiani, di tutti gli italiani. Impari dal piano per il Sud di Fitto e recuperi il
tempo perso. Questo sarà possibile solo se l'utilizzo delle risorse sarà finalizzato ad interventi davvero
prioritari e selezionati sotto la spinta di una forte etica della responsabilità che impegni ciascun
amministratore, insieme al Governo, ad inaugurare una nuova stagione della legalità, della trasparenza, della
competenza». Sottolinea che «il patto per lo sviluppo del Sud non può che passare attraverso la strada della
coesione nazionale, come pure si fece nel 2011 con l'ex ministro Fitto, attraverso azioni concrete nella
direzione del rafforzamento della capacità di governance anche in relazione ai fondi europei e in particolare
alla programmazione 2014-2020, dell'affrancamento dalla legge di stabilità delle quote di co-finanziamento,
dell'ammoder namento della dotazione infrastrutturale e di una seria politica fiscale per contrastare l'ava n z a
re della disoccupazione, della povertà e l'acuirsi del divario N o rd - S u d » . «Italia Unica», il movimento di
Passera afferma che «la grande svolta per il Sud, incorniciata nella direzione del Pd convocata ad hoc con
grande spolvero dal premier-segretario, si è ridotta a un ennesimo rinvio. Evidentemente, un anno e mezzo di
governo e sei giunte regionali su sei in mano non sono sufficienti per elaborare quel 'masterplan' che diventa
a questo punto il mese-omnibus dell'immaginario renziano».
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 09/08/2015
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Continua il dibattito dopo le dichiarazioni del presidente Renzi alla Direzione nazionale del Pd