Milano, The Don Gallery

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Milano, The Don Gallery
22 febbraio 2011 delle ore 06:07
fino al 5.III.2011
Giacomo Spazio
Milano, The Don Gallery
Un caleidoscopio all’incrocio tra gusto pop, urban e street. Con accenti di poesia underground,
musica rock e punk. Un percorso fra immagini stranianti. Per un’epica stratificata e complessa...
Non è solo con l’omaggio attraverso il titolo di
un’opera al mitico film di Duchamp, Anemic
Cinema (realizzato nel 1926 in collaborazione
con Man Ray) che Giacomo Spazio (Milano,
1957) costruisce una mostra ipnotica e carica
di simbologie. Come "una spirale” a più riprese,
ora veloce, ora lenta verso soglie oniriche, il
percorso espositivo di Pop life si muove fra
strati di realtà smembrandone porzioni,
smontandone cellule, plasmando e rimontando
ordini, disordini, confini improbabili e
orizzonti metaforici di ideologie e supposizioni.
La lente d’ingrandimento è certamente quella
pop, a tratti più deformante che mai, per fare
incetta dell’essenza di cose, personaggi, gesti,
idiosincrasie collettive e degenerative. Pensiamo
alla tetralogia - che campeggia lungo un’intera
parete - At home I’m lost (lavoro realizzato con
l’utilizzo di molteplici media) in cui viene a
essere declinato, tra gradazioni che vanno dal
rosso al blu (in alternanza), l’interrogativo del
celebre album dei Suicide, Why Be Blue?. In
una parola, dissacrante, volendo sintetizzare
radicalmente lo sguardo di Giacomo Spazio nei
confronti del sistema-mondo.
Quest’atteggiamento lo si coglie in maniera
prorompente nel gesto artistico, tra le scelte
tematiche agguerrite, tra i versi incagliati in
denunce di mistificazioni, nelle provocazioni di
aberrazioni e con tentativi di sovversione di
ordini conformisti. Ad esempio, tornando
all’opera Anemic Cinema - dittico con
protagonista un inorridito Mickey Mouse -,
emerge chiara la critica allo star system
hollywoodiano e con esso all’universo
occidentale, sopraffatto da poteri culturali
massificanti, con fabbriche di sogni omologati
e edulcoranti di guerre e conflitti.
In tutta l’iconografia che alimenta il mondo
espressivo raccolto nell’esposizione si denota
una matrice diretta con il mondo delle fanzine
degli anni ‘70 e ‘80, della grafica punk, delle
copertine dei dischi, i giornali, le riviste e i
quotidiani (si vedano le opere From Vogue to
Vague (Kate Moss), Holy Shit, You can turn off
the Sun, but I’m still gonna shine). E se da un
lato sono innegabili le suggestioni pop, stile
Andy Warhol, altresì è forte l’identità di un
artista sempre in lotta rispetto alle incongruenze
della carta stampata, troppo facilmente veicolo
di verità alterate.
"Pop Life”, scrive nel testo critico Rossella
Moratto, "è una cacofonia visiva di immagini e
colori”. Infatti, grande attenzione è posta sulle
scelte cromatiche con acrilici mescolati ad
allumini, siliconi, vernici; e ancora, dalle
serigrafie ai collage polimaterici, ai dipinti di
immagini in una prima fase elaborate in digitale
e successivamente stampate (si veda Make your
Mom proud). Come una spirale lungo il sonno
della contemporaneità. Come un flusso di
coscienza inquieto e urlante.
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caterina misuraca
mostra visitata il 27 gennaio 2011
dal 27 gennaio al 5 marzo 2011
Giacomo Spazio - Pop Life
The Don Gallery
Via Cola Montano, 15 (zona Isola) - 20159
Milano
Orario: da lunedì a venerdì ore 12-18.30; sabato
e domenica su appuntamento
Ingresso libero
Info: mob. +39 3356303572; info@thedongallery.
it; www.thedongallery.com
indice dei nomi: caterina misuraca, Rossella
Moratto, Marcel Duchamp, Giacomo Spazio,
Andy Warhol, Kate Moss, Man Ray
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