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BIMESTRALE DELLA ORGANIZZAZIONE DEI PRODUTTORI APOFRUIT ITALIA
Sped. in abbonamento postale - 70% - DCB Forlì Aut. Trib. FO n. 178 del 5/4/88 - Reg. Stampa n. 10/88
Redazione e Amm.: v.le Della Cooperazione, 400 - Pievesestina, Cesena (FC) Tel. 0547 414111 - Fax 0547 414166
Stampa: Ramberti Arti Grafiche, Rimini Tel. 0541 738111
Direttore: Enzo Treossi - Direttore Responsabile: Maurizio Magni
Editing e progetto grafico: PrimaPagina - Cesena
Comitato di Redazione: Gianluca Balzani, Giancarlo Battistini, Giuseppe Bubani, Antonio Bucella, Gianluca Casadio,
Gianni Ceredi, Curzio Firenzuola, Franco Girotti, Renzo Malatesta, Roberta Montaguti, Paolo Pari, Nicola Serio,
Flavio Mancini, Piero Turroni, Mirco Zanotti, Maurizio Magni, Carlotta Benini
notizie
sommario
Puglia: un’area in continua espansione per Apofruit Italia
........................................................................... 3-4
Anno XIX n°2 - Marzo/Aprile Duemila11
Secondo MEETING dei rivenditori
Solarelli
Nell’incontro che si è tenuto il 16 aprile a Cervia Apofruit Italia ha
illustrato obiettivi e strategie del marchio Solarelli, che ha segnato nel
2010 un incremento di fatturato del 64% e che registra per il primo
trimestre 2011 una crescita del 31%
Con Almaverde Bio nasce
il primo take away biologico d’Italia
................................................................................. 5
Apofruit e Alimos lanciano
la nuova campagna Frutta
nelle scuole
................................................................................. 6
PAGINE TECNICHE
Cancro batterico dell’actinidia (Pseudomonas syringae pv. actinidiae-Psa)
........................................................................... 7-9
DALL’EMILIA
Pere: indicazioni produttive e consigli tecnici dalla
cooperativa
............................................................................. 10
DALLA SICILIA
Al via il “Progetto serre”
nelle aree orticole ragusane
.............................................................................
11
DAL LAZIO
Stagione meteo avversa per l’allegagione del
susino
.............................................................................
12
I
llustrare gli obiettivi raggiunti nel
2010 e le nuove strategie commerciali e di marketing indirizzate a
un marchio di alta qualità, che contraddistingue prodotti che rappresentano il meglio del sapore, della
maturazione, del confezionamento,
dell’innovazione varietale e del controllo di filiera direttamente dai campi dei soci di Apofruit Italia. Questo
il tema del meeting Solarelli per rivenditori esclusivisti che si è tenuto
lo scorso 16 aprile a Cervia, al Club
Hotel Dante, nel corso del quale
Apofruit Italia ha illustrato le nuove linee guida messe a punto per
questo importante canale commerciale, i traguardi finora conseguiti
ed il nuovo spot radiofonico. Parola d’ordine: innovazione. Questa la
chiave del successo di una linea di
prodotti dall’alto standard qualitativo, che nel 2010 hanno registrato
un incremento di fatturato del 64%,
con un trend che si conferma positivo anche per il primo trimestre
2011 (+31% di crescita).
“Oggi con la linea Solarelli siamo
2
IL SALUTO DI APOFRUIT AI
COLLEGHI ANDATI IN PENSIONE
Negli ultimi mesi alcuni preziosi collaboratori di Apofruit hanno raggiunto il
tempo della pensione e sono stati salutati nel corso dell’ultima riunione che
si è tenuta per presentare la riorganizzazione del Gruppo. Si tratta di Gerardo Tesei, custode dello stabilimento di
Pievesestina e di Gilberto Marchetti,
aiuto magazziniere dello stesso stabilimento, di Idalgo Magnani, meccanico dello stabilimento di Longiano, e
Vitaliano Venturelli, meccanico di San
Pietro in Vincoli.
Tempo di pensionamento anche per
due donne, Elis Pederzoli, impiegata
amministrativa di Altedo, e Simonetta
Simonini, impiegata amministrativa di
Vignola.
Sei preziosi collaboratori che saranno
ricordati per l’impegno profuso in tutti
questi anni nei confronti della cooperativa e per la loro professionalità verso
colleghi e soci. Con la certezza che
ora avranno l’occasione per godersi
il meritato riposo e per dedicarsi alle
proprie passioni, a tutti gli ex colleghi
va un caro saluto e un sincero ringraziamento da parte della Presidenza,
della Direzione e dei colleghi tutti.
notizie
presenti su 31 mercati e 5 distributori, e su alcune catene della
DO - sottolinea Gianluca Casadio,
responsabile marketing di Apofruit Italia - Attraverso questo marchio, Apofruit porta direttamente
sul mercato la credibilità e l’immagine dei propri soci produttori”.
“Dal produttore, il meglio” è infatti
lo slogan che presenta questa linea, di cui fanno parte frutta e ortaggi di stagione prodotti secondo
disciplinari rigorosi, nei campi dei
soci, e confezionati negli stabilimenti di lavorazione della cooperativa.
Lo stesso slogan a fine aprile è
stato trasmesso a rotazione nelle
emittenti radiofoniche Rai all’interno del nuovo spot Solarelli,
presentato in occasione del me-
eting che si è tenuto a Cervia, dove
si riconosce ancora la voce del celebre Armando il Fruttivendolo, interpretato dall’attore Andy Luotto.
Ed è stato proprio il simpatico personaggio testimonial delle campagne pubblicitarie dei Solarelli a fare
da ospite d’eccezione al meeting,
nel corso del quale ha preparato alcuni piatti a base di prodotti Solarelli
per la cena di gala che ha concluso
l’evento.
Nelle sua veste di cuoco ormai altrettanto apprezzata quanto quella
di attore, Luotto ha anche presentato ai presenti il suo nuovo libro
“Faccia da chef”, un ricettario edito da Lindau che ha fra gli sponsor
anche il marchio Solarelli. Il volume,
autografato per l’occasione, è stato
distribuito in omaggio agli ospiti.
FACCIA DA CHEF Nella foto Andy Luotto autografa il suo volume, sponsorizzato
anche da Solarelli, agli ospiti del meeting
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Puglia: un’area in continua espansione
per APOFRUIT ITALIA
Su questo territorio particolarmente strategico per la cooperativa è in forte evoluzione
la base sociale e crescono anche le produzioni di qualità. La quantità totale di prodotto
conferito ha superato nel 2010 i 55.000 quintali e si prevede una crescita progressiva
nei prossimi anni
I
l territorio pugliese è un’area particolarmente vocata per la produzione di un’ampia gamma di prodotti strategici per Apofruit Italia. La
cooperativa è presente sul territorio
da oltre 25 anni, da quando l’allora
cooperativa Cobar iniziò a raccogliere soci nella provincia di Taranto che
producevano principalmente ortaggi,
clementini e uva.
Negli ultimi anni su quest’area si è
verificata una crescita importante in
termini di soci e produzioni di qualità, che ha contribuito a consolidare
i rapporti istituzionali e a rafforzare
l’immagine positiva della cooperativa
sul territorio.
La presenza di Apofruit Italia in Puglia
si concentra in due aree: a CerignolaSan Ferdinando, dove sono presenti
due centri di ritiro e nel territorio di
Terlizzi-Gioia del Colle, anche qui con
due centri di ritiro e dove la presenza
della cooperativa si è consolidata a
partire dalla fusione con Agra Aiproco, nel 2007.
“Nell’area Cerignola-San Ferdinando, area vocata per nettarine bianche
e gialle, pesche gialle e albicocche
- sottolinea il Presidente di Apofruit
Italia, Enzo Treossi - siamo passati
nel giro di cinque anni da 25 a 156
aziende associate. Di queste sono
95 le aziende che attualmente hanno gli impianti in produzione, le altre
entreranno in conferimento nei pros-
simi anni. In quest’area è stata forte
e decisa la spinta sull’innovazione varietale. Per le nettarine gialle si è investito sulle nuove varietà dolci e sulle varietà medio-tardive. Si è puntato
sulla tipologia dolce anche per quanto
riguarda le nettarine bianche, mentre
per le albicocche i soci produttori stanno iniziando a piantare varietà
precocissime (alternative a Ninfa).
Anche in questo caso si è investito
sulla tipologia dolce e, dove ci sono
le condizioni, sono state piantate le
varietà tardive Farbaly e Farclo”.
“Anche nell’area di Terlizzi-Gioia del
Colle, zona vocata per la produzione
di ciliegie, si è registrato un importante incremento del numero dei soci
4
notizie
IN MEMORIA DI GIUSEPPE
CELLINI, DECANO DEI TECNICI
FRUTTICOLI ROMAGNOLI
Si è spento il 2 gennaio scorso all’ospedale di Ravenna Giuseppe Cellini, decano dei
tecnici romagnoli, collaboratore per molti
anni della Rivista di Frutticoltura, dove intratteneva i lettori con una rubrica mensile molto
seguita dal titolo “Divagazioni crepuscolari”.
Aveva da poco festeggiato i 90 anni. A lui è
dedicato un lungo articolo di Silviero Sansavini, in allegato per tutti i soci Apofruit con
questo numero del giornalino. Di seguito un
estratto:
“... Cellini portava in sé l’esperienza di sessant’anni di frutticoltura intensiva, dal dopoguerra ad oggi, vissuta sempre in prima
persona, da protagonista. Con le sue attente
osservazioni e le innovazioni tecniche divenute pratica quotidiana, ha saputo scandire le tappe più significative e decisive dello
sviluppo frutticolo per un salto di qualità,
compiuto soprattutto dalla peschicoltura...
Nessuno come lui, spirito ribelle, provocatore e anticipatore delle conquiste del domani,
ha saputo interpretare il modello del consulente tecnico frutticolo disinteressato (quale
che fosse il datore di lavoro), in un’ottica di
filiera, cioè seguendo anche i vari passaggi del prodotto, dal campo allo scaffale del
mercato... Cellini aveva anche una forte capacità comunicativa, sorretta da una cultura
e una grande intelligenza intuitiva e figurativa: famose erano le sue frasi estrapolate
dai classici del pensiero, dagli economisti
e dagli storici, per dimostrare la validità dei
suoi assunti tecnici. Aveva anche un grande
rispetto per la scienza e per i colleghi che
svolgevano attività sperimentale, da cui attingeva le novità facendosene “buttafuori”,
anche in modo spregiudicato; basti pensare
a scelte come quella degli “acuprici” nella
difesa, per abbandonare il rame, poi della
lotta integrata e di quella biologica, la fiducia
negli OGM, e soprattutto le battaglie per la
potatura “a tutta cima” e per le forme libere,
gli spur, le nuove varietà, la potatura meccanica e l’alta densità degli impianti. Ciò a
cui teneva di più e che lo aveva reso famoso
era il contributo dato all’evoluzione delle forme di allevamento e dei principi di potatura.
Vogliamo salutarlo con un sorriso, come lui
certamente avrebbe gradito...”.
- continua Treossi - che sono passati da 38 nel 2007, quando abbiamo incorporato Agra, agli attuali
87. Complessivamente in tutta la
regione abbiamo 243 produttori
associati”. Nel 2009, poi, è stato
inaugurato a Monopoli un nuovo
magazzino per la lavorazione in
loco delle ciliegie.
Questa crescita positiva della base
sociale ha portato come conseguenza anche un aumento significativo in Puglia delle superfici
coltivate ad ortofrutta, che sono
passate dai 147 ettari del 2005
agli attuali 724 ettari.
“Le produzioni conferite dai soci
produttori della Puglia sono in costante crescita ed hanno superato
nel 2010 i 55.000 quintali - conclude Treossi - Le previsioni produttive prevedono una crescita
progressiva nei prossimi anni: solo
nell’area Cerignola si stima una produzione di 60-65.000 quintali nel
2011, 80-82.000 quintali nel 2012
e 90-95.000 quintali nel 2013”.
Apofruit Italia inoltre sta investendo
con i propri soci del sud della Puglia,
una delle migliori zone viticole Italiane, nelle nuove varietà di uve apirene
(seedless). Infatti si è passati dai 19
ettari impiantati nel 2009 agli attuali
60, con l’obiettivo per i prossimi 2-3
anni di raggiungere i 200 ettari.
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CON ALMAVERDE BIO nasce il primo
take away biologico d’Italia
E’ partito da Cesena, in aprile, un progetto pilota che consentirà di ricevere sul posto di
lavoro un pasto fresco e salutare, pratico ed economico e, soprattutto, interamente bio
E
ra il 1918 quando Aldo Casali, noto
ristoratore romagnolo titolare dell’omonimo ristorante, inventò a Cesena il
“cestino da viaggio”. Un’idea brillante e
ingegnosa che rappresentò una vera e
propria rivoluzione nel modo di concepire
le pause ristoro durante i viaggi in treno,
e non solo. Dopo quasi 100 anni, è di
nuovo a Cesena che nasce un’importante novità: il take away Almaverde Bio,
un vassoio semplice, composto da una
scelta di insalate stuzzicanti, una confezione di frutta fresca a pezzi, cracker,
olio, sale e aceto che diventa un pranzo
veloce, comodo e salutare da consumare
facilmente in ogni occasione, in ufficio,
in viaggio, durante una pausa fuori casa.
Il pranzo ideale per mantenersi in forma
in vista dell’estate, leggero e nutriente,
ma soprattutto interamente biologico. Si
tratta di una novità assoluta per il biologico in Italia, messa a punto da Canova, la
società licenziataria del marchio Almaverde Bio per l’ortofrutta fresca e per la IV
gamma, che si è distinta per aver lanciato
con successo sul mercato prodotti innovativi come le zuppe di verdura fresche, il
puré, la frutta tagliata e le insalate pronte.
Il progetto take away è partito a Cesena
all’inizio di aprile coinvolgendo tre punti di
distribuzione, ma sarà testato anche a
Padova, a Villafranca di Verona, a Milano e ad Agrate Brianza, in provincia di
Monza Brianza. I consumatori dovranno
semplicemente telefonare ai centri di
LA RIVOLUZIONE DEL PRANZO TAKE AWAY Da sinistra il Presidente di Canova Ernesto Fornari, il Presidente di Almaverde Bio Renzo Piraccini e il Direttore di Almaverde Bio Paolo Pari
distribuzione del take away Almaverde
Bio e rimanere comodamente in ufficio
ad aspettare la consegna del vassoio,
risparmiando tempo prezioso, con la garanzia di un pasto salutare, nutriente ma
allo stesso tempo ipocalorico, e anche
economico.
Il take away Almaverde Bio, infatti, è un
pranzo completo che ha un valore energetico di 450 calorie, e costa solo 7 euro,
compresi i costi di consegna.
“Il consumo fuori casa - dichiara Renzo
Piraccini, Presidente di Almaverde Bio
- è diventato oggi una necessità legata
ai ritmi quotidiani sempre più accelerati.
Con il progetto take away, un’idea assolutamente innovativa e rivoluzionaria,
che in questa sua prima fase sperimentale avrà una durata di tre mesi, abbia-
mo pensato di offrire un servizio di alta
qualità che riesce a coniugare una scelta
alimentare sana e sicura al risparmio di
tempo”.
“Questi prodotti pronti - continua Paolo
Pari, Direttore di Almaverde Bio - sono
già stati inseriti con successo nella moderna distribuzione, ora vogliamo testare
il settore dei bar e della ristorazione veloce, che sono in fortissima crescita. Se
l’iniziativa avrà successo, siamo intenzionati ad allargarla a partire da settembre”.
“Il progetto take away - conclude Ernesto
Fornari, Direttore di Canova - è possibile grazie alle esperienze fatte dal nostro
gruppo negli ultimi due anni (Frutta nelle
scuole in particolare), che ci hanno consentito di metter a punto una logistica distributiva anche per piccoli volumi”.
6
notizie
APOFRUIT E ALIMOS lanciano la nuova
campagna Frutta nelle scuole
E’ stato presentato ufficialmente a Bologna il programma promosso dall’Unione Europea e gestito dal Ministero delle Politiche Agricole, giunto alla seconda annualità,
che solo in Emilia-Romagna ha coinvolto quasi 74 mila alunni delle scuole elementari
FRUTTA E VERDURA BIOLOGICA SUI BANCHI DI SCUOLA Nella foto un momento della presentazione ufficiale della nuova campagna lanciata da Apofruit e Alimos e promossa dal Mipaaf
P
romuovere abitudini alimentari sane ed equilibrate a partire
dall’infanzia, attraverso un consumo
consapevole di frutta e verdura da gustare come merenda sana e nutriente
al posto di merendine e snack ipercalorici. Apofruit Italia e Alimos presentano per il secondo anno consecutivo
“Frutta nelle scuole”, il programma
promosso dall’Unione Europea e
gestito dal Ministero delle Politiche
Agricole Alimentari e Forestali in collaborazione con le Regioni e le Province autonome italiane che è stato
lanciato ufficialmente a Bologna il 19
aprile scorso nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato
il dirigente del Ministero delle Politiche
Agricole Eleonora Iacovoni, l’assessore
all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna Tiberio Rabboni, il Direttore di
Apofruit Italia Mario Tamanti e il Direttore
di Alimos Massimo Brusaporci. Il progetto, rivolto ai ragazzi delle scuole elementari, coinvolge nella sola Emilia Romagna
ben 73.646 alunni per un totale di 414
plessi scolastici, inoltre è esteso anche
alla Toscana (67.294 alunni, 461 plessi
scolastici) e all’Umbria (17.276 alunni,
139 plessi scolastici).
Complessivamente, il finanziamento europeo è passato dai 26 milioni di euro
del 2010 ad oltre 36 milioni di euro per
il 2011; gli alunni coinvolti sono diventati oltre 1 milione e 300 mila, con una
copertura del 30% delle scuole primarie
del territorio. Sui banchi di scuola arrivano dunque prodotti freschi del campo
e dell’orto, privilegiando quelli stagionali, con una particolare attenzione per un
packaging biodegradabile ed eco-compatibile. Mangiare meglio e sano: più
frutta ma anche più verdura, conoscendo i valori nutrizionali dei prodotti consumati, le loro caratteristiche e le proprietà
benefiche che hanno sull’organismo.
La distribuzione dei cestini per la merenda da parte di Apofruit è già cominciata
nello scorso mese di dicembre e si protrarrà fino a giugno, per un totale sul territorio emiliano romagnolo di circa 450
mila chilogrammi di prodotti ortofutticoli
spalmati su 30 distribuzioni complessive.
Per favorire il processo di sensibilizzazione e il coinvolgimento di insegnanti e genitori, Alimos ha sviluppato l’esperienza
acquisita nella prima edizione di Frutta
nelle Scuole progettando una serie di
strumenti e misure di accompagnamento pensate per raggiungere bambini e
avvicinarli in modo divertente alla cultura
del cibo.
In questa edizione sul territorio emiliano
romagnolo sono previste 39 giornate a
tema con spettacoli teatrali, 98 visite in
fattoria e 479 orti e laboratori didattici,
da curare grazie al kit “Ortolando”, un
piccolo e completo laboratorio di agronomia con un gioco da tavola.
PAGINE TECNICHE
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CANCRO BATTERICO dell’actinidia
(Pseudomonas syringae pv. actinidiae-Psa)
Stato della sperimentazione nella regione Lazio
di Fabio Marocchi
l lavoro riportato rappresenta una sintesi
della sperimentazione condotta dall’ufficio tecnico di Apofruit Italia di Aprilia (LT)
nell’ultimo biennio, in collaborazione con
il CRA (Centro di ricerca per la Patologia
Vegetale di Roma). La sperimentazione è
partita dall’ipotesi che, per il contenimento della Psa su actinidia, fosse necessario
comprendere e valutare attentamente la
possibile influenza di fattori di natura ambientale e agronomica, soprattutto quando
tali fattori si scostano sensibilmente dalla
norma. Una chiave di lettura di questo genere poteva infatti aiutare a comprendere
meglio le ragioni di una diffusione della Psa
così repentina ed estesa e con carattere
epidemico. E’ infatti diffusa la consapevolezza che le risposte ad emergenze fitosanitarie di questa natura e portata non
possono limitarsi ad apprestare una difesa
attiva. Intervenire sulla vegetazione con
sostanze attive di diversa natura ha un’importante valenza preventiva, ma non può
prescindere da una attenta conoscenza e
da una corretta ed equilibrata gestione dei
fattori agronomici e colturali che possono
condizionare gli agenti patogeni.
Nel corso del 2009 è stata pertanto impostata un’attività di sperimentazione di
durata biennale, sviluppata su due principi:
1°- Valutazione in vitro di un’ampia gamma
di prodotti con potenziale azione battericida/batteriostatica e successiva effettuazione in campo di trattamenti con funzione
abbattente dell’inoculo batterico presente,
soprattutto in concomitanza dei tagli di po-
I
ACTINIDIA Bocciolo fiorale colpito da batteriosi
tatura di piante infette.
2°- Individuazione di una strategia preventiva, al fine di limitare la progressione del
batterio, basata su fattori di natura agronomica: corretta gestione della nutrizione
idrica e minerale dei frutteti, salvaguardia
e potenziamento della microflora e microfauna utile per le sue funzioni antagoniste.
Si tratta in altre parole di stimolare meccanismi in grado rendere le piante più resistenti.
Per la messa a punto di questa seconda
linea di sperimentazione sono risultate particolarmente preziose alcune osservazioni
preliminari di campo relative all’estensione
e all’intensità della diffusione del batterio
negli impianti specializzati di kiwi.
Nell’ultimo triennio l’espansione del cancro
batterico nel territorio della provincia di Latina ha seguito un andamento a “macchia
di leopardo” con aree che potremmo definire pandemiche, fortemente ed estesamente interessate dal batterio e zone e/o
singoli frutteti che hanno mostrato scarsa
presenza o assenza del patogeno e dei
I DATI IN TABELLA Analisi del terreno effettuate tra gennaio e febbraio 2010
PH
incidenza batteriosi
Calcio
8
sintomi ad esso associati. La possibilità di
comprendere le ragioni di questa variabilità
nella distribuzione della malattia nel territorio ha sollecitato e reso necessarie una
serie di osservazioni che hanno prodotto
elementi interessanti di riflessione.
Di particolare interesse è risultata l’indagine condotta sui terreni che ha messo in
risalto una differenziazione di pH importante tra essi ed una tendenziale correlazione
tra questo parametro e la severità delle
infezioni di Psa. Nello specifico si è visto
che in corrispondenza di valori di pH più
bassi (5.5-6.0) si riscontrano frutteti maggiormente danneggiati da Psa mentre, per
converso, laddove i valori di pH dei terreni
salgono (7.0-7.5) la gravità e la presenza
di Psa è più contenuta. Anche la concentrazione di elementi disponibili per la pianta
sono molto differenti tra impianti colpiti e
non colpiti, con particolare riferimento al
calcio.
Prove di campo (2010)
Le linee guida che da cui ci si è mossi per
questo tipo di attività, sono state le seguenti:
a) Individuazione dei prodotti ad azione battericida e batteriostatica che nel corso del
2009 sono risultati più performanti, per la
prevenzione invernale ed estiva.
b) Individuazione di un certo numero di
frutteti di kiwi distribuiti nel territorio e caratterizzati da una diversa incidenza di Psa
al momento dell’inizio delle prove di campo
(inizio interventi fine marzo 2010).
c) Suddivisione dei frutteti individuati in
parcelloni (a causa della distribuzione disforme e disomogenea delle piante sintomatiche nell’appezzamento).
d) Effettuazione dei trattamenti con i prodotti individuati al punto “a” ad opera dei
produttori agricoli, tramite mezzi aziendali,
al fine di valutare l’efficacia delle sostanze
attive in condizioni reali di pieno campo.
e) Monitoraggio dell’evoluzione della ma-
notizie
lattia, previo controllo di germogli, rami,
cordoni, fusti (effettuati 7 monitoraggi tra
aprile 2010 e marzo 2011). Tale attività è
stata effettuata in collaborazione con Zespri che ha garantito l’imparzialità di giudizio dei dati rilevati.
I protocolli sperimentali
I protocolli sperimentali adottati hanno previsto l’utilizzo dei prodotti selezionati nel
2009 inseriti sia in alternanza tra loro che
succeduti a se stessi, per verificarne l’efficacia anche in funzione della fase fenologica di impiego.
La tabella 1 mostra un elenco di formulati valutati in prove di campo ed impiegati
attraverso strategie di intervento, alternando alcuni prodotti tra loro in base alla fase
fenologica ed al loro principio di funzionamento (es. Bioprotek ed il giorno successivo il Chitoplant, in pre e post-fioritura, e
Bioprotek nelle altre fasi).
La diffusione iniziale (maggio 2010) di
piante con sintomi da Psa era, come
specificato in precedenza, molto variabile
nell’ambito dei parcelloni individuati dalle
diverse tesi. Ciò non favorisce certamente una chiara lettura e interpretazione dei
risultati ottenuti. Il riscontro delle strategie attuate (gennaio 2011) ci conferma la
grande potenzialità distruttrice di Pseudomonas syringae pv. actinidiae sulla coltura
del kiwi, unitamente alla modesta possibilità di contrastare la virulenza del patogeno
dimostrata dei formulati testati.
A conferma di ciò lo stato attuale degli impianti sotto riportati è la seguente:
1- Az. Calcabrini: La percentuale di piante
in essere era modesta e disomogenea, tale
da non giustificare ulteriori interventi con
disinfettanti o particolari cure colturali; l’intero impianto è stato pertanto capitozzato.
2- Az. Il Quadrifoglio: sono tuttora in corso
di attuazione due prove (Strategia e Verdeviva). Gli impianti tuttavia presentano una
elevata incidenza (50%) di piante che presentano disseccamenti da Psa. Sui restanti
parcelloni in prova si è proceduto alla capitozzatura totale delle piante. Ad aggravare
la condizione fitosanitaria descritta va sottolineato che il 7 e 8 marzo del 2011 si è
verificata una gelata con minime termiche
che hanno raggiunto i -7 C°.
Le sperimentazioni di campo descritte sono
state effettuate su kiwi Zespri Gold, noto
per la maggiore e straordinaria sensibilità
all’agente del cancro batterico, rispetto ad
Hayward. A conferma della minore sensibilità di Hayward nei confronti di Psa riportiamo il fatto che, in generale, negli impianti di Zespri Gold le piante capitozzate e
riallevate da portainnesto Hayward nel corso del 2010 non presentano ad oggi alcun
Percentuale di piante colpite da Psa nelle diverse tesi e nella successione dei rilievi effettuati
Azienda
Calcabrini
Tesi
Boost
Microrganismi
Strategia
Bioprotek
Verdeviva
Chitoplant
Test
Maggio 2010
0,0%
0,0%
3,9%
11,8%
12,1%
48,8%
7,7%
Gennaio 2011
3,85%
46,34%
59,50%
62,74%
89,74%
100,00%
100,00%
Azienda
Tesi
Il Quadrifoglio Rame
Microrganismi
Strategia
Bioprotek
Verdeviva
Chitoplant
Test
Maggio 2010
0,0%
0,0%
0,2%
0,2%
1,3%
0,9%
1,4%
Gennaio 2011
1,0%
0,8%
0,4%
3,2%
1,5%
1,9%
3,7%
9
BATTERIOSI Sintomi da PSA su germogli
sintomo della malattia. Sugli impianti “riallevati”, nei quali il livello di diffusione della
malattia non era noto, è stata effettuata
una profilassi attiva di difesa, utilizzando
alcuni dei prodotti riportati nella tabella in
basso a sinistra.
I protocolli sperimentali
Le osservazioni condotte in campo nell’ultimo biennio sembrano avere individuato
due momenti particolarmente importanti
nel ciclo epidemiologico di Psa corrispondenti alle seguenti fasi fenologiche della
coltura:
- da fine inverno a completa rottura gemme. Questa fase rappresenta la più critica in relazione alla fuoriuscita degli essudati batterici dai tessuti legnosi ed al
disseccamento delle piante, riconducibile
prevalentemente alle infezioni avvenute
nell’autunno precedente, che sembrano
favorite dall’ingrossamento delle lenticelle
imputabile al fisiologico deposito nei tessuti
legnosi di sostanze di riserva (tipico delle
caducifoglie);
- dal termine della raccolta fino a tutto il
mese di gennaio: questo periodo si caratterizza per un progressivo incremento delle
infezioni ascrivibile prevalentemente ai forti
abbassamenti termici (gelate) che oltre a
favorire il batterio creano vie d’ingresso per
la sua penetrazione;
- dalla rottura delle gemme a inizio estate:
in questa fase si hanno le maggiori eviden-
ze sintomatologiche sulle lamine fogliari
con disseccamenti dei tessuti verdi e semilegnosi (foglie, fiori, apici, germogli ecc.),
riconducibili prevalentemente alle infezioni
avvenute nel periodo intercorso dalla rottura delle gemme alla fine della fioritura.
La possibilità di intervenire in maniera sistematica durante le fasi fenologiche sopra
citate, con alcune delle sostanze testate
preliminarmente in laboratorio, potrebbe
ridurre l’incisività della malattia.
Gli eventi meteoclimatici che producono
soluzioni di discontinuità nei tessuti vegetali come le gelate precoci o primaverili, o
severe grandinate, costituiscono fattori in
grado di amplificare sensibilmente la diffusione della malattia. Le ferite provocate dal
gelo, l’azione di “suzione” conseguente al
fenomeno gelo-disgelo, favoriscono la penetrazione del batterio all’interno dei tessuti legnosi esaltandone la virulenza.
Per quanto riguarda la mobilità di Pseudomonas syringae pv. actinidiae all’interno
delle piante infette, sembra che nei tessuti
verdi o semilegnosi (germogli, apici vegetativi ecc.) il batterio possa spostarsi attraverso i vasi floematici. Nei tessuti lignificati
il patogeno penetra attraverso le ferite naturali (grandine, gelo, ecc.) ed artificiali (tagli, lesioni da legature ecc.), ma soprattutto
attraverso le lenticelle. Il batterio non sembra avere la capacità di migrare all’interno
dei tessuti lignificati, pertanto gli essudati
di colore rosso bruno che fuoriescono dal
tronco e dalle branche principali in realtà
sono imputabili alla migrazione delle tossine che il batterio produce e all’espansione
della zona marcescente da essa provocata.
Nelle foglie il patogeno colonizza gli interstizi, provocando delle necrosi. Il batterio si
localizza sempre nella zona al limite tra la
necrosi e la parte ancora verde, ovvero in
quell’area che appare di colore giallastro.
Sulla restante parte verde del lembo fogliare, il batterio non è riscontrabile.
Prospettive per i futuri indirizzi di ricerca e sperimentazione
a) Definizione di strategie di difesa attiva che facciano ricorso a trattamenti con
sostanze attive o fertilizzanti il cui impiego
sia regolarmente ammesso in agricoltura
e sulla coltura in oggetto.
Una volta verificata sperimentalmente la
reale valenza battericida e/o batteriostatica di nuove formulazioni che si intendono impiegare, così come già fatto fin ad
ora con gli oltre 100 prodotti testati in
laboratorio prima del loro utilizzo in campo, si tratterà anche di valutare i momenti
più opportuni per intervenire, in funzione
dell’andamento climatico e della fase fenologica della coltura.
b) Impostazione di corrette linee di nutrizione minerale, in funzione delle disponibilità del terreno, delle asportazioni colturali
LEGNO DANNEGGIATO DA GELO In questo
caso si manifesta la presenza di essudati
e dell’equilibrio tra macro e meso elementi
quali Calcio, Potassio e Magnesio.
c) Definizione di una strategia che potremmo definire per il “controllo agronomico” della Psa, attraverso la diffusione
di “buone pratiche colturali” riguardanti la
nutrizione idrica e minerale e la gestione
della vegetazione con potature mirate, il
tutto al fine di favorire una maggiore e più
rapida lignificazione dei tessuti vegetali.
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DALL’EMILIA
notizie
Pere: indicazioni produttive e
CONSIGLI TECNICI dalla cooperativa
Apofruit Italia ha attivato una collaborazione con l’agronomo Maurizio Farina,
relatore durante due incontri tecnici rivolti alle aziende produttrici di pere in
Emilia che si sono tenuti a fine febbraio a Nonantola (MO) e a S. Bartolomeo (FE)
di Franco Girotti
ell’ambito dell’attività di innovazione, informazione e divulgazione tecnica, che riteniamo essere
aspetti fondamentali, Apofruit Italia
ha organizzato a febbraio due incontri tecnici rivolti alle aziende produttrici
di pere nel territorio emiliano. Il primo
incontro si è tenuto il 22 febbraio a
Nonantola, in provincia di Modena,
il secondo il 28 febbraio a San Bartolomeo, in provincia di Ferrara: due
territori tipici per questa produzione.
Entrambi gli incontri hanno visto come
relatore principale l’agronomo Maurizio
Farina, esperto di colture arboree, che
da questo anno ha avviato un’attività di
collaborazione con Apofruit Italia.
Lo scopo delle serate è stato quello di
aggiornare le aziende agricole associate (ma non solo, in quanto agli incontri
sono stati invitati anche agricoltori non
soci della cooperativa) sulla coltura del
pero che, sebbene registri raramente
novità in ambito varietale, vede però
innovare velocemente il sistema produttivo. Farina ha sottolineato i punti
più importanti di questo processo di
innovazione, soffermandosi sull’impiantistica e sui temi ad essa correlati: portainnesti, distanze d’impianto,
forme di allevamento, potatura. La sua
N
relazione ha indicato anche le tecniche
migliori in campo di fertilizzazione sia radicale che fogliare e quelle consigliate
per l’utilizzo dei fitoregolatori.
Secondo il parere dell’agronomo è
emerso anche che attualmente i sistemi utilizzabili per la coltivazione del pero
sono molteplici e che l’assenza di un portainnesto universale (come EM 9 per il
melo) ha favorito il moltiplicarsi di diverse
combinazioni portainnesto-varietà-forma
di allevamento: variabili che vanno individuate con attenzione in relazione alle
caratteristiche aziendali come la tipologia
del terreno, il clima, la disponibilità irrigua. Un altro tema su cui si è concentrato l’incontro sono state le tecniche di fertilizzazione, per vedere come la nutrizione
rappresenti una tecnica agronomica fondamentale per l’equilibrio vegetativo del
pereto, che garantisce elevati standard
quantitativi e qualitativi del prodotto. Fondamentale deve poi essere considerata
la fertilizzazione fogliare e radicale con
microelementi, in particolare con il ferro, in quanto i suoli emiliani, contenendo
cospicue quantità di calcare, provocano
spesso nella pianta una carenza dell’elemento, favorendo così l’insorgenza di
ingiallimenti fogliari.
E’ stata infine sottolineata l’importanza di
altri microelementi come boro, manganese, zinco. La numerosa partecipazione di
agricoltori alle due serate ha confermato
l’interesse per tema trattato. L’agronomo
Farina, avendo avviato un’attività di collaborazione con la nostra cooperativa, è
a disposizione per consigli o visite presso
le aziende agricole associate che ne fanno richiesta.
DALLA SICILIA
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Al via il ‘Progetto serre’ nelle aree
orticole RAGUSANE
I
ncentivare la produzione di ortaggi in
ambienti protetti per aumentare la resa
produttiva e allo stesso tempo garantire
la salvaguardia e la qualità del prodotto.
Apofruit Italia ha lanciato nelle aree orticole
ragusane il “Progetto serre”, che prevede
l’aumento delle superfici ricoperte presso le aziende dei soci, per 6 ettari totali di serre e un investimento di circa 450
mila euro. “Il progetto serre – dichiara Mario Tamanti Direttore di Apofruit Italia - è
stato realizzato utilizzando le risorse OCM
ortofrutta relative all’Aiuto Finanziario Nazionale (AFN); risorse che, come prevede
la normativa, devono essere impiegate
nelle regioni, come la Sicilia, che hanno un
basso livello di organizzazione in termini di
produttori aderenti alle O.P.. Pertanto possiamo dire con soddisfazione che il nostro
progetto rappresenta un concreto esempio
di come si possano utilizzare al meglio le
risorse pubbliche disponibili a livello nazionale e comunitario per rilanciare l’orticoltura siciliana, aggregando nuovi soci,
favorendo la concentrazione dell’offerta e
l’ammodernamento delle aziende agricole”. Gli interventi di installazione delle nuove sovrastrutture sono stati completati nel
mese di aprile: l’80% di queste sono strutture realizzate ex novo, mentre il restante
20% sono vecchie strutture in legno che
sono state riconvertite. “Il progetto, come
era già stato anticipato a fine anno, prevede la concessione di queste moderne
strutture agricole in comodato d’uso gratuito ai soci - spiega Alfonso D’Aquila, re-
sponsabile d’area di Apofruit Italia - che
dovranno rispettare i programmi e le tecniche di produzione concordate con la cooperativa”. Il territorio ragusano è un’area
particolarmente vocata per la produzione di
ortaggi: qui Apofruit Italia ha investito molto negli ultimi anni, conseguendo risultati
importanti che parlano di 48 mila quintali
di prodotto lavorato alla fine del 2010. Con
il “Progetto serre” si intende incentivare i
volumi della produzione, per raggiungere
a fine 2011 l’obiettivo di 65 mila quintali di prodotto lavorato. “E’ sicuramente
un bel progetto, - continua D’Aquila un’avventura affrontata con entusiasmo
e nei giusti tempi, sia da parte dei soci,
che hanno aderito prontamente all’iniziativa, sia da parte della cooperativa, che
ha fornito tempestivamente il materiale
alle aziende. I produttori coinvolti sono
in tutto dieci. La loro è stata una scelta
oculata, consapevole, ponderata con attenzione. Ogni socio, prima di ‘buttarsi a
capofitto’ in questo progetto, ha valutato
con attenzione le possibilità concrete che
aveva di investire in nuove produzioni.
Sono stati entusiasti, ma responsabili: a
loro va una nota di merito per l’atteggiamento con cui hanno affrontato la cosa”.
lA PArolA AI ProduttorI
Az. AgrIcolA APrIlE AnnAmArIA
Angelo Galvagno, socio produttore di Ragusa, ha un’azienda agricola
vicino a Scicli, con un ettaro di terreno. Ha aderito al “Progetto serre”
di Apofruit Italia ricoprendo 5.000 metri quadrati di terreno. Ora produce sotto copertura ortaggi e soprattutto pomodori di alta qualità, di
varietà Dunne, Cherry e Datterino. “Siamo soddisfatti di avere aderito
al progetto, che per noi ha avuto costi limitati, tutte le spese per l’installazione delle sovrastrutture sono state sostenute da Apofruit. Ora
c’è più lavoro e c’è più produzione, premesse positive che ci rendono
ottimisti riguardo al futuro”.
Az. AgrIcolA F.llI AngElo E gIAnlucA VEnturA
“Sono molto contento dell’opportunità che ci ha dato la cooperativa
di aumentare le superfici protette, per noi è stato un investimento a
costo molto contenuto che ci porterà importanti risultati per la produzione”. E’ soddisfatto anche Gianluca Ventura, titolare di un’azienda
di 4 ettari a Donnalucata. “Con gli 8 mila metri quadrati di serre installate ex novo da Apofruit, la superficie protetta all’interno della nostra
azienda è ora di 2,5 ettari. Sotto copertura produciamo pomodori di
varietà Ciliegino, Dunne, Insalataro e Plum. Ora la produzione ne beneficerà in termini quantitativi e qualitativi. Dobbiamo ringraziare la cooperativa, per l’opportunità che ci ha dato e anche per l’assistenza tecnica che abbiamo ricevuto”.
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DAL LAZIO
notizie
STAGIONE METEO avversa
per l’allegagione del susino
di Fabio Marocchi
epoca di fioritura del susino,
soprattutto in questi ultimi anni
caratterizzati da elevata piovosità invernale, è facilmente soggetta a subire
periodi più o meno lunghi di pioggia.
Di solito, vista la diversa epoca di fioritura delle varietà, alcune di esse ne
risentono di più, altre di meno, altre ancora beneficiano di periodi di bel tempo durante tutto l’arco della fioritura e
quindi manifestano al meglio le proprie
capacità produttive. Quest’anno, invece, il tempo è stato particolarmente inclemente, con piogge e ritorni di
freddo che hanno penalizzato un po’
tutte le varietà, tanto che ad oggi si
può ipotizzare che il 2011 sarà un’annata produttiva non ottimale in termini
di quantità. Scendendo nei dettagli del
meteo, c’è stata una piovosità totale
dal primo gennaio al 30 marzo, con
460 mm di pioggia di cui 273 mm solo
su marzo (consideriamo che la media
degli anni precedenti della piovosità su
marzo era di circa 70-100 mm). Il 7 e
8 marzo c’è stato inoltre un improvviso ritorno di freddo, con un forte abbassamento della temperatura che ha
raggiunto punte di -5° nella notte. Le
varietà precoci in generale sembrano
essere “scampate” agli effetti negativi
del meteo, lasciando prevedere una
produzione non eccessiva, ma tale da
garantire una buona produttività per
ettaro. Alcuni soci, visto l’andamento
stagionale che mostrava fin da subito
le sue cattive intenzioni, hanno pensato
L’
di attrezzarsi utilizzando i bombi al posto
delle api, che, come è noto, in caso di
tempo inclemente (ma anche se solamente il cielo è nuvoloso) non escono
dalle arnie per bottinare. La maggior parte dei soci che hanno messo le cassette
con i bombi nei loro impianti sono rimasti
soddisfatti dell’attività degli insetti, che
hanno svolto regolarmente il loro lavoro.
Sarà comunque utile tirare le somme alla
fine della stagione per capire se abbiano determinato un certo miglioramento
dell’impollinazione, e quindi della produzione, e valutare quindi bene i costi e i
benefici. La fioritura dell’Angeleno, per la
quale sono stati impiegati anche i bombi, è stata difficoltosa ed alcune aziende
lamentano una scarsa produttività. L’effetto negativo del freddo e della pioggia
hanno portato ad un’allegagione medio
bassa. Le stime della produzione rispetto
all’anno scorso sono inferiori dal 30 al
40% sul totale della produzione dei soci
di Latina di Apofruit. Va comunque sottolineato che chi è riuscito ad accedere
agli impianti per effettuare la ventilazione e mantenere così la giusta aerazione della chioma delle piante ha visto un
numero maggiore di frutti rispetto a chi
non è riuscito ad applicare questa pratica. Pertanto si ritiene importante, soprattutto in annate avverse, mettere in
atto tutte le conoscenze per migliorare e
garantirsi una buona allegagione. Tutte
queste problematiche, comunque, non
devono scoraggiare i soci nel proseguire
con la politica di qualità intrapresa negli
anni precedenti, che fino ad oggi ha dato
ottimi risultati. Infatti non dobbiamo abbassare la guardia nella difesa dalle malattie classiche della nostra zona come
cocciniglia, nerume e cidia. Come ufficio
tecnico proseguiamo come di consueto
nell’organizzazione di serate di aggiornamento con i produttori sulle pratiche
colturali da mettere in atto, continuiamo
a seguire l’evoluzione delle malattie nel
corso della stagione e comunichiamo
tempestivamente via sms eventuali problematiche che insorgono nella stagione.