vitamina H e Forum
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CATtando sotto la pioggia Immunostimoliamoci Stefano Miceli Sopo Dipartimento di Pediatria, Policlinico “A. Gemelli”, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma [email protected] La musica confacentesi sento il mitico Franco Panizon concludere, coerente da una vita, un suo commento 1: “… un pediatra che decida di utilizzare un IS, di fronte a una condizione di alta ricorrenza delle ARTI non commette una sciocchezza, ma semplicemente utilizza, allo stato delle conoscenze, e in assenza di regole migliori, un tipo di intervento largamente sperimentato sul bambino, probabilmente efficace, di costo molto contenuto e con un ottimo profilo di sicurezza. Segue, dunque, le indicazioni generiche di una buona pratica clinica”. Un altro lampo ed ecco l’amico Giuseppe Di Mauro 2, non da solo: “Considerato che l’IRR è destinata in ogni caso a guarire, nei bambini che preoccupano i genitori e che diventano un problema di gestione per il pediatra, non deve scandalizzare l’uso di un immunostimolante più o meno correttamente sperimentato”. Mi vengono in mente anche altre cose, ad esempio le parole di Susanna e Mimì 3, a dire il vero a proposito di altro, che fornirebbero una motivazione non propriamente scientifica a certo agire: “Nonostante ciò, sebbene l’esistenza e l’entità del beneficio non siano note, il costo di non far nulla è percepito come alto, mentre quello di questo intervento come relativamente basso”. Cecilia, che ha ascoltato i miei ricordi (avevo attivato il vivavoce), si illumina e fa: “Dai, facciamolo!”. Ci conosciamo da anni, siamo in confidenza, ma io recalcitro nonostante l’intenerimento cardiaco, guardando il pavimento le mormoro: “No guarda, pensiamoci un attimo a mente fredda, adesso siamo presi dai sentimenti. Vediamoci domani, non è necessario che porti Metello”. Ricordate ancora? Ci riprovo, spero non vi spiaccia. Questo Topcat va assunto in compagnia della musica di Bill Evans, tanto bella quanto semplice. L’album è “Verve Jazz Masters 5”, la dedica automaticamente per Alfredo Boccaccino e Nicola Oggiano, due maestri. Una storia di ordinaria ordinarietà Metello, ha quattro anni, una madre commessa in un negozio di articoli sportivi, il padre se ne è andato di casa due anni prima, i nonni vivono a 700 km di distanza, cose che capitano. L’anno prima ha iniziato la scuola materna, quella vicino casa. Ha conosciuto tanti bambini, ha imparato tante cose nuove, si diverte, parla meglio, mangia un po’ di più. Ma, mannaggia, la febbre, la tosse e il mal di gola, nonché qualche otite acuta, lo hanno flagellato, ha cominciato ad Ottobre e ha finito ad Aprile, una volta al mese come minimo. Bisogna ammettere che ogni volta, come è giusto che sia, Metello torna ad essere un fiore e sta benissimo anche adesso, davanti a me. Invece Cecilia, la madre, la vedo esausta e spaventata, dimostra più dei suoi 30 anni. Mi dice, Cecilia, che lo sa bene che queste sono cosucce, che bisogna ringraziare il Cielo per come sta Metello. Ma, intanto, quando ha la febbre proprio pimpante non pare e, poi e soprattutto, il padrone del negozio le ha detto che tutti ’sti giorni di assenza non li tollererà più. E lei come farebbe? Metello al negozio non se lo può portare e a scuola si diverte ed impara, non possiamo fare proprio niente? Mi accorgo che mi si intenerisce il cuore, riuscirò a rimanere ragionevole? Ci penso un po’ più di un attimo E per i preliminari, come faccio sempre, mi pongo 5 domande, potete farlo anche voi, le ho messe nel Box 1 insieme con le possibili soluzioni. Dopo aver risposto, ho un nuovo lampo di memoria e ricordo che al marzo 2003 avevo già dato un’occhiata. A quella data era disponibile una Revisione Sistematica (RS) con metanalisi, a firma di Arturo Berber e Blanca Del Rio Navarro 4. Ci possiamo fidare di Arturo, ha interesse a non trascurare nulla che possa agevolare gli immu- Lo ammetto, è troppo facile Vengono in mente gli immunostimolanti (IS), quelli da banco, che fa, ci provo? Se ne è detto e ascoltato, scritto e letto a iosa, e chi la vuole cotta e chi la vuole cruda. Miracolosamente, la mia memoria ha dei lampi e così Rivista di Immunologia e Allergologia Pediatrica CATtando sotto la pioggia Box 1. Cinque domande preliminari. 1. Ritieni che l’attendibilità dei risultati di uno studio sia direttamente proporzionale alla sua qualità metodologica? 2. Ritieni utile che chi, con fatica e sacrificio, lavora per offrirti una sintesi delle evidenze scientifiche disponibili al momento su di una certa questione, metta in risalto anche la qualità metodologica dei singoli studi? 3. Ritieni corretto che nel trarre le conclusioni su di una certa questione vengano posti sullo stesso piano i risultati di studi di buona qualità metodologica e quelli di studi di qualità metodologica meno buona o decisamente scadente? 4. Ritieni utile che di un certo risultato, oltre che la significatività statistica, si sottolinei la sua rilevanza clinica, magari immaginando scenari diversi ove quello stesso risultato possa avere diversa importanza? Risposte possibili, valide per tutte le 4 domande: a) Sì, b) No, c) Qualche volta, d) Non saprei, e) Non ho compreso bene la domanda nostimolanti, la ditta messicana produttrice dell’OM85 ha sponsorizzato lo studio (Arturo è messicano), lui proprio è stato direttore medico dal 1995 al 2000 per la stessa ditta. Quindi studi a favore, soprattutto dell’OM-85, non ne avrà esclusi senza buoni motivi, casomai ne potrebbe aver incluso di poco validi, ma su questo vigilammo insieme ad alcuni amici del Forum ebm-ped di Pediatria on Line. barcherò l’onere di ripeterne il percorso, i due lo meritano. Comincio dunque con la RS di Arturo e Blanca 4. Gli immunostimolanti fino al 2001 Arturo e Blanca ci dicono che l’effetto globale del trattamento con IS consiste in una riduzione del numero delle Infezioni Respiratorie Ricorrenti (IRR) del 42,7%, non male parrebbe. Ci precisano, i due, che, tra quelli selezionati, solo 5 studi sono di buona qualità (score di Jadad > 3) e di questi 5, 3 avevano impiegato l’OM85. Infine, uno solo dei 5 (quello di Collet 6, lo vedremo un po’ più in dettaglio) ha rispettato i criteri CONSORT, una guida di buona metodologia medica. I due Autori ci dicono che molti degli studi, pur inclusi nella metanalisi, avevano importanti difetti metodologici: definizione non soddisfacente degli esiti da valutare, calcolo della numerosità campionaria non incluso, numerosità campionaria piccola, cattivo uso dei test statistici, effetti avversi mal riportati, fattori confondenti non analizzati, ecc. E così concludono Arturo e Blanca: “Questa è la prima RS con metanalisi di studi clinici randomizzati sulla prevenzione delle infezioni respiratorie delle vie aeree superiori in bambini che adoperino IS” – e quindi siamo al più alto grado delle evidenze disponibili fino Inutile inciso Vigilare non fa mai male, casomai è stancante, questo sì. Vigilerei se fossi in voi, anche sulle revisioni sistematiche che dicono di adoperare la metodologia della Cochrane Library. Per esempio, lo scorso 18 settembre chiedevo agli amici dell’ApPAL (www.apalweb. it) e del Forum ebm-ped: “Ma sono aggregabili gli studi che Zamir e i suoi amici brasileiros 5 hanno aggregato? Sono aggregabili studi su allergeni differenti, con sistemi di rilevazione del punteggio differenti, su adulti e bambini, in doppio cieco e in aperto? Insomma, dite che è una RS sulle cui conclusioni possiamo fare buon affidamento? Hanno incluso l’includibile? Hanno escluso l’escludibile? Hanno meta-analizzato il meta-analizzabile?”. Scrive Marina (n.d.r.: Macchiaiolo, persona veramente in gamba): “Non rispondo e faccio a mia volta una domanda: Se uno studio clinico mal condotto può produrre esiti pericolosi, quanto danno può fare una RS che poggia (anche) su studi clinici mal condotti? Un lettore scaltro può forse accorgersi dei problemi di metodo in uno studio clinico, ma chi, persino al top dei metodologi, può accorgersi dei problemi senza aver rivisto a sua volta tutta la letteratura? Possiamo giudicare una metanalisi senza ripercorrerne il percorso? Temo di no. E chi legge una revisione si mette a rifare tutto il lavoro? Nel sito di Tom Jefferson (www.attentiallebufale.it) si parla un po’ di questo problema ma non ho intravisto la soluzione. Che ne pensate, mandiamo alle ortiche le revisioni?”. Insomma, per Metello e per Cecilia voglio un po’ vedere di vigilare sulle revisioni che potrò trovare, mi sob- Vallunga, Selva Gardena - Stefano Miceli Sopo Rivista di Immunologia e Allergologia Pediatrica CATtando sotto la pioggia Box 2. Criteri qualitativi degli studi reperiti. Gli studi di “buona qualità” sono stati così definiti perché hanno rispettato i principali criteri di validità metodologica esposti, per esempio, nelle celeberrime Domande Guida per la lettura critica di un articolo sulla terapia o prevenzione, e hanno permesso un esame della qualità metodologica sufficientemente approfondito. Gli studi “oscuri” sono stati così definiti perché presentavano qualche problema riguardo a: A) modalità di randomizzazione; B) applicazione del doppio cieco; C) caratteristiche del placebo; D) perdite al follow-up; E) adesione dei pazienti al protocollo; F) modalità di rilevamento degli esiti. a quel momento – “Sono necessari altri studi di buona qualità per mostrare le dimensioni dell’effetto di ogni singolo IS”. E questa mi pare una corretta osservazione, loro hanno aggregato tutto e non è detto che l’effetto ottenuto sia ottenibile comunque, a meno che voi non vogliate dare ad un bambino 5 tra bustine-goccecapsule-spray-sciroppi diversi e tutti insieme. E infine ci rivelano: “Dopo aver rivisto gli studi clinici pubblicati sugli IS, comprendiamo come alcuni medici siano riluttanti ad accettare l’uso di questi farmaci”. Arturo non si voleva fermare, una vita per gli IS la sua, ha anche scritto un protocollo, “Immunostimulants for preventing respiratory tract infection in children”, per un’altra revisione nell’ambito della Cochrane Library (CL). La cosa sulla CL alla fine è venuta fuori proprio da poco, era l’oggetto del commento di Franco Panizon di cui sopra 1, Blanca ha però fatto di testa sua, ha chiamato Francisco e fatto fuori Arturo, vedremo dopo se è stata una scelta opportuna. Nell’attesa noi del Forum ebm-ped di PoL ci siamo fatti un aggiornamento autonomo. mo quindi diviso gli articoli in studi di buona qualità e studi oscuri, nel Box 2 ne riportiamo la definizione. Gli studi che noi abbiamo giudicato di buona qualità non sono gli stessi inclusi nella RS di Arturo e Blanca 4. Tre tra i 5 migliori studi della suddetta RS sono stati da noi declassati a “oscuri”: sono quelli di Careddu (Arzneimittelforschung, 1994), Motta (Arzneimittelforschung, 1994) e Ahrens (Therapie Woche, 1984). Due tra quelli da noi selezionati sono stati pubblicati successivamente alla RS di Arturo e Blanca: sono quelli di Gutierrez et al. del 2001 e di Schaad et al. del 2002 8 9. Fino al 2003, insomma, ne abbiamo selezionati 4 definibili di buona qualità, Arturo Berber è coautore in due di essi. Nei Box 3-6 sono racchiuse le principali caratteristiche metodologiche e i più interessanti risultati clinici di questi magnifici 4. Su questi, a nostro giudizio, si dovevano fondare le proprie decisioni cliniche al Marzo 2003. Un quinto, quello di Paupe del 1991 10, non ci ha convinto fino in fondo. Noi lo abbiamo escluso dalla ristretta cerchia dei migliori, per chi volesse però rendersene personalmente conto, un riassuntino si può trovare nel Box 7. Essenzialmente, il problema dello studio di Paupe è che non ci importa molto di conoscere quanti bambini non avranno neanche una IR per merito dell’IS se, per esempio, la rimanente percentuale ne ha avuto solamente una: non daremmo mica un IS per 3 mesi, per dire, solamente per evitare quell’unica IR. Noi vogliamo sapere quanti bambini non avranno tante IR, consapevoli che “tante” è vago e che ognuno potrebbe averne una personalissima idea. Di certo, però, “tante” non può corrispondere ad una IR. La Revisione a cura del Forum ebm-ped Abbiamo voluto dare un bel peso all’attenzione metodologica, in onore alle 4 domande del Box 1, abbia- Dopo il 2003 poca roba Sono trascorsi 4 anni, meglio dare un’altra occhiata, non trovo però nulla di rilevante. Per dimostrarvi che l’occhiata l’ho data vi dico comunque di ciò che ho trovato: • Pozzi E, et al., Monaldi Arch Chest Dis 2004. Impossibile accedere al testo integrale per me, comun- Vallunga bis, Selva Gardena - Stefano Miceli Sopo Rivista di Immunologia e Allergologia Pediatrica 10 CATtando sotto la pioggia que nell’abstract si scrive che l’incidenza media, nei 6 mesi di osservazione, delle IR fu di 1,2 episodi nel gruppo di bambini trattati con Lantigen B e di 1,6 nel gruppo trattato con placebo. Gli Autori sottolineano come ciò comporti una riduzione relativa del rischio di avere una IR pari al 35,7% e ciò è indubbiamente vero. Però, cari amici, se ridurre le IR del 35,7% suona allettante, che ne dite di una riduzione pari a meno di mezzo episodio di IR in 6 mesi? Meno allettante? Direi di sì, eppure è proprio quello a cui corrisponde quel 35,7% di Pozzi et al. Attenti dunque a valutare la bontà di un trattamento solamente tramite le misure di efficacia relative. • Chen AH, et al., Zhonghua Er Ke Za Zhi 2004. Ancora sul Lantigen B. Riassunto non disponibile, impossibile per me reperire il testo integrale, che sarebbe comunque in cinese, non propriamente la mia seconda lingua. • Del Rio Navarro BE, et al., Allergol Immunopathol 2003. Questo è di Blanca, Arturo è ancora presente. Ci dicono che, dopo 6 mesi, i 20 bambini trattati con OM-85 presentarono, mediamente 2,8 episodi di IR, mentre i 20 bambini trattati con placebo ne presentarono 5,2. Bella differenza, peraltro statisticamente significativa (p < 0,001). Ma i pazienti randomizzati erano 54, e 14 di essi, cioè il 26%, sono stati esclusi dall’analisi finale dei dati, troppo, inaccettabile e voi, lettori della RIAP, lo sapete bene. Erano comunque bambini con deficit di sottoclassi di IgG, difficilmente generalizzabile il risultato se pure si volesse a tutti i costi. Carlos, Blanca e gli altri alcune cose carine ce le dicono. Loro hanno guardato agli studi in doppio cieco e per trovarli hanno anche esaminato alcune revisioni. Bene, nel caso dell’IS D53, ci dicono Carlos, Blanca e gli altri, hanno incontrato due revisioni 12 13 “que citan los mismos estudios con diferentes resultados”. Interessante, no? Della serie “Galbani vuol dire fiducia”. Solo Galbani però. I nostri amici messicani ce ne dicono altre di cose carine. Per esempio che, nel caso dell’OM-85, 8 studi poterono fornire dati utilizzabili per la metanalisi. E, paradossalmente, lo studio di Collet et al. 6, che era stato giudicato dalla RS del 2001 di Arturo e Blanca 4 il migliore e l’unico che aveva rispettato i criteri CONSORT, non è tra gli otto. Oppure, che tutti gli studi da loro reperiti sul pidotimod sono stati pubblicati su di uno stesso supplemento di una rivista tedesca e sono stati realizzati in Italia. Un improvviso, multiplo e transitorio interesse italo-germanico. Le ultime cose carine di Carlos e Blanca. Si sorprendono, loro, che alcuni degli IS acquistabili in Messico non abbiano alle spalle nessuno studio controllato, neanche effettuato in altri Paesi. “Come è potuto accadere?” si chiedono. E, in generale, anche degli studi effettuati, qualcosa circa la loro qualità metodologica si potrebbe migliorare. Figuratevi, sottolineano, che solo alcuni studi sull’OM-85 6-9 sono stati pubblicati su riviste statunitensi con un Impact Factor ragionevole (> 1) e reperibili su Internet. Casualmente, i 4 studi sopra menzionati sono quelli inclusi nella revisione del forum ebm-ped, chiusa ben prima della pubblicazione di quella di Carlos e Blanca 11 e oggetto di una presentazione al Congresso Nazionale della Società Italiana di Allergologia ed Immunologia Pediatrica (SIAIP) nel 2003, a Riva del Garda. E giungiamo alfine alle RS di Blanca senza Arturo Bellissimo nome, ricorda Nanni Moretti. Come prima menzionato, Blanca ha scaricato Arturo, s’è data una mossa, e poco prima della RS sulla CL ha chiamato Carlos, insieme ad Aaron e ad Alberto hanno prodotto un’altra RS con metanalisi, con lo scopo di analizzare le prove di efficacia relativamente agli IS venduti in Messico 11, loro sono messicani. Carlos e Blanca, nessuna discriminazione Nonostante tutte le cose carine che ci hanno detto, ad esempio sulla diversa qualità metodologica degli studi da loro reperiti, gli amici messicani al momento di aggregare i dati e metanalizzarli mettono dentro Box 3. Collet et al., Pediatr Infect Dis J 1993 6. Popolazione 416 bambini, età 6-36 mesi, frequentanti asili nido. Una infezione respiratoria veniva definita dalla presenza di nuovi sintomi delle vie aeree per almeno 2 giorni che richiedevano una qualunque terapia. Intervento OM-85, 1 capsula al giorno per 10 giorni al mese, per 3 mesi, con follow-up senza trattamento per altri 4,5 mesi. Risultati Il 27,7% dei trattati ha presentato > 4 episodi di infezione delle vie aeree superiore (IR) rispetto al 33,8% del placebo durante l’intero periodo di studio (p = non significativo). Durante i soli 3 mesi di trattamento il 9,5% del gruppo attivo ha presentato > 3 IR vs. il 18,3% del gruppo placebo; p < 0,05, NNT = 11,3. Rivista di Immunologia e Allergologia Pediatrica 11 CATtando sotto la pioggia tutto, differenziando solamente per tipo di IS. Così facendo scoprono che l’uso di alcuni IS (segnatamente il D53, l’OM-85 e il pidotimod) consente una statisticamente significativa riduzione relativa del rischio di avere una IR pari al 30%-40%. Quando però dall’esame delle misure di efficacia relativa si passa a quelle di tipo assoluto, si scopre che detta riduzione corrisponde, secondo la metanalisi di Carlos e Blanca, ad 1 IR in meno, nel caso del pidotimod questa diversa visione comporta la perdita della significatività statistica. E questo senza fare nessuna discriminazione. RS della CL ammettono che, a causa della importante eterogeneità e della scarsa qualità metodologica, i risultati positivi di questa metanalisi devono essere interpretati con cautela. Cosa vorrà dire “con cautela”? Cambia la nostra decisione clinica se interpretiamo i risultati di Blanca con audacia o con cautela? CEE, Coniugare Evidenze ed Esigenze Cioè la Missione Possibile, di cui dovreste aver già letto sul n. 1 della RIAP 2007. Ci dobbiamo infatti rendere conto che i bambini, e i loro genitori, ci chiedono aiuto prima che vengano concepiti-realizzati-pubblicati i large, multicenter, double-blind, placebo controlled trials finanziati dalla Pubblica Sanità e invocati da Blanca a conclusione della sua ultima RS 14. “Ma c’hanno effetti collaterali?” – sbottò qualche anno fa Michele a Napoli – “Toglieteci questo e quello, ma qualcosa dovete darci. Che so, lo zinco? Le vitamine? Perché cca è n’assedio”. E il mio amico Giuseppe, pediatra di famiglia siculo-romano, chiede: “Ma allora cosa dobbiamo dargli?” “Niente?” è la interrogativa risposta, “Non è possibile” è la drastica replica. Manca un rappresentante del Nord, dubito che la sua esigenza sarebbe tanto differente. Il medico, quello che opera con Buon Senso, e cioè secondo i principi dell’Evidence Based Medicine (EBM), può-deve tener conto di questo tipo di esigenze? Io dico di sì, almeno per il momento e per la particolare occasione su cui stiamo riflettendo. Le coscienze e le consapevolezze si formano lentamente e con pazienza, si spera che il processo vada avanti senza spargimenti di sangue, in futuro magari queste esigenze non ci saranno più, per tanti motivi. Tenerne conto non significa certamente sbracarsi, per adoperare un onomatopeismo eufemistico. Non bisogna dimenticare che la recente ed autorevole, nonché statunitense, Linea Guida (LG) dell’Institute for Clinical Systems Improvement (ICSI) sulla diagnosi e il trattamento delle affezioni respiratorie nel bambino e nell’adulto 15, mentre si premura di precisare che non si possono raccomandare echinacea, vitamina C e zinco, E infine Lei La tanto attesa, un parto lungo 4 anni, ha meritato un Digest su Medico e Bambino, a firma del grande Franco Panizon 1, la RS con metanalisi pubblicata nel 2006 nell’ambito della Cochrane Library 14. Riporterò adesso le principali informazioni desumibili che, visto che l’Autrice principale è sempre Blanca, non è che possono essere così diverse dalla sua precedente RS con Carlos 11. Infatti, Blanca e i suoi nuovi amici, sempre messicani, ci dicono che: • hanno reputato includibili, e metanalizzabili, 34 studi clinici randomizzati e in doppio cieco, per un totale di 3.877 partecipanti; • in confronto con il placebo, l’utilizzo dell’IS consente una riduzione media di 1,3 IR, corrispondente ad una riduzione relativa del rischio pari a 39,7%; • la qualità metodologica degli studi clinici è scarsa ed è evidente un alto livello di eterogeneità statistica. Ora, tra i 34 studi metanalizzati, Blanca e i suoi non ci mettono quello di Collet et al. del 1993 6, né quello di Shaad et al. del 2002 9, che pure lei stessa con Carlos 11, oltre che con Arturo 4, aveva giudicato tra i pochi di buona qualità metodologica. Ci si mette lei del 2003, quello studio di cui ho poco sopra fuggevolmente detto e che aveva escluso dall’analisi finale dei dati ben il 26% dei randomizzati. Altre inclusioni opinabili ve le risparmio. In tutta onestà, gli autori di Box 4. Jara-Perez e Berber, Clin Ther 2000 7. Popolazione 200 bambine, età 6-13 anni, abitanti in un orfanatrofio, con almeno 3 IR nei 6 mesi precedenti. Una infezione respiratoria delle alte vie veniva definita dalla presenza di almeno 1 tra rinorrea, mal di gola o tosse; una infezione delle basse vie da rantoli crepitanti, sibili, stridore, cianosi per oltre 48 h; l’otite media acuta era definita come otalgia acuta con iperemia e diminuita mobilità della membrana timpanica. Intervento OM-85, 1 capsula/die per 10 giorni/mese per 3 mesi, follow-up per altri 3 mesi. Risultati Le bambine del gruppo attivo presentarono mediamente 1 episodio di IR vs. 3 episodi di IR nel gruppo placebo, p < 0,001. L’80% delle bambine del gruppo attivo ha avuto < 3 IR vs. il 20% di quelle del gruppo placebo, p < 0,001, NNT = 2 Rivista di Immunologia e Allergologia Pediatrica 12 CATtando sotto la pioggia Box 5. Gutierrez e Berber, Chest 2001 8. Popolazione 54 bambini, età = 1-12 anni, con una media di 12 IR nell’anno precedente. Una infezione respiratoria delle alte vie veniva definita dalla presenza di almeno 1 tra rinorrea, mal di gola o tosse; una infezione delle basse vie da rantoli crepitanti, sibili, stridore, cianosi per oltre 48 h; l’otite media acuta era definita come otalgia acuta con iperemia e diminuita mobilità della membrana timpanica. Intervento OM-85, 1 capsula al giorno per 10 giorni al mese per 3 mesi, trattamento ripetuto in modo analogo dopo 6 mesi. Risultati Nel gruppo attivo sono state osservate, in media, 5 IR per bambino e per anno, nel gruppo placebo ne sono state osservate 8, p < 0,001. Il 70% dei bambini del gruppo attivo ha avuto < di 6 IR vs. il 30% del gruppo placebo, p = 0,001, NNT = 2,5. degli IS non fa proprio menzione. Diciamo che sono un problema del Vecchio Mondo. Il Missionario CEE, che al Vecchio Mondo appartiene, dà un’altra risposta, che tiene anche conto delle domande riportate nel Box 1, innegabilmente il file rouge di questo Topcat. Non so voi, ma il Missionario CEE risponde “Sì, certamente sì” a 3 domande su 4, alla terza risponde: “No, certamente no”, ci mancherebbe. Quindi, sempre al Missionario CEE, non sta bene fare di tutta l’erba un fascio come ha ripetutamente fatto Blanca 4 11 14. Il Missionario CEE vuole considerare il giusto grido di dolore di Michele e Giuseppe, ma anche le migliori evidenze scientifiche disponibili. Mettendo insieme le due cose, il Missionario CEE si permette di concludere come segue. IR/bambino in 6 mesi) 9. I rimanenti 2 mostrano un effetto clinicamente rilevante, ma uno di essi ha un’ambientazione insolita (un orfanatrofio 7) che comporta uno stile di vita e una promiscuità difficilmente riproducibili, l’altro 8 riguarda una popolazione molto selezionata, bambini con più di 12 IRR l’anno. Però, però ... bisogna tener conto che questi presidi hanno quasi tutti un basso costo economico e in effetti avversi. E si potrebbe timidamente dedurre che, almeno per quanto riguarda l’OM-85, l’effetto protettivo si esplichi principalmente fintanto che il trattamento venga assunto 6 9, sia maggiore per quei bambini che hanno un numero elevato di IRR 8 9. Questa osservazione può-dovrebbe costituire, a mio parere, una ipotesi di lavoro da verificare con uno studio ad hoc. Sarebbe quindi augurabile una valutazione su una popolazione di bambini con un numero elevato di IR (per esempio: > 6-8/anno), di rilevanza clinica e “familiare”, ben definite, adoperando somministrazioni più frequenti (quotidiane?) e di più lunga durata (6 mesi?). Quest’ultimo punto mi viene sollecitato dall’osservazione della strategia terapeutica adottata da Shaad et al. 9 che almeno per il 1° mese, hanno somministrato una capsula di OM-85 al giorno. È una strategia off-label, quanto meno in Italia, e ciascuno se ne dovrebbe assumere la responsabilità, non mi pare impossibile, confesso che io l’ho già fatto. E, se non se ne può fare che uno di studio (per ragioni economiche, di tempo, di risorse Prendi e porta a casa Non ci sono evidenze sufficienti per affermare definitivamente che gli IS da banco, globalmente considerati, riducano il numero degli episodi infettivi delle vie aeree in bambini a rischio di IRR in maniera clinicamente rilevante e facilmente generalizzabile. Due tra i 4 studi metodologicamente robusti (che tutti hanno riguardato un unico IS, l’OM-85) o non evidenziano una differenza statisticamente significativa tra IS e placebo per il numero di IR nel periodo di studio 6, o, se sì, essa è clinicamente irrilevante (risparmio di 0,4 Box 6. Schaad et al., Chest 2002 9. Popolazione 232 bambini, età = 3-8, con ≥ 3 infezioni respiratorie (IR) delle alte vie nell’anno precedente. Una IR veniva definita dalla presenza di almeno 2 tra rinite, faringite, tosse, febbre oltre 38.5 °C. Intervento OM-85, 1 capsula al giorno per il primo mese seguita da 1 capsula 10 giorni/mese dal 3° al 5° mese. Durata dello studio = 6 mesi, l’ultimo mese l’OM-85 non veniva dunque assunto. Risultati La media delle IR nell’intero periodo di 6 mesi è stata pari a 2,1 nel gruppo attivo e a 2,5 nel gruppo placebo, p < 0,05. Stratificando per il numero degli episodi febbrile nell’anno precedente, una riduzione maggiore si verificava in quelli con 6 o più episodi infettivi (il risparmio arriva a 0,56 episodi di IR) rispetto a quelli con 2-5 (il risparmio scende a 0,28 episodi di IR e perde di significatività statistica). Percentuale di bambini con ≥ 3 IR nei primi 5 mesi dello studio (periodo in cui l’OM-85 è stato somministrato): gruppo attivo = 25,6%, gruppo placebo = 40,4%, p < 0,05, NNT = 7. Percentuale di bambini con ≥ 3 IR in tutti e 6 i mesi: gruppo attivo = 35,9%, gruppo placebo = 46,5%, p = non significativo. Rivista di Immunologia e Allergologia Pediatrica 13 CATtando sotto la pioggia Box 7. Fuori concorso, Paupe J Respiration 1991. Popolazione 127 pazienti, età = 6 mesi-19 anni). Intervento OM-85, 1 capsula al giorno per 10 giorni al mese per tre mesi. Follow-up per successivi altri 3 mesi. Risultati Il 39,5% del gruppo attivo non ha presentato IR contro il 16,5% del gruppo di controllo, p < 0,01, NNT = 4. In una analisi di sottogruppo non preventivata tra i bambini di età < 6 anni, il 34% di quelli del gruppo attivo non ha avuto IR vs. il 3,5% di quelli del gruppo placebo. Non viene detto nulla di effetti clinicamente più rilevanti, ad esempio di differenze nella proporzione dei bambini con > 3 IRR. Note. “Oscurità per i motivi A, B, E (vedi Box 2). Ha incluso anche individui al di sopra di 18 anni. Non viene effettuata una analisi “intention to treat” ma una analisi di efficacia da cui viene escluso l’8,6% dei randomizzati. umane), proprio l’OM-85 cercherei di sperimentare ancora, è l’IS con le evidenze scientifiche più robuste dalla sua parte, al momento. E, come già scritto, il Missionario CEE delle migliori Evidenze scientifiche disponibili al momento deve tener conto, oltre che delle Esigenze. Una valutazione tramite uno studio sperimentale sarebbe fortemente augurabile, quindi. Nel frattempo ne giustificherei l’uso nella pratica clinica quotidiana purché siano rispettate le suddette condizioni. Mi pare di aver dato a Michele e Giuseppe una risposta. 5 6 7 8 Ah, quasi dimenticavo! Cecilia è tornata l’indomani, senza Metello, l’abbiamo fatto, è stato bello per entrambi. Abbiamo deciso, in attesa dello studio sperimentale augurabile, di intraprendere all’inizio della scuola materna un tentativo di prevenzione di alcune delle sue possibili IR (magari almeno un paio se le eviterà) con OM-85, ogni giorno, tutti i giorni, fino alla fine di Aprile. Vi farò sapere. 9 10 11 Dichiarazione a proposito del possibile Conflitto d’Interesse: Mio malgrado, sono costretto a negare la presenza di conflitto d’interesse per l’argomento trattato, non dispero per il futuro. 12 13 Bibliografia 1 2 3 4 Panizon F. Digest. Medico e Bambino 2007;31:41-2. Di Mauro G, Marinello L. Infezioni respiratorie ricorrenti: clinica, diagnosi e terapia. Pediatria Preventiva e Sociale 2006;2:17-24. Prescott SL, Tang MLK. The Australasian Society of Clinical Immunology and Allergy position statement: summary of allergy prevention in children. MJA 2005;182:464-7. Berber A, Del Rio Navarro B. 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