Cari ragazzi, i terribili fatti accaduti a Parigi la sera di venerdì 13

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Cari ragazzi, i terribili fatti accaduti a Parigi la sera di venerdì 13
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Cari ragazzi,
i terribili fatti accaduti a Parigi la sera di venerdì 13 novembre hanno prodotto in tutti tante
sensazioni: sgomento, paura, rabbia, confusione, disorientamento. L’attacco dei terroristi dell’ISIS è
stato sferrato nei luoghi più comuni della vita occidentale: uno stadio, una discoteca, un ristorante,
la strada. Lo spazio del tempo libero, in cui uomini e donne esprimono spontaneamente la loro
passione per la musica, lo sport, lo stare insieme è stato macchiato dal sangue di innocenti, dalla
bestemmia di chi, in nome di Dio, crede di agire con giustizia. Oggi è il tempo del silenzio, ma
anche della riflessione, che plachi la reazione di quelli che vorrebbero rispondere ad occhio per
occhio dente per dente. Le cause di questo eccidio affondano in vari terreni: gli squilibri sociali, il
commercio di armi, la fame di potere, il controllo delle risorse, motivazioni che sono ben lontane
dal semplice scontro tra religioni e che rendono corresponsabili tutti, anche chi oggi grida all’orrore
e prepara il terreno alla guerra per ottenere la pace. Ogni volta, infatti, che un paese, per affermare
se stesso e i suoi interessi, calpesta i diritti di chi è più debole, accende la miccia di un percorso che
prima o poi griderà vendetta. Per questo, oggi come sempre, non possiamo voltare la faccia al
dolore di chi ci sta vicino, restando indifferenti a quello che succede o semplicemente cambiando
canale. Il nostro primo atteggiamento sia il desiderio di conoscere “perché” capita un fatto, chi ne è
protagonista direttamente e indirettamente, la voglia di discutere, di argomentare, perché solo la
conoscenza può essere una via di salvezza. Oltre a questa il dialogo, il rispetto, soluzioni di
giustizia, di equità, un comportamento pacifico e leale: un uomo è tale quando è capace di lottare
per ciò per cui valga la pena, ma anche quando è capace di chiedere scusa.
A voi tutti, che siete chiamati da subito a costruire il tessuto della società solcando il mare, da
sempre luogo di incontro di civiltà, o con la vostra professione, l’invito a non farvi soffocare, in
questo momento e sempre, dalla paura del presente e del futuro, ma ad esternare i vostri sentimenti
a chi, come i vostri docenti, sapranno accompagnarvi nella riflessione alla ricerca della chiarezza.
Inoltre vi esorto ad essere protagonisti della vostra vita, esercitando il vostro diritto alla libertà con
responsabilità: forse possiamo dubitare di tante cose, a volte di noi stessi, degli altri, di cosa ci potrà
accadere nell’immediato, ma della libertà e della sua vittoria, mai. E’ nel nostro DNA, nella nostra
natura, nel nostro istinto, ed è per questo che dobbiamo difenderla sempre, per noi e per gli altri.
Solo così la storia di Parigi oggi, ma anche quella dei tanti conflitti e delle tante conquiste umane
più o meno dimenticate nel resto del mondo, sarà la nostra storia, nella quale, con la nostra
partecipazione, siamo in qualche modo chiamati a lasciare un segno.
Il DS
Daniela Novi