pdf - Crea Solution
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8SEMINARI • di Paola Tisi DALLA MODELLISTICA ALL’INDUSTRIALIZZAZIONE UN RECENTE SEMINARIO DI ANTIA HA PERMESSO DI APPROFONDIRE I TEMI LEGATI ALLA REALIZZAZIONE DEL PROTOTIPO E DEL CAMPIONARIO, ALL’INDUSTRIALIZZAZIONE DEL PRODOTTO E AL RILASCIO DELLE REGOLE E DELLE INFORMAZIONI TECNICHE PER COMPRIMERE I TEMPI DI RISPOSTA AL MERCATO ED EFFETTUARE LA SUCCESSIVA GESTIONE DELLA PRODUZIONE DEI CAPI. IL TUTTO CON L’AUSILIO DEI GIUSTI STRUMENTI INFORMATICI di informazioni che va sotto il nome di documentazione tecnica del prodotto. Questa documentazione, ovvero l’insieme dei dati tecnici di prodotto, rappresenta la fonte di informazioni per assumere decisioni sui costi dei prodotti, sul modo di produrre, su cosa e quanto acquistare in termini di materiali e così via (scheda tecnica e tabella misure, distinta base, ciclo di lavoro, specifiche di qualità, istruzioni di produzione, scheda costo, storia delle modifiche eccetera)». I l prodotto e la sua evoluzione: dalla modellistica all’industrializzazione: questo il titolo di un seminario organizzato da Antia lo scorso marzo, che ha fatto seguito al primo seminario, di un anno fa, dedicato 36 Confezione maggio 2010 LA GESTIONE DEI DATI La gestione di questi dati oggi non è più affidata a foglietti, carta e penna da far girare fra i vari reparti, ma trova importanti alleati in strumenti informatici dedicati, come il PDM e il PLM, acronimi rispettivamente di Product Data Management e di Product Lifecycle Management. Come hanno spiegato gli esperti di Crea Solution, che hanno illustrato le proprie applicazioni per il settore (vedi sempre alla modellistica industriale. In questa occasione, come sottolineato anche dal presidente Gino Sartena, si sono sviluppati i temi riguardanti «quel collegamento tra il prodotto e il sistema produttivo rappresentato da una serie Gino Sartena, presidente Antia riquadro a fondo pagina), «un Pdm è un contenitore di dati sul prodotto, che può essere costantemente consultato; uno strumento che, se ben «rifornito» d’informazioni, le restituisce in ogni momento e in ogni luogo; e che fornisce le reportistiche a tutti i collaboratori che hanno esigenza di avere dati sul prodotto unendo tutte le informazioni di tutti i reparti»; a sua volta il Plm «non è altro che un’estensione del Pdm, che scandisce anche le fasi temporali relative al prodotto o all’intera collezione; infatti, mantenendo al centro i dati e le informazioni sul prodotto, gestisce anche il ciclo di vita del prodotto stesso; dall’idea e quindi dalla nascita, alla soppressione definitiva di quel prodotto e di tutto ciò che a esso è connesso». Ma le aziende conoscono bene questi strumenti e le loro potenzialità? Come vi si rapportano? E quali sono stati gli obiettivi e le criticità di eventuali implementazioni? Se ne è discusso in una tavola rotonda, che ha visto la testimonianza di alcune aziende di prim’ordine del panorama italiano. ESPERIENZE A CONFRONTO I temi toccati durante la tavola rotonda sono ruotati attorno alla gestione dei dati tecnici, «una problematica trasversale a tutte le aziende a prescindere dalla dimensione, dal livello di qualità, prezzo, mercato, ecc. – come ha sottolineato Lorenzo Bolcato, direttore operativo di Staff International e consigliere Antia – e che coinvolge tutte le aree aziendali, indipendentemente da dove viene fatta la produzione». «Nel corso degli anni le attività tecniche hanno raggiunto un elevato grado di complessità – ha affermato Carlo Sterpone, IT specialist di Miroglio Fashion – dovuto all’utilizzo di materiali sempre più difficili da trattare, a un’esasperazione del concetto di quick response In alto. Lorenzo Bolcato, direttore operativo di Staff International e consigliere Antia In centro. Carlo Sterpone, IT specialist Miroglio Fashion In basso. Nicola Fasolo, che in Diesel Spa si occupa di progetti innovativi di area Cad e Plm e all’internazionalizzazione dei mercati, e in questo contesto si sono sviluppati prodotti Pdm e Plm per offrire un supporto tecnico-organizzativo alle aree tecniche aziendali». Secondo Sterpone, il Plm dovrebbe trovare la sua prima collocazione all’interno dell’area stile, dove le idee e i relativi figurini devono essere condivisi con l’azienda; e fondamentale per questi strumenti è il saper gestire le immagini, che tra l’altro spesso consentono di superare le barriere linguistiche e di terminologia. Plm quindi come strumento che permette ai Connettere tutte le sfere aziendali Mirko Zilli, Marina Picasso e Massimo Natella, rispettivamente AD, Plm & Design specialist, e product manager di Crea Solution, hanno illustrato le peculiarità dei prodotti Crea per il settore e la filosofia che ne sta alla base, fondata essenzialmente sulla capacità di integrare tutte le sfere aziendali. L’implementazione di un Plm (Tex Define quello di Crea) infatti spesso parte da una singola area, tendenzialmente dalla modellistica, dove ognuno ha la necessità di ricevere e immettere informazioni sulla propria attività, per estendersi presto a tutte le altre aree aziendali, creando da subito l’interconnessione fra i reparti (compresi quelli direzionali), obiettivo principe dell’implementazione. Ecco allora che gli obiettivi strategici ed economici cominciano a essere in linea con le previsioni, l’azienda comincia a capire i benefici di un Plm e nota che grazie a questo strumento riduce le imperfezioni e abbrevia il lead time, senza più ritardi nelle uscite delle collezioni. Ma l’utilizzo di un Plm porta anche altri benefici importanti: valorizza l’innovazione e facilita la creazione di nuove collezioni in modo uniforme, assicura una migliore qualità dei prodotti, abbassa i costi di sviluppo delle collezioni, attraverso il workflow pianifica e controlla il costante avanzamento dei task, coordina il controllo direzionale globale, pianifica e aiuta nel budgeting dei costi prodotti/collezioni, libera da vincoli di luogo grazie alla e-collaboration e trattiene le informazioni nel perimetro aziendale, anche nel caso il capitale umano si sposti. Crea basa la filosofia di sviluppo della propria tecnologia sul concetto di WysiWyg (What You See Is What You Get, ciò che vedi è ciò che ottieni) ovvero sulla possibilità di lavorare direttamente sull’anteprima di stampa, consentendo anche ai meno inclini all’uso di questi strumenti, di familiarizzarvi velocemente. Inoltre ha ideato la nuova licenza Form Edition, la nuova versione di Tex Define studiata per le aziende che hanno esigenze circoscritte e che hanno necessità di avere uno start-up molto più rapido e a bassissimo impatto di costi. Confezione maggio 2010 37 8SEMINARI vari enti aziendali coinvolti nella creazione del prodotto di avere sempre sotto controllo l’avanzamento del lavoro, di evidenziarne le fasi critiche, di valutarne i tempi di attraversamento sino ad arrivare alla gestione di un vero e proprio workflow, in grado di scandire aziendalmente i tempi di sviluppo del prodotto. «Tutto questo ci permette di annullare le distanze – afferma Sterpone – di poter sempre condividere informazioni, di poter rapidamente prendere decisioni importanti e di trasmetterle velocemente; è l’integrazione dei dati; possiamo utilizzare un unico database accessibile ovunque, garantendo la velocità ma anche l’univocità dei dati in esso contenuti». Nicola Fasolo, che in Diesel Spa si occupa di progetti innovativi di area Cad e Plm, ha offerto un macroquadro dell’esperienza di Diesel, attraverso criticità, obiettivi e punti importanti, partendo dal presupposto che la crisi si debba combattere con la volontà di far meglio, anche passando per la riorganizzazione aziendale e le nuove tecnologie, che 38 Confezione maggio 2010 In alto. Rainero Candiotto, responsabile produzione Divisione Pelletteria Gruppo Pollini In centro. Alberto Mitrani, consulente informatico e consigliere Antia Sotto, da sinistra: Mirko Zilli, Marina Picasso e Massimo Natella, rispettivamente amministratore delegato, Plm & Design specialist, e product manager di Crea Solution di Bologna incidono sull’intero processo qualitativo. «L’esperienza Plm in Diesel nasce nel 2004 con l’approvazione del progetto – afferma Fasolo –; nel 20042005 siamo partiti con un progetto chiamato Diesel Activity Planner, che prende dal workflow del Pdm e che ha l’obiettivo di gestire tutti i processi aziendali. La fase di implementazione si è avuta nel 2005-2007 e oggi più di 120 utenti utilizzano quotidianamente il Pdm. Oggi il Plm in Diesel è totalmente integrato con i sistemi informativi; da quando siamo partiti ad adesso abbiamo un processo che è molto più chiaro di prima, sappiamo dove trovare le informazioni, come usarle, con chi scambiarle e di conseguenza questo è stato veramente un valore aggiunto. È fondamentale infatti avere una visione e una storicizzazione dell’informazione che passa dalla ricerca alla struttura della collezione a tutte le varie fasi che i capi di abbigliamento subiscono. Naturalmente serve fin dall’inizio l’appoggio del board, e lo stretto coordinamento con le altre aree aziendali, in particolare con l’It». Rainero Candiotto, responsabile produzione Divisione Pelletteria Gruppo Pollini, sottolinea come il Pdm si debba confrontare con tutti gli altri aspetti che ne fanno da contorno: sistema gestionale, Mrp, Cae, Cad, Cam, e come sia indispensabile fin dall’inizio una valutazione di fondo su quali informazioni gestire, quali condividere e su chi abbia l’autorizzazione a modificarle (Pollini ha inserito il cosiddetto sistema «del semaforo» per la gestione dei flussi). «Nel momento in cui io vado a implementare un Pdm all’interno dell’azienda – afferma Candiotto –, indipendentemente dagli aspetti che sono il fulcro della gestione dati prodotto e della modelleria, è necessario valutare anche quali sono gli effetti all’interno di tutta la struttura aziendale e di tutte le informazioni. Credo che indipendentemente dagli aspetti generali della valutazione del sistema, del fornitore, del rapporto, sia indispensabile capire quale impatto abbia all’interno del sistema, quindi quali informazioni devo portare e il contatto che alla fine tutto ha con eventuali sistemi Cad, con la gestione delle informazioni e con il sistema gestionale nel suo complesso». Da tenere presente comunque, come sottolineato da Alberto Mitrani, consulente informatico, che ai fini della buona riuscita di un progetto bisogna essere certi prima di tutto che la propria infrastruttura abbia tre requisiti fondamentali: efficienza, affidabilità e sicurezza.