pdf - Crea Solution

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8SEMINARI
• di Paola Tisi
DALLA MODELLISTICA
ALL’INDUSTRIALIZZAZIONE
UN RECENTE SEMINARIO DI ANTIA HA PERMESSO DI APPROFONDIRE I TEMI LEGATI ALLA
REALIZZAZIONE DEL PROTOTIPO E DEL CAMPIONARIO, ALL’INDUSTRIALIZZAZIONE DEL PRODOTTO
E AL RILASCIO DELLE REGOLE E DELLE INFORMAZIONI TECNICHE PER COMPRIMERE
I TEMPI DI RISPOSTA AL MERCATO ED EFFETTUARE LA SUCCESSIVA GESTIONE DELLA
PRODUZIONE DEI CAPI. IL TUTTO CON L’AUSILIO DEI GIUSTI STRUMENTI INFORMATICI
di informazioni che va sotto
il nome di documentazione
tecnica del prodotto. Questa
documentazione, ovvero
l’insieme dei dati tecnici di
prodotto, rappresenta la fonte
di informazioni per assumere
decisioni sui costi dei prodotti,
sul modo di produrre, su cosa
e quanto acquistare in termini
di materiali e così via (scheda
tecnica e tabella misure,
distinta base, ciclo di lavoro,
specifiche di qualità, istruzioni
di produzione, scheda
costo, storia delle modifiche
eccetera)».
I
l prodotto e la
sua evoluzione:
dalla modellistica
all’industrializzazione:
questo il titolo di un seminario
organizzato da Antia lo
scorso marzo, che ha fatto
seguito al primo seminario,
di un anno fa, dedicato
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LA GESTIONE DEI DATI
La gestione di questi dati oggi
non è più affidata a foglietti,
carta e penna da far girare
fra i vari reparti, ma trova
importanti alleati in strumenti
informatici dedicati, come
il PDM e il PLM, acronimi
rispettivamente di Product
Data Management e di Product
Lifecycle Management.
Come hanno spiegato gli
esperti di Crea Solution, che
hanno illustrato le proprie
applicazioni per il settore (vedi
sempre alla modellistica
industriale. In questa
occasione, come sottolineato
anche dal presidente Gino
Sartena, si sono sviluppati
i temi riguardanti «quel
collegamento tra il prodotto
e il sistema produttivo
rappresentato da una serie
Gino Sartena,
presidente Antia
riquadro a fondo pagina), «un
Pdm è un contenitore di dati
sul prodotto, che può essere
costantemente consultato;
uno strumento che, se ben
«rifornito» d’informazioni, le
restituisce in ogni momento
e in ogni luogo; e che fornisce
le reportistiche a tutti i
collaboratori che hanno
esigenza di avere dati sul
prodotto unendo tutte le
informazioni di tutti i reparti»;
a sua volta il Plm «non è altro
che un’estensione del Pdm,
che scandisce anche le fasi
temporali relative al prodotto
o all’intera collezione; infatti,
mantenendo al centro i dati e
le informazioni sul prodotto,
gestisce anche il ciclo di vita
del prodotto stesso; dall’idea
e quindi dalla nascita, alla
soppressione definitiva di
quel prodotto e di tutto ciò
che a esso è connesso». Ma
le aziende conoscono bene
questi strumenti e le loro
potenzialità? Come vi si
rapportano? E quali sono stati
gli obiettivi e le criticità di
eventuali implementazioni?
Se ne è discusso in una
tavola rotonda, che ha visto
la testimonianza di alcune
aziende di prim’ordine del
panorama italiano.
ESPERIENZE
A CONFRONTO
I temi toccati durante la
tavola rotonda sono ruotati
attorno alla gestione dei dati
tecnici, «una problematica
trasversale a tutte le aziende a
prescindere dalla dimensione,
dal livello di qualità, prezzo,
mercato, ecc. – come ha
sottolineato Lorenzo Bolcato,
direttore operativo di Staff
International e consigliere
Antia – e che coinvolge
tutte le aree aziendali,
indipendentemente da dove
viene fatta la produzione».
«Nel corso degli anni le attività
tecniche hanno raggiunto un
elevato grado di complessità –
ha affermato Carlo Sterpone,
IT specialist di Miroglio
Fashion – dovuto all’utilizzo di
materiali sempre più difficili
da trattare, a un’esasperazione
del concetto di quick response
In alto. Lorenzo Bolcato,
direttore operativo di Staff
International e consigliere
Antia
In centro. Carlo Sterpone, IT
specialist Miroglio Fashion
In basso. Nicola Fasolo, che in
Diesel Spa si occupa di progetti
innovativi di area Cad e Plm
e all’internazionalizzazione dei
mercati, e in questo contesto
si sono sviluppati prodotti
Pdm e Plm per offrire un
supporto tecnico-organizzativo
alle aree tecniche aziendali».
Secondo Sterpone, il Plm
dovrebbe trovare la sua
prima collocazione all’interno
dell’area stile, dove le idee
e i relativi figurini devono
essere condivisi con l’azienda;
e fondamentale per questi
strumenti è il saper gestire
le immagini, che tra l’altro
spesso consentono di superare
le barriere linguistiche e di
terminologia. Plm quindi come
strumento che permette ai
Connettere tutte le sfere aziendali
Mirko Zilli, Marina Picasso e Massimo Natella, rispettivamente AD, Plm &
Design specialist, e product manager di Crea Solution, hanno illustrato le
peculiarità dei prodotti Crea per il settore e la filosofia che ne sta alla base,
fondata essenzialmente sulla capacità di integrare tutte le sfere aziendali.
L’implementazione di un Plm (Tex Define quello di Crea) infatti spesso parte
da una singola area, tendenzialmente dalla modellistica, dove ognuno ha
la necessità di ricevere e immettere informazioni sulla propria attività,
per estendersi presto a tutte le altre aree aziendali, creando da subito
l’interconnessione fra i reparti (compresi quelli direzionali), obiettivo principe
dell’implementazione. Ecco allora che gli obiettivi strategici ed economici
cominciano a essere in linea con le previsioni, l’azienda comincia a capire i
benefici di un Plm e nota che grazie a questo strumento riduce le imperfezioni
e abbrevia il lead time, senza più ritardi nelle uscite delle collezioni. Ma
l’utilizzo di un Plm porta anche altri benefici importanti: valorizza l’innovazione
e facilita la creazione di nuove collezioni in modo uniforme, assicura una
migliore qualità dei prodotti, abbassa i costi di sviluppo delle collezioni,
attraverso il workflow pianifica e controlla il costante avanzamento dei task,
coordina il controllo direzionale globale, pianifica e aiuta nel budgeting dei
costi prodotti/collezioni, libera da vincoli di luogo grazie alla e-collaboration
e trattiene le informazioni nel perimetro aziendale, anche nel caso il capitale
umano si sposti. Crea basa la filosofia di sviluppo della propria tecnologia
sul concetto di WysiWyg (What You See Is What You Get, ciò che vedi è ciò
che ottieni) ovvero sulla possibilità di lavorare direttamente sull’anteprima
di stampa, consentendo anche ai meno inclini all’uso di questi strumenti, di
familiarizzarvi velocemente. Inoltre ha ideato la nuova licenza Form Edition,
la nuova versione di Tex Define studiata per le aziende che hanno esigenze
circoscritte e che hanno necessità di avere uno start-up molto più rapido e a
bassissimo impatto di costi.
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vari enti aziendali coinvolti
nella creazione del prodotto
di avere sempre sotto
controllo l’avanzamento del
lavoro, di evidenziarne le fasi
critiche, di valutarne i tempi
di attraversamento sino ad
arrivare alla gestione di un
vero e proprio workflow,
in grado di scandire
aziendalmente i tempi
di sviluppo del prodotto.
«Tutto questo ci permette di
annullare le distanze – afferma
Sterpone – di poter sempre
condividere informazioni, di
poter rapidamente prendere
decisioni importanti e di
trasmetterle velocemente;
è l’integrazione dei dati;
possiamo utilizzare un unico
database accessibile ovunque,
garantendo la velocità ma
anche l’univocità dei dati in
esso contenuti».
Nicola Fasolo, che in Diesel
Spa si occupa di progetti
innovativi di area Cad e Plm,
ha offerto un macroquadro
dell’esperienza di Diesel,
attraverso criticità, obiettivi
e punti importanti, partendo
dal presupposto che la crisi
si debba combattere con
la volontà di far meglio,
anche passando per la
riorganizzazione aziendale
e le nuove tecnologie, che
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In alto. Rainero Candiotto,
responsabile produzione
Divisione Pelletteria Gruppo
Pollini
In centro. Alberto Mitrani,
consulente informatico e
consigliere Antia
Sotto, da sinistra: Mirko Zilli,
Marina Picasso e Massimo
Natella, rispettivamente
amministratore delegato,
Plm & Design specialist, e
product manager di Crea
Solution di Bologna
incidono sull’intero processo
qualitativo. «L’esperienza Plm
in Diesel nasce nel 2004 con
l’approvazione del progetto
– afferma Fasolo –; nel 20042005 siamo partiti con un
progetto chiamato Diesel
Activity Planner, che prende
dal workflow del Pdm e che
ha l’obiettivo di gestire tutti
i processi aziendali. La fase
di implementazione si è
avuta nel 2005-2007 e oggi
più di 120 utenti utilizzano
quotidianamente il Pdm. Oggi
il Plm in Diesel è totalmente
integrato con i sistemi
informativi; da quando siamo
partiti ad adesso abbiamo
un processo che è molto più
chiaro di prima, sappiamo
dove trovare le informazioni,
come usarle, con chi
scambiarle e di conseguenza
questo è stato veramente
un valore aggiunto. È
fondamentale infatti avere una
visione e una storicizzazione
dell’informazione che passa
dalla ricerca alla struttura della
collezione a tutte le varie fasi
che i capi di abbigliamento
subiscono. Naturalmente
serve fin dall’inizio l’appoggio
del board, e lo stretto
coordinamento con le altre
aree aziendali, in particolare
con l’It».
Rainero Candiotto,
responsabile produzione
Divisione Pelletteria Gruppo
Pollini, sottolinea come il
Pdm si debba confrontare con
tutti gli altri aspetti che ne
fanno da contorno: sistema
gestionale, Mrp, Cae, Cad,
Cam, e come sia indispensabile
fin dall’inizio una valutazione
di fondo su quali informazioni
gestire, quali condividere e
su chi abbia l’autorizzazione a
modificarle (Pollini ha inserito
il cosiddetto sistema «del
semaforo» per la gestione dei
flussi). «Nel momento in cui
io vado a implementare un
Pdm all’interno dell’azienda
– afferma Candiotto –,
indipendentemente dagli
aspetti che sono il fulcro
della gestione dati prodotto e
della modelleria, è necessario
valutare anche quali sono
gli effetti all’interno di tutta
la struttura aziendale e di
tutte le informazioni. Credo
che indipendentemente
dagli aspetti generali della
valutazione del sistema, del
fornitore, del rapporto, sia
indispensabile capire quale
impatto abbia all’interno
del sistema, quindi quali
informazioni devo portare e il
contatto che alla fine tutto ha
con eventuali sistemi Cad, con
la gestione delle informazioni
e con il sistema gestionale nel
suo complesso».
Da tenere presente comunque,
come sottolineato da
Alberto Mitrani, consulente
informatico, che ai fini
della buona riuscita di un
progetto bisogna essere
certi prima di tutto che la
propria infrastruttura abbia
tre requisiti fondamentali:
efficienza, affidabilità e
sicurezza.