dispacci PDM - Capitolo Italiano I.A.I.

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dispacci PDM - Capitolo Italiano I.A.I.
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PDM
il bollettino del Product Lifecycle Management - n. 95 - gennaio 2008
Editoriale
norme, alla disciplina) per metterci nell’abito di
rispettare le direttive, spogliandoci da quello di
cercare di conoscerle per il fine prevalente di
tendere ad evitarle subito dopo.
Trimestri, trienni di implementazione
Editoriale......................................... 1
Finita la cosiddetta fase di trasposizione di
INSPIRE nel 2009 si avvierà la lunga e decisiva
fase di implementazione . Sarà per noi, che
proprio allora compiremo il nostro primo
decennio, l’incipit del secondo che speriamo di
vivere tutto insieme, con i programmi triennali di
controllo previsti dalla Direttiva che ispirerà
davvero il nostro modo di realizzare. I sofferti e
intensi trimestri che ci aspettano nel difficile
2008, troveranno il riscontro della realtà positiva
nei trienni susseguenti.
Ai pianificatori, speriamo anche a quelli del
territorio che il sistema universitario comincia a
sfornare, si chiederà l’arte di muoversi nel tempo
come nello spazio, quasi assimilando le due belle
norme ISO 19107 e 19108 che ne definiscono i
due schemi di riferimento (vedere dispacci n.94).
E dovremo usare bene alcune parole, come il
trimestre mobile, la traduzione di rolling, che
potrebbe diventare rotante o circolare , come quel
rigoroso linguista che fu Piero Sraffa ci ha
insegnato con il suo prodotto circolare, cioè dal
comportamento ciclico.
All’inizio dunque di questo intenso anno
dell’interoperabilità a tutto campo dobbiamo
porci questo problema, guardare ai mesi che
scorrono nella trasposizione , pensando agli anni
successivi di implementazione ; l’equazione
rivoluzionaria sarà pressappoco: un mese per ogni
anno. Abbiamo un mese del 2008 per seminare i
frutti di un anno nel decennio successivo.
Non per fare un semplice cambio di scala,
come tutti i software del GIS, ma per sapere che
alla fine i conti devono tornare. E quanto sarà
anticipato sarà nel bene comune.
Il problema vero è che dobbiamo cercare di
cambiare un po’ il nostro costume, divenire un po’
più scandinavi (in termini di educazione alle
Trimestri, trienni di implementazione .........1
Tema del mese ................................. 2
Ciclo di vita uniforme per tutti ...................2
Unicità condivisa.......................................................2
FMU in per il macchinario ......................................3
BIM per la fabbrica...................................................3
GIS per l’area industriale .........................................4
Rischio integrato .......................................................4
Angolo degli standard ...................... 5
Costruzioni metalliche servite d’impianti....5
Regole di comunità .......................... 5
ProSTEP: per pensarci due volte ................5
Comitologia italiana per INSPIRE..............5
Orchestra: l’armonia del consorzio.............6
Prodotti............................................ 6
Delmia PLM Express ...............................................6
SANY: sensori ovunque...........................................7
Sensore per l’uomo ...................................................7
AMD Phenom con OverDrive ................................8
Soluzioni.......................................... 8
Ingegneri e sviluppo sostenibile .............................8
Corsi e tutorial da CityGML...................................8
Lavorare nell’ICT con Assintel..............................9
Teamcenter il cancello che apre a SAP.................9
Eventi / Incontri ...........................10
Con MindSh@re al CASD ....................................10
TC di OGC a Potsdam e DGI Europe 2008........10
20° World Computer Congress da Milano .........10
Infosecurity Storage Tracking: con Assintel......11
Significato di una e -partnership.....11
Il piano tematico rolling 2008 ........12
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Utilizzando poi tutti gli strumenti di didattica
innovativa, della convivenza internazionale, …
cercando di essere (ci si passi l’espressione di
INSPIRE) tutti transfrontalieri, ma non solo nel
varcare le Alpi del veniente Fréjus o nel vetusto
Sempione, velocemente a terra, ma anche nel
balzare dal Mediterraneo al Baltico, per mutuare
le similitudini del Po e dei grandi fiumi che
sfociano nel mare del Nord. Magari sospinti anche
da qualche riflessione sui cantieri navali. Per
esempio questa, che anticipa il Tema del mese.
Le costruzioni industriali appaiono meno
distanti da quelle civili se fra le prime si sceglie il
cantiere navale come esempio. E non a caso si
parla di cantiere per entrambi. Visitandoli nella
storica Monfalcone o nell’emergente anconetano,
giova orientarsi, quando la stazza è ragguardevole,
a cercare come gli uffici di progettazione si siano
attestati sulla base della chiglia, che nasce prima,
se addirittura non è quella preesistente che si
riutilizza in una trasformazione, pur radicale. Si
vedono ancor spesso molte carte muoversi con gli
uomini, ma si pensi comunque alla stazioni di
lavoro che le sostituiranno; e c’è già chi se le
porta appresso, quasi sempre aperte.
Proprio come nel cantiere civile; e l’esempio
potrebbe andare, emblematico, alla fabbrica di
Morbegno (poco oltre fine del Lario) dove fatta la
portineria per controllare tutti gli accessi, fu
spontaneo trasformarla nell’ufficio preposto
progettazione esecutiva, realizzazione, controllo
della fabbricazione che non a caso fu compiuto a
tempo di record in un anno ed un giorno (per la
pignoleria dell’ingegnere industriale).
Lì madre natura aveva pensato a rendere
disponibile la vista di un sistema territoriale autoinformativo dove l’Adda aveva ampi spazi di
scorrimento, perché la ghiaia fosse un sedimento
ben assestato ed incredibilmente uniforme e
protetto. Una valle larga, protetta, sicura come il
più riparato dei golfi. La valutazione dell’impatto
ambientale poteva porsi, per chi l’avesse voluta,
oltre dieci anni or sono, come una splendida
esercitazione manzoniana nell’aula del “cielo di
Lombardia, così bello quando è bello”.
Ma il nostro obiettivo è quello di investigare
sulle realtà più complesse, più a rischio, più
problematiche; e guardare molto avanti nel tempo,
pensando all’acqua, all’energia, all’ambiente, ma
soprattutto all’interoperabilità fra i tre modelli:
industriale con l’FMU del macchinario con tutti
gli impianti; civile con il BIM molto smart della
fabbrica (parola che useremo con la versatilità del
cantiere, e non solo nel pensiero di quello del
Duomo di Milano, città centrale del 2008) e con la
stessa flessibilità del prodotto fabbricato;
ambientale con il GIS della nuova geografia che
ci auguriamo possa formare la nuova cultura di
tutti al più presto con il supporto dei partner OGC
ad affiancare IAI Italia sul modello GIS di ESRI.
Ma la novità è FareAmbiente, il movimento
ecologista che sta per avviare con la sua
delegazione lombarda il Laboratorio verde , forse
a ridosso del Monte Marzio degli Sraffa, presso il
centro Koren, favorito dalla larga banda che
l’Amministrazione provinciale di Varese, tramite
la controllata MCM, ha portato fin lassù. Sarà
fruibile proprio dal giorno in cui questo n.95 verrà
inoltrato.
E il 2008 sarà allora l’occasione per riprendere
i complementi PDM trimestrali, bilingue, dove la
sigla sta per Planetary Development Monitoring,
come fu nel 2003; e si spiega da sé.
Tema del mese
Ciclo di vita uniforme per tutti
Unicità condivisa
Dunque FMU (il mock up funzionale del
prodotto nell’industria) BIM (il modello del
fabbricato) e GIS (il sistema geografico) si
riferiscono a 3 prodotti che vivono lo stesso ciclo
attraverso le stesse fasi unificate, uniformate; che
la coerenza con il piano editoriale ci fa affrontare
insieme. E per il n.95 saranno il macchinario,
l’opificio, il territorio di una zona industriale.
L’esame dei 3 modelli in modo integrato, grazie
all’interoperabilità ci semplifica la visione delle
fasi del ciclo di vita, uniformandole.
Le dieci fasi comuni a tutti cominciano con la
formalizzazione del bisogno, della domanda, cioè
la cosiddetta definizione dei requisiti, poi
l’ingegneria compatibile o concettuale , quindi lo
sviluppo del progetto coerente con la tecnologia
fruibile, coprente il progetto del prodotto.
La validazione digitale è la fase in cui il
modello di prodotto e di processo sono esplorati
con il massimo impiego di un’interoperabilità
affidabile e consolidata. Quarta e settima e decima
sono quelle fasi che meglio consentono di
misurare l’effettiva eccellenza del progetto vista
con il rigore dell’ICT più avanzata. Il piano di
fabbricazione, evidentemente poggiante su
fornitori di prodotti e prestazioni qualificate, è la
quinta, cui segue l’esecuzione in produzione , il
facere dei latini, centrale per la storia e focale per
la cultura economica: è la produzione di Sraffa.
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La settima, digitale, è il controllo di qualità cioè
il test di prodotto, sviluppato in rete dovunque si
intenda farlo, dopo il travaglio del just in time
degli anni novanta. Segue il processo logistico di
vendita e distribuzione, che prepara l’esercizio e
manutenzione (nona fase) garantita a coprire tutta
la vita, già sapendo prima come avverrà poi lo
smantellamento col riciclo, noto simulabile e
digitale, ultima fase pronta per ripercorrere un
nuovo ciclo.
razze e le figure, apre spazi per attività rilevanti da
studiare, con differenze ulteriori.
Se oggi si dispone in largo anticipo del mock
up funzionale di molte autovetture che saranno sul
mercato fra tre e più anni, la moda aspetta l’ultimo
istante soprattutto per gli articoli stagionali per
presentarsi con opzioni innovative.
La montabilità di navi o aerei, componendo
parti finite in stabilimenti sparsi nel mondo può
comportare interpretazioni e sviluppi del ciclo di
vita in modo diverso dal rigido schema che
abbiamo rintracciato, che comunque rimane il
modello didattico di base per tutti i prodotti,
interpretando l’interoperabilità meglio compiuta.
Esprimiamo qui la convinzione che tali
varianti, appena accennate, sono forse più
pregnanti dell’applicazione alle fasi generalizzate
dei tre settori: dal DMU / FMU al BIM o al GIS,
(nella sequenza storica) che giusto ora andiamo a
dire dove precisione , tolleranze , aggiustamenti
assumono caratteristiche di normalità.
FMU in per il macchinario
Il programma editoriale (vedere la pag.12 del
n.92) ci affida il macchinario, cioè il prodotto che
sostanzia il processo produttivo, e che oggi si
sviluppa con un forte livello di automazione; e
dove la lavorazione può essere la stessa in molte
catene del valore di processi di settori diversi,
oltre che interessare in modo interdisciplinare la
fornitura di parti di provenienza diversa. I sedili,
cioè le sellerie dell’auto, comportano aperture
verso il tessile o la plastica; così come la
cantieristica navale non può prescindere
dall’arredo con le cabine, che ben poco si
differenzia da quello delle case di comunità,
soprattutto per i servizi e gli impianti della
demotica migliore.
E a proposito di industria possiamo anche
aggiungere che la nostra semplificazione in 10
fasi penalizza la iperspecializzazione della moda
del vestire, ma anche l’estetica dell’auto cioè il
suo styling oggi esasperato negli optional e nelle
personalizzazioni. E, per converso, può essersi
resa inutilmente più frazionata la banalità di un
impianto di servizio di riscaldamento o
condizionamento, con le condutture nascoste.
D’altronde le 10 fasi esposte sono quelle che
l’industria ha consacrato in tanti suoi settori; e che
ProSTEP (auto) ha garantito nello sviluppo
normativo insieme a PDES Inc. (avio) e altri
benemeriti per ISO. E giova ricordare che sono in
continua evoluzione migliorativa. Sicurezza e
rischio imprenditoriale, per esempio, impegnano
gli accorti tedeschi (vedere Regole di comunità)
che per i conseguenti diritti hanno inteso stabilire
il concetto di doppio passaggio (two-step)
decisionale, per pensarci meglio. Analogamente,
tornando alla moda, potrebbe essere citate le
sottofasi, dove la progettazione estetica, anche
cromatica in tutte le nuance di colore del tessuto,
ed estesa a fibre, e agli accessori. E la stessa
vestibilità del capo, considerata attraverso la
personalizzazione a livello globale per tutte le
BIM per la fabbrica
Il progetto di un fabbricato industriale,
incorporante il macchinario, cioè gli impianti
produttivi attrezzati per l’esercizio, ed inserito nel
contesto ambientale in coerenza con il piano
territoriale che ne ha determinato l’edificazione,
rappresenta forse l’esempio meglio compiuto di
interoperabilità fra i modelli. Vediamolo, per la
coerenza con il piano editoriale, ma con due
considerazioni a commento.
La prima è relativa in generale allo sviluppo di
modelli standard; mentre la seconda è più
specifica della situazione in Italia. Gli esempi
ricorrenti che possono qualificare la prima forse
sono l’impianto di Sindelfingen della Mercedes,
come si usava chiamare la Daimler (vedere
dispacci n.88), e quello, più sopra sottinteso, di
Morbegno, che seguimmo nella continuità del
suo rapido procedere (vedere dispacci n.i 45 e 50).
Ma ora la proposta è quella di formalizzare un
progetto che, partendo da IFC (le Industry
Foundation Classes del BIM) e dai prodotti
certificati al secondo livello, lo immetta nel
sistema, come a dire riprogettandolo in modo
digitale per futuri riusi. I concetti che hanno
ispirato la sua flessibilità, cioè il suo potersi
adattare a cambiamenti radicali nelle linee di
fabbricazione e nei modelli di prodotto, ne fanno
un esempio che può lasciare tracce testimoniali,
educare le imprese nazionali, i loro tecnici ed il
mangement, ma più in generale il mondo degli
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enti pubblici e degli atenei a formare una base
cognitiva che possa favorire la partecipazione
italiana a gare d’appalto nel mondo. Ma anche a
suscitare interesse per la costruzione di opifici in
industriali in Italia. Un esempio destinato ad
essere monumento all’industria, all’ingegneria
della fine del 900.
Ci sovviene spesso la considerazione che la
Cassa di Previdenza ed Assistenza di Architetti e
Ingegneri italiani, sagace nell’individuare le
migliori opportunità di investimento, e per lo più
nel settore immobiliare, non abbia in questi anni,
ma nemmeno in altre circostanze, mai fatto
investimenti in fabbricati industriali: non c’è
mercato decente. Ne abbiamo sempre sospettato il
motivo ( vedere dispacci no. 66).
I nove mesi che ancora ci separano dall’evento
suggeriscono l’ipotesi di una riflessione comune ,
approfondita, che avrà i suoi momenti topici nelle
attività che, dopo la full immersion del n.94 ora
prosegue per il difficile, impegnato, intenso 2008,
numero per numero, pagina per pagina, sotto
l’egida dell’interoperabilità che, lasciatecelo dire
ancora una volta, era presente, definita,
incoraggiata già nel n.1 dei dispacci, quando
correva il gennaio 2000.
Rischio integrato
Il riferimento ad un modello unitario di una
fabbrica in senso generale nell’habitat condiviso
con l’uomo, porta alla riflessione generale della
centrale atomica, come fabbrica di energia, che
parte dal combustibile come componente solido
(la barra radioattiva) e pretende un monitoraggio
continuo del suo ambiente.
Ma lo stesso nostro ambiente può essere
considerato come la fabbrica dei nostri rifiuti
estesa a tutto il territorio; che può essere
circoscritto come l’area di Brescia se brucia i
rifiuti che raccoglie per produrre energia dal
termovalorizzatore; oppure estesa quanto la
protervia di coloro che spandono i rifiuti nel
territorio più disperso e meno controllato o li
inoltrano verso percorsi clandestini anche
internazionali.
Avere un modello integrato di riferimento
vuol dire disporre dello strumento, esclusivo e
moderno per vedere, misurare, simulare,
governare il rischio globale per la comunità
intera. E naturalmente, prolungando la scala dei
tempi di riferimento pervenire ad un monitoraggio
ambientale reclamato da tutti. E i movimenti di
opinione vanno a completare la schiera dei
portatori
di
interessi,
ponendosi
come
stakeholder in grado di esprimere un peso, anche
politico, che merita attenzione.
Ed è proprio di questi tempi anche il
manifestarsi e prendere consistenza a livello
nazionale
di
organizzazioni
come Fare
Ambiente, che testimoniano nella felice sintesi di
due parole la volontà del primum facere ed il
responsabile rilievo dell’ambiente: ci chiediamo
che peso potrebbe avere un tale impegno se
supportato dal valore scientifico del modello
territoriale geografico integrato, interoperabile
per insegnare a tutti la nuova geografia della
formazione permanente, a distanza.
Così nasce il difensore etico, o civico, del
territorio, dell’ambiente.
GIS per l’area industriale
Sta prendendo forma e corpo in noi l’idea di
sostanziare il modello della nostra geografia
territoriale attraverso la fabbrica in cui viviamo,
che importa derrate alimentari e prodotti di
consumo ed esporta rifiuti ed altri manufatti,
impregnati di scorie e di gas tossici. Dobbiamo
imparare a gestire tutte le trasformazioni che
induce, anche quelle neglette per il passato e
svilite dall’ignoranza. Se fu giusto parlarne, ora è
necessario agire, decidere. Lasciare perdere chi
blatera e proporre soluzioni a che decide; e
partecipare alle decisioni, soprattutto alle scelte
che possiamo contribuire a documentare ed i
processi che possiamo aiutare a sostanziare, anche
attraverso leggi idonee. Dunque il contributo di
università e ricerca, abbinato a quello di imprese
e professionisti, recepito dai governi locali che
sappiano esprimere volontà costruttiva con umiltà
e desiderio di collaborare. Senza confusione di
ruoli ma con volontà di costruire, senza criticare:
cercando ciò che unisce assai più che ciò che ci
divide. Da stakeholder coscienti su mete comuni.
Ribadiamo l’opportunità: non è né inutile né
sconsigliabile proporre che in occasione di WCC
a Milano per il suo 20° appuntamento, che il tema
fosse riproposto soprattutto da parte di coloro che
vedono l’impatto ambientale del modello di
fabbricato, e cioè da un lato l’Open Geospatial
Consortium e dall’altro il capitolo italiano di IAI.
L’incontro, citato e conclamato a Stresa, è servito
molto, anche perché chi lo guidava ha voluto
penetrare tutte le sessioni del dibattito, e chiedere
ai partecipanti di OGC, se e come conoscessero o
convivessero con le strutture locali di IAI,
l’interoperabilità del fabbricato.
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Angolo degli standard
Regole di comunità
Costruzioni metalliche servite d’impianti
ProSTEP: per pensarci due volte
Riflettendo sul fabbricato, metallic o per
semplificare, completo degli impianti di HVAC
ed elettrici, calato nel contesto ambientale, si
vuole qui provare a verificare le possibilità di
rendere interoperabile il modello, sfruttando le
norme ISO 191** e ISO 10303 nella stessa
struttura ambientata nella sua geografia, mentre il
pensiero corre (con vana nostalgia, vedere
dispacci n. 93) alla sede congressuale che ospita a
Montecatini Terme i convegni ricorrenti nella città
del liberty, nel cuore della cosiddetta Svizzera
toscana (pesciantina), che tanto ricorda il cuore
dell’Insubria, caro alla memoria della famiglia del
pisano Angelo Sraffa.
Proviamo a tracciare l’elenco delle parti che
muoveremmo come pedine sulla scacchiera di
questo gioco, partendo da STEP, per provata
consuetudine, con l’impegno di calare la verifica
in un contesto operativo nei mesi avvenire.
L’ipotesi non è senza costrutto, perché sarebbe
interessante per esempio, in un’aula attrezzata al
BEST o ad astronautica alla Bovisa, per riferire di
due sedi del Politecnico di Milano, dividere i
discenti in due gruppi e dotarli dei rispettivi
strumenti perchè possano scambiarsi dati
costruttivi e informazioni geografiche. Ciò che si
dovrebbe poter fare non all’interno dei prodotti di
Autodesk o Bentley, bensì da questi come BIM
verso il GIS di ESRI, potrebbe essere controllato
attraverso le 191.
Oppure in alternativa partire dal modello
territoriale di Google con Windows Internet
Explorer.
Forse potrebbe essere sufficiente partire dalla
ISO 19115, la norma base per i metadati, magari
al livello 19115-2 dovendo coinvolgere l’imagery
(che noi traduciamo come semplici immagini o
rappresentazione per immagini) completandola
con la ISO 19139 relativa all’implementazione
dello schema XML per i metadati.
E dal fronte STEP l’impronta del BCCM, il
modello core di costruzione del fabbricato (ISO
10303-106) dovrebbe completarsi con gli
applicativi AP noti: 230 per la cornice strutturale
in acciaio, 228 per l’impianto HVAC di
riscaldamento e condizionamento (magari
lasciando perdere quello elettrico, più banale) ma
forse provando la 227, cioè la configurazione
spaziale del fabbricato, che potrebbe diventare
centrale per l’armonizzazione complessiva.
Raramente la compatta comunità di ProSTEP
si è trovata di fronte ad un nuovo problema come
si sta verificando per l’Enterprise Rights
Management (ERM) la giovane tecnologia che
attraverso tutta l’impresa estesa tende a
controllare la gestione dei diritti nello sviluppo del
nuovo prodotto, per favorire la migliore
integrazione fra partner, fornitori e clienti. Lo sta
facendo all’interno di un gruppo di lavoro, sorto
sotto la sigla SP2 (vedere dispacci n. 90) per
analizzare i processi creativi per prodotti sicuri,
in tutto, anche nei propri e altrui diritti.
Raramente le aulette per la comitologia sono
state così densamente affollate dai membri
partecipanti come in queste occasioni. E si tratta
di condurre sperimentazioni concrete su casi vivi,
scelti come soluzioni pilota di test. Trovandosi di
fronte a problemi di consistente complessità,
acuiti dalla partecipazione intensa di tutti, è stata
scelta una strada di approccio a due stadi: STEP
si muove a passi-doppi (two-step).
Certamente la sperimentazione lascerà una
traccia, non sarà un esempio isolato. Si vedono
abbinati i due livelli di alcune organizzazioni
similari, ma c’è anche la positività di saper fare
bene due passi uno dietro l’altro, di seguito. Se
dunque il doppio passaggio di certificazione ai
due livelli di IFC per il settore delle costruzioni, il
cosiddetto BIM o buildingSmart (vedere dispacci
n. 92), invita a fare confronti, la convergenza su
Darmstadt, pur con frequenza trimestrale, lascia
subito impronte ficcanti. A febbraio potremmo
riparlarne.
Comitologia italiana per INSPIRE
Il vincolo dei prodotti fruibili, almeno in parte,
attraverso il citato corso del BEST sul BIM, e la
scelta semplificatrice del ricorso a ESRI per il
doppio autorevole ruolo di partner principale e
strategico di OGC e di costruttore del modello
territoriale lombardo, ci hanno fatto abbandonare
l’impronta
istituzionale
che
deriverebbe
comunque dal coordinamento di am^fm, come
referente nazionale dei sistemi informativi
geografici, ma soprattutto come interlocutore
diretto per lo sviluppo della direttiva INSPIRE.
Lasciamo che un comitato di supporto tecnico
si renda disponibile in ruolo sussidiario per
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favorire il rispetto delle scadenze e la qualità della
proposta legislativa, senza sostituirsi né
prevaricare nessuno, ma sapendo fare rete in
modo valente. Il principio di sussidiarietà ha
determinato il formarsi di alcuni partiti guida
nell’Europa nascente dei nostri padri fondatori; ed
ha sostanziato l’etica del fare politica fra i diversi
livelli di potere e di assunzione di responsabilità.
Favoriamone la formazione dalla base, con il
darsi competenze e responsabilità in coerenza con
la domanda, valutata serenamente.
Rappresentanti delle professioni e delle
imprese, esponenti qualificati per la competenza
scientifica nel mondo delle università,
rappresentanti dei poteri pubblici locali nati per
servire più che per servirsi, dovrebbero essere i tre
piloni portanti per reggere l’impalcatura della
fabbrica. Potrebbero agire attraverso le istituzioni
di cui fanno parte, o di quegli altri enti che sono
nati con gli obiettivi comuni. ASITA (vedere
dispacci n. 81) come federazione di associazioni
potrebbe essere un bacino di eccellenza; il
capitolo italiano di IAI per sé e per la storia, breve
e recente, dei suoi componenti, e i membri di
OGC (vedere dispacci n.94) cioè la decina
accreditata dall’Italia, che qui riprendiamo: ESA
(lo spazio), FAO (le Nazioni Unite), JGR Ispra,
UE), l’Università di Firenze da Prato, il
Politecnico di Milano, l’IMAA del CNR, oltre ad
operatori tecnici direttamente coinvolti. Ed il
Labsita della Sapienza di Roma, cioè am^fm per i
sistemi geografici, quindi ASITA, appare il
riferimento centrale di spicco.
fattispecie fra i 14 membri, attuali componenti,
fra cui Atos Origin) e alla ricerca, speriamo
convinta, di ciò che unisce. L’incontro ha
affrontato la complessità degli interventi correnti
(INSPIRE, GMES, GEOSS), rimbalzando fra
sfide e soluzioni, fra prospettive dell’ICT
(l’architettura SOA è stata padrona) e visioni
degli utenti, fra sessioni plenarie e dimostrazioni
continue su cinque casi pilota.
Chi si fosse posto l’obiettivo di vedere e
vivere i casi più significativi di incendi forestali o
di allagamenti diffusi occorsi in Europa sarebbe
stato interamente appagato. E avrebbe tratto la
convinzione che l’interoperabilità è sì questione di
prodotti e servizi, di modelli e di software, di
competenza e di educazione, ma anche di volontà
cosciente di fare sistema e vivere con grande
reattività. Orchestra al mattino ha incentrato le
demo su “servizio di accesso alle catene di
servizio” evidenziando la duplicità del concetto
della parola chia ve della SOA. Al pomeriggio le
demo hanno mirato ai concetti di geoprocessing
distribuito e di mappatura dello schema per
passare dal dispositivo al servizio.
L’accoglienza del consorzio OGC a Stresa,
ha così consentito ai partecipanti di conoscere un
altro consorzio, associato, Orchestra appunto, che
il nome avrebbe quasi potuto far confondere con
quello di una sala di albergo, scelta per ospitare
una sessione. Siccome si potrebbe essere
determinato un tale equivoco, ne abbiamo
accennato qui. E torneremo sui suoi associati
europei per mettere luce nel complesso panorama
delle fruibilità, che a gennaio potranno portare a
Londra per il DGI Europe 2008 (vedere Incontri
/ Eventi) poi a Potsdam per il prossimo TC OGC.
Orchestra: l’armonia del consorzio
Il 12 dicembre Stresa ha ospitato il giorno di
Orchestra, sponsor con lo storico Joint Research
Group (JRG) di Ispra e dell’UE dell’evento
focalizzato sul meeting del Technical Committee
di OGC. Il logo è l’elaborato acronimo di Open
Architecture and Spatial Data Infrastrucutre for
Risk
Management,
che
semplifichiamo
concentrandolo sul rischio spaziale. Un tema che
oggi impressiona e preoccupa, dopo i disastri,
diffusi o concentrati di questo sfortunato biennio,
ma anche per tutto ciò che il lungo periodo ci
riserva nel processo degenerativo che forse a Bali
ha trovato uno stop efficace, più meditato e
attento rispetto alla Kyoto che troppi grandi (Cina
e USA in primis) avevano snobbato.
E il logo Orchestra sta comunque bene per
qualificare il consenso che sostanzia questi
consorzi, che puntano alla solidarietà (nella
Prodotti
Delmia PLM Express
Più volte abbiamo scritto che l’Italia è il paese
del manufacturing: qualunque cosa si produca, dal
calice di vetro per il brindisi natalizio in Val
d’Elsa al bullone nel Comune più settentrionale
della Provincia di Milano, si è anche in grado di
produrre il macchinario per formare il bicchiere o
stampare il bullone. E in questo numero che il
piano editoriale assegna al macchinario il tema del
digital manufacturing acquisisce particolare
rilevanza
Il problema non è sempre di facile soluzione
per la complessità del software CAX correlato,
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fungibile in logica PLM per coprire il ciclo di vita
del prodotto, soprattutto per le imprese minori che
nel settore sono la maggior parte. In questo
contesto si colloca l’annuncio di Delmia PLM
Express, che ha come target le imprese con 5-50
dipendenti, variamente posizionate nella catena
del valore, e non sempre in grado di dotarsi di
soluzioni semplici e accessibili. .
Dassault Systemes, proponendo Delmia PLM
Express, guarda proprio alle piccole e medie
imprese con una proposta modulare che offre il
pregio della scalabilità, assecondando le esigenze
e le priorità aziendali di ritagliare i granuli o
moduli di Delmia che meglio corrispondono alla
domanda, favorendo poi lo sviluppo successivo e
la copertura progressiva di varie fasi del ciclo di
vita del prodotto. E l’impresa minore che se ne
serve, può accedere con prontezza a nuovi
mercati, collocarsi a servire più catene del valore .
E sappiamo che nel macchinario questo problema
è all’ordine del giorno, perché molte parti di
macchinario e impianti (elettronica, azionamento,
montaggio, finitura, attrezzaggio, confezione, … )
possono appartenere a più filoni.
Naturalmente si presenta anche il vantaggio di
accedere direttamente alle soluzioni PLM di
Dassault (ved. dispacci n.86, 93) con un’apertura
totale a 360° con implementazioni pienamente
rispondenti all’interoperabilità per gli sviluppi
futuri, attraverso un investimento lungimirante e
pianificabile nel suo sviluppo anche di medio e
lungo termine.
perché ha scelto il modello di Orchestra come
base per la cornice strutturale del progetto (vedere
più sopra Regole di comunità).
I risultati attesi, che possono indurre alla
riflessione i lettori, sono: un’architettura SOA
standard per la rete dei sensori ambientali; la
diffusione di servizi “plug and measure ” per
condividere le misure in modo spontaneo in rete
virtuale; un ambiente per accedere ad
informazioni e servizi di GMES basato
sull’architettura di Orchestra; un supporto
decisionale per servizi di fusione di dati di fonti
diverse; e la dimostrazione dei risultati in tre
domini ambientali, caratteristici per il rischio. Per
questi ultimi si tratta in particolare dei fenomeni
meglio esplorati: il monitoraggio della qualità
dell’aria, i rischi di allagamento dal mare, i rischi
imprevedibili o geo-hazards.
Una conclusione che potrebbe trarsi per il
Sistema paese è che, non appena il gruppo di
lavoro tecnico che proponiamo, sarà costituito, si
ispiri alle logiche di questi due consorzi
(Orchestra e sany) per meglio avere riferimenti
operativi nell’area europea, sotto l’egida
coinvolgente di OGCE, pensando al seme gettato
a Stresa.
Sensore per l’uomo
La cosiddetta internet delle cose, cioè
l’identificazione in radiofrequenza o RFID, apre
gli spazi più ampi per il monitoraggio di tutti gli
esseri viventi nei tre mondi della natura (vedere
dispacci n. 91); mentre la notizia appena ripresa
sui sensori ci orienta la tema del mese ed
all’impegno di questo intenso 2008 attraverso il
riferimento al consorzio S@NY.
Pensando al tag, che tende progressivamente a
sostituire l’etichetta con il codice a barre (bar
code) è venuto spontaneo pensare al cerotto come
supporto per applicare all’uomo il sensore per
monitorare il suo stato di salute, in modo evoluto:
eseguendo elettrocardiogrammi e misurando tutti i
parametri cardiaci, come terminale wireless per
la telemedicina, attivo 24 ore su 24.
Quaranta pazienti ne saranno dotati per
connettersi da casa con il medico curante.
Si tratta del progetto WASP (Wireless
Accessible Sensor Population) di un’insigne
fondazione pavese, finanziato dall’Unione
europea. Un minuscolo laboratorio cardiologico,
che funge da terminale periferico di una rete di
assistenza distribuita per tutti i pazienti, si
SANY: sensori ovunque
Uno dei progetti del 6° programma europeo,
che qui giova considerare è quello relativo ai
sensori per la gestione dei dati territoriali. Il logo
S@NY sta appunto per Sensors Anyway ed è
gestito come consorzio fra 14 imprese in
rappresentanza di ben otto Paesi europei (sette
comunitari e la Svizzera associata) fra i quali
manca l’Italia.
Focalizzato sull’interoperabilità, la considera
sia fra i sensori in situ che fra quelli in rete. Anche
OGCE ne è membro insieme a quattro
amministrazioni pubbliche, tre università, due
centri di ricerca e due imprese minori. La
configurazione viene proposta sia per fornire un
ulteriore campione di consorzio in un momento
propositivo per l’Italia, sia per testimoniare il
ruolo pregnante della comunità dei Paesi sui
problemi generali dell’ambiente. Ma anche
7
dispacci
PDM
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presenta come una testimonianza puntuale di
ingegneria sanitaria, e di integrazione fra modelli
interoperabili di sistemi che assistono l’uomo
dovunque nello spazio del suo territorio.
dello sviluppo sostenibile . E l’impegno intende
radicarsi su tutte le strutture locali dei Consigli
provinciali e delle Federazioni regionali, già ora,
su ambiente, sicurezza, energia. Non abbiamo
avuto la possibilità di essere presenti per
testimoniare della fruibilità degli strumenti per
fare questo oggi attraverso i sistemi informativi
geografici come strumenti basilari, ma ancor più
di assumere un impegno specifico attraverso il
coinvolgimento nella direttiva INSPIRE nella sua
critica fase di trasposizione, e scatenare nel modo
migliore le proprie potenzialità.
Comunque lo faremo presto in due opportunità
che toccano due istituzioni milanesi: l’Ordine
degli Ingegneri e il Politecnico; per poi riferirci a
Comune e Regione attraverso gli assessorati
competenti. Il 24.1 per preparare agli esami di
Stato a Palazzo Serbelloni sfrutteremo il tempo
concessoci per dire delle leggi e norme nel settore
dell’informazione per qualificare la professione, e
lasceremo (a chi le gradisce) le slide della nostra
proiezione per il migliore e più libero riutilizzo.
Poi nei venerdì di febbraio nelle otto ore che il
BEST ha messo a disposizione (vedere dispacci n.
94) vedremo di circostanziare la presentazione del
TC 211, delle norme 191**, della direttiva
INSPIRE, dell’impegno di OGC in Italia.
E fra le tante aspettative che a Milano stanno
fermentando intendiamo direttamente focalizzarci
sull’impegno per la biblioteca europea, come
quello più radicale e meglio trasferibile per
sviluppare, centrandolo sul modello territoriale,
un approccio culturale organico e convissuto,
magari partendo dalla formazione dei formatori,
in tutti gli ordini di scuole, perché è la geografia
che interessa scolari e studenti, fino all’impegno
verso la Provincia per i corsi della media
superiore.
AMD Phenom con OverDrive
La sintesi del titolo evidenzia il proprietario
(Advanced Micro Devices) dei logo del
processore (Phenom) e del software (OverDrive)
che lo valorizza. La combinazione innovativa
viene proposta ad un mercato che si va sempre più
sovrapponendo fra PC e stazioni di lavoro di alte
prestazioni, con soluzioni di grafica evoluta (il
mondo della realtà virtuale è un utente rilevante),
ed elettronica di consumo, sempre più orientata al
prorompente settore dei video giochi.
Risalta ancora di più il ruolo del partner di
canale che assiste le società produttrici, come
avviene nella progettazione architettonica fra le
varie soluzioni CAD, BIM, GIS all’insegna
dell’interoperabilità fra i relativi software, che
pur non incoraggiata dai produttori, trova nei
dealer delle competenze plausibili, talora
risolutrici (vedere dispacci n. 71 per Autodesk, ad
esempio).
Ma se il dealer di Autodesk può essere attivato
per realizzare soluzioni integrate, nel mercato
AMD invece è opportuno che il partner di canale
(che viene a coprire anche il mondo Microsoft,
essendo OverDrive una utility di Windows) sia
ben accorto nel discriminare il mercato degli
utenti finali, cosiddetti tradizionali, di area
tecnica, e quelli dei videogiochi.
Anche in questo caso AMD lascia al singolo
partner di canale di scegliere l’itinerario di
personalizzazione per assistere il cliente. E
l’obiettivo della ricerca esasperata delle
prestazioni ottimali deve essere considerato con
cautela.
L’ultimo processore presentato da AMD è il
quad-core Phenom 9600 Black Edition con il
controllo Clock Multiplier ed il software
OverDrive, la utility più completa di Windows.
Corsi e tutorial da CityGML
Forse è la prima volta, mentre ci avviciniamo
al n.100 ed abbiamo superato le 1000 news
selezionate, che parliamo di corsi nella rubrica
delle Soluzioni, coerentemente al nostro disegno
strategico di portare all’impresa estesa le soluzioni
per poter interoperare su modelli virtuali digitali
per tutto il cic lo di vita del prodotto
Lo facciamo per alcune soluzioni di tutorial e
corsi perché si tratta di prodotti formativi
rispondenti agli standard delle specifiche di
OGC (vedere dispacci n.94) nella forma di Best
Practice, riconosciute dal TC di OGC a Parigi
nello scorso settembre, durante il meeting che ha
Soluzioni
Ingegneri e sviluppo sostenibile
L’impegno del CNI dopo Agrigento si legge
chiaramente nel comunicato finale, quando si
proclama il 2008 anno dell’Ingegneria al servizio
8
dispacci
PDM
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preceduto quello di Stresa. Il proponente
CityGML ha indicato la versione 0.4.0 del
prodotto omonimo che presenta i modelli 3D
virtuali di città, la base per l’interoperabilità
BIM-GIS dei modelli territoriali urbani, quelli di
cui tutte le commissioni edilizie, preposte ai
processi di rilascio delle licenze di edificazione,
dovrebbero disporre per analizzare con proprietà
nel contesto ambientale, potendole mostrare alla
discussione dei cittadini (quindi, al difensore
civico del territorio, che li rappresenta nel nostro
utopico disegno).
E si tratta di moduli educativi già irradiati in
rete dal sistema accademico tedesco secondo lo
schema applicativo XML. Il visualizzatore
Aristotele di GML ne consente l’analisi in rete.
Riporta alcuni immagini di città degli USA ed
è stato già presentato anche in Cina (ad Urumgi)
in forma di tutorial come strumento di
aggiornamento dei data base geospaziali con
immagini.
Certo è che potrebbero essere la base per
accompagnare la crociata di INSPIRE che,
abbinando l’impegno del gruppo di lavoro
emergente ed il supporto della competenza del
sistema tedesco, si vorrebbe lanciare per i
trimestri avvenire verso WCC2008. OGCE ed
capitolo italiano di IAI possono essere la risorsa
per coagulare le competenze, accorpando i tre
mondi ormai riconosciuti: enti pubblici locali,
università qualificate, imprese di profilo diverso
(professionisti compresi, singoli e associati).
Premesso che il lavoro femminile è ancora
ben lontano dalla parità (e dall’incidenza delle
lauree in ingegneria dell’informazione), potrebbe
giovare un parallelo per complemento e non certo
per confronto con quello dei laureati in
ingegneria, ed in generale con l’indagine, ormai
in fase di imminente pubblicazione, svolta
dall’Ordine
di
Milano,
che
comunque
analizzeremo dopo l’esame dei risultati fruibili. Il
confronto è un utile complemento perché per
consuetudine, nata con la stessa genesi
dell’associazione, Assintel esclude gli informatici
che lavorano nell’area CAD/PLM, cioè quelli che
per noi sono di interesse primario.
Dunque anche la distinzione fra personale
strettamente tecnico, dedicato allo sviluppo del
software e personale amministrativo e di
marketing
potrà
essere
oggetto
di
approfondimento in altra eventuale circostanza.
Concludiamo con il monte ore di formazione :
100.000 pari a 14,3 ore / anno per addetto, con un
assenteismo per malattia pari al 2% ; e 0,8 ore di
sciopero per addetto: una cifra che deve far
riflettere.
Teamcenter il cancello che apre a SAP
Abbiamo osservato con interesse, anche sulla
stampa tedesca, l’andamento dei rapporti fra SAP,
cioè il suo sistema informativo gestionale (ed i
suoi servizi di consulenza e formazione) ed UGS,
quindi Teamcenter, soprattutto oggi che essendo
stata integrata UGS nel gruppo Siemens , si tratta
delle due massime espressioni dell’informatica
made in Germania.
Lo abbiamo fatto perché ben conosciamo le
aperture al PLM che hanno fatto la storia di SAP
dall’R3 in poi, in oltre una dozzina di anni (vedere
dispacci n.i 71, 81 e 83). Anche se non appare
direttamente all’esterno in modo evidente, visto
dalla Germania, e forse grazie anche alla forza dei
delear di entrambe le parti, l’integrazione appare
consolidata.
Si dice che esiste un cancello di passaggio
diretto, quasi semplificatore, che potrebbe essere
tuttavia premonitore di ulteriori integrazioni
avvenire; anche perché in questi processi la stessa
UGS ha spesso mostrato di crederci, di pianificarli
anche sul medio periodo, ma di limitarsi a
presentare i risultati man mano conseguiti senza
indulgere a facili promesse di pronta
interoperabilità. Il prodotto soluzione si chiama
Teamcenter Gateway per SAP.
Lavorare nell’ICT con Assintel
Assintel, cioè l’informatica gestionale
italiana aderente a Confcommercio, fornisce
anche quest’anno lo spaccato dell’andamento del
mercato italiano attraverso l’indagine consueta
condotta su un campione di 162 aziende, che per
dimensione ricalca la distribuzione numerica del
settore: il 9% sono imprese con più di 250 addetti
(grandi per l’Italia) fino al 47% con meno di 20
addetti.
La forza lavoro complessiva nelle aziende
intervistate è di oltre 20.000 dipendenti (5,5%
dirigenti
e
94,5%
impiegati).
Ebbene
l’occupazione è cresciuta del 4,3% nel corso
dell’anno, se si considera che la rilevazione, fatta
ad ottobre, è stata elaborata a novembre.
L’età media dei dirigenti è di 47 anni, mentre
quella dei quadri è di 41 e quella media degli
impiegati di 35 anni.
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dispacci
PDM
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indipendentemente dalla posizione, visibile o
convissuta, dell’interoperabilità come strada
maestra e via sicura per arrivare ad una buona
legislazione nazionale.
Vero è che la proposta di aggregazione di
risorse si incentrerà negli ambiti di OGC e della
IAI internazionale per porci nella posizione
migliore per affrontare anche l’integrazione fra
BIM e GIS, cioè l’ambiente costruito, quindi i
fabbricati nel proprio territorio.
Ma se il problema è anche quello di coagulare
aziende, in grado di poter affiancare questo
processo con prodotti e soluzioni complementari,
è saggio guardare anche intorno in un contesto più
ampio. E con questo spirito che andiamo a
presentare uno dei maggiori eventi del 2008, che
si svolgerà a gennaio dal 21 al 24 a Londra: DGI
Europe 2008: una buona occasione pei neofiti.
L’evento è alla sua quarta edizione e si
qualifica come la conferenza dell’Intelligenza
geospaziale, avendo più specificatamente per tema
la creazione dell’architettura più appropriata per
sviluppare un’intelligenza attivabile (actionable)
nell’informazione geospaziale. 81 relatori daranno
sostanza al tema e l’ultimo giorno verrà dedicato
all’interoperabilità come focale per la
collaborazione: Inspire, OGC, ISO 211 saranno
problematiche al centro del dibattito.
Ma l’evento più pregnante per l’Italia è il TC
di OGC che si terrà a Potsdam in giugno (2-6),
sarà la tappa successiva a Stresa, prima del WCC.
Eventi / Incontri
Con MindSh@re al CASD
Dopo il successo di fine 2006 il Centro Alti
Studi della Difesa di Roma torna ad ospitare
l’evento del 2008 di MindSh@are , l’apprezzato
modello organizzativo di Finmeccanica per
trasferire tecnologia innovativa all’interno del
proprio management, sia tecnico che generale
(vedere dispacci n.i 80 e 81 per l’evento passato e
l’efficienza di IED2 di FNM). Il 5 e 6 febbraio
sono le date da impegnare.
I partner che sostengono la diffusione della
cultura all’interno delle strutture militari sono il
COTEC, la Fondazione per l’Innovazione
tecnologica, ed il capitolo italiano dell’AFCEA
(Armed Forces Communications & Electronics
Associations).
L’iniziativa, destinata a replicare il successo di
fine 2006, si propone come un invito aperto a
partecipare al Knowledge Market Pl@ce, come
viene qualificato l’evento, lasciando alle settimane
precedenti la fase di messa a punto dell’impianto
definitivo. Naturalmente l’impegno congiunto di
CASD e FNM favorirà la più attenta e competente
presenza di delegati specialisti. Ma ora c’è anche
l’impianto della nuova editoria tecnica che FNM
ha voluto darsi (vedere dispacci n. 94) attraverso
Open Connection, che sarà una cassa di
risonanza degli aspetti più ficcanti che
qualificheranno l’incontro. Se questo assumerà la
periodicità che si intravede, è destinato ad essere
un punto preciso di riferimento sistematico per lo
sviluppo del Sistema Paese. Noi continuiamo a
considerarlo come l’occasione meglio finalizzata
all’affiancamento delle strutture civili e militari
nel nostro Paese per lo sviluppo di attività
d’avanguardia nella tecnologia di prodotto, già
aperta all’integrazione ed all’interoperabilità che
sostanzia lo sforzo del 2008.
20° World Computer Congress da Milano
Manca ancora troppo tempo per suggerire
come visitare, frequentare, partecipare al WCC di
settembre, anche se (vedere dispacci n. 94) anche
se le 12 conferenze tecniche e le 9 sessioni
trasversali sono definite e si stanno strutturando
robustamente. E noi dobbiamo informare i nostri
lettori e partner. Ma soprattutto dobbiamo valutare
quali delle attività che cadranno alla fine
dell’estate, potranno essere incapsulate dal
programma ufficiale e quali potranno vivere di
vita satellitare autonoma. Il congresso si svolge
proprio nel momento topico della presa delle
decisioni del management che ritorna dalle
vacanze italiane e deve prendere le decisioni, che
l’hanno assillato prima (e forse durante) le ferie
agostane, e assumersene le responsabilità.
Premesso che le attività editoriali vivono di
vita propria, per gli incontri simbiotici di OGCE
e del capitolo Italiano di IAI dobbiamo valutare
l’interazione della conferenza tecnica sui sistemi
TC di OGC a Potsdam e DGI Europe 2008
L’impegno editoriale che ci siamo assunti di
accompagna la fase di trasposizione del progetto
INSPIRE nel suo momento più delicato ci
obbliga a relazionarci con un ampio contesto di
imprese attive nel settore dell’informazione
geospaziale , anche al di fuori del contesto, pur
vasto e differenziato di OGC, e la sua presenza
regionale Europea con OGCE. Anche
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dispacci
PDM
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di Open Source per verificare se la definizione
della legislazione e normativa nazionale sui
sistemi informativi geografici, orientata agli
adempimenti prescritti dalla direttiva INSPIRE
possa rientrare nelle compatibilità della
conferenza stessa.
Ma già taluno vorrebbe che, trattandosi di
ambiente, se ne discutesse all’interno della
sessione ICT a ciò dedicata. In altri termini il
tema, dovunque e comunque collocato
dell’applicazione degli standard interoperabili al
sistema informativo geografico, potrebbe essere
oggetto di un doppio inserimento nel programma
di WCC2008: nella conferenza sui sistemi Open
Source per la valenza dei suoi fondamenti XML /
UML e nella sessione ICT dedicata all’ambiente
attraverso il sistema informativo territoriale. La
decisione potrebbe essere in un approfondimento
fra AICA ed IFIP.
IAI ed OGC attendono, insieme ad am^fm.
di integrazione, pronto per un inoltro, più
selettivo, di “nicchia”, di terzo livello….
Non è un “reporting” destinato a pochi;
bensì un “dispatching”, per tutti ed a tutti.
I dispacci sono “messaggi, fatti pervenire
a mezzo di corriere o staffetta; poi messaggi
telegrafici, inviati dalla competente autorità
agli agenti diplomatici o consolari”(Devoto Oli).
Con l’edizione internazionale, seguendo
un progettista inglese, lo decriptammo così:
disseminated
intelligent
system for
product-centric
advanced
customer–driven and
collaborative
interoperability …
Infosecurity Storage Tracking: con Assintel
La strategia scelta da Assintel per promuovere
la presenza dei soci sul mercato, atteso che
scemano le esposizioni dedicate, è stata (anche
per il 2008) la partnership con mostre
specializzate. Infosecurity Storage Trackability
è la prima opportunità dell’anno.
I temi sono: sicurezza dell’informazione,
memorizzazione
dei
dati,
tracciabilità
(Trackability) dei flussi; ed a febbraio (5-7) il
ritrovo è a Fieramilanocity, lo spazio
precocemente “dimesso” per fare Rho Pero
(vedere dispacci n.84).
A noi rimane la convinzione che debba aprirsi
la porta ai sistemi tecnici ed al PLM puntando
(perché non farlo?) sull’integrazione attraverso
l’abbinamento delle rassegne espositive: magari
attraverso la parola chiave dell’interoperabilità.
Potrebbe essere uno dei miracoli dell’incipiente
2008.
A distanza di otto anni la disseminazione
è divenuta bella realtà, un sistema è stato
costruito, FareAmbiente MED è ora arrivato
per orientare al solidarismo le decisioni di
tutti i portatori di interesse, circolare è il
ciclo di vita nella visione del PLM di Piero
Sraffa…. l’interoperabilità è una meta ora
raggiunta con FMU, BIM, GIS …
E l’acronimo si è aggiornato così …
d ecision supporting
i ntelligent
s t a k e h o l d e r’s s o l i d a r i s m
p r o d u c t-centric
a dvanced
________________________________________
Significato di una e-partnership
c
Un bollettino, inoltrato come e-mail, a
pochi e-partner, “abbonati” selezionati, che
lo ri-inoltrano a proprie liste di destinatari
abituali, anche con un messaggio opzionale
i r c u l a r
and
c ollaborative
i nteroperability .
11
for
dispacci
PDM
________________________________________________________________________________________________________________________
Sono scomparsi i puntini dopo la parola
chiave: l’interoperabilità si è posta al centro
del nostro quadrante, poggiando su un
tripode che sarà lo stemma scelto per
accompagnarci nel cammino fin al n.100, e
ben oltre, magari a doppiarlo.
contemporanea nei sistemi SCM/SRM e per i nuovi
materiali.
“COSTRUZIONI CIVILI”
Sotto il segno dell’interoperabilità n. 100 - (6.08)
… e la fase di ingegneria di fabbricazione
Il tema dell’integrazione funzionale delle (grandi)
opere, civili industriali e di servizio (e dei pertinenti
documenti digitali), nel territorio viene approfondito
con il settore automotive (rotaia, gomma, mare, cielo),
perché innovazioni in mezzi e reti di trasporto siano
fasate in una visione di processo PLM unitaria.
“AMBIENTE e TERRITORIO”
________________________________________
Il piano tematico rolling 2008
Il tripode dell’interoperabilità
n. 95 - (1.08)
Le dieci fasi del ciclo di vita del prodotto
Lo scambio di dati di sistemi industriali e civili fra
loro e col GIS del territorio, sostanzia il tripode del
codesign, verso il cliente CRM: è il tema che ha
esaltato gli standard nella cultura PDM, anche nel
settore di progettazione e costruzione di macchine e
impianti, con le loro sostituzioni e dismissioni alla fine
del ciclo di vita.
“MACHINERY”
L’eredità di Piero Sraffa
n. 101 - (7.08)
… e la fase di pianificazione in fabbrica
Ritornando sul tema del codesign come
metodologia per competere sul mercato CRM dei
clienti finali, sia come reattività (time-to-market) che
come innovazione nei rispettivi ruoli, si fa riferimento
al settore moda, come a quello che più ne dovrebbe
essere tributario per il tasso di novità che esprime
dall’ideazione all’attuazione.
“ENERGIA”
Progettazione creativa di ingegneri e architetti n.
96 - (2.08)
….. e la fase di definizione
dei requisiti
L’aggiornamento di ingegneri e archietti, così come
il “recupero” dei nuovi professionisti convertiti,
suggeriscono il tema di una definizione di figure e
profili per la Design Chain, mentre programmi
universitari e tecnologia evolvono, per disporre di
servizi di settore, mantenere, rivedere prodotto e
progetto nel tempo. “COSTRUZIONI INDUSTRIALI”
Progettazione circolare di prodotto n. 102 - (8.08)
… la fase di test di prodotto e controllo di qualità
La progettazione del processo di fabbricazione del
prodotto, manufatto o immobile, è tema di frontiera
della Design Chain, come approccio ai problemi e
metodologia risolutiva. E il settore sono le costruzioni:
dal cantiere (navale o edilizio) alla fabbrica, al
fabbricato di serie, integrato col progetto di prodotto.
“COSTRUZIONI, INFRASTRUTTURE”
Il GPS nella logistica
n. 97 - (3.08)
…. e la fase dell’ingegneria concettuale
Si riprende il tema del GPS, come strumento per
la rilevazione dei processi dinamici nella logistica
distributiva, che ha consentito un salto di qualità
considerevole, nel numero dedicato al settore
aerospaziale e difesa, per ribadire il ruolo dei satelliti
che alimentano soluzioni innovative di trasporto come
reporting intelligente.
“AEROSPAZIO, DIFESA”
Processi, ambiente, territorio
n. 103 - (9.08)
…. la fase di logistica produttiva e distributiva
Il settore dell’editoria, dei produttori di
informazione, (e della didattica) sta subendo una
trasformazione per portare il prodotto al cliente
attraverso più canali: lo si abbina al tema del territorio
per il monitoraggio dell’intervento, diretto ed indiretto
nel processo che porta all’edificazione, quasi come
reporting al cittadino. “EDITORIA e DIDATTICA”
___________________________
Il prodotto è un cespite
n. 98 - (4.08)
… e la fase di progettazione del prodotto
Trasporto intelligente è il traffico sicuro, regolato,
“utility” pregiata per i servizi al cittadino nelle città più
condizionate, commisurati ai costi di gestione. Il
settore viene affrontato insieme al tema che apprezza
ogni prodotto (edilizio o industriale) come patrimonio
da ammortizzare durante il suo ciclo di vita.
“AUTOMOTIVE”
dispacci
PDM
n.95 – gennaio 2008
the digital newsletter on Product Lifecycle Management
editor: Mauro M. Langfelder (+393356278046)
c/o publisher:
teleDATA srl via Piatti – 11
20123 Milano Italy
tel. (00)39 – (0)2 - 875378
fax (00)39 – (0)2 - 875071
Monitoraggio delle grandi opere
n. 99 - (5.08)
… e la fase di validazione digitale
Proseguendo nel riferimento ai lavori impegnativi
per l’ingegneria, civile ed industriale, di processo e di
prodotto, come tema metodologico di riferimento, si
affianca come settore la componentistica, proprio per
valorizzare le filiere di fornitura dell’industria
e-mail: [email protected]
all printing and e-mailing rights reserved
and licensed to e-partner
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