dispacci PDM - Capitolo Italiano I.A.I.
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dispacci PDM - Capitolo Italiano I.A.I.
dispacci PDM il bollettino del Product Lifecycle Management - n. 95 - gennaio 2008 Editoriale norme, alla disciplina) per metterci nell’abito di rispettare le direttive, spogliandoci da quello di cercare di conoscerle per il fine prevalente di tendere ad evitarle subito dopo. Trimestri, trienni di implementazione Editoriale......................................... 1 Finita la cosiddetta fase di trasposizione di INSPIRE nel 2009 si avvierà la lunga e decisiva fase di implementazione . Sarà per noi, che proprio allora compiremo il nostro primo decennio, l’incipit del secondo che speriamo di vivere tutto insieme, con i programmi triennali di controllo previsti dalla Direttiva che ispirerà davvero il nostro modo di realizzare. I sofferti e intensi trimestri che ci aspettano nel difficile 2008, troveranno il riscontro della realtà positiva nei trienni susseguenti. Ai pianificatori, speriamo anche a quelli del territorio che il sistema universitario comincia a sfornare, si chiederà l’arte di muoversi nel tempo come nello spazio, quasi assimilando le due belle norme ISO 19107 e 19108 che ne definiscono i due schemi di riferimento (vedere dispacci n.94). E dovremo usare bene alcune parole, come il trimestre mobile, la traduzione di rolling, che potrebbe diventare rotante o circolare , come quel rigoroso linguista che fu Piero Sraffa ci ha insegnato con il suo prodotto circolare, cioè dal comportamento ciclico. All’inizio dunque di questo intenso anno dell’interoperabilità a tutto campo dobbiamo porci questo problema, guardare ai mesi che scorrono nella trasposizione , pensando agli anni successivi di implementazione ; l’equazione rivoluzionaria sarà pressappoco: un mese per ogni anno. Abbiamo un mese del 2008 per seminare i frutti di un anno nel decennio successivo. Non per fare un semplice cambio di scala, come tutti i software del GIS, ma per sapere che alla fine i conti devono tornare. E quanto sarà anticipato sarà nel bene comune. Il problema vero è che dobbiamo cercare di cambiare un po’ il nostro costume, divenire un po’ più scandinavi (in termini di educazione alle Trimestri, trienni di implementazione .........1 Tema del mese ................................. 2 Ciclo di vita uniforme per tutti ...................2 Unicità condivisa.......................................................2 FMU in per il macchinario ......................................3 BIM per la fabbrica...................................................3 GIS per l’area industriale .........................................4 Rischio integrato .......................................................4 Angolo degli standard ...................... 5 Costruzioni metalliche servite d’impianti....5 Regole di comunità .......................... 5 ProSTEP: per pensarci due volte ................5 Comitologia italiana per INSPIRE..............5 Orchestra: l’armonia del consorzio.............6 Prodotti............................................ 6 Delmia PLM Express ...............................................6 SANY: sensori ovunque...........................................7 Sensore per l’uomo ...................................................7 AMD Phenom con OverDrive ................................8 Soluzioni.......................................... 8 Ingegneri e sviluppo sostenibile .............................8 Corsi e tutorial da CityGML...................................8 Lavorare nell’ICT con Assintel..............................9 Teamcenter il cancello che apre a SAP.................9 Eventi / Incontri ...........................10 Con MindSh@re al CASD ....................................10 TC di OGC a Potsdam e DGI Europe 2008........10 20° World Computer Congress da Milano .........10 Infosecurity Storage Tracking: con Assintel......11 Significato di una e -partnership.....11 Il piano tematico rolling 2008 ........12 dispacci PDM ________________________________________________________________________________________________________________________ Utilizzando poi tutti gli strumenti di didattica innovativa, della convivenza internazionale, … cercando di essere (ci si passi l’espressione di INSPIRE) tutti transfrontalieri, ma non solo nel varcare le Alpi del veniente Fréjus o nel vetusto Sempione, velocemente a terra, ma anche nel balzare dal Mediterraneo al Baltico, per mutuare le similitudini del Po e dei grandi fiumi che sfociano nel mare del Nord. Magari sospinti anche da qualche riflessione sui cantieri navali. Per esempio questa, che anticipa il Tema del mese. Le costruzioni industriali appaiono meno distanti da quelle civili se fra le prime si sceglie il cantiere navale come esempio. E non a caso si parla di cantiere per entrambi. Visitandoli nella storica Monfalcone o nell’emergente anconetano, giova orientarsi, quando la stazza è ragguardevole, a cercare come gli uffici di progettazione si siano attestati sulla base della chiglia, che nasce prima, se addirittura non è quella preesistente che si riutilizza in una trasformazione, pur radicale. Si vedono ancor spesso molte carte muoversi con gli uomini, ma si pensi comunque alla stazioni di lavoro che le sostituiranno; e c’è già chi se le porta appresso, quasi sempre aperte. Proprio come nel cantiere civile; e l’esempio potrebbe andare, emblematico, alla fabbrica di Morbegno (poco oltre fine del Lario) dove fatta la portineria per controllare tutti gli accessi, fu spontaneo trasformarla nell’ufficio preposto progettazione esecutiva, realizzazione, controllo della fabbricazione che non a caso fu compiuto a tempo di record in un anno ed un giorno (per la pignoleria dell’ingegnere industriale). Lì madre natura aveva pensato a rendere disponibile la vista di un sistema territoriale autoinformativo dove l’Adda aveva ampi spazi di scorrimento, perché la ghiaia fosse un sedimento ben assestato ed incredibilmente uniforme e protetto. Una valle larga, protetta, sicura come il più riparato dei golfi. La valutazione dell’impatto ambientale poteva porsi, per chi l’avesse voluta, oltre dieci anni or sono, come una splendida esercitazione manzoniana nell’aula del “cielo di Lombardia, così bello quando è bello”. Ma il nostro obiettivo è quello di investigare sulle realtà più complesse, più a rischio, più problematiche; e guardare molto avanti nel tempo, pensando all’acqua, all’energia, all’ambiente, ma soprattutto all’interoperabilità fra i tre modelli: industriale con l’FMU del macchinario con tutti gli impianti; civile con il BIM molto smart della fabbrica (parola che useremo con la versatilità del cantiere, e non solo nel pensiero di quello del Duomo di Milano, città centrale del 2008) e con la stessa flessibilità del prodotto fabbricato; ambientale con il GIS della nuova geografia che ci auguriamo possa formare la nuova cultura di tutti al più presto con il supporto dei partner OGC ad affiancare IAI Italia sul modello GIS di ESRI. Ma la novità è FareAmbiente, il movimento ecologista che sta per avviare con la sua delegazione lombarda il Laboratorio verde , forse a ridosso del Monte Marzio degli Sraffa, presso il centro Koren, favorito dalla larga banda che l’Amministrazione provinciale di Varese, tramite la controllata MCM, ha portato fin lassù. Sarà fruibile proprio dal giorno in cui questo n.95 verrà inoltrato. E il 2008 sarà allora l’occasione per riprendere i complementi PDM trimestrali, bilingue, dove la sigla sta per Planetary Development Monitoring, come fu nel 2003; e si spiega da sé. Tema del mese Ciclo di vita uniforme per tutti Unicità condivisa Dunque FMU (il mock up funzionale del prodotto nell’industria) BIM (il modello del fabbricato) e GIS (il sistema geografico) si riferiscono a 3 prodotti che vivono lo stesso ciclo attraverso le stesse fasi unificate, uniformate; che la coerenza con il piano editoriale ci fa affrontare insieme. E per il n.95 saranno il macchinario, l’opificio, il territorio di una zona industriale. L’esame dei 3 modelli in modo integrato, grazie all’interoperabilità ci semplifica la visione delle fasi del ciclo di vita, uniformandole. Le dieci fasi comuni a tutti cominciano con la formalizzazione del bisogno, della domanda, cioè la cosiddetta definizione dei requisiti, poi l’ingegneria compatibile o concettuale , quindi lo sviluppo del progetto coerente con la tecnologia fruibile, coprente il progetto del prodotto. La validazione digitale è la fase in cui il modello di prodotto e di processo sono esplorati con il massimo impiego di un’interoperabilità affidabile e consolidata. Quarta e settima e decima sono quelle fasi che meglio consentono di misurare l’effettiva eccellenza del progetto vista con il rigore dell’ICT più avanzata. Il piano di fabbricazione, evidentemente poggiante su fornitori di prodotti e prestazioni qualificate, è la quinta, cui segue l’esecuzione in produzione , il facere dei latini, centrale per la storia e focale per la cultura economica: è la produzione di Sraffa. 2 dispacci PDM ________________________________________________________________________________________________________________________ La settima, digitale, è il controllo di qualità cioè il test di prodotto, sviluppato in rete dovunque si intenda farlo, dopo il travaglio del just in time degli anni novanta. Segue il processo logistico di vendita e distribuzione, che prepara l’esercizio e manutenzione (nona fase) garantita a coprire tutta la vita, già sapendo prima come avverrà poi lo smantellamento col riciclo, noto simulabile e digitale, ultima fase pronta per ripercorrere un nuovo ciclo. razze e le figure, apre spazi per attività rilevanti da studiare, con differenze ulteriori. Se oggi si dispone in largo anticipo del mock up funzionale di molte autovetture che saranno sul mercato fra tre e più anni, la moda aspetta l’ultimo istante soprattutto per gli articoli stagionali per presentarsi con opzioni innovative. La montabilità di navi o aerei, componendo parti finite in stabilimenti sparsi nel mondo può comportare interpretazioni e sviluppi del ciclo di vita in modo diverso dal rigido schema che abbiamo rintracciato, che comunque rimane il modello didattico di base per tutti i prodotti, interpretando l’interoperabilità meglio compiuta. Esprimiamo qui la convinzione che tali varianti, appena accennate, sono forse più pregnanti dell’applicazione alle fasi generalizzate dei tre settori: dal DMU / FMU al BIM o al GIS, (nella sequenza storica) che giusto ora andiamo a dire dove precisione , tolleranze , aggiustamenti assumono caratteristiche di normalità. FMU in per il macchinario Il programma editoriale (vedere la pag.12 del n.92) ci affida il macchinario, cioè il prodotto che sostanzia il processo produttivo, e che oggi si sviluppa con un forte livello di automazione; e dove la lavorazione può essere la stessa in molte catene del valore di processi di settori diversi, oltre che interessare in modo interdisciplinare la fornitura di parti di provenienza diversa. I sedili, cioè le sellerie dell’auto, comportano aperture verso il tessile o la plastica; così come la cantieristica navale non può prescindere dall’arredo con le cabine, che ben poco si differenzia da quello delle case di comunità, soprattutto per i servizi e gli impianti della demotica migliore. E a proposito di industria possiamo anche aggiungere che la nostra semplificazione in 10 fasi penalizza la iperspecializzazione della moda del vestire, ma anche l’estetica dell’auto cioè il suo styling oggi esasperato negli optional e nelle personalizzazioni. E, per converso, può essersi resa inutilmente più frazionata la banalità di un impianto di servizio di riscaldamento o condizionamento, con le condutture nascoste. D’altronde le 10 fasi esposte sono quelle che l’industria ha consacrato in tanti suoi settori; e che ProSTEP (auto) ha garantito nello sviluppo normativo insieme a PDES Inc. (avio) e altri benemeriti per ISO. E giova ricordare che sono in continua evoluzione migliorativa. Sicurezza e rischio imprenditoriale, per esempio, impegnano gli accorti tedeschi (vedere Regole di comunità) che per i conseguenti diritti hanno inteso stabilire il concetto di doppio passaggio (two-step) decisionale, per pensarci meglio. Analogamente, tornando alla moda, potrebbe essere citate le sottofasi, dove la progettazione estetica, anche cromatica in tutte le nuance di colore del tessuto, ed estesa a fibre, e agli accessori. E la stessa vestibilità del capo, considerata attraverso la personalizzazione a livello globale per tutte le BIM per la fabbrica Il progetto di un fabbricato industriale, incorporante il macchinario, cioè gli impianti produttivi attrezzati per l’esercizio, ed inserito nel contesto ambientale in coerenza con il piano territoriale che ne ha determinato l’edificazione, rappresenta forse l’esempio meglio compiuto di interoperabilità fra i modelli. Vediamolo, per la coerenza con il piano editoriale, ma con due considerazioni a commento. La prima è relativa in generale allo sviluppo di modelli standard; mentre la seconda è più specifica della situazione in Italia. Gli esempi ricorrenti che possono qualificare la prima forse sono l’impianto di Sindelfingen della Mercedes, come si usava chiamare la Daimler (vedere dispacci n.88), e quello, più sopra sottinteso, di Morbegno, che seguimmo nella continuità del suo rapido procedere (vedere dispacci n.i 45 e 50). Ma ora la proposta è quella di formalizzare un progetto che, partendo da IFC (le Industry Foundation Classes del BIM) e dai prodotti certificati al secondo livello, lo immetta nel sistema, come a dire riprogettandolo in modo digitale per futuri riusi. I concetti che hanno ispirato la sua flessibilità, cioè il suo potersi adattare a cambiamenti radicali nelle linee di fabbricazione e nei modelli di prodotto, ne fanno un esempio che può lasciare tracce testimoniali, educare le imprese nazionali, i loro tecnici ed il mangement, ma più in generale il mondo degli 3 dispacci PDM ________________________________________________________________________________________________________________________ enti pubblici e degli atenei a formare una base cognitiva che possa favorire la partecipazione italiana a gare d’appalto nel mondo. Ma anche a suscitare interesse per la costruzione di opifici in industriali in Italia. Un esempio destinato ad essere monumento all’industria, all’ingegneria della fine del 900. Ci sovviene spesso la considerazione che la Cassa di Previdenza ed Assistenza di Architetti e Ingegneri italiani, sagace nell’individuare le migliori opportunità di investimento, e per lo più nel settore immobiliare, non abbia in questi anni, ma nemmeno in altre circostanze, mai fatto investimenti in fabbricati industriali: non c’è mercato decente. Ne abbiamo sempre sospettato il motivo ( vedere dispacci no. 66). I nove mesi che ancora ci separano dall’evento suggeriscono l’ipotesi di una riflessione comune , approfondita, che avrà i suoi momenti topici nelle attività che, dopo la full immersion del n.94 ora prosegue per il difficile, impegnato, intenso 2008, numero per numero, pagina per pagina, sotto l’egida dell’interoperabilità che, lasciatecelo dire ancora una volta, era presente, definita, incoraggiata già nel n.1 dei dispacci, quando correva il gennaio 2000. Rischio integrato Il riferimento ad un modello unitario di una fabbrica in senso generale nell’habitat condiviso con l’uomo, porta alla riflessione generale della centrale atomica, come fabbrica di energia, che parte dal combustibile come componente solido (la barra radioattiva) e pretende un monitoraggio continuo del suo ambiente. Ma lo stesso nostro ambiente può essere considerato come la fabbrica dei nostri rifiuti estesa a tutto il territorio; che può essere circoscritto come l’area di Brescia se brucia i rifiuti che raccoglie per produrre energia dal termovalorizzatore; oppure estesa quanto la protervia di coloro che spandono i rifiuti nel territorio più disperso e meno controllato o li inoltrano verso percorsi clandestini anche internazionali. Avere un modello integrato di riferimento vuol dire disporre dello strumento, esclusivo e moderno per vedere, misurare, simulare, governare il rischio globale per la comunità intera. E naturalmente, prolungando la scala dei tempi di riferimento pervenire ad un monitoraggio ambientale reclamato da tutti. E i movimenti di opinione vanno a completare la schiera dei portatori di interessi, ponendosi come stakeholder in grado di esprimere un peso, anche politico, che merita attenzione. Ed è proprio di questi tempi anche il manifestarsi e prendere consistenza a livello nazionale di organizzazioni come Fare Ambiente, che testimoniano nella felice sintesi di due parole la volontà del primum facere ed il responsabile rilievo dell’ambiente: ci chiediamo che peso potrebbe avere un tale impegno se supportato dal valore scientifico del modello territoriale geografico integrato, interoperabile per insegnare a tutti la nuova geografia della formazione permanente, a distanza. Così nasce il difensore etico, o civico, del territorio, dell’ambiente. GIS per l’area industriale Sta prendendo forma e corpo in noi l’idea di sostanziare il modello della nostra geografia territoriale attraverso la fabbrica in cui viviamo, che importa derrate alimentari e prodotti di consumo ed esporta rifiuti ed altri manufatti, impregnati di scorie e di gas tossici. Dobbiamo imparare a gestire tutte le trasformazioni che induce, anche quelle neglette per il passato e svilite dall’ignoranza. Se fu giusto parlarne, ora è necessario agire, decidere. Lasciare perdere chi blatera e proporre soluzioni a che decide; e partecipare alle decisioni, soprattutto alle scelte che possiamo contribuire a documentare ed i processi che possiamo aiutare a sostanziare, anche attraverso leggi idonee. Dunque il contributo di università e ricerca, abbinato a quello di imprese e professionisti, recepito dai governi locali che sappiano esprimere volontà costruttiva con umiltà e desiderio di collaborare. Senza confusione di ruoli ma con volontà di costruire, senza criticare: cercando ciò che unisce assai più che ciò che ci divide. Da stakeholder coscienti su mete comuni. Ribadiamo l’opportunità: non è né inutile né sconsigliabile proporre che in occasione di WCC a Milano per il suo 20° appuntamento, che il tema fosse riproposto soprattutto da parte di coloro che vedono l’impatto ambientale del modello di fabbricato, e cioè da un lato l’Open Geospatial Consortium e dall’altro il capitolo italiano di IAI. L’incontro, citato e conclamato a Stresa, è servito molto, anche perché chi lo guidava ha voluto penetrare tutte le sessioni del dibattito, e chiedere ai partecipanti di OGC, se e come conoscessero o convivessero con le strutture locali di IAI, l’interoperabilità del fabbricato. 4 dispacci PDM ________________________________________________________________________________________________________________________ Angolo degli standard Regole di comunità Costruzioni metalliche servite d’impianti ProSTEP: per pensarci due volte Riflettendo sul fabbricato, metallic o per semplificare, completo degli impianti di HVAC ed elettrici, calato nel contesto ambientale, si vuole qui provare a verificare le possibilità di rendere interoperabile il modello, sfruttando le norme ISO 191** e ISO 10303 nella stessa struttura ambientata nella sua geografia, mentre il pensiero corre (con vana nostalgia, vedere dispacci n. 93) alla sede congressuale che ospita a Montecatini Terme i convegni ricorrenti nella città del liberty, nel cuore della cosiddetta Svizzera toscana (pesciantina), che tanto ricorda il cuore dell’Insubria, caro alla memoria della famiglia del pisano Angelo Sraffa. Proviamo a tracciare l’elenco delle parti che muoveremmo come pedine sulla scacchiera di questo gioco, partendo da STEP, per provata consuetudine, con l’impegno di calare la verifica in un contesto operativo nei mesi avvenire. L’ipotesi non è senza costrutto, perché sarebbe interessante per esempio, in un’aula attrezzata al BEST o ad astronautica alla Bovisa, per riferire di due sedi del Politecnico di Milano, dividere i discenti in due gruppi e dotarli dei rispettivi strumenti perchè possano scambiarsi dati costruttivi e informazioni geografiche. Ciò che si dovrebbe poter fare non all’interno dei prodotti di Autodesk o Bentley, bensì da questi come BIM verso il GIS di ESRI, potrebbe essere controllato attraverso le 191. Oppure in alternativa partire dal modello territoriale di Google con Windows Internet Explorer. Forse potrebbe essere sufficiente partire dalla ISO 19115, la norma base per i metadati, magari al livello 19115-2 dovendo coinvolgere l’imagery (che noi traduciamo come semplici immagini o rappresentazione per immagini) completandola con la ISO 19139 relativa all’implementazione dello schema XML per i metadati. E dal fronte STEP l’impronta del BCCM, il modello core di costruzione del fabbricato (ISO 10303-106) dovrebbe completarsi con gli applicativi AP noti: 230 per la cornice strutturale in acciaio, 228 per l’impianto HVAC di riscaldamento e condizionamento (magari lasciando perdere quello elettrico, più banale) ma forse provando la 227, cioè la configurazione spaziale del fabbricato, che potrebbe diventare centrale per l’armonizzazione complessiva. Raramente la compatta comunità di ProSTEP si è trovata di fronte ad un nuovo problema come si sta verificando per l’Enterprise Rights Management (ERM) la giovane tecnologia che attraverso tutta l’impresa estesa tende a controllare la gestione dei diritti nello sviluppo del nuovo prodotto, per favorire la migliore integrazione fra partner, fornitori e clienti. Lo sta facendo all’interno di un gruppo di lavoro, sorto sotto la sigla SP2 (vedere dispacci n. 90) per analizzare i processi creativi per prodotti sicuri, in tutto, anche nei propri e altrui diritti. Raramente le aulette per la comitologia sono state così densamente affollate dai membri partecipanti come in queste occasioni. E si tratta di condurre sperimentazioni concrete su casi vivi, scelti come soluzioni pilota di test. Trovandosi di fronte a problemi di consistente complessità, acuiti dalla partecipazione intensa di tutti, è stata scelta una strada di approccio a due stadi: STEP si muove a passi-doppi (two-step). Certamente la sperimentazione lascerà una traccia, non sarà un esempio isolato. Si vedono abbinati i due livelli di alcune organizzazioni similari, ma c’è anche la positività di saper fare bene due passi uno dietro l’altro, di seguito. Se dunque il doppio passaggio di certificazione ai due livelli di IFC per il settore delle costruzioni, il cosiddetto BIM o buildingSmart (vedere dispacci n. 92), invita a fare confronti, la convergenza su Darmstadt, pur con frequenza trimestrale, lascia subito impronte ficcanti. A febbraio potremmo riparlarne. Comitologia italiana per INSPIRE Il vincolo dei prodotti fruibili, almeno in parte, attraverso il citato corso del BEST sul BIM, e la scelta semplificatrice del ricorso a ESRI per il doppio autorevole ruolo di partner principale e strategico di OGC e di costruttore del modello territoriale lombardo, ci hanno fatto abbandonare l’impronta istituzionale che deriverebbe comunque dal coordinamento di am^fm, come referente nazionale dei sistemi informativi geografici, ma soprattutto come interlocutore diretto per lo sviluppo della direttiva INSPIRE. Lasciamo che un comitato di supporto tecnico si renda disponibile in ruolo sussidiario per 5 dispacci PDM ________________________________________________________________________________________________________________________ favorire il rispetto delle scadenze e la qualità della proposta legislativa, senza sostituirsi né prevaricare nessuno, ma sapendo fare rete in modo valente. Il principio di sussidiarietà ha determinato il formarsi di alcuni partiti guida nell’Europa nascente dei nostri padri fondatori; ed ha sostanziato l’etica del fare politica fra i diversi livelli di potere e di assunzione di responsabilità. Favoriamone la formazione dalla base, con il darsi competenze e responsabilità in coerenza con la domanda, valutata serenamente. Rappresentanti delle professioni e delle imprese, esponenti qualificati per la competenza scientifica nel mondo delle università, rappresentanti dei poteri pubblici locali nati per servire più che per servirsi, dovrebbero essere i tre piloni portanti per reggere l’impalcatura della fabbrica. Potrebbero agire attraverso le istituzioni di cui fanno parte, o di quegli altri enti che sono nati con gli obiettivi comuni. ASITA (vedere dispacci n. 81) come federazione di associazioni potrebbe essere un bacino di eccellenza; il capitolo italiano di IAI per sé e per la storia, breve e recente, dei suoi componenti, e i membri di OGC (vedere dispacci n.94) cioè la decina accreditata dall’Italia, che qui riprendiamo: ESA (lo spazio), FAO (le Nazioni Unite), JGR Ispra, UE), l’Università di Firenze da Prato, il Politecnico di Milano, l’IMAA del CNR, oltre ad operatori tecnici direttamente coinvolti. Ed il Labsita della Sapienza di Roma, cioè am^fm per i sistemi geografici, quindi ASITA, appare il riferimento centrale di spicco. fattispecie fra i 14 membri, attuali componenti, fra cui Atos Origin) e alla ricerca, speriamo convinta, di ciò che unisce. L’incontro ha affrontato la complessità degli interventi correnti (INSPIRE, GMES, GEOSS), rimbalzando fra sfide e soluzioni, fra prospettive dell’ICT (l’architettura SOA è stata padrona) e visioni degli utenti, fra sessioni plenarie e dimostrazioni continue su cinque casi pilota. Chi si fosse posto l’obiettivo di vedere e vivere i casi più significativi di incendi forestali o di allagamenti diffusi occorsi in Europa sarebbe stato interamente appagato. E avrebbe tratto la convinzione che l’interoperabilità è sì questione di prodotti e servizi, di modelli e di software, di competenza e di educazione, ma anche di volontà cosciente di fare sistema e vivere con grande reattività. Orchestra al mattino ha incentrato le demo su “servizio di accesso alle catene di servizio” evidenziando la duplicità del concetto della parola chia ve della SOA. Al pomeriggio le demo hanno mirato ai concetti di geoprocessing distribuito e di mappatura dello schema per passare dal dispositivo al servizio. L’accoglienza del consorzio OGC a Stresa, ha così consentito ai partecipanti di conoscere un altro consorzio, associato, Orchestra appunto, che il nome avrebbe quasi potuto far confondere con quello di una sala di albergo, scelta per ospitare una sessione. Siccome si potrebbe essere determinato un tale equivoco, ne abbiamo accennato qui. E torneremo sui suoi associati europei per mettere luce nel complesso panorama delle fruibilità, che a gennaio potranno portare a Londra per il DGI Europe 2008 (vedere Incontri / Eventi) poi a Potsdam per il prossimo TC OGC. Orchestra: l’armonia del consorzio Il 12 dicembre Stresa ha ospitato il giorno di Orchestra, sponsor con lo storico Joint Research Group (JRG) di Ispra e dell’UE dell’evento focalizzato sul meeting del Technical Committee di OGC. Il logo è l’elaborato acronimo di Open Architecture and Spatial Data Infrastrucutre for Risk Management, che semplifichiamo concentrandolo sul rischio spaziale. Un tema che oggi impressiona e preoccupa, dopo i disastri, diffusi o concentrati di questo sfortunato biennio, ma anche per tutto ciò che il lungo periodo ci riserva nel processo degenerativo che forse a Bali ha trovato uno stop efficace, più meditato e attento rispetto alla Kyoto che troppi grandi (Cina e USA in primis) avevano snobbato. E il logo Orchestra sta comunque bene per qualificare il consenso che sostanzia questi consorzi, che puntano alla solidarietà (nella Prodotti Delmia PLM Express Più volte abbiamo scritto che l’Italia è il paese del manufacturing: qualunque cosa si produca, dal calice di vetro per il brindisi natalizio in Val d’Elsa al bullone nel Comune più settentrionale della Provincia di Milano, si è anche in grado di produrre il macchinario per formare il bicchiere o stampare il bullone. E in questo numero che il piano editoriale assegna al macchinario il tema del digital manufacturing acquisisce particolare rilevanza Il problema non è sempre di facile soluzione per la complessità del software CAX correlato, 6 dispacci PDM ________________________________________________________________________________________________________________________ fungibile in logica PLM per coprire il ciclo di vita del prodotto, soprattutto per le imprese minori che nel settore sono la maggior parte. In questo contesto si colloca l’annuncio di Delmia PLM Express, che ha come target le imprese con 5-50 dipendenti, variamente posizionate nella catena del valore, e non sempre in grado di dotarsi di soluzioni semplici e accessibili. . Dassault Systemes, proponendo Delmia PLM Express, guarda proprio alle piccole e medie imprese con una proposta modulare che offre il pregio della scalabilità, assecondando le esigenze e le priorità aziendali di ritagliare i granuli o moduli di Delmia che meglio corrispondono alla domanda, favorendo poi lo sviluppo successivo e la copertura progressiva di varie fasi del ciclo di vita del prodotto. E l’impresa minore che se ne serve, può accedere con prontezza a nuovi mercati, collocarsi a servire più catene del valore . E sappiamo che nel macchinario questo problema è all’ordine del giorno, perché molte parti di macchinario e impianti (elettronica, azionamento, montaggio, finitura, attrezzaggio, confezione, … ) possono appartenere a più filoni. Naturalmente si presenta anche il vantaggio di accedere direttamente alle soluzioni PLM di Dassault (ved. dispacci n.86, 93) con un’apertura totale a 360° con implementazioni pienamente rispondenti all’interoperabilità per gli sviluppi futuri, attraverso un investimento lungimirante e pianificabile nel suo sviluppo anche di medio e lungo termine. perché ha scelto il modello di Orchestra come base per la cornice strutturale del progetto (vedere più sopra Regole di comunità). I risultati attesi, che possono indurre alla riflessione i lettori, sono: un’architettura SOA standard per la rete dei sensori ambientali; la diffusione di servizi “plug and measure ” per condividere le misure in modo spontaneo in rete virtuale; un ambiente per accedere ad informazioni e servizi di GMES basato sull’architettura di Orchestra; un supporto decisionale per servizi di fusione di dati di fonti diverse; e la dimostrazione dei risultati in tre domini ambientali, caratteristici per il rischio. Per questi ultimi si tratta in particolare dei fenomeni meglio esplorati: il monitoraggio della qualità dell’aria, i rischi di allagamento dal mare, i rischi imprevedibili o geo-hazards. Una conclusione che potrebbe trarsi per il Sistema paese è che, non appena il gruppo di lavoro tecnico che proponiamo, sarà costituito, si ispiri alle logiche di questi due consorzi (Orchestra e sany) per meglio avere riferimenti operativi nell’area europea, sotto l’egida coinvolgente di OGCE, pensando al seme gettato a Stresa. Sensore per l’uomo La cosiddetta internet delle cose, cioè l’identificazione in radiofrequenza o RFID, apre gli spazi più ampi per il monitoraggio di tutti gli esseri viventi nei tre mondi della natura (vedere dispacci n. 91); mentre la notizia appena ripresa sui sensori ci orienta la tema del mese ed all’impegno di questo intenso 2008 attraverso il riferimento al consorzio S@NY. Pensando al tag, che tende progressivamente a sostituire l’etichetta con il codice a barre (bar code) è venuto spontaneo pensare al cerotto come supporto per applicare all’uomo il sensore per monitorare il suo stato di salute, in modo evoluto: eseguendo elettrocardiogrammi e misurando tutti i parametri cardiaci, come terminale wireless per la telemedicina, attivo 24 ore su 24. Quaranta pazienti ne saranno dotati per connettersi da casa con il medico curante. Si tratta del progetto WASP (Wireless Accessible Sensor Population) di un’insigne fondazione pavese, finanziato dall’Unione europea. Un minuscolo laboratorio cardiologico, che funge da terminale periferico di una rete di assistenza distribuita per tutti i pazienti, si SANY: sensori ovunque Uno dei progetti del 6° programma europeo, che qui giova considerare è quello relativo ai sensori per la gestione dei dati territoriali. Il logo S@NY sta appunto per Sensors Anyway ed è gestito come consorzio fra 14 imprese in rappresentanza di ben otto Paesi europei (sette comunitari e la Svizzera associata) fra i quali manca l’Italia. Focalizzato sull’interoperabilità, la considera sia fra i sensori in situ che fra quelli in rete. Anche OGCE ne è membro insieme a quattro amministrazioni pubbliche, tre università, due centri di ricerca e due imprese minori. La configurazione viene proposta sia per fornire un ulteriore campione di consorzio in un momento propositivo per l’Italia, sia per testimoniare il ruolo pregnante della comunità dei Paesi sui problemi generali dell’ambiente. Ma anche 7 dispacci PDM ________________________________________________________________________________________________________________________ presenta come una testimonianza puntuale di ingegneria sanitaria, e di integrazione fra modelli interoperabili di sistemi che assistono l’uomo dovunque nello spazio del suo territorio. dello sviluppo sostenibile . E l’impegno intende radicarsi su tutte le strutture locali dei Consigli provinciali e delle Federazioni regionali, già ora, su ambiente, sicurezza, energia. Non abbiamo avuto la possibilità di essere presenti per testimoniare della fruibilità degli strumenti per fare questo oggi attraverso i sistemi informativi geografici come strumenti basilari, ma ancor più di assumere un impegno specifico attraverso il coinvolgimento nella direttiva INSPIRE nella sua critica fase di trasposizione, e scatenare nel modo migliore le proprie potenzialità. Comunque lo faremo presto in due opportunità che toccano due istituzioni milanesi: l’Ordine degli Ingegneri e il Politecnico; per poi riferirci a Comune e Regione attraverso gli assessorati competenti. Il 24.1 per preparare agli esami di Stato a Palazzo Serbelloni sfrutteremo il tempo concessoci per dire delle leggi e norme nel settore dell’informazione per qualificare la professione, e lasceremo (a chi le gradisce) le slide della nostra proiezione per il migliore e più libero riutilizzo. Poi nei venerdì di febbraio nelle otto ore che il BEST ha messo a disposizione (vedere dispacci n. 94) vedremo di circostanziare la presentazione del TC 211, delle norme 191**, della direttiva INSPIRE, dell’impegno di OGC in Italia. E fra le tante aspettative che a Milano stanno fermentando intendiamo direttamente focalizzarci sull’impegno per la biblioteca europea, come quello più radicale e meglio trasferibile per sviluppare, centrandolo sul modello territoriale, un approccio culturale organico e convissuto, magari partendo dalla formazione dei formatori, in tutti gli ordini di scuole, perché è la geografia che interessa scolari e studenti, fino all’impegno verso la Provincia per i corsi della media superiore. AMD Phenom con OverDrive La sintesi del titolo evidenzia il proprietario (Advanced Micro Devices) dei logo del processore (Phenom) e del software (OverDrive) che lo valorizza. La combinazione innovativa viene proposta ad un mercato che si va sempre più sovrapponendo fra PC e stazioni di lavoro di alte prestazioni, con soluzioni di grafica evoluta (il mondo della realtà virtuale è un utente rilevante), ed elettronica di consumo, sempre più orientata al prorompente settore dei video giochi. Risalta ancora di più il ruolo del partner di canale che assiste le società produttrici, come avviene nella progettazione architettonica fra le varie soluzioni CAD, BIM, GIS all’insegna dell’interoperabilità fra i relativi software, che pur non incoraggiata dai produttori, trova nei dealer delle competenze plausibili, talora risolutrici (vedere dispacci n. 71 per Autodesk, ad esempio). Ma se il dealer di Autodesk può essere attivato per realizzare soluzioni integrate, nel mercato AMD invece è opportuno che il partner di canale (che viene a coprire anche il mondo Microsoft, essendo OverDrive una utility di Windows) sia ben accorto nel discriminare il mercato degli utenti finali, cosiddetti tradizionali, di area tecnica, e quelli dei videogiochi. Anche in questo caso AMD lascia al singolo partner di canale di scegliere l’itinerario di personalizzazione per assistere il cliente. E l’obiettivo della ricerca esasperata delle prestazioni ottimali deve essere considerato con cautela. L’ultimo processore presentato da AMD è il quad-core Phenom 9600 Black Edition con il controllo Clock Multiplier ed il software OverDrive, la utility più completa di Windows. Corsi e tutorial da CityGML Forse è la prima volta, mentre ci avviciniamo al n.100 ed abbiamo superato le 1000 news selezionate, che parliamo di corsi nella rubrica delle Soluzioni, coerentemente al nostro disegno strategico di portare all’impresa estesa le soluzioni per poter interoperare su modelli virtuali digitali per tutto il cic lo di vita del prodotto Lo facciamo per alcune soluzioni di tutorial e corsi perché si tratta di prodotti formativi rispondenti agli standard delle specifiche di OGC (vedere dispacci n.94) nella forma di Best Practice, riconosciute dal TC di OGC a Parigi nello scorso settembre, durante il meeting che ha Soluzioni Ingegneri e sviluppo sostenibile L’impegno del CNI dopo Agrigento si legge chiaramente nel comunicato finale, quando si proclama il 2008 anno dell’Ingegneria al servizio 8 dispacci PDM ________________________________________________________________________________________________________________________ preceduto quello di Stresa. Il proponente CityGML ha indicato la versione 0.4.0 del prodotto omonimo che presenta i modelli 3D virtuali di città, la base per l’interoperabilità BIM-GIS dei modelli territoriali urbani, quelli di cui tutte le commissioni edilizie, preposte ai processi di rilascio delle licenze di edificazione, dovrebbero disporre per analizzare con proprietà nel contesto ambientale, potendole mostrare alla discussione dei cittadini (quindi, al difensore civico del territorio, che li rappresenta nel nostro utopico disegno). E si tratta di moduli educativi già irradiati in rete dal sistema accademico tedesco secondo lo schema applicativo XML. Il visualizzatore Aristotele di GML ne consente l’analisi in rete. Riporta alcuni immagini di città degli USA ed è stato già presentato anche in Cina (ad Urumgi) in forma di tutorial come strumento di aggiornamento dei data base geospaziali con immagini. Certo è che potrebbero essere la base per accompagnare la crociata di INSPIRE che, abbinando l’impegno del gruppo di lavoro emergente ed il supporto della competenza del sistema tedesco, si vorrebbe lanciare per i trimestri avvenire verso WCC2008. OGCE ed capitolo italiano di IAI possono essere la risorsa per coagulare le competenze, accorpando i tre mondi ormai riconosciuti: enti pubblici locali, università qualificate, imprese di profilo diverso (professionisti compresi, singoli e associati). Premesso che il lavoro femminile è ancora ben lontano dalla parità (e dall’incidenza delle lauree in ingegneria dell’informazione), potrebbe giovare un parallelo per complemento e non certo per confronto con quello dei laureati in ingegneria, ed in generale con l’indagine, ormai in fase di imminente pubblicazione, svolta dall’Ordine di Milano, che comunque analizzeremo dopo l’esame dei risultati fruibili. Il confronto è un utile complemento perché per consuetudine, nata con la stessa genesi dell’associazione, Assintel esclude gli informatici che lavorano nell’area CAD/PLM, cioè quelli che per noi sono di interesse primario. Dunque anche la distinzione fra personale strettamente tecnico, dedicato allo sviluppo del software e personale amministrativo e di marketing potrà essere oggetto di approfondimento in altra eventuale circostanza. Concludiamo con il monte ore di formazione : 100.000 pari a 14,3 ore / anno per addetto, con un assenteismo per malattia pari al 2% ; e 0,8 ore di sciopero per addetto: una cifra che deve far riflettere. Teamcenter il cancello che apre a SAP Abbiamo osservato con interesse, anche sulla stampa tedesca, l’andamento dei rapporti fra SAP, cioè il suo sistema informativo gestionale (ed i suoi servizi di consulenza e formazione) ed UGS, quindi Teamcenter, soprattutto oggi che essendo stata integrata UGS nel gruppo Siemens , si tratta delle due massime espressioni dell’informatica made in Germania. Lo abbiamo fatto perché ben conosciamo le aperture al PLM che hanno fatto la storia di SAP dall’R3 in poi, in oltre una dozzina di anni (vedere dispacci n.i 71, 81 e 83). Anche se non appare direttamente all’esterno in modo evidente, visto dalla Germania, e forse grazie anche alla forza dei delear di entrambe le parti, l’integrazione appare consolidata. Si dice che esiste un cancello di passaggio diretto, quasi semplificatore, che potrebbe essere tuttavia premonitore di ulteriori integrazioni avvenire; anche perché in questi processi la stessa UGS ha spesso mostrato di crederci, di pianificarli anche sul medio periodo, ma di limitarsi a presentare i risultati man mano conseguiti senza indulgere a facili promesse di pronta interoperabilità. Il prodotto soluzione si chiama Teamcenter Gateway per SAP. Lavorare nell’ICT con Assintel Assintel, cioè l’informatica gestionale italiana aderente a Confcommercio, fornisce anche quest’anno lo spaccato dell’andamento del mercato italiano attraverso l’indagine consueta condotta su un campione di 162 aziende, che per dimensione ricalca la distribuzione numerica del settore: il 9% sono imprese con più di 250 addetti (grandi per l’Italia) fino al 47% con meno di 20 addetti. La forza lavoro complessiva nelle aziende intervistate è di oltre 20.000 dipendenti (5,5% dirigenti e 94,5% impiegati). Ebbene l’occupazione è cresciuta del 4,3% nel corso dell’anno, se si considera che la rilevazione, fatta ad ottobre, è stata elaborata a novembre. L’età media dei dirigenti è di 47 anni, mentre quella dei quadri è di 41 e quella media degli impiegati di 35 anni. 9 dispacci PDM ________________________________________________________________________________________________________________________ indipendentemente dalla posizione, visibile o convissuta, dell’interoperabilità come strada maestra e via sicura per arrivare ad una buona legislazione nazionale. Vero è che la proposta di aggregazione di risorse si incentrerà negli ambiti di OGC e della IAI internazionale per porci nella posizione migliore per affrontare anche l’integrazione fra BIM e GIS, cioè l’ambiente costruito, quindi i fabbricati nel proprio territorio. Ma se il problema è anche quello di coagulare aziende, in grado di poter affiancare questo processo con prodotti e soluzioni complementari, è saggio guardare anche intorno in un contesto più ampio. E con questo spirito che andiamo a presentare uno dei maggiori eventi del 2008, che si svolgerà a gennaio dal 21 al 24 a Londra: DGI Europe 2008: una buona occasione pei neofiti. L’evento è alla sua quarta edizione e si qualifica come la conferenza dell’Intelligenza geospaziale, avendo più specificatamente per tema la creazione dell’architettura più appropriata per sviluppare un’intelligenza attivabile (actionable) nell’informazione geospaziale. 81 relatori daranno sostanza al tema e l’ultimo giorno verrà dedicato all’interoperabilità come focale per la collaborazione: Inspire, OGC, ISO 211 saranno problematiche al centro del dibattito. Ma l’evento più pregnante per l’Italia è il TC di OGC che si terrà a Potsdam in giugno (2-6), sarà la tappa successiva a Stresa, prima del WCC. Eventi / Incontri Con MindSh@re al CASD Dopo il successo di fine 2006 il Centro Alti Studi della Difesa di Roma torna ad ospitare l’evento del 2008 di MindSh@are , l’apprezzato modello organizzativo di Finmeccanica per trasferire tecnologia innovativa all’interno del proprio management, sia tecnico che generale (vedere dispacci n.i 80 e 81 per l’evento passato e l’efficienza di IED2 di FNM). Il 5 e 6 febbraio sono le date da impegnare. I partner che sostengono la diffusione della cultura all’interno delle strutture militari sono il COTEC, la Fondazione per l’Innovazione tecnologica, ed il capitolo italiano dell’AFCEA (Armed Forces Communications & Electronics Associations). L’iniziativa, destinata a replicare il successo di fine 2006, si propone come un invito aperto a partecipare al Knowledge Market Pl@ce, come viene qualificato l’evento, lasciando alle settimane precedenti la fase di messa a punto dell’impianto definitivo. Naturalmente l’impegno congiunto di CASD e FNM favorirà la più attenta e competente presenza di delegati specialisti. Ma ora c’è anche l’impianto della nuova editoria tecnica che FNM ha voluto darsi (vedere dispacci n. 94) attraverso Open Connection, che sarà una cassa di risonanza degli aspetti più ficcanti che qualificheranno l’incontro. Se questo assumerà la periodicità che si intravede, è destinato ad essere un punto preciso di riferimento sistematico per lo sviluppo del Sistema Paese. Noi continuiamo a considerarlo come l’occasione meglio finalizzata all’affiancamento delle strutture civili e militari nel nostro Paese per lo sviluppo di attività d’avanguardia nella tecnologia di prodotto, già aperta all’integrazione ed all’interoperabilità che sostanzia lo sforzo del 2008. 20° World Computer Congress da Milano Manca ancora troppo tempo per suggerire come visitare, frequentare, partecipare al WCC di settembre, anche se (vedere dispacci n. 94) anche se le 12 conferenze tecniche e le 9 sessioni trasversali sono definite e si stanno strutturando robustamente. E noi dobbiamo informare i nostri lettori e partner. Ma soprattutto dobbiamo valutare quali delle attività che cadranno alla fine dell’estate, potranno essere incapsulate dal programma ufficiale e quali potranno vivere di vita satellitare autonoma. Il congresso si svolge proprio nel momento topico della presa delle decisioni del management che ritorna dalle vacanze italiane e deve prendere le decisioni, che l’hanno assillato prima (e forse durante) le ferie agostane, e assumersene le responsabilità. Premesso che le attività editoriali vivono di vita propria, per gli incontri simbiotici di OGCE e del capitolo Italiano di IAI dobbiamo valutare l’interazione della conferenza tecnica sui sistemi TC di OGC a Potsdam e DGI Europe 2008 L’impegno editoriale che ci siamo assunti di accompagna la fase di trasposizione del progetto INSPIRE nel suo momento più delicato ci obbliga a relazionarci con un ampio contesto di imprese attive nel settore dell’informazione geospaziale , anche al di fuori del contesto, pur vasto e differenziato di OGC, e la sua presenza regionale Europea con OGCE. Anche 10 dispacci PDM ________________________________________________________________________________________________________________________ di Open Source per verificare se la definizione della legislazione e normativa nazionale sui sistemi informativi geografici, orientata agli adempimenti prescritti dalla direttiva INSPIRE possa rientrare nelle compatibilità della conferenza stessa. Ma già taluno vorrebbe che, trattandosi di ambiente, se ne discutesse all’interno della sessione ICT a ciò dedicata. In altri termini il tema, dovunque e comunque collocato dell’applicazione degli standard interoperabili al sistema informativo geografico, potrebbe essere oggetto di un doppio inserimento nel programma di WCC2008: nella conferenza sui sistemi Open Source per la valenza dei suoi fondamenti XML / UML e nella sessione ICT dedicata all’ambiente attraverso il sistema informativo territoriale. La decisione potrebbe essere in un approfondimento fra AICA ed IFIP. IAI ed OGC attendono, insieme ad am^fm. di integrazione, pronto per un inoltro, più selettivo, di “nicchia”, di terzo livello…. Non è un “reporting” destinato a pochi; bensì un “dispatching”, per tutti ed a tutti. I dispacci sono “messaggi, fatti pervenire a mezzo di corriere o staffetta; poi messaggi telegrafici, inviati dalla competente autorità agli agenti diplomatici o consolari”(Devoto Oli). Con l’edizione internazionale, seguendo un progettista inglese, lo decriptammo così: disseminated intelligent system for product-centric advanced customer–driven and collaborative interoperability … Infosecurity Storage Tracking: con Assintel La strategia scelta da Assintel per promuovere la presenza dei soci sul mercato, atteso che scemano le esposizioni dedicate, è stata (anche per il 2008) la partnership con mostre specializzate. Infosecurity Storage Trackability è la prima opportunità dell’anno. I temi sono: sicurezza dell’informazione, memorizzazione dei dati, tracciabilità (Trackability) dei flussi; ed a febbraio (5-7) il ritrovo è a Fieramilanocity, lo spazio precocemente “dimesso” per fare Rho Pero (vedere dispacci n.84). A noi rimane la convinzione che debba aprirsi la porta ai sistemi tecnici ed al PLM puntando (perché non farlo?) sull’integrazione attraverso l’abbinamento delle rassegne espositive: magari attraverso la parola chiave dell’interoperabilità. Potrebbe essere uno dei miracoli dell’incipiente 2008. A distanza di otto anni la disseminazione è divenuta bella realtà, un sistema è stato costruito, FareAmbiente MED è ora arrivato per orientare al solidarismo le decisioni di tutti i portatori di interesse, circolare è il ciclo di vita nella visione del PLM di Piero Sraffa…. l’interoperabilità è una meta ora raggiunta con FMU, BIM, GIS … E l’acronimo si è aggiornato così … d ecision supporting i ntelligent s t a k e h o l d e r’s s o l i d a r i s m p r o d u c t-centric a dvanced ________________________________________ Significato di una e-partnership c Un bollettino, inoltrato come e-mail, a pochi e-partner, “abbonati” selezionati, che lo ri-inoltrano a proprie liste di destinatari abituali, anche con un messaggio opzionale i r c u l a r and c ollaborative i nteroperability . 11 for dispacci PDM ________________________________________________________________________________________________________________________ Sono scomparsi i puntini dopo la parola chiave: l’interoperabilità si è posta al centro del nostro quadrante, poggiando su un tripode che sarà lo stemma scelto per accompagnarci nel cammino fin al n.100, e ben oltre, magari a doppiarlo. contemporanea nei sistemi SCM/SRM e per i nuovi materiali. “COSTRUZIONI CIVILI” Sotto il segno dell’interoperabilità n. 100 - (6.08) … e la fase di ingegneria di fabbricazione Il tema dell’integrazione funzionale delle (grandi) opere, civili industriali e di servizio (e dei pertinenti documenti digitali), nel territorio viene approfondito con il settore automotive (rotaia, gomma, mare, cielo), perché innovazioni in mezzi e reti di trasporto siano fasate in una visione di processo PLM unitaria. “AMBIENTE e TERRITORIO” ________________________________________ Il piano tematico rolling 2008 Il tripode dell’interoperabilità n. 95 - (1.08) Le dieci fasi del ciclo di vita del prodotto Lo scambio di dati di sistemi industriali e civili fra loro e col GIS del territorio, sostanzia il tripode del codesign, verso il cliente CRM: è il tema che ha esaltato gli standard nella cultura PDM, anche nel settore di progettazione e costruzione di macchine e impianti, con le loro sostituzioni e dismissioni alla fine del ciclo di vita. “MACHINERY” L’eredità di Piero Sraffa n. 101 - (7.08) … e la fase di pianificazione in fabbrica Ritornando sul tema del codesign come metodologia per competere sul mercato CRM dei clienti finali, sia come reattività (time-to-market) che come innovazione nei rispettivi ruoli, si fa riferimento al settore moda, come a quello che più ne dovrebbe essere tributario per il tasso di novità che esprime dall’ideazione all’attuazione. “ENERGIA” Progettazione creativa di ingegneri e architetti n. 96 - (2.08) ….. e la fase di definizione dei requisiti L’aggiornamento di ingegneri e archietti, così come il “recupero” dei nuovi professionisti convertiti, suggeriscono il tema di una definizione di figure e profili per la Design Chain, mentre programmi universitari e tecnologia evolvono, per disporre di servizi di settore, mantenere, rivedere prodotto e progetto nel tempo. “COSTRUZIONI INDUSTRIALI” Progettazione circolare di prodotto n. 102 - (8.08) … la fase di test di prodotto e controllo di qualità La progettazione del processo di fabbricazione del prodotto, manufatto o immobile, è tema di frontiera della Design Chain, come approccio ai problemi e metodologia risolutiva. E il settore sono le costruzioni: dal cantiere (navale o edilizio) alla fabbrica, al fabbricato di serie, integrato col progetto di prodotto. “COSTRUZIONI, INFRASTRUTTURE” Il GPS nella logistica n. 97 - (3.08) …. e la fase dell’ingegneria concettuale Si riprende il tema del GPS, come strumento per la rilevazione dei processi dinamici nella logistica distributiva, che ha consentito un salto di qualità considerevole, nel numero dedicato al settore aerospaziale e difesa, per ribadire il ruolo dei satelliti che alimentano soluzioni innovative di trasporto come reporting intelligente. “AEROSPAZIO, DIFESA” Processi, ambiente, territorio n. 103 - (9.08) …. la fase di logistica produttiva e distributiva Il settore dell’editoria, dei produttori di informazione, (e della didattica) sta subendo una trasformazione per portare il prodotto al cliente attraverso più canali: lo si abbina al tema del territorio per il monitoraggio dell’intervento, diretto ed indiretto nel processo che porta all’edificazione, quasi come reporting al cittadino. “EDITORIA e DIDATTICA” ___________________________ Il prodotto è un cespite n. 98 - (4.08) … e la fase di progettazione del prodotto Trasporto intelligente è il traffico sicuro, regolato, “utility” pregiata per i servizi al cittadino nelle città più condizionate, commisurati ai costi di gestione. Il settore viene affrontato insieme al tema che apprezza ogni prodotto (edilizio o industriale) come patrimonio da ammortizzare durante il suo ciclo di vita. “AUTOMOTIVE” dispacci PDM n.95 – gennaio 2008 the digital newsletter on Product Lifecycle Management editor: Mauro M. Langfelder (+393356278046) c/o publisher: teleDATA srl via Piatti – 11 20123 Milano Italy tel. (00)39 – (0)2 - 875378 fax (00)39 – (0)2 - 875071 Monitoraggio delle grandi opere n. 99 - (5.08) … e la fase di validazione digitale Proseguendo nel riferimento ai lavori impegnativi per l’ingegneria, civile ed industriale, di processo e di prodotto, come tema metodologico di riferimento, si affianca come settore la componentistica, proprio per valorizzare le filiere di fornitura dell’industria e-mail: [email protected] all printing and e-mailing rights reserved and licensed to e-partner 12