“Riciclare la giacca di papà anche così siamo alla moda”

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“Riciclare la giacca di papà anche così siamo alla moda”
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VENERDI 28 NOVEMBRE 2008
PER SAPERNE DI PIÙ
www.confesercenti.it
www.confcommercio.it
www.fiorucci.it
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L’intervista
I consigli dello stilista Elio Fiorucci: “Con 250 euro ci si veste per la stagione”
“Riciclare la giacca di papà
anche così siamo alla moda”
LAURA ASNAGHI
è la crisi ma
giocare con i
vestiti si può.
E c c o m e .
L’importante è aguzzare l’ingegno, essere curiosi, guardare cosa offrono i mercatini e le grandi
catene di distribuzione. Per essere eleganti non occorre essere ricchi e spendere fortune. Il segreto
è il buon gusto». Nel settore dell’abbigliamento le vendite traballano, ma Elio Fiorucci, uno dei
più estrosi e innovativi stilisti italiani, è tutt’altro che pessimista:
«Certo, la gente ha pochi soldi in
tasca e rinuncerà al maglione in
cachemire che costa un botto. Ma
il business dell’abbigliamento
non è finito, più che altro è spostato verso il basso, verso il “low
cost”. Perché l’abito è fonte di
gratificazione e, anche in tempi
di crisi, fare shopping resta un
piacere a cui non si rinuncia».
Un piacere che però costa salato.
«Non è vero. Se una ragazza o
un donna sono molto avvedute e
allo stesso tempo fantasiose, possono, con 250 euro, rinnovare il
guardaroba ed essere alla moda».
Ma non è un budget troppo
piccolo?
«No, se si seguono speciali
“istruzioni per l’uso”».
E quali sono?
«Bisogna sempre partire dalla
considerazione che i nostri guardaroba vanno aggiornati e non rivoluzionati da cima a fondo. Per
questo una donna che ama la moda ma non vuole prosciugare il
conto corrente, può fare una lista
delle cose “must have” di stagione e poi andare per negozi e vedere le offerte migliori».
Ma in questa lista cosa c’è?
«Sicuramente un paio di jeans,
il capo passepartout da giorno e
da sera. Due camicie bianche sono fondamentali. Perché possono essere elegantissime ma si
prestano anche a versioni sportive. Io consiglio un bel cappotto
che spopola in tutte le vetrine. A
cento euro se ne trovano di ottimi, ben tagliati, più che dignitosi.
Tra i capi irrinunciabili metto
quello che gli americani definiscono il “il little black dress”, ovvero il classico tubino nero. Che
le signore porteranno con un orlo due dita sopra il ginocchio
mentre le ragazze potranno osare di più».
FOTO CORBIS
«C’
Venezia — Crescono le aziende
che si sono riconvertire nel
‘pronto moda’, che prima produce in tempi rapidissimi e poi
vende. La crisi è forse la peggiore degli ultimi decenni, ma la
moda è diventata più elastica e
ha imparato come reagire, sa
che cosa vuole il consumatore,
quali acquisti ha già fatto e quali è ragionevole pensare che
farà nei prossimi mesi. Il linguaggio è più svelto e più giovane, il baraccone pesante e ingessato dell’alta moda è in via di
estinzione, mentre cresce un
mix tutto italiano di artigianalità e tecnologia che ci riporta
agli anni più felici della nostra
creatività, come i Cinquanta».
Ma è vero che si compra meno e
meglio? «Non necessariamente. È vero invece che della moda
al tempo della crisi fanno parte
l’etica, quindi l’immagine di sé
che un’azienda riesce a dare e i
suoi codici di comportamento,
il vintage, il riciclo, l’unicità.
Chi compra una maglia spesso
lo fa d’impulso, come è sempre
avvenuto, ma in genere ne sa di
più su materiali, prezzi e produzione rispetto al consumatore di dieci anni fa». E il Natale?
«È urgente detassare le tredicesime, altrimenti addio shopping per regali e saldi», invoca
Renato Borghi, presidente di
Federmoda, l’associazione di
settore di Confcommercio.
«Subito dopo ci aspettiamo che
siano rinnovati gli studi di settore secondo i quali i commercianti sono assai più abbienti
che nella realtà».
Intanto, nell’armadio ‘recessivo’ rispuntano i vestiti della
mamma: per le strade e nei locali rispuntano firme che si credevano estinte, da Oleg Cassini
a Paço Rabanne, e per chi si
informa la risposta è “l’ho conservato per anni”. Giovani artiste come Pietra Pistoletto confezionano abiti con le vecchie
calze da uomo, e la lana ruvida
del maglione di papà può essere riutilizzata per lo scialle rétrò. Nulla si butta più, insomma, al punto che la raccolta dei
vecchi vestiti segna il passo, nei
cassonetti urbani di Amnesty
come nelle parrocchie.
C’è l’usato, il riciclato e perfino il ricucito, col ritorno della
sartina capace di rinnovare un
cappotto (forse non è un caso se
le associazioni artigiane non
cessano di lanciare appelli ai
giovani perché tornino a studiare come si taglia e si cuce) o
di copiare la gonna più bella rimasta nel guardaroba. E, a sorpresa, tornano sul mercato
prodotti dimenticati: l’antitarme, dalla vecchia naftalina alle
più ecologiche palline di legno
impregnato, lo smacchiatore,
la fodera per proteggere i cappotti. Più sgombro e leggero,
l’armadio no frills ha l’odore di
quello della nonna.
“Per essere
eleganti non
occorre essere
ricchi e spendere
fortune”
Tutto qui?
«No. Per essere veramente sulla cresta dell’onda bisogna giocare anche sugli accessori: braccialetti, collane, borse, cinture. Ben
scelti e ben abbinati possono ridare smalto a un vecchio abito».
E le scarpe?
«Basta un paio di stivali nuovi.
Semplici, puliti. Vanno bene con
i jeans e con gli abiti. La spesa?
Non più di 80 euro, ma si trovano
anche a meno».
Fiorucci, agli uomini cosa
propone visto che anche loro sono vanitosi e amano fare shopping?
«Per loro costa ancora meno
dare un tocco di freschezza al
guardaroba. Con 200 euro si può
raggiungere l’obiettivo. Il pezzo
più caro è un completo classico
da 79 euro. Certo sono “made in
China” ma a produrli sono le stesse aziende che sfornano capi per
le grandi griffe del lusso».
E le altre novità per il guardaroba maschile?
«Io aggiungerei un jeans e una
camicia, e poi una giacca a vento
che va bene anche per andare in
ufficio».
Un consiglio speciale per i ragazzi?
«Imparate a riciclare le giacche
e le scarpe del nonno o di papà.
Nei vecchi guardaroba si trovano
sempre cose interessanti da indossare. Può essere un trench, un
giubbino in pelle, delle vecchie
Church’s. Tutto può tornare di
moda, l’importante è indossarlo
bene».
E chi non ha un guardaroba di
famiglia cui attingere?
«Il mercato vintage è, da sempre, la salvezza per chi non ha soldi ma una gran fantasia. Io amo
andare per mercatini delle pulci a
scovare vecchie giacche e cappotti. E quando gli amici mi chiedono “ma che bel giaccone hai,
dove l’hai comprato”, magari si
aspettano il nome di una boutique. E io li stupisco con l’indirizzo di un super economico mercatino dell’usato».
Certo, però ci vuole fiuto per
spendere poco e vestirsi alla moda.
«Vero, ma in tempi di crisi bisogna dare sfogo alla fantasia e fare
funzionare la testa. E chi non lo fa,
si fa solo del male. Perché non è
bello stare davanti a una vetrina
superlusso e piangersi addosso
se non si può acquistare nulla. È
deprimente e fa male alla salute».
TRIBUNALE DI BELLUNO
La curiosità
Elisabetta II esorta la famiglia a evitare gli sprechi e dà l’esempio riciclando abiti
E Sua Maestà lancia l’etica del risparmio
LONDRA
ontro la crisi, scende in campo anche la regina Elisabetta,
esortando l’intera famiglia reale — rivela la stampa nazionale — a diventare un modello di frugalità per la Gran Bretagna, stando alla larga da eccessi, lusso e stravaganze.
Principi e principesse sono invitati a risparmiare, e Sua Maestà dà
l’esempio: per il viaggio in Slovenia e Slovacchia del mese scorso,
Elisabetta II ha personalmente riciclato un vecchio abito per un vestito da indossare a una serata di gala. Sua figlia, la principessa Anna, ha indossato recentemente un vestito che mise al matrimonio
di Carlo e Diana nel 1981. E il principe Filippo fa sapere che indossa
gli stessi calzoni da trent’anni. Non buttare via niente, non comprare niente che si ha già, dunque: l’etica del risparmio non sembra
la più indicata per rilanciare un’economia che ha bisogno di rilanciare i consumi, ma la regina vuole che “la ditta”, come è soprannominata la famiglia reale, non dia l’impressione di spassarsela mentre il paese tira la cinghia. Vale anche per i principini William e Harry:
non è il momento, avrebbe fatto loro sapere la sovrana, di farsi fotografare mentre scendono da limousine ed entrano in esclusive discoteche.
C
(e. f.)
Vendita senza incanto: 03.03.2009 ore 11,30
Vendita con incanto: 17.03.2009 ore 11,30
Esecuzione immobiliare n. 118/05, promossa da:
BANCA ANTONIANA - POPOLARE VENETA S.p.A., con l’avv. F. Esposito
LOTTO A - Proprietà per l’intero.
Partita tavolare 4031 N.C.E.U. foglio 69 mappale n. 2098 sub 1 – Cortina d’Ampezzo, Via Sompiei Loc. Pecol – P.T. – cat. A/2 – cl. 2^ - consistenza vani 3,5. Appartamento al piano terra al lato nord composto da cucina – soggiorno – pranzo, due camere da letto, gabinetto – bagno, con porzione in corrispondenza del portico circostante, ed accesso indipendenti.
Per la quota di 230/2000
Partita tavolare 3873 - N.C.T. foglio 69 mappale n. 4895 – Pralongo – seminativo – cl. 4^ - are 22,28.
Terreno mq. 2.228 al netto della particella 2098 sulla quale è eretto l’edificio condominiale a villa.
Prezzo base: Euro 1.100.000,00 (unmilionecentomilaeuro)
Rilancio minimo nel caso di gara fra più offerenti Euro 20.000,00 (ventimilaeuro)
LOTTO B - Piena proprietà per la quota di 3450/90000.
Partita tavolare 4030 – N.C.E.U. foglio 69 mappale n. 2097 sub 15 – Cortina d’Ampezzo, Via Sompiei Loc. Pecol – PS – cat. A/3 – cl. 2^ - consistenza vani 3,5. Appartamento ad ovest nel piano seminterrato, composto da: cucina – soggiorno – gabinetto – due camere da letto con corridoio
interposto. Prezzo base: Euro 13.000,00 (tredicimilaeuro). Rilancio minimo nel caso di gara fra più offerenti Euro 1.000,00 (milleuro)
La vendita avverrà nello stato di fatto e di diritto in cui si trova il compendio immobiliare, che sarà cura degli interessati verificare in anticipo mediante
la consultazione dell’elaborato peritale, da intendersi qui integralmente richiamato, disponibile presso la Cancelleria delle Esecuzioni Immobiliari e
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Se esistenti al momento della vendita, eventuali iscrizioni e trascrizioni di pignoramenti saranno cancellati a spese della procedura. Se occupato dal
debitore, o da terzi senza titolo, nel decreto di trasferimento sarà ordinato l’immediato sgombero. Ogni onere fiscale derivante dalla vendita sarà a
carico dell’aggiudicatario. La proprietà del bene ed i conseguenti oneri saranno a favore ed a carico dell’aggiudicatario dalla data di efficacia del decreto di trasferimento e, in ogni caso, non prima del versamento dell’intero prezzo e dell’importo delle spese, diritti ed oneri conseguenti al trasferimento. Per partecipare alla vendita senza incanto ogni offerente dovrà depositare una busta chiusa senza alcuna indicazione alla Cancelleria delle
Esecuzioni Immobiliari del Tribunale di Belluno, entro le ore 12,00 del giorno precedente all’incanto. L’offerta in bollo è segreta ed irrevocabile e dovrà contenere: - cognome, nome, luogo e data di nascita, codice fiscale, domicilio, stato civile, recapito telefonico del soggetto a cui andrà intestato
l’immobile (non sarà possibile intestare l’immobile a soggetto diverso da quello che sottoscrive l’offerta), il quale dovrà presentarsi all’udienza fissata per la vendita, salvo che l’offerta venga effettuata per persona da nominare ai sensi dell’art. 579 comma terzo c.p.c.. Se l’offerente è coniugato in
regime di comunione legale dei beni, dovranno essere indicati anche i corrispondenti dati del coniuge. Se l’offerente è minorenne, l’offerta dovrà essere sottoscritta dai genitori, previa autorizzazione del Giudice Tutelare; - i dati identificativi del bene per il quale l’offerta è proposta e la data dell’udienza fissata per la vendita; - l’indicazione del prezzo offerto, che non potrà essere inferiore al prezzo minimo indicato, del tempo e del modo di pagamento ed ogni altro elemento utile alla valutazione dell’offerta. All’offerta dovrà essere allegato un assegno circolare non trasferibile intestato alla
Cancelleria del Tribunale, per un importo pari al 10% del prezzo offerto, a titolo di cauzione, che sarà trattenuto in caso di rifiuto dell’acquisto. Le buste verranno aperte all’udienza fissata per la vendita, alla presenza degli offerenti: l’aggiudicazione è definitiva. In caso di più offerte valide, si procederà a gara sulla base dell’offerta più alta. Il bene verrà definitivamente aggiudicato a chi avrà effettuato il rilancio di importo più elevato. In caso
di aggiudicazione, l’offerente dovrà versare – mediante assegno circolare non trasferibile intestato alla Cancelleria del Tribunale – il saldo del prezzo e degli oneri, diritti e spese di vendita nel termine indicato in offerta e comunque entro 90 giorni dall’aggiudicazione. Nello stesso termine dovrà
essere effettuato un deposito per il pagamento degli oneri fiscale e spese, nella misura del 20% del prezzo di aggiudicazione e salvo conguaglio. In
caso di inadempimento, l’aggiudicazione sarà revocata e l’aggiudicatario perderà tutte le somme versate. Per partecipare alla vendita con incanto
ogni offerente dovrà presentare una istanza di partecipazione in carta da bollo, presso la Cancelleria Esecuzioni Immobiliari del Tribunale di Belluno, entro le ore 12,00 del giorno precedente all’incanto, con deposito contestuale di un assegno circolare non trasferibile intestato alla Cancelleria
del Tribunale per importo pari al 10% del prezzo base a titolo di cauzione. L’offerente aggiudicatario dovrà versare – sempre a mezzo di assegno
circolare non trasferibile intestato alla Cancelleria del Tribunale – il prezzo di aggiudicazione, dedotta la somma versata a titolo di cauzione, nel termine improrogabile di giorni 60 dall’aggiudicazione definitiva. Nello stesso termine dovrà essere effettuato un deposito per il pagamento degli oneri
fiscale e spese, nella misura del 20% del prezzo di aggiudicazione e salvo conguaglio. Se l’offerente non diviene aggiudicatario, la cauzione sarà
restituita dopo la chiusura dell’incanto; qualora l’offerente ometta di partecipare all’incanto senza documentato e giustificato motivo, la cauzione sarà
restituita solo nella misura dei nove decimi e la restante parte trattenuta dalla procedura esecutiva.
Per maggiori informazioni rivolgersi alla Cancelleria Esecuzioni Immobiliari del Tribunale di Belluno, o al Custode nomina I.V.G. di Belluno, Via Marisiga n. 97, telef. 0437 942822, dal lunedì al venerdì dalle ore 09,00 alle ore 13,00.
Belluno, li 18 novembre 2008
Il Cancelliere C1
Cathia Romanzini
Repubblica Nazionale