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2013 Anno del Serpente Nero
Fabio Smolari
PAGINE n.98
ROMA
MILANO
gennaio
marzo 2013
2013 Anno del
Serpente Nero
seguici su Hiragana, scoperto
facebook! un tassello mancante
Nihonshu,
scopriamo il sake
www.zenworld.it La tsuba
zen sushi
restaurant
di roma
compie
11 anni
Istituzionalizzazione
della vendetta
Oro, il kanji
dell’anno 2012
Poesia d’inverno
RINNO
V ATO
!
Cultura
Ristoranti
Arte
Cucina
Shopping
Eventi
entra nel mondo di zen
Manga e cultura
classica giapponese
Zen
Lo stato meditativo
L’universo nel recinto
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www.serpentebianco.org www.daoyin.it
Il 10 febbraio 2013 si festeggerà l’inizio dell’anno guiyi 癸巳o del
“serpente d’acqua” 水蛇 o “serpente nero” 黑蛇, poiché nero è il
colore attribuito all’elemento acqua.
Il serpente è il sesto segno dello zodiaco cinese, è considerato avere natura yin 阴ma contiene parti yang 阳essendo dominato prevalentemente dal fuoco e in
parti minori dal metallo e dalla terra. L’elemento dominante l’anno 2013 sarà l’acqua, che è
opposta al fuoco del serpente e ciò potrà determinare un conflitto con un’alternanza di fortuna e sfortuna. Col 2013 inizierà il ciclo dei tre segni di fuoco (serpente, cavallo e capra), se
l’elemento fortunato del vostro segno è legno, la vostra fortuna rallenterà, mentre se è fuoco
divamperà al meglio.
Il serpente nella tradizione cinese - Nella cultura cinese il serpente è un simbolo complesso incarnante caratteristiche divine e demoniache, apprezzato e venerato fin dall’epoca
preistorica. Il carattere usato per rappresentarlo è un pittogramma che lo raffigura. Il mitico
imperatore Fuxi e la sua consorte Nuwa, considerati genitori dell’intera specie umana, sono
raffigurati con busto umano e code di serpenti intrecciate. Drago e serpente sono creature simili e alle volte intercambiabili, dicono le leggende popolari che quando il drago cadde sulla terra si trasformò in serpente e per questo il serpente è chiamato anche “piccolo drago”
(xiaolong 小龙). L’Imperatore Oscuro e Marziale Xuanwu, governa la direzione nord e ha
come simbolo un serpente avvinghiato su una tartaruga. Il serpente è anche uno dei Cinque
[animali] Velenosi (wudu): rospo, scorpione, scalopendra, lucertola e appunto serpente, che
sono simbolo di medicina perché dai loro veleni si ricavano importanti medicinali. Il serpente bianco è una divinità taoista e anche il soggetto di numerose leggende e racconti popolari. Come il drago il serpente non ama che
essere guardato, quindi è un animale timido, calmo, solitario e umile, attacca solo per difesa o per fame. Può ingoiare animali più grandi di
lui, per questo non bisogna sottovalutarne le ambizioni. Non ha arti ma una lingua biforcuta, che i cinesi
considerano segno di arguzia ma anche capacità di criticare ferocemente.
L’oroscopo dell’anno del Serpente 2013 - Il 10 febbraio 2013 il dinamico drago passerà il
testimone allo scandaloso serpente. Sensuale, raffinato e sagace, il potere del serpente striscerà su
ognuno discretamente ma inevitabilmente. La sua sicurezza è intossicante, sottile, potente e il suo volere incanta, queste sono le qualità del fascinoso serpente che verranno distribuite un po’ a tutti
nell’anno 2013, quindi fate un uso intelligente dei superpoteri che il serpente vi concederà.
Ma fate attenzione a non eccedere perché questo sarà un anno di scandali!
L’anno del serpente è spesso pieno di intrighi, misteri insoluti ed epici eventi mondiali, si crede che sia un anno nel quale le cose vengono a galla, ma in alcune circostanze vi saranno situazioni impossibili da risolvere e quindi sarà necessaria pazienza, perseveranza e spirito di adattamento. La grande crisi del 1929 e l’attentato alle
Twin Towers dell’11 settembre avvennero entrambi nell’anno del serpente.
Gli affari politici e le trattative commerciali inizieranno spesso con sospetto, ma le relazioni
miglioreranno man mano che le parti scopriranno il valore dell’altro. Cooperazione e colla(continua alla pagina seguente)
HIRAGANA: SCOPERTO UN (INATTESO)
TASSELLO MANCANTE Matteo Rizzi
NIHONSHU
Scopriamo il Sake, il vino del Giappone
Nell’aprile 2011 nel quartiere Nakagyō di Kyōto, tra la stazione Nijō e il centro commerciale BiVi, su
un’area di circa 3.500 mq iniziarono i lavori di scavo per la costruzione del nuovo campus dell’Università Bukkyō, almeno fino a quando la terra nuda, come raramente accade nel cuore delle città
giapponesi, approfittò del momento di respiro per parlarci a suo modo di ciò che un tempo fu, restituendo tracce di antichi insediamenti e frammenti di manufatti in terracotta. Ora l’area è un sito di
scavi archeologici curati dall’Istituto di Ricerche Archeologiche di Kyōto.
Su uno dei reperti trovarono l’iscrizione a china 三条院釣殿高杯
sanjōin tsuridono takatsuki. Vediamo di che si tratta: sanjōin
possiamo tradurlo “Palazzo della Terza Strada”; lo tsuridono è una tipica costruzione dell’architettura
tradizionale che si affaccia o si protende
su un laghetto; takatsuki è un’ampia
ciotola con piedistallo usata per contenere cibo o bevande. Beh, quasi come
trovare nome, indirizzo e chiavi di
casa! Tanto è bastato ai ricercatori per
comprendere che stavano scavando sul
fondo di un laghetto e tra i resti sepolti dei
circostanti edifici che costituivano parte del palazzo Nishi-sanjōdai
Foto scattata al
(西三条第) residenza di Fujiwara no Yoshimi, praticamente nel cuore
Museo Archeologico di Kyōto. della corte Heian. Yoshimi (813-867), appartenente alla dinastia FujiEsposizione reperti
dal 30 Nov. al 16 Dic.2012. wara (famiglia che occupò il centro della scena politica e culturale per
oltre un millennio), era imparentato con l’Imperatore (la sorella Nobuko fu nyōgo dell’Imperatore Ninmyō), rivestì per alcuni anni la carica di Udaijin “Ministro di
Destra” (la terza carica politica del governo di quel tempo), ma fu anche un profondo conoscitore della letteratura e del Buddismo. Nella sua residenza si riunivano intellettuali, aristocratici,
uomini di cultura, e talvolta l’Imperatore Seiwa con cui teneva banchetti e gare di poesia o per
ammirare i fiori. Non sarà un caso se il palazzo di Yoshimi veniva anche chiamato Hyakkatei
(百花亭) che letteralmente significa “Padiglione dei cento fiori”. Evidentemente era un bel luogo per godere dello hanami.
Ma ora parliamo dei nostri reperti! Nel terreno in corrispondenza del laghetto e del perimetro dello tsuridono, nel novembre 2011 sono stati recuperati una novantina di frammenti - la
maggior parte risalenti alla seconda metà del IX sec.- tra cui dei bokusho-doki cioè terracotte recanti scritte tracciate con l’inchiostro di china. Dal loro studio è arrivata un’importante scoperta, comunicata il 28 novembre 2012 dai ricercatori: di questi cocci circa 20 presen-
LA TSUBA
(continua alla pagina seguente)
Luca Piatti
[email protected]
Marco Massarotto
seconda parte
www.laviadelsake.it
www.giapponeinitalia.org
Dedichiamo un po’ di attenzione al secondo elemento fondamentale del Sake: l’acqua. “Senza della buona acqua non può nascere un buon sake” recita un
adagio giapponese. Alcuni produttori fanno viaggiare
autobotti attraverso il paese per procurarsi l’acqua
migliore, mentre altri curano il loro pozzo da secoli.
Il ruolo dell’acqua è quello di accelerare (acqua dura,
ricca di sali) o rallentare (acqua dolce, povera si sali)
la fermentazione, formando quindi un sake secco nel
primo caso o dolce nel secondo. Il giusto equilibrio
dell’acqua è frutto di una ricerca senza sosta, quella dell’”acqua perfetta per il sake”,
che ha anche un suo mito, quello dell’acqua “Miyamizu” di Nada, che sgorga da rocce
di granito, ricca in sali e povera in ferro e che il produttore Yamamura nel 1840 ha
definito “l’acqua perfetta”. La Via del Sake
I tipi di Sake
Le principali variazioni dipendono da: grado
è un’associazione culturale che si prefigge lo
di raffinatura del riso (Junmai, Ginjo, Daiginscopo di diffondere la cultura del bere giapponese
jo partendo dal meno raffinato al più raffiin Italia. Organizziamo corsi di formazione,
degustazioni e viaggi in Giappone alla scoperta
nato, da un maggior “corpo” sino a un naso
delle tradizioni enogastronomiche del Paese Sol
delicatissimo e floreale, quello dei Daiginjo),
Levante, sempre ponendo al centro il Sake e la
pastorizzazione o non pastorizzazione, grasua straordinaria cultura.
do di filtratura (entrambi danno più o meno
www.laviadelsake.it
pastosità al Sake) e invecchiamento, solitamente in bottiglia. Partiamo dal Junmai, il più diffuso dei tipi di Sake, il più “classico”
potremmo dire. Si definisce Junmai il Sake fatto con chicchi di riso raffinati non più del
70% (rimane il 70% del chicco
integrale). Il Junmai ha maggior
pastosità e profumi più intensi. In bocca è pieno se raffreddato, corposo a temperatura
ambiente e regge il confronto anche con carni Teppanyaki
se servito caldo a 40° secondo
tradizione. Un vino versatile,
ricco di sfumature adatto ad
accompagnare moltissimi piatti: dalle carni fino al Tenpura
o ai Ramen. Il Junmai Ginjo è
quel sake la cui raffinatura del
riso giunge sino al 60%, spo- Gekkeikan Museum, Fushimi, Kyoto - Utensili per la produzione di Sake
La tsuba è la guardia della spada giapponese, l’accessorio più importante per l’ornamento della lama e il più collezionato. Può presentarsi in varie forme, ma tutte al centro presentano un foro (nakago ana) per
(continua alla pagina seguente)
l’accesso del codolo, la parte della lama
interna al manico della spada. Può preRossella Marangoni
A N T I Q U ARI AT O G I A PP O N ESE
sentare altri due buchi, posti ai lati delwww.rossellamarangoni.it
LUCA PIATTI
la fessura centrale: il primo (kozuka hitsu
SPADE GIAPPONESI
ana) è destinato ad alloggiare il kozuka, il
Nessuno potrebbe vivere sotto lo stesso cielo
del nemico del proprio padre.
manico del piccolo coltellino inserito sul
Dal Liji (Memorie dei Riti)
lato interno del fodero. Il secondo (kogai
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hitsu ana) è destinato al kogai, uno spilAll’interno di un contesto di massimo controllo sociale e di preoccupazione di [email protected]
lone dalle molteplici funzioni, anch’esso
nalamento della violenza della classe guerriera che caratterizza il periodo Edo (1603Via
Dell’Orso
12
Milano
+39 02 80582108
portato in un apposito alloggiamento nel
1868) viene attuata una eccezionale istituzionalizzazione della vendetta da parte del
fodero, situato dalla parte opposta del
governo militare dei Tokugawa. La vendetta continua ad essere un imperativo morale,
kogatana. Quando la guardia è firmata, la firma dell’artefice
ma viene sottoposta a un’accurata regolamentazione.
è collocata nella zona intorno al nakago ana.
Per principio la vendetta privata era proibita sia
Quaderni asiatici
La forma delle tsuba generalmente è circolare (maru) o
per un cittadino comune che per un samurai. Nel
Rivista trimestrale di cultura e studi sull’Asia
quadrata (kaku), più raramente assume forme irrecaso di disputa (kenka) fra due samurai, al guerrie- EDITA DAL
golari quali: la forma del pugno (kobushi), a quattro
ro era richiesta una reazione immediata, istantaCentro di cultura italia - asia
lobi (mokko), del profilo della foglia della malva (aoi), nea, per affermare la propria dignità e salvaguar- “Guglielmo Scalise” Tel. 025461236 - 02733431
volutamente appena irregoladare il proprio onore e tale
www.italia-asia.it - [email protected]
re o leggermente asimmetrica e
reazione poteva anche risulcosi via, secondo una precisa e
tare nell’uccisione del rivale sul posto. Ma la difesa del proprio
dettagliata terminologia nippoonore non esentava il guerriero dalla punizione inflitta dalle autonica. La lavorazione delle superfici
rità. Infatti, nel caso di kenka fra due guerrieri, entrambi i contendelle tsuba avveniva con la tecnica
denti venivano sanzionati dall’autorità, spesso con la morte.
dell’incisione (chokin), che si suddivide
Solo tre erano le eccezioni previste dalla legge shogunale e da
il primo sito in italiano
Tsuba in metallo,
in: nanako (uova di pesce, motivo
dedicato alle arti performative asiatiche quelle di feudo nell’ambito delle quali si poteva far ricorso alla
con decoro composto da quattro varietà di
decorativo realizzato da una sottradizione guerriera della vendetta privata violenta: bunreiuchi,
pesci, posti fra onde e realizzati
tile granulazione regolare della superficie), iro-e (inl’uccisione di un cittadino comune che aveva mancato di rispetto al guerriero; megacompletamente o parzialmente in oro;
scuola Omori, seconda metà del periodo Edo. tarsi di diversi metalli di vari colori), tananikubori (intakiuchi, l’uccisione della moglie infedele e del suo amante; katakiuchi, la vendetta retarsio o decorazione di alto spessore) e ke-bori (tecnica di decorazione ad incisione di
gistrata.
figure e ideogrammi con linee molto sottili, simili ai capelli umani).
Queste erano occasioni legittime di intreccio tra violenza e onore. In questi tre casi,
La tsuba ricopre la funzione di equilibrare la spada, di impedire che la mano scorra
infatti, le leggi non punivano il samurai, neppure in caso di omicidio, quindi si può a
(continua alla pagina seguente) buon diritto osservare, come fa Ikegami Keiko, che queste tre eccezioni riflettono simbolicamente la presenza di una congiunzione critica fra onore, violenza e status del
guerriero nella società Tokugawa.
Matteo Rizzi
Si registrò tuttavia un’evoluzione nel ricorso a queste forme di vendetta privata violenta.
In Giappone il 12 dicembre è la Giornata dei Kanji (Kanji no hi) in
Mano a mano che si andava stabilizzando la convivenza pacifica sotto i Tokugawa
cui, dal 1995, si celebra l’evento Kotoshi no Kanji (Il Kanji dell’Ane il sistema si andava raffinando, infatti, il ricorso al bunreiuchi fu sempre più spesso
no), arrivato alla sua 18ª edizione e promosso dalla Nihon
considerato crudele e inutile e il codice non venne più applicato automaticamente alle
Kanji Nōryoku Kentei Kyōkai (JKATF - Japan Kanji Aptitude Tedispute che coinvolgevano un bushi e un cittadino comune. Per ottenere soddisfaziosting Foundation) di Kyōto. Anche quest’anno, nel meraviglioso
ne, il bushi doveva addurre prove dell’offesa subita e testimoni e doveva poi accontenscenario del tempio buddista Kiyomizu di Kyōto, è stato svelato il
tarsi di ferire l’offensore colpendolo con la katana (spada), ma non poteva ucciderlo. Si
“Oro”
kanji più votato come rappresentativo dell’anno che volge al termine.
era andata quindi conformando una nuova prassi interpretativa di quella stessa legge che
A tracciarlo sul grande foglio di carta giapponese washi (1,5 m x 1,3 m) è Mori Seihan,
pur prevedeva l’impunità per il guerriero che uccideva un cittadino comune. Il bunreuchi reAbate del tempio: il kanji dell’anno 2012 è 金 (kin) che significa “oro”.
stò solo nominalmente come un’affermazione della superiorità di status del guerriero nella
Possiamo dire che nell’evento coesistono tre aspetti: 1) culturale, perché è un’occasocietà rigorosamente strasione per riflettere sull’importanza che gli ideogrammi rivestono nella lingua e nella
tificata del Giappone sotto i
cultura giapponese, per stimolare l’interesse e
Tokugawa.
il desiderio di approfondire sempre più la loro
Al contrario, il megatakiuchi
conoscenza e quindi promuovere la diffusione
si inasprì con il cambiadella kanji bunka “cultura dei kanji”; 2) artistimento di ruolo e di status
co, in quanto il kanji viene svelato attraverso la
della donna nella sociecalligrafia shodō; 3) religioso, perché nel tempio
tà giapponese. Nel periodo
si celebra un cerimoniale per purificare dagli
Kamakura (1185-1333) al
eventi negativi l’anno che si conclude e consamarito samurai era richiecrare il nuovo che verrà.
sto di vendicarsi dell’aI motivi per considerare il 2012 un “anno d’oro” sono svariati: le 38 medaglie conquistate dal mante della moglie, ma la
relativa autonomia di cui le Sengakuji, Tokyo, tombe dei 47 rōnin
Giappone alle Olimpiadi di Londra, l’inauguradonne disponevano all’ezione della Tōkyō Sky Tree, la torre più alta al
poca le risparmiava dall’essere incluse nella vendetta. Successivamente, nel periomondo, il premio Nobel per la Medicina assedo delle guerre civili che portò all’unificazione del Paese sotto il governo degli shōgun
gnato al Prof. Yamanaka Shin’ya per le ricerche
L’ISTITUZIONALIZZAZIONE
DELLA VENDETTA
nel Giappone dei Tokugawa
www.asiateatro.it
IL KANJI DELL’ANNO 2012
POESIA D’inverno
(continua alla pagina seguente)
A cura di: shodo.it
Poema invernale dal Man’yōshū n. 3-318 di Yamabo no Akahito 山部赤人
(inizi VIII° secolo)
田子の浦に
うち出でて見れば
白妙の
富士の高嶺に
雪は降りける
Tago no ura ni,
uchi idete mireba,
shirotae no,
Fuji no takane ni,
yukiwa furitsutsu.
Procedendo
lungo la baia di Tago
osservo la neve cadere
sulla candida vetta
del monte Fuji.
traduzione tratta da:
Lo spirito giovane
della calligrafia classica
(pagina 45) - Kataoka Shikō
a cura di Virginia Sica, V
e Tabarelli de Fatis, F.
Go Book Editore, - Trento 2006
Calligrafia eseguita da Bruno Riva – Associazione culturale shodo.it
(continua alla pagina seguente)
quando i manga incontrano la cultura
classica giapponese Giampiero Raganelli prima parte
Considerati tra i simboli per eccellenza della cultura pop nipponica, i manga, i fumetti giapponesi, nella
loro estrema varietà e nel corso della loro lunga storia, si sono spesso ispirati all’arte, all’iconografia, alla
letteratura della classicità del Giappone. Riportiamo gli esempi più significativi degli autori che si sono
contraddistinti in questo senso.
Mizuki Shigeru (classe 1922) appartiene alla prima generazione dei mangaka, gli autori di manga, insieme a Tezuka Osamu e altri. La sua fervida penna a inchiostro ha partorito la serie di grandissimo successo GeGeGe no Kitarō, ma è noto anche per le sue opere sulla guerra e sui militari al ritorno, compreso il racconto autobiografico sulla sua drammatica esperienza di soldato a Rabaul in Papua Nuova
Guinea in cui perse il braccio sinistro. Una sorta di Arpa birmana che si segnala per la denuncia degli
orrori e delle atrocità commesse dall’esercito giapponese in Cina e in Corea.
Mizuki è responsabile del rinnovato interesse per l’universo degli yōkai, i mostri del folklore nipponico, di
cui la sua opera è pervasa. La sua passione per queste creature nasce già durante la sua infanzia, nella
cittadina costieradi Sakaiminato nel Sudovest del Giappone, dalla suggestione dei racconti di un’anziana
donna del luogo, soprannominata Non-non-ba,
che avevano come protagonista soprattutto Akaname, l’orrendo mostro che lecca la sporcizia nei
bagni di legno. Le sue ricerche approfondite sugli
yōkai, tanto storiche quanto iconografiche, condotte in età adulta soprattutto basandosi sui lavori
del grande studioso del folklore Yanagita Kunio,
hanno contribuito a far avanzare gli studi sull’argomento e lo hanno portato a realizzare i più bei
(continua alla pagina seguente)
2012 anno del serpente nero
alimentari
tipici da
tutto il mondo
Idee...
oggetti...
porcellane
giapponesi
alimenti e e oggettistica dal mondo
foods and wares from the world
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hiragana
seguito
tano alcuni caratteri del sillabario hiragana!
Fino ad oggi si riteneva che lo hiragana fosse
stato formato nella sua grafia definitiva solo nel
X sec., ma ora esiste la prova che la sua datazione risale ad almeno mezzo secolo prima. La
scoperta rappresenta dunque un inatteso tassello mancante che viene alla luce e che fa luce su
un periodo ‘cruciale’ nell’evoluzione dei caratteri kana. Infatti dalla precedente scrittura con
man’yōgana (che faceva uso di ideogrammi
per assegnare la pronuncia giapponese), si arrivò successivamente alla sua forma corsiva detta
sōgana ed infine, attraverso ulteriori semplificazioni, allo hiragana. Tra i reperti più importanti
c’è un piatto hajiki di 13.5 cm di diametro (terracotta senza decorazioni prodotta dal periodo
Kofun allo Heian solitamente usata per il cibo)
[vedi foto]. Certamente non sono pochi i caratteri mancanti o non decifrabili, ma tra i circa 40
leggibili già alcuni presentano la medesima forma di oggi. E’ il caso di あ (a), け (ke), と (to), は (ha), ら (ra). Interessante notare anche lo stile renmentai, in cui la scrittura di alcuni caratteri è ininterrotta. Ben leggibile
ひとにくしとおもはれ “hitonikushi to
omohare” [la sillaba “mo” sottolineata è stata
aggiunta per facile deduzione, ma il frammento
è mancante], parole che parzialmente appaiono (“itonikushi”) anche nel Makura no sōshi
scritto da Seishō Nagon a cavallo tra la fine del
IX e l’inizio del X sec. Secondo Hiroshi Sano,
Professore Associato di storia sociale della cultura
presso l’Università di Kyōto, potrebbe averlo scritto
per diletto qualche aristocratico/a durante un banchetto cerimoniale.
Sui frammenti che formavano un altro piatto è
leggibile かつらきへ “katsuraki he” (Katsuraki è il nome di una località): potrebbe riferirsi
ad un kagura-uta (tipo di musica e danza legata allo shintoismo) intitolato Asakura, in cui appare in un verso “katsuraki he”? Ad ipotizzarlo
è Ryōhei Nishiyama, professore dell’Università
di Kyōto e profondo conoscitore della storia della capitale Heian: le iscrizioni potrebbero essere
state realizzate presso la dimora di Yoshimi durante l’esecuzione di queste musiche sacre.
Sui frammenti del piedistallo di un takatsuki si
legge なかつせ “nakatsuse”, parola che appare nell’antico testo Nihonshoki con riferimento al rito di abluzione shintoista (misogi harae) e
Izanagi, divinità maschile che secondo la leggenda
creò insieme a Izanami le isole giapponesi.
Tra i reperti non ci sono solo terracotte ma anche
alcuni mokkan, listelli o pezzi di legno, solitamente di poco spessore, dove venivano scritti dei
testi. Su uno è leggibile la sillaba む“mu” tracciata
in uno stile corsivo sōgana già molto vicino allo
hiragana. Un’interessante testimonianza dell’evoluzione formale di questa simpatica sillaba!
Ad oggi questi sono gli esempi dello hiragana più
antico in assoluto e sono la testimonianza che già
nella seconda metà del IX sec. venne formato ed
utilizzato. Ma chissà quanti altri segreti sono custoditi nel sottosuolo dell’antica capitale. Come presume il professor Nishiyama, con la prosecuzione
delle ricerche c’è la possibilità che la storia dello hiragana, e forse non solo, possa cambiare.
seguito
borazione saranno importanti perché senza mutuo rispetto la negoziazione e i compromessi saranno difficili. Gli anni del serpente
sono noti per scatenare conflitti, discussioni e guerre, ma d’altra parte
sono il momento per dare un senso alla vita ed aprirsi alle potenze
universali e ricevere risposte a problemi di lunga gestazione ed iniziare esplorazioni romantiche. Le arti fioriranno e il denaro parrà
sbucare dal nulla per finanziare chi intende esprimersi, specialmente
nella danza, nel teatro e nelle arti figurative. La moda si farà più elegante e fluida, con colori autunnali prevalenti e un glamour ricercato.
Non lasciatevi intimorire dal “lato oscuro” del serpente e non frenate
la vostra spinta propositiva, poiché il serpente ama chi fa uso delle
sue qualità. Se le difficoltà vi colpiranno, rimanete in paziente attesa
del momento propizio, perché prima o poi verrà, ma dovrete essere
pronti e concentrati per attaccare in un secondo. Fate uso della sicurezza, del fascino e del coraggio del serpente e non ve ne pentirete, potrebbe essere un anno indimenticabile.
Fuxi e Nuwa
I nati nel segno del serpente - Come un fiume profondo, i
nati sotto il segno del serpente sono in genere calmi in superficie ma in loro pensieri ed emozioni
vanno molto in profondità. Contemplativi e privati non si mostrano esternamente le loro emozioni.
Appaiono astuti e schivi e lavorano modestamente in ambienti commerciali. Preferiscono lavorare
da soli, sono determinati nel raggiungere i risultati e odiano fallire. Hanno fama di accumulatori e
risparmiatori e sono reticenti a prestar denaro agli amici per ragioni frivole, ma sono assai generosi se davanti all’opportunità di aiutare chi veramente ne abbia bisogno. I serpenti sono solitari
e amano condurre una vita riservata e non sopportano la confusione e lo stress. Non si lasciano
consigliare e convincere facilmente ma si affidano al loro intuito anche nelle questioni più importanti. Hanno un carattere benevolo e la capacità di comunicare dicendo poco, possiedono moralità e saggezza. I serpenti sono seduttori. Possono essere molto appassionati e possessivi, amano
sinceramente e non sopportano d’esser rifiutati o traditi.
L’universo nel recinto
zen
CHE COS’E’
LO STATO MEDITATIVO
Lo stato meditativo è quella condizione di
pura consapevolezza che si rivela al di là del
consueto flusso di pensieri… La percezione
cosciente non si rivolge più in modo unilaterale ed esclusivo verso il mondo oggettivo,
esterno, ma converge verso il soggetto, noi
stessi, sulla propria interiorità. Si dischiude
una realtà quasi sconosciuta, dimenticata.
Subentra il silenzio, la non-mente. Ed emerge una condizione alquanto indescrivibile di
calma, pace, non-pensiero, profondo rilassamento, assoluto silenzio.
Il Maestro Tetsugen Serra prosegue la sua
trattazione su…
VIVERE ZEN
del Maestro Tetsugen Serra
Xenia Edizioni - Milano
I fondamenti dell’arte dei giardini
e l’estetica tradizionale giapponese
di Paola Di Felice
Volume I
Con la traduzione di Sakuteiki
(Annotazioni sulla composizione dei giardini)
con prefazione e foto di Fosco Maraini
Volume II
Con la traduzione di
Sansui narabini Yagyō no zu
(Illustrazioni delle forme di montagne, pianure e corsi d’acqua)
Casa Editrice Leo Olschki, Firenze 2012
la tsuba
Quest’opera nasce dalla convinzione che i tempi siano maturi per andare oltre la “fascinazione
dell’esotico” e arrivare a una più profonda comprensione, autentico rispetto e conseguente assimilazione creativa dei patrimoni conoscitivi dell’umanità che civiltà millenarie come quella cinese, filtrata e raffinata attraverso l’elaborazione giapponese, hanno prodotto. Per il tramite di un’arte apparentemente minore: la creazione dei giardini e la relativa letteratura.
Sakuteiki è considerato il più antico manoscritto esistente sulla composizione dei giardini, mentre
Sansui Narabini yagyō no zu è ritenuto il secondo, per antichità e importanza. I due testi riuniti
rappresentano la base dell’arte dei giardini, nonché dell’estetica che informa le arti giapponesi tradizionali. Il loro commento e la traduzione, riveduta e corretta quella del Sakuteiki, prima italiana
quella del Sansui, intendono restituire a questa illustre tradizione la sua prospettiva storica e la sua
complessità.
Paola Di Felice è laureata in Lingue e letterature straniere moderne (inglese) e Materie letterarie (Giapponese) presso l’Università di Firenze. Dopo aver esercitato per qualche tempo l’attività di insegnante e
di traduttrice, in particolare nell’ambito degli scambi culturali fra Giappone e Italia, si dedica ora principalmente alla ricerca nel campo artistico e spirituale, secondo i principi e la metodologia esposti nel testo.
Appartiene all’Ordine del Buddismo shingon del Kyōsan e da molti anni trascorre regolarmente periodi di
pratica spirituale e di studio in Giappone, dove collabora col Centro di ricerca per la cultura Mikkyō presso l’Università del Monte Kōya (prefettura di Wakayama).
quando i manga incontrano la cultura classica giapponese
seguito
seguito
lungo la lama e di blocco contro una
spinta o un taglio in duello. Con il tempo alla funzione pratica si è aggiunta quella estetica, andata amplificandosi sino a diventare un simbolo della
condizione sociale del proprietario. La
tsuba era inizialmente costruita dagli
stessi fabbri della spada o della corazza, usando come materiale il ferro
forgiato. Raramente le superfici erano
arricchite da decorazioni, dapprima
realizzate con la tecnica del traforo, poi
evolutesi in decori più elaborati, basati
sulla punzonatura e sull’incisione. La
funzione della tsuba è di difesa, affiancata e ingentilita dalla decorazione;
la primaria finalità fu prevalente sino
all’inizio del periodo Edo, relegando la
seconda a minime zone sulla superficie protettiva, per non compromettere
la solidità della struttura. La fine delle guerre e la duratura pace imposta
dai Tokugawa diedero impulso alle arti
e il clima di pace affievolì la necessità di difesa; questa nuova situazione
si ripercuote anche sulla realizzazione delle tsuba, che vide un incremento
della decorazione. L’ornamento assunse aspetti sempre più elaborati, con la
contemporanea introduzione di nuove
e sofisticate tecniche decorative.
L’iniziale funzione protettiva viene superata dall’attitudine artistica del popolo giapponese e l’originaria tsuba,
chiamata ko katchushi o ho tosho, viene
ora realizzata da artigiani/artisti specializzati, acquisendo una vera connotazione artistica, con disegni e ornamenti che diventano sempre più ampi
e complessi. Il ferro viene affiancato da
molti metalli puri o in lega; il rame, il
bronzo, l’ottone (shinchu), lo yamagane
(una varietà di bronzo), il sentoku (lega
di color giallo verdastro), lo shakudo
(lega di color nero viola) e lo shibuischi
(lega di color grigio argentato).
Da sempre e anche ora la tsuba non è
un elemento isolato, è parte dell’insieme dei pezzi che costituiscono una
spada giapponese, dove ogni elemento
preso singolarmente è mutilo; solo se
considerati in modo unitario essi conferiscono funzionalità all’arma, continuità nella decorazione e un generale
senso di proporzione. In questo complesso la tsuba è elemento principale,
secondo solo alla lama, e trova il suo
mezzo di espressione nella forma, nello spessore, nelle dimensioni e nella
decorazione.
Quell’atteggiamento estetico ed etico che mirava a rendere bello lo stile di vita quotidiana, ben si manifesta nel lavoro dagli artisti giapponesi,
autori della creazione di oggetti d’uso
non solo funzionali, ma esteticamente nobilitati; per altro gli oggetti realizzati in metallo rappresentano uno
degli aspetti più significativi di questa
visione.
manga su questo soggetto, nonché i suoi bestiari fantastici, usciti anche in Italia con i titoli Enciclopedia dei mostri giapponesi ed Enciclopedia degli spiriti giapponesi.
Convinto assertore che la scomparsa degli yōkai sia da ricondurre all’introduzione dell’illuminazione elettrica, che non ha più lasciato momenti di completa oscurità neanche di notte, in cui proliferavano quelle creature, o che ispirava l’immaginazione delle persone sulla loro presenza. Per questo
erano diffuse e attive in epoca Edo in cui si usavano ancora le luci fioche di lanterne a olio e delle
lampade andon di carta di riso. E per questo Mizuki sostiene che gli yōkai esistano ancora in Papua Nuova Guinea, in cui non era diffusa l’energia elettrica all’epoca del suo soggiorno, e racconta
di un suo presunto avvistamento di uno yōkai del fiume guidato dalla gente autoctona.
Popolato di yōkai è naturalmente il manga più famoso di Mizuki, GeGeGe no Kitarō, pubblicato a partire dal 1959 con il titolo originario di Hakaba no Kitarō. Il nome GeGeGe fu aggiunto
per l’edizione in anime della Toei Animation, realizzata dal 1968 e affidata a Takahata Isao, nome
fondamentale dell’animazione nipponica per aver poi fondato, insieme a Miyazaki Hayao, lo Studio Ghibli. Il fumetto, ispirato a una leggenda popolare raccontata dai cantastorie del Kamishibai,
ha per protagonista Kitarō, che
ha le sembianze di un ragazzino guercio, ma che è uno yōkai
di 350 anni, nato in un cimitero
ed è tra gli ultimi superstiti della tribù dei fantasmi. Si batte per
ristabilire la pace tra gli umani
e gli yōkai. Kappa no Sampei,
pubblicato negli anni sessanta, ha
per protagonista invece un kappa, la creatura acquatica mezzo
uomo e mezza tartaruga, che ha
ispirato tanta letteratura e tanto
cinema, dal racconto Kappa di
Akatugawa all’anime Un’estate
Fonti: Asahi Shinbun, The Kyōto Shinbun, Mainichi
con Coo.
Shinbun, Yomiuri Shinbun, Kyōto City Archaeological
Research Institute.
Il debito iconografico di Mizuki è
fortissimo anche con i grandi pitnihonshu seguito
tori di epoca Edo, Hokusai, Kugliandolo di quella sapidità e ricchezza al
niyoshi, Kyōsai ma soprattutto
palato del Junmai, ma donandogli delicaToriyama Sekien, grande illustratezza e nuovi profumi. Il Ginjo è abbastanza
tore di yōkai. Proprio in omaggio
versatile, ma adatto a una cucina più leggeall’arte di Ukiyo-e, Mizuki ha dira e pulita, quale sashimi o soba. Quando il
segnato, nel 2003, una serie di 55
chicco viene ridotto oltre il 50% abbiamo il
stampe intitolata Yōkaido gojuJunmai Daiginjo: un sake pregiato, delicasantsugi, Le 53 stazioni della
tissimo, dai sentori floreali, adatto a essere
Yōkaido, intesa come “strada deconsumato freddo e ad accompagnare piatUna stampa delle 53 stazioni del Tokaido di Hiroshige, la numero 10, la stazione di gli yōkai” facendo il verso alle ceti raffinati ed eleganti quali il pesce crudo.
Odawara e la corrispettiva stazione del Yokaido.
lebri 53 stazioni della Tōkaidō
Abbiamo visto il ruolo centrale del riso, neldi
Hiroshige. Con il suo senso del grottesco e dell’umorismo, Mizuki riprende una per una le vedute del
la produzione del Sake, prima di conoscergrande artista di Ukiyo-e popolandole con i suoi mostriciattoli, facendoli così viaggiare per una delle rotte
ne i diversi tipi, la bottarga, le verdure alla
più importanti del periodo Edo. La serie di Mizuki è stampata proprio con il procedimento
griglia, ostriche crude e tartradizionale delle xilografie policrome, ed è stata donata alla Fondazione Adachi per la contufi. I Nihonshu invecchiati
servazione delle stampe. 134 yōkai di Mizuki sono stati realizzati come statue di bronzo e
di 7, 10, 13 o anche 20 anni
si possono vedere passeggiando nella Mizuki Shigeru Road, nella città natia di Sakaiprendono un colore ambraWWW.MAREMAGNUM.EU
minato, dove c’è anche un museo dedicato all’artista, che conserva tra le altre cose la
to, profumi da cognac, ma
Libri antichi e da collezione
collezione
di
oggetti
etnografici
che
ha
raccolto
nei
suoi
viaggi
in
tutto
il
mondo.
mantengono la freschezza
L’universo
di
Mizuki
Shigeru
non
poteva
naturalmente
non
attrarre
anche
il
cinema.
Libri antichi - Antiquariato
e vitalità dei loro 15°, diCeramiche - Incisioni - Dipinti
Sono stati realizzati vari adattamenti di GeGeGe no Kitarō, recentemente anche non
ventando un match straord’animazione ma in live action. Nel 2005 il regista di culto Miike Takeshi ha realizzaLuca Piatti - Milano, via dell’Orso, 12
dinario per piatti complessi
to Yōkai Daisenso (La grande guerra degli yōkai, presentato a Venezia) ispirato
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quali il gorgonzola, il paté
all’universo
fantastico
dell’artista
che
compare
anche
nel
film
in
un
piccolo
ruolo.
di foie gras o parmigiani
Dal tardo ottocento, gli artisti europei,
stravecchi all’aceto balsal’istituzionalizzazione della vendetta seguito
studiando i trafori nel metallo visibimico. Originali e creativi i
“Change” di Paola Billi
Paola Bilii e Nicola Piccioli
li nelle tsuba, hanno tratto ispirazione
Sake non filtrati (nigorizake)
Tokugawa,
che
corrisponde
all’incirca
al
XVI
secolo,
la
legge
fu
modificata
artisti docenti di calligrafia orientale.
e non pastorizzati (namaHanno due scuole di calligrafia,
fino a prevedere l’uccisione della coppia fedifraga. Sotto i Tokugawa si conti- per la realizzazione di svariati tipi di
una a Firenze (FeiMo). l’altra a Milano,
zake) scatenano la fantanuò secondo questa tradizione, ma nella società guerriera difendere la casti- decorazioni, creando così illustrazioni
Presso il Monastero Zen il Cerchio.
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di copertine di libri, frontespizi, manisia e a volte diventano essi
tà della propria moglie non era certo la preoccupazione dominante, né una
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stessi piatto. Il Nigorizaragione importante di vendetta. Del resto, uccidere la donna e il suo amante festi, decori di tessuti e gioielli che deke con sopra peperoncino
non costituiva un obbligo di legge, anche se era una atto previsto dalla legge. vono un forte tributo a questo decoro
o pepe nero macinato, infatti, è una entrée
Si trattava unicamente di un privilegio che liberava il marito vendicatore dalla punizione della lama.
curiosa e originale. Ma legano bene anche
delle autorità.
il kanji dell’anno 2012 seguito
con formaggi molli, pasta, uova, grazie alla Inoltre, all’interno della comunità ideale dei bushi (seken), il marito coinvolto in un atto
loro cremosità. In Giappone esistono oltre
di vendetta non riotteneva totalmente il proprio onore. Questo perché un atto plateale di sulle cellule staminali, l’eclissi anulare
di sole che è stata visibile in Giappo1.300 produttori sparsi per tutto l’arcipevendetta avrebbe esposto il proprio clan alla pubblica vergogna, cosa paventata quante
lago e le cantine sono luoghi tradizionali,
altre mai. Poteva anche darsi il caso che il marito venisse accusato dagli altri bushi di ne- ne dopo ben 932 anni. Ma il kanji 金
molto interessanti da visitare. In alternatigligenza, perdendo la faccia davanti ai propri compagni. La vendetta e il bisogno di ven- significa anche “denaro”, quindi non
scordiamoci, ad esempio, del grande
va Tokyo, Kyoto e Osaka offrono una amdicarsi erano considerati prova della precedente stupidità del marito e ciò aggiungeva
pia scelta di Sake bar (l’equivalente delle
vergogna a vergogna. Perciò il bushi cercava di evitare l’esibizione pubblica della propria scandalo dei fondi pensioni o l’ingiusta
nostre enoteche) dove degustare Nihonshu debolezza. Come per il bunreiuchi, il megatakiuchi restava un privilegio, un simulacro della fruizione degli assegni sociali nell’ambito del welfare, a discapito dei più colselezionati. In Giappone si beve di tutto,
superiorità del guerriero.
piti dalla crisi recessiva.
spesso cenando, spizzicando o abbinanIl discorso si fa più articolato e complesso nel caso del katakiuchi, la vendetta registrata.
do piatti e piattini, e la produzione locale è
Nell’ambito di una società guerriera che privilegiava sopra a tutto il rapporto vassallatico, Il kanji del 2011 fu 絆 kizuna (legame, vincolo): coi devastanti terremoto e tsunami
molto varia. Oltre al Sake (Nihonshu) si va
la vendetta poteva venire esercitata dal guerriero per vendicare il proprio signore anche
dalla birra (Benei confronti del proprio padre: è il portato dell’esaltazione della lealtà. La “lealtà del Tōhoku, il disastro nucleare che avrà
future ripercussioni, ma anche con la
eru o bakushu),
verso il signore” (giapp. chū) aveva ormai la priorità su “devozione e obbediengioia della vittoria della “nadeshiko japan”,
spesso prodotza filiale” (giapp. kō) Era però concesso al guerriero di vendicare anche il prota in Giappone
prio padre o un parente. L’istituzione da parte dei Tokugawa di un registro delle la nazionale di calcio femminile alla Fifa
Women’s World Cup 2011, i giapponesi
da grandi provendette che permetteva di inserire un costume consolidato dei bushi nella corhanno potuto sperimentare ancora una
duttori o micronice del controllo governativo, prevedeva la vendetta solo nei confronti dell’ucbrewery articisore di un parente prossimo (padre, fratello maggiore, zio) che si fosse sottrat- volta l’importanza dei legami, dell’essere
uniti, nelle estreme difficoltà, così come
gianali, al vino
to alla punizione dello stato fuggendo dalla scena del delitto, come si trova ben
nello sport.
(budoushu) a
esemplificato anche nei racconti di ambientazione samuraica di Ihara Saikaku
molti distilla(1642-1693), uno dei maggiori scrittori dell’epoca. Il vendicatore che avesse vo- Fonti: Nihon Kanji Nōryoku Kentei Kyōkai, Karasuma
keizai shinbun.
ti (i Whiskey
luto perseguire l’offensore fuggiasco avrebbe dovuto far iscrivere il proprio nome,
giapponesi
e quello di eventuali aiutanti (come fratelli o cugini) sul registro delle vendette e
hanno un’ottidepositare una domanda di autorizzazione a perseguire il proprio nemico anche al di fuori della provincia amministrama reputaziota dal proprio feudatario presso il locale Governatore rappresentante il governo dello shōgun. La domanda poteva anche
ne, c’è poi lo
essere respinta ma se veniva accettata, il vendicatore era autorizzato a ricercare ovunque il proprio nemico e a vendicarShochu, distillato di riso o patate o basilico si senza nessun limite temporale alla vendetta. Ciò permetteva al vendicatore di venire esentato dal servizio al suo signore per il
e l’Awamori, il distillato tipico di Okinawa)
tempo necessario a compiere la sua missione, di muoversi liberamente sul territorio e di attraversare più feudi sino a raggiungere il
sino al vino di riso (Nihonshu o volgarmen- proprio nemico ovunque egli si fosse nascosto, senza subire limitazioni dalle autorità locali ed evitando successivamente l’accusa
te “sake” se
di omicidio. La vendetta non dava mai origine ad una faida di sangue. Essa veniva interpretata piuttosto come l’atto finale di un
International Okinawan Goju-Ryu
lo ordinate
Karate-Do Federation Italia duello che si protraeva nel tempo e la questione, sia per i soggetti coinvolti che per le autorità, terminava con l’uccisione da parte
senza specidel vendicatore dell’offensore. A volte, colui che compiva l’impresa lasciava la propria autorizzazione alla vendetta sul corpo della
ficare o come
La I.O.G.K.F. Italia condotta da Sensei
sua vittima, affinché tutti sapessero la causa di quell’uccisione e conoscessero le sue ragioni. Spesso, una volta tornato a casa, il
P.Taigō Spongia rappresenta nel nostro
è ormai noto
Paese la Scuola del Maestro Morio
vendicatore avvisava le autorità del successo ottenuto e il proprio signore feudale, il quale non mancava di lodarlo e premiarlo per
Higaonna (10°dan) consacrata a preservare e diffondere
a livello innella sua forma originale l’Arte del Goju-Ryu Karate-Dō
il suo coraggio, la sua perseveranza e il dispiegamento di tutte quelle virtù guerriere che caratterizzavano un bushi esemplare.
come intangibile tesoro culturale, efficace Arte Marziale
ternazionae pratica di formazione ed equilibrio psicofisico.
Bibliografia
Sede Centrale - Roma - Tel. 0661550149
le). InsomBLOMBERG, Catharina, The Heart of the Warrior. Origins and Religious Background of the Samurai System in Feudal Japan, London, Taylor & Francis Books Ltd, 1993.
[email protected]
Altre info e gli indirizzi delle Scuole: www.iogkf.it
CALLAHAN, Caryl, “Tales of Samurai Honor: Saikaku’s Buke Giri Monogatari” in Monumenta Nipponica, XXXIV, 1, 1979, pp.
ma il viaggio,
1-6 (con traduzioni di alcuni racconti in lingua inglese).
o meglio la
IHARA Saikaku, Du devoir des guerriers. Récits (Buke giri monogatari, 1688), traduit en français, présenté et annoté par Joan
via del Sake è
Cholley, Paris, Gallimard, 1992.
IKEGAMI Eiko, The Taming of the Samurai. Honorific Individualism and the Making of Modern Japan, Cambridge, Mass.,
lunga e interessante e qui in Italia abbiamo appena ini- Harvard University Press, 1997 (1a ed. 1990).
(estratto da: Rossella Marangoni, Specchio di Edo. Il Kanadehon Chūshingura tra ideologia di potere e cultura popolare)
ziato a percorrerla.
PAGINE ZEN - Reg. Trib. di Milano n° 441 del 13/07/2001 - Direttore responsabile: Margaret Speranza - Grafica e Organizzzazione: Franco Storti - Stampa: Tipografia Ammiano, via Isonzo 40/8 - Quinto Stampi - Rozzano (MI)
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