160131_The Envoy

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31 gennaio 2016
Itinerari Previdenziali Workshop “Gli investimenti in economia reale:
l’evoluzione del mercato fra rischi ed opportunità”
Il pomeriggio del 16 dicembre scorso, presso la Cassa Forense, si è tenuto a Roma il Workshop “Gli
investimenti in economia reale: l’evoluzione del mercato fra rischi ed opportunità”, organizzato da
Itinerari Previdenziali in collaborazione con Assoprevidenza sul tema del risparmio previdenziale alla
prova dell’economia reale. L’obiettivo è quello di proporre ad una qualificata platea di addetti ai
lavori una serie di appuntamenti volti a stimolare il dibattito sulle tematiche di attualità nell’ampio
ambito del welfare e degli investimenti.
La possibilità o la necessità per gli investitori istituzionali, in particolare del settore del welfare
complementare e delle casse professionali - ma la questione coinvolge anche le compagnie di
assicurazione e fondazioni di origine bancaria - di effettuare investimenti nell’economia reale,
rappresenta una chance di sicuro interesse per gli operatori del mercato e un nuovo segmento di
attività, verso cui le authority sono chiamate a vigilare nell’interesse degli iscritti alle varie forme di
previdenza (e dei comparti di riferimento, avuto riguardo ai soggetti “non previdenziali”). Oltre
all’opportunità, per il mercato, di supportare una diversificazione ulteriore delle linee di
investimento del risparmio previdenziale, i nuovi potenziali flussi di investimento nell’economia
reale, per la porzione che interessa l’Italia, rappresentano per il Paese una nuova occasione per
rilanciare gli investimenti (oggi stagnanti) e fornire linfa vitale a settori - come quello delle
infrastrutture turistiche, culturali, ambientali, energetiche, stradali, ferroviarie, portuali e
aeroportuali, sanitarie, sociali - a partire dai quali si può consolidare la ripresa e contribuire a porre
le basi per una crescita economica di medio-lungo periodo. Le ultime previsioni della normativa di
riferimento e le inerenti modalità di attuazione, gli orientamenti del mercato e le strategie dei
principali attori, ma, soprattutto, gli strumenti disponibili, le modalità e i margini di azione attraverso
cui gli addetti ai lavori potranno muoversi per destinare una quota del risparmio previdenziale
all’investimento nell’economia reale – anche alla luce dei dubbi interpretativi che la normativa lascia
sullo sfondo – sono stati i temi affrontati nel corso del workshop da importanti operatori del settore,
gestori e advisor ed anche rappresentanti delle authority di riferimento, ognuno con la propria
interpretazione delle recenti disposizioni di legge e analisi riferite alle opportunità oggi offerte dal
mercato e sotto il profilo normativo sono stati proposti spunti di riflessione e chiarimento anche in
merito al decreto MEF del 19 giugno 2015, che prevede un credito di imposta per le casse dei liberi
professionisti e per i fondi pensione che intendano investire in attività di medio lungo termine con
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finalità di supporto al sistema Paese incentrato sui possibili sviluppi che possono profilarsi nel
prossimo futuro per gli investimenti nell’economia.
Il pomeriggio di studio, peraltro, è stato arricchito dalla partecipazione di alcune tra le realtà più
competitive nell’odierno panorama di advisor e gestori come Prometeia Advisor SIM, Allianz Global
Investors e Partners Group che hanno condiviso con la platea di partecipanti alcune delle loro
esperienze più interessanti nell’ambito degli investimenti nell’economia reale, fornendo al
workshop un taglio ancora più pratico e offrendo ulteriori stimoli di riflessione e dibattito.
Il Presidente di Assoprevidenza, Sergio Corbello, ha introdotto i lavori, ponendo all’attenzione degli
intervenuti alcuni spunti introduttivi teso a rimarcare come il mondo della previdenza sia da tempo
impegnato negli investimenti nell’economia reale, affermando peraltro che “tutti i fondi pensione e
le casse hanno nel loro portafoglio investimenti in azioni e obbligazioni corporate, quindi il loro
importante contributo al mondo delle imprese lo offrono già da tempo”, tuttavia quella odierna è
una fase in cui è opportuno considerare anche altri strumenti finanziari nell’economia reale, come
gli investimenti alternativi, con i quali il mondo della previdenza complementare si deve ancora
confrontare, mentre le casse privatizzate sono sempre state un modello maturo di avanguardia un
po’ modello anche per i fondi negoziali.
Corbello ha inoltre sostenuto che sul fronte degli investimenti alternativi, ed in particolare dei
settori che possono ritenersi più appealing, vi sono le infrastrutture e gli impieghi nel settore
energetico e del risparmio energetico, oltre a quello sanitario che rappresentano delle valide
opportunità.
Quanto al Decreto sul credito di imposta, infine, a parere del Presidente di Assoprevidenza la sua
formulazione suscita non pochi problemi di carattere applicativo, ma soprattutto desta perplessità
la ratio del legislatore, in base alla quale si è forse riposta eccessiva fiducia sulla possibilità,
attraverso un mero bonus fiscale, di produrre sensibili impatti sull’allocazione degli investimenti
degli investitori istituzionali verso l’economia reale.
Il primo tra gli ospiti-relatori, Manfredo Carfagnini Presidente del Fondo Pensioni Personale Gruppo
BNL-BNP Paribas, che ha fin da subito chiarito la propria posizione rispetto al bonus fiscale previsto
dal governo: “non può rappresentare un driver di investimento; è un plus, ma non può
assolutamente condizionare le scelte degli investitori: un investimento si effettua se è buono, e se
poi è previsto anche un ritorno fiscale ben venga, ma difficilmente una strategia di investimento si
giustifica solo in termini di fiscalità agevolata”, inoltre gli investimenti alternativi sono ritenuti un
tema estremamente importante anche alla luce dei bassi rendimenti che caratterizzano il mercato
attuale riferito agli investimenti di tipo più tradizionale e dell’opportunità di decorrelazione offerta
dagli alternativi. Il Gruppo BNL-BNP Paribas, peraltro, già investe in alternativi: private market, real
estate, sul quale peraltro si intende lavorare (già sotto il 20% del patrimonio, ma vogliono ridurla
ulteriormente) e fondi hedge. Tra gli indirizzi per il futuro la volontà di ridurre il numero dei
sottostanti e quella di sviluppare mandati più personalizzati rispetto alle loro esigenze.
Successivamente ha preso la parola Massimo Corsini, Direttore Responsabile Fondo Pensioni
Gruppo Sanpaolo IMI, riferendo del processo di selezione, tuttora in corso, di gestori, iniziato
recentemente, che ha coinvolto tre dei sette fondi di previdenza complementare del gruppo per
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complessivi 120 milioni di euro, pari a poco meno del 3% del patrimonio dei tre fondi. Proprio per
l’interesse che i rendimenti degli alternativi rivestono nella fase attuale, si è costituito un gruppo di
lavoro in seno al gruppo, che si è successivamente mosso in maniera congiunta a livello di selezione,
pur mantenendo tutte le prerogative di indipendenza di ogni singolo ente.
Particolarmente dubbioso è apparso il Vice Presidente della Cassa Forense, avv. Valter Militi, che
circa le reali chance di successo dei recenti interventi del legislatore, ha detto: “lo schema previsto
è destinato a non far funzionare il sistema, lo strumento di attuazione porta a tutt’altro punto di
arrivo rispetto alla ratio del legislatore…sul tema degli investimenti nell’economia reale, la Cassa
Forense ha provveduto da sé, potendo contare su di una struttura in grado di operare una selezione
degli investimenti e degli strumenti, di comprendere i reali profili di rischio, inoltre, proprio perché
crede nel Paese e nelle ricadute che gli investimenti reali possono fruttare per l’universo dei liberi
professionisti, la Cassa ha in pancia investimenti di questo genere che sono più alti della media delle
altre casse privatizzate, e da tempo ha iniziato un percorso di investimento in minibond e
infrastrutture”.
Importanti e circostanziati anche gli inerventi di Paolo Stefan, Direttore Generale del Fondo
Solidarietà Veneto e di Patrizia Claps, Dirigente Ufficio Redditi di capitale e diversi dell’Agenzia delle
Entrate.
Il primo ha sottolineato come i fondi negoziali siano in ritardo rispetto agli investimenti alternativi,
in Particolare, il Fondo, di cui è direttore nel 2009, è stato autorizzato ad effettuare investimenti
diretti e non appena le condizioni lo hanno permesso si è intrapreso il percorso che ha portato a
sostituire equity con equity non quotato, con una particolare attenzione per il mondo delle pmi, che
costituiscono la spina dorsale del sistema produttivo veneto, il percorso si è concluso nel 2013 ed
oggi gli investimenti in private equity coagulano circa il 5% delle risorse del fondo.
Anche sul lato dei minibond si è sviluppato un progetto parallelo, in gestione indiretta: è stato
selezionato un gestore cui è stato affidato un mandato che comporta investimenti per 40 millioni (il
5% del patrimonio).
La Claps ha, infine, sottolineato quanto elevate siano le aspettative del governo sul bonus fiscale,
ritenuto in grado di dare un forte impulso all’economia reale e, al tempo stesso, di compensare gli
effetti prodotti dall’aumento della tassazione sul risparmio previdenziale, soffermato sui contenuti
specifici del decreto, previsto dalla Legge di stabilità 2015, e sull’analisi delle condizioni previste per
poter beneficiare del credito d’imposta, a partire dal periodo di imposta 2015.