UN QUESTIoNARIo SULLE CURE PALLIATIvE
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UN QUESTIoNARIo SULLE CURE PALLIATIvE
a cura di FRANCESCA INDRACCOLO NEWS 14 Giornata nazionale del sollievo, in prima linea contro il dolore La federazione nazionale dei Collegi ipasvi è stata partner ufficiale della IX Giornata nazionale del sollievo, l’iniziativa promossa dalla fondazione nazionale “Gigi Ghirotti” il 30 maggio scorso, insieme al ministero della Salute e alla Conferenza delle regioni e delle Province Autonome. Gli infermieri, dunque, si schierano ancora una volta in prima linea nella battaglia contro la sofferenza fisica e morale dei malati, anche di coloro che non possono più giovarsi di cure destinate alla guarigione, affrontata con l’impegno quotidiano nell’assistenza e con la volontà di promuovere e diffondere un approccio alla gestione del dolore che rispetti la qualità di vita, le volontà e la dignità della persona. “Prevenire e contrastare il dolore e alleviare la sofferenza, qualunque sia la condizione clinica e fino al termine della vita dell’assistito, sono precisi doveri degli infermieri espressamente indicati dal Codice deontologico” – ha sottolineato Annalisa Silvestro, Presidente della federazione ipasvi. “L’impegno degli infermieri su questo terreno si è rivolto e manifestato nell’elaborazione e adesione a percorsi e processi di cura e assistenza che prevedano l’utilizzo di metodi, strumenti e prestazioni tesi alla prevenzione e al contrasto del dolore, che mina l’integrità fisica e psichica del paziente e impatta negativamente sulla sua qualità di vita”. Questo anche alla luce del ruolo degli infermieri nel sollievo dal dolore, così come è stato riconosciuto dalla legge 38/2010 sulle cure palliative e la terapia del dolore. Una legge valutata positivamente dagli infermieri perché, osserva Silvestro, “anche se insufficiente a superare gli ostacoli culturali, organizzativi e professionali per quanto attiene la palliazione e la prevenzione e cura del dolore, è un forte e concreto stimolo per tutti i professionisti sanitari, le organizzazioni del volontariato e le istituzioni preposte alla tutela della salute e della qualità di vita degli assistiti. Bisogni che il cittadino ha diritto di vedere soddisfatti anche nelle strutture territoriali e a domicilio”. A tal proposito la federazione nazionale ipasvi sostiene con convinzione il recente orientamento legislativo volto a favorire e a regolamentare la collaborazione tra infermiere e farmacista, allo scopo di facilitare anche a domicilio la corretta assunzione, tenuta e gestione dei farmaci, in particolare di quelli prescritti per prevenire e lenire il dolore. L’InFeRMIeRe 3/2010 UN QUESTIoNARIo SULLE CURE PALLIATIvE Le cure palliative sono definite come le cure attive e globali prestate al paziente quando la malattia non risponde più alle terapie aventi come scopo la guarigione. Il controllo del dolore e degli altri sintomi, dei problemi psicologici, sociali e spirituali assume importanza primaria. Le cure palliative hanno carattere interdisciplinare e coinvolgono il paziente, la sua famiglia e i suoi amici. Il loro scopo è quello di preservare la migliore qualità di vita possibile fino alla fine. Per tratteggiare un quadro a livello nazionale del sistema delle cure ai malati in fase terminale Euroconsumers Servizi ha avviato per conto dell’Associazione di consumatori Altroconsumo in collaborazione con il Collegio Ipasvi Milano-Lodi e l’Associazione Nazionale infermieri assistenza oncologica (AIAo). Lo studio, che coinvolgerà anche medici e parenti di pazienti e sarà svolto anche in altri paesi europei (Belgio, Portogallo e Spagna), mira a coinvolgere gli infermieri che si occupano di pazienti inguaribili come testimoni privilegiati in questo ambito. Il questionario, in forma anonima, potrà essere compilato on-line fino al 20 luglio 2010, cliccando sul link apposito che si trova sulla homepage del sito www.ipasvi.it La partecipazione allo studio è importante per fare luce sul funzionamento delle cure ai malati in fase terminale e far sentire la voce degli infermieri. a cura di FRANCESCA INDRACCOLO NEWS Premi al merito e alla professionalità A Genova inaugurato il primo centro di Medical Education L’8 maggio scorso si è svolta a Grosseto la cerimonia di assegnazione del Premio nazionale sulla ricerca infermieristica Infermiera Gemma Castorina, promosso dal Collegio ipasvi di Grosseto in collaborazione con la Provincia, la Usl 9 e l’Università degli Studi di Siena. Gli studi relativi alle problematiche etiche e all’applicazione del Codice deontologico, le innovazioni sulla gestione dei sintomi da patologie croniche e l’architettura formativa e organizzativa erano i temi di approfondimento proposti per l’edizione 2010. i riconoscimenti sono stati attribuiti a Michela Lazzarin e Stefania Di Mauro di monza, a Vianella Agostini e Letizia Tesei di Ancona e a Jurgen Wildner. A La Spezia, invece, il 29 marzo, nel corso dell’assemblea annuale del Collegio ipasvi, si è svolta la premiazione di alcuni iscritti. Liliana Luccarelli, M. Gabriella Cattoi, M. Rosa Centi e Luciana Tartarelli sono state premiate per i 40 anni consecutivi di iscrizione all’albo professionale. È stato poi consegnato un attestato agli iscritti Katia Carnassale, Serena Ferrari, nicola Toselli, Chiara Grassi e Bernadette Moretti per aver conseguito la laurea in infermieristica con il massimo dei voti. infine, hanno ricevuto una menzione speciale infermieri distintisi in situazioni di particolare impegno professionale come Michela Ratti e Gianluca Ambrosiani, nonché gli infermieri della comunità psichiatrica “Siro Silvestri” di rocchetta. Si chiama Meded ed è il primo Centro universitario italiano di medical education. È stato inaugurato il 21 maggio a Genova e nasce dalla collaborazione tra la facoltà di medicina e quella di Scienze della formazione dell’Università degli Studi. ii Centro, di cui è presidente Giancarlo Torre, preside della facoltà di medicina, nasce e si propone come punto di incontro, di sintesi e di coordinamento delle attività di ricerca e sviluppo nel campo della formazione dei professionisti della salute a livello sia regionale, sia nazionale. rilevante nel progetto il peso riconosciuto alla componente infermieristica, confermato dalla nomina di Loredana Sasso a direttore scientifico, insieme a Carlo Maganza. Tra gli obiettivi di meded spiccano la promozione della sperimentazione e l’introduzione di sistemi di valutazione, di nuovi modelli e metodologie formative attive e interattive. nell’ambito delle attività del centro sarà posta particolare attenzione alle Medical Humanities e allo sviluppo di collaborazioni anche con strutture internazionali. Assunzioni internazionali, l’oms vara un Codice di condotta A Trento un’indagine sulla figura dell’infermiere Un Codice di condotta per regolamentare le assunzioni internazionali di personale sanitario. Lo ha approvato il 21 maggio scorso a Ginevra l’Oms nel corso dell’assemblea annuale, sottolineando l’importanza della necessità di governare la “fuga” di infermieri, ostetriche e medici dai paesi in via di sviluppo verso i paesi più ricchi, fenomeno che rischia di impoverire la risposta ai bisogni di salute della nazione di provenienza. il documento non limita la libertà dei professionisti di lavorare all’estero, ma sottolinea la necessità da parte di tutti i soggetti interessati di tenere un comportamento etico, raccomandando la parità di trattamento tra personale sanitario estero e quello locale. il Codice, inoltre, incoraggia l’adozione di misure per potenziare i sistemi sanitari dei paesi in via di sviluppo e la “migrazione circolare”, in modo che la specializzazione del personale possa compiersi con il beneficio sia dei paesi d’origine sia di quelli di destinazione. efficiente, disponibile, umano: è il ritratto dell’infermiere che emerge da un sondaggio realizzato dal Collegio Ipasvi di Trento presentato lo scorso marzo al Castello del Buon Consiglio. L’indagine demoscopica è stata realizzata su un campione di 3.000 abitanti residenti nei distretti sanitari della provincia di Trento, due terzi dei quali hanno usufruito di servizi sanitari negli ultimi cinque anni e un terzo almeno una volta nell’ultimo triennio. Gli intervistati hanno espresso in linea generale un’opinione positiva rispetto alla relazione e al servizio. in media circa il 35%, infatti, ha apprezzato la figura dell’infermiere, il suo lavoro e il lato umano, la cura ricevuta e la capacità di comprensione dei bisogni. Solo il 3%, poi, ha riferito un disagio rispetto al servizio. Un altro dato che spicca, infine, è quello relativo ai titoli necessari all’esercizio della professione: il 70% dei trentini non è ancora a conoscenza del fatto che è necessaria la laurea di primo livello. L’InFeRMIeRe 3/2010 15