Casa della salute: al via le sperimentazioni
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Casa della salute: al via le sperimentazioni
morali ed etiche dovranno essere affrontati sempre nel rispetto delle convinzioni del paziente e, semmai, ricercando una soluzione con l’aiuto dei superiori o degli enti regolatori. L’infermiere deve attenersi al segreto professionale, nella convinzione che il rapporto di fiducia con i pazienti è alla base di un’assistenza di qualità. DEONTOLOGICO EUROPEO UE: Sarà presentato alla Commissione europea entro la fine di giugno il Codice deontologico europeo delle libere professioni, approvato dal Board della Fepi il 12 maggio e dal Ceplis il 21 giugno. Si tratta di un traguardo davvero importante, tenuto conto che questo è il primo Codice di deontologia per una categoria di operatori sanitari di tutti i Paesi membri. Il gruppo di lavoro della Fepi si è in particolare impegnato a sviluppare i principi etici e deontologici che guidano la professione infermieristica in ogni Paese, al di là delle possibili differenze sociali, culturali o economiche. Perché il principio guida è lo stesso in ogni Stato membro: proteggere il cittadino, tutelare il paziente, salvaguardare la salute della società. Il Codice è stato realizzato attraverso un processo di consultazione con gli enti regolatori europei delle professioni infermieristiche, insieme con le organizzazione europee dei pazienti e altri professionisti della salute. Tredici i principi sviluppati dalla Fepi e a cui gli infermieri devono ispirarsi. In particolare, l’infermiere deve garantire al paziente la qualità e l’eccellenza dell’assistenza; offrendo il maggiore sollievo possibile non solo fisico, ma anche psicologico e ambientale. Deve assicurare, poi, l’equità di accesso ai servizi e agire sempre con onestà ed integrità, lavorando in piena collaborazione con gli operatori con cui entrerà in contatto. Essere sempre disponibile al dialogo con i pazienti e i familiari, informandoli e consigliandoli in maniera appropriata, e ricordando che i pazienti hanno diritto all’autodeterminazione. Eventuali conflitti con le proprie convinzioni RACCOMANDAZIONI PER LA SALUTE… SENZA CONSULTARE LE PROFESSIONI SANITARIE La direzione generale della Commissione europea per la salute e la tutela del consumatore (Sanco) ha deciso, all’inizio dello scorso anno, di costituire un gruppo di esperti per rivedere la propria esperienza circa il coinvolgimento delle parti interessate ed identificare le pratiche migliori per sviluppare il sistema di consultazione già esistente. Tuttavia, nessuna oganizzazione delle professioni sanitarie è stata invitata a partecipare al gruppo, che è stato composto senza alcuna pubblicità o bando pubblico. Fatto gravissimo, se si considera che quando si parla di salute, le professioni sanitarie costituiscono – insieme ai gruppi dei pazienti – la parte interessata più ovvia e legittima. Il disappunto per l’esclusione dai lavori è stato espresso dal presidente del Ceplis, John Ferguson, in una lettera inviata al direttore generale del Sanco, Robert Madelin. Le motivazioni espresse da Madelin non sembrano giustificare l’esclusione delle professioni sanitarie. Per questo il Ceplis ha annunciato che continuerà ad affermare il proprio diritto a partecipare alle prossime conferenze, come evidenti parti interessate. NIENTE BOLKESTEIN PER CURARSI I membri del Parlamento europeo hanno bocciato i tentativi di introdurre i servizi sanitari e farmaceutici nella Direttiva europea sulla liberalizzazione dei servizi, la cosidetta “Bolkestein”. La decisione dell’Assemblea di Strasburgo ha così ribadito che i servizi medico-sanitari costituiscono un pilastro fondamentale del modello sociale europeo e non possono perciò essere trattati come qualunque altro servizio nel mercato interno. Gli Stati membri dovranno conservare l’esclusiva competenza in materia, anche se i parlamentari hanno sollecitato la Commissione a proporre la codifica delle sentenze emesse dalla Corte di Giustizia europea in merito al diritto dei cittadini di usufruire di servizi sanitari in altri Stati membri, facendo coprire i costi dal proprio sistema sanitario nazionale. GLI EUROPARLAMENTARI FRENANO SULLA MOBILITÀ DEI DIRITTI ALLE PENSIONI COMPLEMENTARI Quando i lavoratori si trasferiscono da un Paese all’altro, conservano i loro diritti nazionali alla pensione. Tuttavia, spesso perdono i loro diritti agli schemi pensionistici complementari, come i contratti di assicurazione di categoria, gli schemi per il pagamento dei contributi per settore, gli schemi per la capitalizzazione. Questa situazione rappresenta, secondo la Commissione europea, una perdita finanziaria che determina un ostacolo al diritto alla mobilità dei lavoratori all’interno dell’Ue. Per questo la Commissione ha presentato, nell’ottobre 2005, una proposta di direttiva del Parlamento e del Consiglio europeo per facilitare la mobilità dei diritti alle pensioni complementari. Al momento questa proposta di direttiva è oggetto di profonde divergenze all’interno della discussione parlamentare. Soprattutto a causa delle pressioni e delle critiche avanzate dalle compagnie assicurative, secondo le quali il sistema suggerito dalla Commissione europea sarebbe insostenibile, in quanto le costringerebbe a pagare le pensioni complementari per i lavoratori mobili. NewsEuropa APPROVATO IL CODICE L’infermiere 3/2007 11 RAFFORZARE I CONTROLLI NewsEuropa SULLA SICUREZZA DEI FARMACI 12 L’infermiere 3/2007 La farmacovigilanza in Europa sarà rafforzata e razionalizzata. Lo ha annunciato il vice presidente della Commissione europea, Gueter Verheugen, spiegando che il sistema farmacovigilanza necessita di una chiarificazione dei ruoli e delle responsabilità, e della semplificazione delle regole per gli studi di sicurezza per facilitare e accelerare le decisioni a livello comunitario. I risultati della consultazione pubblica promossa dalla Commissione nel 2006 hanno infatti fatto emergere che l’attuale quadro giuridico comunitario di farmacovigilanza è complesso e spesso non chiaro. L’obiettivo sarà ora quello di garantire un elevato livello di protezione della salute pubblica, mettendo a disposizione dei pazienti prodotti innovativi e sicuri, e accrescendo la sorveglianza del mercato attraverso il potenziamento delle procedure di controllo e di farmacovigilanza. UN REGISTRO DI LOBBISTI PER GARANTIRE PIÙ TRASPARENZA La Commissione europea ha deciso di istituire un registro pubblico di lobbisti, affinché sia trasparente l’attività di coloro che lavorano per influenzare le decisioni dell’Unione europea. Questa proposta segue quella del Libro Verde della trasparenza, lanciata dal vicepresidente della Commissione europea Siim Kallas, per creare in Europa un sistema che permetta di dimostrare ai leader, alle imprese, alla società civile e ai cittadini che le politiche europee vengono realizzate in maniera aperta ed accessibile a tutti, che le loro istituzioni sono impegnate su progetti concreti e trasparenti. Un modo, insomma, per conquistare la fiducia dei cittadini e far vedere loro dove vanno a finire le risorse. Il documento della Commissione si basa su una definizione molto ampia di “lobbismo”: dai consulenti per questioni pubbliche ai gabinetti giuridici, fino agli Ong e altri gruppi di pressione. Il registro includerebbe anche informazioni finanziarie intese sia come fatturato legato alle attività di lobbismo verso le istituzioni europee, che come peso relativo di ogni cliente (per consulenti professionali e uffici giuridici) e la rispettiva quota per ogni fonte di finanziamento rispetto alla somma totale per Ong e gruppi di pressione. Ma anche ogni costo legato alle attività di lobbismo di società, associazioni commerciali ecc. Ai professionisti degli affari pubblici sarà chiesto di rendere noti i nomi dei clienti, ma non gli onorari pagati, che secondo la Commissione Europea sono al di fuori degli interessi di trasparenza. Il registro, che dovrebbe nascere concretamente nel 2008, sarà completato da un codice di condotta che sarà elaborato dalla Commissione insieme alle parti interessate. PRIMO INCONTRO TRA CHAN (OMS) E LA COMMISSIONE EUROPEA Margaret Chan, da pochi mesi nominata direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), ha incontrato per la prima volta il 12 giugno la Commissione europea, per confrontarsi sulle nuove sfide sanitarie dell’Europa e su come migliorare le strategie di collaborazione. Questi i principali temi affrontati nell’incontro: • le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla salute; • l’implementazione delle politiche per il controllo del consumo di tabacco; • la salute e le politiche sanitarie in Europa in vista dell’ingresso di nuovi Paesi in Ue; • il confronto sulle politiche sanitarie nel mondo; • l’implementazione della ricerca e la realizzazione della Conferenza Oms 2008 con i ministri della Salute degli Stati membri; • il sostegno alle politiche di sviluppo dell’Africa, incluse la mobilità della forza lavoro e i progetti per l’Aids; • l’accelerazione nella realizzazione degli Obiettivi di sviluppo del Millennio; • il rafforzamento delle collaborazioni europee per nuovi trials clinici; • il miglioramento delle capacità di fronteggiare le emergenze. LA TUTELA DEI DATI DELLA CARTELLA ELETTRONICA La Commissione europea ha approvato delle linee guida in 12 punti in cui si stabiliscono i principi e le garanzie che gli Stati membri dovranno rispettare per la tutela dei dati del paziente contenuti nella futura cartella clinica elettronica: • utilizzo dei dati sensibili sulla salute solo per scopi ad essa legati; • rispetto della decisione del paziente sulle modalità di utilizzo dei dati; • il paziente potrà accedere al suo fascicolo tramite card elettronica. Per gli operatori sanitari sarà necessario un sistema di autenticazione, anche di ruolo; • il fascicolo sarà accessibile solo agli operatori sanitari coinvolti in quel momento nella cura del paziente; • l’uso del fascicolo elettronico per altri scopi è proibito, tranne che a fini di ricerca e statistici; • il medico può scegliere se registrare i dati del paziente su una banca dati delocalizzata, trasmetterli a una banca dati centrale, o se gestire questo servizio sotto il controllo del paziente; • vanno raccolti solo i dati rilevanti. Previste ulteriori restrizioni per dati particolarmente sensibili (su Hiv, aborto o malattie psichiatriche); • trasferimento dei dati a istituzioni mediche extra Ue solo in forma anonima o con pseudonimo; • adozione di tutte le misure di sicurezza possibili per evitare l’accesso a persone non autorizzate; • la trasparenza va garantita da notifiche e informative; • ogni Stato deve prevedere le competenze di medici e giuristi; • arbitrato in caso di possibili controversie e report periodici su chi e quando ha avuto accesso al fascicolo. disposizione 10 milioni di euro per avviare i migliori progetti per la Casa della Salute che le Regioni presenteranno al ministero. MEDAGLIE AGLI INFERMIERI CORAGGIOSI AL VIA LE SPERIMENTAZIONI Prende il via la sperimentazione della nuova realtà sanitaria polifunzionale ideata per offrire ai cittadini un’alternativa all’ospedale per tutte quelle prestazioni sanitarie e sociali che non necessitano di ricovero. Per realizzare, quindi, il secondo pilastro della sanità. I possibili scenari, vantaggi od ostacoli nella realizzazione delle Case della Salute in Italia sono stati oggetto di un Convegno organizzato dal ministero della Salute a Roma, lo scorso 22 marzo. Una cosa è emersa con forza: non potrà esserci Casa della Salute se non vi sarà la presenza, il coinvolgimento e la valorizzazione del ruolo dell’infermiere. Tutti i partecipanti al Convegno – a partire dal ministro della Salute Livia Turco, ma anche gli assessori e i rappresentanti dei sindacati medici – hanno infatti citato l’infermiere quale figura strategica, insieme al medico di famiglia, per un efficace funzionamento di questi nuovi presidi sul territorio. Non solo per le sue competenze in campo assistenziale, ma anche perché principalmente all’infermiere spetterà il compito di coordinare le attività della Casa della Salute, assicurando la continuità assistenziale e l’integrazione con l’ospedale. “La Casa della Salute – ha spiegato il ministro Turco – è un’idea, un’opportunità, la proposta di una sperimentazione da condividere in un contesto di ascolto e valorizzazione delle tante professionalità ed esperienze territoriali. Essa scaturisce da un bisogno forte dei cittadini che dobbiamo saper raccogliere oggi e non domani: quella della continuità della assistenza, di una medicina vicina ai cittadini, accessibile e fruibile”. La legge Finanziaria 2007 ha messo a GB: CALCIATORI TESTIMONIAL PER GLI INFERMIERI I calciatori di serie A inglesi prendono in media, in un giorno, oltre 2,2 milioni di euro. Una cifra notevole, soprattutto se paragonata allo stipendio di un infermiere, tra i professionisti più sottopagati del settore pubblico britannico. Un infermiere guadagna circa il 30% in meno di un insegnante di scuola secondaria. E le prospettive di una retribuzione decente sono inesistenti. Basti pensare che, malgrado la commissione indipendente per la revisione dei salari abbia consigliato di dare agli infermieri un aumento del 2,5%, il Governo gli ha offerto l’1,9%. Praticamente al di sotto dell’adeguamento salariale calcolato in base all’inflazione. Di fronte a questa situazione, Noreena Hertz (un'economista britannica, che insegna al Centre for international business all'università di Cambridge) ha preso un’iniziativa: convincere tutti i calciatori della serie A a cedere agli infermieri il loro stipendio di un giorno. Quindi ridistribuire la somma raccolta tra gli infermieri. Un’iniziativa che ha già raccolto l’adesione di 22 squadre e 255 calciatori, tra cui Thierry Henry dell’Arsenal, Paul Robinson e Jermaine Defoe del Tottenham, Gary Neville e Ryan Giggs del Machester United. GUADAGNARE SALUTE: IL RUOLO DELL’INFERMIERE L’educazione alla salute e ai corretti stili di vita dei cittadini è un processo fondamentale, di cui beneficia la persona interessata, le famiglie, ma anche la popolazione tutta. Perché una società sana è una società più felice, che lavora e vive meglio. E anche con un risparmio notevole per le casse dello Stato in termini di spesa sanitaria. Guadagnare salute è quindi un’esigenza di tutto il Paese, che come infermieri dobbiamo saper raccogliere, in un’ottica di continuità dell’assistenza che sia più vicina ai cittadini, accessibile e fruibile. Di questo si è parlato al convegno organizzato dal Collegio Ipasvi di Roma lo scorso 18 aprile, nell’ambito della mostra Sanit 2007, e al quale hanno partecipato in qualità di relatori Loredana Sasso, presidente della Fepi; Ausilia M.L. Pulimeno e M.Grazia Proietti, rispettivamente vice presidente e segretaria del Consiglio direttivo del Collegio Ipasvi di Roma; Pietro Quattrocchi, bioeticista; e Maurizio Zega, componente Agenzia di Sanità Pubblica del Lazio. Gli infermieri infatti, inseriti in setting organizzativi innovativi (l’infermiere di famiglia, di comunità, Casa della Salute ecc.), pur mantenendo una propria autonomia professionale, lavorano in stretto rapporto di collaborazione con i medici di medicina generale e all’interno di moduli operativi integrati, ma soprattuto a stretto contatto con i cittadini, ai quali possono diffondere informazioni per mantenere la propria salute in buone condizioni, assicurando l’assistenza generale infermieristica in collaborazione con il medico di medicina generale. News CASA DELLA SALUTE: Manuela Scantaburlo e Roldan Diaz Garcia non ci pensarono due volte, quella notte del 22 gennaio, quando le fiamme si sprigionarono nel reparto di geriatria di Noale (Ve). Immediatamente si misero in azione per soccorrere i ventisette anziani che in quel momento occupavano le stanze del reparto, salvandoli. I due giovani infermieri iniziarono a sradicare i letti dai muri per poi portarli nei corridoio. Un gesto di grande coraggio e solidarietà, per il quale gli è stato detto grazie con numerosi riconoscimenti: quello dell’Ipasvi, quello del dirigente medico dell’ospedale di Noale, Angelo Giannitto, e anche l’encomio speciale dell’Asl 13. A Manuela è anche arrivata una targa da parte del suo Comune di Martellago. L’infermiere 3/2007 15