Il senso del rischio e devianza minorile
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Il senso del rischio e devianza minorile
IL SENSO DEL RISCHIO E DEVIANZA MINORILE Marilena Pasqua, Psicologa, Torino 1. Introduzione Negli ultimi decenni, è aumentato considerevolmente lo studio sull’adolescenza e soprattutto sui comportamenti ad alto rischio dei giovani. L'aumento di fenomeni socialmente preoccupanti, che coinvolgono i ragazzi in età compresa tra i 14 ed i 20 anni, ha alimentato in misura sempre più crescente l'interesse degli psicologi. Per comportamenti a rischio s' intendono per lo più le attività che possono avere come diretta conseguenza effetti letali o negativi sulla salute degli individui (bere, fumare, rapporti sessuali non protetti, guida pericolosa, cattive abitudini alimentari) oppure comportamenti socialmente distruttivi (vandalismo, crimine ed atti devianti in genere). L’attrazione dei giovani per i comportamenti spericolati è stata spiegata come manifestazione di un tratto di personalità connotato dal desiderio di vivere sensazioni nuove, forti ed eccitanti, il sensation seeking. Zuckerman (1979) trovò che i punteggi ottenuti dalla scala SSS, Sensation Seeking Scale, erano, infatti, più elevati all’età di 16 anni e che diminuivano progressivamente con il passare degli anni. Altri autori si soffermano sul comportamento rischioso degli adolescenti chiamando in causa fenomeni cognitivi quali l’egocentrismo e l'ottimismo ingiustificato. L’atteggiamento ottimistico, ossia la credenza d'essere immuni dai pericoli rispetto a coetanei messi nella stessa situazione, è stato riscontrato in alcuni studi, ad esempio quello relativo alla guida in stato d’ebbrezza (Arnett, 1992). Jessor e Jessor (1977), con la teoria dei comportamenti problematici, sottolineano che gli adolescenti hanno abitudini maggiormente pericolose rispetto agli individui appartenenti ad altre fasce d’età, dettate dall'esigenza d'essere "adulti". Ciò fa supporre la presenza di una sindrome, ossia di una costellazione di comportamenti per lo più messi in atto congiuntamente, come l’uso di droghe e la delinquenza. Altri studi hanno evidenziato che la centralità della fase adolescenziale intesa come periodo in cui ogni individuo è maggiormente soggetto all’influenza del gruppo dei pari (Clasen, Brown, 1985). Questo fenomeno è particolarmente evidente nei comportamenti trasgressivi. Le ricerche relative alla rappresentazione del rischio hanno messo in luce una duplice constatazione: le persone nella valutazione dei rischi non si affidano unicamente alla frequenza con cui si verifica un evento negativo, ma hanno anche una percezione soggettiva costruita su svariate caratteristiche del rischio, come la sua incontrollabilità, la sua conoscenza ed i suoi effetti eclatanti (Slovic, 1987). Gli individui, quando si tratta di prendere una decisione, generalmente utilizzano delle regole euristiche, vale a dire che agiscono senza seguire un percorso formale (come ad esempio il calcolo costi/benefici o dell’utilità attesa), ma esclusivamente basandosi sul buon senso o sull’esperienza personale. Le euristiche adottate sono quelle della rappresentatività, (vengono utilizzate, cioè, le informazioni già in nostro possesso per ipotizzare se un soggetto debba rientrare o meno in una categoria o in un’altra) e quella della disponibilità (le persone si rifanno alle esperienze che ricordano meglio) (Gulotta, 1995). Lo studio di Benthin, Slovic e Severson (1992), analizzando la percezione del rischio negli adolescenti, ha rilevato che i fattori in grado di individuarla sono, da un lato, la partecipazione a determinati comportamenti, che media la stima di rischiosità del comportamento stesso, e, dall'altro, l’influenza dei pari, causata dalla tendenza dei giovani ad uniformarsi al gruppo. Savadori e Rumiati (1996) hanno esaminato la percezione del rischio negli adolescenti italiani: oltre a confermare i risultati di Benthin e collaboratori, hanno stabilito che la dimensione morale è fortemente correlata alla valutazione di rischio, ossia un'attività considerata immorale è ritenuta, allo stesso tempo, molto rischiosa. I fattori culturali, inoltre, hanno un ruolo attivo nella percezione del rischio, visto che è stata trovata una differenza tra maschi e femmine rispetto ai rischi di comportamenti specifici, alcuni più tipici della sfera maschile, altri di quella femminile. La prospettiva dell’assunzione di rischio (Bell, Bell, 1993) racchiude molto più della scelta di incorrere in comportamenti inappropriati per la propria salute e per le regole sociali, includendo la volontà di impegnarsi in attività estreme, edgework, quali guidare ad alta velocità od arrampicarsi in montagna. Riferendosi a tale concetto, si registra che il normale sviluppo adolescenziale è caratterizzato da un incremento dell’assunzione di rischio. 2. La ricerca Questo lavoro di ricerca nasce dall’intento di conoscere meglio l’atteggiamento delle persone, ed in particolare dei giovani, relativamente a situazioni con un’elevata assunzione di rischio. Nello specifico, si vuole indagare il senso del rischio generico per valutare se i soggetti che hanno tale propensione siano maggiormente disposti a commettere crimini. 2.1 Obiettivi Gli obiettivi della ricerca sono volti a verificare due ipotesi: determinare se i minori compiono atti lesivi perché sono portati ad assumere rischi in misura maggiore rispetto agli adulti; individuare se i minori hanno una percezione del rischio diversa, per cui avvertono come meno rischiose determinate condotte. Con la verifica di tali ipotesi, si potrebbe spiegare la ragione per cui i minori si mettono in condizioni di maggior rischio e, quindi, il motivo per il quale compiano anch'essi atti criminali. 2.2 Strumenti E’ stato redatto un questionario per porre domande su attività in cui sia intrinseca un'eventuale quantità di assunzione di rischio e, quindi, per valutare la tolleranza dei soggetti esaminati rispetto ad esso. Seguendo tale metodo d'indagine, si può studiare il modo in cui una determinata percezione del rischio possa produrre devianza criminosa. Il questionario è stato proposto in forma anonima a tutti i soggetti-campione presi in esame. E' composto da quarantuno quesiti, suddivisi in tre parti. La prima parte è relativa ai dati personali del singolo, utili per delineare un profilo generale di ciascun campione. La seconda parte è suddivisa in tre aree d’indagine, in cui sono contemplate attività o condotte dove sia intrinseca una più o meno elevata assunzione di rischio; per ciascuna area si sono posti otto quesiti. Le aree in questione sono: attività sportive estreme; condotte a rischio nella guida di veicoli; condotte a rischio generiche. Gli otto quesiti che si ripetono per ciascuna area sono i seguenti: a) quante volte si è praticato ciascuno sport o si sono tenute le condotte elencate negli ultimi dodici mesi; b) se si è stati influenzati da qualcuno nell’aver provato qualche attività o tenuto certe condotte, specificando per quale attività/condotta e da chi; c) classificare in ordine di preferenza gli sport che farebbe piacere provare o, in ordine di probabilità, le condotte che si crede si terranno in futuro; d) quanto si crede che le persone della stessa età abbiano praticato gli sport o tenuto le condotte a rischio negli ultimi dodici mesi; e) quanto si ritiene che le persone che praticano gli sport o tengono tali condotte siano ammirate dagli altri; f) se è percepito più l’aspetto piacevole (o vantaggioso/divertente) o rischioso di ciascuna attività; g) in che misura si crede che i rischi o i pericoli associati agli sport ed alle condotte siano conosciuti dalle persone; h) quanto si crede che tali rischi spaventino le persone. La terza parte, infine, è rivolta ad una comprensione maggiore del senso del rischio dei soggetti intervistati ed alla verifica delle differenze significative tra i quattro campioni nella valutazione personale di situazioni a rischio. Le domande legate alla stima delle emozioni forti e dell’attrazione per le situazioni a rischio ed il quesito sull’indicazione di "cosa succede quando tra amici nasce la voglia di fare qualcosa di inusuale" si sono rivelate efficaci per una maggiore conoscenza della tolleranza dei soggetti rispetto all’assunzione di rischio. 2.3 Campione Per effettuare un’analisi della relazione tra il senso del rischio e l’adempimento di atti di criminalità, sono stati utilizzati quattro differenti campioni, ciascuno composto da 20 soggetti di sesso maschile: minori ed adulti che hanno commesso reati e minori ed adulti che non ne hanno mai compiuti. I soggetti adulti che hanno compiuto reati sono stati contattati tramite la Direzione della Casa Circondariale di Torino, Le Vallette, mentre i minori attraverso il Centro di Giustizia Minorile di Torino. I soggetti che non hanno compiuto reati sono stati presi in contatto personalmente. Il confronto dei risultati riguardanti i quattro gruppi evidenzierà se i minori che hanno compiuto atti devianti hanno un senso del rischio differente o simile ai gruppi di controllo e misurerà la soglia di tolleranza per il rischio di ciascun gruppo. Si ringrazia per l’autorizzazione e la collaborazione: dott. Viggiani, dirigente dell’Ufficio Centrale per la Giustizia Minorile del Ministero della Giustizia di Roma; dott. Fallace, direttore del Centro di Giustizia Minorile di Torino; dott. Rizzo, provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria Regionale Piemonte e Valle d'Aosta- Adulti; dott. Castoria, direttore della Casa Circondariale Le Vallette di Torino. 2.4 Strumenti statistici La descrizione dei risultati è stata eseguita, in gran parte, attraverso il confronto delle frequenze di risposta, fornite dalle diverse modalità di ogni domanda. Il test usato per la valutazione di una differenza statisticamente significativa tra le frequenze di risposta è il test Chi-quadro, che coglie eventuali associazioni tra variabili categoriali. Tale test è stato utilizzato per i quesiti che riguardano la percezione dell’aspetto piacevole o di quello rischioso delle attività sportive e delle condotte a rischio generiche o nella guida. 3. I risultati della ricerca La lettura dei dati ottenuti dalla somministrazione del questionario offre numerosi spunti di riflessione relativi al senso del rischio generico dei quattro campioni. 3.1 Profili dei campioni Analizzando le risposte ai quesiti della prima parte del questionario, si osserva che i minori che hanno compiuto reati sono per lo più "disoccupati" (a differenza dei coetanei che sono in gran parte "studenti"), utilizzano maggiormente, per i trasporti, il "motorino/scooter" e non svolgono attività sportive o ricreative, bensì trascorrono il loro tempo libero nei locali pubblici (le sale da gioco) o lo dedicano alla visione della "tv". Entrambi i gruppi, tuttavia, dedicano maggior tempo alle amicizie piuttosto che alla vita familiare. Gli adulti si distinguono per il titolo di studio, visto che la tipologia di coloro che hanno compiuto reati mette in luce il raggiungimento della "licenza medi"a e del "diploma tecnico/commerciale". Durante il tempo libero, praticano in misura maggiore "sport", piuttosto che gli "hobby" ed il "volontariato", indicati, invece, da chi non ha compiuto reati. E’ possibile rilevare che i soggetti che hanno compiuto reati e gli altri soggetti esaminati si differenziano relativamente alla quotidianità, per le scelte o lo stile di vita e per le abitudini di ogni giorno. 3.2 La percezione del rischio nell’ambito delle tre aree esaminate Gli adulti dei due campioni, in generale, praticano sport con bassa assunzione di rischio, come le "corse in mountain bike". Tra i minori lo sport più diffuso, invece, è lo "sci estremo/snowboard". I soggetti che hanno compiuto reati si differenziano dagli altri, poiché hanno praticato attività sportive con un’alta assunzione di rischio, come il "bungee jumping" (Tabella 1). Adulti che non Adulti che Minori che Minori che hanno hanno non hanno hanno compiuto reati compiuto reati compiuto reati compiuto reati Corse in mountain bike 55% 60% 90% 45% Equitazione 10% 50% 20% 15% Corse 10% automobilistiche 35% 35% 35% Motociclismo 45% 15% 25% 15% Sport subacquei 15% 25% 25% 20% Windsurf/surf mai 20% 10% 10% Sci estremo/ snowboard 5% 5% 50% 25% Alpinismo 35% 20% 10% 15% Free climbing 5% mai 5% 20% Bungee jumping mai 20% 10% 20% Sport da combattimento 40% 25% 25% 10% Tabella 1. Pratica delle attività sportive negli ultimi dodici mesi. Adulti che non Adulti che Minori che non Minori che hanno compiuto hanno compiuto hanno compiuto hanno reati reati reati compiuto reati Mancanza delle cinture di sicurezza 90% 100% 90% 90% Mancanza del casco sulla moto/motorino 25% 50% 60% 95% Superamento dei 95% limiti di velocità 95% 65% 90% Guidare l’auto/moto in stato d’ebbrezza 35% 50% 35% 70% Non rispettare un segnale di stop 50% 65% 60% 90% Non rispettare un divieto di transito 25% 70% 50% 70% Non rispettare il semaforo rosso 50% 55% 55% 80% Gare di velocità* mai 15% 40% 75% Avere un incidente per imprudenza 5% 25% 20% 45% Tabella 2. Condotte a rischio durante la guida tenute negli ultimi dodici mesi. *con altri veicoli per le strade urbane Adulti che non Adulti che Minori che non Minori che hanno compiuto hanno compiuto hanno compiuto hanno reati reati reati compiuto reati Maneggiare petardi/fuochi d’artificio 15% 45% 95% 85% Chiedere/dare passaggi a sconosciuti 30% 75% 75% 80% Conducente alterato per alcool/droghe 15% 30% 45% 70% Giocare d’azzardo 20% 60% 40% 65% Frequentare zone malfamate 40% 65% 60% 95% Tabella 3. Condotte generiche a rischio tenute negli ultimi dodici mesi. La condotta a rischio nella guida tenuta maggiormente da tutti i soggetti è rappresentata dall'inutilizzo delle "cinture di sicurezza". I minori che hanno compiuto reati, negli ultimi dodici mesi, hanno, però, seguito in misura maggiore, rispetto agli altri campioni, altri comportamenti a rischio nella guida di veicoli, visto che rispondono spesso con la modalità "regolarmente" (Tabella 2). La stessa considerazione vale per le condotte più generiche (Tabella 3). Ciò potrebbe dimostrare l’elevata frequenza con cui tali soggetti assumono tali condotte e, di conseguenza, l’alta disposizione degli stessi nei confronti dei comportamenti rischiosi. I minori che hanno compiuto reati sono i soggetti che sono stati più influenzati da altre persone nel provare alcuni degli sport elencati ("bungee jumping") e nel tenere condotte a rischio ("gioco d’azzardo"). Nella guida di veicoli dichiarano di "essere più distratti ed imprudenti" alla presenza di qualcuno. Gli adulti, al contrario, adottano una guida più cauta. Ciò potrebbe confermare quanto è stato sottolineato negli studi riguardanti l’età adolescenziale in cui risulta evidente la maggiore influenza dei pari o degli adulti significativi sui soggetti presi in esame. La propensione ad intraprendere attività, in cui è implicita una quantità di assunzione di rischio, si potrebbe osservare, soprattutto, dalle modalità di risposta ai quesiti sulla preferenza dello sport che si vorrebbe provare e sulla probabilità di tenere talune condotte. L'effettiva pratica di alcuni sport o di specifici comportamenti, infatti, potrebbe dipendere da fattori che, in realtà, non corrispondono alla soglia soggettiva di tolleranza per una determinata assunzione di rischio (ad esempio il costo economico o la mancanza di tempo da dedicare a tale sport). Si può evidenziare, a riguardo, che i minori che hanno compiuto reati, a differenza degli altri soggetti, hanno indicato il "bungee jumping" (Tabella 4) e la "richiesta di un passaggio a conducenti di veicoli che sono alterati per alcool/droghe" (Tabella 5). Adulti che non hanno compiuto reati Adulti che hanno Minori che non hanno compiuto reati compiuto reati Minori che hanno compiuto reati Corse in mountain bike 40% 20% mai mai Equitazione 70% 45% 5% mai Corse 10% automobilistiche 15% 30% 55% Motociclismo 5% 10% 50% 45% Deltaplano/ 15% 35% 20% 15% mai 40% 50% parapendio Bungee jumping mai Tabella 4. Preferenze per un’eventuale pratica futura delle attività sportive. Adulti che non Adulti che hanno hanno compiuto reati compiuto reati Minori che non hanno compiuto reati Minori che hanno compiuto reati Mancanza delle cinture di sicurezza 85% 80% 70% 55% 20% 25% 45% 85% Mancanza del casco sulla moto/motorino Superamento dei limiti di velocità 70% 75% 60% 60% 10% 10% 15% 25% Guidare l’auto/moto in stato d’ebbrezza Maneggiare petardi/fuochi d’artificio 25% 45% 85% 40% Chiedere/dare passaggi a sconosciuti 55% 80% 50% 55% Conducente alterato per alcool/droghe 10% 15% 30% 65% 40% 50% 60% 70% Frequentare zone malfamate Tabella 5. Possibilità future di tenere condotte a rischio generiche e nella guida di veicoli. Le risposte dei minori che hanno compiuto reati si differenziano dagli altri tre gruppi rispetto al quesito relativo alla pratica delle attività sportive da parte dei coetanei, poiché la modalità "regolarmente" ha percentuali più alte. Si potrebbe evincere, di conseguenza, che questi soggetti pensino che la diffusione di tali attività sia piuttosto elevata fra i ragazzi della stessa età, facendo per di più supporre che essi siano, allo stesso tempo, propensi a praticare le medesime. Ciò vale per le altre condotte a rischio, come le gare di velocità con altri veicoli per le strade cittadine. Gli stessi soggetti, inoltre, suppongono che le persone che praticano le attività sportive o tengono alcune condotte a rischio siano "molto" ammirate "dalla società". Si potrebbe presumere, dunque, che i soggetti stessi ammirino queste persone e che coloro i quali praticano o vorrebbero provare le attività sportive e tengono o immaginano di tenere in futuro talune condotte si reputino, allo stesso tempo, ammirati dagli altri. L’analisi dei dati, attraverso il test Chi-quadro, ha evidenziato una differenza significativa nel percepire maggiormente l’aspetto piacevole o rischioso delle attività sportive tra il gruppo dei minori che hanno compiuto reati e gli adulti che non ne hanno compiuti (per p=0,020). Si riscontra, per di più, una differenza significativa tra gli adulti che non hanno compiuto reati ed i minori (per p=0,005) e tra questi ultimi ed i minori che hanno compiuto reati (per p=0,001), relativamente ai comportamenti a rischio nella guida di veicoli. I minori che hanno compiuto reati sottolineano più l’aspetto piacevole di determinati sport ("bungee jumping", Tabella 6), e di certe condotte a rischio ("gare di velocità tra veicoli per le strade urbane"). L’inclinazione a percepire tale aspetto, piuttosto che quello rischioso, potrebbe contribuire ad una disposizione a commettere reati. Adulti che non Adulti che hanno hanno compiuto reati compiuto reati Minori che non hanno compiuto reati Minori che hanno compiuto reati Corse in mountain bike 5% mai mai 5% Equitazione 5% mai mai 5% Corse automobilistiche 70% 45% 55% 40% Motociclismo 80% 50% 60% 45% Hydrospeed 100% 70% 75% 55% Free climbing 90% 70% 70% 55% Canyoning 65% 45% 50% 35% Deltaplano/ 90% 60% 70% 50% 100% 60% 45% 45% parapendio Bungee jumping Mancanza delle cinture di sicurezza 100% 85% 65% 60% Mancanza del casco sulla moto/motorino 95% 80% 55% 45% Superamento 95% 60% 25% 45% dei limiti di velocità Gare di velocità* Maneggiare petardi/fuochi d’artificio Giocare d’azzardo 100% 90% 60% 40% 85% 90% 40% 40% 70% 45% 15% 40% Tabella 6. Aspetti rischiosi di ciascuna attività sportiva e condotta a rischio. * tra veicoli per le strade della città Non risulta una relazione significativa tra l’identificazione dell’aspetto rischioso ed il livello di conoscenza dei rischi/pericoli delle persone, dall'analisi delle risposte date. Osservando però che, secondo i minori che hanno compiuto reati, le persone conoscono in misura minore i rischi associati, si potrebbe ritenere che i soggetti stessi non li conoscano abbastanza. Per ciò che riguarda le condotte a rischio nella guida di autoveicoli, si può immaginare che gli adulti reputino che le persone della loro stessa età siano a conoscenza dei rischi/pericoli intrinseci, poiché si potrebbe pensare che l’esperienza nella guida contribuisca ad aumentare tale conoscenza. Evidenziando il fatto che i minori che hanno compiuto reati siano maggiormente disposti all’assunzione di attività o condotte ad alto rischio, è prevedibile che siano, allo stesso tempo, inclini a valutare in misura minore quanto i rischi associati possano spaventare gli individui. Tale aspetto si riscontra dalla tipologia delle risposte. Potrebbe essere lecito, in conclusione, supporre che i soggetti stessi non siano particolarmente spaventati da questi rischi. 3.3 Il senso del rischio Alcuni quesiti della terza parte del questionario si sono rivelati efficaci per una maggiore conoscenza dell’alta tolleranza rispetto all’assunzione di rischio da parte dei minori, soprattutto da coloro che hanno compiuto reati. Le percentuali delle risposte alle domande sulla "importanza della salute fisica", sul "valore della propria vita" e sulla "fiducia nelle proprie capacità/forze fisiche" non si differenziano in modo significativo nei quattro campioni. La percentuale della risposta "molto", tuttavia, è più bassa per i minori che hanno compiuto reati. Ciò potrebbe spiegare il motivo per cui essi siano maggiormente propensi ad attività in cui sia implicito un alto rischio per la propria vita ed il proprio benessere fisico, tra cui gli atti devianti e di criminalità. Adulti che non Adulti che Minori che non Minori che hanno compiuto hanno compiuto hanno compiuto hanno reati reati reati compiuto reati Salute 90% 90% 80% 70% Vita 95% 85% 85% 55% Capacità/forze fisiche 50% 45% 65% 50% Tabella 7. Importanza della propria salute fisica, valore della propria vita e fiducia nelle proprie capacità/forze fisiche. Per la compilazione della tabella ho utilizzato le percentuali delle risposte molto. Il 65% dei minori che hanno compiuto reati indica che le emozioni forti siano soprattutto "essenziali"; questo dato potrebbe esprimere la negazione dell’eventuale aspetto di pericolosità delle stesse e la ricerca dell’eccesso nel vivere circostanze appassionanti (Grafico 1). Grafico 1. Come si valutano le emozioni forti. La ricerca dell’eccesso potrebbe essere confermata anche dal livello di attrazione per le situazioni a rischio, visto che il 50% dei minori che hanno compiuto reati ne sono "molto attratti" (Grafico 2). Grafico 2. Quanto si è attratti dal rischio. L'elevato livello di attrazione per le situazioni a rischio potrebbe essere rilevato, inoltre, dall'ultimo quesito relativo al "cosa succede se tra amici nasce la voglia di fare qualcosa di inusuale". Il 60% dei minori che hanno compiuto reati "propone un’impresa pericolosa" ed il 15 % "appoggia proposte spericolate" ed un ulteriore 15% "si adegua alla decisione altrui". Questi ultimi aspetti potrebbero mostrare l’accettabilità e l’attitudine ad un’alta assunzione di rischio da parte di questi soggetti (Grafico 3). Grafico 3. Cosa succede se tra amici nasce la voglia di fare qualcosa di inusuale. Un’ulteriore osservazione riguarda il campione degli adulti che hanno compiuto reati: alcuni di essi scelgono la modalità di risposta "altro" per specificare che "hanno smesso di rischiare", il 20% valuta pericolose le emozioni forti, il 60% si giudica poco attratto dalle situazioni a rischio, il 40% suggerisce alternative meno rischiose ed il 40% abbandona la situazione quando si tratta di fare qualcosa di inusuale. Si può supporre che essi siano divenuti piuttosto riluttanti relativamente alle condizioni in cui sia implicita un’assunzione di rischio e, quindi, un’eventuale commissione di reati perseguibili dalla legge, a dimostrazione del fatto che la pena afflitta, dovuta spesso all’assunzione, in passato, di imprese rischiose, costituisce un deterrente per evitare conseguenze spiacevoli, quali la carcerazione. Ciò non si registra, invece, nel campione dei minori che hanno compiuto reati. Tale constatazione potrebbe essere un’ulteriore prova del fatto che per tali giovani sia ancora molto forte la tendenza ad assumere attività a rischio. 4. Conclusioni L’obiettivo principale della ricerca era quello di analizzare il senso del rischio generico per valutare se i soggetti che hanno tale propensione siano anche disposti a commettere crimini. In base ai risultati ottenuti dalla ricerca effettuata, si possono delineare diverse considerazioni sull’atteggiamento dei minori che hanno compiuto reati relativo ad attività in cui sia implicita un’assunzione di rischio. Tali soggetti si differenziano dagli altri campioni perché praticano, in misura maggiore, attività sportive e tengono condotte a rischio. La propensione ad intraprendere tali attività si potrebbe osservare, inoltre, dalle risposte relative alle preferenze degli sport ed alle probabilità di tenere condotte a rischio in futuro. Essi credono che questo genere di condotte sia piuttosto diffuso tra i propri coetanei e che le persone che assumono tali attività siano molto ammirate dalla società circostante: si potrebbe evincere che gli stessi soggetti ammirino queste persone e che quelli che praticano o vorrebbero provare le attività sportive e che tengono o immaginano di tenere in futuro talune condotte si reputino ammirati dagli altri. Si potrebbe inferire, inoltre, che i ragazzi non conoscano abbastanza i rischi associati a queste attività, visto che ritengono che le altre persone li conoscano poco. Tenendo presente che le percentuali delle risposte sulla pratica o sulle preferenze e probabilità di tenere talune condotte a rischio sono molto alte, è prevedibile che tale campione stimi in misura minore quanto i rischi associati possano spaventare le persone; infatti, tale dato si riscontra nelle risposte date. Potrebbe essere, così, lecito supporre che i soggetti stessi non siano spaventati da tali rischi. I minori che hanno compiuto reati sono esplicitamente "molto attratti" dal rischio e giudicano le emozioni forti "essenziali" ed "importanti". Questi dati potrebbero esprimere la negazione dell’eventuale aspetto di pericolosità delle emozioni e la ricerca dell’eccesso nel vivere circostanze appassionanti. Le percentuali della risposta "molto"sono più basse, in confronto agli altri campioni, riguardo al valore della propria salute e della propria vita: forse, per questo motivo, potrebbero essere maggiormente propensi ad attività ad alto rischio, come gli atti devianti e di criminalità. L’elevata frequenza con cui tali soggetti assumono questa tipologia di condotte potrebbe rendere evidente l’alta disposizione nei confronti di comportamenti rischiosi. L’accettabilità e l’attitudine ad un’alta assunzione di rischio, inoltre, potrebbero essere confermate dal dato che molti soggetti propongono "un’impresa pericolosa". Per tale motivo, si può ritenere verificata l’ipotesi sul fatto che i minori compiono reati perché sono portati ad assumere rischi in misura maggiore rispetto agli adulti. L’inclinazione dei minori che hanno compiuto reati a percepire l’aspetto più piacevole delle condotte a rischio potrebbe contribuire ad una maggiore disposizione a commettere atti di criminalità. Si può ritenere verificata, concludendo, anche la seconda ipotesi, ossia che i minori che hanno compiuto reati percepiscono diversamente il rischio rispetto agli adulti e, di conseguenza, avvertono come meno rischiose talune condotte. Bibliografia ARNETT J.,(1992) Socialization and adolescent reckless behaviour: a reply to Jessor, in Development rewiew, 12, 391-409 BELL N. e BELL R., (1993) Adolescent risk taking, Sage Publication, Newbury Park (CA) BENTHIN A., SLOVIC P. e SEVERSON H., (1992) A psychometric study of adolescent Risk perception, in Journal of adolescence, n. 16 GULOTTA G., (1995), La scienza della vita quotidiana, Ed. Giuffrè, Milano JESSOR R., JESSOR S. 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