Messaggio «io - Istituto Comprensivo Statale di Creazzo
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Messaggio «io - Istituto Comprensivo Statale di Creazzo
1 ISTITUTO COMPRENSIVO “F.BERTI” DI PRIGNANO S/SECCHIA PROGETTO SUL CONTRASTO/PREVENZIONE “MINORI A RISCHIO” PREVENZIONE DEL BULLISMO E CYBERBULLISMO ANNO SCOLASTICO 2015-2016 I SEMI DELL’EMPATIA a cura di Maria Grazi Franciosi LA COMUNICAZIONE EFFICACE PER ACCRESCERE L’AUTOSTIMA DI UN FIGLIO/ALUNNO Dargli obiettivi realistici, complimentarsi per i successi, criticarlo ma in modo costruttivo, credere in lui, aiutarlo al momento giusto, fare il tifo per lui e fargli coltivare i suoi talenti. Il pedagogo francese Bruno Hourst sostiene: «La stima di sé è l'arma fondamentale per crescere figli capaci di affrontare le avversità della vita, si costruisce principalmente durante l'infanzia». A cura di M.Grazia Franciosi Dargli obiettivi realistici Se l’obiettivo è impegnativo, per evitare che si scoraggi, si può aiutare il bambino a tagliare il traguardo attraverso alcune tappe. Se, ad esempio, ha 4 in matematica, è irrealistico pretendere un 8 a breve termine. È invece più facile che riesca ad arrivare al 5 la volta successiva, al 6 quella dopo ancora e al 7 alla terza prova per raggiungere l’8 alla quarta. “Ancorarlo” nei suoi successi Per rafforzare la memoria dei successi (quali che siano: anche un goal alla partita all’oratorio) può essere utile creare un “calendario dei successi”, sul quale annotarne uno ogni settimana perché sia immediatamente visibile. Criticarlo, ma in modo costruttivo In generale, funziona molto bene la “regola del sandwich”: un complimento, una critica, un complimento “Grazie per avermi aiutato, ma non hai ancora sistemato camera tua. Ah, dimenticavo: ancora bravo per l’8 in italiano!”. Se rompe un piatto apparecchiando, non aggredirlo immediatamente. E’ meglio prima complimentarsi per aver assolto al suo compito, e poi dirgli che “però sarebbe stato meglio se il piatto fosse stato ancora intero”. Credere in lui Basta una frase: “Ho fiducia in te, ce la farai”. Sembra una banalità, ma il fatto di sapere che qualcuno crede il lui, per il bambino/ragazzo è fondamentale, e lo aiuta ad aver fiducia nelle proprie capacità per affrontare senza paura anche situazioni nuove. Una fiducia che si può rafforzare anche affidandogli qualche responsabilità in casa (adeguata alla sua età, ma senza mettere l’asticella troppo in basso: il “ti piace vincere facile” fa danni!). Sostenerlo Quando lo scoramento prende il sopravvento a causa di una caduta nella strada verso il traguardo, bisogna aiutare il ragazzo a rialzarsi. E’ importante fargli capire che nella vita un fallimento può sempre capitare, ma che alla lunga gli sforzi vengono comunque ricompensati. Fare il tifo per lui Il rafforzamento positivo nei confronti del bambino si ottiene anche con piccole cose: “Simpatica la tua maglietta”, “Bella questa pettinatura”, “Il tuo zaino è molto più ordinato di una volta”… E’ importante evitare l’errore di sovrastimare le sue capacità: dirgli in continuazione “sei un genio”, per esempio, rischia di essere controproducente. Perché, alla prova dei fatti, potrebbe accorgersi di non essere veramente a un livello molto più alto di compagni e amici. Cadere dall’alto di un piedistallo fa più male! Fargli coltivare i suoi talenti La buona riuscita a scuola non sempre va di pari passo con le capacità di ciascuno: Einstein (giudicato uno studente mediocre dai suoi professori) ne è l’esempio. Quindi, per preparare un bambino alla vita, è bene fargli coltivare i suoi talenti e le sue passioni, senza pregiudizi: preferite che vostro figlio diventi un ottimo cuoco o un pessimo medico? (Fonte: articolo pubblicato sul settimanale francese “articolo pubblicato su Avantages) 11 PER APPROFONDIRE!! 12 Metodo senza perdenti Nel rapporto educativo, dobbiamo seguire il principio che sia nostro figlio (persona da educare) ad uscire vincitore, persona soddisfatta, responsabile e felice (noi lo siamo già!) Esistono quattro possibilità • Che io vinco e vinci anche tu; • Che io vinco e tu perdi; • Che io perdo e tu vinci; • Che io perdo e perdi anche tu; Per avere una buona disciplina, l’educatore deve credere alla prima soluzione che soddisfi entrambi! 13 Fase 1. IDENTIFICARE E DEFINIRE IL CONFLITTO Scegliere il momento opportuno, dire chiaramente che è necessario risolvere un problema, esprimere sinceramente i sentimenti che provate, evitate messaggi che rimproverano Fase 2. LASCIARE EMERGERE OGNI SOLUZIONE POSSIBILE Date la precedenza alle soluzioni di vostro figlio, in seguito dire le vostre. Non valutate, non giudicare, non svalutare ecc. anche se sono inaccettabili, pazientare affinché emergano le loro proposte, a volte può essere necessario incoraggiarle Fase 3. VALUTARE LE SOLUZIONI EMERSE “Bene, quali di queste soluzioni sembra la migliore? Vediamo quale soluzione preferiamo? Pensi che alcune siano preferibili ad altre?” A volte è necessario esprimere i propri sentimenti: “Questa soluzione non mi rende tranquilla!, non mi sembra equa!....” 14 Fase 4. SCEGLIERE LA SOLUZIONE MIGLIORE “Pensi che questa soluzioni possa risolvere il problema?, Pensi che possa funzionare? Pensi che sia opportuna?” A volte può essere necessario provarla! E a volte è necessario annotarle e riassumere le decisioni Fase 5. PROGRAMMARE E ATTUARE LA SOLUZIONE Solitamente è necessario elencare nei dettagli e con precisione come attuarla e chiedersi “Chi deve fare Cosa e Quando” Fase 6. VERIFICARE I RISULTATI Dopo un certo tempo potrebbe essere necessario verificare la validità delle decisioni “Pensi che la nostra decisione stia funzionando?....” 15 Rispondere a comportamenti inadeguati e costruire l’autostima E’ utile inviare messaggi “critico costruttivi” che diano al ragazzo la possibilità di cambiare, indicandogli il modo per migliorare un comportamento inadeguato, evitando invece, messaggi che invitano il ragazzo a fallire, quali: “Tu sei stupido; non riuscirai mai!” Per essere efficaci il messaggio deve contenere: “Non fare questo…. perché succede che… piuttosto fai…” 16 La tecnica dei 3 passi Un ragazzo ascolta la radio a un volume così alto da disturbare gli altri familiari. “Capisco che ti diverta ad ascoltare la radio, ma questo volume così alto disturba gli altri. Potresti tenerla più bassa o andare ascoltarla altrove” Se ciò non porta a nessun risultato è importante rivolgergli un’espressione di comprensione, una proibizione in modo impersonale e, infine un chiarimento sulle conseguenze a cui andrà incontro se persisterà nel suo comportamento. “Non sei riuscito a tenere la radio a basso volume, se continuerai dovrai spegnerla del tutto” Se il ragazzo non modifica il suo comportamento nonostante gli interventi precedenti, sarà necessario, congruentemente, mettere in pratica, dopo alcune parole di comprensione, quanto annunciato “ Non sei riuscito a tenere la radio a basso volume: adesso spegnila”. Di chi è il problema? 17 Il ragazzo ha un problema perché gli viene impedito di soddisfare un suo desiderio. Ciò non interferisce in modo da impedire all’educatore di soddisfare i propri bisogni Il problema è del ragazzo ASCOLTO ATTIVO Il figlio soddisfa i propri bisogni e non è ostacolato dal genitore e il suo comportamento non interferisce con i bisogni dell’educatore. Il ragazzo soddisfa i propri bisogni e non è ostacolato ma il suo comportamento crea un problema all’educatore perché interferisce in modo evidente con il desiderio di questo di soddisfare un proprio bisogno. Non esiste alcun problema Il problema è dell’ educatore MESSAGGIO «IO» 18 Ascolto attivo 1. La volontà di ascoltare essere disposti a concedersi il tempo per farlo! 2. Sincera volontà di aiutarlo sui suoi problemi e in quel determinato momento (se non ve la sentite aspettate il momento opportuno!) 3. Sentirsi in grado di accettare il suo stato d’animo, qualunque esso sia e per quanto diverso dal vostro o da quello che secondo voi dovrebbe avere vostro figlio. 4. Avere fiducia nella sua capacità di gestire i propri sentimenti, elaborarli e trovare soluzioni ai propri problemi. 5. Avere chiaro che gli stati d’animo sono transitori, non avere paura che i sentimenti che provano siano permanenti. 6. Considerare il figlio distinto da voi, è un individuo con una propria identità e separato da voi. 19 Messaggio «io» E’ un modo di comunicare le emozioni costituito dal messaggio “io mi sento”. Quando tu ……. io mi sento …… e vorrei che… Tante volte usiamo i messaggi “tu” “Tu sei una peste…” Il messaggio “tu” è un “messaggio io” trasformato. Messaggio “io” ” Io sono stanco…” Il messaggio “io” permette a un figlio di capire che quando lui fa o dice certe cose…. in certi momenti mamma o papà sentono…. Ma il figlio non ne è necessariamente la causa 20 Efficacia della relazione 21 Letture utili! • COSA PENSA TUO FIGLIO di A.Faber e E.Mazlish editori Sperling e Kupfer • CRESCERE FIGLI MASCHI di S.Biddulph editore TEA • GENERAZIONE CLOUD di M.Facci,S.Valorzi e M.Berti edizioni Erickson • FRAGILE E SPAVALDO di G.P.Charmet editrice Laterza • LA PAURA DI ESSERE BRUTTI di G.P.Charmet editrice Cortina Raffaello • I NUOVI ADOLESCENTI Padri e madri di fronte ad una sfida di G.P.Charmet • LA FATICA DI DIVENTARE GRANDI di A.Marco e G.P. Charmet • I FIGLI NON CRESCONO PIU’ di P.Crepet editore Enaudi • GENITORI E ADOLESCENTI. Istruzione per l’uso tra regole e amore di S.Patt e S.Stive editore Fabbri • NON LO RICONOSCO PIU’ di Pelanda Eugenia editore Franco Angeli