Lezione 27 - Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione
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Lezione 27 - Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione
Corso di laurea in Scienze dell’Educazione A. A. 2014 / 2015 Istituzioni di Linguistica (M-Z) Dr. Giorgio Francesco Arcodia ([email protected]) 1. Il contatto linguistico: la linguistica areale “Fra le lingue diverse presenti in un repertorio, e più generalmente fra lingue diverse i cui parlanti vengano in qualche modo o si trovino ad avere rapporti comunicativi, si crea tutta una serie di fenomeni di contatto, vagamente condizionati dai caratteri sociolinguistici delle comunità interessate” (Berruto, G., Cerruti, M., 2011, La linguistica. Un corso introduttivo, Torino, UTET) Es.: interferenza → Sinti-romani (lingua dei sinti della Germania) kerau pre ‘apro’, lett. ‘faccio su’ (< ted. Ich mache auf) (Matras, Y., 2009, Languge Contact, Cambridge, Cambridge University Press) Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] trasmissione verticale (rapporto di filiazione genetico-genealogica, asse della diacronia) vs. trasmissione orizzontale (diffusion, rapporto tra lingue compresenti in uno stadio sincronico) → “(...) le lingue non possono essere semplici, ma conviene che sieno miste con l’altre lingue” (Nicolò Machiavelli, Discorso intorno alla nostra lingua, 1515) → “(...) there are no cases of language evolution that have involved no external influence at all” (Mufwene, S., 2001, The Ecology of Language Evolution, Cambridge, Cambridge University Press) → “In fact, there is good reason to believe that language change almost always implies language contact; a correlation between isolated populations and lack of linguistic mutation can be observed in cases such as Iceland and Sardinia, where prolonged isolation from contact with other populations led to the maintenance of archaic varieties” (Ansaldo, U., 2009, Contact Languages. Ecology and Evolution in Asia, Cambridge, Cambridge University Press) 2 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] → “(...) language contacts typically occur in densely populated places where speakers of many languages live together and bi- and multilingualism is common” (Dahl, Ö., 2001, Principles of areal typology, in M. Haspelmath / E. König / W. Oesterreicher / W. Raible (eds.), Language Typology and Language Universals, Berlin – New York, Walter de Gruyter) N.B.: il contatto può anche (solo o prevalentemente) avvenire tramite il medium scritto → “(...) un fenomeno che talvolta porta notevoli conseguenze per le lingue sul piano strutturale, anche se i parlanti interagiscono raramente. Per contatto tramite scrittura intendo una forma di contatto linguistico indiretto in cui la grande maggioranza delle persone coinvolte non interagiscono per nulla. Conseguentemente, il contatto è limitato ad una ristretta minoranza di individui sulla base di relazioni politiche, economiche, religiose e culturali.” (Bisang, W., 2001, Syntax/morphology asymmetry in Vietnamese - a consequence of contact by writing between Vietnamese, Chinese and Standard Average European Languages, in Igla, B. & Stolz, T. (eds.), Was ich noch sagen wollte ... A multilingual Festschrift for Norbert Boretzky, Berlin, Akademieverlag; trad. mia) 3 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] Es.: ‘trasferimenti’ lessicali tra cinese, giapponese, coreano e vietnamita ‘Modernizzare’: giapp. 現 代 化 gendaika, cin. xiàndàihuà, viet. hiện đại hoá, coreano 현대화 hyeondaehwa ‘Filosofia’: giapp. 哲学 tetsugaku, cin. zhéxué, viet. triết học, coreano 철학 cheolhag → parole ‘europee’ ri-costruite su modello cinese nelle opere tradotte da inglese, francese, tedesco, etc. 4 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] Cosa succede quando un gruppo di lingue non (strettamente) imparentate, ma con una storia di contatto, sviluppano tratti comuni (non ereditati da una fase comune precedente)? → nascita di un’area (o lega) linguistica “By linguistic area (also sometimes called Sprachbund, convergence area, diffusion area, adstratum, and affinité linguistique) is usually meant an area characterized by a number of linguistic features which are shared, due to diffusion, by a number of languages either unrelated or from different subgroups of the same family, in a geographically contiguous area” (Campbell, L., 1994, Grammar: Typological and Areal Issues, in Asher, R. E. & Simpson, J. M. Y. (eds.), The Encyclopedia of Language and Linguistics, Oxford, Pergamon) → l’Europa centro-occidentale, la penisola balcanica, l’Asia orientale e sud-orientale, etc. 5 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] Es.: fenomeni di contatto nelle lingue dei Balcani “Dal punto di vista etnico-linguistico l’ambiente balcanico dell’alto medioevo, basato su una economia prevalentemente agricolo-pastorale, su (scarsi) sfruttamenti minerari e su intensi scambi tra le diverse componenti etniche, era certamente caratterizzato da estesi fenomeni di mescolanza etnicolinguistica (slava-romanza-romeica-albanese) e da conseguenti condizioni di plurilinguismo. La mobilità della popolazione era, come spesso altrove in età medievale, condizione del tutto normale: mancano poli urbani significativi, se si fa eccezione per i centri ove sorgevano le modeste corti slavo-meridionali, la vita sociale si svolgeva lungo le tradizionali piste del nomadismo interbalcanico, ed aveva importanti punti di riferimento nella rete dei monasteri e dei centrireligiosi che si andavano via via organizzando. Tali condizioni condussero alla formazione di una sorta di lingua franca interbalcanica mistione di elementi greci, latino-romanzi, slavo-meridionali, albanesi, strumento per la comunicazione informale e per gli scambi quotidiani da parte di parlanti non cólti, appartenenti a gruppi etnico-linguistici diversi e tuttavia posti in condizioni di dover necessariamente comunicare” (Banfi, E., 1991, Storia linguistica del sud-est europeo, Milano, Franco Angeli) 6 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] → inoltre, influsso del latino medievale (lingua della chiesa cattolica) e del greco bizantino-medievale Tratti balcanici ‘popolari’ → prodotto del plurilinguismo di età medievale (e anche successivo) numerali da 11 a 19 lingue romanze: it. undici, dodici; fr. onze, douze; sp. once, doce; port. onze, doze; rum. unsprezece, doisprezece (lett. ‘uno-su-dieci’, ‘due-su-dieci’) → modello slavo (cfr. croato jedanaest, dvanaest) diffusosi nelle lingue dell’area balcanica non-slave (rumeno, albanese) Tratti balcanici ‘dotti’ → prodotto dell’influsso delle lingue di cultura (latino medievale, greco bizantino) sostituzione dell’infinito con subordinate di tipo finale/consecutivo macedone možete da dojdere ‘potete venire’, lett. ‘potete (a) venite’ → fenomeno già presente (sporadicamente) nel greco classico, diventa comune nel greco bizantino e si diffonde per via dotta e popolare nei balcani 7 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] Es.2: islandese Islandese antico < norvegese occidentale (IX sec.) Unione di Kalmar (1397-1523) Svezia/Finlandia e Norvegia tra Danimarca, → separazione tra norvegese e islandese → “L’islandese è la più conservativa tra le lingue scandinave e rappresenta un caso unico di continuità linguistica, avendo conservato piuttosto bene la sua morfologia flessiva e il suo lessico di base originale fino ai giorni nostri” (Henriksen, C., van der Auwera, J., 1994, The Germanic Languages, in König, E., van der Auwera, J., The Germanic Languages, London, Routledge, trad. mia) 8 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] → fattori geografici e storici hanno portato ad un certo ‘isolamento’ dell’islandese, che si è mostrato la lingua germanica più resistente al cambiamento (nell’area della morfologia flessiva e del lessico) → cfr. la situazione dell’inglese: massiccia semplificazione della morfologia flessiva e ristrutturazione del lessico dall’Old English ai giorni nostri; cambiamento spiegabile con il contatto tra inglese antico e Late British (lingua celtica delle Isole Britanniche) prima e con il contatto con il franco-normanno poi 9 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] 2. Le lingue di contatto: pidgin e creoli “Raramente i linguisti hanno la possibilità di osservare o documentare la ‘nascita’ di una lingua, o di individuare l’esatto momento dell’emergere di una lingua. Le lingue sono trasmesse da una generazione all’altra e persino le fasi della storia di una singola lingua (...) sono il risultato di un accumulo graduale di mutamenti nel corso di numerose generazioni. Fanno eccezione le lingue che emergono in seguito al contatto linguistico. Queste lingue sono dette ‘lingue di contatto’” (Matras, Y., 2009, Languge Contact, Cambridge, Cambridge University Press) → lingue pidgin e creole (→ nel database Ethnologue, 16 lingue pidgin e 93 creoli) 10 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] Es.: WAPE (West African Pidgin English), lingua di contatto a base inglese Insieme di varietà oggi parlate soprattutto nella zona compresa tra Ghana, Nigeria e Cameron Varietà di lingua risultato dei contatti tra europei e popolazioni locali nel periodo coloniale e precoloniale (dalla seconda metà del XV secolo fino al secondo dopoguerra) → zona strategica per le rotte commerciali; varietà di inglese ‘commerciale’ usate per la comunicazione, con tratti ‘misti’ 11 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] Esempio di WAPE ghanese (Turchetta, B., 1996, Lingua e diversità. Multilinguismo e lingue veicolari in Africa occidentale, Milano, Franco Angeli) 12 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] 1.1 Le lingue pidgin “Un pidgin è una lingua ridotta, prodotta da contatti estesi tra gruppi di persone privi di una lingua comune; emergono quando questi hanno bisogno di un qualche mezzo per la comunicazione verbale, magari per il commercio, ma nessuno impara la lingua dell’altro gruppo per motivi di ordine sociale, come la mancanza di fiducia o di contatti ravvicinati” (Holm, John, 2004, An Introduction to Pidgins and Creoles, Cambridge, CUP; trad. mia) → lingua di substrato (lingua della comunità parlante con meno potere) vs. lingua di superstrato (lingua della comunità parlante con più potere) → con eccezioni!! → la lingua di maggior prestigio è quella che fornisce la gran parte del lessico → lingua lessificatrice (lexifier); spesso, una lingua europea (inglese, francese, spagnolo, portoghese, nederlandese) Es.: WAPE, Chinese Pidgin English (Cina meridionale, ormai estinto), Russenorsk (pidgin a base russa e norvegese, estinto), Italiano semplificato d’Etiopia, lingua franca (base parzialmente italiana, estinto) 13 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] “In sostanza, una comunità umana si trova costretta ad esprimersi in una lingua diversa dalla propria, senza avere tempo sufficiente per acquisirla in modo ‘naturale’. In uno scenario che comporta perciò un’esposizione parziale e limitata alla nuova lingua, la soluzione di emergenza più immediata è quella di salvaguardare l’efficacia comunicativa, a scapito di della buona formazione grammaticale. Questo porta gli apprendenti a concentrarsi sul lessico e a trascurare la grammatica. (...) Un pidgin è quindi sempre una L2 [lingua non nativa] ed ha un uso e una diffusione limitati a pochissimi ambiti funzionali, cioè alle situazioni in cui i due gruppi umani devono effettivamente interagire.” (Grandi, N., 2008, Pidgin e creoli, in Banfi, E. e N. Grandi (a cura di), Le lingue extraeuropee: Americhe, Australia e lingue di contatto, Roma, Carocci) → pidgin e creoli erano originariamente percepiti come forme corrotte, ‘imbastardite’ della lingua lessificatrice; cfr. le denominazioni broken English, português bastardo “Questo disprezzo spesso proveniva in parte dalla sensazione che pidgin e creoli fossero la corruzione di lingue ‘superiori’, di solito lingue europee, e in parte dall’atteggiamento nei confronti dei parlanti di queste lingue, che erano percepiti come semiselvaggi, la cui acquisizione parziale di abitudini civili era in qualche modo un affronto.” (Holm, John, 2004, An Introduction to Pidgins and Creoles, Cambridge, CUP; trad. mia) 14 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] “(...) le ideologie relative alle lingue creole dal XIX secolo sono strettamente connesse con assunzioni razziali sui neri africani. Per esempio, Bertrand-Bocandé (1849) ritiene che una civiltà e la sua lingua siano ugualmente complesse, e propone che, per gli africani, le intricate proprietà mofologiche delle lingue europee sarebbero troppo complicate e quindi devono essere semplificate per permetterne l’acquisizione. (...) L’idea (a base razziale) dei neri africani come ‘più semplici’ è estesa alle loro lingue, basandosi sull’equivalenza tra lingua, cultura e razza.” (Ansaldo, U., 2007, Deconstructing creole. The rationale, in Ansaldo, U., Matthews, S. & Lim, L. (eds.), Deconstructing Creole, Amsterdam-Philadelphia, John Benjamins; trad. mia) “(...) È da relativamente poco tempo che i linguisti si sono resi conto del fatto che pidgin e creoli non sono versioni scorrette di altre lingue ma, piuttosto, nuove lingue” (Holm, John, 2004, An Introduction to Pidgins and Creoles, Cambridge, CUP; trad. mia) 15 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] Alcune caratteristiche dei pidgin: (a) lessico ridotto, ristretto agli ambiti funzionali del pidgin (poche sfere semantiche), scarsità di parole funzionali (articoli, congiunzioni, etc.), molte parole polisemiche Es.: figiano (lingua austronesiana, isole Fiji) vs. Pidgin Fijian Significato figiano standard Pidgin Fijian scatola, cesto cesto da pesca cesto di foglie di cocco vassoio di foglie intrecciate kato noke sū i lalakai kato kato kato kato (Grandi, N., 2008, Pidgin e creoli, in Banfi, E. & Grandi, N. Le lingue extraeuropee: Americhe, Australia e lingue di contatto, Roma, Carocci) 16 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] (b) grammatica semplice, assenza quasi totale di desinenze grammaticali (morfologia flessiva e derivazionale quasi assente), sintassi semplice (perlopiù coordinazione) Es./1: Chinese Pidgin English: He every day tipsy Lui ogni giorno brillo ‘È ubriaco tutti i giorni.’ Two man alla same 2 uomo tutto uguale ‘noi siamo uguali’ These belong you? questi appartenere tu ‘Questo è tuo?’ You look see dog no bitee you tu guarda vedi cane no mordere tu ‘Non lasciarti mordere dal cane.’ (Ansaldo, U., S. Matthews & G. Smith, 2011, The Cantonese substrate in China Coast Pidgin, in Lefevbre, C. (ed.) Creoles, their Substrates, and Language Typology, Amsterdam-Philadelphia, John Benjamins) 17 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] Es./2: Italiano dei lavoratori stranieri della Svizzera tedesca (Fremdarbeiteritalienisch, FAI) → Varietà parzialmente pidginizzata di italiano usata come lingua franca dai lavoratori stranieri nella Svizzera tedesca (spagnoli, portoghesi, greci, slavi meridionali, turchi, etc.) “Si parla poco tedesco?” (intervistatore italiano) “Sì, solo con chefa [caposquadra]; con altri donne tutti parlare italiano; anche portughese parlare italiano, spagnoli, tutti, tutti” (L1 serbo-croato) → riduzione delle desinenze di nomi e verbi, uso del singolare per il plurale, mancato accordo: andare questi due uomi via, volere una bicchiera?, mio mamma, mio genitori → omissione di parole grammaticali, copula: tutti bastardo, io grande, grande istoria → presenza di termini (svizzeri) tedeschi adattati: diecisette anni a questa ferma [< Firma, azienda], ma io sono cranista [< Kran ‘gru’], mio marito non mangiare alla cantina [< Kantine ‘mensa’] (Berruto, G., 1991, Fremdarbeiteritalienisch: fenomeni di pidginizzazione dell’italiano nella Svizzera tedesca, “Rivista di Linguistica”, 3:2, pp. 333-367 ) 18 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] → cfr. Italiano Semplificato d’Etiopia (ISE, varietà usata negli anni ‘70 del ‘900 intorno ad Addis Abeba e Asmara, utilizzato tra italiani/europei e nativi e parlanti lingue locali, e anche tra parlanti lingue locali diverse) uso di c’è con funzione di predicato di possesso: FAI: albanesi non c’è una repubblica sua ISE: iyo non ce [c’è] makkina uso dell’infinito come forma indifferenziata del verbo (usi non perfettivi) FAI: prima, io lavorare na-a ristorante ISE: loro stare addis abeba → uso di una forma corrispondente al participio passato dell’italiano (−to) per esprimere il passato perfettivo → strategie analoghe a quelle utilizzate nelle varietà iniziali di italiano come seconda lingua (Bernini, G., 2010, Italiano come Pidgin, in Simone, R. (a cura di), Enciclopedia dell’Italiano, Bari, Laterza) 19 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] 1.2 I creoli “(...) si chiamano creole le varietà linguistiche che, pur avendo avuto la stessa origine del pidgin, sono parlate come lingua materna da una comunità e hanno quindi la latitudine di domini propria di una qualsiasi varietà linguistica” (Cardona, G.R., 2009, Introduzione alla sociolinguistica, Torino, UTET) Creolo/1: si sviluppa quando un pidgin diviene la lingua materna di una generazione, ovvero quando il pidgin viene parlato anche in contesto familiare, ad esempio a seguito dell’aumento di matrimoni misti (Creolo giamaicano). → “Un creolo ha un pidgin o un gergo (jargon) come antenato; è parlato come lingua nativa da un’intera comunità di parlanti, spesso una comunità i cui antenati sono stati ricollocati geograficamente, così che i legami con la loro lingua originale e con la loro identità socioculturale sono stati in parte spezzati. Queste condizioni sociali erano spesso il prodotto della schiavitù” (Holm, John, 2004, An Introduction to Pidgins and Creoles, Cambridge, CUP; trad. mia) → creolo < fr. créole (criole) < port. bras. crioulo ‘schiavo africano nato nel Nuovo Mondo’ > ‘europeo nato nel nuovo mondo’ > ‘lingua e cultura degli africani e degli europei nati nel nuovo mondo’ 20 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] Es.: Tok Pisin (< talk pidgin; detto anche Melanesian Pidgin English), creolo a base inglese, una delle tre lingue ufficiali della Papua Nuova Guinea (insieme ad inglese e hiri motu) → lingua più parlata del Pacifico meridionale; i parlanti di tok pisin, pijin (Isole Solomon) e bislama (Vanuatu) si comprendono tra di loro 21 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] → 122.000 parlanti nativi, 4.000.000 di parlanti come seconda lingua; principale lingua di comunicazione della Papua Nuova Guinea tra parlanti di lingue diverse (oltre 800!!), comunemente usata nel commercio e in parlamento ‘I tre porcellini’ (Tripela liklik pik) (N.B.: i < ingl. he) Bipo tru tripela liklik pik i stap. Ol i stap long bus tasol. Ol i no gat haus. ‘Molto tempo fa c’erano tre piccoli porcellini. Essi vivevano in un bosco. Non avevano casa.’ (Grandi, N., 2008, Pidgin e creoli, in Banfi, E. & Grandi, N. Le lingue extraeuropee: Americhe, Australia e lingue di contatto, Roma, Carocci) ‘Padre nostro’ Papa bilong mipela Yu stap long heven Nem bilong yu i mas i stap holi. 22 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] → alcune caratteristiche austronesiane (sostrato) Es.: sistema dei pronomi personali mi ‘io’ yumi yumitupela yumitripela ‘noi’ ‘noi’ (duale; noi due) ‘noi’ (triale; noi tre) → comprendono l’interlocutore (plurale inclusivo) mipela mitupela mitripela ‘noi tutti’ ‘noi’ (duale; noi due) ‘noi’ (triale; noi tre) → escludono l’interlocutore (plurale esclusivo) → cfr. pronomi personali del figiano (famiglia austronesiana): (Clark, R., 2009, Austronesian Languages, in Comrie, B. (ed.), The World’s Major Languages, London , Routledge) 23 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] “Tutte e tre le varietà di Melanesian Pidgin English [Tok Pisin] traggono le loro origini dalle piantagioni di canna da zucchero del Queensland, per le quali 100.000 lavoratori da questi tre paesi [Papua Nuova Guinea, isole Solomon, Vanuatu] furono reclutati nel XIX secolo. Uomini con lingue non reciprocamente intelligibili si ritrovarono a vivere e lavorare insieme, così come a dover comunicare con gli amministratori anglofoni delle piantagioni. Una forma di inglese pidgin serviva a tale scopo. Quando il commercio della forza lavoro terminò nel 1905, la maggior parte dei lavoratori rientrò al proprio paese di origine, portando con loro la conoscenza di questo Queensland Plantation Pidgin. In questi paesi notevolmente plurilingue, il pidgin svolgeva l’utile funzione interna della comunicazione attraverso i confini etnolinguistici. Le condizioni sociali dunque contribuirono non solo alla ritenzione e alla diffusione del pidgin, ma anche alla sua stabilizzazione e alla seguente creolizzazione” (Romaine, S., 2006, Tok Pisin, in Brown, K. (ed.), Encyclopedia of Language and Linguistics (2nd edition), Amsterdam, Elsevier; trad. mia) → tra i fattori sociali della stabilizzazione e creolizzazione del tok pisin, matrimoni misti (interetnici) e nascita di ambienti urbani plurilingue → cfr. i pidgin parlati dagli schiavi africani nelle piantagioni del Nuovo Mondo, poi creolizzati nelle generazioni nate nelle Americhe, che acquisiscono un pidgin come lingua nativa / primaria 24 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] → “Ciclo di vita” dei pidgin: (1) Pidgin gergale (lessico molto limitato, sintassi molto elementare, molta variazione) (2) Pidgin stabile (compaiono regolarità grammaticali, espansione del lessico, stabilizzazione della norma grammaticale; maggiore attenzione alla forma) (3) Pidgin esteso (complessificazione della grammatica, crescita degli ambiti d’uso) → nessuno di questi stadi è necessario (4) Creolizzazione (detta anche nativizzazione) → nascita di una lingua creola (N.B.: questo ciclo non è da intendersi come ‘necessario’; moltissimi pidgin scompaiono quando vengono meno le condizioni sociali e linguistiche che hanno portato alla loro nascita) → con l’estensione/creolizzazione, la complessità del sistema diventa quella di qualunque lingua storico-naturale 25 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] Creolo/2: lingua prodotta da contatti intensi tra diversi sistemi linguistici in particolari contesti sociali e storici → “(...) le lingue cambiano perché i loro parlanti le cambiano” → Lingue di contatto come prodotto di ambienti multilingue, dove la trasmissione delle lingue avviene in maniera ‘informale’ (non apprendimento normativo scolastico) e in cui la lingua è un elemento nella costruzione di una nuova identità culturale ‘Poli’ dell’ecologia linguistica: A B Plurilinguismo Commistione di lingue Trasmissione informale Notevole variazione Creatività Monolinguismo ‘Purismo’ linguistico Scolarizzazione Tendenze normative Conformismo (Ansaldo, U., 2009, Contact Languages. Ecology and Evolution in Asia. Cambridge, Cambridge University Press; trad. mia) 26 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] “(...) l’ecologia B, nella sua forma estrema, è il prodotto degli stati-nazione dell’Europa occidentale degli ultimi duecendo anni e non si applica agli insediamenti umani precedenti in generale (...) associare la normalità al monolinguismo è fuorviante; i contesti monolingue sono storicamente e culturalmente molto marcati, perché l’acquisizione monolingue, con insegnamento esplicito è un fenomeno recente che non riguarda la maggioranza della popolazione mondiale come pratica linguistica. (...) in una teoria linguistica realistica, il contatto linguistico e il cambiamento indotto dal contatto sono onnipresenti, e le grammatiche miste sono il risultato normale dell’ecologia linguistica che li definisce” → network intercomunitari, scambi (anche genetici) e confilitti tra gruppi umani sono caratteristici di pressoché ogni forma di vita associata; il contatto linguistico, con la possibilità di prestiti e interferenze, è la norma (e non l’eccezione) nelle società umane → la variazione (negli usi linguistici), la commistione di codici, la trasmissione informale e la creatività linguistica (= usi innovativi del codice) sono tratti normali in molte società contemporanee (Ansaldo, U., 2009, Contact Languages. Ecology and Evolution in Asia. Cambridge, Cambridge University Press; trad. mia) 27 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] 28 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] → minore pressione normativa, input più ricco, più spazio alla creatività (Ansaldo, U., 2009, Contact Languages. Ecology and Evolution in Asia. Cambridge, Cambridge University Press) 29 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] Es.: Singlish (o Singapore Colloquial English); lingua mista con elementi sinitici/cinesi (mandarino, hokkien, cantonese), malese/malay (austronesiani) e tamil (dravidici, india meridionale) Predicazione senza copula: this your car? (vs. is this your car? today weather very hot (vs. today’s weather is very hot) → cfr. cantonese che1 hou2 wu4jou4 lett. ‘macchina molto sporca’ malay buku itu baru lett. ‘libro questo nuovo’ → l’assenza di copula non è una semplificazione dell’inglese, ma la selezione di una caratteristica di due importanti lingue presenti nell’ecologia in cui si è sviluppato il Singlish → i parlanti lingue cinesi erano (e sono) in maggioranza; le lingue cinesi e il malay sono congruenti per questa (ed altre) caratteristiche, e quindi questo modello è più frequente e viene selezionato nella ‘ristrutturazione’ del sistema (Ansaldo, U., 2011, The Asian typology of English: theoretical and methodological considerations, in Lim, L. & Gisborne, N. (eds.), The Typology of Asian Englishes, Amsterdam-Philadelphia, John Benjamins) 30 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] Es./2: Baba Malay; lingua di contatto a base malese/malay, con forti influssi cinesi (soprattutto hokkien), caratteristica dei peranakan della Malesia (Malacca, Singapore) → Peranakan (o baba(-nyonya), o straits Chinese): discendenti degli immigranti dalla Cina meridionale (tipicamente, di lingua hokkien o teochew) e di donne malesi (di lingua malese) → identità culturale mista: cucina con forte influsso malese, utilizzo di abiti malesi/indonesiani (sarong, kebaya) per le nyonya (donne peranakan), ma conservazione di costumi e riti cinesi (es. nel matrimonio, nella vita religiosa) → nessuna forma di oppressione: i peranakan erano una minoranza di benestante e privilegiata, impegnata tipicamente nel commercio, e consideravano Malacca o Singapore la loro casa (Ansaldo, U., Lim, L. & Mufwene, S.S., 2007, The sociolinguistic history of the Peranakans. What it tells us about ‘creolization’, in Ansaldo, U., Matthews, S. & Lim, L. (eds.), Deconstructing Creole, Amsterdam-Philadelphia, John Benjamins) 31 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] → cfr. lo sviluppo tipico di pidgin e creoli: “I pidgin più noti si svilupparono nelle colonie commerciali europee dell’Africa e della regione del Pacifico (attorno ai trade forts e lungo le rotte commerciali), prima che queste furono acquisite politicamente e espanse in colonie di sfruttamento nella seconda metà del diciannovesimo secolo. Erano basati sui vernacolari non-standard parlati dai commercianti europei, a cui le controparti non-europee erano esposte durante i contatti commerciali occasionali.” “(...) i creoli si sono sviluppati nelle colonie d’insediamento [settlement colonies], caratterizzate da contatti tra schiavi e colonizzatori europei che erano inizialmente regolari e intimi. (...) Le popolazioni creole (...) avevano pieno accesso alle lingue europee, nelle loro varietà coloniali (...). È stata in effetti la successiva approssimazione dei loro vernacolari coloniali da parte degli schiavi delle piantagioni che produsse i creoli (...). Questo processo fu intensificato dalla decrescita della sproporzione di parlanti nativi fluenti (...) e parlanti non pienamente competenti (...). I creoli si sono sviluppati in un periodo nel quale le popolazioni erano separate per razza e crescevano più per importazione di nuova manodopera che per nascita” (Mufwene, S., 2001, The Ecology of Language Evolution, Cambridge, Cambridge University Press; trad. mia) 32 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] → nella creazione del Baba Malay, invece: nessuno spostamento forzato e/o traumatico della popolazione relazioni di potere (socio-economico) non a svantaggio dei peranakan evoluzione della lingua non caratterizzata da semplificazione (del malese) nessuna ‘rottura’ nella trasmissione della lingua ‘lessificatrice’ (il malese); i peranakan sono comunque stati immersi in un ambiente linguistico dove il malese era ben presente (spesso all’interno della famiglia/casa), con diffuso plurilinguismo individuale e societario → Baba Malay come elemento essenziale dell’identità peranakan, parte di un sistema di usi e costumi che caratterizzano la comunità 33 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2014/ 2015 – [email protected] Pidgin e creoli nel mondo (Holm, John, 2004, An Introduction to Pidgins and Creoles, Cambridge, CUP) 34