TL, 3: M. Twain, Un americano alla corte di Re Artù TL, 4: J.M. Barrie

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TL, 3: M. Twain, Un americano alla corte di Re Artù TL, 4: J.M. Barrie
Pubblicati
TL, 1: L.F. Baum, Il Mago di Oz
TL, 2: A. Gramsci, Lettere ai figli
Prossimamente
TL, 3: M. Twain, Un americano alla corte di Re Artù
TL, 4: J.M. Barrie, Peter Pan
TL, 5: C. Collodi, Pipì lo scimmiotto rosa
TL, 6: F.H. Burnett, Il giardino segreto
TempoLibro, 2
I Classici sempre attuali della letteratura
per ragazzi: quelli che tutti si ricordano
e quelli da ricercare e riproporre alla lettura
Antonio Gramsci (1891-1937) fu uno dei padri fondatori del Partito Comunista
d’Italia. Per le sue idee e per la sua azione politica fu incarcerato dal regime fascista,
che lo tenne recluso dal 1926 al 1937, quando morì a causa delle gravi condizioni di
salute provocategli dalla prigionia. Oltre che politico, è stato filosofo e giornalista.
I suoi scritti, ispirati dal marxismo, sono conosciuti in tutto il mondo grazie ai
Quaderni e alle Lettere dal carcere, pubblicate dall’editore Einaudi.
Editing: Carla Condorelli
Copertina: badcomunicazione.com
Progetto grafico e impaginazione: ed.it
In copertina: Nadia Ruju, Le lettere del riccio, 2009
Collana curata da:
Tempolibro Libreria dei Ragazzi
Via S. Euplio 20/22, 95124 Catania
www.tempolibro.com
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Copyright © 2009 ed.it
Via Caronda 171, 95128 Catania
www.editpress.it
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Tutti i diritti riservati
Prima edizione: ottobre 2009
ISBN: 978-88-89726-33-4
Printed in Italy
Antonio Gramsci
Lettere ai Figli
Prefazione
di Neri Marcorè
Nelle lettere che Antonio Gramsci scrive alla sua famiglia nei lunghi anni della sua detenzione colpisce
l’incredibile forza con la quale egli resta aggrappato alla vita e l’amore per i suoi figli, amore che si traduce
in cura e sostegno al loro sviluppo, affinché crescano
sani e robusti fisicamente e moralmente, affrontino la
vita con responsabilità scansando la superficialità di
giudizio e di comportamento e crescano sotto l’egida
della dignità, dell’impegno e del rispetto per se stessi e
per gli altri.
Il continuo invito a scrivere di più e approfondire i temi, a riprodurre la realtà e gli episodi della loro vita quotidiana mediante il filtro della propria sensibilità va solo
in questa direzione, non è vano orgoglio di padre ma preoccupazione per il loro futuro e la loro maturazione.
Se si percepisce frustrazione, questa scaturisce tutta
dal non poterli aiutare e seguire giorno per giorno, non
già dai suoi bisogni e aspirazioni di uomo privato ingiustamente della libertà.
Gramsci era studioso e intellettuale di grandissima levatura ma il suo non è mai esercizio d’accademia, bensì
solido pragmatismo poetico: continui i rimandi alla sua
infanzia, all’ambiente rurale, al mondo degli animali, riferimenti con i quali cerca di mantenere un legame pur nella sua condizione, se è vero che riesce a coltivare piccole
piantine di ortaggi e fiori.
Man mano che gli anni passano, quel che grava sempre più pesantemente sullo spirito di quest’uomo sono
le condizioni di salute, vero giogo della sua intera esistenza, i cui peggioramenti lo conducono alla morte
ben prima dei vent’anni che i suoi aguzzini avevano indicato come minimamente indispensabili a impedire al
suo cervello di funzionare. Lui stesso scrive: «Fino a
qualche tempo fa io ero, per così dire, pessimista con
l'intelligenza e ottimista con la volontà [...] Oggi non
penso più così. Ciò non vuol dire che abbia deciso di
arrendermi, per così dire. Ma significa che non vedo
più nessuna uscita concreta e non posso più contare su
nessuna riserva di forze».
In quel nefasto periodo di violenza e terrore molte persone colpevoli solamente della propria intelligenza e dignità inflessibile pagarono con la vita la difesa del diritto, proprio ed altrui, di esprimere idee. Ma, si sa, le idee sopravvivono agli uomini e questo dimostra ancora una volta che
una mente continua a brillare anche quando si tenta di soffocarla in un’umida cella carceraria, a rischiarare l’umanità
anche quando la storia attraversa la notte più scura.
Ai lettori
di Carla Condorelli
Quando io e Umberto (l’editore) abbiamo cominciato
a leggere le lettere che Gramsci indirizza ai propri figli, ci siamo divertiti. Abbiamo riso scoprendo i ricordi
dell’infanzia di un uomo che entrambi conoscevamo
solo sotto altri aspetti. Abbiamo sorriso nel leggere i
nomi di animali mai sentiti. Ci siamo appassionati nella
ricerca dei racconti che Gramsci consiglia ai propri figli di leggere.
Antonio Gramsci è un papà desideroso di trovare il
modo di stare accanto ai propri figli. Non ha molte alternative: il carcere lo tiene lontano dai suoi più grandi
amori. Quello che sa di loro, lo scopre fra le righe delle
lettere che la moglie, la cognata e Delio (quando impara
a scrivere) gli inviano. Sono contatti brevi, che spesso
gli risultano insufficienti. Il suo desiderio, invece, è
quello di prendere parte attiva nell’educazione dei figli,
di star loro quanto più vicino possibile, raccontando le
avventure da lui vissute quando era poco più che un
bambino.
Le sue storie sono episodi curiosi, alcuni veri altri immaginati, adatti ai giovani lettori e hanno il merito di far
conoscer l’uomo prima ancora che il pensatore e il politico. Le sue lettere sono piene di affetto, sono le testimonianze di un bambino pieno di fantasia, curioso del
mondo e desideroso di darsi risposte; ma sono anche i
racconti che un uomo privo di libertà scrive per non rinunciare al proprio ruolo di padre, per soddisfare la voglia di essere padre. E quello che ne deriva è una vera e
propria pedagogia che da una parte incita alla creatività
e invita alla scoperta, dall’altra inneggia all’educazione letteraria ritenuta da Gramsci indispensabile.
Le sue parole sono quelle di un uomo che non si rassegna al distacco. Sono la forma del desiderio di crescere
insieme ai propri figli, nonostante tutte le difficoltà date
dalla situazione politica, dalla censura, dalla distanza.
Per tutti questi motivi, pubblicare una selezione delle
lettere dal carcere è stata quasi una scelta obbligata, imprescindibile. Genitori e insegnanti potranno accompagnare i propri figli e alunni nella lettura di queste pagine
e spiegare i “vuoti” di informazioni che potrebbero
emergere; oppure, potranno lasciarli liberi di perdersi nei
racconti della buonanotte che un padre lontano ha consegnato ai propri figli.
Nota dell’editore
Delle oltre quattrocento lettere che Antonio Gramsci
scrisse ai propri familiari dai luoghi della sua reclusione,
quarantadue sono indirizzate direttamente ai figli Delio
e Giuliano. In altre – pur rivolgendosi alla moglie Giulia, alla cognata Tatiana o alla madre – i figli sono comunque coinvolti nell’argomento della lettera: Gramsci
si informa sulla loro crescita, sulle loro esperienze, interviene sui principi della loro educazione, sul loro percorso scolastico, sulle loro conoscenze culturali e pratiche. In altre ancora i figli non vengono citati, ma gli
argomenti delle vicende narrate lasciano intuire che il testo verrà loro letto o raccontato dall’adulto destinatario
della lettera, a volte su esplicita richiesta di Gramsci.
La selezione proposta in questo libro raccoglie tutte e
tre le tipologie sopra descritte. La sequenza numerica in cui
sono state sistemate le lettere segue il più possibile un ordine cronologico. Laddove la data risultava tuttavia incerta
o assente, si è cercato di stabilirne la collocazione temporale attraverso il contenuto della lettera stessa.
Rispetto ai testi originali, si è voluto mantenere un approccio prevalentemente conservativo. Tuttavia, nel
caso delle lettere non rivolte direttamente a Delio e
Giuliano, si è reso necessario operare alcuni tagli in
corrispondenza con quelle parti di testo che escludevano
il coinvolgimento dei figli, o che comunque portassero
i discorsi di Gramsci su temi diversi e “difficili” come filosofia, politica, diritto, ecc.
Per quanto riguarda la traduzione dei nomi, si è scelto
di proporli in italiano mantenendone tuttavia (tra parentesi quadre) anche la dizione in russo all’inizio delle lettere. In primo luogo perché lo stesso Gramsci alterna
spesso le due lingue nel menzionare il nome della moglie, della cognata e dei due figli; in secondo luogo per
dare occasione ai giovani lettori di avere un piccolo approccio con la scrittura e la pronuncia del russo.
In fine si è voluto proporre, in appendice, la lettura
di due piccoli racconti consigliati da Gramsci (Lettere 12
e 18) ai propri figli: Il gallo d’oro, di Alexandr Puškin e
Rikki-Tikki-Tawi, di Rudyard Kipling. In realtà sono
anche altri gli autori che Gramsci cita e consiglia nelle
lettere (Dickens, Tolstoj, Turgheniev, Gorki); a differenza dei primi due, tuttavia, di questi ultimi non indica
un’opera in particolare.
Indice
Prefazione, di Neri Marcorè
7
Ai lettori, di Carla Condorelli
9
Nota dell’editore
11
Lettere ai figli
13
Appendice
Aleksandr Puškin
Il gallo d’oro
120
Rudyard Kipling
Rikki-Tikki-Tawi
126